LA STORIA
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Prima che San Benedetto arrivasse a
Cassino e fondasse sulla cima della
montagna l'assai autorevole
Montecassino, questa zona portava
ancora i segni visibili del suo antico
passato. Cassino è il nome moderno
dell'antica città di Casinum, città
volsca a circa 140 km a sud-est di
Roma. Prese il nome di "Cassino"
dalla fine del 19° secolo. Tracce
archeologiche testimoniano che
Casinum fu abitata almeno dal 7°
secolo a.C. Fece parte dell'Impero
Romano nel 4° secolo a.C e fiorì in
modo particolare durante i primi anni
del periodo imperiale.

Di questo periodo si possono ancora
vedere le rovine di un incredibile
passato.

Tracce archeologiche preromane
rinvenute durante la ricostruzione del
Monastero
San Benedetto arrivò a Montecassino
intorno al 529 trovando alcuni resti di ciò
che un tempo era stata una città gloriosa
tra cui i resti dell'antico tempio e l'altare
della cima della montagna per il culto
pagano. Sulla sommità del monte, sopra
l'antica Casinum, c'era ancora il Tempio
di Giove così come altari ed idoli
dedicati ad Apollo. Il primo passo fu
quello di trasformare questo antico luogo
in una casa sacra: furono distrutti gli
idoli, il tempio convertito in chiesa
dedicata a San Martino di Tours e lì, dove
c'era l'antico altare dedicato ad Apollo fu
creato un piccolo oratorio dedicato a San
Giovanni Battista


San Benedetto e sua sorella gemella Santa
Scolastica nacquero a Nursia (l'attuale
Norcia) nel 5° secolo. San Benedetto e
sua sorella nacquero da una nobile
famiglia cristiana: il padre Euprobo e la
madre Claudia Abundantia. San
Benedetto si trasferì a Roma per
studiareUna volta raggiunti gli studi
superiori, San Benedetto si stancò della
vita a Roma. Le vite dei suoi compagni gli
sembravano dissolute ed immorali e lui
stesso fu colpito dall'amore per una
donna. I suoi insegnanti gli apparivano
corrotti e non propriamente cristiani.
Tutto ciò portò San Benedetto ad
abbandonare gli studi a Roma e a
perseguire una vita spirituale. Lasciò
Roma, probabilmente tra l'anno 500 e il
510, con la sua fedele nutrice Cirilla che
lo accompagnò fino ad Enfide.
Secondo quanto si riporta, Santa Scolastica all'età di dodici anni fu mandata a Roma assieme
al fratello per compiere gli studi classici, ma anch’ella come il fratello restò profondamente
turbata per la vita dissoluta che vi si conduceva. Benedetto per primo decise di ritirarsi in
eremitaggio. Scolastica, rimasta unica erede del ragguardevole patrimonio della famiglia,
rifiutando ogni attaccamento ai beni terreni, chiese al padre di potersi dedicare alla vita
religiosa entrando in un monastero vicino a Norcia. Il padre, pur soffrendo per la
separazione dalla figlia, ricordandosi del voto fatto, accettò la sua decisione. Qualche anno
dopo seguì il fratello a Subiaco e quando Benedetto fondò l’abbazia di Montecassino, volle
seguirlo e ai piedi del Monte, a circa 7 km a sud dell'abbazia, fondò il monastero di
Piumarola, dove assieme alle consorelle seguì la regola di S.Benedetto dando origine al ramo
femminile dell’Ordine Benedettino.

San Benedetto fu non soltanto il fondatore
dell'Abbazia di Montecassino, ma anche il
padre di tutto l'Ordine Benedettino. Gli sono
stati attribuiti molti miracoli, ma San
Gregorio Magno fu il primo a proporre una
tesi ampiamente sostenuta: il miracolo più
importante e duraturo di San Benedetto è
stato la stesura della sua Regola, che noi
chiamiamo Regola di San Benedetto.
Sebbene il monachesimo esistesse già prima
di San Benedetto, la Regola, che si pensa sia
stata scritta nel periodo attorno al 530 d.C.,
fu il testo definitivo che cambiò il
monachesimo occidentale. La Regola
consiste di 73 capitoli. Nel settantatreesimo
e ultimo capitolo, San Benedetto afferma
con modestia che la sua Regola non è tanto
un manuale di istruzioni per raggiungere la
perfezione, quanto piuttosto si tratta di
linee guida verso la devozione per coloro che
si avvicinano alla vita spirituale.
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La Regola consiste di 73 capitoli. Nel
settantatreesimo e ultimo capitolo, San Benedetto
afferma con modestia che la sua Regola non è
tanto un manuale di istruzioni per raggiungere la
perfezione, quanto piuttosto si tratta di linee guida
verso la devozione per coloro che si avvicinano alla
vita spirituale. La Regola, comunque, non è
soltanto per i novizi o coloro che intendono
diventare monaci, ma è anche un manuale, un
codice per la preghiera, per la vita monastica nel
complesso, così come una ispirazione per
l'organizzazione, per i doveri monastici e per le
azioni disciplinari che vanno intraprese dagli abati
e dai superiori. La Regola nel suo complesso
incoraggia l'amore, la preghiera, il lavoro, il
rispetto, la castità, la moderazione e la
comunione.
La Regola si diffuse velocemente, fu accolta da numerosi altri monasteri, e rimane oggi di
fondamentale importanza per l'Ordine Benedettino. La Regola era semplice da utilizzare e da
seguire per tutti, non soltanto per i messaggi chiari e concisi al suo interno, ma anche perché
era pensata per essere adottata da altri monasteri autonomi e non soltanto dall'amato
Montecassino di San Benedetto. Un importante personaggio storico che fece una copia della
Regola di San Benedetto e la promosse in tutta l'Europa occidentale fu Carlo Magno nell'VIII
secolo.
 A Paolo Diacono
Va, o mia lettera,
in cerca del mio diletto Paolo,
alla eletta casa di Benedetto, a Dio sì
cara: ivi all’ospite non mancano e
verzura, e pesce, e pane in
abbondanza;
ivi
sono la pia pace, l’umile
intelligenza, la concordia fraterna;
ivi la lode, l’onore, il culto di Cristo, in
uno con tutti i beni.
(Carlo Magno, 778)
Il periodo tra il X e l'XI secolo fu
un periodo di grande
cambiamento per Montecassino.
Verso la fine del IX secolo
l'Abbazia fu distrutta una seconda
volta per mano degli invasori
Saraceni e i monaci sopravvissuti
si rifugiarono a Teano.
Montecassino fu ricostruita e i
cenobiti con l'Abate Aligerno
tornarono alla Sacra Abbazia e al
Sacro Monte nel 949 dopo Cristo.
A questo stadio Montecassino era già una Abbazia ampiamente rispettata ma fu durante l'11
secolo che possiamo dire raggiunse la vera età dell'oro con l'Abate Desiderio. Questo fu un
periodo di grande crescita, estrema produttività, cambiamenti politici tra la Chiesa dell'est e
dell'ovest e di grandi progetti, in cui Montecassino divenne un centro culturale di riferimento
per l'Europa. Fu durante questo periodo che l'abbazia fu encomiata per lo scriptorium, per le
grandi scuole di scribi e miniaturisti. La biblioteca dell'Abbazia crebbe in modo esponenziale
in questo periodo. La Chiesa di Montecassino venne ricostruita più grande e più decorata che
mai.
Stefano IX nato Frederic Gozzelon de
Lorraine duchi di Lorena fu il 154º papa della
Chiesa Cattolica dal 3 agosto 1057 alla sua
morte. Fu il sesto papa tedesco della chiesa
cattolica.
Vittore III, nato
Dauferio
Epifani Del
Zotto e detto
Desiderio da
Montecassino,
fu il 158º papa
della Chiesa
cattolica dal
1086 alla morte.
Gelasio II, al secolo
Giovanni Caetani,
detto Coniulo fu il
161º papa della Chiesa
Cattolica dal 1118 alla
sua morte.

L' XI e XII secolo videro tre Papi provenire da Montecassino: Papa Stefano IX, Papa Vittorio III
(prima Abate Desiderio) e Papa Gelasio II. Durante questo periodo, Montecassino conservava ancora
una relazione benefica ed indipendente col Papato. Dopo la morte di Oderisio I, nel 1105, l'Abbazia
cominciò ad attraversare un periodo difficile in termini di autonomia e supremazia. Mentre l'Abate
Desiderio aveva fortemente influenzato la politica papale per quel che riguardava la collaborazione con
i Normanni conquistatori, istaurando una politica di pace. Papa Onorio II (1124-1130) portò avanti una
strategia politica piuttosto diversa, di intervento armato e spietato. Dopo aver vissuto una storia di
sovranità ed indipendenza, Montecassino si vide costretta a sottostare alle imposizioni papali di Onorio
II. Diversi furono i fattori che contribuirono a quell'era di instabilità: abbandono delle precedenti
politiche di collaborazione in favore di una politica anti-Normanna, l'interferenza con le elezioni
dell'abate, i licenziamenti e le scomuniche dei sostenitori e dei membri di Montecassino (come il
giovane ed influente Pietro Diacono, autore della Cronaca di Montecassino).
Dopo la morte di Papa Onorio II, iniziarono le controverse doppie elezioni per il nuovo Papa, che
crearono uno scisma massiccio e complicato e portarono a dividere la Penisola e l'Europa. Il XIII secolo
fu caratterizzato da una crescita lenta e difficile dovuta alla costante crisi europea. La situazione iniziò a
cambiare nel XIV secolo con Papa Urbano V, che tentò di ridare vita alla storica Abbazia.
L'Ordine di San Benedetto è una confederazione che
riunisce congregazioni monastiche e monasteri autonomi
che perpetuano l'ideale religioso del monachesimo
benedettino in conformità con la regola e lo spirito di san
Benedetto; le origini del monachesimo benedettino
risalgono alla fondazione, attorno al 529, del cenobio di
Montecassino a opera di san Benedetto da Norcia. Il nuovo
ordine ebbe presto grande diffusione: Montecassino,
Terracina e Subiaco sorsero mentre era ancora vivente San
Benedetto; altri sorsero in Italia dopo la sua morte. Sotto il
pontificato di Gregorio Magno (m. 604), discepolo di
Benedetto, il monaco Agostino fu inviato con quaranta
compagni a diffondere il Vangelo e il monachesimo in Inghilterra. I benedettini
evangelizzarono la Germania (Bonifacio, con bolla pontificia del 718), i Paesi Bassi
(Suitberto), la Scandinavia (Anscario), e con il cristianesimo si diffuse il monachesimo. La
regola, con la sua ampiezza di vedute, dava adito a diversi adattamenti, da cui sorsero
congregazioni con fisionomie particolari.
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Quasi generale è il riconoscimento degli storici sulla funzione civilizzatrice e culturale dei
benedettini: San Benedetto non aveva dettato nella Regula norme organiche per lo studio, ma queste
erano implicite nella vita stessa dei monaci, tenuti alla lectio divina (lo studio della Sacra Scrittura e
dei padri della Chiesa), e ben presto sorsero i celebri scriptoria, che diventarono i centri di
trascrizione e di conservazione dei testi antichi; a Montecassino fu foggiata anche una forma di
scrittura (beneventina), che divenne di uso generale fra gli scribi dal sec. VIII al XIII. Da questo inizio
gli interessi si allargarono e recepirono nel tempo quasi tutto lo scibile umano: allo scriptorium
cassinese si devono, per esempio, il recupero e la conservazione del Pro Cluentio di Cicerone, del De
aquaeductis di Frontino, di alcune parti delle Historiae di Tacito, delle Metamorphoseon libri XI di
Apuleio e il suo esempio fu presto imitato dagli scriptoria, di Bobbio, di Farfa e di altri monasteri,
costituendo con il fondo-biblioteche il presupposto necessario per lo sviluppo delle scuole, che sarà
una delle principali funzioni culturali svolte dai monasteri benedettini, sia nelle scholae clausae,
riservate ai religiosi, sia nelle scholae apertae, a cui accedevano anche alunni esterni. Da questi vivai di
cultura uscì una fitta schiera di uomini illustri, che onorarono e dominarono, in vario modo, il loro
tempo Gregorio Magno, uomo di primissimo piano nella storia della Chiesa; Beda il Venerabile, fra i
“fondatori del Medioevo” e padre della storia inglese; Alcuino, l'organizzatore della vita intellettuale
nell'Impero carolingio; Rabano Mauro, il “pedagogo della Germania”.
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Quel monte a cui Cassino è ne la costa
fu frequentato già in su la cima
da la gente ingannata e mal disposta;
e quel son io che sù vi portai prima
lo nome di colui che ’n terra addusse
la verità che tanto ci soblima;
e tanta grazia sopra me relusse,
ch’io ritrassi le ville circunstanti
da l’empio cólto che ’l mondo sedusse.
"... Le mura che solieno esser badia
fatte sono spelonche, e le cocolle
sacca son piene di farina ria.
Ma grave usura tanto non si tolle
contra ’l piacer di Dio, quanto quel frutto
che fa il cor de’ monaci sì folle
Col viso ritornai per tutte quante
le sette spere, e vidi questo globo
tal, ch'io sorrisi del suo vil sembiante...
P L ACIT I C A S S INESI
I quattro PLACITI CASSINESI, ossia quattro testimonianze
giurate, registrate tra il 960 e il 963, sull'appartenenza di
certe terre ai monasteri benedettini di Capua, Sessa
Aurunca e Teano sono i primi documenti di VOLGARE
ITALIANO scritti in un linguaggio che vuol essere ufficiale
e dotto. Riguardava una lite sui confini di proprietà tra il
monastero di Montecassino e un piccolo feudatario locale,
Rodelgrimo d'Aquino. Con questo documento tre
testimoni, dinanzi al giudice Arechisi, deposero a favore dei
Benedettini, indicando con un dito i confini del luogo che
era stato illecitamente occupato da un contadino dopo la
distruzione dell'abbazia nell‘ 885 da parte dei saraceni.La
formula del placito capuano fu inserita nella stessa
sentenza, scritta in latino, e ripetuta per quattro volte.Oggi
sono conservati nella Biblioteca di Cassino.I placiti
riguardano beni di tre monasteri che dipendono da
Montecassino e sono stati pronunciati nei principati
longobardi di Capua e di Benevento

L'attività dei monaci benedettini ha
avuto anche nel campo artistico
un'importanza tale da autorizzare
l'ipotesi di una vera e propria arte
benedettina, con un suo centro, fra il
sec. IX e il XII, nell'Italia meridionale. È
da tener conto che l'ordine benedettino
fin dal suo sorgere si presenta come diga
al franare della cultura romana dinanzi
all'avanzata barbarica, assumendo poi la
funzione di custode del patrimonio
culturale dell‘arte paleocristiana.
La regola di San Benedetto, contemplando accanto alla preghiera la presenza di attività
lavorative, fece sì che fin dall'inizio i monasteri benedettini si configurassero
architettonicamente come complessi che prevedevano una vera autonomia di servizi,
gestiti per la massima parte dai religiosi stessi. Uno dei più famosi esempi di
monastero benedettino fu l'abbazia di Montecassino, commissionata nel 1071
dall'abate Desiderio, che divenne ben presto uno dei centri culturali e spirituali più
importanti non solo della Campania, ma di tutto il Mezzogiorno, e che costituì un
modello imitatissimo nelle costruzioni posteriori. Per quanto riguarda la pittura,
ancora oggetto di discussione è il rapporto dell'ordine con l'arte bizantina
metropolitana, e da questo il valore e l'originalità dei prodotti pittorici.
 All'interno della tradizione
monastica, la musica ha avuto da
sempre una rilevanza particolare,
poiché il monaco trascorre gran
parte della giornata in preghiera e
questa è costituita prevalentemente
dalla lettura e dal canto di testi
biblici. La tradizione gregoriana,
codificata da Gregorio Magno, trovò
nei monasteri benedettini i
maggiori centri di conservazione e
di diffusione. Durante il IX secolo
esso si diffuse in tutto l’impero
carolingio, e i monasteri
benedettini divennero i punti di
riferimento per la sua diffusione. In
Italia, i due centri più attivi furono
l’abbazia di Nonantola e quella di
Montecassino.
La battaglia di Montecassino è stata una
delle operazioni militari più importanti
della Seconda Guerra Mondiale. Anche
nota come la Battaglia per Roma, non si è
trattato di una sola battaglia quanto
piuttosto di una serie di assalti militari
degli Alleati contro i tedeschi, cominciati
il 17 gennaio e terminati nel Maggio
inoltrato del 1944. Montecassino ha avuto
un ruolo centrale in questa battaglia
poiché non soltanto l'intelligence alleata
sospettava che le unità di artiglieria
tedesche stessero utilizzando l'Abbazia
come validissimo punto di osservazione,
ma anche perché si trovava in una
posizione strategica utile per poter
avanzare sulle difensive tedesche ed
entrare in una Roma pesantemente
occupata.

L'abate Diamare, essendo Montecassino
distrutta, trovò alloggio a Roma a
Sant'Anselmo sull'Aventino, sede del
collegio universitario internazionale e
dell'Abate primate dei benedettini. Da
qui l'Abate dava disposizioni ai suoi
monaci dislocati tra San Paolo Fuori le
Mura, Farfa, Perugia e Assisi, tornando
alla vita di tutti i giorni, ma avendo
sempre chiaro l'obiettivo di tornare a
Montecassino.
Il 31 marzo del 1944, infatti, l'Abate con
alcuni monaci potè tornare nella diocesi
e il 15 marzo 1945 l'Abate Diamare posò la
prima pietra per la ricostruzione di San
Giuseppe, dimora provvisoria per i
monaci, accanto all'Abbazia. Non riuscì
però a vedere il suo monastero
ricostruito, perché morì pochi mesi
dopo.
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Il restauro fu realizzato dal 1948 al 1956,
sotto la direzione dell'ingegner Giuseppe
Breccia Fratadocchi, che realizzò una
ricostruzione dell'interno dell'abbazia
con spazi ciechi e muti tra le cornici delle
volte, osteggiato da alcuni storici. Il
compito di fondere le campane
dell'abbazia fu assegnato nel 1949 alla
Pontificia Fonderia di Campane
Marinelli di Agnone. Negli anni ottanta
furono commissionati una serie di
affreschi a Pietro Annigoni dall'abate
Fabio Bernardo D'Onorio. Alla
realizzazione del ciclo pittorico
parteciparono vari allievi del maestro fra
cui Romano Stefanelli, Ben Long e
Silvestro Pistolesi.
 Il 24 ottobre del 1964 Papa
Paolo VI salì a Montecassino
per riconsacrare la Basilica e
proclamare San Benedetto
patrono principale di tutta
l'Europa. In quella occasione
espresse all'Abate Rea la sua
"gratitudine per la imponente
opera di ricostruzione che
aveva reso Montecassino
simbolo della fatica compiuta
dal popolo italiano per la
ricostruzione stessa del
Paese".
 Papa Benedetto XVI si è recato in
visita a Montecassino il 24
maggio 2009, nel 65º
anniversario della distruzione
dell'abbazia. Il pontefice - che al
momento della sua elezione sul
trono di Pietro aveva scelto il
proprio nome anche ispirandosi
alla figura di San Benedetto da
Norcia - ha pregato sulla tomba
del santo, ricordandone
l'importanza nella formazione
culturale europea.
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