Seminario del 3 e 8 giugno
2010 a Genova e Torino
Il finanziamento degli investimenti
pubblici a cura del
Dott. Luigi Naldoni
Generalita’
• Solo negli ultimi anni con il lento processo di
trasformazione della P.A, si è reso possibile
adottare nello studio della stessa un approccio
tipico dell’economia aziendale accanto ai
tradizionali studi prettamente giuridici
• Si è passati quindi dalla centralità
della norma
• Alla logica del perseguimento dei
risultati
segue
• la centralità della norma
postulava:• Rispetto del corretto adempimento degli atti
• la separazione dell’attività amministrativa da
quella di governo
• la neutralità della Pubblica Amministrazione
nel perseguimento degli obiettivi
segue
• Quindi rapporto rigido con il cittadino
P.A
Cittadino
• Rapporto verticale e non partecipativo
segue
•
•
•
•
•
Ma a partire dagli anni settanta si è reso necessario un mutamento
nelle modalità dell’intervento pubblico a ragione di tre fattori
importanti:
La grave crisi economica con il,passaggio ad una visione diversa
ed alla teorizzazione della new economy e all’incipiente
globalizzazione
Nuovi valori sviluppatisi nella società
Una grave crisi fiscale dello Stato
La consapevolezza che lo sviluppo economico è legato ai luoghi e
non può sopportare dirigismi eccessivi: quindi esigenza sempre
più pressante di decentramento amministrativo e funzionale
La new economy- ovvero l’incertezza
al comando
La più comune conseguenza dell’era della globalizazzione, l’internazionalizzazione
dei commerci e l’incessante sviluppo delle telecomunicazioni è l’avvento di un
notevole grado di d’incertezza in campi prima ben delimitati quali la stabilità
relativa del commercio, dei luoghi di produzione, dei flussi monetari e della
mobilità dei popoli
•
•
•
Quindi l’unica certezza che ci rimane è la costante crescita dell’incertezza
I politici e gli imprenditori hanno perciò sempre meno tempo per adottare
politiche e risposte adeguate alle domande che arrivano dai nuovi tempi
Nella new economy occorrono diverse e più flessibili risposte pubbliche
specialmente a livello locale
• Il settore pubblico dovrà imparare e digerire alla svelta i metodi
manageriali del privato e dalla velocità con cui ciò avverrà dipenderanno i
successi o le catastrofi in sede di competitività dei vari territori
Segue
Stante tuttociò, occorreranno molto tempo ed alcuni costi sociali ai territori
per mettersi al passo con i metodi manageriali del Sistema privato
Per cui il problema principale da risolvere non sarà solo quello di un
maggior flusso di sussidi elargiti dall’alto, ma:a)dall’abilità dei vari territori di generare flussi finanziari ed assicurae una solida base
fiscale
b)lo sviluppo locale sarà sempe più fondato su di un processo di apprendimento collettivo tendente a ottenere il meglio dal territorio geografico e
dalle risorse umane ivi presenti
c) In un mondo che tende a globalizzare tutti i suoi aspetti economico-sociali, il livello
locale diventa sempre più importante
d) Si avrà innovazione tutte le volte che un prodotto od un nuovo servizio viene
immesso sul mercato- Ciò vale sia per il settore privato che per quello pubblico
Opportunità e rischi di una società
globale
• Tratti principali della società globalizzata
•
•
•
•
•
•
•
E’ una società dell’informazione
E’ un economia di mercato globale
Il ruolo centrale è quello delle imprese
La competizione è tarata sul ruolo dei paesi emergenti
Risparmio gestito
Innovazione tecnologica e finanziaria
Politiche monetarie e di bilancio che tendono alla stabilità
•
Ridefinizione del ruolo dello Stato in economia
–
–
•
•
•
Da funzioni di produttore a regolatore
Da grande assicuratore a mantenimento di condizioni di stabilità finanziaria e monetarie
Potenti pressioni demografiche e migratorie
Forti tensioni geopolitiche
Gravi e crescenti problemi dell’ambiente
segue









Aspetti economico finanziari
Riduzione del ruolo dello Stato e delle autorità monetarie nell’assumersi direttamente i rischi di
ultima istanza
I governi recedono dal ruolo di 0peratori optando per gravi processi di privatizzazione gestiti
con il sistema finanziario in molti casi oggetto degli stessi processi
Le decisioni economiche, anche strategiche tendono ad assumere connotati microeconomici
La collocazione nel tempo e nello spazio del risparmio è sempre più assunta da operatori
specializzati
Il risparmio gestito e la nascita e l’affermarsi di grandi gruppi finanziari e industriali rendono
labili i confini fra macro e micro processi economici
L’innovazione economica finanziaria e gestionale consente di identificare misure e gestire i
rischi
L’impresa per sopravvivere ed essere competitiva elabora ed utilizza nuove e potenti tecniche
gestionali rivolte a creare valore sostenibie, gestione del rischio ed allocazione dinamica del
capitale
La governance imprenditoriale assume un ruolo cruciale per monitorare e sollecitare la
creazione di valore sostenibile
La società globale e l’Italia
opportunità ma anche rischi
la globalizzazione ha ridotto i benefici per le comunità sub-nazionali di
appartenere ad un singolo Stato: la competizione in un’economia globale
tende, infatti, a porsi come competizione tra sistemi regionali.
soggetti che operano all’interno del circuito economico sono inclini,
cioè,a cercare zone caratterizzate da condizioni ambientali che ne
favoriscano lo sviluppo:
agilità burocratica,
flessibilità dei fattori della produzione, equilibrio tra gli stessi,
possibilità di cooperazione tra imprese
Quindi:
la creazione e la gestione di simili condizioni è più facilmente
realizzabile a livelli sub-nazionali piuttosto che nazionali.
I livelli regionali e locali di governo possono favorire, in particolare, adeguati
“servizi reali” alle imprese: dalla formazione professionale, manageriale
e imprenditoriale, alla “infrastrutturazione” del territorio, alle reti
di approvvigionamento (idrico, energetico, ecc.), ai sistemi integrati di
trasporto e di comunicazione, al cablaggio e all’informatizzazione,
ai servizi di disinquinamento ai programmi integrati. dii riqualificazione
e rigenerazione urbana
Segue
Le decisioni di insediamento non dipendono ormai unicamente dall’ambiente
economico - appunto le infrastrutture, i servizi, la disponibilità e la
qualificazione del lavoro - ma anche a quello sociale eculturale. La qualità
delle “infrastrutture sociali” (scuole, università, formazione professionale,
servizi collettivi, ecc.), la coesione sociale, il dinamismo culturale diventano
componenti sempre più importanti dello sviluppo economico.
In epoca di globalizzazione e di riorganizzazione degli Stati nazionali, le
economie locali e regionali sono quindi chiamate a fronteggiare uno scenario
economico dai tratti sempre più instabili e competitivi. I rischi sono evidenti,
ma ci sono anche nuove opportunità
.
Gli strumenti tradizionali di regolazione non sono, infatti, più sufficienti per
raggiungere tali scopi specialmente in un quadro, come quello attuale,
caratterizzato da risorse pubbliche decrescenti.
Da ciò emerge la necessità di passare ad una strategia più
complessa e partecipata di governo dello sviluppo sperimentando
forme di governance capaci di coordinare i vari livelli istituzionali,
di dar vita a relazioni tra pubblico e privato di tipo innovativo e di
mobilitare le energie presenti nelle società locali.
Segue
In Italia tale situazione risulta ancora più complessa in quanto
Siamo all’interno di un forte momento di riforme istituzionali:
- l’attuazione della Riforma del Titolo V, con le sue luci e le sue ombre
-La prospettiva del federalismo fiscale approvato ma procrastinato in efficacia
a cinque anni
-La riforma di un efficace sistema di controlli
-L’esternalizzazione dei servizi
-La sudssidiarietà orizzontale
-Lo sviluppo della società dell’informazione
-La riforma della seconda parte del titolo V della costituzione;
-una nuova pubblica amministrazione che risponda ai canoni del new public
management
Le riforme sono basilari ma
non si fanno per le istituzioni ma per i cittadini
Come stanno cambiando le
politiche degli Enti
Politiche
tradizionali
Nuove
politiche
obiettivi
Riduzione disparità fra
regioni
Strategie per lo sviluppo
delle potenzialità locali
Strategie
prevalenti
strumenti
Politiche settoriali
basate su incentivazione
di imprese
Politiche locali integrate
a sostegno dei
miglioramenti del
contesto
Varie forme di
incentivazione
Finanziamento di
strategielocali orientate
alla competitività del
territ.
attori
Istituzioni centrali ( stato
o Regioni)
Sistemi locali di
governance
Cause di insufficiente sviluppo locale in
Italia- il Gap infrastrutturale
• Il grado di competitività di un territorio, secondo gli esperti
economici ( vedi ad esempio rapporto Svimez 2007) si determina
dall’analisi di quatttro aspetti fondamentali:•
adotazione di infrastrutture e reti
• bl’attitudine culturale alla ricerca e sviluppo per
l’innovazione
• cciò che si investe nella formazione e sviluppo di
risorse umane e la relativa qualità
• dla dinamicità economica del tessuto imprenditoriale
esistente
Segue
•
Secondo gli indici sintetici che attualizzano la situazione dei vari paesi europei in
ordine alle suddette caratteristiche, il nostro paese si presenta molto debole, con
profonde diversità fra nord e sud a costituire un economia quindi duale e nel
complesso in forte ritardo
• In particolare il gap infrastrutturale è andato allargandosi in questi
ultimi anni, anche se la situazione in europa è attualmente fortemente in
stallo
• Da un rapporto del 2008 dell’Union Camere durante la sesta giornata
dell’economia si rileva come tale Gap infrastrutturale sia cresciuto e sia
profondo.
Segue qualche esempio
La rete autostradale
• Nel 1980 avevamo una rete più estesa della Francia, lunga tre volte quella della
Spagna. Oggi la rete francese supera la nostra del 65% e quella spagnola del 75%! Non
solo: tra il 2000 ed il 2005 in Italia abbiamo aperto 64 chilometri di autostrade, contro i
1.035 della Francia e i 2.383 della Spagna.
– L’alta velocità
– La Francia possiede ben 1.893 Km di linee ad alta velocità, seguita dalla Spagna
con 1.552, dalla Germania con 1.300; mentre l’Italia, con soli 580 Km, possiede
attualmente una dotazione superiore solamente a quella del Belgio (120), e del
Regno Unito (113).
• La rete metropolitana
• Nel nostro Paese i km di binari presenti su tutto il territorio sono 230,
quando Madrid, da sola, ne ha 310, Parigi 213, Berlino 152, Stoccolma 100,
Barcellona 105, per non parlare dei 408 km di Londra.
segue
•
•
•
•
In estrema sintesii negli ultimi 10 anni è stato possibile destinare alla spesa per
infrastrutture, una quota pari solo allo 1,6% del PIL, contro una media del 2,6%
negli altri paesi dell’Unione Europea e ciò si è tradotto in un gap di oltre
duecentomila
miliardi tra l’Italia e i principali partners occidentali
determinando una assoluto deficit di competittività
.
Inoltre tale deficit infrastrutturale appare molto più consistente se lo si confronta
con il Pil pro capite
Infatti nonostante che l’Italia abbia un livello di reddito simile ai paesi europei
più sviluppati, ha un indice infrastrutturale complessivo molto inferiore, più
simile a quello dei paesi mediterranei che tuttavia hanno redditi pro capite
nettamente più bassi
Il new public management nella
P.A Italiana
• La conduzione burocratica della P.A
comporta:•
•
L’mpossibilità di adeguare il servizio offerto alle esigenze del
cliente/utente;
la mancanza della flessibilità necessaria per cogliere in tempi
brevi le nuove opportunità;
la deresponsabilizzazione delle risorse umane rispetto al risultato;
•
la mancata valorizzazione delle iniziative individuali;
•
il rischio di trasposizione dei fini.
•
segue
•
•
•
•
•
Osborne e Gaebler (1992: 77), hanno individuato nel cosiddetto
New Public Management un nuovo paradigma di riferimento per le
Amministrazioni. Gli elementi che caratterizzano questo nuovo
modello sono (Aucoin, 1990, Hood, 1991):
la rottura degli ordini gerarchici verticali;
la trasformazione dei grandi apparati pubblici in agenzie
indipendenti o imprese;
L’dozione di sistemi di contabilità basati sui risultati, seguendo
logiche di tipo contrattuale;
l’ntroduzione di meccanismi che favoriscono la competizione
come il contracting-out e gli internal markets.
Segue
• Con il New Public Management il fine ultimo dell’agire
amministrativo diviene la soddisfazione dei bisogni del cittadino.
• Affermare ciò equivale ad introdurre concetti di marketing
strategico nel settore pubblico, perchè per soddisfare
esigenze diverse bisogna diversificare anche i servizi pubblici, il
che non è affatto in contrasto con la funzione sociale
dell’amministrazione pubblica, in quanto differenziare non
significa discriminare, (Sarno, 2003: 172).
•
Si introduce perciò nel panorama di analisi della P.A il tema della
• Governance pubblica
•
Che differisce dal goverment
La public governance
• Sul piano lessicale il termine governance è stato
a lungo tempo sinonimo di governo
costituzionale e giuridico, concernente , cioè gli
affari di Stato oppure la direzione di istituzioni
• Mentre nell’idea di government risulta centrale il
ruolo del Pubblico,l’idea di governance ricorda
una modalità di intervento che coinvolge un
insieme complesso di soggetti, fondato sulla
flessibilità sulla partnership e sulla volontaria
adesione partecipativa
Gli attori della public govertnance
Vedi tabella seguente
Percezione del
partnariato
locale
Livelli di
governance
interlocutori
europeo
Commissione Il terminale di
europea
politiche
Impatti
adeguati,
efficacia ed
efficienza di
realizzazioni
Nazionale
regionale
Governo e
autorità
gestionali
varie
Interlocutore
nella gestione
di programmi
Idem
locale
Stakeholders e
autorità locali
Reti locali e
agenzie di
sviluppo
Sviluppo
progetti,servizi
collettivi
Aspettative
dal
partnariato
Come opera la governance
Governance locale
Sviluppo economico
diretto
Servizi non finanziari
Servizi informativi
Formazione
Servizi comuni
audit
Valorizzazione risorse umane
indiretto
Strutture
intermediarie
Agenzie per lo sviluppo
Compagnie capitale di
rischio
Agenzie alta tecnologia
Educazione scolast, e
univ.
Formazione
Creazione posti di
lavoro
Politiche integrative
Servizi finanziari
Crediti,mutui
Garanzie,società di
Capitali
Leasing, factoring
Competitività territori
Infrastrutture locali
Disteetti industriali
Incubatori
Parchi industr,
Clusters
Parchi scient.
Patti territoriali
Infrasrutture
Contesto territoriale
Promozione industriale
Attrattività investimenti
Recupero del degrado
Promozione regionale
Internaz. Del turismo
Clusters
Ricerca e innovazione
Società dell’informazione
Governance e partnariato
• l’assemblea di Strasburgo ha qualificato, senza
mezzi termini, il PPP( public/private Partnership),
in tutte le sue manifestazioni, come un possibile
strumento di organizzazione e gestione delle
funzioni pubbliche, riconoscendo alle
amministrazioni la più ampia facoltà di stabilire
se avvalersi o meno di soggetti privati terzi,
oppure di imprese interamente controllate
oppure, in ultimo, di esercitare direttamente i
propri compiti istituzionali”
Come si atteggia e opera la partnership a
livello locale
• Gli stakeholders nella governance
Reti nazionali e internaz.
Istituzioni sovraordinate
Soggetti esterni
Altri attori in competizione
Soggetti interni
Partnership P.P
locale
Amm/zioni locali
Assoc.datoriali e
sindacali
Società civile
Attori sociali ed
economioci
Banche agenzie fin.
Istituzioni della
Governance locale
Altri attori locali
Governance e strategia
• La complessità oggettiva e soggettiva
della governance impone agli enti di
pensare l’attività in termini di strategie e
conseguentemente di programmazione
che da strategica diviene anche
finanziaria
Costruzione e gestione dei
programmi pubblici
• La programmazione strategica non è
una tecnica gestionale ma un
rivoluzionario modo di intendere gli
affari della pubblica amministrazione
• Nei paesi di lingua anglosassone essa
viene indicata come
• New public management
segue
• Addirittura negli stati uniti,una legge del
congresso del 1993 denominata
• G.P.R.A
• Acronimo di goverment performance and risult act
•
ha introdotto sistematicamente in tutti gli organi gestionali del
Governo federale l’obbligo di elaborare piani strategici
(quinquennali), piani di prestazione (annuali), e
conseguentemente il bilancio di programma (program budgeting)
• Quindi
• Programmazione e gestione diventano momenti di un unico
agire, suggellato da una terza parola-chiave, che è quella
della valutazione.
Il decalogo di principi di qualsiasi
programmazione pubblica
• 1.Valutare la coerenza con i principi di amministrazione
accettati
• 2.Individuare prima di tutto i beneficiari
• 3.Definire e valutare metodi alternativi di intervento
• 4.Esaminare le compatibilità
• 5.Istituire la misurazione delle prestazioni e dei risultati
6.Valutare i rapporti costi-efficienza e costi-efficacia
7.Determinare la fattibilità della realizzazione
• 8.Valutare la disponibilità e la fattibilità finanziaria
• 9.Dare flessibilità al programma
• 10.Prevedere la cessazione del programma.
Valutare la coerenza con i principi di
amministrazione accettati
•
•
•
•
•
•
Usare principi gestionali accettati per valutare vari progetti di programmi
può aiutare ad identificare sia le deficienze interne che i rimedi alternativi
Fra i vari principi di amministrazione certamente presenti ed
eventualmente da precisare meglio vi sono i seguentì
1- servire i clienti
2-responsabilizzare i dipendenti
3-Responsabilizzare le comunità a risolvere i loro problemi
4-alimentare l’emulazione ed il desiderio di eccellere
•
•
•
•
•
•
•
•
Il programmatore dovrebbe
creare un chiaro senso di missione;
Guidare di più, reprimere di meno;
delegare autorità e responsabilità;
sostituire le regole con gli incentivi;
costruire bilanci basati sui risultati e sui prodotti;
introdurre la competizione e la concorrenza dove possibile;
ricercare soluzioni di mercato e non amministrative;
misurare il successo attraverso la soddisfazionedell’ùtente.
Individuare i beneficiari e valutare come essi
beneficiano dei programmi
•
Gli scopi pubblici e gli obiettivi di programma devono essere definiti in
termini di benefici per gli individui e/o i gruppi.
•
Ci sono due livelli di beneficiari, primari e secondari, che devono essere
presi in considerazione in ogni formulazione o progettazione di
programma.
•
I beneficiari primari di un programma sono quelli che traggono da esso un beneficio
diretto.
•
I beneficiari secondari sono quegli individui, o gruppi, o organizzazioni, che
•
beneficiano solo indirettamente di un programma. Per esempio: alcune
amministrazioni locali sono le beneficiarie secondarie di programmi statali
o comunitari
Infine, una categoria di parti interessate, non strettamente beneficiarie di
un programma, sono quelli che vengono chiamati sempre più
frequentemente (in inglese) gli stakeholders coloro che sono in qualche
modo interessati o toccati dal programma, che hanno una posta (stake) in
giuoco nel programma.(Contribuenti fiscali)
Definire e valutare metodi alternativi di
intervento
•
•
•
Dopo aver definito chiaramente i beneficiari e gli scopi dei Programma, i
suoi progettisti dovrebbero prendere in considerazione forme di intervento
alternative al programma stesso.
Dopo aver definito chiaramente i beneficiari e gli scopi dei Programma, i
suoi progettisti dovrebbero prendere in considerazione forme di intervento
alternative al programma stesso.
Insomma, per ogni Programma ci possono essere una infinità di
strumenti attuativi fra i quali scegliere. E data la grande proliferazione di
strumenti che il settore pubblico può usare (proliferazione destinata ad
aumentare nella misura in cui aumentano le privatizzazioni della
funzione pubblica in molti campi e i limiti di risorse del settore pubblico
stesso), E’ opportuno sviluppare, nella progettazione di un Programma,
l’analisi dei massimo possibile di forme strumentali alternative di
applicazione dei programmi.
Pubblico o privato: metodi alternativi di
intervento
Tipologie di privatizzazione
Privatizz.
funzionale
Privatizz.
funzionale
Privatizz.formale
Privatizz. Finanz.
Economia Privata
Locazione
Locaz./vendita
concessione
Quotazioni in
borsa
Leasing
Sale,lease back
Contratto di
gestione
Vendita di quote
securitisation
outsourcing
factoring
Vendita di beni
immobiliari
Esaminare le compatibilità del programma
•
la formulazione di programma dovrebbe essere molto attenta alla
compatibilità e alla complementarietà con strutture e programmi
connessi già esistenti.
• Pertanto occorre ben ponderare
• Vantaggi comparati
• Complementarietà
• Armonia e capacità di attrarre e comporre
interessi
Occorre stabilire criteri per la misurazione di
prestazioni e risultati
•
•
•
È appena il caso di considerare che un programma debba
prevedere fin dall’inizio la possibilità e l’eventualità di una sua
reingegnerizzzione
si devono individuare sufficientemente gli obiettivi generali e gli
obiettivi più specifici di prestazione per misurarne i risultati e i
prodotti:
Pertanto occorre essere accurati nel prevedere i termini:-
• quando un programma deve essere riprogettato;
• quando un programma vada, invece, chiuso, perchè ha
avuto successo
• quando un programma vada abbandonato, perchè è fallito.
segue
•
•
•
Una vasta serie di dati dovrebbero essere raccolti e registrati per un
programma, tra cui:
Analisi e governo del territorio
Marketing territoriale, e analisi swot
•
•
•
•
•
•
•
•
inputs (cioè finanziamenti e staff, e caratteristiche dei beneficiari).
carico di lavoro;
outputs (servizi e/o prodotti finali);
risultati di prodotto o servizio
efficienza e/o produttività;
soddisfazione dei beneficiari;
soddisfazione dei dipendenti;
qualità e rapidità dei servizi.
Pianificazione strategica di tipo
aziendalistico
Gli anni settanta ed ottanta vedono il progressivo declinare delle
economie
delle Città ed una pianificazione rigida di tipo gerarchico e pubblico
non è efficace a contrastare il degrado conseguente
Nel periodo si osservano i seguenti fenomeni:Una progressiva apertura dei mercati accompagnata e seguita da una
Deregolamentazione generale anche di tipo urbanistico
Si osserva un progressivo abbandono della vecchia pianificazione di
tipo gerarchico
Le crescenti difficoltà finanziarie costringono le amministrazioni
locali a ricercare partneships con i privati specialmente con quelli
detentori di grandi rendite fondiarie e urbane
Gli strumenti di pianificazione di tipo
aziendalistico
Il marketing territoriale, mutuato dalla cultura aziendale sviluppatasi negli Stati Uniti
negli anni trenta ove l’impresa acquisisce un vantaggio competitivo rispetto
ai concorrenti se è in grado di formulare una strategia che faccia leva su
capacità uniche (Vicari – 1989).,si può definire come
la risultante di un insiemedi azioni poste in atto per attrarre in uno specifico
territorio nuove attività economiche e produttive, favorire lo sviluppo delle
imprese locali, e promuovere un’immagine positiva ( Kotler PH.-Haider-Rein 1993)
Più in generale il marketing territoriale è definibile come l’analisi della domanda e dei bisogni
degli stakeholders di un territorio per costruire e rafforzare rapporti di scambio vantaggiosi
sia con i residenti del territorio sia con clienti/mercati esterni. Il marketing tende quindi a
creare un circolo virtuoso tra soddisfazione dei residenti e capacità di attrazione verso
l’esterno.
In particolare si può rappresentare il marketying del territorio come
In primo luogo si può parlare di marketing territoriale come “politica” ossia in termini di
organizzazione dell’offerta di dotazioni infrastrutturali, di incentivi economici, di servizi
pubblici con lo scopo di attrarre investimenti esterni e sostenere lo sviluppo locale.
Azione di marketing del territorio ai fini della
programmazione strategica
Progettazione delle caratteristiche dell’area
Degli elementi distintivi e dei servizi offerti
Creazione di incentivi per accrescere
la competitività del territorio
Proporre un’offerta efficace ed accessibile
Promuovere le fonti di vantaggio competttivo
Nella programmazione strategica e nel
Marketing uso della Swot analysis
•
Che cosa è l’analisi swot
E UN’ANALISI DI SUPPORTO ALLE SCELTE CHE RISPONDE AD
UN’ESIGENZA
DI RAZIONALIZZAZIONE DEI PROCESSI DECISIONALI
è una tecnica sviluppata più di 50 anni come supporto alla definizione di strategie
aziendali in contesti caratterizzati da incertezza e forte competitività a partire
dagli anni 80 è stata utilizzata come supporto alle scelte di intervento pubblico per
analizzare scenari alternativi di sviluppo oggi l’uso di questa tecnica è stato esteso
alle diagnosi territoriali e alla valutazione dei programmi regionali i regolamenti
comunitari
ne richiedono l’utilizzo per la valutazione di piani e programmi
A cosa serve la Swot analysis
Evidenzia i principali fattori, interni ed esterni al contesto di analisi,
in grado di influenzare il successo di un programma/piano
Consente di analizzare scenari alternativi idi sviluppo
Supporta l’impostazione di una strategia coerente rispetto
al contesto su cui si interviene
L’analisi SWOT consente di identificare le principali linee
guida strategiche in relazione ad un obiettivo globale di sviluppo
economico
o settoriale
Quando si utilizza la swot analysis
è una tecnica sviluppata più di 50 anni come supporto alla
definizione di strategie
aziendali in contesti caratterizzati da incertezza e forte
competitività a partire
dagli anni 80 è stata utilizzata come supporto alle scelte di
intervento pubblico per
analizzare scenari alternativi di sviluppo oggi l’uso di questa
tecnica è stato esteso
alle diagnosi territoriali e alla valutazione dei programmi
regionali i regolamenti comunitari
ne richiedono l’utilizzo per la valutazione di piani e programmi
In pratica come si presenta una swot
analisys
Raccoglie in una matrice gli elementi critici di un intervento e
Raccoglie in una matrice gli elementi critici di un intervento e
del territorio in cui viene utilizzata
La matrice è organizzata in quattro sezioni che raccolgono
le caratteristiche identificate come:
punti di forza,
punti di debolezza,
opportunità
e rischi;
La Swot analisys
•
Un grafico per capire meglio
Assetto organizzativo interno
valorizzare
Punti di forza
Punti di debolezza
combattere
swot
cogliere
opportunità
rischi
Assetto territoriale esterno
limitare
Pianificazione strategica di terza
generazione
Questo terzo modo di guardare alla pianificazione si diffonde in diverse città
Europee
durante il corso degli anni novanta.
La costruzione di questo tipo di piani si rifà all’approccio di tipo
aziendalistico
mantenendone la flessibilità.
Il processo di costruzione del piano presenta caratteristiche botton-up e i
soggetti non
presentano soltanto interessi forti, ma anche i portatori di interessi diffusi (
Sindacati organizzazioni datoriali etcL’accento non è soltanto posto sul fattore economico ma anche sulla coesione
sociale e una diversa qualità della vita
Si focalizza l’attenzione sull’ambiente e sulle esigenze di riequilibrio di tutte
le funzioni urbane
Costruzione di un piano strategico
•
Ipotesi di lavoro
Partecipazione e condivisione
Assemblee di
stakeholders
Analisi e diagnosi
MKG.T
SWOT
Gruppi di lavoro
a tema
Costruzione piano
Visione/Assi
Linee strategiche
Obiettivi
Azioni
revisione
Gruppi di lavoro
settoriali
Attuazione piano
Patto
Azioni e progetti
Monitoraggio
implementazioni
Pianificazione strategica e urbnistica
• Un confronto
Pianificazione
urbanistica
Pianificazione
strategica
durata
Non definita
Medio/lungo periodo
obiettivi
Territorio geografico
Territ.per lo sviluppo
economico e
coesione sociale
modalità
Top-down
condivisione
Effetti giuridici e
natura
Vincolistici e
obbligatori
facoltativa
investimenti
pubblici
Pubblico/privati
Valutare costi efficienza costi efficacia e
costi risultati
•
I progettisti del Programma dovrebbero applicare criteri di
valutazione dei rapporti costi-efficacia e costi-efficienza sia al
Programma nel suo insieme che a i suoi specifici elementi
(incluse le strutture organizzative, il programma di prestazioni, e
le funzioni di supporto amministrative) per stimare:
•
1-il costo (totale, marginale, e/o amministrativo, come misura del
costo costante) per unità di beneficio (definito come prodotto o
risultato);
•
•
2-la produttività, (per esempio: unità di beneficio per impiegato a
tempo pieno o per superficie di ufficio).
segue
•
I progettisti di programma, inoltre, dovrebbero prendere sempre più in
considerazione l’efficienza sociale del Programma; cioè come il
Programma può essere formulato in modo da conseguire il più grande
beneficio netto per la società
• Potrebbe essere importante
• 1. identificare gli impatti più rilevanti della politica; compresi gli impatti
•
•
•
diretti ed indiretti
a) sui beneficiari diretti del programma,
b)su altri gruppi coinvolti, e
c) sulla società nel suo insieme;
• 2. categorizzare i costi e i benefici per i vari gruppi coinvolti;
• 3.quantificare detti effetti, attraverso i misuratori e i metodi appropriati a
ciascuna tipologia di valutazione
Determinare la fattibilità della realizzazione
•
•
•
•
•
•
•
una prudente sperimentazione prima di gravare il Governo di un
investimento pubblico maggiore potrebbe evitare costose disavventure e
illuminare sui tranelli che si possono incontrare in campi inesplorati.
Sebbene dimostrazioni pilota non sono appropriate per tutti i campi, esse
sono molto desiderabili in un vasto ambito di situazioni o condizioni quali:
programmi ad alto rischio, dove le conseguenze di fallimento sono
catastrofiche e vitali;
programmi dove l’investimento economico è così sostanziale da suggerire
piccoli esperimenti;
programmi dove esiste una relativa complessità, sia organizzativa che
programmatica (per es. nei settori della organizzazione sanitaria, della
lotta alla povertà, allo sviluppo economico);
programmi dove c’è ancora una certa incertezza circa le soluzioni
appropriate;
programmi dove c’è una intensa controversia pubblica o un basso
consenso politico;
programmi in cui non c’è un immediata urgenza politica che precluda più
deliberate esplorazioni di approcci alternativi.
Valutare le disponibilità e le fattibilità
finanziare
•
Data la forte spinta, ovunque, a ridurre il bilancio pubblico, e date le
richieste in competizione su fondi limitati, la capacità di essere finanziati è
un criterio inevitabile per valutare programmi pubblici sia nuovi che già
esistenti.
•
I costi finanziari (budgetary cost) di un programma possono
essere determinati in molti modi, ciascuno di interesse differente
per i differenti interessi costituiti. Come elementi di costo
alternativi, possono essere ricordati significativamente i seguenti:
•
•
•
•
•
1-il costo del ciclo di vita totale (total life cycle costs)
2-i fabbisogni annuali di finanziamento
3-il rischio di straripamento di costo
4-La generazione del reddito
5-La gestione del debito
La strategia e gli enti locali
•
Se analizziamo quanto abbiamo fin qui espresso correttamente intorno
alle teorie sulla pianificazione e/o programmazione strategica, ci
accorgiamo quanto cammino deve fare fra vari ostacoli di natura culturale
e pragmatica l’Ente locale, per attuare in concreto un approccio strategico
alla sua attività:
• Segnaliamo i principali impedimenti
•
Difficoltà nell’adozione di un approccio integrato. Le strutture organizzative degli
Enti Locali, ancor oggi, rispondono a rigide logiche funzionali e non prevedono momenti forti
di confronto e di concertazione tra i dirigenti.
•
Difficoltà nell’individuazione di indicatori di efficacia ed efficienza
dell’azione dell’ente.
Tale difficoltà spinge sempre più la dirigenza a focalizzarsi sul
proprio ambito di competenza.
•
Difficoltà nel rendere espliciti gli obiettivi di lungo periodo. La
missione aziendale non è mai esplicitata, è piuttosto il frutto di un comune
sentire legato a valori etici quali l’interesse pubblico e la tutela degli interessi
della collettività.
segue
•
.
Inadeguatezza del Piano di Giunta come Piano Strategico Tale
documento è generalmente frutto di una serie di compromessi e, quindi, sulle
questioni importanti tende spesso ad assumere posizioni molto sfumate.
.
•
Scarsa conoscenza della situazione esterna ed interna all’ente
Per la redazione del Piano Strategico sarebbe necessario un confronto
tra politici e dirigenti finalizzato all’analisi dell’ambiente esterno ed
interno, ma, nei fatti, tale scambio di informazioni, quando avviene, si
realizza in modo frammentario e non strutturato.
•
Incertezza sui tempi di trasferimento delle risorse finanziarie. Tale
incertezza non consente di effettuare una corretta pianificazione
finanziaria.
Dalla pianificazione strategica
alla pianificazione operativa negli ee.ll
• Occorre procedere oltre e individuare le
funzioni evolutive e segnatamente la
nuova importanza della funzione
finanziaria da enuclearsi nell’ambito
generale della programmazione,
organizzazione e controllo
• in concreto analizziamo i seguenti
schemi.
segue
• Pianificazione e programmazione
stakeholders
Programma elettorale
Documenti di pianificazione
Linee programm.di
mandato
Pisno generale di
sviluppo
Documenti di programmazione
Bilancio annuale
Funzione
finanza
Bilancio pluriennale
Relazione previsionale e
programmatica
Programmazione delle risorse
segue
• Organizzazione e valutazione
risorse
Definizione
degli obiettivi
Feed back
valutazione
Analisi degli
scostamenti
Meccanismi
incentivanti
Funzione
finanziaria
umane
strumentali
finanziarie
Pianificazione
operativa
attuazione
Valutazione delle
prestazioni
segue
• controllo
Definizione obiettivi
Organizzazione e gestione
analisi
Controllo di
Regolarità amm.
E contabile
Controllo
strategico
Controllo
gestione
valutazione
correzioni
valutazione
Contesto e strategia di finanziamento
• La funzione finanza è sempre più chiamata a ipotizzare e gestire
una strategia di ricerca di risorse finanziarie- vediamo il segunete
schema
Capitale
proprio
Aumento di imposte
Risparmi di gestione
indebitamento
Strumenti tradizionali
Strumenti innovativi
Investimenti
Senza costi
Strategie di
finanziamento
Rating finanziario
Rinegoziaz. Debito
Gestione liquidità
Gestione patrimonio
Emissione obbligazioni
Derivati-swap
Donazioni
sponsorizzazioni
Pay as you
use
Project financing
leasing
segue
• Il contesto spinge al rapporto con il privato
pubblico
privato
New public management
Possibilità di nuovi mercati
Nuove politiche fiscali
Profili interessanti di rischio e
Rendimento
Nuove professionalità
P.P.P
Vincoli di bilancio
Responsabilità sociale
Incremento delle conoscenze
Convenienza economica per i contribuenti
Trasferimento dei rischi
Evoluzione della funzione finanza negli enti
locali
•
•
•
Negli anni anni 90 si è progressivamente consolidata la funzione
Finanziaria negli Enti Locali;
operazioni come emissioni obbligazionarie in una prima fase e più
recentemente operazioni sui derivati (swap principalmente) e
cartolarizzazione sono sempre più diffuse nei Comuni, anche in quelli di
piccoli dimensioni, Province e Regioni
Si è cioè andata a costituire ciò che gli addetti chiamano come
• Finanza innovativa
•
In contrapposizione con la cosidetta
• finanza tradizionale
•
•
•
•
Riferita alle operazioni che hanno contraddistinto la programmazione e
gestione finanziaria degli Enti Locali, dopo la crisi della finanza locale di
fine anni 70, crisi legata:all’indebitamento a breve( mutui a ripiano dei disavanzi di bilancio) per
rimborsare l’indebitamento a medio lungo,
il successivo consolidamento dei debiti e
la riduzione dell’autonomia impositiva.
Segue
•
La riforma del 1979 presentava le seguenti caratteristiche
• Ricorso ai mutui a lunga scadenza con il
finanziatore pressochè unico rappresen tato dalla
Cassa DD.PP
• Gestione della liquidità affidato prevalentemente
al sistema di tesoreria unica
Segue
• Processo evolutivo della funzione finanza
Anni70-79
Indebitamento medio lungo
Con banche e Cassa DDPP
Attenzione a diversificare fonti
Anni 79-94
Blocco Indebitamento breve
Tesoreria Unica
Indebitamento mediolungo
Cassa DP
Leasing finanziario
operativo
Valorizzazione del
patrimonio
Congelamento funzione
finanza
Anni 95-08
BOC BOP BOR
Gestione liquidità fuori Tesoreria Unica
Liability asset
Mgmt Rinegoziazione debito
Operazioni derivati swap
Fondi immobiliari
Finanza progetto
Progressivo consolidamento
Funzione finanza verso
strumenti innovativi
Ipotesi di organizzazione della funzione
finanza
• Possibile schema organizzativo
Direttore finanza
E controllo
Gestione del
capitale
Monitoraggio e
supporto
tesoreria
Liquidità
Indebitamento
Valute
Flussi di cassa
amministrazione
Contabilità generale
Bilanci
Imposte
Paghe,
crediti, debiti
Assicurazion
Ctrl gestione
Budget
reports
Segue
• Lista degli strumenti finanziari utilizzabili
Strumenti finanziari
Audit finanz.
Audit per rating
Simulazione politiche tariff.
Simulazione politiche tribut.
Project financing
Leasing finanziario operattivo
Utilizzo fondi europei
Sviluppo
prioritario
benchmarkin
g
Competenze
Intermediari
finan.
Segue
• Tabella
Strumenti finanziari
Gestione liquidità
Gestione crediti factoring
Cartolarizzazione crediti
Cartolarizzazione
immobiliare
Gestione debito
Donazioni e fund raising
Emissioni obbligazionarie
Sviluppo
prioritario
Benchmarking
Competenze
Intermed.finan.
Scelta dei modi di finanziamento
• Principi guida che devono regolare la scelta degli strumenti
finanziari
•
Equità fra generazioni, in base al quale i soggetti che beneficiano
dell’investimento dovrebbero essere anche i soggetti chiamati a
ripagare il debito contratto per lo stesso;
•
Efficacia, in base al quale la fonte di finanziamento dovrebbe
generare le risorse finanziarie quando le stesse sono necessarie;
•
Efficienza, in base al quale occorre scegliere la migliore soluzione
che ottimizza a parità di risultati il costo delle risorse.
Processo di scelta del fianziamento
•
Il processo di scelta dello strumento dovrebbe essere più
strutturato ed ancorato ad alcuni criteri che possono essere
individuati come segue.
• 1.caratteristiche del mercato finanziario;
• 2.caratteristiche del fabbisogno e la situa-zione interna
dell’azienda (flessibilità dello strumento);
• 3.convenienza economica;
• 4.esigenze di controllo;
• 5.aspetti legati alla complessitàdelle procedure ed ai tempi di
erogazione;
• 6.vincoli relativi alla disciplina dell’indebitamrnto-
Vincoli all’indebitamento-il patto di stabilità
interno sui bilanci
• Il patto di stabilità interno è diventato un dato negli ultimi
anni un dato necessario anche se non sufficiente per
l’attività programmatoria degli Enti locali,
• Cosa è il patto di stabilità e crescita
• il patto di stabilità e crescita stato introdotto in sede
comunitaria per assicurare l’equilibrio delle finanze
pubbliche attraverso l’obiettivo del saldo di bilancio
prossimo al pareggio se non positivo.
segue
•
Conseguenza dell’adesione al patto di stabilità, gli stati membri che hanno
adottato la moneta unica, si impegnano ad adottare politiche di bilancio che
prevedono il suo pareggio, comunicandolo annualmente alla commissione
europea
• Per raggiungere gli obiettivi previsti nei programmi di
stabilità, gli stati membri coinvolgono gli altri livelli di
governo esistenti nei rispettivi paesi
• Il calcolo per rispettare annualmente il patto di stabilità ha
subito negli anni molte e significative modifiche e nel 2007
si è tornati nel calcolo al regime dei saldi di bilancio
anziche a quello dei tetti di spesa precedentemente in
vigore
Segue
• La normativa italiana per il triennio 2009-2011
• L’attuale assetto normativo del patto di stabilità interno
è delineato dall’art. 77-bis del d.l. 112/2008 (convertito
con legge 133/2008), che introduce alcune correzioni al
quadro preesistente.
• Innanzitutto cambia la base contabile di riferimento:
non si fa più riferimento ad una media triennale (per il
2008 la base era la media del triennio 2003/2005,
calcolata in termini di sola cassa), ma si opera solo sul
saldo del 2007, calcolato in termini di competenza
mista.
•
Si distinguono Comuni e Province in relazione al rispetto o
meno del patto per il 2007
Calcolo per rispetto del patto di stabilità
•
Tabella per il calcolo dei miglioramento % programmato se nel
2007 si è rispettato il patto
Natura del saldo
Comuni
Competenza
mista anno 2007
2009
Saldo positivo
Saldo negativo
2010
Province
2011
2009
2010
2011
10 10
0
10
10
0
48
165 17
62
125
97
Segue
• Tabella per il miglioramento percentuale programmato se
nel 2007 non si è rispettato il patto di stabilità
Natura del saldo
Competenza
mista 2007
Saldo positivo
Saldo
negativo
Comuni
Pprovince
2009
2010
2011
2009
2010
2011
0
0
0
0
0
0
70
110
180
22
80
150
Segue
• Il saldo finanziario calcolato in termini di competenza mista è
costituito dalla somma algebrica degli importi risultanti dalla
differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e
dalla differenza tra incassi e pagamenti per la parte in conto
capitale, al netto delle entrate derivanti dalla riscossione di crediti
e delle spese derivanti dalla concessione di crediti.
• - Gli aggregati di riferimento sono le entrate finali
(titolo I – II – III e titolo IV) e le spese finali (titolo I e
titolo II)
Segue
•
Tabella per il calcolo Parte
I Entrate
A-parte corrente
2007
Entrate correnti (1)
accertamenti
Spese correnti (2)
impegni
Saldo finanziario (1)-(2)
+/-
Segue
• Tabella parte B- conto capitale e saldo totale
B-Parte conto
capitale
2007
Entrate tit.IV (3)
riscossioni
Risorse ex art.77 bis
comma 8(4)
Totale entrate c/ cap(3)-(4) (5)
+/-
Spese titolo II
pagamenti
Concessione di
crediti
Totale spese c/
capitale (6)
Saldo C/Cap. (5)(6)
+/-
Saldo fin,(A)+(B
+/-
segue
• Tabella manovre
Manovre corretive
20092011
Saldo totale
positivo
comuni
Saldo totale
negativo
comuni
Saldo totale
positivo
province
Saldo totale
negativo
province
Miglioramento 2009
10
10
0
40
97
165
10
10
0
17
67
125
Miglioramento 2010
Miglioramento 2011
Obiettivi 2009-2011
Obiettivo 2009
Obiettivo 2010
Obiettivo 2011
Difficoltà di investimento per gli enti locali
• Stante la situazione evidenziata, si prospettano per ll
triennio,ulteriori difficoltà per gli Enti locali, nel senso di dover
limitare fortemente e progressivamnete i pagamenti per
investimenti
• In particolareA partire dal 2010 la situazione appare sempre più difficile
da sostenere in relazione all’incremento consistente delle percentuali di
miglioramento del saldo che, se confermate, porranno gli enti locali,in una
sorta di paralisi, dovendo bloccare del tutto i nuovi lavori e rallentare le
opere in corso di realizzazione
Finanza tradizionale -mutui
• Tra gli strumenti finanziari di indebitamento
sicuramente quello più utilizzato dalla pubblica
amministrazione è sempre stato il mutuo.
•
•
•
il mutuo è un finanziamento a medio-lungo termine, erogato da un
istituto di credito (solitamente in un’unica soluzione) e, in genere,
assistito da garanzie personali e/o reali
Il mutuo può essere rimborsato in un’unica soluzione o attraverso il
pagamento di rate periodiche comprensive di due componenti: una
quota del capitale preso a prestito e una quota degli interessi maturati
sul capitale residuo.
Tali quote dipendono dal tipo di piano di ammortamento concordato con
l’ente eroga- tore, che può prevedere sia il rimborso del prestito a rate
posticipate decrescenti comprensive di quote di capitale costanti e
quote di interessi decrescenti pagate sul debito residuo, sia il rimborso
a rate posticipate costanti comprensive di quote capitale crescenti e di
quote di interessi decrescenti
• Se il mutuo è a tasso variabile l’andamento delle quote non
potrà che dipendere dall’andamento del tasso di interesse.
Mutui- qualche nota storica
•
Fin da i primi anni novanta,non richiedendo lo strumento
particolari competenze economico-finanziarie (risorse limitate,
gestione dei rischi finanziari, limiti di indebitamento)gli enti locali
si sono limitati non solo ad utilizzare il mutuo per la
copertura dei propri impieghi, ma hanno trovato nella
Cassa Depositi e Prestiti il loro principale interlocutore.
• In altri termini, non vi era una valutazione comparativa ne
degli strumenti, ne tanto meno degli enti erogatori.
• A partire dal 1990, con la cessazione del monopolio della
Cassa DD.PP. come ente finanziatore, il legame tra Enti
Locali e sistema creditizio è diventato sempre più stretto,
anche se ad oggi gli enti, soprattutto quelli di più piccola
dimensione, trovano nella Cassa DD.PP. L’intermediario più
affidabile e meno oneroso per la contrazione dei mutui,
fors’anche per la poca sensibilità alle alternative offerte dal
mercato finanziario.-
segue
•
•
•
•
•
Se la finanza è derivata, il mutuo, è :
regolato da norme e procedure rigide onerose e prive di raffronto
competitivo col mercato
Ma in concreto mostrava il vantaggio:
1- di non dare particolari problemi di gestione, in quanto quasi
sempre sostenuto da contributi statali che coprivano sulla carta
gli oneri finanziari
2- avendo annualità costanti non richiedevano particolari
professionalità ai fini della pianificazione finanziaria
• L’avvenuta concessione di una maggiore autonomia,
collegata anche ai maggiori vincoli derivati dall’UE, Ha
consentito:
•
•
•
A-La possibilità di contrarre mutui sia a tasso fisso che variabile,
B-di rinegoziare l’indebitamento già contratto,
C-di coprirsi dal rischio attraverso contratti derivati,
Segue
• Si parla sempre più di
• Gestione attiva del debito
• Cioè di quella politica che consente
all’ente di rispondere alle continue
oscillazioni del mercato finanziario e
creditizio, soprattutto di quelle legate
alla variabilità dei tassi di interesse.
Limite all’indebitamento con mutuo
•
Per quanto riguarda gli Enti Locali tale limite è fissato dall’art. 204, comma 1, del
,
• Tabella. Parametri per il calcolo della capacità
di indebitamento
TUEL
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Entrate correnti da consuntivo (anno x-1)
25% delle entrate correnti
Interessi passivi sui mutui già contratti
al netto di oneri di pre/ammortamento e
di contributi in conto interessi (anno x-1)
Capacità di impegno per interessi
Mutui da assumere nell’anno x, i cui
interessi si pagano a partire dall’anno x+1
Interessi conseguiti al ricorso annuale al credito
(calcolati su E)
Capacità d’impegno per interessi residua
a fine esercizio
Volume dei mutui ulteriormente contraibili,
considerato un tasso annuo di mercato
Capacità di indebitamento per l’anno
x+1 (valore in %)
(A)
(B)A*25%
(C)
(D) = B-C
(E)
(F)
(G) = D-F
(H) = G/i*
L=[(C+F)/A]*100
segue
• mpatto della quota capitale e della quota interessi dei mutui
sul bilancio
ENTRATE
SPESE
Titolo I
Entrate tributarie
Titolo I
Spese corrent
Titolo II
Entrate da contributi
e trasferimenti correnti
Titolo II
Spese in conto
capitale
Titolo III
Spese per
rimborso
Titolo III
Entrate extra tributari
Titolo IV
Entrate da alien. trasf
Titolo V
Entrate accensione
prestiti
Interessi passivi e
oneri finanziari diversi
rimborso quota
capitale mutui
Le Emissioni obligazionarie
• E’ questo il caso dei cosiddetti prestiti divisi. Il ricorso ai
prestiti divisi avviene, di norma, quando un operatore abbia
necessità di finanziamenti in misura tale che un singolo
soggetto non è in grado di soddisfarlo da solo; o quando il
potenziale finanziatore giudichi non desiderabile impegnare
una parte troppo ampia delle sue disponibilità in una sola
operazione
•
prestiti obbligazionari appartengono a questa fattispecie.Il
sottoscrittore del prestito sarà titolare di un titolo di credito,
detto appunto obbligazione.
segue
• Come funziona:•
•
•
•
Nei prestiti obbligazionari l’ammontare complessivo CC capitale
richiesto dall’ente emittente viene diviso in un certo numero N di
titoli (obbligazioni) tutti equivalenti;
il portatore di ciascuno di essi risulta allora creditore
dell’ammontare CC/N = C.
Quest’ultimo rappresenta il valore nominale dell’obbligazione
(importo scritto sul titolo) che, come in seguito vedremo, può non
coincidere nè con il suo prezzo di emissione nè con il suo valore
di rimborso.
Se il tasso periodale di remunerazione del prestito è fatto pari a i,
il possesso di una obbligazione da il diritto di ricevere, a ciascuna
delle scadenze periodiche previste (date di godimento),
l’ammontare di interessi Ci, detto cedola.
Normativa per l’emissione
• Le obbligazioni degli enti territoriali sono state
introdotte per la prima volta dall’art. 32 della Legge
Quadro di riforma delle autonomie locali (Legge
142/90).
•
• Successivamente, le obbligazioni degli enti territoriali
sono state disciplinate dagli articoli 35 e 37 della
Legge 23 dicembre 1994, n. 724 e dal regolamento
attuativo recante le norme per l’emissione di titoli
obbligazionari, disposto dal decreto del Ministero del
Tesoro 5 luglio 1996, n. 420 (G.U. 13.8.1996, n. 189).
segue
Ai sensi dell’art. 35, Legge 724/94 le Province, i
Comuni e le Unioni di Comuni, le Città
Metropolitane e i Comuni di cui agli articoli 17
e seguenti della Legge 8 giugno 1990, n. 142,
le comunità montane, i consorzi tra enti locali
territoriali e le Regioni possono deliberare
l’emissione di prestiti obbligazionari destinati
esclusivamente al finanziamento degli
investimenti
segue
•
conseguentementeNon è quindi possibile emettere un prestito per
un valore nominale superiore, finanziando per la differenza
investimenti ulteriori o spese correnti.
• L’individuazione dell’investimento da finanziare è obbligatoria, in
quanto ai sensi dell’art. 1 del Decreto 420/96 la delibera di
approvazione del prestito è subordinata alla preventiva
approvazione:
• a) del piano economico-finanziario di cui all’art. 46 del
decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, ove il prestito
sia finalizzato alla realizzazione di opere pubbliche
destinate all’sercizio di servizi pubblici a rilevanza
imprenditoriale;
• b) del progetto o del piano esecutivo dell’investimento
previsto dall’art. 43 del D. Lgs. 77/1995.
Procedura di collocamento
•
L’emissione e il collocamento devono essere gestiti da
intermediari finanziari autorizzati dalla normativa nazionale e
comunitaria (Banche e Società di Intermediazione Mobiliare)
•
L’ intermediario può svolgere i seguenti ruoli
•
1-Collocamento dei titoli sul mercato con
OffertaPubblicadiVendita- OPV(operazione di collocamento ai
sensi del D.Lgs. 58/98 in cui l’intermediario su incarico
dell’emittente offre al pubblico strumenti finanziari a condizioni di
prezzo e di tempo predeterminate).
• 2-collocamento e garanzia con conseguente obbligo
da parte dell’intermediario di acquistare l’eventuale quota di
prestito non assorbita dal mercato
segue
• 3) acquisto a fermo con il quale l’intermediario si
impegna a sottoscrivere l’intero ammontare del prestito. In
questa ipotesi non si configura una sollecitazione del
pubblico risparmio poichè l’offerta è rivolta esclusivamente
ad un investitore professionale, che si suppone sia in grado
di valutare la tipologia dei titoli ed il merito di credito
dell’emittente (in questa terza fattispecie non è necessario
redigere il prospetto informativo e diffondere la nota informativa
sintetica)
Segue
• Prezzo di emissione
• L’art. 41 della Legge 448/2001 ha invece previsto
l’emissione di titoli con scarto di emissione (sotto la pari).
• Valuta di denominazione
• E’ prevista l’emissione di titoli obbligazionari in valuta
estera. In questo caso la deliberazione consiliare deve
prevedere la copertura del rischio di cambio mediante
contratto swap) e deve indicare il costo effettivo sopportato
dall’ente (comprensivo del costo della copertura).
• Valore e modalità di rimborso
• Il valore (o prezzo) di rimborso di un titolo obbligazionario
può essere indifferentemente alla pari o, meno
.
probabilmente, sopra la pari
segue
• Modalità di rimborso
• Il rimborso può avvenire:• il rimborso a scadenza;
• il rimborso anticipato;
• il riacquisto.
•
•
Il rimborso anticipato può avvenire soltanto nel caso si evidenzi una
dismissione patrimoniale
Il riacquisto dei titoli è possibile in particolare in caso di quotazione su
mercati regolamentati, esso può essere attuato solo previo utilizzo di
economie di bilancio.
segue
• Tassi
• Il tasso di rendimento può essere fisso o variabile
• Durata
•
La durata minima è di 5 anni, mentre non vi sono limiti alla durata
massima.
• AmmortamentoIl precedente sistema (art. 35, commi 6 e
7, Legge 724/94; art. 1, comma 2, D.M.T. 420/96) prevedeva il rimborso
graduale delle quote di capitale ed interessi, sin dalla prima rata in
scadenza. Ad oggi è invece consentita l’emissione di titoli bullet le cui
caratteristiche sono simili a quelle della maggior parte delle
obbligazioni (titoli di Stato e non) scambiate sui mercati finanziari.
Regime fiscale
• in materia di titoli obbligazionari emessi dagli enti
territoriali, l’articolo 27 della Legge 342/00
(collegato fiscale alla Finanziaria per il 2000), nel
modificare gli articoli 1 e 2 del D.Lgs. 239/96 ha
stabilito che: l’imposta sostitutiva affluisce
all’entrata del bilancio dello Stato e il 50% del
gettito della medesima imposta, che si
renderebbe applicabile sull’ammontare degli
interessi passivi del prestito, è di competenza
degli enti territoriali emittenti i titoli
obbligazionari.
Natura dei prestiti obligazionari
•
Prestiti obligazionari convertibili
• La conversione (anche parziale) delle
obbligazioni in azioni di società di proprietà
dell’ente emittente (il sottoscrittore passa da
creditore dell’ente Locale ad azionista della
società per azioni locale) è sempre una facoltà.
Questa facoltà concessa al sottoscrittore ha come primo
effetto quello di ridurre il costo dell’indebitamento.Ma
l’aspetto fondamentale ò dato dal fatto che se il
sottoscrittore esercita la facoltà l’ente Locale trasforma le
obbligazioni in azioni ed elimina il rimborso, senza avere la
necessità di trovare le risorse per rimborsare il prestito.
Privatizza, inoltre, la SpA.
Segue
• Prestiti obbligazionari cum warrant
•
in questo caso si offre la facoltà all’ente non di convertire le
obbligazioni in titoli come nel caso precedente, ma quella di
acquistare azioni di una SpA (non si cambia la posizione
dell’intermediario da creditore dell’ente Locale ad azionista della
SpA). Il sottoscrittore del prestito obbligazionario somma alla
posizione creditoria nei confronti dell’ente Locale quella di
azionista della SpA. A differenza dei pre- stiti obbligazionari
convertibili non si elimina in rimborso
• GaranzieE’ vietata ogni forma di garanzia a carico dello
Stato o delle Regioni (per emissione di Comuni e di
Province);Tuttavia, i Comuni e le Province usufruiscono di
due meccanismi:
• la delegazione di pagamento;
• la procedura di dissesto.
Impatto sul bilancio dei prestiti obligazionari
• diagramma
ENTRATEE
SPESE
Titolo I
Entrate tributarie
Titolo 1
Spese correnti
Titolo II
entrate da contributi
Titolo II
Spese c/capitale
Titolo III
Entrate extribut.
Titolo IV
Entrate da alien.
E trasf.
Titolo V
Entrate accens.
prestiti
Titolo III
Spese per rimborso
Interssi passivi e
Oneri finanz. diversi
Rimborso prestiti
obbligazionari
Gestione del debito
• Un modello possibile
Monitoraggio
Mercati fin.
Individ.opport.
Di ristrutt.
Riclassific di
bilancio.
Valutazione
debito
esistente
Deb. a
tasso fisso
simulazioni
Individuaz. Strumenti idonei
Swap e
derivati
Modifica
parametri
Modif.
Ammort.
Modif.
tasso
Deb. A tasso
variabile
Altri
strumenti
Bilancio
Deb. In
Valuta estera
Deb.in
Valuta naz.
Ricomposiz.
Portafoglio
passività
Scelta
strumento
Analisi dello
strumento
segue
• L’attenzione va posta nel liability management,sull’analisi delle passività
esistenti e cioè:-
• composizione dello stock di debito esistente;
• Composizione del debito esistente per tipo di
interesse;
• eventuali parametri di indicizzazione;
• tipo e modalità di rilevazione dei parametri;
• durata residua complessiva;
• altre informazioni rilevanti (ad esempio
possibilità di modifica del contratto, ecc.).
Segue
• La seconda fase consiste nel determinare gli effetti di possibili
variazioni dei tassi di interesse sul bilancio dell’ente esaminato.
•
•
•
•
•
•
•
•
Va sottolineato che in ogni caso, l’Ente sarà influenzato dal cambiamento del
tasso, sia che abbia una struttura di debito più o meno rigida, sia nel caso in
cui la struttura delle passività sia esposta al tasso variabile.
All’analisi della situazione debitoria dell’azienda e al monitoraggio dei
mercati finanziari, segue l’individuazione dei possibili strumenti
utilizzabili o delle diverse azioni che possono essere implementate per
la ristrutturazione del debito.
Una gestione attiva del debito può infatti puntare alla modifica di alcuni
parametri del contratto di indebitamento:
durata: a secondo delle condizioni prevalenti nel mercato si puo voler allungare
la durata del contratto o estinguere il debito in
breve tempo;
l’ammortamento: si può scegliere di passare da un ammortamento
di tipo francese ad uno di tipo italiano, o si possono cambiare altre
caratteristiche;
Parametri di indicizzazione: secondo le condizioni contrattuali possibile o meno
rivedere i parametri di indicizzazione, diversificandoli o modificandoli.
Strumenti derivati-swap e opzioni varie
• Di contro la gestione attiva del debito può far impiego
anche di altri strumenti quali:
• swap;
• Derivati;
• Prodotti più sofisticati.
•
Gli strumenti derivati sono rappresentati
da attività il cui valore varia in relazione
alle performance od ai risultati di
un’attività sottostante, che può
assumere natura finanziaria o reale
Segue
• Tra i principali strumenti finanziari derivati, gli swap e le
opzioni, sono gli strumenti che per ampiezza ed
eterogeneità delle strutture contrattuali, mostrano maggiore
utilità per la ricomposizione dell’indebitamento.
• In generale, si definisce swap quell’operazione di natura
creditizia attraverso la quale i due soggetti contraenti si
impegnano a scambiarsi per un periodo di tempo
predefinito due serie di pagamenti periodici che possono
essere denominati nella stessa valuta e rappresentare
pagamenti di interessi, in tal caso si parlerà di interest rate
swap,
• oppure possono essere espressi in valute diverse e
rappresentare di contro pagamenti di interessi o veri e
propri trasferimenti di capitali, nel qual caso si parlerà di
currency swap.
Segue
• Vi sono varie tipologie di interest rate swap
• basis swap:-E’un accordo tra due controparti di scambiarsi due flussi finanziari calcolati sulla
base di indicatori di tassi di interesse variabili diversi;
• Coupon swap E’ un accordo tra due controparti di scambiarsi due flussi finanziari
calcolati sulla base di indicatori di tassi di interesse variabili diversi;
• Amortizing swap costituisce una particolare tipologia di swap in cui il capitale di
riferimento si riduce progressivamente, seguendo il piano di ammortamento del capitale
sottostante;
• accreting swap E’ uno swap in cui il capitale di riferimento aumenta con il passare del
tempo;
• Forward start swap E’ una tipologia di swap che si caratterizza per una validità a partire
da una data futura rispetto a quella che si stipula;
• Arrears reset swap E’ uno swap il cui tasso variabile, relativo a ciascun periodo viene
fissato alla fine del periodo medesimo e non all’Anizio come avviene normalmente.
segue
• Si parla di currency swap di contro, quando le
due controparti si accordano per scambiarsi
flussi di pagamenti, sia per capitali che per
interessi, secondo modalità predefinite in valute
diverse. In questo caso vi è uno scambio a pronti di una
•
•
quantità stabilita di una valuta contro un’altra e contestualmente
uno scambio di eguale ammontare, ma di segno opposto ad una
data futura prestabilita.
Il tasso di cambio utilizzato per l’operazione a pronti coincide con
quello dell’operazione a scadenza.
Inoltre per tutta la durata del contratto, è prevista la
corresponsione reciproca degli interessi periodicamente maturati
sulle quantità di valute scambiate.
Le opzioni
• Le opzioni, sono anch’esse strumenti utilizzati per
modificare l’esposizione al rischio di tasso. A differenza
degli swap, che obbligano entrambe le parti a scambiare
flussi di cassa, le opzioni comportano il diritto e non
l’obbligo per l’acquirente di acquistare o vendere una
determinata attività finanziaria.
•
Le opzioni infatti conferiscono all’acquirente la facoltà, dietro pagamento
di un premio, di acquistare (opzioni call) o di vendere (opzioni put)
un’attività sottostante ad un valore prefissato (strike price) ad una
scadenza prefissata (opzione europea) od entro un determinato periodo
(opzione americana) Vi sono diversi tipi di opzioni che possono
essere utile ad una gestione attiva del debito. Ad esempio vi sono
le opzioni su tassi di interesse di tipo cap, le quali consentono di
fissare il tetto massimo di interessi (strike rate) che un soggetto è
disposto a pagare sul proprio indebitamento.
Segue
•
se ad esempio un comune avesse deciso di indebitarsi a
tasso variabile, pagando nell’operazione, interessi a tassi
del mercato monetario, può cautelarsi dall’eventuale
variabilità dei tassi di interesse a breve termine, mediante
l’cquisto di un’opzione di tipo cap pagando un prezzo strike
pari al valore massimo che l’ente è disposto a pagare.Se
•
•
durante la vita del finanziamento il tasso risultasse superiore a quello
fissato nell’acquistoa pagare sarebbe l’intermediario finanziario che ha
venduto l’opzione
Lo stesso Comune potrebbe associare a questa opzione un’ltra detta in
gergo finanziario di tipo floor che di contro fissa il livello minimo al quale il
comune è disporto a pagare gli interessi in caso di fluttuazione
Mentre però nel caso dell’opzione di tipo cap, il soggetto che
vuole immunizzare il proprio indebitamento da possibili aumenti
dei tassi deve acquistare l’opzione, nel caso dell’opzione floor, il
soggetto che detiene la passività dovrebbe vendere l’opzione per
abbattere il costo dell’indebitamento mediante l’incasso del premio
segue
• La combinazione di cap e di floor, in concreto
fissa il livello minimo e massimo a cui l’ente è
disponibile a riconoscere all’intermediario
finanziario il contratto sul proprio indebitamento,
• In pratica se si riuscisse a fissare uno strike price
giusto per entrambe le situazioni su viste
potremmo rientrare nel caso detto zerp cost
collar, in cui si avrebbe la copertura
dell’indebitamento senza costo derivante dalle
fluttuazioni
• Queste in concreto risultano essere garanzie per
l’Ente
Il regime giuridico per gli enti locali
• L’utilizzo da parte degli Enti Locali degli swap sui tassi di
interesse ed altri strumenti derivati è pienamente legittimo
ai sensi dell’art. 149, comma 2 del D.Lgs 267 del 2000 che
riconosce ai comuni ed alle province autonomia finanziaria
• Si riconosce che le uniche forme di utilizzo di derivati da
parte degli enti locali siano le seguenti:
• Swap su tassi di interesse;
• Collar;
• Combinazioni di elementi base di collar; forward Rate
Agreeement.
•
Queste forme possono essere utilizzate esclusivamente per passività
realmente dovute e relative ai settepaesi più industrializzati e con
controparti affidabili alle analisi di rating.
Come si procede da parte di un Comune per
ricorrere ad una procedura finanziaria con derivati
•
•
•
•
•
Per ristruttura re un debito il Comune deve preliminarmete inserire
tale opportunità nel regolamento di contabilità
Successivamente:1-determinazione all’interno della Relazione Previsionale e Programmatica
dell’obiettivo da raggiungere tramite lo strumento
Derivato
2-L’affidamento dell’obiettivo al dirigente responsabile tramite il Piano
Esecutivo di Gestione
•
•
;
3-La determina a contrattare per l’ndividuazione dell’advisor;
4-scelta dell’advisor tramite gara informale utilizzando quali parametri
fondamentali rating della controparte e costo da sostenere
;
5-L’affidamento dell’incarico di consulenza tramite determina dirigenziale. Il
consulente supporter della pubblica amministrazione dovrà puntualzzare
definire in concreto gli scopi, gli strumenti e i criteri di contabilizzazione,
esaminare la struttura debitoria e delineare possibili strategie da adottare
in tema di ristrutturazione del debito
;
Segue
6-efinizione dell’accordo normativo quadro;
7-approvazione della strategia di ristrutturazione del debito inConsiglio.
Viene fatta una delibera che fissa le linee guida lasciando la conclusione
delle operazioni entro i limiti prefissati al dirigente
;
8-determina del dirigente per concludere l’operazione, sulla base dei limiti
dati dalla Giunta o dal Consiglio
;
9-individuazione tramite bando di gara della controparte
.
10-L’ntermediario scelto dovrà possedere un adeguato rating ed i requisiti
previsti nel bando.
Vantaggi dall’uso dei derivati
• 1-la possibilità di trasformare le caratteristiche del proprio
indebitamento, sfruttando particolari condizioni ed
opportunità presenti sui mercati, in modo da realizzare un
risparmio sui costi, derivante dai minori interessi da pagare
nel processo di ammortamento dei capitali presi a prestito.
• 2-la possibilità di ristrutturare il debito, in tempi più rapidi
rispetto ai tradizionali strumenti che richiedono procedure
più lunghe e laboriose
• 3- possibilità di effettuare una gestione attiva del debito, senza
tuttavia originare rilevanti esborsi per l’ente contrariamente a
quanto normalmente avviene nelle procedure di estinzione del
debito, che richiedono adeguate risorse finanziarie,
Segue
• Il ricorso ai derivati mostra anche una grande trasparenza
essendo legato a priori all’andamento dei tassi di interesse
• Per quanto attiene alle nuove poreazioni di indebitamento
si possono sfruttare le differenze di tasso fra i vari
segmenti del mercato finanziario ricorrendo zal sistema
degli arbitraggi
Limiti all’utilizzo dei derivati
• 1-Innanzitutto uno dei grossi problemi alla diffusione dello
swap nella pubblica amministrazione è rappresentato
dall’indeterminatezza del costo che dipende dal parametro
di riferimento che determina il costo reale del finanziamento
(Più lungo è il contratto in considerazione, più aumenta il rischio che
).
l’operazione si riveli un fallimento per l’ente pubblico
• Altro vincolo è dato dalla lentezza dei processi
amministrativi che contrasta con la rapidità d’azione
richiesta necessariamente dal tipo di operazione.
Impatto sul bilancio dall’utilizzo dei derivati
• diagramma
Differenziale
positivo
Entrate
Spese
Titolo I
Entrate tribut.
Titolo I
Spese correnti
Titolo II
Entrate da
contributi
Titolo II
Spese in c/ cap
Titolo iii
Entrate ex trib-
Titolo III
Spese per rimborso
prestiti
Titolo Iv entraste
Da alien Cap
Titolo v
Entrate da accens
ione prestiti
Differenziale
negativo
Gli energy swap
• Un discorso a parte meritano gli energy swaps
• Essi sono strumenti cjhe permettano all’Ente locale di
coprisrsi dal rischio di fluttuazioni sul costo
dell’energia,controllando tale fonte di spesa a livello di
bilancio corrente
•
•
L’energy swap è un accordo tra due parti attraverso il quale una
controparte può modificare il pagamento di una predeterminata
quantità di elettricità da variabile in fisso, obbligandosi a regolare
le differenze tra il prezzo fisso di riferimento del contratto e quello
variabile riscontrabile sul mercato.
Il contratto può essere stipulato per un semestre o per un anno,
consentendo di predeterminare un costo certo per l’esercizio
finanziario e rendere più attendibili le previsioni degli stanziamenti
di bilancio per la fornitura di energia elettrica
Lo strumento della cartolarizzazione nel
Pubblico
• In termini generali la cartolarizzazione(securitization) può
essere defnita come una trasformazione in titoli
contrattabili (con acronimo, abs derivato dal termine
anglosassone asset backed securities) di un complesso di
attività non liquide, che siano ingrado di produrre flussi di
cassa determinati o, statisticamente stimati, regolari nel
tempo:
• Si hanno due fasi nel processo di
cartolarizzazione:• A- cessione di crediti che producono flussi finanziari
pluriennali
• B-emissione di titoli negoziabili e collocabili sul mercato
che incorporano il valore dei crediti ceduti.
segue
• Caratteristica necessaria per iniziare un processo di
cartolarizzazione è che abbia il requisito per cui il cespite
ceduto sia in grado di produrre un reddito apprezzabile e
sia inoltre liquidabile senza troppe difficoltà e lungaggini in
caso di inadempimento od insolvenza da parte del debitore.
• Nella cartolarizzazione, quindi la massa di crediti viene
ceduta ad una società costituita ad hoc, la quale
provvedead emettere titoli e piazzarli sul mercato.
• Si ha quindi irrilevanza fra indebitamento per l’emissione
dei titoli e il patrmonio della società emittente
segue
• Diagramma dell’operazione di cartolarizzazione
crediti
Pubblica
amministrazione
titoli
investitori
S.P.V
Risorse
finanziarie
Risorse
finanziarie
• I due modelli consolidati di
cartolarizzazione
• Pay through
• Pass through
• La distinzione dei due modelli riguarda il diverso ruolo che
viene assegnato alla SPV
Pay through
• In questo modello la Pubblica amministrazione:
• B-cede tali attivi ad una società di intermediazione
finanziaria (SPV), senza diritto di rivalsa (pro soluto) nel
caso il debitore sia insolvente;
• C-la società di intermediazione finanziaria, e mette titoli sul
mercato obbligazionario, pagando l’amministrazione
pubblica cessionaria dei crediti;
• D-gli investitori che acquistano i titoli vengono ripagati con
le risorse finanziarie acquisite dalla gestione dei crediti.
Pass Through
• Nel modelo in questione si ha il seguente iter
• A-individua gli attivi di bilancio oggetto della
cartolarizza-zione
• B-Viene creato un trust, società non indipendente
che opera quale
• fiduciaria dell’amministrazione pubblica
cessionaria;
• C-il portafoglio crediti individuato viene
depositato presso il trust;
• D-il trust emette certificati di partecipazione
attraverso cui si ottengono le risorse necessarie
per rendere liquidi i crediti.
Differenze sostanziali
• Nella modalità pay trough è l’intermediario che acquista i
crediti ed emette obligazioni senza possibilità di rivalsa nel
caso di insolvenza
• Ndlla seconda non esiste un vero e proprio intermediario
ma un trust dell’amministrazione che vende i crediti agli
investitori sotto forma di certificati di partecipazione,
• Chi acquisisce i certificati di partecipazione può assumere
la veste:
• Di fondi comuni di credito-( metodo Franco-Spagnolo)
• Intermediari specializzati ( mondo ancglosassone)(Legge
130 del 1999
• Entrambe le modalità sono possibili in Italia
Soggetti coinvolti nell’ operazione di
cartolarizzazione
• Originator:-La pubblica amministrazione che ha crediti
• Arranger-Consulente della P.A che cede i crediti- solitamente una banca
•
•
•
•
•
•
L’arranger svolge le funzioni ed operazioni di: a) analisi degli
asset cartolarizzabili detenuti dall’originator;
b) sceglie la struttura da adottare per l’implementazione
dell’operazione;
c) sceglie dei collaboratori;
d) predispone i contratti necessari affinchè la cessione sia
regolare;
e) costituisce il sindacato di banche incaricate del collocamento
dei titoli;
f) mantiene le relazioni con le autorità che controllano il mercato
creditizio e borsistico.
Segue
• S.P.V- o special purpose veichle.-E’ la società che acquista i crediti
per separare il rischio di inadempimento dei debitori ceduti da quello di
insolvenza o fallimento dell’0riginator, provvedendo inoltre all’emissione delle
obbligazioni
• Servicer
E’ il responsabile della gestione degli attivi e dei cash flows
provenienti dagli attivi cartolarizzati.
• Liquidity line provider
E’ una banca che mette a disposizione delle
linee di credito temporanee, per evitare che ritardi negli incassi dei crediti
possano pregiudicare il pagamento degli investitori alle scadenze
prefissate.
• Investment bank
E’ la banca che all’interno dell’operazione può
svolgere due funzioni: a) sottoscrivere i titoli derivanti da un’ope- razione
di cartolarizzazione, per poi collocarli tramite un offerta pubblica; b)
collocare i titoli privatamente.
• Agenzia di rating
E’ il soggetto specializzato che compie la
valutazione (rating) sulla qualità degli attivi ceduti e sulla bontà dei
segue
• Credit enhancer
E’ il soggetto che attraverso l’offerta di determinate
garanzie si occupa di ridurre il livello complessivo di rischio creditizio
implicito nei titoli emessi. Tale ruolo può essere svolto dallo stesso
originator (pubblica amministrazione) oppure da una terza controparte,
ottenendo un miglior giudizio di rating.
• Underwriter o investitori
Sono coloro che sottoscrivono le
obbligazioni emesse nell’ambito della cartolarizzazione, e che in ultima
analisi finanziano l’intera operazione
Come interagiscono i soggertti nella
cartolarizzazione
• diagramma
Strumenti ad hoc
Credit enchancer
garanzie
comissioni
commissioni
Incasso di
crediti
assets
Pubblica
amministrazione
rating
S.V.P
Risorse finanz
consulenza
Arrangesr
Agenzia di rating
commissioni
Obbligazioni e
Risorse fin. interessi
investitori
Risorse finanziarie
Banca d’investimento
Il quadro normativo della cartolarizzazione
•
•
•
•
•
•
•
Legge 23 dicembre 1998, n. 448, la quale detta agli art. 13, 14 e
15disposizioni in materia di cartolarizzazioni di crediti Inps;
Legge 30 aprile 1999, n. 130 recante disposizioni sulla cartolarizzazione dei crediti;
egge 5 novembre 1999, n. 402 che detta norme in materia di cartolarizzazione di crediti Inps;
legge 21 novembre 2000, n. 342, art. 76 che disciplina la cessione dei
crediti tributari;
Legge 23 novembre 2001, n. 410 recante le disposizioni urgenti
inmateria di privatizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e di sviluppo dei fondi comuni di investimento
immobiliare;
Legge 15 giugno 2002, n. 112 che detta norme sulla possibilità da parte
di Patrimonio S.p.a di compiere operazioni di cartolarizzazioni;
Legge 27 dicembre 2002, n. 289 che regola la privatizzazione del
patrimonio immobiliare delle Regioni, degli Enti Locali e degli altri enti
pubblici.
Tipologia dei contratti nel processo di
cartolarizzazione
• Contratto di cessione dei crediti tra cedente e cessionario
• Contratto con la banca incaricata della riscossione dei crediti e
dei servizi di cassa e pagamenti
• Contratto di sottoscrizione dei titoli tra il Lead Manager e la
società emittente i titoli
• Documenti relativi alle tecniche di supporto (polizza o garanzia
assicurativa,
• contratto di prestito subordinato,
• contratti derivati,
• contratto di gestione patrimoniale, ecc.)Programma
dell’operazione e l’ulteriore documentazione in caso di
collocamento dei titoli tramite sollecitazione al pubblico
risparmio
Impatto sul bilancio del processo di
securitisation
•
diagramma
Riduzione
entrate
Entrate da
securitisation
Entrate
Spese
Titolo I
Entrate tributarie
Titolo I
Spese corrent
Titolo II
Entrate da contributi
e trasferimenti correnti
Titolo II
Spese in
conto capitale
Titolo III
Entrate extra tributarie
Titolo IV
Entrate da alien. trasf.
capitale e riscossione crediti
Titolo V
Entrate accensione
prestiti
Titolo III
Spese per
rimborso prestiti
Consulenza
professionali esterni”
Impatto sul bilancio del processo di
cartolarizzazione con vendita di immobili
•
Tabella
Entrate da
Securitization
entrate
Spese
Titolo I
Entrate tributarie
Titolo I
Spese correnti
Titolo II
Entrate da contrib. e
trasferimenti correnti
Titolo II
Spese in conto
capitale
Titolo III
Entrate extra
tributarie
Titolo III
Spese per
rimborso prestit
Titolo IV
Entrate da alien.
trasf. capitale e
riscossione crediti
Titolo V
Entrate accensione
prestit
consulenze
Segue influenza dell’operazione sullo Stato
Patrimoniale nel caso di crediti
• diagramma
ATTIVO
Riduzione
immobilizzazioni
Immobilizzazioni
PASSIVO
Patrimonio netto
finanziarie
Aumento
disponibilità
liquide
Attivo circolante
Ratei e risconti
conferimenti
debiti
Ratei e risconti
Impatto sulla situazione patrimoniale nel
caso di vendita di immobili
• diagramma
ATTIVO
PASSIVO
Riduzione immobilizz.
materiali
immobilizzazioni
Patrimonio netto
Aumento disponibilità
liquide
Attivo circolante
Conferimenti
Ratei e risconti
debiti
Ratei e risconti
I fondi comuni di investimento immobiliare
•
•
•
In generale I fondi comuni di investimento immobiliare sono fondi il cui
patrimonio indiviso è di pertinenza di una pluralità di partecipanti ed è
gestito da società specializzate (Societa di Gestione del Risparmio) che
investono in immobili, in diritti reali immobiliari e partecipazioni in
società immobiliari
Grazie ai fondi immobiliari con apporto pubblico le pubbliche
amministrazioni possono realizzare una dismissione intermediata degli
immobili.
L’operazione può essere schematizzata in due fasi. Dapprima avviene
l’apporto al fondo degli immobili da parte della pubblica amministrazione.
La pubblica amministrazione riceve, in cambio degli immobili, quote del
fondo. Successivamente la pubblica amministrazione colloca tramite la
società di gestione del fondo immobiliare o istituti di credito le proprie
quote presso gli investitori privati o istituzionali, operando in tal modo
una dismissione finale e ricavandone in cambio preziose risorse
finanziarie da dedicare al finanziamento degli investimenti pubblici
segue
• diagramma
immobili
Risorse finanziarie
Amministrazione
pubblica
investitori
Quote
Fondo immobiliare
quote
I soggetti coinvolti nell’operazione
• Soggetto conferente
:conferisce al fondo gli immobili e la liquidità necessaria
ricavandone in cambio quote, da cedere poi sul mercato in cambio di utili risorse
finanziarie da destinare al finanziamento di nuovi investimenti.
• Advisor immobiliari:svolgono per conto della pubblica ammi- nistrazione
l’attività di analisi del patrimonio immobiliare sia dal punto di vista tecnico, sia dal
punto di vista economico.
• Advisor finanziari:elaborano i piani ed i progetti per la costituzione di un fondo
o società immobiliari, valutano le diverse opzioni ed opportunità di investimentofinanziamento e svolgono assistenza per la quotazione in borsa delle quote dei fondi
immobiliari.
SEGUE
• Advisor legali:sono i soggetti che si occupano più direttamente
dell’analisi delle relazioni e della normativa riguardante i mercati
mobiliari e finanziari dettata dagli organi di vigilanza (collocamento sul
mercato delle quote, emissione di titoli obbligazionari, rapporti con la
Banca d’Italia e la Consob, rapporti con il mercato finanziario, ecc.). I
consulenti legali possono curare anche gli aspetti civilistici e fiscali
legati all’operazione ed ai contratti che vengono stipulati.
segue
• Società di gestione del risparmio:rappresenta
l’intermediario abilitato ad esercitare la gestione individuale e
collettiva del rispar- mio, che istituisce e gestisce il fondo con
apporto pubblico. Sono società per azioni, con requisiti minimi
stabiliti dal regolamento della Banca d’italia che possono, inoltre,
effettuare il collocamento delle quote offrendole al pubblico o agli
investitori istituzionali.
• Esperti indipendenti: si occupano di verificare e stimare il valore
degli immobili
• Istituti di credito:intervengono nell’attività di collocamento delle quote
del fondo, vendendo le stesse sul mercato e trasferendo il ricavato alla
pubblica amministrazione conferente
.
segue
• Banca depositaria:rappresenta la banca che custodisce i valori
mobiliari della pubblica amministrazione e le disponibilita liquide del
fondo. La banca depositaria ha, inoltre, il compito di accertare che
l’emissione ed il rimborso delle quote, il calcolo del valore delle quote
stesse e la destinazione dei redditi del fondo siano conformi alla legge, al
regolamento ed alle prescrizioni degli organi di vigilanza e che nelle
operazioni relative al fondo stesso la controprestazione le sia rimessa nei
termini di uso.
• Facility e property managers:
rappresentano le società che si
dedicano solitamente alla gestione dal punto di vista finanziario, organizzativo ed amministrativo degli immobili detenuti dal fondo. Le società
di property gestiscono i rapporti contrattuali con i locatari, i flussi di
pagamento dei canoni di locazione e le utenze degli edi fici.nonché la
manutenzione degli stessi
Come interagiscono i soggetti
•
diagramma
conaulenze
beni
advisor
Fondo immob.
P.A
quote
investitori
proventi
Esperti
indipendenti
quote
Banche e interm,
quote
gestione
servizi
quote
Banca deposit.
Quote e depositi
Società di
gestione
euro
Società di
facily
La normativa sui fondi immobiliari
•
•
•
•
•
I fondi con apporto pubblico sono stati disciplinati in Italia con la
Legge 29 novembre 1995, n. 503 che al fine di disporre di uno
strumento privilegiato per la dismissione dei beni pubblici,
introduceva nella disciplina generale dei fondi comuni immobiliari
(Legge n. 86 del 1994) due nuovi articoli: l’articolo 14-bis che
prevede e regola l’utilizzo dei fondi di investimento immobiliare
con apporto e l’articolo 15 che regola il trattamento tributario e
fiscale dei fondi con apporto.
Si sono susseguite di poi altre disposizioni come:Articolo 3, comma 111 della Legge 662 del 1996, la quale introduce modifiche all’articolo 14-bis della Legge 86/1994;
decreto Legislativo 24 febbraio 1998 n. 58, ossia il testo unico
della finanza, che ha abrogato la Legge istitutiva dei fondi immobiliari, mantenendo però in vigore l’articolo 14-bis;
Legge 23 novembre 2001, n. 410, la quale ha dettato il nuovo
regime tributario dei fondi immobiliari.
Segue
•
•
•
•
•
Stante tale disciplina, sono autorizzati a sottoscrivere le quote del fondo
con apporto pubblico lo Stato, gli enti previdenziali pubblici, Regioni, Enti
Locali, consorzi e società pubbliche
Gli enti di cui sopra sottoscrivono quote apportando beni per un valore
minimo del 51%
La pubblica amministrazione apporta beni del patrimonio disponibile.
L’oggetto dell’apporto può riguardare anche i diritti reali sui beni
Per ciascun immobile la pubblica amministrazione dovrà
conoscere:
i dati identificativi dell’mmobile;
•
•
•
•
•
i dati di localizzazione dell’immobile;
i dati tecnici;
i dati sulle condizioni di utilizzo; il valore dell’immobile;
i dati sulla situazione tecnica;
i vincoli di disponibilità;
•
Dal censimento e dalla valutazione del patrimonio immobiliare della pubblica
amministrazione potrebbe infatti, risultare chiaro che la massa di immobili
detenuti non consente di raggiungere quella soglia minima necessaria per
rendere conveniente l’operazione oppure che gli immobili per le caratteristiche
possedute (bassa redditività) non si adattano allo strumento in questione
Segue procedura di ricognizione del
patrimonio immobiliare
• diagramma
Pubblica
amministrazione
Sistema informativo
Non adeguato
immobili
Quote del
fondo
Redazione
Censimento immobili
Selez. Alternat.
Di dismissione
Sistema informativo
adeguato
Redazione
Piano generale
alienazione
Fondo imobiliare
Adozione ipotesi
Costit.fondo
ccartolarizzazione
Conferimento
Portaf.immobili
Selez. E valutaz
immobili
Organi decisori dell’operazione
nel comune
• tabella
Organo
consiglio
Organo
esecutivo
ruolo
Approvazione regolamento cessione immobili
Approvazione piano generale
Delibera cessazione destinazione pubblica immobili
Redazione piano generale
Scelta procedura di dismissione
Individuazione società gestione risparmio
Sottoscrizione quote del fondo
Emissione obbligazioni convertibili in quote del fondo
Impatto sul bilancio dell’Ente
• tabella dell’ utilizzo dei fondi sul bilancio di previsione
Entrate
spese
Titolo I
Titolo I
Entrate tributarie
Spese correnti
Titolo ii
Titolo ii
Entrate da contributi
e trasfer. correnti
Collocamento
quote
spese in c/
capitale
Titolo iii
Titolo iii
Entrate extributarie
Spese per
rimborso prestiti
Titolo iv
Entrate da alienaz,
trasf, capitale
Titolo V
Entrate accensione
prestiti
Apporto di
denarò
segue
•
Utilizzo del fondo in contabilità patrimoniale al momento dell’apporto dei beni
Riduzione
immnobilizz.materiali
aumento immobiliz
finanziarie
ATTIVO
PASSIVO
immobilizzazioni
Patrimonio netto
Attivo circolante
conferimenti
Ratei e risconti
debiti
Ratei e risconti
segue
•
Utilizzo del fondo in contabilità patrimoniale al momento dell’apporto dei beni
Riduzione
immnobilizz.materiali
aumento immobiliz
finanziarie
ATTIVO
PASSIVO
immobilizzazioni
Patrimonio netto
Attivo circolante
conferimenti
Ratei e risconti
debiti
Ratei e risconti
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Seminario del 3 e 8 giugno 2010 a Genova e Torino