IL TERMINE DERIVA DALLA PAROLA PORTOGHESE BARROCO O DA QUELLA SPAGNOLA BARRUECO CHE
INDICANO LE PERLE DI FORMA IRREGOLARE.
NEL XVIII SECOLO VENNE UTILIZZATO CON ACCEZIONE NEGATIVA PER DEFINIRE L’ARTE STRAVAGANTE,
ECCESSIVA E BIZZARRA DEL SEICENTO. SOLO NEL XIX SECOLO IL BAROCCO VENNE RIVALUTA NEI SUOI
ASPETTI POSITIVI E INNOVATIVI.
IL BAROCCO, INFATTI
SI DISTACCA DALLE REGOLE DELL’ARMONIA E DELLA RAZIONALITÁ
CREA COMPOSIZIONI LIBERE DA SCHEMI E IMPOSTAZIONI RIGIDE
CREA EFFETTI ILLUSIONISTICI
ATTRAVERSO L’USO DELLA PROSPETTIVA
SI
CREANO
SCENOGRAFIE ED EFFETTI DI SFONDATO INFINITO
Andrea Pozzo, Glorificazione di Sant’Ignazio, 1691-1694, affresco, Roma Chiesa di Sant’Ignazio
SPETTACOLARI
IL BAROCCO
FIORÍ A ROMA INTORNO AL 1630 COME ESPRESSIONE DELLE IDEE DELLA CONTRORIFORMA CHE LA CHIESA AVEVA
CONCRETIZZATO CON IL CONCILIO DI TRENTO DEL 1563. LA CHIESA ATTUÓ UN PROGRAMMA DI COMUNICAZIONE RIVOLTO AI
FEDELI, CON LO SCOPO DI COMBATTERE LE TESI DI LUTERO E DEI PROTESTANTI.
ALL’ARTE VIENE CONFERITO L’INCARICO DI
STUPIRE I FEDELI
SUSCITARE EMOZIONI FORTISSIME
Stefano Maderno
SANTA CECILIA
1600, marmo
Roma, Basilica di Santa Cecilia in Trastevere
Gianlorenzo Bernini
CATTEDRA DI SAN PIETRO
1657-1666, marmo, bronzo dorato e stucco
Vaticano, Basilica di San Pietro
Guercino - AURORA
1621, affresco, Roma, Casino Ludovisi
• RICERCA IL DINAMISMO E MOVIMENTO
ATTRAVERSO L’USO DI LINEE MOSSE
• RICERCA L’EFFETTO DI MONUMENTALITÁ ALLO SCOPO DI ESALTARE LA FORZA E IL POTERE DEI GRANDI COMMITTENTI
Quattro
colonne
tortili
reggono una trabeazione
concava e sono sormontate
da quattro angeli dai quali
partono quattro volute a
“gobba di delfino” che
reggono il globo terrestre –
progettati da Francesco
Borromini.
Sulle colonne compaiono le api
emblema
della
famiglia
Barberini, casata a cui
apparteneva
il
pontefice
committente Urbano VIII
Gianlorenzo Bernini - BALDACCHINO DI SAN PIETRO
1623-1633
bronzo, legno e marmo, 28 m altezza
Vaticano, Basilica di San Pietro
PROTAGONISTI DEL BAROCCO FURONO
GIANLORENZO BERNINI
FRANCESCO BORROMINI
(1598-1680)
(1599-1667)
PIETRO BERRETTINI
detto PIETRO DA CORTONA
(1596-1669)
A TORINO
GUARINO GUARINI
(1624-1683)
A VENEZIA
BALDASSARRE LONGHENA
(1597- 1682)
ARCHITETTURA BAROCCA
SI SVILUPPA IN TUTTA ITALIA CON FORME E STILI CARATTERISTICI E PARTICOLARI PUR MANTENENDO
COMUNI GLI ASPETTI SOSTANZIALI QUALI:
• UNA COSTANTE RICERCA DI MOVIMENTO
ALTERNANDO FORME CONCAVE E CONVESSE
• EDIFICI RELIGIOSI A PIANTA ELLITTICA
CHE SOSTITUISCE LA PIANTA CENTRALE O
LONGITUDINALE E COSTRINGE L’OCCHIO
A SPOSTARSI CONTINUAMENTE
DEL FEDELE
• CUPOLE DI DIFFERENTE FORMA, PERCORSE DA
FINESTRE E SORMONTATE DA LANTERNE MOLTO
ARDITE IN ALTEZZA E NELLA FORMA
• DECORAZIONE SOVRABBONDANTE
Guarino Guarini (ds)
PALAZZO CARIGNANO
1679-1685,
Torino
Baldassarre Longhena
Chiesa di SANTA MARIA
DELLA SALUTE (sin.)
1631
Venezia
Francesco Borromini
ORATORIO DEI FILIPPINI
1637-1650
Roma
CENTRI DEL SUD ITALIA IN CUI IL BAROCCO SI DIFFUSE FURONO LECCE E NOTO, INSIEME AD ALTRI CENTRI
SICILIANI. QUI IL BAROCCO ASSUNSE CARATTERI UNICI E PARTICOLARI
CATTEDRALE DI NOTO
PALAZZO NICOLACI
(particolare decorazione)
Noto
DUOMO DI LECCE
1549-1699
A ROMA ESEMPI FONDAMENTALI DEL BAROCCO
Francesco Borromini
SANT’IVO ALLA SAPIENZA
1642-1650
Roma
La chiesa ha questo nome
perché sorge
all’interno del cortile
del Palazzo della
Sapienza, sede
dell’Università di Roma
(dal XV secolo al
1935).
La commissione
consisteva nel
progettare una chiesa
che si adattasse
perfettamente al
cortile, lungo e
stretto.
Bernini insistette perché
l’incarico venisse
assegnato a
Borromini, perché era
convinto che avrebbe
clamorosamente
fallito, invece venne
creato un capolavoro
Si alternano superfici concave e convesse che creano l’illusione di un edificio quasi dinamico e capace di mutare la
sua forma. La parte inferiore della facciata è concava ed è sormontata dal grande tamburo convesso su cui i
imposta la lanterna prima concava(nella parte bassa) poi convessa nella parte superiore
Borromini progettò un edificio assolutamente originale e innovativo sia nella struttura
che nella complessità di articolazione dei volumi esterni ed interni.
Ogni elemento ha un forte valore
simbolico richiamando l’emblema
dell’ape, simbolo della famiglia
Barberini, committente dell’opera.
La
lanterna
che
sormonta
all’esterno la cupola ha una
forma elicoidale e sembra
torcersi su se stessa.
Pianta e cupola hanno un’impostazione di forma esagonale nata dalla fusione di due
triangoli equilateri. Anche qui si alternano spazi concavi e convessi
Francesco Borromini - SAN CARLINO ALLE QUATTRO FONTANE
dal 1634
Roma
La chiesa è dedicata a San Carlo Borromeo e prende il nome dalla sua
collocazione attigua ad una piccola piazza agli angoli della quale
sono poste quattro fontane
La chiesa ha dimensioni molto ridotte e nella commissione era prevista
anche la realizzazione di un chiostro, il refettorio e il convento. Ma
Borromini, suicida nel 1667 non riuscì a vedere l’opera finita.
La facciata è dinamicamente mossa dall’alternanza di spazi concavi
laterali e convessi centrali.
Il cornicione marcapiano segue lo stesso andamento
Ogni elemento decorativo e strutturale è studiato nei minimi dettagli:
le colonne corinzie, le nicchie e le sculture.
Pianta ellittica con absidi poco profonde e strutturate su curve che
dilatano e restringono lo spazio interno.
Spicca il verticalismo dell’edificio grazie alle colonne
giganti corinzie realizzate in stucco bianco per esaltare
la luminosità della chiesa.
La cupola ha un’impostazione ovale ed è costruita in
laterizio ed è decorata con cassettoni ottagonali e
cruciformi
Guarino Guarini
CAPPELLA DELLA SINDONE
1666
Torino, Duomo di Torino
Gianlorenzo Bernini - SANT’ANDREA AL QUIRINALE
GLI ARCHITETTI DEL BAROCCO SI OCCUPANO ANCHE DI URBANISTICA REALIZZANDO OPERE FONDAMENTALI.
TRA QUESTI GIANLORENO BERNINI CHE PROGETTÓ UNA DELLE OPERE PIÚ IMPORTANTI DELLA STORIA
DELL’ARTE: PIAZZA SAN PIETRO A ROMA
Nel 1656 papa Alessandro VII affidò a
Bernini la progettazione della piazza
antistante la Basilica di San Pietro.
Bernini progettò una piazza costituita
dalla fusione di una trapezio e di
un’ellisse.
Inoltre pensò a due colonnati
perimetrali che, partendo dalla
facciata della basilica, ricreassero
l’effetto di un abbraccio capace di
accogliere migliaia di fedeli radunati
per ottenere la benedizione del
pontefice.
Al centro si trova un obelisco che in età
imperiale si trovava nel circo di
Nerone.
Ai lati sono collocate due fontane.
Il colonnato è costituito
da
284
colonne
doriche e 88 pilastri
disposti su quattro
file.
Regge una trabeazione
al di sopra della
quale sono collocate
delle statue, una in
corrispondenza
di
ogni colonna.
SCULTURA BAROCCA
CON IL BAROCCO LA SCULTURA DIVENTA PROTAGONISTA ASSOLUTA NELLA DECORAZIONE DI PIAZZE, STRADE,
PALAZZI E CHIESE.
LE SCULTURE DIVENTANO SEMPRE Più ARDITE CON
POSE DINAMICHE CHE SEGUONO UN MOVIMENTO A
SPIRALE CHIAMATO “A SERPENTINA” E CAPACE DI
CREARE NELLO SPETTATORE LO STUPORE DI FIGURE AL
LIMITE DELL’INSTABILITà
GESTI ED ESPRESSIONI ESASPERATE E TEATRALI PER
AUMENTARE L’EFFETTO REALISTICO E SCENOGRAFICO
USO DI MATERIALI DIFFERENTI COME I MARMI
POLICROMI, BRONZO, MATERIALI PREZIOSI, STUCCHI
Francesco Mochi
ANGELO ANNUNCIANTE e ANNUNCIATA
1605-1608
Marmo, 185 cm e210 cm
Orvieto, Museo dell’opera del Duomo
Cappella del Crocifisso
1682-1690
Palermo, Duomo di Monreale
CON LO SVILUPPO DELLA SCULTURA SI DIFFONDONO A ROMA
SOPRATTUTTO LE FONTANE IN CUI ARCHITETTURA E SCULTURA
DIVENTANO UNA COSA SOLA CREANDO EFFETTI STRAORDINARI
Pietro Bernini - BARCACCIA
1610, Roma, Piazza di Spagna
Bernini ricevette la commissione
dal
Cardinale
Scipione
Borghese per quattro gruppi
scultorei.
Per l’Apollo e Dafne Bernini
decise di scolpisce il momento
culminante
della
vicenda
raccontata da Ovidio nelle
Metamorfosi:
Apollo viene indotto da Eros ad
innamorarsi della ninfa Dafne,
viceversa Dafne viene indotta
a rifuggire da Apollo. Pur di
scampare a questo amore
Dafne chiede al padre, il dio
fluviale
Peneo,
di
fare
qualsiasi
cosa
per
aiutarla. Apollo ha raggiunto
Dafne che però si sta già
trasformando: i suoi piedi
stanno diventando radici, le
sue mani in rami carichi di
foglie, la vita è già la
corteccia dell'albero. Dafne
diventò una pianta di alloro e
da quel momento Apollo si
cingerà la testa con le sue
fronde.
Gian Lorenzo Bernini
APOLLO E DAFNE
1622-1625
Marmo di Carrara, altezza 243 cm
Roma, Galleria Borghese
Bernini crea una messa in scena
teatrale nella quale l'occhio
dello spettatore segue lo
sviluppo della trasformazione.
Eccezionale è il modo in cui
Bernini
ritrae
il
volto
terrorizzato di Dafne e
quello stupito di Apollo
La composizione si struttura sul
doppia movimento ad arco
con un gioco di linee e
superfici curve.
Inoltre il gruppo è fortemente
sbilanciato in avanti e crea
l’illusione che le sue figure
possano
muoversi
liberamente nello spazio
Il marmo viene lavorato in modo
sapiente tanto da assumere
la consistenza dei differenti
materiali che ritrae: le
foglie, la corteccia rugosa, le
pelli levigate e morbide, la
forza e la durezza della
roccia…
Dettagli di
Apollo e Dafne
Gian Lorenzo Bernini - DAVID
1623-1624
Marmo bianco, 170 cm
Roma, Galleria Borghese
Bernini fissa il momento culminante dell’azione quello in cui
David sta per lanciare la pietra
La torsione del corpo e
delle
braccia
contratte sulla fionda
e il volto concentrato
nello
sforzo
del
momento
La
sua
posizione
esaltano
nello spettatore la
percezione
dello
sviluppo
dell'azione.
Ai piedi di David ci sono una
corazza e una cetra che
qui si conclude con una
testa d'aquila, emblema
celebrativo del casato
Borghese
Ratto di Proserpina
1621-1622
Marmo bianco, 235 cm
Roma, Galleria Borghese
Anche qui è fissato il culmine dell’azione: Plutone che cattura
Proserpina per condurla nell’Ade
I muscoli di Plutone sono tesi nello sforzo di sostenere il corpo
di Proserpina che si sta divincolando tanto che le mani del
dio “entrano” nella carne di lei, evidenziandone la
morbidezza
Bernini unisce lo stile di maniera di Giambologna a quello dei
modelli antichi e riesce a creare una composizione senza
precedenti o eguali per forza plastica e l'intensità
espressiva.
Anche qui Bernini sfiora i limiti fisici del marmo
Estasi di Santa Teresa
1647-1652
marmo, stucco e bronzo dorato, 350 cm altezza
Roma, Chiesa di Santa Maria della Vittoria
L’opera fu commissionata dal cardinale Federico
Cornaro per la cappella di famiglia
Bernini concepisce lo spazio della cappella come quella
di un piccolo teatro con il palco su cui si trova la
scena principale dell’estasi della santa, e palchi
laterali sa cui si affacciano gli astanti – i membri
della famiglia Cornaro- che assistono all’evento
L’opera è concepita per essere guardata da un unico
punto di vista frontale
La cappella è coperta da una volta affrescata ed è impreziosita da marmi
policromi. Bernini mette in atto la sua teoria del “bel composto” con la
perfetta unione di pittura, scultura e architettura
Beata Ludovica Albertoni
1672-1673
marmo
Roma, Chiesa di San Francesco di Ripa
Gianlorenzo Bernini
Fontana dei quattro fiumi
1651
marmo e travertino, oltre 30 m di altezza
Roma, Piazza Navona
Fu commissionata da papa Innocenzo X Pamphili per il
centro di Piazza Navona, dove in antichità sorgeva lo
stadio dell’imperatore Domiziano.
Lo scopo era quello di “offrire una salubre amenità a chi
passeggia, bevanda a chi ha sete, occasione a chi
medita”.
La fontana rappresenta la totalità del mondo conosciuto e
l’universalità della Chiesa.
Molte sono le leggende intorno a questa fontana e tutte
vertono nell sostenere e rafforzare la tesi
dell’antagonismo fortissimo tra Bernini e Borromini.
Una di queste racconta che Bernini, per ottenere la
commissione della realizzazione della fontana da
Innocenzo X, regalò un modello in argento dell'opera,
alto un metro e mezzo, alla cognata del Papa la quale
convinse il pontefice a concedere il lavoro appunto al
Bernini che, così facendo, spiazzò la concorrenza del
Borromini.
CURIOSITÁ
Le spese per la realizzazione della fontana furono
talmente elevate che, per finanziarle, il papa
ricorse ad una tassazione sul pane
Papa Innocenzo X Pamphili, succeduto a Urbano VIII
Barberini, voleva “cancellare” l’operato del suo
predecessore, quindi anche di non avvalersi dei suoi
artisti, tra i quali c’era Bernini. Ma la bravura
dell’artista riuscì a superare qualsiasi ostilità e
pregiudizio.
Sullo scoglio si trovano quattro figure umane,
personificazioni dei quattro principali fiumi del
mondo, uno per continente: Danubio, Rio della
Plata, Gange e Nilo.
Queste vennero realizzate da quattro aiuti di Bernini.
Bozzetti preparatori della fontana dei quattro fiumi
argilla e legno
Presenta una vasca ellittica avente al centro un grande scoglio su cui si erge un obelisco, ritrovato nel 1647 al
circo di Massenzio, sulla via Appia. Sulla sua sommità è collocata una colomba, in bronzo, con il ramo d’ulivo
(simbolo araldico della famiglia Pamphili)
Sotto le statue compaiono animali e piante dei quattro continenti:
un cavallo, un leone chino per bere, un delfino, un piccolo drago e un serpente
terrestre e uno marino. La gigantesca palma sembra mossa dal vento
Il Danubio – Europa
Indica gli stemmi della famiglia Pamphilj
che compaiono sul monumento.
LE QUATTRO DIVINITÁ FLUVIALI ASSUMONO POSE DIFFERENTI SUSCITANDO NELLO
SPETTATORE UN’IDEA DI MOVIMENTO E MUTEVOLEZZA DELLE POSE.
I VOLTI E I CORPI POSSENTI RIVELANO UN LEGAME FORTISSIMO CON L’ARTE
CLASSICA
Questo testimonia l’intento celebrativo
della fontana che vuole sottolineare
la forza e l’autorità religiosa del
pontefice sul mondo intero
il Nilo - Africa
si copre il volto con un panneggio, facendo riferimento al fatto che di questo
fiume le sorgenti erano sconosciute e rimasero ignote fino alla fine del XIX
secolo,
Rio della Plata - America
Gange – Asia
Ha in mano un lungo remo che suggerisce la navigabilità del fiume
Ha vicino a se alcune monete simboleggiano il colore argenteo delle
acque. Il braccio sollevato evoca la paura che la facciata della
chiesa verso cui l’uomo è rivolto, crolli. Si tratta della chiesa di
Sant’Agnese in Agone, realizzata da Bernini
PITTURA BAROCCA
CON IL BAROCCO LA PITTURA SVILUPPA SOGGETTI
SACRI E MITOLOGICI
INOLTRE
DIVENTA SEMPRE Più ILLUSIONISTICA
LA PROSPETTIVA DIVIENE SEMPRE PIÚ
COMPLESSA E ARDITA.
LO SPAZIO SI DILATA CREANDO L’ILLUSIONE DI
INFINITO
LE COMPOSIZIONI OCCUPANO SUPERFICI SEMPRE
PIÚ GRANDI
Giovanni Battista Gaulli
TRIONFO DEL NOME DI GESÚ
1674 – 1679
Affresco e stucco
Roma, Chiesa del Gesù
Pietro da Cortona
Trinità in gloria fra Santi
1648 c.
affresco
Roma, Santa Maria in Vallicella
L’affresco è dipinto su una
vera cupola e Pietro da
Cortona crea l’illusione di
uno spazio infinito capace
di attirare l’occhio verso
l’alto grazie alle figure
fortemente scorciate che
convergono verso il centro
creando un vortice di
colore, luce e corpi.
Pietro da Cortona
TRIONFO DELLA DIVINA PROVVIDENZA
1633-1639
Roma, Palazzo Barberini
Celebra l’apoteosi della Divina Provvidenza e la
famiglia di Maffeo Barberini, diventato papa
Urbano VIII.
Viene dipinta una moltitudine di figure
ripartine in cinque scene differenti.
- Quattro laterali ritraggono quattro episodi
della mitologia:
Una centrale maggiore con il trionfo della
Divina Provvidenza
Ad
incorniciare il tutto una quadratura
architettonica monocroma decorata con
telamoni e tritoni che sorreggono finti
medaglioni bronzei. La decorazione è
arricchita con conchiglie, ghirlande, delfini,
allegorie e animali che personificano le virtù
papali.
TUTTO CONCORRE A FONDERE LO SPAZIO
DIPINTO E LO SPAZIO REALE.
DOMIINA
L’EFFETTO
SCENOGRAFICO
E
ILLUSORIO CREATO CON L’USO SAPIENTE
DELLA PROSPETTIVA, DEGLI SCORCI E
DELLA LUCE,
La Divina Provvidenza è circondata da PRUDENZA,
GIUSTIZIA, MISERICORDIA, VERITÁ e BELLEZZA
ROMA e RELIGIONE
Sostengono la tiara papale
e le chiavi pontificie
DIVINA PROVVIDENZA
seduta sulle nuvole e
avvolta dalla luce
FEDE, SPERANZA, CARITÁ
Sorreggono una corona di
lauro che incornicia tre
api – emblema Barberini
TRE PARCHE
Cloto, Lachesi e Atropo
che tessono la tela del
destino degli uomini
IL TEMPO
Con la falce in mano che
sta divorando i suoi figli
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