Giovanni Falcone
l’Uomo che combatté “il Mostro”
Nasce il18 maggio del 1939 a
Palermo, dopo essersi pentito
di aver scelto l’Accademia
navale intraprese gli studi di
Giurisprudenza presso
l’Università degli Studi di
Palermo, laureandosi con
110 e lode.
Diventa magistrato nel 1964.
Nel 1965 a 26 anni diventa
pretore a Lentini.
Dal 1978 fino al 1991 è giudice,
istruttore e procuratore
aggiunto della Repubblica di
Palermo.
Dal 1978 al 1991 lavora nel pool
antimafia di Antonio Caponnetto e
negli stessi anni condurrà il
maxiprocesso a Cosa nostra.
Il maxiprocesso
Grazie alle testimonianze
fornite dal mafioso Tommaso
Buscetta, che gli diede una serie
di informazioni e nomi
determinanti e fornì le chiavi di
lettura per comprendere Cosa
nostra e la sua struttura
piramidale o a carciofo, fu
possibile attuare il
maxiprocesso. Si svolse nel
Palazzo di Giustizia di Palermo
dal10 febbraio 1986 al 16
dicembre 1987. Si concluse con
la condanna di 342 mafiosi.
Lo scioglimento del pool
antimafia
Dopo che Caponnetto andò in pensione, come suo
successore al posto di Falcone, venne scelto Meli, il
quale smantellò il metodo di lavoro intrapreso dal
pool antimafia. Questa fu la causa dello
scioglimento del pool .
Altre indagini
TONINO E
IGNAZIO SALVO:
Il 12 novembre 1984
Falcone chiese e
ottenne l’arresto dei
cugini Salvo con
l’accusa di
associazione mafiosa
legata a cosa nostra.
VITO CIANCIMINO:
Nel 1984, grazie a
Tommaso Buscetta,
Falcone riesce a
inchiodare Ciancimino
per associazione
mafiosa.
Rudolph Giuliani
Con l’operazione “Iron Tower” Falcone, per
la prima volta, porta avanti delle inchieste
con la magistratura americana e in
particolare con Rudolph Giuliani, allora
Procuratore Federale del South District di
New York . Questa indagine colpirà
esponenti di famiglie mafiose negli USA.
Verranno arrestati i Gambino e più in
generale quell’apparato italo-americano che
a quel tempo aveva governato, come la
famiglia Inzerillo.
La superprocura
Nel linguaggio giornalistico, termine con cui si
indica la Direzione nazionale antimafia
istituita, nell’ambito della procura generale
presso la Corte di cassazione, con il compito di
coordinamento delle attività di indagine per
reati connessi alla criminalità organizzata delle
direzioni distrettuali antimafia, istituite con lo
stesso decreto presso l’ufficio del procuratore
della Repubblica del capoluogo distrettuale.
Processo Spatola e il nuovo
“Metodo Falcone”
Chinnici comprende all’istante la stoffa dell’ultimo
arrivato, e gli affida il processo Spatola, originato da quella
serie di ordini di cattura emessi dal procuratore Gaetano
Costa prima di essere ucciso. Oltre ai nomi di alto rango
mafioso coinvolti, vi erano elementi che legavano questi al
traffico di stupefacenti tra la Sicilia e gli Stati Uniti.
Esaminando i filoni d’inchiesta del procedimento Spatola
e all’inizio quasi inconsapevolmente, Falcone elabora un
metodo innovativo per l’istruzione dei processi di mafia.
“Giovanni Falcone aveva mirato al cuore
stesso di Cosa Nostra: l’economia.”
IL METODO FALCONE
Grazie al suo innovativo metodo di indagine
Falcone ha posto fine all’interminabile sequela
di assoluzioni per insufficienza di prove che
caratterizzavano i processi di mafia in Sicilia
negli anni ‘70 e ’80. Il metodo si avvale di
indagini finanziarie presso banche e istituti di
credito in Italia e all’estero e permette di
individuare il movimento di capitali sospetti.
Esso è tuttora adottato al livello internazionale
per combattere la criminalità organizzata.
Il 21 giugno 1989 Falcone è oggetto di un
attentato, fortunatamente sventato, presso la sua
villa al mare all’Addaura.
Le sue ultime nomine
Isolato dai colleghi del Palazzo di Giustizia, nel 1991 lascia
la procura e diventa direttore generale degli affari penali
del Ministero di Grazia e Giustizia a Palermo.
Il 22 maggio 1992 viene nominato direttore della Procura
Nazionale Antimafia, in stretta collaborazione con
Borsellino.
La morte di un eroe
Il 23 maggio 1992 Falcone e la
moglie Francesca, atterrarono
all’aeroporto di Punta Raisi. Ad
attenderli trovarono tre
macchine. Falcone disse al suo
autista di passare dietro,
desiderava guidare lui stesso e
accanto a lui vi era la moglie.
Sull’autostrada, all’altezza
dell’uscita per Capaci, il
mafioso Giovanni Brusca azionò
il timer collegato a 400 kili di
tritolo posizionati sotto un
canalone. In seguito
all’attentato morirono tre agenti
il giudice e la moglie.
Il funerale
Il funerale si svolse il 25
maggio 1992 nel Duomo di
Palermo
« La mafia non è affatto invincibile. È
un fatto umano e come tutti i fatti
umani ha un inizio, e avrà anche una
fine. Piuttosto bisogna rendersi conto
che è un fenomeno terribilmente serio
e molto grave e che si può vincere
non pretendendo eroismo da inermi
cittadini, ma impegnando in questa
battaglia tutte le forze migliori delle
istituzioni. »
Occorre compiere fino in
fondo il proprio dovere
,qualunque sia il sacrificio
da sopportare, costi quel
che costi, perché è in ciò
che sta l’essenza della
dignità umana .
Dichiarazione di Maria Falcone
“Sono felice di questo importante riconoscimento
istituzionale perché è un premio rivolto anche alle
idee di Giovanni, il quale diceva sempre che per
vincere la mafia bisogna lavorare sui giovani,
sulle future generazioni in grado di rifiutare la
cultura mafiosa”. “Dedico questo riconoscimento
alle insegnanti di tutta Italia che in questi anni mi
hanno aiutato a portare avanti il progetto
educativo che auspicava Giovanni Falcone in
linea con i valori di democrazia, libertà e giustizia
di cui si è fatto portatore prima e dopo la sua
morte.”
L’ALBERO FALCONE
Albero che sorge in via
Notarbartolo davanti la casa
del
giudice
Falcone,
assassinato
dalla
mafia.
Meta di molte comitive di
visitatori, soprattutto scolari
che attaccano all'albero,
disegni commenti e altro.
A CURA DI
Davide Pagliara
Angelica Cerabona
Jacopo Serpente
Martina Fedele
Santiago Allamprese
Ilaria de Giovanni
Andrea Gibilisco
Scarica

Giovanni Falcone - Liceo Giulio Cesare