Le politiche del lavoro
Insieme di interventi pubblici
rivolti alla tutela dell’interesse
collettivo all’occupazione:
modello di regolazione pubblica
del mercato del lavoro .
Si tratta di politiche sia fiscali,
sia sociali, sia economiche.
I compiti svolti dalle
politiche del lavoro
• Regolamentazione del mercato
del lavoro (diritti e doveri,
sicurezza, salute, condizioni di
uscita e di ingresso, ecc.)
• Promozione dell’occupazione
• Mantenimento/garanzia del
reddito
POLITICHE PASSIVE
Si intende per politiche passive
del lavoro le prestazioni
monetarie erogate
automaticamente a favore dei
disoccupati.
Tale sistema – anche detto di
“ammortizzatori sociali” - a
livello dei paesi europei si
articola su “tre pilastri”
I TRE PILASTRI
• PILASTRO ASSICURATIVO – (indennità di
disoccupazione a durata definita e su base
contributiva) – (storicamente primo)
• PILASTRO ASSISTENZIALE “DEDICATO” –
(sussidi di disoccupazione elargiti su base
reddituale se non è possibile accedere al
primo pilastro) – (nato fra gli anni ’30 e il
secondo dopoguerra)
• PILASTRO ASSISTENZIALE “GENERALE” –
(prestazioni per indigenti e non
specificatamente per lavoratori/reddito
minimo garantito) – (nato nell’ultimo
trentennio)
Primo pilastro
• Presente in tutti i paesi europei
•
Eleggibilità: l’evento deve essere di natura involontaria, vi
sono requisiti di anzianità contributiva, occorre la
presentazione di una domanda, in alcuni paesi vi sono
“vincoli di attivazione”
•
Il finanziamento è su base dei contributi versati dal
lavoratore e dal datore di lavoro. Se non vi è copertura di
norma interviene lo Stato tramite a fiscalità generale.
•
La generosità della prestazione è calcolata su base
percentuale della retribuzione o media delle retribuzioni
di un dato periodo. Il rapporto fra indennità e retribuzione
è detto tasso di sostituzione.
•
La generosità temporale è soggetta a diverse variazioni
dipendenti dalla legislazione nazionale
Politiche attive del
lavoro
Sono quelle politiche tese a creare nuova
occupazione o ad intervenire a scopo
preventivo.
Il loro fondamentale obbiettivo è evitare che
i soggetti rimangano intrappolati in stati di
disoccupazione.
L’Ocse distingue 5 gruppi di queste politiche
1- sussidi all’occupazione
2 – creazione diretta e temporanea di posti di
lavoro
3 – formazione professionale
4 – sostegno monetario alla nuova
imprenditoria
Le politiche del lavoro in
Italia
Configurazione complessa con istituti
di tutela previdenziale tesi
all’esaurimento del rapporto di
lavoro, altri per la sospensione, altri
ancora alla riduzione dell’orario
lavorativo.
Molteplici prestazioni raggruppabili in
2 schemi:
- Disoccupazione totale
- Disoccupazione temporanea o
parziale (CIG cassa integrazione
guadagni)
Disoccupazione totale
• Indennità ordinaria di disoccupazione (40% della
retribuzione degli ultimi 3 mesi per 180 giorni o 9 mesi
per gli over 50)
•
Indennità a requisiti ridotti – minimo 78 giornate lavorate
e un contributo settimanale nel biennio precedente la
richiesta (30% retribuzione media giornaliera per
giornate effettivamente lavorate l’anno precedente)
•
Indennità ordinaria (operai agricoli con 102 contributi
giornalieri nel biennio precedente – 30%)
•
Trattamento speciale per operai agricoli
•
Trattamento speciale per lavoratori delle imprese edili
•
INDENNITA’ DI MOBILITA’ - Licenziamento collettivo
Cig
• Trattamento ordinario – sospensione per
eventi di natura transitoria – da 13
settimane a 12 mesi (24)
• Trattamento straordinario – riconversioni,
ristrutturazioni o crisi strutturali delle
aziende – procedure concorsuali – per
industrie ed edili con più di 15 dipendenti o
del terziario con almeno 50 dipendenti –
importo pari all’80% - a carico dello Stato e
in parte dei datori di lavoro – durata dai 12
ai 24 mesi –
Il cig spesso diventa strumento politico in
mano ai sindacati
Sintesi del sistema
italiano
• configurazione articolata con
legislazione particolaristica che ha
creato troppe difformità nei
trattamenti
• I lavoratori dell’industria, del
terziario e delle imprese godono di
alta protezione
• Coloro che subiscono un
licenziamento individuale godono di
tutele assai più ridotte
• Il raggiungimento di precisi requisiti
contributivi svantaggia
principalmente i giovani o coloro che
Le politiche attive in
Italia
• Incentivi all’assunzione o
stabilizzazione del lavoro
• Interventi di formazione
professionale (845/78 Regioni)
• Inserimento lavorativo di specifiche
categorie
• Contratti misti
(professione/formazione
apprendistato)
La competenza sulle politiche attive spetta
dal 1997 a Regioni e ad enti locali – SPI
(sistema servizi pubblici per l’impiego)
Lo SPI si articola in:
Commissione regionale di concertazione (progettazione di politiche
formative)
-
Comitato istituzionale regionale (responsabile dell’integrazione
territoriale dei servizi)
-
Comitati provinciali di concertazione
-
Ente strumentale regionale Agenzia regionale (progettazione e supporto
tecnico)
-
CENTRI PER L’IMPIEGO (bacini oltre i 100.000 abitanti – collocamento,
orientamento, inserimento soggetti “deboli”)
-
SOGGETTI PRIVATI (agenzie di lavoro) accreditate dallo Stato (comuni,
enti locali, università, camere di commercio, fondazioni bancarie, ecc.)
-
Borsa continua del lavoro – portale nazionale
Beneficiari, spesa e
finanziamento
• Dati Eurostat: Italia ed Europa registrano
un tasso di disoccupazione simile (8% nel
2004) ma la situazione italiana è peculiare
rispetto a quella degli altri paesi…
• DISPARITA’ TERRITORIALE (3,9% nel nordest / 15% nel sud)
• DISOCCUPAZIONE GIOVANILE ( 24%
contro il 17% dato europeo)
• OCCUPAZIONE FEMMINILE (45% contro
56% dato europeo)
• SOTTOCCUPAZIONE
Beneficiari, spesa e
finanziamento 2
• L’Italia spende poco per la disoccupazione
(1,6% della spesa sociale contro il 68%
delle prestazioni pensionistiche generali)
• Nonostante dagli anni ’90 sia in crescita la
spersa per le politiche attive quelle
passive prevalgono ancora enormemente
• Le politiche attive sono principalmente
rivolte ad incentivazioni per le assunzioni e
non alla formazione
Evoluzione storica delle
politiche del lavoro
Le prime forme di protezione dal rischio di disoccupazione risalgono
al 1831 in Inghilterra (organizzazioni sindacali – fondi ad hoc). In
breve si diffondono in tutta Europa.
Fine XIX sec. Disoccupazione dilagante che mette in crisi le casse
sindacali (erogavano solo a chi si iscriveva).
AI SINDACATI SI AFFIANCANO I GOVERNI LOCALI. NASCONO COSI’
LE PRIME FORME DI ASSICURAZIONE PUBBLICA “VOLONTARIA”
(Berna 1893)
Nei primi anni ’30 si passa da forme di tutela selettive a programmi
di tutela nazionali. Sempre a carattere volontario
L’ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA SI DIFFONDE DOPO IL PRIMO
CONFLITTO MONDIALE (In Italia nel 1919)
Consolidamento delle
politiche del lavoro nel
sistema italiano
Dall’istituzione dell’assicurazione
obbligatoria (1919) nulla accade fino alla
fine del secondo conflitto bellico.
Nel 1945 nasce la CIG a livello nazionale. In
origine la Cig è concepita per il sostegno a
disoccupazione parziale o temporanea
(erogazione salariale per 90 g max al 75%).
A partire dagli anni ’70 la CIG da misura
transitoria diviene uno dei principali
schemi del sistema degli ammortizzatori.
Consolidamento 2
1949 legge n. 264 (Legge Fanfani)
Nasce il Monopolio pubblico sul
collocamento – la funzione di collocamento
passa dai sindacati e dalle Camere del
lavoro al Ministero del lavoro (Uffici
Provinciali del Lavoro).
Pieno controllo degli avviamenti da parte
dello Stato.
Il collocamento avviene attraverso 3 canali:
1- richiesta o chiamata NUMERICA
2 – richiesta o chiamata NOMINATIVA
3 – CHIAMATA DIRETTA
Evoluzione delle politiche
salariali (post 1945)
•
Uniformazione delle tabelle retributive
•
SCALA MOBILE, “indennità di contingenza” tesa all’adeguamento
dei salari all’inflazione attraverso l’indicizzazione per cui gli
stipendi risultano direttamente “agganciati” all’andamento del
costo della vita
•
Nei vent’anni successivi si registra – grazie al boom economico –
un’intensa mobilità sociale (Unico provvedimento nel 1955:
l’apprendistato rivolto a giovani tra i 14 e i 20 anni – significativo
per le politiche attive)
•
1962 – Nascono i contratti di lavoro a tempo determinato
•
1968 Fondazione CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI
STRAORDINARIA . Elargizione della durata di tre mesi all’80%
della retribuzioneper crisi settoriali o locali.
1968/1970: il periodo
caldo
• Nonostante il boom economico le tensioni
sociali e le rivendicazioni operaie crescono
• Autunno caldo: rinnovo del contratto
nazionale dei metalmeccanici con
richiesta di maggior egualitarismo nelle
politiche salariali
• 1969 abolizione delle gabbie salariali quali
differenziali retributivi per territori
• 1970 STATUTO DEI DIRITTI DEI
LAVORATORI teso a regolare i rapporti fra
Stato e lavoratori
I temi dello statuto
•
•
•
•
Diritti di libertà sul luogo di lavoro
Tutela del posto e della salute
Protezione delle libertà sindacali
Disciplinamento della presenza
sindacale sul luogo di lavoro
• Tutela giurisdizionale delle attività
sindacali (art. 18 – regime
sanzionatorio per licenziamento
privo di giusta causa )
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