RINASCIMENT0
nuovo modo di concepire il mondo e se stessi
(UMANESIMO)
1400-1500
LE SIGNORIE IN ITALIA
SFORZA
ESTENSI
MEDICI
MALATESTA
MONTEFELTRO
PAPI
MILANO
SFORZA
L’UOMO RISCOPRE SE STESSO
L’uomo del ‘400 è sospinto da una grande
curiosità intellettuale. Ogni aspetto della
cultura concorre a mettere in risalto la
grandezza e la dignità dell’uomo.
L’artista cerca una nuova concretezza nelle
figure rappresentando uomini nel suo
tempo. La resa dei volumi e la ricerca di
uno spazio misurato in cui la figura “vive”
sono espressione della centralità
dell’uomo.
L’interesse per la figura umana si
approfondisce attraverso lo studio
dell’anatomia che arricchisce la
rappresentazione più naturalistica del
corpo umano e del volto.
SI RISCOPRE L’ARTE CLASSICA
Gli architetti usano colonne, archi,
lesene, come nei monumenti
dell’antica Roma:
gli ordini architettonici ricompaiono
negli edifici e nei dipinti, insieme
all’equilibrio delle opere classiche.
I soggetti mitologici si diffondono
sviluppando complessi significati
simbolici.
L’ARTE IMITA LA REALTA’
L’uomo del ‘400 crede che
l’arte debba imitare la
natura.
La visione dell’uomo come
misura e rapporto con la
natura e lo spazio
circostante, porta a
progettare ambienti con
geometrica proporzione.
La prospettiva esprime in
pittura questa esigenza di
definire lo spazio e di
rappresentare la terza
dimensione con regole.
UN NUOVO PRINCIPIO DI
PROGETTAZIONE
ARCHITETTONICA
Gli architetti ricavano dalle opere
antiche regole per un nuovo
criterio di progettazione.
Un metodo razionale basato sulla
proporzione. Nel Rinascimento
l’architettura assume un ruolo
chiave, poiché subisce un
profondo cambiamento:
ogni edificio viene costruito per
un utilizzo ben definito e non
solo per bellezza (derivata
dall’armonico equilibrio tra le sue
parti) o per celebrare un
personaggio importante, storico
o una famiglia potente.
LA CITTA’ IDEALE
La città diviene un punto di riferimento fondamentale, assume un ruolo importante
nella vita sociale in quanto viene visto come luogo in cui si manifesta l’operare
concreto dell’uomo;
si afferma il concetto di città ideale, poiché basata sugli ideali di armonia e geometria
degli spazi.
Viene introdotto il concetto di urbanistica (razionalizzazione degli spazi). Le antiche
città vengono riammodernate e rinnovate secondo gli ideali tipici dell’Umanesimo (=
uomo al centro del pensiero e dell’universo).
Così, artisti e manualisti producono una grande quantità di progetti di città ideale.
LA PITTURA DEL PRIMO
RINASCIMENTO
MASACCIO
Per primo applica in modo rigoroso il nuovo
linguaggio prospettico, rappresentando le
figure in uno spazio concreto e misurabile in
profondità.
La sua pittura è essenziale nelle forme e senza
ornamenti. Masaccio umanizza i suoi soggetti:
le figure solide fanno intuire un corpo sotto i
manti; il chiaroscuro è nitido, studiato su una
fonte luminosa immaginata come reale.
Tra le sue opere più importanti vi è la Trinità
dove utilizza le regole prospettiche
costruendo una composizione con vari piani di
profondità e uno spazio architettonico ispirato
a Brunelleschi.
Trinità 1427-1428
Affresco, 667x317 cm.
Firenze, Basilica di S. Maria
Novella
Nell’opera il punto di fuga, calcolato in funzione di
un osservatore posto a 9 mt. di distanza, è ai piedi
del Crocifisso determinando una visione dal basso
verso l’alto, dando così allo spettatore l’illusione di
una vera cappella, ricavata bucando il muro.
Se la cappella fosse reale, i personaggi sarebbero
fra loro ad una distanza simile a quella indicata
nella ricostruzione. La profondità dello spazio è
accentuata dal soffitto a lacunari della volta a botte.
BEATO ANGELICO
La sua figura rappresenta un significativo
momento di passaggio tra lo stile
medievale e quello rinascimentale.
Unisce il rigore mistico con il Naturalismo
dell’ Umanesimo fiorentino.
Egli utilizza la prospettiva e rappresenta gli
elementi della natura, con un raffinato
chiaroscuro.
Annunciazione 1440 c.a.
affresco 230x321 cm.
Firenze Museo di S. Marco
ANDREA MANTEGNA
Cognato di Giovanni Bellini e di formazione
Padovana, lavora molto alla corte dei Gonzaga a
Mantova , dove decora varie stanze del loro
palazzo.
Esperto conoscitore della prospettiva, la applica
sapientemente creando spesso effetti
illusionistici.
Egli con la sua pittura, evoca la grandezza
eroica dell’ antichità classica.
Dipinge figure solide e volumetriche,
anatomicamente perfette, come fossero statue
antiche alle quali spesso affianca frammenti
archeologici.
Per rendere più maestose le sue
rappresentazioni spesso usa la prospettiva dal
basso verso l’alto.
S. Sebastiano 1480 c.a.
Tempera su tela 257x142 cm.
Parigi, Museo del Louvre
CAMERA DEGLI SPOSI ( CAMERA PICTA ) 1465-1474
Presso la corte dei Gonzaga nel palazzo ducale di Mantova, Mantegna
decora ad affresco e con tempera a secco, La Camera degli sposi per
celebrare la famiglia del marchese Gonzaga.
È una stanza quasi cubica, le pareti e i soffitti sono dipinti in modo da
sembrare come se ci si trovasse al centro di un loggiato o di un
padiglione aperto verso l'esterno.
Sul soffitto si apre una finta finestra circolare da cui si vede il cielo.
All’interno e all’esterno di una balaustra le figure sono in scorcio come
mai prima d’ora.
È questa la più straordinaria prospettiva dal basso verso l’alto del
Quattrocento.
PIERO DELLA FRANCESCA
Autore del trattato sulla teoria
della prospettiva “De prospectiva
pingendi “, eleva la figura
dell’artista al rango d’intellettuale,
unendo l’ opera pittorica a concetti
teorici, indagando discipline care
agli umanisti come la matematica e
la geometria.
La pittura di Piero è caratterizzata
dalla luminosità dei colori puri e da
una rigorosa applicazione della
prospettiva. Le sue figure, spesso
immobili, sono collocate secondo
leggi armoniche, ottenute
attraverso rapporti matematici che
rispecchiano la perfezione del
Sacra conversazione
creato.
1473-1481
Tempera e olio su tavola
251x172 cm.
Milano Pinacoteca Brera
In questo dipinto , commissionato dal duca
Federico II da Montefeltro (Urbino) Piero
converge la prospettiva centrale verso il volto di
Maria, che assume così il massimo rilievo in
quantofulcrodellarappresentazione.
Un uso sapiente del chiaroscuro contribuisce a
determinare laprofonditàdellospazio.
La ricostruzione architettonica è tipicamente
Rinascimentale con evidenti rimandi all’arte
classica ed è talmente maestosa da diventare
protagonista dell’immaginealparidellefigure.
Una sapiente conoscenza dell’uso dei simboli
viene evidenziata nella collocazione di un uovo
di struzzo nell’ abside simbolo della nascita
miracolosa di Gesù (Immacolata Concezione)
maallusioneancheallarecentenascitadelfiglio
delduca.
L’ARCHITETTURA NEL
QUATTROCENTO
«Periodo di grande rinnovamento
culturale ed artistico»
L’architettura del 400 s’ispira a modelli
dell’arte classica antica (greca- romana)
ricercando ideali di armonia e equilibrio
riscoprendo e studiando antichi trattati
come “De architettura “ di Vitruvio e
scrivendone di nuovi (“ De re Aedificatoria”
L.B. Alberti) Gli edifici rispetto lo sviluppo
verticale gotico tendono alla ricerca di una
nuova bellezza fondata sulla proporzione
armonica delle varie parti e su una
decorazione sobria. Gli edifici venivano
progettati seguendo un disegno basato su
precise regole geometriche e come unità di
misura vengono adottati due figure
geometriche in particolare: il cerchio ed il
quadrato, riproposte secondo uno schema
modulare.
Leon Battista Alberti
S.Maria Novella
1456-1470
Firenze
I maggiori esponenti della prima
architettura rinascimentale, sono
Brunelleschi e Leon Battista Alberti.
Leon Battista Alberti
Brunelleschi
FILIPPO BRUNELLESCHI
L’artista che applica per primo i nuovi
principi rinascimentali è Filippo
Brunelleschi (1377-1446). Egli realizza nelle
sue opere le armonie e le proporzioni che
caratterizzano i monumenti dell’antichità,
studiati direttamente a Roma. Abbandona i
modi costruttivi dell’architettura
medioevale e adotta elementi classici:
arcate semicircolari a tutto sesto, timpani,
colonne doriche, ioniche e corinzie; Al
posto delle volte a crociera gotiche, usa
coperture piane e a cupola, con proporzioni
più armoniose, riprese dall’antica Roma.
La cupola diventa un elemento
caratteristico dell’architettura
rinascimentale e anche successivamente
verrà usata come simbolo della volta
celeste.
CUPOLA DI S.MARIA DEL FIORE
L’opera principale realizzata da Brunelleschi
è la cupola di S. Maria del Fiore a Firenze.
La chiesa terminata nel 1413 era priva di
copertura. Brunelleschi, partendo da un
attento studio del Pantheon a Roma,
elabora in modo innovativo una cupola di
copertura che andrà ad innestarsi sul
tamburo gotico di forma ottagonale già
esistente.
Filippo Brunelleschi
Cupola S. Maria del
Fiore. 1420-1436
diametro 45,5m.
Firenze
Brunelleschi progetta una struttura
autoportante, cioè in grado di
sostenersi da sola. La cupola secondo
il progetto è composta da due calotte
distinte, una sovrapposta all’altra; in
questo modo il peso della copertura
era diviso tra le due calotte e più
facilmente scaricabile sul tamburo.
L’idea rivoluzionaria fu quella di
formare uno sopra l’altro, una serie
di anelli concentrici autoportanti:
ogni cerchio una volta chiuso restava
compatto e faceva da base all’anello
superiore, evitando così l’uso di
un’armatura in legno all’epoca
irrealizzabile.
Il primo progetto eseguito da Brunelleschi è lo Spedale degli Innocenti, prima opera
rinascimentale ispirata al mondo classico. Lo Spedale degli Innocenti ideato per curare e
allevare i bambini orfani o abbandonati e dar loro un mestiere,fu edificato al tempo della
Repubblica fiorentina per volontà dell'Arte della Lana, che lo finanziò interamente, e
affidato a Brunelleschi, che qui realizzò un esempio armonico e razionale di architettura. Il
Portico è caratterizzato da arcate a tutto sesto su colonne corinzie. L’altezza delle colonne
e l’ampiezza degli archi sono regolate da rapporti geometrici basati sul quadrato e sul
cerchio considerate figure ideali. Particolare attenzione viene data agli elementi di
sostegno e alla decorazione, colonne capitelli, archi, e cornici sono in pietra serena grigia
a rilievo sull’intonaco chiaro.
IL TEMPIO MALATESTIANO
• La facciata si ispira ai grandi archi
trionfali;
• Il portale è inquadrato da nitide
cornici;
• Come i tempi classici, esso poggia
su un basamento;
• Gli archi in sequenza sui fianchi
dell’edificio ricordano quelli degli
acquedotti romani;
• Secondo il progetto, una cupola
avrebbe dovuto sormontare la
chiesa, ad immagine del
pantheon.
LA PITTURA DEL CINQUECENTO
MICHELANGELO BUONARROTI (1475-1564)
E’ un artista poliedrico: scultore, pittore, architetto,
poeta. Opera alternativamente a Firenze e a Roma
presso i papi ( in particolare Giulio II e Paolo III) che
gli affidano prestigiosi incarichi, tra i quali la
decorazione della volta della Cappella Sistina e
circa 28 anni dopo, la parete di fondo della
medesima cappella, con il il Giudizio Universale.
Egli viene descritto come un uomo chiuso, dalla
personalità tormentata e inquieta, irascibile, avaro e
geniale, assorto in un lavoro solitario,in continua
ricerca interiore.
È la figura dominante di tutto il cinquecento, il
principale interprete del culmine e della crisi dei
valori del Rinascimento.
Egli sintetizza i suoi valori esprimendosi con un
linguaggio monumentale guidato da un’intensità
espressiva, ricercando sempre l’armonia e la
perfezione delle forme.
LA VOLTA DELLA CAPPELLA SISTINA
Nel 1508 papa Giulio II incarica
Michelangelo per il restauro della
cappella Sistina. L’artista riproduce una Ebrezza di Noè
finta architettura che collega le scene
Diluvio universale
bibliche e le figure isolate,
ordinandole secondo un preciso
dal paradiso
terrestre
svolgimento narrativo e simbolico. La cacciata
La creazione
di Eva
Sacrificio di Noè
Nelle lunette e nelle vele che segnano
La creazione
strutturalmente il passaggio tra
la volta di Adamo
La separazione della luce dalle tenebre
e le pareti sono raffigurati i progenitori
La separazione delle acque dalla terra
di Cristo.
La creazione degli astri
Nei pennacchi, che sembrano dei troni
sono rappresentati i profeti e le Sibille;
nei quattro pennacchi angolari si
trovano quattro episodi fondamentali
della storia di Israele;
Nella parte centrale sono
rappresentate , in nove riquadri, le
Storie della Genesi, inquadrate dalle
possenti figure degli ignudi, tra le quali
ricordiamo in particolar modo la
Creazione di Adamo.
CREAZIONE DI ADAMO
Dio, con la veste purpurea, è circondato da un gruppo d'angeli, ma al posto
degli stereotipati serafini e cherubini,vengono rappresentate delle figure reali,
impegnati in uno sforzo come per sollevare il nimbo e composti in vari
atteggiamenti.
Le mani non si toccano,ma il passaggio della vita
da Dio ad Adamo, viene rappresentato con l’energia vitale che Dio trasmette
all’uomo.
IL GIUDIZIO UNIVERSALE
Il Giudizio Universale illustra il
momento in cui, nel giorno
della Resurrezione Cristo
decreterà la salvezza o la
dannazione degli uomini.
Egli rappresenta la scena con
più di quattrocento figure che
si agitano, piangono, lottano.
Non esprime più la bellezza e
la perfezione rinascimentale,
ma lo smarrimento disperato
dei personaggi.
Cristo Giudice, al centro della
composizione crea con il
movimento delle sue mani,
un vertiginoso turbinare, una
sorta di vortice, senza nessun
riferimento prospettico.
Michelangelo Buonarroti parete
della Cappella
Sistina.Roma1536-1541
Affresco1370x1200 cm
GIUDIZIO UNIVERALE
L’ opera è divisibile in tre zone
fondamentali: in alto nelle
lunette, gli angeli con gli
strumenti della Passione;
al centro, Cristo e la Vergine
tra i santi;
nella zona inferiore,a sinistra si
trovano i salvati mentre alla
destra i Dannati che andranno
all’inferno.
Nel dipinto le figure maschili
erano completamente
nude,ma dopo la morte di
Michelangelo la Chiesa decise
di coprire le parti intime dei
personaggi in parte rimosse
nel restauro degli anni ’90
RAFFAELLO SANZIO (1483-1520)
Più giovane di Leonardo e Michelangelo, ammira e studia le loro
opere,elaborando uno stile personale: la sua pittura è ricerca di perfezione e
armonia, nessun elemento dell’immagine prevale sull’altro,ricreando quasi una
realtàideale.
Le regole della prospettiva geometrica sono padroneggiate da Raffaello con
maestria per ricreare spazi vasti e profondi in cui collocare ordinatamente i
personaggideisuoisoggettisacri.AgliinizidelcinquecentolavoròaFirenze,dove
conobbepersonalmenteLeonardoeMichelangelo.
Eglis’ispiraaLeonardonelladolcezzadellefigureedelpaesaggio,ancheseisuoi
dipintinonrilevanomaiunatendenzaall’osservazionescientificadellanatura.
L’esempio di Michelangelo, invece, si riconosce nel modo di definire l’anatomia
delle figure, che assumono pose anche molto articolate con forti torsioni del
bustorispettolegambe.
Dal 1508 fu a Roma, con papa Giulio II, dove affrescò per lui, alcune sale dei
palazziVaticani
Nelle sue opere fondamentale è l’equilibro dei colori, il chiaroscuro e la grande
capacitàtecnicanell’usodellapitturaaolio.
Scuola di Atene. 1508-1511 c. a.
Affresco 772x550 cm
Città del Vaticano, Palazzi Vaticani Stanza della Segnatura
Rappresenta il tema della Filosofia. Grandi uomini dell’antichità, matematici e filosofi, sono raffigurati
accanto ad artisti e personaggi contemporanei, per indicare l’unione tra saper antico e moderno. Le
figure di Platone e Aristotele, poste al centro dell’opera, rappresentano i principali sistemi filosofici del
pensiero rinascimentale.
La scena è ambientata in una solenne architettura, con volte a botte cassettonate, che richiama
l’architettura di Roma antica, riprendendo gli studi del Bramante.
L’uso della prospettiva è segnalato dal decrescere degli archi posti in successione con
il punto di fuga posto tra i due filosofi, che assumono così massimo risalto.
La luce costituisce un elemento fondamentale: una luminosità intensa e chiara
esalta le forme, accentua la nitidezza dei colori, crea profondità di spazio.
Le figure sono ben modellate, gli atteggiamenti vivaci e animati; la scena è descritta
in modo equilibrato e armonioso, con attenzione alle proporzioni e al rigore
prospettico.
Scuola di Atene
Platone (ritratto di
Leonardo) e Aristotele
Raffaello autoritratto
Eraclito (ritratto di Michelangelo)
Euclide(ritratto Bramante)
MADONNA SISTINA
Raffaello realizza diversi quadri a soggetto
religioso. Secondo l’uso rinascimentale, la
Madonna è bella e giovane e gioca o tiene il
figlio in braccio; ma Raffaello, riesce, con la
sua pittura a umanizzare la madre di Gesù,
colmandola di sentimento e calore.
Le figure rispettano l’impostazione
tradizionale piramidale ma, incorniciate da
pesanti tende aperte come un sipario
teatrale, coinvolgono immediatamente lo
spettatore rendendolo partecipe attraverso
un gioco di sguardi ancora inusuale per
l’epoca. Non è la visione del divino da parte
dei devoti, ma il divino che appare e va
verso i devoti.
Al centro, si affacciano due squisiti angioletti
pensosi, tra le realizzazioni più popolari di
Raffaello, spesso riprodotti come soggetto
indipendente.
Sacra Conversazione, 1513-1514
Olio su tela 265x196cm
Gemäldegalerie di Dresda.
Particolare Sacra Conversazione, 1513-1514
Olio su tela 265x196cm
Gemäldegalerie di Dresda.
LEONARDO da VINCI (1454-1519)
Leonardo è stato pittore, scultore, musico e
matematico, scienziato, ingegnere e architetto.
Per lui la pittura è l’arte per l’eccellenza, quella
che può studiare la natura con la massima
fedeltà.
Per esprimere i moti dell’animo egli si
esercita,attraverso il disegno,sulle diverse
fisionomie ed espressioni e anche
sull’anatomia.
Per realizzare i volumi utilizza una tecnica
particolare di stesura del colore che viene
appunto,chiamata “lo sfumato leonardesco”,
con la quale l’artista evidenzia i volumi
eliminando i contorni del disegno.
Per descrivere meglio la natura Leonardo
utilizza la cosiddetta prospettiva aerea, tecnica
con la quale, per rendere la profondità dello
spazio schiarisce progressivamente i colori dello
sfondo all’aumentare della distanza.
LA GIOCONDA
È l’opera più famosa di Leonardo e la più
nota in tutto il mondo.
L’artista vi ha lavorato per lungo tempo,
portandosela dietro nei suoi spostamenti
dall’Italia alla Francia.La donna del ritratto è
forse Monna Lisa, moglie del banchiere
fiorentino Francesco del Giocondo, da cui il
nome del dipinto.
Il dipinto è realizzato secondo le tecniche
leonardesche: l’uso della prospettiva aerea,
dove gli oggetti man mano che si avvicinano
all’orizzonte, assumono una minore
definizione e vi è una progressiva
diminuzione dell’intensità dei colori;
le velature: strati di colore molto diluito che
si sovrappone a una superficie già dipinta
per ricercare un’attenuazione del colore
steso in precedenza, o per armonizzare più
colori tra loro.
Gioconda 1503-1515 circa
Olio su tavola 77x53 cm
Parigi Museo del Louvre
LA VERGINE DELLE ROCCE.
La scena raffigura l'incontro tra il
piccolo Gesù e Giovanni Battista e si svolge
all’interno di una grotta in un umido paesaggio
roccioso, in cui dominano fiori e piante
acquatiche;
In questo dipinto sono presenti tre fonti di luce,
perché per Leonardo, la luce è presente in tutte
le particelle dell’atmosfera, e per creare un
effetto naturale tramite la tecnica pittorica dello
sfumato, Leonardo capì che una sola fonte di
luce avrebbe creato dei contrasti troppo netti.
Egli mise quindi più fonti d’illuminazione: una
davanti al dipinto ad illuminare le quattro
figure, ed altre due più deboli, sulle aperture nel
fondo della grotta.
L’artista ricreava così, con leggeri mutamenti
verso toni più chiari, o più scuri, le stesse
variazioni di luminosità che si avvertono quando
si guarda un paesaggio reale.
Vergine delle rocce,1483-1486
Olio su tela 123x198 cm.
Parigi, Museo del Louvre
Leonardo da Vinci 18431846 Bartolomeo
Scorione Musée du
Louvre di Parigi
Olio su tavola199x122 cm
MICHELANGELO
Prende esempio dall’architettura di Brunelleschi, ma i suoi progetti sono caratterizzati
da una grandiosità e una plasticità nuove, in quanto tende ad esaltare il volume e il
forte rilievo.
Le sue opere si distinguono per le soluzioni originali adottate: egli rielabora
criticamente il linguaggio classico mettendo in discussione i valori considerati ormai
stabili, come gli ordini architettonici.
Lavora prima a Firenze realizzando la Biblioteca Laurenziana e la Sagrestia Nuova di
San Lorenzo, a Roma realizza la Cupola della Basilica di S. Pietro e la Piazza del
Campidoglio
LA CUPOLA DI SAN PIETRO
Nel 1546 con papa Paolo III a Roma
nella città del Vaticano,
Michelangelo diventa responsabile
della Fabbrica di San Pietro, per il
rinnovamento dell’antica Basilica,
una delle chiese più importanti della
cristianità, poiché costruita sulla
tomba di Pietro.
L’ artista interviene progettando la
cupola e la zona absidale. L’iniziale
progetto , voluto da papa Giulio II,
del Bramante aveva già subito
numerose variazioni.
Michelangelo riafferma con forza la
primitiva idea dell’impianto
centralizzato, proponendo
nuovamente un edificio a croce
greca,inscritto in un quadrato.
Michelangelo-1546Cupola S. Pietro-Roma-
Bramante
San Pietro
All’incrocio tra i due bracci s’innalza il
tamburo, in cui si aprono fra coppie di
colonne corinzie , grandi finestre che
illuminano l’interno absidale della chiesa.
In corrispondenza delle doppie colonne del
tamburo si innestano i costoloni sporgenti
della cupola. In alto i costoloni si riuniscono
nella lanterna, in cui è ripreso il motivo delle
doppie colonne.
Esse creano un ritmo serrato e regolare,
animando con il loro chiaroscuro la
superficie architettonica.
E’ una delle più importanti opere di
Michelangelo, portata a termine però da
Giacomo Della Porta che l’alzo di circa 10
metri rispetto al progetto di Michelangelo
facendole perdere la forma rotondeggiante
nel 1588-1590. .
GIULIO ROMANO
Giulio Romano, architetto e pittore è un perfetto interprete del linguaggio
rinascimentale. Nasce nel 1499 e la sua opera più conosciuta è il palazzo Te.
La sua carriera inizia a Roma come allievo di Raffaello Sanzio .
E’ stato un grande pittore nella corte di Francesco II Gonzaga a Mantova.
In fine muore a Mantova nel 1546 , la sua morte gli impedì di ritornare a Roma
per divenire primo architetto della fabbrica di san Pietro.
Collaborò con il maestro nelle sue grandi imprese pittoriche come gli affreschi
della villa Farnesina, delle Logge e delle Stanze Vaticane.
PALAZZO TE-MANTOVA (1532-1535)
Il palazzo del Te, costruito per volere dalla
famiglia Gonzaga appena fuori Mantova, è
un’elegante villa progettata e decorata da G.
Romano.
Egli riveste le sale della villa con grandi
affreschi dal soggetto mitologico.
Sorprendente è la Sala dei Giganti, così
chiamata perché vi è raffigurata la sconfitta
dei Giganti da parte degli dei del monte
Olimpo. Nella sala è descritto il momento
drammatico in cui Giove fa precipitare i
Giganti tra i massi.
La villa ha elementi classici e moderni come le
colonne ,logge ad archi e sequenze di finestre
a motivo Serliano.( è una grande finestra con
un arco centrale e due aperture laterali
separate da colonne; questo motivo conobbe
grande fortuna nel 500).
DONATO BRAMANTE (1444-1513)
Bramante è considerato, insieme a
Michelangelo e a Raffaello, una delle
maggiori personalità artistiche del
Rinascimento italiano.
Coniugando gli ideali formali dell'antichità
classica con quelli dell'arte cristiana,
attinse a una monumentalità che aprì la
strada al più elaborato stile barocco del
secolo seguente.
Fu attivo prima a Milano, condizionando lo
sviluppo del rinascimento lombardo e poi
a Roma dove progettò, oltre alla basilica di
S. Pietro che non fece in tempo a
realizzare, il più grandioso tempio del
cristianesimo: il Tempietto di S. Pietro in
Montorio.
TEMPIETTO DI S.PIETRO IN MONTORIO ROMA1502-1509
Questa costruzione, simbolo del cinquecento,
viene assegnata a Bramante dal Re di spagna.
È un piccolo edificio-monumento, costruito
sul luogo del martirio del santo.
La costruzione a pianta centrale e forma
cilindrica, è uno dei principali esempi
dell’architettura rinascimentale.
Il tempietto è costituito da un colonnato
circolare e delimitato da una sola fila di
colonne di ordine dorico-tuscanico
sormontato da una cupola che poggia su un
alto tamburo.
Con questo progetto Bramante, pensava di
rappresentare simbolicamente la città ideale:
Roma, un tempo fulcro della storia antica,
diventava centro della cristianità.
S.PIETRO ROMA
La basilica di S. Pietro, doveva essere rinnovata perché vecchia e i
lavori furono affidati a Bramante che riuscì a progettarla ma non a
vederla terminata.
Dei suoi progetti è rimasto il famoso piano pergamena che
proponeva un piano centrale e a croce greca con al centro una
grande cupola con altre quattro croci greche.
LA PITTURA VENETA
ARTISTI ED OPERE
Caratteristica della pittura veneta è il perfezionamento della tecnica della
pittura ad olio, sviluppata dagli artisti fiamminghi, che permette una gamma
di sfumature di colore molto vasta.
Altro aspetto importante è l'attenzione naturalistica del paesaggio che
raggiungerà a Venezia il più alto risultato dell’intera storia rinascimentale.
Si parla infatti a Venezia di “pittura atmosferica”data dall’uso di colori caldi,
evitando contrasti acuti e realizzata, attraverso l’uso di sfumature e velature,
cercando di ricreare una continuità cromatica e luminosa, detta tonalismo, o
pittura tonale, tecnica artistica tipica della tradizione veneta del XVI sec.,
legata a una particolare sensibilità del colore.
Con la graduale stesura del colore in velature sovrapposte si ottiene,
essenzialmente, un morbido effetto plastico e di fusione tra soggetti e
ambiente circostante. Il colore inoltre è l'elemento principale che determina
il volume e la scansione dello spazio.
Avviene quindi un abbandono del disegno e delle linee di contorno affidato
interamente ad una sapiente calibrata orchestrazione del colore mettendo
così in netto contrasto la scuola veneziana/veneta a quella fiorentina, basata
sul "primato del disegno”.
GIOVANNI BELLINI (1430c.a.-1516)
Bellini è l'artista di svolta della pittura
veneziana.
Determinante fu l'incontro con Andrea
Mantegna da cui apprese il modo di dare
risalto alle figure mediante il colore e le linee
nette.
Bellini rappresenta la natura,delicata e
armoniosa nella quale l'uomo si inserisce
senza contrasti fondendosi in essa.
Egli inoltre, rappresenta la profondità dello
spazio con la prospettiva cromatica: le distanze
sono rese attraverso la gradazione di toni di
colore,con una prevalenza di valori freddi in
lontananza più caldi e brillanti in primo piano.
PALA DI S.ZACCARIA
Nel xv sec. si cambiò il modo di
realizzare le pale d’altare, al posto dei
polittici si affermò l’uso di una tavola
unica dipinta.
Bellini rispettoso delle innovazione
rinascimentali dipinge diverse pale
d’altare, aventi come soggetto la Sacra
Conversazione: Maria con il Bambino,
circondata da santi, come nella Pala di
S. Zaccaria. I santi sono assorti e
indifferenti alle melodie dell’angelo
musicante;
s’intravede appena una natura ai lati
della finta architettura, che sembra
accompagnare l’armonia dell’insieme.
Vi è una perfette fusione tra spazio,
natura, figure e architettura, tramite la
luce e il colore.
Pala di S.zaccaria 1505
Tela trasportata su tavola5x2,35 m.
Venezia, Chiesa di S. Zaccaria
GIORGIONE (1478-1510)
Iniziatore del rinnovamento della pittura veneta
del Cinquecento, è il primo importante
esponente della pittura tonale.
Nei suoi dipinti vi è un interesse particolare per
la rappresentazione del paesaggio, spesso
preminente rispetto ai personaggi.
Egli non punta ad una resa realistica dello
spazio, ma ricerca soprattutto la riproduzione
più esatta possibile della luce e dei suoi effetti.
Le sue opere sono per la maggior parte di
soggetto allegorico: il loro significato resta per
noi in parte sconosciuto e misterioso, perché
dense di riferimenti letterari, ai quali oggi è
difficile risalire.
LA TEMPESTA
È considerato il primo quadro
dipinto interamente con il
colore, senza nessun disegno
preliminare. Esso ricava le forme
dalle masse del colore,
armonizzandole con la luce
attraverso l’assegnazione di un
tono dominante.
Gli elementi del paesaggio sono
semplificati e non sono resi in
modo realistico. L’atmosfera
quasi irreale del quadro ha
stimolato gli studiosi a
formulare ipotesi sul significato
dei diversi elementi della
composizione, tutt’oggi ancora
enigmatici.
La Tempesta1505-1508 c.a.
Olio su tela 82x73 cm.
Venezia, Gallerie dell’Accademia
TIZIANO VECELLIO (1473/1490-1576)
Allievo di Giorgione, rispetto al suo maestro,
predilige composizioni più dinamiche e ricche di
forti contrasti fra luce ed ombra.
La sua pittura sacra è considerata rivoluzionaria
per le inquadrature in scorcio e la gestualità
convulsa delle sue figure.
Tra i suoi colori, intensi e molto caldi, spicca l’uso
di una tonalità di rosso che diventerà una
caratteristica dell’artista e sarà chiamata rosso
Tiziano.
Ai caratteri di naturalismo e armonia propri
dell’arte rinascimentale, unisce i colori brillanti e
luminosi della pittura tonale e i soggetti di
carattere allegorico e mitologico propri di
Giorgione.
ASSUNTA
Questa pala d’altare, rivela la volontà
di Tiziano, di rinnovare il modo di
concepire l’impostazione compositiva
dei dipinti destinati agli altari: la scena,
rispetto al passato, è complessa e
carica di un intenso vigore emotivo.
L’opera è infatti organizzata in tre
registri: in basso vi sono gli apostoli in
pose concitate, la Vergine è in piedi
sulle nuvole circondata da cherubini,
in alto Dio.
Sbalordiscono i forti scorci con cui
sono ritratti i personaggi e l’intensa
luce dorata che raggiunge la massima
intensità sopra la testa della Madonna.
I toni caldi del rosso hanno funzione
unificatrice perché ripetuti nei tre
livelli della composizione.
Assunta 1516-1518
Olio su tavola 690x360 cm.
Venezia, S. Maria dei Frari
L’ARCHITETTURA VENEZIANA
DAL GOTICO AL
RINASCIMENTO
L’ architettura veneziana, precedentemente ai primi “edifici
rinascimentali”, sviluppò uno stile caratteristico che è stato
definito gotico veneziano.
L’architettura gotica a Venezia si affermerà piuttosto tardi,
rispetto ad altre città italiane, ma a Venezia culminerà nello
splendido gotico fiorito valorizzato dagli effetti provocati dal
riflesso dell’ acqua
Ca’ d’oro 1421
IL GOTICO FIORITO
• Il gotico veneziano è caratterizzato dai loggiati delle case-fondaco con
colonne sottili e slanciate, archi a sesto acuto spesso polilobati con fasce
traforate, spesso definite “trine” o “merlettature
Archi polilobati a
Palazzo Arian Cicogna xIV sec.
Le facciate sono
decorate con intarsi
marmorei
Facciata
di ca’ bernardo XV sec.
Queste composizioni si diffonderanno
nei palazzi lungo il Canal Grande
Palazzo Giustinian e Cà foscari XV sec
Chiesa dei Frari (1433)
San Giovanni e Paolo
1430
Chiesa dei Carmini XIII-XIV sec.
si sviluppò comunque anche il
caratteristico tipo veneziano
di copertura trilobata a “carena di
nave” alla quale si rifece
l'architetto
Mauro Codussi per il
coronamento delle sue ben note
chiese rinascimentali
Chiesa di San Giovanni in Bragora XV sec.
IL PRIMO RINASCIMENTO VENEZIANO
La Porta Magna dell’Arsenale è considerata il primo episodio compiutamente
espresso nel nuovo linguaggio classico
Porta Magna dell’Arsenale, 1460
(attribuita ad Antonio Gambello)
Part. Dei capitelli “di recupero”
veneto-bizantini
ma il primo Rinascimento a
Venezia conserverà ancora
gli elementi architettonici e
decorativi tradizionali,
Tra i rappresentanti più noti di
questa nuova architettura fu
Pietro Lombardo (Carona 1434
c.a. – Venezia 1515) il
capostipite di una famiglia di
”tagiapiera” lombardi molto
attivi a Venezia
Mauro Codussi (Lenna, 1440 –
Venezia, 1504), lombardo
anch’esso, la cui attività risultò
fondamentale nel primo
Rinascimento veneziano.
Chiesa di S.Maria dei Miracoli
Pietro Lombardo, 1481-1494
Chiesa di S.Maria dei Miracoli
Pietro Lombardo, 1481-1494
Particolari della facciata
MAURO CODUSSI
Egli fu il primo artista a
trovare una sintesi tra il
decorativismo gotico
veneziano e le severe e
armoniose forme
fiorentine.
Grazie alla costruzione
delle chiese San Michele
in Isola e S.Giovanni
Grisostomo, Codussi
cominciò a mostrare , per
la prima volta a Venezia ,
l’intenzione di dare una
maggiore regolarità e
armonia allo schema
architettonico secondo i
criteri rinascimentali .
Venezia Chiesa di San Michele in Isola 1469-1478
CHIESA DI S. ZACCARIA
L’attività del Codussi fu molto
intensa e partecipò alla
realizzazione di molti edifici
La attuale chiesa di S. Zaccaria
è il frutto di diversi interventi
venendosi
a configurare come la fusione di
elementi
gotici e delle nuove forme
rinascimentali
Chiesa di S.Zaccaria (1444-1500)
Antonio Gambello e Mauro Codussi.
Inizialmente era in forme tardo gotiche,
come è visibile nella parte basamentale.
Il Codussi vi sovrappose una serie di
ordini classici sviluppati in larghezza e
coronati da motivi curvilinei
Chiesa di S.Zaccaria
Part.della parte superiore
All’interno le colonne di tipo
rinascimentale poggiano sui plinti ottagonali che
dovevano essere la base di pilastri gotici.
Anche nella scuola grande di S.Marco abbiamo un intervento del Codussi al
quale è attribuita la parte superiore del prospetto e il caratteristico coronamento
curvilineo.
La parte inferiore è invece opera del Lombardo di cui si riconosce l’abilità decorativa.
Venezia Scuola Grande di San Marco
P. Lombardo, M. Codussi 1485- 1495
I nomi dei due artisti li ritroviamo ancora
assieme nella famosa torre dell’orologio
in piazza S.Marco
La torre realizzata inizialmente da
Codussi venne poi affiancata dalle
due ali laterali realizzate sotto la guida
del Lombardo
Torre dell'orologio 1496-1506
M.Codussi e P.Lombardo
CHIESA DI S. MICHELE IN ISOLA
La chiesa di S. Michele è il prototipo
delle chiese di Codussi che si diffuse
poi a Venezia e nei suoi domini.
La facciata è tripartita attraverso l’uso
di lesene, il coronamento è costituito
da un timpano semicircolare e
contrafforti curvilinei.
M. Codussi,
Chiesa di S. Michele in Isola 1469-1478
Un’altra opera di grande importanza del Codussi è il palazzo Vendramin Calergi,
oggi sede invernale del Casinò.
E’ un opera tarda in cui Codussi dimostra di avere piena padronanza del linguaggio
classico.
M.Codussi
Palazzo Vendramin Calergi 1481 1509
VENEZIA CINQUECENTESCA
E’ in questo secolo che si manifestano i segni di un Rinascimento maturo che si affaccia
con ritardo, rispetto ad altre città italiane, sulla laguna.
Protagonista di questa trasformazione fu il Sansovino soprattutto con i suoi interventi
nell’area marciana (la Zecca, la Loggetta, la Libreria Marciana )
Un altro grande episodio del Rinascimento veneziano è il rinnovamento del complesso
benedettino sull’isola di S,Giorgio ad opera del Palladio.
Jacopo Tatti detto il Sansovino nasce a Firenze il 2 luglio 1486 fu il
massimo architetto della Repubblica di Venezia dal 1529 fino alla morte.
Jacopo Sansovino fu il primo architetto nella città dei canali ad introdurre
lo stile monumentale del rinascimento maturo, sebbene adattato alle
caratteristiche architettoniche della città di Venezia, fino ad allora
dominata dallo stile ornato e minuzioso di Codussi.
Loggetta del Sansovino
Venezia campanile di S. Marco
La nuova Zecca rientrava nei piani di un grande rinnovamento dell’area marciana
in cui il Sansovino era “proto supra le fabbriche di S.Marco.
Sansovino
Zecca in primo piano
Libreria_Marciana sansovino 1536 1545
Realizzata per custodire ricche raccolte antiquarie fra cui quella del cardinal Bessarione
Scandita da doppio ordine di semicolonne , è conclusa con un elaborato fregio con
festoni e da un attico di ascendenza classica.
Sansovino,
Libreria Marciana 1537 1554
IL RATTO DELLE SABINE
IL DAVID
DONATELLO
LA PIETA’
I CROCIFISSI DI DONATELLO e BRUNELLESCHI
Giambologna
IL RATTO DELLE SABINE
IL RATTO delle
SABINE
Data di realizzazione :
1579 – 1583
Destinazione d’uso :
Decorare una
fontana
Ubicazione :
Firenze -Loggia dei
Lanzi
Altezza :
410 cm
L’opera raffigura un episodio
leggendario della storia di Roma . In
esso si narra di come Romolo abbia
invitato a banchetto il popolo dei
Sabini e abbia rapito
successivamente alcune ragazze ,
con l’intento di popolare la città
appena fondata .
L’opera è composta da tre
personaggi :
-un uomo inginocchiato , con la
mano sul volto in segno di sorpresa;
-quest’ultimo è sottomesso ad un
altro uomo , in piedi colto
nell’attimo di afferrrare una donna;
-una donna che tenta invano di
divincolarsi .
LA PIETA’ di
MICHELANGELO
Data di realizzazione :
1497-99
Destinazione d’uso:
Decorazione chiesa di
S. Petronilla-Siena
Ubicazione:
Basilica di S. Pietro Vaticano
Dimensioni:
altezza 174 cm
larghezza 195 cm
profondità 96 cm
LA PIETA’
La pietà è fondata su una
compostezza ed un equilibrio
ideali . Le figure di Cristo e di
Maria sono perfettamente
levigate;lo splendore dei volti e la
perfezione dei corpi sembrano
affermare il superamento della
dimensione umana e del dolore
stesso . Michelangelo applica uno
schema piramidale accentuato
dalla veste di Maria.
Ella,ripiegandosi leggermente
indietro,si oppone al peso del
figlio costituendo così uno
schema compositivo unitario.
Il David di Donatello , Michelangelo e
Verrocchio
QUESTE TRE STATUE RAPPRESENTANO
IL GIOVANE PASTORE CHE , DURANTE LA
GUERRA TRA EBREI E FILISTEI , AVEVA
SCONFITTO , ARMATO SOLAMENTE DELLA
PROPRIA FIONDA IL GIGANTE GOLIA .
Il DAVID di
Michelangelo
Data di realizzazione :
1501-1504 circa
Destinazione d’uso:
Festeggiare la Repubblica
Fiorentina
Ubicazione:
Inizialmente collocata a
Piazza della Signoria a
Firenze , adesso è
conservata nella Galleria
dell’Accademia sempre
nella medesima città
Dimensioni:
h 410 cm -> 517
comprendendo il
piedistallo
Il fanciullo è rappresentato nel
momento che precede
l’azione : egli studia il nemico
guardando fisso davanti a se.
Egli è composto:è presente la
ponderazione della statuaria
greca classica e una resa
dettagliata della muscolatura.
Michelangelo ha voluto
esprimere la superiorità della
ragione e della sua forza
morale. La statua infatti fu
collocata davanti Palazzo
Vecchio a Firenze per
simboleggiare i valori civili
della città.
Il David
di
Donatello
Data di realizzazione:
1440 circa
Destinazione d’uso:
Celebrazione delle nozze di
Lorenzo il Magnifico
Ubicazione :
Museo nazionale del
Bargello
Dimensioni:
h 158 cm
diametro 58 cm circa
IL TUTTOTONDO
Il David è la prima scultura a
tutto tondo di una figura
maschile nuda a grandezza
naturale dai tempi
dell’antichità . Questa
statua è fatta in modo che
lo spettatore possa
ammirarla girandoci
intorno da ogni lato .
LA SPADA
Il giovane è raffigurato con
una lunga spada nella mano
destra , mentre nella sinistra
si nota il sasso usato per
uccidere il gigante , la cui
testa si trova ai piedi del
David .Egli inoltre non ha
bisogno di armature poiché
protetto dalla Volontà
Divina .
LA LUCE
La superficie bronzea
liscia e levigata permette
uno straordinario gioco di
luce, che mette in risalto
le decorazioni dei
gambali, i capelli ma
soprattutto la precisione
con cui l’autore ha saputo
riprodurre il corpo umano
(il volto , le mani , le
ginocchia ecc.)
IL VOLTO
Lo sguardo pensieroso
esprime la
consapevolezza della
vittoria ottenuta , ma
anche un certo
turbamento per la lotta
appena conclusa .
LA COMPOSIZIONE
La composizione è
impostata su linee
curve che si
contrappongono tra
loro equilibrandosi :
ciò dà l’idea del
movimento .
Il DAVID del
Verrocchio
Data di realizzazione:
1472-1475
Committente:
Famiglia De’Medici
(fratelli Lorenzo e
Giuliano)
Ubicazione:
Museo del Bargello Firenze
Dimensioni:
h 126 cm circa
• Con la testa del gigante Golia ai
piedi, Davide si erge vittorioso con
una posa fiera ed elegante,
dolcemente ancheggiante sulla
destra, bilanciata da il braccio
appoggiato in vita e dalla testa
girata a sinistra. Nel braccio destro
invece tiene la spada, che scarta
verso l'esterno. Lo spazio viene
quindi occupato in maniera
complessa e sollecita molteplici
punti di vista da parte dello
spettatore.
• Lo sguardo è sfuggente, rivolto
vagamente di lato, e con il sorriso
appena abbozzato genera una
sfumatura espressiva di spavalderia
adolescenziale, che testimonia un
inedito interesse verso le
sottigliezze psicologiche.
I due Crocifissi
Il Crocifisso di Donatello
Il Crocifisso di Brunelleschi
Il CROCIFISSO di Donatello
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L`arte nel Rinascimento [e]