Competenze cognitive e sociali precoci
Rispetto al passato, afferma Schaffer (1984), in cui si cercava di
conoscere le capacita' di cui il bambino dispone all'inizio della vita che
gli consentono di acquisire una delle abilita' più complesse e
precisamente quella di formare relazioni interpersonali....oggi gli
studiosi si sono resi conto che molte funzioni, tradizionalmente
considerate in psicologia come appartenenti agli individui, si
verificano generalmente all'interno di un contesto interpersonale ed è
da questo contesto che esse derivano il loro significato
funzionale"(pag.53)
E'
ampiamente documentato che i bambini sono capaci di
comportamento organizzato e spontaneo sin dai primi momenti di
vita e che il compito di quelli che interagiscono con lui non e' di creare
ordine dal caos, ma di co-organizzare le interazioni che non sono
unidirezionali, ma bidirezionali.
I dati attualmente disponibili sulle prime fasi di
sviluppo tendono a smentire l'immagine di un
neonato proteso verso uno stato di quiete e in
posizione passiva.
Fin dalle prime settimane e dai primi mesi di
vita, il bambino con i mezzi a sua disposizione
non solo, come è noto, influenza la vita degli
adulti, ma è ad essi strettamente coordinato.
Cercheremo di capire in che modo.
Dobbiamo comunque innanzitutto
sapere che il
bambino possiede una serie di capacità che gli
consentono di entrare in contatto con l'ambiente: ad
esempio fin dal primo giorno di vita può identificare il
luogo di una sorgente odorosa, distinguere alcuni
aromi (anice e odore agliaceo/ aceto e lavanda) e
riconoscere l'odore della propria madre.
Vi sono anche risposte evidenti alla stimolazione tattile
(filamento sull'addome e piumino sul viso) fin dal
secondo, terzo giorno sia in neonati a termine he nei
pretermine.
Allo stesso modo il neonato é sensibile al gusto fin
dalla nascita tanto che sa distinguere tra sapori salati e
dolci, amari e acidi, mostrando fin dalle prime ore
preferenza per quelli dolci.
Cercheremo di rispondere alle seguenti domande:
-
A quale età i bambini riconoscono la madre?
(o, meglio, quando differenziano il volto della
madre da quello di altre persone?)
-
A quale età sono capaci di differenziare i
suoni umani da quelli non umani?
-
A quale età sono capaci di differenziare le
espressioni facciali?
Per rispondere alla prima domanda, vediamo
innanzitutto quali metodi sono stati utilizzati per
studiare la percezione visiva
I bambini piccoli sono molto complessi da studiare.
Infatti occorre dedurre cosa e come percepiscono gli
stimoli in base ai segnali comportamentali che
manifestano.
Dal momento che il repertorio comportamentale del
bambino piccolo è molto limitato, i ricercatori si sono
visti costretti ad escogitare ingegnose tecniche per
misurare le sue capacità percettive (Smith, P.K., Cowie, H.,
Blades, M., 2000).
1) TECNICA DELLA PREFERENZA è un metodo relativamente
semplice per determinare in modo attendibile le capacità visive del
neonato.
Vengono sottoposti al bambino due stimoli simultanei, ad esempio
due immagini diverse e viene misurato il tempo che impiega nel
guardare ciascuno dei due stimoli.
Se nell’arco di un certo intervallo temporale, il bambino guarda le
due immagini per lo stesso tempo, si può dedurre che probabilmente
non riesce a discriminarle.
Se guarda più a lungo uno dei due stimoli, significa che distingue le
due configurazioni e ne predilige uno.
L’introduzione delle tecniche di videoregistrazione e di altre
innovazioni tecnologiche, ha reso possibile registrare lo sguardo - i
movimenti e la fissazione oculare- in modo accurato.
E’ così possibile stabilire non solo per quanto tempo il bambino
guarda uno stimolo, ma anche su quali parti fissa la propria
attenzione
2) TECNICA DELL’ASSUEFAZIONE:
Questa tecnica appare molto utile se si intende accertare se un bambino
sa distinguere due immagini molto simili tra loro.
Supponiamo di presentare al bambino uno stimolo A che egli trova
particolarmente interessante. Se lo stimolo viene esibito per un tempo
prolungato, alla fine l’interesse del bambino tende ad affievolirsi: si crea
una progressiva assuefazione allo stimolo.
Se sostituiamo A con B probabilmente si desterà nuovamente
l’attenzione del bambino. Si parla quindi di dissuefazione allo stimolo.
Questa tecnica consiste, quindi, nel mostrare al bambino
l’immagine A sino a che non vi si è assuefatto e poi
sostituirla con l’immagine B.
Se non si verifica la dissuefazione significa che il bambino
non discrimina i due stimoli, se invece il bambino riattiva
la sua curiosità si giunge a una conclusione opposta.
Tale tecnica è utile anche per stabilire quali elementi differenziali debba
possedere uno stimolo affinché possa essere differenziato da un altro.
3)
TECNICA DEL CONDIZIONAMENTO:
un bambino è spinto a mettere in atto un certo comportamento se esso
viene rinforzato. Ad esempio Bower (1965 in Smith, P.K., Cowie, H.,
Blades, M., 2000) indusse alcuni bambini a girare il capo da un lato
ricompensandoli ogni volta che lo facevano. La ricompensa era
costituita dall’arrivo di un adulto che giocava con il bambino.
Inizialmente il ricercatore aspettava che il bambino girasse
spontaneamente la testa in una certa direzione: quando lo faceva lo
ricompensava subito. Se tale schema si ripete in modo costante, il
bambino impara ben presto che deve girare il capo se vuole giocare con
l’adulto.La tecnica del condizionamento e quella dell’assuefazione
possono essere usate congiuntamente: un bambino succhia da un
biberon e il ricercatore rinforza ogni aumento nel ritmo di suzione
presentando il suono A. Il soggetto impara che per sentire A deve
poppare più velocemente. Dopo qualche tempo però il bambino perde
interesse per il suono A e non è più incentivato a variare i propri ritmi di
suzione. A questo punto viene introdotto il suono B: se il bambino
continua a succhiare con la stessa rapidità possiamo dedurre che non
4) TECNICHE PSICOFISIOLOGICHE:
con tali tecniche é possibile misurare reazioni meno
evidenti rispetto ai comportamenti osservabili.
Spesso sono state studiate le variazioni nel battito
cardiaco: se un bambino è sorpreso o sconvolto la sua
frequenza cardiaca aumenta; se si sta concentrando su uno
stimolo, le pulsazioni subiscono un rallentamento.
Ad esempio quando il bambino sente il suono A per la
prima volta il suo battito cardiaco si riduce. Quando si
abitua ad A, viene introdotto il suono B. Un decremento
delle pulsazioni è allora indice di una dissuefazione e
quindi di un’avvenuta discriminazione tra i due stimoli
(Smith, P.K., Cowie, H., Blades, M., 2000).
BASI NEUROFISIOLOGICHE DELLA PERCEZIONE VISIVA
Il neonato ha la percezione della luce, del buio e della discrepanza
cromatica già alla nascita e dimostra una notevole acuità visiva.
Ma l’apparato neuromuscolare coinvolto nella percezione visiva non
è ancora completo alla nascita.
I movimenti oculari che consentono una corretta percezione visiva
dell’ambiente sono:
Riflesso pupillare: movimento involontario e automatico di
restringimento (miosi) e allargamento (midriasi) dell’iride in rapporto
all’intensità della luce.
·Convergenza del cristallino: movimento di accomodazione del
cristallino che consente al raggio luminoso proveniente dallo stimolo
di cadere esattamente nella macula lutea, e cioè nel focus retinico
·Coordinamento binoculare: movimento sincronico di entrambi gli
occhi che consente la perfetta messa a fuoco delle immagini e la
proiezione delle stimolazioni nelle simmetriche aree corticali della
visione, eliminando i fenomeni di sdoppiamento e cooperando alla
percezione della distanza e della profondità.
Il riflesso pupillare, osservato anche in neonati prematuri, rivela che è
sensibile alle diverse intensità degli stimoli visivi. Sebbene questo tipo
di risposta sia presente alla nascita, essa lo è solo per gli stimoli molto
forti, ma si perfeziona sin dai primi giorni di vita.
I muscoli ciliari del neonato non sembrano sufficienti da consentire il
perfetto accomodamento del cristallino per stimoli oltre una certa
portata. Ciò significa che il neonato non è capace per i primi mesi di vita
di mettere esattamente a fuoco ciò che è fuori dalla sua usuale portata
che si stima sia di circa 25 cm.
Ma già a due mesi questa capacità è molto sviluppata e a quattro mesi il
suo accomodamento oculare è paragonabile a quello dell’adulto.
Sin dai primi giorni il neonato è capace di seguire uno stimolo luminoso
che si muove lentamente davanti agli occhi, il che dimostra che i nervi
oculari sono sufficientemente coordinati.
Tuttavia questa capacità richiede uno sforzo notevole: il neonato, infatti,
non riesce a seguire lo stimolo per un tempo superiore a 15-20 secondi
Prima domanda: a quale età i bambini riconoscono la madre?
Prima di due mesi
predisposizioni
Sensibilità ai volti umani
IL Volto umano é una delle figure di più grande attrattiva.
Infatti, i neonati sono maggiormente interessati ad un dipinto
raffigurante un viso che a qualunque altro stimolo di misura e
formato simile, anche se intensamente colorato o decorato
Allo stato attuale delle conoscenze sappiamo che il neonato, già
subito dopo la nascita (età med. di 9 min), accorda un'attenzione
preferenziale alla struttura schematica del volto umano
Secondo alcuni sembra che a tre giorni di vita il neonato fissi più a
lungo il viso immobile e neutro di sua madre rispetto a quello di
una donna estranea, in assenza di informazioni olfattive e uditive.
Questi dati non sono confermati fino al punto da indurci a dire che
egli riconosca la madre
Il motivo di attrazione, infatti, all'inizio, non é il
realismo dello stimolo, ma un certo numero di
caratteristiche quali:
nitidezza dei contorni,
movimento,
complessità,
tridimensionalità,
simmetria.
I volti sono così interessanti poiché possiedono una
serie di caratteristiche che sono proprio quelle a cui
l'apparato percettivo infantile é intrinsecamente
sensibile. Ciò dimostra che il bambino é visivamente
orientato verso i suoi partner sociali.
Capacità discriminative
una prima caratteristica importante che conferisce attrattiva
ai visi sono i contorni marcati. Alcuni studi sui movimenti
oculari dei neonati mentre esplora immagini di visi,
mostrano che l'attenzione viene focalizzata particolarmente
sulle aree di confine tra i capelli e la fronte e tra il mento e i
vestiti.
Prima dei 2 mesi, l'attenzione visiva è focalizzata sulle
caratteristiche di contorno del volto umano; il neonato non
procede ad un'esplorazione globale, ma orienta la sua
attenzione sul margine esterno degli oggetti e dei volti.
Assumono così importanza la densità e le dimensioni
degli elementi del contorno
Una seconda caratteristica é il movimento.
All'età di due settimane i neonati sono attratti da
volti in movimento.
I bambini di cinque settimane di vita, tra due
immagini dello stesso volto, ma le cui pupille si
muovono a diversa velocità, preferiscono
l'immagine in cui l'oscillazione é più rapida.
Un altro elemento é la tridimensionalità: Fantz ha
mostrato che tra due teste femminili di cui una
piatta e una tridimensionale il bambino é attratto da
quella tridimensionale.
Sulla base di queste predisposizioni iniziali il
bambino può avviarsi alla conoscenza del volto.
Il periodo intorno ai due mesi costituisce uno dei più
importanti punti di transizione : i bambini sono ora in grado
di adeguare il focus visivo alla distanza dell'oggetto fissato e
l'attività di fissare diventa meno fugace e più sistematica.
A questa età il bambino sembra "scoprire il partner sociale".
Si verifica un mutamento graduale nel pattern di esplorazione
visiva: mentre prima la ricerca visiva si concentrava su
singole caratteristiche e non sull'insieme ( il bambino era
insensibile alla totalità), ora il bambino prende in
considerazione un numero più elevato di caratteristiche e
presta attenzione sia ai dettagli interni sia a quelli esterni
di una forma.
In una ricerca effettuata filmando i movimenti oculari di
bambini ( di 1 e 2 mesi) di fronte a volti reali, emerge che
mentre i più piccoli osservavano un numero inferiore di
caratteristiche poste al perimetro, quelli di due mesi
tendevano a fissare le caratteristiche all'interno del volto,
concentrandosi sugli occhi.
Gli occhi diventano elementi focali e consentono, sul piano
interattivo, quello scambio di sguardi così importante per
lo sviluppo cognitivo.
A questa età i bambini iniziano a sostenere "veri" contatti
visivi, come se solo ora la madre venisse riconosciuta
come una persona specifica.
Le cosiddette "occhiate distinte" nei primi tre mesi di vita
possono essere indicative della capacità di assimilare e
comprendere una rete complessa di informazioni.
TERMINE
1 mese
Partenza
Partenza
Termine
2 mesi
Una volta raggiunto questo stadio il bambino é
in grado di attuare discriminazioni sempre più
accurate.
Intorno al terzo mese di vita il neonato diventa
capace di differenziare il volto della madre da
quello di una persona non familiare e anche di
differenziare due persone estranee. Si tratta di
un reale riconoscimento non influenzato dalla
voce materna
che viene identificata
precocemente, appena dopo la nascita (e forse
appresa già durante il periodo fetale)
2.
Interazioni faccia a faccia
Intorno ai due mesi si verifica un netto incremento dell’efficienza visiva
Nelle prime settimane di vita le persone appaiono simili e il bambino
non riconosce le facce come facce
Il sorriso inizialmente è innescato dagli
occhi
Dai tre mesi in poi
profilo
A 4 mesi percepiscono
tutti i lineamenti interni
A 5 mesi rispondono anche alla
espressione emozionale
A 6-7 mesi il sorriso è provocato da
facce familiari
Bambino
Ritmicità nello sguardo e interazione scandita da ritmi di
attenzione-non -attenzione
Madre
In una relazione faccia a faccia la madre guarda il
bambino costantemente, fornendo una cornice.
Se il ba la guarda: accentua le espressioni facciali, vocalizza in modo
ritmico e ripetuto Se il ba non la guarda: interrompe la stimolazione
restando vigile.
A quale età sono capaci di differenziare i suoni umani da quelli non umani?
La ricerca sulla sensibilità uditiva si é mossa nella stessa direzione di
quella sulla percezione, dimostrando che il bambino, fin dalle prime
settimane, riesce ad isolare gli stimoli "umani" da quelli "non umani".
Due ricerche possono esemplificare questa capacita
Hult( 1968) e al; hanno misurato
la rispondenza uditiva nella
prima settimana di vita tramite
registrazioni elettromiografiche
a suoni strutturati, simili al
linguaggio umano, e ai toni puri.
La maggiore rispondenza ai
suoni strutturati ha fatto
concludere agli autori che
l'apparato uditivo é strutturato
in modo tale da recepire la voce
come stimolo predominante
Sono stati analizzati (Molfese,1980) i
potenziali evocati da entrambi gli
emisferi in relazione a suoni umani
e non umani. I risultati hanno
mostrato
che,
nell'emisfero
sinistro, i due diversi tipi di stimoli
sono nettamente differenziati. Ciò
indicherebbe che già a questa
precocissima
età
esiste
un
meccanismo sito nel cervello
deputato a rilevare in modo
specifico i suoni della voce umana.
Un altro aspetto interessante viene denominato “sincronia
interattiva" tra movimenti del bambino e discorso dell'adulto
ed é stata rilevata già nei primi giorni di vita.
Tale sincronia é stata osservata anche in relazione a
conversazioni registrate ed era evidente sia con la lingua
inglese che cinese.
Ma avveniva solo con il ritmo naturale della lingua parlata,
non se lo stimolo era costituito da voci sconnesse oppure da
suoni come il tamburellare.
Anche la capacità di discriminare voci diverse é molto precoce.
Mills e al (1974) hanno insegnato a bambini di tre settimane di vita che
succhiando una tettarella senza nutrimento avrebbero attivato una voce
umana , o della madre o di una donna sconosciuta. Sia il tempo totale di
suzione sia la quantità di attività sono stati maggiori quando i ba.
attivavano la voce materna.. Conclusioni simili Mehler (1978) si
raggiungono quando la voce é intonata e non quando la voce é
inespressiva.
La voce materna raggiunge il neonato già nella vita intrauterina e
viene, per questo, discriminata più rapidamente anche da quella paterna
e preferita a quella di altre voci femminili, fin dalle prime ore di vita.
La continuità tra vita intrauterina e periodo neonatale spiega la capacità
del neonato di pochi giorni "di estrarre , di riconoscere e di preferire
delle invarianti acustiche e delle regolarità spettrali e prosodiche alle
quali non era stato esposto che prima della nascita"
Oltre ai suoni i bambini sono anche in grado di cogliere la
strutturazione temporale dei suoni
Demany e al. (1977) hanno dimostrato che i bambini tra i due
e i tre mesi di età sono in grado di discriminare con
precisione i suoni in base al loro ritmo e alla loro struttura
temporale. Una successione di diversi suoni può essere
percepita come unità distinta da altre sequenze sonore.
Questo risultato é particolarmente interessante poiché
sottolinea una sorta di capacità di comprendere un "insieme"
(i valori relativi agli intervalli tra i suoni) e mostra anche che
le abilità di analisi temporale (ritmi), prerequisiti per
affrontare la dimensione sequenziale del linguaggio, sono
presenti molto prima dello stadio linguistico.
Terza domanda: a quale età i bambini sono capaci di
differenziare le espressioni facciali?
Nello studio delle emozioni occorre distinguere:
Espressione delle
emozioni
Qualità espressive del
neonato che
consentono all’adulto di
capirne i bisogni e lo
stato emotivo
Riconoscimento
delle emozioni
Capacità del neonato
di comprendere che
cosa prova lui stesso e
cosa provano gli altri
Espressione delle
emozioni
Darwin (1872) avanzò per primo l'ipotesi che le espressioni delle
varie emozioni primarie fossero distinte, facilmente riconoscibili e
identificabili (in quanto caratterizzate da specifici pattern mimici) e
fossero universali su base innata (in quanto geneticamente
precodificate e programmate).
Le ricerche transculturali hanno fornito una ampia conferma di
questo punto di vista
Da questi studi risulta in modo univoco la presenza di
configurazioni espressive distinte e globalmente simili per le
emozioni fondamentali sia presso i paesi occidentali e le popolazioni
asiatiche (Giappone, Hong Kong, Sumatra) sia presso popolazioni
preletterate (es: le culture della Nuova Guinea). Emerge altresì la
capacità universale di riconoscere in modo appropriato le
espressioni emotive fondamentali.
Ma quali sono le emozioni fondamentali? e come si contraddistinguono?
Si è giunti a definire- anche se non tutti concordano- sette distinte
emozioni di base:
GIOIA,
TRISTEZZA, PAURA,
RABBIA,
SORPRESA, INTERESSE e DISGUSTO
I criteri per differenziarle dalle emozioni sociali e consapevoli sono
- possedere uno specifico substrato neurale
- una distinta e specifica configurazione di movimenti facciali e di
espressioni facciali
- essere strettamente legate ad una specifica qualità emotiva che
raggiunge la consapevolezza
- devono derivare da un processo biologico-evoluzionistico
- devono avere proprietà organizzative e motivazionali che sono al
servizio di funzioni adattive.
Alla nascita sono state osservate nel neonato reazioni chiare
di:
"piacere" (apertura della bocca, leccamento ritmico delle
labbra e, a volte, sorriso) alla somministrazione di liquidi
dolci;
"disgusto" (chiusura della bocca con gli angoli abbassati,
protrusione delle labbra, aggrottamento delle sopracciglia e
ammiccamento delle palpebre) alla somministrazione di
liquidi amari
sconforto e di disagio fisico sono presenti in modo
stereotipato nelle prime settimane di vita se i neonati sono
sottoposti ad una stimolazione dolorosa e se sono esposti a
forti rumori improvvisi
In modo analogo, in stato di veglia attiva, sono state
osservate nelle prime settimane di vita manifestazioni di
interesse e di attenzione selettiva verso gli stimoli nuovi ed
in movimento, nonché verso il volto umano.
Dalla nascita al secondo mese:
risposte innate a specifici stimoli dell’ambiente
* PIACERE- DISGUSTO
* TRASALIMENTO
* SCONFORTO
* INTERESSE
(sistema edonico)
Dalla fine del secondo mese ad un anno
*PIACERE (sorriso sociale non selettivo)
* SORPRESA
*GIOIA
*TRISTEZZA
*RABBIA
* PAURA /CIRCOSPEZIONE
5-8 settimane
6-10 sett.
3-4 mesi
3-4 mesi
4-5 mesi
5-9 mesi
DOPO IL PRIMO ANNO:
EMOZIONI SOCIALI APPRESE
* COLPA
12 mesi
* TIMIDEZZA
12 mesi
* VERGOGNA
12 mesi
* DISPREZZO
15 mesi
* EMOZIONI MISTE
dopo i 15 mesi
Riconoscimento
delle emozioni
Anche per il riconoscimento delle emozioni il bambino è dotato di un’
abilità innata e geneticamente programmata (Darwin 1872) ?
Non vi sono conferme sperimentali attendibili.
Sappiamo che la predisposizione verso il volto umano favorisce
l’esplorazione delle espressioni facciali
*
9 settimane Sensibilità ai mutamenti affettivi della madre
*
10 settimane discriminazione delle espressioni facciali di
Gioia, Tristezza e Collera
*
3 mesi
discriminazione, in fotografie dello stesso viso,
delle espressioni di sorpresa, gioia, tristezza
Principali differenze tra colpa e vergogna
VERGOGNA
Focus della valutazione
Sé globale
("Ho fatto quella cosa orribile)
COLPA
Comportamento specifico
(Ho fatto quella cosa orribile")
Grado di malessere
Molto doloroso
Meno doloroso della Verg.
Esperienza fenomenologica
Ritirarsi, sentirsi piccolo Tensione, rimorso,
senza valore e impotente rimpianto
Operazione del Sé
Sé scisso tra osservante
e osservato
Sé unitario e intatto
Impatto sul Sé globale
Sé compromesso da una
svalutazione globale
Sé non intaccato
da una svalutaz. glob.
Preoccupazione dell'altro
Preoccupazione della
valutazione degli altri
sul Sé
Preoccupazione dell’
effetto del Sé sugli altri
Processi controfattuali
Eliminare mentalmente
un qualche aspetto del Sè
Caratteristiche
motivazionali
Desiderio di nascondersi,
scappare o vendicarsi
Eliminare mentalmente
un qualche aspetto del
comportamento
Desiderio di
confessarsi, scusarsi o
riparare
Nelle interazioni interpersonali adulte le attività dei partecipanti sono
coordinate l’una all’altra in modo congiunto. Nelle prime fasi della vita
adattare il proprio comportamento a quello di un’altro non è facile.
Si possono distinguere alcune fasi dello sviluppo interattivo
Fase
Compito evolutivo
Regolarizzare i processi biologici di base
del neonato come l’alimentazione, gli
stati di veglia e sonno e armonizzarli con
0
le richieste dei genitori
Regolare l’attenzione reciproca e la
capacità di risposta nelle situazioni faccia
2 a faccia
Inserire gli oggetti nelle interazioni
sociali e assicurare ad essi azioni e
5 attenzione
Iniziare azioni intenzionali dirette verso
8 altri e sviluppare relazioni più
simmetriche e flessibili
Sviluppare strumenti verbali e simbolici
relazione con gli altri e riflettere sugli
18 di
scambi sociali
Età di inizio
(mesi)
1.Regolazione
biologica
2. Scambi faccia
a faccia
3.Condivisione di
argomenti
4. Reciprocità
5.Rappresentazione
simbolica
3.
Condivisione degli argomenti
A 5 mesi con la capacità di manipolazione del bambino si realizza un
cambiamento pronunciato e improvviso.
* Si rivolge al mondo degli oggetti che può afferrare
* Caduta dell’attenzione visiva verso la madre ( dal 70% al 33%)
L’attenzione viene distribuita in sequenze successive e non simultanee:
o oggetto o persona. giochi del tipo “dammi e prendi” non sono presenti
E’ compito dell’adulto convertire una situazione bambino-oggetto in una
situazione bambino-oggetto-persona. Cosa fanno gli adulti?
Coorientamento (attenzione congiunta verso un comune punto focale)
Madre e bambino sono attenti allo stesso oggetto (es giocattolo) che
diviene un argomento condiviso. Quasi automaticamente la madre
segue la direzione dello sguardo del bambino . Il bambino diviene la
guida dell’interazione e determina la scelta dell’ ”argomento”
Nello studio delle emozioni occorre distinguere:
Espressione delle
emozioni
Qualità espressive del
neonato che
consentono all’adulto di
capirne i bisogni e lo
stato emotivo
Riconoscimento
delle emozioni
Capacità del neonato
di comprendere che
cosa prova lui stesso e
cosa provano gli altri
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