Il libro del Graal 2
Robert de Boron
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• Insegnamenti, designati da Clemente Alessandrino (150
circa – 215 circa) come «tradizione gnostica» = sapienza di
ciò che è, che è stato e che sarà, in quanto tramandata dal
Figlio di Dio; ‘gnosi’ discesa soltanto su pochi apostoli,
tramandata senza scrittura (Stromati, letteralmente =
“tappeti” o “tappezzeria”, cioè miscellanea grammaticale o
erudita): “il Dio dell’universo che sta al di sopra di ogni
parola, di ogni pensiero, di ogni concetto non potrà mai
essere affidato alla scrittura essendo ineffabile nella sua
potenza”. Tra riflessione filosofica e teologica, ma anche
insegnamento esoterico, oscuro e ineffabile.
• Numerosi i testi apocrifi, secondo i quali dopo la
resurrezione, Gesù avrebbe fatto rivelazioni segrete note a
pochi discepoli, perché soltanto pochi saranno i salvati.
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• Insegnamenti segreti di Gesù agli apostoli, trasmessi
oralmente di padre in figlio: Vangeli di Tommaso
(cosiddetto “quinto Vangelo”, pur presentando dei
legami coi vangeli canonici, non deriva da essi, ma da
una fonte comune, o da una collezione scritta di detti o
da una tradizione orale), Filippo, Mattia.
• Honorius Augustodunensis (1080 – 1154) nella Gemma
animae = il vaso custodito da G.d’Arimatea rappresenta
il calice che custodisce il sangue di Gesù.
• Nel romanzo di R. de Boron G.d’Arimatea diventa il
discepolo privilegiato di Gesù.
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• In questa cornice iniziatica si inserisce il romanzo
di R. de Boron: affidandogli il calice del Graal,
Gesù rivela a G.d’Arimatea una «gnosi» segreta (i
«segreti» del Graal, appunto) che dovrà essere
poi trasmessa agli custodi del Graal. La comunità
di G. d’Arimatea rappresenta una sorta di nucleo
inerno della Chiesa fondata da Pietro. Il rito più
importante è il servizio del Graal (il calice viene
esposto su una tavola accanto ad un pesce
simbolico), fondamento di ogni rito praticato
dalla Chiesa.
Français 120, fol. 524v, Apparition du Saint Graal, France, Paris,
15ème siècle
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• «Giuseppe», gli rispose nostro Signore, «è a te
che spetta custodirlo e a coloro ai quali lo
affiderai. Saranno soltanto in tre e lo
custodiranno nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo: così devi credere. E tutti
coloro che ne saranno custodi sappiano che
queste tre virtù sono una stessa cosa in Dio».
[62]. La storia del Graal si conforma al modello
teologico trinitario.
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• Alla fine del romanzo, la comunità degli eletti lascia la
Giudea per l’Occidente. Un angelo compare a G.d’Arimatea:
Giuseppe dovrà trasmettere i «segreti» del Graal e la
custodia della reliquia a Bron, ribattezzato Re pescatore. E
continua: « Appena avrà ricevuto il vaso e la grazia, il ricco
Pescatore <dovrà andare verso Occidente> dove glielo dirà
il cuore; e nel luogo in cui si fermerà dovrà attendere il
figlio di suo figlio: a lui trasmetterà, quando sarà giunto il
tempo, questo vaso e questa grazia che tu gli affiderai.
Allora si compirà in voi il simbolo della Trinità, che è
costituita da tre parti. Quanto al terzo di voi, tutto avverrà
secondo la volontà di Gesù Cristo che è Signore di ogni
cosa. [102].
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• Ecco il piano del Graal: la successione dei custodi:
G.d’Arimatea > Bron (Re pescatore) > il figlio di
suo figlio, Alano (terzo uomo).
• Progetto di Robert de Boron = la storia occulta del
cristianesimo, iniziata in Oriente con
G.d’Arimatea, si conclude nell’Occidente
arturiano con la trasmissione del Graal al
cavaliere predestinato, Perceval, alla corte di
Artù.
• Il Libro del Graal come Vangelo del Graal.
Français 100, fol. 1, Joseph d'Arimathie investissant Alain le Gros,
France, Paris, 15ème siècle
Giuseppe d’Arimatea
1
2
3
4
5
Enigeus
6
7
8
9
10
Bron = Re Pescatore
eremita
Alano il Grosso
Perceval
?
sorella
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• Nel Giuseppe d’Arimatea, Gesù ordina al discepolo di
istituire una tavola in memoria di quella dell’Ultima
Cena, la Tavola del Graal, appunto, dove Giuseppe
siederà al posto che occupava Gesù durante la cena a
casa di Simone: il posto accanto resterà vuoto (quello
che fu occupato da Giuda) e destinato al terzo uomo,
Perceval. «…nel nome delle tre potenze che sono una
stessa cosa, invita tutti coloro che hanno creduto nel
Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo - la Santa Trinità e che sono pronti a obbedire ai suoi comandamenti, a
farsi avanti e sedersi alla grazia di Dio» [87-88].
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• Nel Merlino, è lo stesso protagonista che ordina a
Uterpandragon una terza Tavola, la Tavola rotonda:
“Nostro Signore gli [a Giuseppe d'A.] ordinò di
fabbricare una tavola in memoria della Cena. Il
cavaliere aveva un vaso, che pose su questa tavola
dopo averlo coperto con tele bianche da tutti i lati
eccetto il suo. […] Chi poteva sedere a questa tavola
vedeva appagato ogni desiderio del suo cuore. In essa
c'era però sempre un posto vuoto, che rappresentava il
posto al quale sedeva Giuda durante l'Ultima Cena,
quando capì che nostro Signore alludeva a lui.
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• Esso è rimasto simbolicamente vuoto alla tavola del
cavaliere, in attesa che nostro Signore vi faccia sedere
un altro uomo per completare il numero dei dodici
Apostoli. […] Coloro che sedevano alla seconda tavola
chiamarono Graal il vaso da cui ricevevano questa
grazia. E se vorrete seguire il mio consiglio, voi
istituirete la terza nel nome della Trinità, che le tre
tavole simboleggiano.” [198-99]
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• Nella terza parte della trilogia, il Perceval, la profezia
del Graal si completa con le parole rivolte da Merlino
ad Artù: “Quando avrà raggiunto una gloria tale da
poter andare alla corte del ricco Re Pescatore e avrà
chiesto a quale fine è servito il Graal e a quale serve, il
re sarà immediatamente guarito e, dopo avergli
rivelato le parole segrete di nostro Signore, trapasserà
dalla vita alla morte. Questo cavaliere avrà in custodia
il sangue di Gesù Cristo. Così si dissolveranno gli
incantesimi nella terra di Bretagna e la profezia sarà
interamente compiuta.”[237].
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• Qualcosa deve essere ancora compiuto, nella storia
delle Redenzione. Infatti, i custodi del Graal
incontreranno sempre qualcosa che si oppone al loro
disegno: il complotto delle forze del Male culmina con i
demòni che cercheranno di opporre al piano divino
della Salvezza, il loro anticristo, Merlino, che diventerà
invece, il “profeta del Graal”.
• Il terzo tempo di R. de Boron, sarà quello dei cavalieri:
il Perceval, il cui protagonista, il migliore dei cavalieri,
incarna l’apoteosi della classe cavalleresca.
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