L’AMBIENTE SCOLASTICO
I bambini con DDAI spesso hanno una scarsa
capacità di prevedere le conseguenze,
necessarie per prendere delle decisioni.
Gli insegnanti possono intervenire aiutando il
bambino a prevedere le conseguenze di certi
eventi prima di agire adottando queste
strategie:
- offrire informazioni di ritorno al bambino
- instaurare delle routine
- stabilire delle regole
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COME ORGANIZZARE LA CLASSE
I BANCHI: possono essere disposti in vari modi,
ognuno con pregi e difetti cosa tenere in
considerazione:
•
•
•
•
•
•
si vede il bambino dalla cattedra?
si può raggiungere facilmente?.
lo sguardo insegnante-bambino è facilitato?
vicino a lui ci sono dei compagni?
dove sono collocate le finestre?
ogni bambino quanti compagni osserva dal suo
posto?
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POSSIBILI DISTRATTORI
•
•
•
•
•
•
•
•
Cartelloni;
cestino;
porta;
finestre;
orologio;
compagni vivaci;
armadi/librerie;
tavolo con del materiale disposto sopra.
Questi elementi non possono essere eliminati, ma
possono essere tenuti in considerazione per
determinare la giusta collocazione di ogni bambino.
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LE ROUTINE
Più il bambino diventa capace di prevedere cosa
l’ambiente si aspetta da lui, maggiore è la
possibilità che cerchi di soddisfarne le richieste.
Maggiore è il numero di routine migliore è il
comportamento del bambino.
È utile fare un inventario delle routine della propria
classe e rendere esplicite anche quelle implicite
perché in tal modo sono facilmente rispettabili
anche da parte del bambino con DDAI.
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Esempi routine
• ingresso in classe a un’ora fissa, tutti gli
alunni insieme;
• routine di inizio lezione (controllo
materiale necessario per la lezione,
verificare che tutti abbiano il quaderno dei
compiti……);
• presentazione delle attività previste per la
giornata, comprensiva dei tempi di lavoro;
• pause concordate, meglio se sempre alla
stessa ora;
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• attività durante la ricreazione o in palestra
stabilite a priori (vincolarle ai giorni della
settimana: lunedì mosca cieca, martedì
palla avvelenata……);
• dettatura dei compiti ad orario stabilito,
meglio se non negli ultimi cinque minuti
perché non si può verificare se il bambino
ha compreso e segnato tutte le consegne;
• routine di saluti e di uscita a fine lezione.
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LE REGOLE
Per essere efficaci devono:
- essere condivise;
- essere discusse con i bambini e
definirle con loro.
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Caratteristiche delle regole
•
•
•
•
•
•
Proposizioni positive e non divieti;
Semplici, espresse chiaramente;
Descrivere le azioni in modo operativo;
Specifiche per le diverse situazioni
Utilizzare simboli pittorici colorati;
Poche (3-4 per i bambini; 5-6 per gli
adolescenti) ed espresse in modo
sintetico;
• Scritte su un cartellone..
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CARTELLONE MENO
EFFICACE
CARTELLONE PIU’
EFFICACE
1.Non si deve parlare senza
aver alzato la
1.Quando vuoi parlare,
ricordati di alzare la mano.
2.mano per chiedere la
parola.
2.Cammina lentamente.
3.Non si corre nei corridoi
durante la ricreazione.
4.Per uscire si deve essere
in fila per due e aspettare
che tutti siano pronti.
5.Bisogna aver cura delle
piante della classe.
3.Preparati in fila al suono
della campanella.
4.Si esce tutti in fila per due.
5.Ricordati di bagnare le
piante.
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I TEMPI DI LAVORO
Il bambino con DDAI non sono molto capaci nel fare
stime reali sui tempi, sulle quantità, sulle grandezze e sulle
difficoltà.
Aiutare questi bambini a lavorare con tempi stabiliti
Per abituare i bambini si può inizialmente discutere con loro
quali sono i tempi e le difficoltà del lavoro loro proposto e
affiancare anche simboli pittorici che ritraggano queste due
variabili.
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IL MATERIALE
Il bambino con DDAI ha enormi difficoltà nell’organizzazione
del proprio materiale scolastico
In questo caso è necessario agire sulle sue capacità di
organizzazione e pianificazione, così facendo si interrompono i
comportamento di disturbo (lamentarsi per assenza materiale,
chiederlo ai compagni) e si aumentano quelli che si possono
gratificare.
Si può creare in classe un cartellone dei materiali necessari a
livello generale e all’inizio dell’anno è possibile creare uno
schema con il materiale necessario per ogni materia da poter
apporre sul diario
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Per risolvere questo problema si può
adottare una procedura specifica
• Impostare con il bambino un accordo
basato su un sistema a punti o su uno
schema di gratificazione da riconvertire in
premi materiali o privilegi o come costo
della risposta(vedremo più avanti come
metterle in atto)
• preparare schede ritagliabili con piccole
illustrazioni del materiale, uguali a quelle
usate nei cartelloni;
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• a un’ora prestabilita della mattinata: far leggere il
cartellone delle materie per il giorno dopo alla
classe, fare elencare il materiale necessario per il
lavoro in ogni materia, chiedere di incollare sul
diario per il giorno dopo le figurine del materiale
scolastico individuato;
• ogni mattina, all’inizio della lezione, o in un altro
momento, verificare la presenza del materiale e
applicare la procedura di gratificazione (se il
bambino ha raggiunto il criterio stabilito) o di
costo della risposta (se il bambino non è stato in
grado di mantenere gli impegni presi con
l’insegnante).
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ORGANIZZARE IL LAVORO
SCOLASTICO
• Stabilire i punti di forza e di debolezza del
bambino.
• È molto più facile trovare comportamenti
inadeguati dei bambini con DDAI rispetto a quelli
positivi.
• I punti di forza sono invece la base su cui
lavorare per cercare di bilanciare o addirittura
recuperare le difficoltà e i comportamenti non
corretti che possiamo definire punti di debolezza
del bambino.
• È quindi utile stilare un elenco dei punti di forza e
di debolezza del bambino con DDAI.
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PUNTI DEBOLI
1 – Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempo
Tale difficoltà è determinata sia dalla capacità di gestire
l’attenzione sostenuta, dalla motivazione a svolgere con
successo il compito e dal livello di interesse suscitato da tale
attività.
Per il bambino con DDAI ciò che incide maggiormente
nell’esecuzione del compito è proprio la durata del tempo
attentivo.
Come è meglio agire:
- spezzettare i compiti lunghi, in periodi più brevi per
permettergli di ricaricarsi;
- proporre procedure diverse all’interno della stessa attività
(leggi metà del testo, poi sottolinea, rispondi alle domande
della prima parte, pausa, passare alla seconda parte).
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2 – difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne.
Molti errori di svolgimento sono dovuti a scarsa attenzione.
Come procedere:
• far rileggere ad un alunno la consegna;
• chiedere di spiegare con proprie parole cosa bisogna fare;
• costruire un piano di azione per punti.
• La comprensione delle consegne può essere fatta insieme
alla stima del tempo e delle difficoltà del compito.
3 – impulsività e scarsa pianificazione
Generalmente il bambino con DDAI inizia lo svolgimento delle
attività senza pianificare ciò che deve fare.
Come procedere:
• l’insegnante può stabilire quando è il momento per iniziare
il lavoro, prima di tale permesso non è consentito
procedere;
• adottare procedure fisse di pianificazione (fig. 8.2).
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4 – procedure di controllo poco efficaci
Il bambino con DDAI ha spesso difficoltà nel
controllare il proprio livello attentivo e la
correttezza del suo lavoro.
Come procedere per il controllo dell’attenzione:
• il bambino può usare un timer;
• può segnare sul quaderno quando si accorge da
solo di essersi distratto e ricontrollare il lavoro al
di sopra del segno;
• può fare un segno sul quaderno quando si
accorge di essere distratto nel momento in cui
l’insegnante utilizza un segnale concordato in
precedenza;
• per agire sulla correttezza si può adottare al
strategia della “caccia all’errore” al termine della
prova.
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TEMPO LIBERO E SITUAZIONI TRANSITORIE
La situazione influenza il comportamento del bambino
Tutte le situazioni poco definite (ricreazione, cambio
insegnante, passaggio da un luogo all’altro……) possono
mettere il bambino con DDAI in difficoltà nel gestire il proprio
comportamento.
Come intervenire: usando regole e attività strutturate e che
quindi siano prevedibili.
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DURANTE L’INTERVALLO
È’ possibile definire un cartellone delle regole specifico per
questo ambito o inserire nelle regole della classe (sempre
concordate con i bambini, una formulazione breve e con un
disegno esplicativo) un paio di voci riferite ad esso.
Non vietiamo la possibilità di muoversi e anche correre
eventualmente, lo si può fare permettendo loro giochi
organizzati e stabiliti precedentemente.
Non poniamo come punizione il fatto che il bambino stia
seduto o faccia attività curriculari nel momento dell’intervallo.
Finita l’attività è bene prevedere un momento di recupero
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TEMPO LIBERO DOPO LA MENSA
Si può organizzare con i bambini la “banca dei giochi” (un
tabellone, una scatola con i nomi dei giochi……) con un elenco
di tutte le attività che loro conoscono o con situazioni ludiche
da loro inventate, vista anche la durate di tale momento.
Questa soluzione permette:
- di avere idea dei gruppi di gioco che si formano e di quali
richiedono eventualmente maggiore supervisione durante
l’attività,
- dà all’insegnante anche l’occasione di verificare che non ci
sono bambini che non vengono coinvolti nei giochi dei
gruppi, coordinando semmai in modo attivo l’annessione a
un gruppetto del compagno escluso.
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PASSAGGIO DA UN LUOGO
ALL’ALTRO
Stabilire poche regole e calibrare i
tempi necessari alla preparazione del
passaggio a un altro luogo ricordando
agli alunni, prima di uscire, quali sono
le regole da rispettare.
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INIZIO E FINE DELLE
LEZIONI
Meglio iniziare le lezioni quando tutti i
bambini sono arrivati.
Per quanto riguarda la fine meglio
anticipare di 5 minuti la chiusura della
lezione per evitare di far fare tutto di
fretta ai bimbi.
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MENSA
Alcune volte può essere un momento di
difficile gestione anche in questo caso
possono essere adottate delle strategie:
• attribuzione di ruoli specifici;
• adottare un sistema di gratificazione per i
comportamenti migliori: ”premio mensa”;
• oppure inserire tale contesto negli accordi
presi con il singolo bambino a livello di un
contratto comportamentale.
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I COMPITI E LE LEZIONI
Spesso i bambini con DDAI non svolgono tutti i compiti per
vari motivi (poca motivazione, non riescono a scriverli tutti, o
sono scritti in modo impreciso……)
Come fare?
• dettare i compiti in un momento stabilito;
• formulare consegne chiare e alla sua portata;
• verificare che il bambino stia scrivendo le consegne;
• chiedere a qualche alunno di ripetere le consegne;
• gratificarlo con premi secondo un accordo tra le parti;
• non punirlo per eventuali carenze, ma esortarlo a fare
attenzione.
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LA LEZIONE EFFICACE
Durante il tempo scolastico, anche le caratteristiche della
lezione possono
favorire, o sfavorire il manifestarsi di un adeguato livello
dell’attenzione.
Alcuni suggerimenti:
• seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio della mattina;
• usare tempi di lavoro corretti, non troppo lunghi;
• presentare l’argomento in modo stimolante, con figure,
audiovisivi, stimoli colorati, ponendo ai bambini degli
interrogativi;
• ricordare che le domande rendono i bambini attivi, quindi
più motivati e che se fatte utilizzando i loro nomi catturano
di certo la loro attenzione;
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• strutturare il più possibile i compiti,
rendendo esplicite le procedure utili
per il loro svolgimento;
• usare un tono di voce variato,
vivace;
• alternare compiti attivi, che
richiedono al bambino di agire, e
compiti passivi quali ad esempio
l’ascolto di una spiegazione;
• favorire la partecipazione attiva
secondo le regole di comportamento
condivise
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Per il bambino con DDAI:
• accorciare i tempi di lavoro, quando possibile
spezzettando con brevi pause un lavoro lungo;
• ricorrere spesso al canale visivo, a stimoli
colorati, a “segnali” concordati con il bambino, sia
verbali che gestuali o visivi;
• far ripetere al bambino le informazioni rilevanti
contenute in un testo, in una spiegazione o in
una consegna, in special modo quando si ritiene
che fosse contento;
• chiarire i tempi di lavoro, il grado di difficoltà del
compito, i materiali utili al suo svolgimento;
• verificare che tutto sia predisposto prima che i
bambini inizino a svolgere la consegna.
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LE GARE
I bambini con DDAI e quelli con DAS, possono
percepire tale impostazione come una
sottolineatura delle proprie difficoltà, reagendo in
modo passivo (bloccandosi, non svolgendo il
compito……) o in modo attivo (rifiutandosi
apertamente, diventando aggressivi…).
Sarebbe meglio proporre delle gare in ambiti
in cui i bambini con difficoltà possano dimostrare le
loro abilità per aumentare la loro percezione di
efficacia.
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LA DIDATTICA
L’apprendimento cooperativo permette:
- di raggiungere gli obiettivi di apprendimento
stabiliti;
- di favorire una maggiore interazione all’interno
del gruppo dei pari;
- una
maggiore
empatia
e
un’accresciuta
autostima;
- miglioramenti
nella
qualità
dell’interazione
verbale e della prossimità fisica.
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IL COMPUTER
Si
•
•
•
è rilevato un mezzo utile perché intrinsecamente molto motivante:
è a colori;
le attività prevedono musica e grafica;
permette una “autogestione” rispetto alla proposta didattica.
Quali criteri seguire:
• seguire sessioni individuali con la supervisione dell’adulto che
garantisce la correttezza dell’operato e la possibilità di fornire
suggerimenti e gratifiche al bambino. Tale presenza è
fondamentale per migliorare l’orientamento al compito.
• Utilizzo di qualsiasi software didattico che preveda a) correttezza
della prestazione, b) flessibilità nella programmazione (livelli di
difficoltà); c) possibilità di modificare il ritmo di presentazione
degli stimoli;
• Possono essere coinvolte tutte le attività sia quelle curriculari che
non specifiche.
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IL COINVOLGIMENTO DELLA
CLASSE
Tre sono le modalità di coinvolgimento
della classe:
• il tutoring;
• l’apprendimento cooperativo;
• la lezione tenuta dal bambino.
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IL TUTORING
È una modalità collaborativa di
apprendimento che favorisce le interazioni
fra compagni stimolando anche gli scambi
verbali e la prossimità fisica.
Si basa sull’assegnazione a una coppia di
bambini di due ruoli:
• il tutee: l’allievo, colui che riceve l’insegnamento;
• il tutor: l’insegnante, colui che spiega.
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I VANTAGGI per il TUTOR e
per il TUTEE
Il tutor: per insegnare correttamente rivede e consolida le
proprie acquisizioni, colma lacune, individua nuovi significati e
riformula le proprie conoscenze in base alle richieste
dell’insegnamento, in sintesi assimila meglio i concetti.
Il tutee: apprende in modo individualizzato in termini di
percorsi e di ritmi, ottenendo continui feedback sulla propria
prestazione e indicazioni utili in caso di difficoltà, che vengono
Immediatamente evidenziate e affrontate in termini didattici.
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I VANTAGGI DEL PROCESSO
1) permette di sfruttare la risorsa dei compagni;
2) percorso individualizzato;
3) permette di dare un feedback continuo sulle performance del
bambino;
4) permette di ottenere un alto livello di soddisfazione durante il
lavoro;
5) la modalità di lavoro può essere utilizzata su diversi argomenti;
6) migliora le funzioni sociali del bambino; la collaborazione e
l’autostima;
7) il beneficio si ottiene sia sul bambino con minori abilità che su
quello dotato;
8) permette di imparare abilità sociali: come iniziare una
conversazione, individuare un argomento di comune interesse,
gratificare l’altro sia per il suo operato che per l’impegno.
Le ricerche hanno dimostrato che le acquisizioni realizzate con tale
metodica erano superiori a quelle realizzate con le tradizionali lezioni
frontali tenute dagli insegnanti o con altre tecniche di insegnamento.
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PERCHE’ E’ EFFICACE:
• Implica un apprendimento attivo;
• c’è un immediato controllo della
prestazione;
• si utilizzano materiali di lavoro
adeguati all’effettivo livello di
apprendimento del bambino.
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UN PROGRAMMA DI
TUTORING
a) L’insegnante seleziona un ambito di apprendimento a cui
applicare la procedura;
b) gli studenti della classe vengono associati a coppie;
c) prima di iniziare le vere sedute di tutoring vengono
impiegati 3 – 4 incontri di 20 – 30 minuti per chiarire: cosa
è il tutoring, quali procedure utilizza, qual è l’atteggiamento
da tenere da parte del tutor, quali sono i modi per
determinare i progressi del tutee, quali sono le modalità di
gratificazione;
d) la cadenza delle sedute di tutoring e la durata (20-30
minuti);
e) il tutor ha una lista di compiti o di stimoli inerenti
l’argomento scelto, che viene proposta punto per punto al
tutee, il quale risponde oralmente e ha la possibilità di
guadagnare dei punti se dire la risposta corretta;
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f) in caso di risposta errata, il tutor fornisce quella
corretta e invita il tutee ad esercitarsi, dando a
sua volta la risposta giusta;
g) dopo 10-15 minuti i due alunni si scambiano i
ruoli;
h) l’insegnante supervisiona il lavoro, fornendo aiuti
e assegnando punti aggiuntivi alle coppie che
lavorano correttamente;
i) finita la sessione, i punti guadagnati in ogni
coppia vengono registrati dall’insegnante, che
deve gratificare le coppie in base all’impegno
dimostrato.
Con bambini con DDAI non sempre il tutoring può
avere carattere reciproco, ma più bambini possono
fungere da loro tutor, ciò ha evidenziato effetti
benefici notevoli.
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L’APPRENDIMENTO
COOPERATIVO.
È un metodo di insegnamento che
prevede di unire gli alunni in piccoli
gruppi e che, attraverso la
cooperazione, si propone di
massimizzare il loro apprendimento e
le loro abilità sociali.
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LE CARATTERISTICHE DEL
GRUPPO
• interdipendenza positiva:
• responsabilità individuale:
• interazione costruttiva diretta:
• abilità sociali:
• valutazione del gruppo.
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Elementi intrinseci
• l’aspetto motivazionale: il bambino è
più motivato rispetto ad un lavoro
individuale;
• l’aspetto sociale: il bambino si sente
parte di un gruppo;
• l’aspetto cognitivo: le diverse
capacità sono messe a confronto e si
valorizzano a vicenda.
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I VANTAGGI DEL PROCESSO
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
valorizza le differenze individuali;
insegna abilità sociali;
allena le abilità sociali;
migliora la qualità dei rapporti fra i pari;
invita i compagni ad aiutare il bambino con DDAI
nell’autoregolazione;
aggira la tendenza a sviluppare un comportamento
oppositivo;
permette una parziale autogestione delle modalità di
lavoro;
migliora le abilità di autovalutazione dei risultati;
non stigmatizza la rilevazione di competenze diverse,
stimolando il gruppo a collaborare per colmare i vuoti di
conoscenza;
fornisce ruoli specifici e ben definiti;
assegna responsabilità al singolo.
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LA LEZIONE TENUTA DAL
BAMBINO
Fornire al bambino con problemi comportamentali od altre
difficoltà di ricoprire il ruolo di insegnamento può influire in
modo significativo sul senso di autoefficacia del bambino
migliorandone contemporaneamente la posizione sociale.
Il bambino ha l’occasione di cambiare immagine ai propri
occhi e agli occhi degli altri, dimostrando di saper affrontare in
modo competente un compito importante e mettendo in luce
aspetti positivi del suo comportamento.
È bene verificare che il bambino sia in grado di affrontare il
compito soprattutto da un punto di vista emotivo.
Si può pensare di strutturare in maniera sistematica il lavoro.
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L’argomento può avere carattere curriculare, esperienziale o
riguardare ambiti extrascolastici di interesse per il bambino.
È fondamentale che la tematica sia scelta in collaborazione
con il bambino lasciandolo libero di esprimere le proprie
preferenze.
È importante prevedere gli eventuali problemi di gestione
della classe rispetto alla lezione tenuta dal bambino.
Ipotizzare l’applicazione di tale metodologia secondo una
tempistica regolare in modo da permettere a tutti i membri
della classe di rivestire il ruolo di insegnante.
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COSA DEVE FARE L’INSEGNANTE
• Concordare un argomento di interesse per
il bambino e la classe;
• prevedere tempi e modalità espositive;
• supervisionare il progetto offrendo spazi e
tempi specifici e aiutando il bambino della
fase di progettazione;
• rivedere i materiali preparati;
• concordare regole di comportamento da
tenere al momento della presentazione;
• fornire aiuti e suggerimenti al bambino;
• valorizzare l’impegno e gratificarlo.
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