29 aprile 2014: Andrea Milesi
Che il panorama internazionale della
cooperazione allo sviluppo sia in rapida
trasformazione ed evoluzione è chiaro a
molti operatori del settore, soprattutto a
quelli che hanno occasione di confrontarsi e
partecipare a tavoli e reti internazionali
Diverso è il caso delle tante organizzazioni,
normalmente medio piccole, che sono spesso
concertate nell’implementazione dei loro progetti o
nella faticosa sfida per la loro sopravvivenza e non
hanno energie e occasioni per leggere la realtà del
settore in modo più ampio
Partiamo proprio dalla società civile e
dalle così dette OSC, Organizzazioni
della Società Civile, sono questi gli attori
che la UE individua come interlocutori.
Il concetto di ONG a livello europeo è
decisamente superato e sempre meno
chiaro è il ruolo che le ONG europee
dovranno avere in un futuro in cui la UE
supporta progressivamente le OSC dei
paesi partner nei cosiddetti PVS
La nuova vision della UE vuole portare il focus su
ogni singolo paese partner, è qui che si deve costruire
un ambiente favorevole (enabling environment) al
supporto degli attori locali identificati (sia Società
Civile che Local Actors) con strumenti disegnati
sull’esigenza locale e altrettanti fondi dedicati
Capite bene che per molte ONG italiane si tratta di mondi mai
esplorati, per non parlare di quelle numerosissime
organizzazioni che fanno solo solidarietà internazionale.
Società civile ed autorità locali nella cooperazione
allo sviluppo: politiche e programmi della
Commissione Europea tra presente e futuro.
Angelo Baglio,
DEVCO
COMMISSIONE EUROPEA
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Principio di sussidiarietà: il ruolo chiave delle AL nello sviluppo.
Un impegno più strategico dell'UE verso le Autorità Locali e le
Associazioni di AL nei paesi partner.
Buon governo e processi decisionali partecipati, sviluppo
sostenibile e crescita inclusiva.
Responsabilità delle AL verso le autorità centrali ed i cittadini, monitoraggio
Una fornitura di servizi di base piú efficace ed efficiente da parte delle AL.
Dialogo con
approccio
 partnership multi-stakeholder
 multi-settoriale.
Sviluppo Territoriale
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Il disegno di legge presentato dal Governo il 24
gennaio scorso rappresenta un passo importante,
ma rischia di arrivare già vecchio rispetto a un
mondo cambiato. Si concentra su aspetti tecnici
di gestione ma manca di una visione
complessiva e strategica della cooperazione,
non tiene conto dei movimenti della società civile
nei paesi poveri, degli sviluppi del partenariato
profit e non profit, e manca il sostegno alla
creazione di un sistema Italia.
Emergono come prioritari alcuni riferimenti
tecnico-istituzionali, la presenza di un
viceministro dedicato, la creazione di un’agenzia e
del coordinamento interministeriale, che però non
hanno alle spalle una nuova visione politica e
culturale
Mancano completamente riferimenti all’esigenza di
creare un sistema Italia. Tutto si riduce al
riconoscimento dei diversi attori, con qualche “new
entry” come le associazioni dei migranti e il
cooperativismo sociale. La società civile e le
imprese hanno i loro articoli, ma non c’è una
indicazione sulla possibilità di far lavorare assieme i
diversi attori.
Ognuno sta per suo conto!!


“Il ruolo delle imprese è fondamentale nelle politiche di
cooperazione internazionale”, sostiene Cattai, “ma va
indirizzato verso i principi di responsabilità sociale di
impresa e di inclusive business che permetta un vero
sviluppo locale nei paesi del Sud. Allo stesso tempo la
legge deve riconoscere anche quell’ampio mondo che si
occupa della cultura del dono”
Il grande assente in questa legge appare infatti proprio il
volontariato internazionale, in tutte le sue
declinazioni. Con il rischio di ignorare una parte storica
della presenza del nostro paese nei molti Sud del
mondo.
Non sono solo gli aiuti allo sviluppo governativi a portare
il segno meno in questi anni di crisi. Anche i volumi
delle donazioni da privati preoccupano gli
operatori. I dati registrati nel periodo natalizio
2012, pur restando in linea con il 2011, dicono che il
34% delle organizzazioni dichiara una perdita
rispetto all’anno precedente. Questo dato della ID
(Istituto della Donazione) è confermato da un’indagine del Sole
24Ore che registra una sostanziale fedeltà dei donatori
(85%) e una contrazione vistosa dei volumi totali della
raccolta fondi da privati.
Insomma la competizione per i finanziamenti
pubblici e privati si fa sempre più dura e questo
mette a dura prova decine di ONG e associazioni
italiane del settore.
Sono diversi i casi di dissesto finanziario e
conseguente ridimensionamento degli
organici. Licenziamenti, contratti di solidarietà
e cassa integrazione sono ormai all’ordine del
giorno anche nel non profit.

Il fenomeno non è solo italiano, anzi a livello
europeo sta già spingendo le organizzazioni ad
adottare atteggiamenti tipici delle grandi
imprese multinazionali.

“Per sopravvivere, molte ONG sono costrette a
fondersi, e quelle più piccole spesso finiscono per
scomparire…

Questo fenomeno è favorito anche dai finanziatori
istituzionali (come le Nazioni Unite, la Banca Mondiale o
l’Unione Europea) che preferiscono dare soldi a un
minor numero di grandi e forti organizzazioni
rispetto a numerose e più fragili strutture. Nel mondo
occidentale, il 20% delle organizzazioni rastrella oltre
l’80% dei finanziamenti.

Le grandi ONG internazionali hanno scelto la strategia di creare
filiali in diversi paesi, cosi fanno le grosse family come MSF,
ActionAid o Save the Children, altri scelgono modalità diverse
per inglobare ONG locali (come Oxfam ha fatto in Spagna, Italia e
altri paesi), altre ancora hanno scelto di federarsi, come le Caritas.

Stiamo assistendo alla nascita di una nuova
Fondazione chiamata Progetto Mondo, che non
parte su iniziativa della Federazione ma dalla
volontà di alcune ONG: MLAL, CICV, AdP e GVCS.

Anche noi in Lombardia stavamo tentando di creare
una aggregazione stabile di tipo APS…. con SVI,
SCAIP, MMI; MLFM e Aspem

Perché ne condivido
la sua mission

Essere una Organizzazione
cristiana di volontariato
internazionale oggi ed
impegnarsi in seno alla
cooperazione internazionale
allo sviluppo vuol dire
assumere come prioritario
l'impegno per la pace, la
giustizia, la promozione
umana e la solidarietà per i
Popoli del Sud del mondo.

Perché voglio fare una
esperienza
interculturale o di
volontariato
internazionale laico

Perché credo che
l’esperienza di
volontariato sia
importante per me e
per le nuove
generazioni…
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