Il Passo del Sempione
La Val Divedro si
sviluppa da quota
272 metri fino ai
2500 del passo
del Sempione, per
lasciar posto in
territorio svizzero
alla valle solcata
dal torrente Saltina
che ridiscende su
Briga.
Monte Leone
Il passo costituisce anche il limite di confine fra le Alpi Pennine e
le Alpi Lepontine. La vetta più alta è il Monte Leone (3353 m).
La Val Divedro si sviluppa lungo il corso del
torrente Diveria, la cui foce si trova poco lontana
dal passo del Sempione, in territorio svizzero dove
è denominato Krummbach.
La strada che dal passo
prosegue verso Briga
Nelle Alpi Lepontine
affiorano le zone più
profonde delle Alpi.
Durante la formazione
della catena alpina, le
rocce sono state
trasportate in profondità
nella crosta terrestre e
sottoposte a forti
pressioni e ad elevate
temperature.
Sullo sfondo le
montagne del
Vallese
Anche la Val Divedro fu interessata dal fenomeno glaciale
iniziato nel Pleistocene inferiore.
Si possono osservare, infatti, numerosi terrazzi glaciali
mentre nelle zone più elevate sono frequenti le morene.
Situazione attuale del
ghiacciaio del Monte
Leone
Durante l’ultima fase glaciale, le Alpi erano coperte da una spessa coltre di
ghiaccio che si spingeva fino a toccare la pianura padana; le valli laterali
erano occupate da ghiacciai minori con una minore capacità erosiva.
Ghiacciai sul Monte Rosa
La frequentazione umana
dell’area del passo del
Sempione risale al
Mesolitico quando
cacciatori nomadi, si
spingevano in battute
stagionali per provvedere
alle scorte di carne da
portare negli insediamenti
di fondovalle.
Il passo del Sempione
divenne ancora più
strategico nella seconda
età del ferro per via dello
sfruttamento delle risorse
aurifere. Alla fine del
I°secolo A.C. i Leponti
furono sottomessi
dall’impero romano.
Soldato romano a guardia del passo
La caduta dell’impero provocò tuttavia un temporaneo declino della strada del
passo che non venne tuttavia mai abbandonata del tutto. Basti pensare alla
presenza dell’Ospizio dei Cavalieri di Malta, già citato nel 1235, quando
compare per la prima volta anche il toponimo Sempione.
L’ospizio attuale al Passo
l secolo XVII vide scambi intensi e grandi lavori per permettere il
passaggio in sicurezza di merci e mercanti, grazie all’intelligenza
del barone Stockalper soprannominato il Re del Sempione.
I primi viaggiatori
attraverso il passo
Tuttavia, questa importante via commerciale, non era adatta al passaggio
di un esercito, esigenza molto sentita agli inizi dell’800. Per Napoleone
rappresentava la possibilità di raggiungere facilmente e in breve tempo i
territori italiani che aveva conquistato.
Iniziò così la costruzione della strada napoleonica, inaugurata dopo la
caduta dell’imperatore.
Anche se
attraverso questa
via non sono
passati gli eserciti,
tuttavia è
diventata nel
tempo una delle
principali vie di
ingresso in Italia
per viaggiatori e
merci provenienti
dal nord Europa.
Napoleone al valico
Iselle è una frazione del
comune di Trasquera che
si trova nel fondovalle
lungo il corso del torrente
Diveria. È una località
molto conosciuta perché li
si trova l’imbocco del
tunnel ferroviario del
Sempione.
Il tunnel in un disegno dei ragazzi
Questa località è stata luogo in passato di un’impresa coraggiosa.
Nella notte fra il 21 e il 22 aprile 1945, i partigiani in collaborazione con
i servizi segreti svizzeri hanno salvato il collegamento ferroviario tra
l’Italia e la Svizzera impedendo la distruzione della galleria. Infatti,
l’esercito tedesco in ritirata, aveva riempito di esplosivo il tunnel.
L’ingresso attuale
del tunnel del
Sempione a Iselle
Nel piccolo borgo di
Gondo si trova la
frontiera svizzera. È
un luogo dominato da
imponenti rocce che
si innalzano verso
l'alto con pareti ripide
dove scorrono
numerose piccole
cascate, pareti
chiamate “gole di
Gondo”. In passato
queste pareti hanno
reso difficile il
passaggio attraverso
il valico.
L’abitato di Gondo
La ricostruzione della torre Stockalper
distrutta da una frana
Nel XIII secolo il posto fu
utilizzato dai coloni Walser,
messi li dalle famiglie feudali
medievali per controllare il
passo.
A Gondo si trova l’imponente
torre Stockalper che
testimonia il ruolo importante
assunto dal barone nel rilancio
del passo.
L’edificio veniva utilizzato in
passato come riparo durante il
viaggio e come sede
amministrativa delle
numerosissime proprietà dello
Stockalper, tra le quali anche le
miniere d’oro di Gondo.
Simplon Dorf dalla strada che
sale al Passo del Sempione
Prima di arrivare al
passo si incontra il
caratteristico abitato
montano di Simplon
Dorf, che ospita la sede
dell’Ecomuseo del
Sempione; ospitato
all’interno di una vecchia
locanda che risale al XIV
secolo. Al centro del
paese si trova una pietra
che indica la distanza,
uguale, di 31 chilometri,
sia da Briga, sia da
Domodossola.
Giunti quasi al valico,
sulla sinistra, si incontra
il vecchio Ospizio
Stockalper, realizzato
dal barone nel 1666. Si
tratta di una imponente
costruzione in sasso, di
4 piani, sovrastati da
una torre di altri 2 piani.
Ai piani inferiori i
viaggiatori potevano
trovare gratuitamente
cure e rifugio.
Ai piani superiori,
invece, risiedevano
nella stagione estiva, il
barone e la sua
famiglia. L’ultimo piano
ospitava una piccola
cappella.
Nei pressi di questa costruzione si trova un lungo edificio
costruito da religiosi nel 1235, che era utilizzato come
deposito per le merci e come ricovero per i cavalli di
passaggio attraverso il passo.
Il vecchio ospizio visto dai ragazzi
Giunti al passo, a quota 2005 metri, si erge maestoso l’imponente
edificio del nuovo Ospizio del Sempione. La costruzione dell’edificio
sulla piana del passo fu affidata da Napoleone ai Canonici del Gran San
Bernardo. Attualmente in funzione, l’ospizio può ospitare fino a 300
persone.
Il nuovo ospizio
L’imponente costruzione, edificata nell’800, attualmente ospita i monaci
agostiniani.
È un possente edificio di quattro piani, lungo 64 metri e largo 20, con una
volumetria di 26000 metri cubi ed è il più grande ospizio di tutti i passi alpini
europei.
Sempre aperto offre vitto e alloggio con 60 posti letto.
La sommità del passo sembra
essere dominata e controllata
da un’enorme aquila in grandi
blocchi di granito che guarda
con espressione decisa verso
la frontiera.
Era la “Guardia del
Sempione” per tutti i soldati,
sott’ufficiali e ufficiali della
Brigata di montagna 11, che
durante i duri anni del servizio
attivo dal 1939 al 1945,
dedicarono fedeltà e senso del
dovere alla patria, assumendo
il pesante e non facile servizio
di responsabilità al passo, così
vicino al confine di stato.
La grande statua raffigura l’aquila imperiale napoleonica.
Questa presentazione è stata realizzata da Martina e Dario della
classe terza media di Piancavallo
I disegni sono degli alunni della scuola media
Le foto sono della prof.ssa Rita Torelli
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passo del Sempione - Scuola Media di Piancavallo