FABRIZIO DE ANDRÈ
«La forza delle parole»
di
Zucchini Simone
Esami di Stato a.s. 2013\2014
IIS Leonardo da Vinci
5F Linguistico
Introduzione
Nel comporre questa tesina le emozioni sono state tante e molto intense. È
un viaggio che parte ripercorrendo la vita di Fabrizio De Andrè, passando
per i pensieri di un grande filosofo, attraversando il fiume Spoon, sino ad
arrivare nelle vie di uno storico quartiere genovese, sempre con un pensiero
rivolto ai numerosi soldati che persero la vita in guerra e ad un Dio
indifferente alla sofferenza umana. Il filo comune che lega questo percorso è
forse uno dei più importanti temi da sempre discussi dall’uomo: la libertà.
Un tema delicato e un concetto difficile da interpretare. Ma Faber,
mischiando musica e poesia con apparente semplicità, è riuscito a trattare
temi delicati come l’emarginazione e la prostituzione. L’immenso affetto che
ho verso di lui e la forza delle sue parole mi hanno spinto a trattare questo
argomento.
Indice
1)
Italiano-U. Saba, «La città vecchia»
2) Inglese-E.L. Masters, «Spoon River Anthology»
3) Filosofia-M. Bakunin, L’Anarchia
4) Spagnolo-M.de Unamuno, «La oraciòn del ateo»
5) Tedesco- W.Biermann, «Soldatenmelodie»
6) Arte-P. Picasso, «Les demoiselle d’Avignon»
7) Bibliografia
Italiano: La città vecchia
Il mondo degli emarginati viene
visto con un senso di solidarietà
Divergenza ideologica
tra i due poeti
•
De Andrè: «Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi
moli in quell’aria spessa carica di sale, gonfia di odori,
Lì ci troverai i ladri, gli assassini e il tipo strano,
quello che ha venduto per tremila lire sua madre ad
un nano».
•
Saba: «Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
[…] Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore.
•
De Andrè: «Nei quartieri dove il sole del buon Dio
non dà i suoi raggi, ha già troppi impegni per scaldar
la gente d’altri paraggi.»
•
Saba: «Sono tutte creature della vita e del
dolore; s’agita in esse, come in me, il Signore.»
Nell’ultima strofa della canzone, De Andrè
esprime la sua pietas verso questi
personaggi:
«Se tu penserai e giudicherai da buon
borghese li condannerai a cinquemila anni
più le spese.
Ma se capirai, se ricercherai fino in fondo,
se non sono gigli son pure sempre figli
vittime di questo mondo.»
Il cantautore chiede di non giudicarli con
il metro della legalità e della mentalità
borghese, poiché essi non sono null’altro
che vittime della società e della storia.
È un insegnamento da tenere bene a
mente, poiché in una società che si regge
sui pilastri dell’ipocrisia è troppo facile
giudicare e troppo difficile comprendere,
capire ed immedesimarsi.
Inglese: Spoon River Anthology
L’Antologia di Spoon River è una raccolta di epitaffi pubblicati tra il 1914 e il 1915 dal poeta americano
E.L.Masters.
I personaggi di questi racconti giacciono nel cimitero di un villaggio del Middle West americano; i loro
racconti sono fissi sul ricordo di un sogno, di una vendetta, di una passione, di un’ingiustizia subita o di un
risentimento.
Nel 1971 Fabrizio De Andrè pubblicò l’album «Non al denaro non all’amore né al cielo», liberamente tratto
dall’Antologia di Spoon River.
«Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley ?
L’abulico, l’atletico, il buffone, l’ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Uno trapassò in una febbre,
Uno fu arso nella miniera,
Uno fu ucciso in una rissa,
Uno morì in una prigione,
Uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cariTutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.»
«Dov’è quel vecchio suonatore Jones
che giocò con la vita per tutti i novant’anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso , non pensando
né a moglie né a parenti
né al denaro, né all’amore, né al cielo?
I titoli delle canzoni di De Andrè sono generici (Un medico, Un
chimico) per sottolineare che le storie di questi personaggi sono
esempi di comportamenti umani che si possono ritrovare in ogni
epoca e in ogni luogo.
Fa eccezione il suonatore Jones che è l’unico ad avere un nome.
«Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo
per un compagno ubriaco.
E poi la gente lo sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.
Finì con i campi alle ortiche
finì con un flauto spezzato
e un ridere rauco
e ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.»
Jones rappresenta la vita vissuta fino in fondo, senza
rimpianti. Egli morirà con il sorriso sulle labbra perché ha
dei ricordi felici.
Filosofia: Bakunin e l’anarchia
La liberazione totale dell’uomo attraverso
l’abolizione dello stato
Il pensiero di Bakunin si basava su:
Il rifiuto di qualunque socialismo di stato
la valorizzazione di quelle forze sociali che
il processo d'industrializzazione tendeva
ad emarginare
«Lo stato è contrario alla natura dell'uomo, che è un essere sociale e non può fare a meno di vivere in
società, ma senza alcun bisogno di una struttura statale, che non è altro che tirannia ed oppressione.»
De André in un’intervista disse:
«vorrei che nessuno sia padrone e che nessuno sia più
servo, vorrei che l'uomo riesca finalmente ad autogestirsi e
a collaborare con gli altri della sua specie, vorrei non avere
più nessun uomo politico che gestisca il mio futuro e quello
di migliaia di altre persone»
« forzando il passo succede che si muore ,
per delle idee che non han più corso il giorno dopo.»
Spagnolo: La oraciòn del ateo
Miguel de Unamuno
«La oraciòn del ateo»
Dimostrazione dell’angoscia esistenziale
del poeta, rappresentata dall’eterna
lotta tra fede e ragione.
«Tu che ai poveri
uomini nulla consenti
senza consolazione di
inganno»
«Quando più dalla mia
mente ti allontani
più ricordo i placidi racconti
con cui mi addolcì le tristi
notti l’amor mio»
Fabrizio De Andrè
«Il testamento di Tito»
Rivisitazione in chiave provocatoria,
antidogmatica e antiautoritaria dei dieci
comandamenti.
«Non avrai altro Dio
all'infuori di me,
spesso mi ha fatto
pensare.[…]
Credevano a un
altro diverso da te
e non mi hanno fatto
del male.»
«Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel
fianco gridai la mia pena e il
suo nome, ma forse era stanco,
forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.»
Nella conclusione del canto, il ladrone si abbandona alla legge dell’amore, non alla Volontà divina, come il
ladrone dei Vangeli canonici. Per lui non c’è la promessa del paradiso, ma la contemplazione dell’unico
dolore che conta veramente: quello per la sorte di un suo simile.
«Io nel vedere quest’uomo che muore, madre io provo dolore
Nella pietà che non cede al rancore, madre ho imparato l’amore.»
Tedesco: Soldaten Melodie
Wolf Biermann nacque ad Amburgo il 15 Novembre 1936.
Di spiccati ideali pacifisti, il cantautore e poeta tedesco nel
1969 pubblicò la canzone «Soldatenmelodie», in cui denuncia
apertamente la follia della guerra e le precarie condizioni dei soldati
impegnati in essa.
Da questa canzone si possono trarre analogie con la canzone pubblicata
nel 1966 da De Andrè «La guerra di Piero»:
«Soldato, soldato, che senso ha
Soldato, soldato, nella prossima guerra
Soldato, soldato, non ci sarà vittoria
Soldato, soldato, il mondo è giovane
Soldato, soldato, giovane come te
Il mondo ha un baratro profondo
Soldato, e sull'orlo ci sei tu.»
«Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente.»
«Soldato, soldato, siete così tanti
Soldato, soldato, e non è un gioco
Soldato, soldato, non trovo più
Soldato, soldato, il tuo volto
I soldati sembrano tutti uguali
Da vivi e da cadaveri.»
«E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore.»
Arte: Les Demoiselles d’Avignon
Questo quadro, realizzato tra il 1906 e il 1907,
inaugura il periodo cubista di Pablo Picasso.
Protagoniste della tela sono cinque giovani
donne dal corpo completamente nudo, in un
interno facilmente riconducibile ad una casa di
appuntamenti.
E il tema della prostituzione era uno fra i tanti
temi cari a Faber: in diverse sue canzoni
appaiono figure di prostitute ma l’esempio più
chiaro e esauriente lo riscontriamo certamente
nella celebre «Bocca di rosa».
La canzone parla di come una donna, con il suo
comportamento passionale e libertino,
sconvolge la quiete del «paesino di Sant’Ilario».
Ma De Andrè, fedele al suo modo di essere, non giudica mai la donna per la sua attività, ma, al contrario
delle comari del paese, che l’apostrofano come «schifosa» e la incolpano di avere «troppi clienti, più d’un
consorzio alimentare», lui si limita a darne una descrizione generale, scrivendo «C’è chi l’amore lo fa per
noia, chi se lo sceglie per professione, Bocca di Rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione».
Viene presa di mira la mentalità perbenista e bigotta delle donne di provincia, che non tollerandone la
condotta riescono alla fine a contattare il commissario, che manda «quattro gendarmi, con i pennacchi, con i
pennacchi» che conducono Bocca di rosa alla stazione di polizia e il commissario la fa espellere dal paesino.
Bibliografia
• «Città Vecchia», in «Canzoniere» sezione «Trieste ed una donna»(1900-1921),Trieste 1921
• «La città vecchia, Fabrizio De André», in «Tutto Fabrizio De André», Karim 1966
• «Antologia di Spoon River», Edgar Lee Masters, Einaudi Editore, Torino 2014
• «Non al denaro non all’amore né al cielo», Fabrizio De André, Produttori Associati 1971
• «Stato e anarchia», M. Bakunin, Milano, Feltrinelli, 1968
• «Morire per delle idee», Fabrizio De André, in «Canzoni», Produttori Associati 1974
• «La oraciò del ateo», M.de Unamuno, 1913
• «Il testamento di Tito», Fabrizio De André, in «La buona novella», Produttori Associati 1970
• «Soldatenmelodie», W.Biermann, in «Chausseestraße 131», 1968
• «La guerra di Piero», F.De André, in «Tutto Fabrizio De André, Karim, 1966
• «Les demoiselle d’Avignon», P. Picasso, Museum of modern Art, New York, 1907
• «Bocca di Rosa», F. De André, in «Volume I», Blue Bell Records, 1967
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Tesina – Fabrizio De Andrè