“moviMENTI”
Laboratorio cognitivo sul sentire e il dirsi delle “diverse” identità
Chi siamo ?
• Siamo un gruppo di rieducatori-riabilitatori, esperti di
Assistive Technology, che da anni si occupa di deficit motori,
percettivi e cognitivi, disturbi del linguaggio e della
comunicazione, disturbi specifici dell’apprendimento.
“moviMENTI” …
• Il nostro gruppo si chiama “moviMENTI” e si presenta come
laboratorio cognitivo, “cantiere aperto” di ricerca sul sentire e
il dirsi delle “diverse” identità, in uno continuo viaggio “tra il
possibile e il non possibile” che ci consente di camminare tra
lo sgretolarsi dei miti della certezza e l’esigenza di un
approfondimento dell’avventura e della conoscenza.
Poche riflessioni …
• Secondo noi, nella capacità di interagire sta la differenza fra
“essere ri-educatori” e “fare ri-educazione”; interazione è la
capacità di cercare di trovare affinità e sintonia, alleanza e
sostegno, comprensione ed empatia, apertura e conforto,
dialogo e propositività.
Poche riflessioni …
• Interazione è il percorso di coinvolgere lo studente disabile o
non nella propria proposta educativa e/o rieducativa per
indurlo a modificarsi.
Lo scopo …
• Lo scopo, allora, dell’intervento educativo/rieducativo
dovrebbe essere l’incremento di variabilità e di modificabilità
adattativa contestuale.
• …. Anche perché ….
La disabilità è …
• … non soltanto la somma di un problema motorio, cognitivo o
percettivo, ma anche un problema di volontà ed intenzione, di
interesse e di partecipazione, di curiosità e di creatività.
• … non è solo incapacità di agire lo spazio ma è soprattutto
immobilità nel tempo, ritardo incolmabile, eterna premessa per
un futuro irraggiungibile perché già trascorso.
Per uscire, allora, dal magico e non annegare nel consolatorio,
dobbiamo definire lo spazio di un possibile intervento che …
L’intervento è …
• … non è cura ma ..
• … educazione
• … non è guarigione ma …
• … cambiamento
• … non nasconde alterazioni
o difetti ma ..
• … sviluppa soluzioni
contestuali.
Un percorso che …
• … più della semeiotica
medicocentrica ,( semeiotica
del difetto ), che interroga la
struttura anatomica, rileva la
lesione, e parla di deficit
dello sviluppo (diagnosi), in
una dimensione atemporale
• … ha bisogno di …
• … una semeiotica rieducativa,
( semeiotica delle risorse ), che
interroga la funzione per
conoscere in che cosa, come,
quando ed in quale misura
quel
soggetto
risulterà
“diverso” dagli altri, parla
dello sviluppo del deficit
(prognosi), in una dimensione
temporale sia in termini di
Kronos che di Kairos.
Un percorso che …
più del modello multiprofessionale del lavoro in
team ha bisogno di un modello interprofessionale
Modelli di lavoro …
MULTIPROFESSIONALE
• Centrato su
menomazione/disabilità;
• Ambiti di intervento separati;
• Progetto guidato dai programmi
(bottom-up);
• Risultato come somma dei
risultati dei singoli interventi;
• Confini professionali definiti;
• Integrazione e interazione scarse;
• Misurabilità dei risultati per
singoli aspetti.
INTERPROFESSIONALE
• Centrato su handicap e
partecipazione;
• Orientato alla persona e
all’outcome complessivo;
• Programmi guidati dal progetto
(top-down);
• Risultati come prodotto delle
sinergie d’intervento;
• Confini professionali più
flessibili;
• Forte integrazione e interazione;
• Più problematica valutazione
dell’outcome.
In sintesi il percorso da attuare …
• Un percorso cognitivo per sperimentare modelli di
formazione, di apprendimento e di diffusione del sapere, alla
luce della grande espansione delle Nuove Tecnologie
Informatiche Assistive e della Comunicazione.
• In concreto si tratta di testare strumenti didattici innovativi con
il supporto realizzato di specifici software e hardware integrati
in rete all’interno di un contesto scolastico.
In sintesi il percorso da attuare …
• Un percorso cognitivo sperimentale che verifica:
• … la predisposizione degli studenti, partecipanti a questo
laboratorio, verso le suddette tecnologie; ( MPT/Matching
Persons and Technology; ET-PA / Educational Techology
Predisposition Assessment );
• … l’eventuale modificabilità apprenditiva ( SOTU/Survey Of
Technology Use );
• … l’impatto psicosociale che la tecnologia esercita sullo
studente, durante l’iter formativo/sperimentale
( PIADS/Psychosocial Impact of Assistive Devices Scale; LT
autonomy scale ).
In sintesi il percorso da attuare …
• 1° step : valutare predisposizione alle nuove tecnologie
educative; analisi della tecnologia utilizzata;
• 2° step: Training Cognitivo;
• 3° step: valutare impatto psicosociale;
valutare abilità/percezione delle proprie competenze;
valutare adattabilità/predisposizione a fare nuove
esperienze;
valutare autostima, dopo il training cognitivo.
Il target …
• Per la prima fase sperimentale di training cognitivo vanno
scelti studenti dai 10 ai 13 anni.
• Fase sperimentale nominata : Kairòs ( tempo opportuno ).
Partners …
• Neocogita Brain Wellness Research.
• Università di Trento ( Dipartimento di Scienze della
Cognizione e della Formazione ).
• Attualmente il nostro gruppo “moviMENTI” in collaborazione
con Neocogita e Università di Trento pone come missione
principale la possibilità:
• Di diffondere cultura e strumenti di allenamento cognitivo
basato su ricerca scientifica
• Di collegare la ricerca neurocognitiva con diverse realtà
contestuali come per es. scuole, università, aziende, imprese,
comunità ecc.
Conclusione …
• “ i limiti dei nostri schemi concettuali non determinano
soltanto la natura delle nostre risposte, ma anche la natura
delle domande che noi poniamo” .
( Richard Lewontin : Genes, environment and organism ).
Grazie per l’attenzione …
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*moviMENTI* Laboratorio di ricerca cognitivo sul sentire e il dirsi