COSA E’ IL LAVORO MINORILE
Il Lavoro Minorile è un’espressione che nel XIX secolo
indicava il ricorso in fabbrica al lavoro dei bambini;
oggi ,invece , è utilizzata per definire l'impiego di
minori in generale, specialmente per lavori che
potrebbero interferire con la loro educazione o
danneggiare la loro salute. In tutte le epoche e in tutte
le società i fanciulli sono stati utilizzati per lavori
propri degli adulti; l'utilizzo di manodopera minorile
non fu tuttavia considerato un problema sociale fino
alla Rivoluzione industriale, che introdusse diversi
tempi e ritmi nel lavoro, mutandone completamente
l'organizzazione. Ciò è stato ed è tutt’oggi talmente
importante che al lavoro minorile è stata dedicata una
giornata.
DOVE E’ DIFFUSO IL LAVORO
MINORILE
Le aree principalmente interessate dal lavoro
minorile sono i paesi in via di sviluppo o non
sviluppati, quali: Asia, Oceania, Europa,
(soprattutto i paesi dell'estremo est di
quest’ultima), Africa e America del Sud, ma
soprattutto Colombia e Brasile. Non sono però
esclusi dal fenomeno Stati Uniti ed Europa. Nei
Paesi in via di sviluppo si presentano
determinate condizioni che favoriscono questo
fenomeno. Il lavoro infantile si presenta dunque
anche in regioni ricche di risorse e con
un’economia florida, in cui però il reddito pro
capite è molto basso e vi è un numero
consistente di persone in stato di sottosviluppo.
STORIA
La Gran Bretagna fu la prima nazione a sperimentare la
Rivoluzione industriale, essa fu anche la prima a
manifestare particolari problemi di lavoro minorile
connessi alla produzione industriale. Alla fine del XVIII
secolo, i possessori di cotonifici raccoglievano gli orfani e i
figli di famiglie povere in tutto il paese, utilizzandoli in
cambio del semplice mantenimento; in alcuni casi, fanciulli
di cinque e sei anni erano costretti a lavorare dalle tredici
alle sedici ore al giorno. I riformatori sociali cercarono, a
partire dal 1802, di ottenere restrizioni legislative per
ovviare agli aspetti più negativi del lavoro minorile, ma con
risultati molto scarsi. Le cattive condizioni imposte ai
fanciulli poveri ben presto si generalizzarono. Spesso con
l'approvazione dei dirigenti politici, sociali e religiosi, si
consentiva di impiegare i fanciulli in mansioni pericolose,
come quelle tipiche delle miniere.
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
La rivoluzione scientifica influì notevolmente
nel processo di industrializzazione iniziato in
Inghilterra nella seconda metà del
Settecento. Ciò portò allo sfruttamento degli
schiavi i quali garantivano la manodopera
gratuita ed illimitata. Però, la maggior parte di
quest’ultima era garantita dai bambini che
erano costretti a lavorare con turni di lavoro
massacranti perché dovevano guadagnarsi da
vivere poichè erano poveri.
TAPPE DEI PROVVEDIMENTI ATTUALI
CONTRO LO SFRUTTAMENTO
 Il primo tentativo di arginare il problema dello sfruttamento del
lavoro minorile si registra con la Convenzione sull'età minima stilata
dalla Conferenza internazionale del Lavoro del 1919.
 Nel 1924 la Quinta Assemblea Generale della Società delle Nazioni
adotta la Convenzione di Ginevra o Dichiarazione dei diritti del
bambino.
 Il 20 novembre 1989, con l'approvazione da parte dell'ONU della
Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, vi è un tentativo di
arginare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro minorile. Viene
infatti stabilito che i bambini hanno il diritto "di essere tutelati da
tutte le forme di sfruttamento e di abuso".
 Per fermare lo sfruttamento minorile sono state promosse iniziative
come la promozione di marchi commerciali che garantiscano che un
determinato prodotto non sia stato fabbricato utilizzando manodopera
infantile. Questi programmi, pur essendo mossi da buone intenzioni,
non creano alternative ai bambini attualmente occupati, che si
ritrovano così costretti a indirizzarsi verso altre attività produttive,
nella maggior parte dei casi più pericolose. Nonostante i numerosi
provvedimenti attuati, i bambini, vittime di schiavitù e privati di una
buona infanzia sono ancora molti.
LA POVERTA’
Il lavoro minorile può essere causa, e non solo
conseguenza, di povertà sociale e individuale. In
alcuni casi svolgendo attività lavorative, un bambino
non avrà la possibilità di frequentare in modo
completo neppure la scuola elementare, rimanendo
in una condizione di analfabetismo, a causa della
quale non potrà difendere i propri diritti, anche da
lavoratore adulto. Infatti molto spesso i lavoratori
venivano imbrogliati dai padroni perché erano
analfabeti e non potevano sapere che cosa il
proprio padrone gli stava facendo firmare e doveva
stare ai suoi ordini magari per anni o addirittura
fino alla sua morte.
L’ANALFABETISMO
L'analfabetismo è l'incapacità completa di saper leggere e scrivere,
dovuta per lo più a un‘istruzione o a una pratica insufficiente. Secondo
la programmazione di molti sistemi scolastici, leggere, scrivere e far di
conto sono le abilità da acquisire nel primo anno della scuola
elementare.
In senso più lato, l'analfabetismo indica anche l'ignoranza di
argomenti considerati di fondamentale importanza, ad esempio
l’analfabetismo informatico o politico.
Le profonde disuguaglianze che attraversano il mondo si riflettono nel
contrasto fra i livelli di istruzione.
Nei paesi poveri molti bambini non vengono nemmeno inscritti alle scuole
e molti adulti sono analfabeti. Il tasso di analfabetismo è del 50%.
Quest’ultimo è inoltre diffuso nelle regioni meno sviluppate (Africa
subsahariana, Egitto e Asia mediorientale) dove i bambini vengono
vessati nell’ambito lavorativo e le donne vengono discriminate. La lotta
all’analfabetismo coincide quasi con la lotta alla povertà e viceversa.
I BAMBINI SOLDATO
Il fenomeno dei bambini soldato avviene quando dei fanciulli
vengono impiegati in operazioni militari. Il loro supporto può
essere direttamente nelle ostilità o in ruoli di supporto (vedette,
messaggeri, spie).
In diversi momenti della storia e in molte culture, i minori sono
stati coinvolti in campagne militari anche quando la morale
comune lo riteneva riprovevole. A partire dagli anni settanta
sono state firmate numerose convenzioni internazionali allo scopo
di limitare la partecipazione dei bambini ai conflitti. Nonostante
questo, sembra che l'utilizzo dei bambini soldato negli ultimi
decenni sia in aumento.
LA PROSTITUZIONE MINORILE
Lo sfruttamento sessuale minorile attraverso la
prostituzione è un fenomeno antico ed esteso su scala
mondiale che porta chi viene sfruttato ad avere malattie.
Eventi come la crisi dei mercati asiatici del 1997 e la
transizione dell'Est Europa verso il libero mercato hanno
aggravato il problema. La prostituzione minorile può essere
legata sia alla domanda locale che alla domanda estera. La
domanda locale è sempre esistita in ogni luogo ed è oggi un
fattore significante. La domanda estera è numericamente
meno significativa. Tuttavia molti degli sforzi per
combattere lo sfruttamento sessuale minorile nei paesi in
via di sviluppo si sono concentrati proprio sugli abusi
commessi dagli sfruttatori stranieri.
ONU
Le Nazioni Unite svolgono un ruolo fondamentale nel risolvere i
problemi con cui il genere umano deve confrontarsi. Collaborano
in questo sforzo oltre 30 organizzazioni aggregate che, nella loro
totalità, sono conosciute come il sistema ONU. Ogni giorno le
Nazioni Unite e il suo gruppo di organizzazioni lavorano per
promuovere il rispetto per i diritti umani, proteggere l’ambiente,
combattere le malattie e ridurre la povertà. Sono ancora agenzie
dell’ONU a stabilire gli standard che assicurino un trasporto
sicuro ed efficiente via aerea, a collaborare al miglioramento
delle telecomunicazioni e all’incremento della protezione del
consumatore. Sono le Nazioni Unite a guidare le campagne
internazionali contro il narcotraffico e il terrorismo. In tutto il
mondo l’ONU e le sue agenzie assistono i rifugiati e sviluppano
programmi di sminamento, aiutano ad aumentare la produzione
alimentare e guidano la battaglia contro l’AIDS.
MALATTIE DELLO SFRUTTAMENTO
LA BLENORRAGIA
LA SIFILIDE
L’AIDS
LA BLENORRAGIA
La blenorragia è una malattia causata dal
gonococco. Un batterio la cui trasmissione
avviene per contatto diretto attraverso i
rapporti sessuali e per via indiretta attraverso
vestiario, intimo o lenzuola infetti. Questa
malattia causa bruciore, prurito e perdite. Se la
blenorragia viene curata nella fase iniziale, si ha
la completa e definita guarigione; se viene
trascurata , può causare meningite, endocardite
e artrite.
LA SIFILIDE
La sifilide è un’infezione genitale che causa ulcere ed
escoriazioni e facilita la trasmissione dell’AIDS. Si
sviluppa in diversi stadi, ciascuno caratterizzato da
sintomi e decorso diverso. Dal momento che alcune fasi
della malattia hanno un lungo decorso senza
manifestazioni cliniche evidenti, è possibile un’evoluzione
progressiva in assenza di diagnosi e terapia. Se non è
trattata adeguatamente, la sifilide può causare danni al
sistema nervoso e ai vasi arteriosi, disordine mentale e
morte. Grazie a un semplice test diagnostico e all’elevata
efficacia dell’antibioticoterapia, è oggi un’infezione
potenzialmente controllabile dai sistemi di sanità
pubblica.
L’AIDS
Si definisce AIDS la sindrome da immunodeficienza
acquisita, che consiste in una grave alterazione delle
difese immunitarie dell'organismo (coinvolge una
particolare classe di globuli bianchi), che insorge in
individui senza alcun precedente di malattia in questo
ambito.
L’AIDS è causato da un virus, appartenente alla famiglia
dei retrovirus, oggi comunemente definito HIV1(Human
Immunodeficiency Virus).
L‘AIDS sull’organismo reagisce penetrando in
particolari linfociti, detti linfociti T, distruggendoli e
provocando una profonda alterazione della risposta
immunitaria.
DIRITTI DELL’INFANZIA
Alcuni tra i diritti dell’infanzia più importanti:
Art.3 Il Governo e i genitori devono fare quello che è meglio per tutelare il
benessere del bambino
Art.6 Tutti devono riconoscere che hai il diritto di vivere.
Art.7Hai il diritto di avere un nome, una nazionalità e il diritto di conoscere i
tuoi genitori e di venire accudito da loro.
Art.11Nessuno ha il diritto di rapirti, e se vieni rapito il governo dovrebbe
fare di tutto per liberarti.
Art.19 Nessuno dovrebbe farti del male in nessun modo. Gli adulti dovrebbero
Assicurarsi che tu sia protetto da abusi, violenze o negligenze. Nemmeno i tuoi
genitori hanno il diritto di farti del male.
Art.24Hai il diritto di godere di una buona salute. Ciò significa che dovresti
ricevere cure mediche e farmaci quando sei malato. Gli adulti dovrebbero fare
di tutto per evitare che i bambini si ammalino, in primo luogo nutrendoli e
prendendosi cura di essi.
Art.28Hai il diritto di ricevere un'istruzione. Devi ricevere un'istruzione di
base fino a 15 anni e deve essere gratuita. Dovresti poter andare a scuola
fino a 18 anni.
Art.31hai il diritto di giocare
Art.35 nessuno al il diritto di rapirti o venderti.
GIORNATA MONDIALE CONTRO IL
LAVORO MINORILE
Ogni anno, il 12 giugno , si celebra in tutto il mondo la “Giornata
Mondiale contro il lavoro minorile”, per porre all’attenzione della
società questa problematica.
In Africa ci sono bambini che lavorano nelle miniere d’oro, senza
piani di sicurezza, a costante rischio incidenti, in tunnel senza
strutture di sostegno, a mani e piedi nudi.
Maschietti e femminucce sono costretti a spaccare pietre e
respirare polveri tossiche, per portare i soldi alle famiglie; l’inalazione
di sostanze tossiche come il mercurio, ad esempio, ha effetti
disastrosi sulle capacità cognitive e muscolari. Una lunga esposizione
può portare a danni gravi del sistema nervoso centrale, che conducono
spesso al delirio e al suicidio.
Ma non esistono solo le miniere dell’Africa: esistono impieghi
nell’agricoltura, nelle costruzioni, nell‘industria, nel lavoro domestico,
nella raccolta dei rifiuti. Tutti ambiti dove i bambini svolgono mansioni
inadatte alla loro età.
La Giornata Mondiale Contro il Lavoro Minorile esorta ad intervenire
velocemente e in modo radicale affinché si possa evitare tutto ciò e
riconsegnare ai bambini la loro vita.
SCHIAVITU’
Lo schiavismo è quel sistema sociale ed economico basato
sulla schiavitù dei bambini poveri, e quindi dell'imposizione di
diritti di proprietà sulla persona. Secondo definizione
dell'ONU, la schiavitù è« lo stato o la condizione di un
individuo sul quale si esercitano gli attributi del diritto di
proprietà o taluni di essi, e lo «schiavo» è l’individuo che ha
tale stato o condizione ».
Storicamente il proprietario di uno schiavo aveva diritto di
vita e di morte su di esso e sulla sua famiglia, e aveva diritto
a sfruttarne il lavoro senza fornire nessun compenso; spesso
il costo per il lavoro degli schiavi era limitato al necessario
per la loro sopravvivenza. Uno schiavo poteva nascere in
questa condizione, se figlio di schiavi, oppure poteva perdere
la libertà in determinate situazioni, le più comuni delle quali
erano la cattura in guerra o la schiavitù per debiti, per cui
un debitore, se non era in grado di rimborsare il proprio
creditore, diventava egli stesso una sua proprietà.
TRATTA DEI BAMBINI
In Nigeria e Benin, organizzazioni umanitarie
hanno denunciato la tratta di bambini.
I bambini vengono rapiti o acquistati.
Questi vengono poi utilizzati a scopi sessuali,
come tuttofare domestici, o operai in miniere e
piantagioni.
Simili situazioni si trovano in Sierra Leone e
Ghana. Quasi tutti i bambini utilizzati nelle miniere
di diamanti illegali in Sierra Leone sono stati rapiti
dai paesi vicini, complice anche la situazione di
insicurezza che ha caratterizzato la regione fino a
poco tempo fa.
GLI SCRITTORI E I LIBRI CHE
PARLANO DEL LAVORO MINORILE
Negli anni ci sono stati molti scrittori che hanno scritto sulla
tematica dello sfruttamento minorile e tra questi,
principalmente due hanno lasciato il segno: Francesco
D’Adamo e Giovanni Verga.
Francesco D’Adamo ha lasciato l’impronta con il libro ˝La
storia di Iqbal“, mentre Verga con la novella ”Rosso Malpelo“.
FRANCESCO D’ADAMO
Francesco D’Adamo è nato nel 1949 a
Milano, dove vive e lavora. Scrittore,
giornalista e insegnante, è stato tra i primi,
agli inizi degli anni ’90, a percorrere la
strada del noir all’italiana. Nel 1999 ha
esordito nella narrativa per ragazzi col
romanzo Lupo Omega, finalista ai premi
Cassa di Risparmio di Cento, Città di Penne e
Castello di Sanguinetto. Il suo romanzo
Storia di Iqbal, Premio Cento 2002,
tradotto e pubblicato negli Stati Uniti, nel
2004 è stato segnalato dall’American
Library Association come libro
«raccomandato e degno di nota», e ha avuto
il Premio Christopher Awards (USA).
Esperto di pedagogia e problematiche
dell’adolescenza, Francesco D’Adamo,
partecipa spesso a corsi d’aggiornamento
per insegnanti e genitori, a incontri con le
scuole, a convegni sull’adolescenza e la
lettura. Il suo ultimo libro è Storia di
Ismael che ha attraversato il mare (De
Agostini, 2009).
GIOVANNI VERGA
Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840 da
una famiglia aristocratica che lo avviò verso
gli studi di legge. Abbandonò però
l’Università di Catania per dedicarsi alla
scrittura.
Nel 1863 lasciò la Sicilia e si recò a Firenze
e poi a Milano, città in cui pubblicò due
romanzi, Una peccatrice e Storia di una
capiniera. Le sue prime opere verista furono
le novelle Rosso Malpelo e Nedda del 1874;
a esse seguirono due raccolte di novelle: Vita
dei Campi e Novelle rusticane. Sempre a
Milano furono pubblicati i suoi romanzi
veristi: il primo, I Malavoglia. Trasferitosi di
nuovo a Catania, negli ultimi anni della sua
vita si dedicò alla riscrittura in chiave
teatrale di alcune sue opere. Morì nel 1922.
LA STORIA DI IQBAL
Francesco d’Adamo,nel suo libro, tratta una storia vera, al fine di denunciare le
condizioni di vita di molti bambini costretti a lavorare fin da piccoli, gratuitamente e
trattati come degli schiavi.
Il racconto si svolge in Pakistan e il personaggio principale, realmente esistito, è un
ragazzo di nome Iqbal Masih, che riesce a trovare il coraggio di ribellarsi ai suoi
padroni e di denunciare “la mafia dei tappeti” a costo della sua stessa vita.
L’autore del libro, partendo dalla storia di Iqbal, è riuscito a ricreare la situazione in
cui vivevano i bambini, sebbene luoghi e personaggi siano puramente inventati.
Una ragazza di diciassette anni di nome Fatima, abbandonata dai suoi genitori a causa
di problemi economici e costretta a lavorare in una fabbrica di tappeti, racconta del
suo incontro con Iqbal quando aveva dodici anni ed era costretta a tessere uno dei
tanti tappeti che poi venivano venduti ai clienti stranieri.
La fabbrica era occupata da molti bambini tra cui: Karim, molto timoroso nei confronti
del padrone, era il sorvegliante dei bambini; Salman, dal carattere molto brusco come
Karim. La piccola Maria,talmente silenziosa da essere considerata muta, stava sempre
attaccata alla gonna di Fatima essendo molto timida e timorosa nei confronti di tutte le
persone che la circondavano.
Maria troverà in seguito la forza di esporsi e di insegnare ai suoi amici a leggere e a
scrivere.
Infine c’era Mohammad che era robusto e balbuziente; Fuscello, al contrario, alto,
molto magro, strano e divertente e Alì che era piccolo e molto furbo.
L’età dei bambini si aggirava tra i dieci e i dodici anni tranne Maria, che ne aveva sette, e Alì
otto.
Iqbal tentò di scappare molte volte, ma inutilmente. Una volta però, durante la sua fuga in
città, fu presente ad una manifestazione del “Fronte di Liberazione del Lavoro Minorile”,
quindi si rivolse ad un poliziotto e spiegò la sua situazione e quella dei suoi amici.
Il giorno seguente, due poliziotti accompagnati da Iqbal, si recarono nella fabbrica, ma
Hussain Khan, il padrone, corruppe la polizia; Iqbal venne mandato nella Tomba: un “buco”
molto caldo e sporco dove per settimane doveva tentare di sopravvivere senza mangiare né
bere. Probabilmente non ce l’avrebbe fatta senza l’aiuto dei suoi amici che quasi ogni giorno
lo andavano a trovare e gli portavano il necessario per sopravvivere.
Riuscì in seguito a riscappare e a rintracciare Eshan Khan il capo, del “Fronte”assieme
alla moglie.
In seguito, Eshan Khan e gli uomini del Fronte, si recarono assieme a Iqbal nella casa
di Hussain. Qui il ragazzo mostrò loro la tessitura e la Tomba; liberarono così i
bambini che poterono riabbracciare le loro famiglie. Fatima e Maria, dovettero
restare di più al Fronte, ma solo Fatima riuscì a trovare la sua famiglia.
Iqbal e Maria restarono nella sede del Fronte e dopo molti studi e riunioni, Iqbal,
riuscì a liberare altre tredici fabbriche e vinse il premio della “GIOVENTU’ IN
AZIONE”di 15'000 dollari destinati al Fronte.
Ma, il giorno di Pasqua del 1995 a Muritke, un villaggio a trenta chilometri da Lahore,
in Pakistan, mentre Iqbal stava passeggiando, una macchina lo affiancò e qualcuno
sparò.
Fatima, ormai a casa e sola con i suoi due fratelli, ricevette una lettera da Maria dalla
quale seppe dell’assassinio di Iqbal.
Gli esecutori e i mandanti del suo assassinio non furono mai trovati.
Da quel momento, il nome di Iqbal, diventò il simbolo della lotta contro la schiavitù e la
violenza subite da molti bambini.
ROSSO MALPELO
Rosso Malpelo è un ragazzo che lavora in una cava di rena. Il narratore ci
tace il suo vero nome, si limita a dire che "Malpelo si chiamava così perché
aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso
e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone". Persino la mamma
"aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo".
Il ragazzo, dunque, è vittima di un pregiudizio popolare, quello che associa i
capelli rossi alla cattiveria.
Inoltre Malpelo "era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso, e
selvatico". È la vita che conduce ad averlo ridotto così: la mamma lo
trascura, la sorella si vergogna di lui. Il padre, l'unico che gli riservava una
qualche forma di affetto, è morto nella stessa cava dove lavora Malpelo,
sepolto da un pilastro di rena.
In seguito alla morte del padre, un dolore che lo segnerà per sempre,
Malpelo coltiva un oscuro spirito di vendetta. Lavora alacremente, ma fa di
tutto per meritarsi l'appellativo col quale viene chiamato: picchia il suo
povero vecchio asino, è cattivo con tutti.
Sviluppa un rapporto di amore-odio per un ragazzetto arrivato da poco alla
cava, Ranocchio, cui una lussazione del femore impedisce di fare il
manovale, obbligandolo, invece, a lavorare sottoterra.
Malpelo lo picchia, ma gli insegna nello stesso tempo, con rabbioso affetto,
le dure e feroci leggi della vita, le uniche che egli conosca: la continua lotta
di tutti contro tutti e la sopravvivenza del più forte.
Un giorno colpisce Ranocchio che si accascia a terra senza più rialzarsi. Il
ragazzo è gravemente malato di tisi e ha uno sbocco di sangue. Non è più in
grado di lavorare. Malpelo, a modo suo, è disperato, lo va a trovare, gli
porta del vino e della minestra, ma il ragazzo muore.
Sempre più solo, - la madre e la sorella sono nel frattempo andate a vivere
altrove , Malpelo continua la sua bestiale vita alla cava. Persino un evaso,
capitato a lavorare di nascosto nella cava, preferisce tornare in prigione,
reputandola meno disumana di "quella vitaccia da talpa".
A Malpelo toccano i lavori più ingrati e rischiosi, tanto non ha famiglia e di
lui non importa niente a nessuno. In un'audace esplorazione del sottosuolo,
alla ricerca di un passaggio che colleghi a un pozzo, un giorno Malpelo
sparisce, portando con sé gli attrezzi che furono del padre, inghiottito per
sempre dalla terra. E ora i ragazzi temono che il suo fantasma si aggiri per
la cava, "hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli
occhiacci grigi".
LE CONDIZIONI DI VITA DEI BAMBINI
SFRUTTATI
Le condizioni dei bambini sfruttati sono pessime in quanto gli sfruttatori non si
interessano della salute dei ragazzi: basta che siano in grado di produrre.
Le condizioni peggiori sono però all’ordine del giorno di tutti, ma specialmente
dei bambini sfruttati sessualmente in quanto subiscono danni psicologici e fisici
che non potranno essere risolti nel tempo. Un fatto che come molti altri è
accaduto e il seguente:
un’organizzazione criminale con sede ad Ariano Irpino era dedita all’adescamento
di giovani ragazze per poi avviarle all’uso di sostanze stupefacenti ed a pratiche
sessuali di gruppo. Le ragazze, dai tredici anni in su, venivano adescate in
strada con le modalità di un corteggiamento dai toni pesanti per delle bambine.
Si parla di frasi tipo “sei molto carina“ e “sei nei miei desideri fin da quando
avevi otto anni”. Una volta corteggiate le ragazze venivano invitate a “divertirsi”
un po’ e così venivano portate a dei festini a base di droga, per lo più cocaina
ed eroina. Avviate all’uso delle sostanze stupefacenti, e rese dipendenti, per le
ragazze, una delle quali all’epoca dei primi fatti accertati aveva solo 13 anni,
iniziava un vero e proprio ricattato. In pratica venivano loro chieste
contropartite sessuali in cambio delle dosi di droga. Così venivano organizzati
sistematicamente, in delle abitazioni private, dei droga party ai quali il branco
partecipava con l’intento di “spassarsela un po’”.
Qui avvenivano gli stupri di gruppo ai danni delle
ragazze. Secondo gli investigatori, emerge un quadro
“ripugnante” riguardo alle pratiche sessuali richieste ed
alle modalità operative dello stupro di gruppo.
Addirittura si parlerebbe dell’utilizzo a scopo sessuale di
oggetti impropri. Alcuni componenti del branco
provvedevano ad acquistare la droga da due spacciatori,
uno di Nola e l’altro di Foggia, per poi portarla ad
Ariano dove veniva utilizzata come intrattenimento nei
festini.
Ciò porta ad avere malattie.
LO SFRUTTAMENTO MINORILE OGGI E NEL
PASSATO
QUANDO
DOVE
PERCHE’
IL FENOMENO E’ IN
CRESCITA E I BAMBINI
VENGONO TUTELATI?
Nel passato
durante la
rivoluzione
industriale.
In Inghilterra
nelle fabbriche.
Agli industriali
conveniva
impiegare i
bambini perché
erano pagati
molto poco; i
genitori in
miseria
accettavano di
farli lavorare in
cambio di
denaro.
Il fenomeno è in continua
crescita.
I bambini non ebbero
nessuna tutela.
Al giorno d’oggi.
In tutti i Paesi
del mondo.
A causa della
povertà che
gioca un ruolo
fondamentale.
I bambini sono tutelati da
leggi che però non
vengono molto rispettate
al giorno d’oggi.
Il fenomeno è in aumento
e peggiorano le condizioni
di vita dei bambini.
LAVORO MINORILE IN ITALIA
In Italia lavorano 144.000 ragazzi tra i 7 e 14 anni e 31 mila di essi
possono definirsi letteralmente sfruttati. Si va dai contesti di
disagio, di povertà e rischio di povertà, al lavoro visto come
l’alternativa positiva rispetto allo stare in strada, fino
all’inserimento dei minorenni in contesti di imprenditoria familiare
nei quali non vi è assolutamente una situazione di povertà. Esiste
una fascia grigia di bambini coinvolti in attività lavorative che non si
connotano per un elevato grado di pericolosità o di sfruttamento e
che spesso permettono la compresenza di scuola e lavoro.
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Lavoro minorile - Istituto Comprensivo "GB Rubini"