*
Brevi note di filologia romanza
(per gli studenti del 1° Liceo Classico)
Giuliano Cianfrocca 2014
01
Concorrenza tra greco e latino
L’Impero romano, a partire dal I secolo d.C., si presenta come
sostanzialmente bilingue, almeno
nei suoi strati superiori.
La linea che fin dal
regno di Diocleziano
divise in due l’Impero,
Pars Occidentis e Pars
Orientis, era anche, una
linea
di
confine
linguistico:
a
Ovest
dominava il latino, a Est
il greco.
Le lingue romanze o neolatine sorsero tutte
nella Pars Occidentis, con un’unica eccezione.
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02
Le varianti del latino
Il latino colto, la lingua che si studia a scuola, è una parlata dai
precisi connotati
Diastratici: è la lingua dei due primi ordines dello Stato (senatori e
cavalieri).
Diacronici: è la lingua parlata nel I secolo a.C. e nel I secolo d.C.
È inoltre la lingua
dell’Urbe e della
cultura cittadina
(urbanitas)
sentite come distanti
dalla rusticitas, la
lingua e la cultura dei
contadini
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03
Dal latino al volgare
Pur con queste differenze, il latino rimase lo strumento di
comunicazione anche dei ceti popolari finché si mantennero le
strutture statali romane.
Le
«invasioni
barbariche»
che
misero fine alla
Res
Publica
unitaria
furono
soprattutto
un
fenomeno
dell’
Occidente
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04
Dialetto e lingua
Una lingua è una parlata
linguistiche, storiche e d’uso.
dalle
specifiche
caratteristiche
1 – Individualità morfologiche, lessicali, fonetiche e sintattiche.
2 – Presenza in territori politicamente autonomi e indipendenti.
3 – Uso continuo in ambito amministrativo e letterario
4 – Riconoscimento da parte dei parlanti e delle autorità politiche.
In genere una lingua nasce come dialetto di uno specifico territorio
e cresce di importanza e autonomia fino a soppiantare altri dialetti
nell’uso comune.
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05
Le lingue romanze
Quelle oggi diffuse in Europa sono le seguenti:
Portoghese
Gallego (Galiziano)
Castigliano
Aragonese
Catalano
Provenzale
Francese
Francoprovenzale
Sardo
Italiano
Ladino (Retoromanzo)
Rumeno
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06
La stratificazione linguistica.
Ogni parlata subisce l’effetto
di quelle che l’hanno preceduta nella stessa area (substrato),
di quelle delle aree confinanti (adstrato),
di quelle giunte successivamente (superstrato).
Lo schema qui
prodotto è relativo
al Toscano
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07
Dal latino ai volgari: le consonanti
Nel latino medievale proseguono le trasformazioni già in atto nel
latino volgare, di cui abbiamo traccia
nei graffiti di Pompei
e nell’Appendix Probi.
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08
Dal latino ai volgari: le consonanti
Alcune dei mutamenti consonantici diffusi nel latino popolare e
tardo:
Scomparsa di alcune nasali, preconsonantiche (mesem<mensem)
o a fine parola (seme<semen)
Confusione e scambio tra i suoni tl e cl (veclus<vet[u]lus)
Caduta in posizione «post-tonica» (rius<rivus)
Tali mutamenti sono poi proseguiti in molte lingue neolatine
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09
Dal latino ai volgari: le vocali
ī
ī
ĭ
ē
e
ĕ
ε*
ā
ă
a
ŏ
ō
ɔ*
ŭ
o
ū
u
Già nel I sec. a.C. i dittonghi avevano iniziato a semplificarsi:
æ/œ>ē; au>ō
Le vocali latine si sono evolute nel toscano secondo lo schema qui
riportato. P. es.
Fīne(m)= fine
Pĭru(m)= pero
Cēna(m)= céna
Căne(m)= cane Amātu(m)= amato Cŏllu(m)=còllo
Crŭce(m)= cróce Lūce(m)= luce
Cĕrvu(m)= cèrvo
Vōce(m)= vóce
*Nell’Alfabeto Fonetico Internazionale ε= e aperta; ɔ= o aperta
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10
Dal latino ai volgari: le vocali
ī
ĭ
i
ē
ĕ
ε
ā
ă
a
ŏ
ō
o
ŭ
ū
u
Le vocali latine si sono evolute nel siciliano secondo lo schema qui
riportato. P. es.
Fīne(m)= fine
Pĭru(m)= piru
Pēr= pir
Căne(m)= cane Amātu(m)= amatu Cŏllu(m)=còllo
Mŭltu(m)= multu Lūce(m)= luce
Bĕne= bène
valōre(m)= valuri
*Nell’Alfabeto Fonetico Internazionale ε= e aperta; ɔ= o aperta
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11
Il trionfo del toscano
Se nel 1240 un osservatore
esterno ed esperto delle
discipline
storico-linguistiche
avesse analizzato i dialetti
italiani e le opere letterarie
che si cominciavano a scrivere
in quei dialetti, avrebbe
certamente concluso che il
siciliano
era
avviato
a
diventare la lingua letteraria di
tutta la penisola.
Questa è la distribuzione dei dialetti alla fine del XIII secolo,
come la descrive Dante nel De Vulgari eloquentia
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12
Il trionfo del toscano
L’opera di Dante, e poi quella
di Petrarca e di Boccaccio (le
cosiddette «Tre corone») ha
reso il toscano la linguamodello per gran parte dei
letterati dell’area italiana
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Dal latino alle lingue neolatine 01