È l'unica specie del genere
Allocebus. È uno dei più
piccoli lemuri viventi: è lungo
12,5-14,5 cm ed ha una coda
di 15-20 cm. Pesa tra i 75 ed
i 100 g. L'area dell'A. trichotis
è limitato al Madagascar
nord-orientale, in una zona
di foresta compresa tra
Tamatave e Morondava. Sono
animali arboricoli e notturni,
le cui abitudini sono poco
conosciute.
Durante il giorno dormono in nidi di foglie fresche, all'interno di
cavità del tronco degli alberi. Poco si sa sulla loro dieta: osservati in
cattività, si nutrono di frutti e insetti. Un tempo ritenuto estinto (ne
erano noti solo pochi esemplari impagliati, risalenti al XIX secolo) l'A.
trichotis è stato riscoperto nel 1989. In atto la popolazione è stimata al
di sotto dei mille esemplari. La Zoological Society of London
considera l'Allocebus trichotis una delle 100 specie di mammiferi a
maggiore rischio di estinzione.
Questo piccolo mammifero dal nome così particolare è un
primate che possiamo trovare esclusivamente in Madagascar.
Unico del suo genere, della sua famiglia e del suo infraordine,
poiché l’unico suo parente, l’aye-aye gigante, si è ormai
estinto.
Questo animale è lungo circa 80 cm, (compresi ben 40 cm di coda)e
per il suo aspetto sembra l'unione di molti animali: il pipistrello per le
orecchie, la volpe per il muso, il gatto per gli occhi, la scimmia per il
corpo, lo scoiattolo per coda e denti. In effetti questo animale,
soprannominato da alcuni "scimmia picchio", possiede caratteristiche
comuni a primati e roditori, tanto che i primi zoologi che cercarono di
identificarlo lo scambiarono per un grosso scoiattolo. A questo si deve
la sua vecchia classificazione: chiromys madagascariensis.
• L'aye aye è un animale notturno:
passa il giorno riposando in nidi che
si costruisce ammassando foglie
all'interno di tronchi cavi o alla
biforcazione di grossi rami, per poi
uscire fra i 30 minuti prima del
tramonto e le tre ore dopo di esso.
Si tratta di animali essenzialmente
arboricoli, che percorrono anche 4 km
ogni notte saltando di ramo in ramo:
l'aye aye trova infatti difficoltoso
muoversi in orizzontale. Le sue
dimensioni fanno di questo animale
il più grande primate notturno
attualmente esistente.
• E’ un animale onnivoro che si ciba di larve, di coleotteri, midollo di
bambù e polpa di noci di cocco. Per trovare il cibo, da dei colpetti
sugli alberi ascoltando il suono alla ricerca di larve, quindi
rosicchia dei buchi nei quali infila poi le sue lunghe dita per
estrarre la larva dal tronco. Seppellisce i resti del suo pasto. Oggi
anche l'aye-aye, che necessita di spazi relativamente estesi per
vivere in tranquillità (5 km di circonferenza circa) rischia
l'estinzione: gli umani infatti, disboscando le foreste, riducono
gradualmente di anno in anno il suo territorio. Al giorno d'oggi
l'aye-aye vive nella zona costiera orientale del Madagascar, di cui
colonizza la ricca foresta sotto i 200 m di altitudine - per questo
non si spinge nell'entroterra - ma a volte lo si incontra nelle
piantagioni, dove trova con facilità il cibo.
• Il significato originale
del nome aye-aye è
andato perduto assieme
alla lingua che gli diede
origine, tuttavia si pensa
che il nome corrisponda
al grido d'allarme da fare
per avvisare della
presenza dell'animale.
• Questi primati, infatti, sono
considerati nella stragrande
maggioranza del popolo del
Madagascar, portatori di
sventura, sottoforma di
malattie, disastri o decessi.
Essere indicati da un aye aye,
infatti, vuol dire essere
condannati a morte, mentre
secondo gli indigeni Sakalava
l'aye aye è l'esecutore delle
sentenze del diavolo che si siede
sul petto del prescelto e gli buca
il cuore nel sonno con il lungo
dito medio.
• Spesso perciò,questo
primate veniva ucciso a
prima vista. Queste
superstizioni, unite alla
deforestazione,che ha tolto
più del 75% dei boschi del
Madagascar, ha
drasticamente ridotto la
popolazione di questi
animali, fino a
portarli,come molti altri,a
rischio d’ estinzione.
Ovviamente ora l’Aye-Aye è
protetto da severe leggi, ma
ormai il danno è stato fatto
.
• Si contende il titolo di lemure più grande ancora in vita:
misura fino a 72 cm di lunghezza testa-coda (120 cm
contando anche le zampe posteriori), per un peso di circa 13
kg.Il mantello è lungo, nero e lanoso e presenta variegature
bianche su tempie, gola, petto, collo, posteriore, avambracci e
fianchi che sono caratteristiche per ogni individuo od anche
per una singola popolazione locale: gli individui che vivono
nella zona settentrionale dell'habitat della specie, infatti,
sono perlopiù interamente neri.
La faccia è glabra e solitamente
nera, con un muso volpino: l'indri
possiede grandi occhi verdastri ed
orecchie arrotondate simili a quelle
del koala. Le zampe posteriori sono
assai lunghe e muscolose,
paragonabili a quelle della rane:
esse servono all'animale per
spiccare salti da un ramo all'altro.
Se le zampe sono lunghe, le "mani"
sono addirittura gigantesche in
rapporto alla corporatura: il Brehm
dice che "Pare portino i guanti di
un animale molto più grosso di
loro".
Caratteristica peculiare dell'indri è
la coda ridotta ad un moncherino
lungo solo 3-4 cm e nascosto nel
pelo: praticamente, si può
considerare l'animale privo di
coda.
Questi animali vivono in piccoli gruppi familiari
composti da una coppia più anziana e dai loro cuccioli a
vari stadi di sviluppo. Nelle zone dove la scarsa
estensione dell'habitat impedisce ai giovani di separarsi e
formare un proprio gruppo, gli indri possono vivere anche
in famiglie allargate, comprendenti varie coppie
riproduttrici e cuccioli di più generazioni.
L'indri è famoso per i suoi caratteristici "canti"
mattutini, ossia sequenze sonore che possono durare dai
45 secondi ai 3 minuti a seconda dei gruppi: anche la
sequenza e l'intonazione dei canti può variare, ma in
ogni caso sono riconoscibili tre sequenze principali:
• La sequenza ruggito, che precede le vocalizzazioni vere e
proprie: questa sequenza viene eseguita da tutti i
membri del gruppo (fatta eccezione per i più giovani), e
può essere emessa indipendentemente dalle altre due
anche per segnalare un eventuale pericolo.
• La sequenza a nota lunga, eseguita principalmente
dalla coppia dominante, composta da versi della durata
di 5 secondi l'uno.
• La sequenza discendente, che comincia con note acute
per poi abbassarsi man mano di frequenza: spesso sono
due animali (non necessariamente la coppia dominante)
a coordinare i tempi delle note
I canti hanno la funzione di definire chiaramente i confini
dei territori e comunicare età, dimensioni e sesso dei vari
animali, al fine di cementare i legami fra i vari gruppi.E'
tipico degli indri cominciare a cantare come conseguenza di
altri rumori, come tuoni, rombi di motore, richiami di uccelli
od altri lemuri: i vari gruppi cantano solitamente in
sequenza, rispondendosi l'un l'altro.
Oltre ai canti, gli indri possono emettere una serie di altre
vocalizzazioni: mentre il ruggito può indicare un predatore
proveniente dall'alto (come un falco), il grugnito indica un
predatore terrestre (come la fossa): altri suoni, come latrati e sibili,
non sono stati ancora decifrati con chiarezza. Come anche i catta
ed i sifaka, gli indri amano prendere il sole del mattino: al sorgere
del sole, essi si sdraiano incrociando le gambe ed appoggiando le
mani sulle ginocchia.
Gli indri sono animali
erbivori: in particolare si
nutrono di foglie,
preferendo (in modo
particolare le femmine) i
germogli teneri e
succulenti delle piante
della famiglia delle
lauracee. Non disdegnano
tuttavia di integrare la
dieta con altro materiale
vegetale, come semi, fiori e
frutti.Per nutrirsi, l'indri
avvicina il ramo prescelto
alla bocca con le grosse
mani, per poi tagliare le
foglie coi denti.
L'indri è un animale monogamo ed assai fedele: gli animali
cercheranno un nuovo partner unicamente in caso di morte del
precedente compagno.È da notare che i parti di tutte le femmine di
indri allo stato selvatico avvengono nell'arco di due settimane.
Il cucciolo nasce di colore scuro, e comincia a mostrare le eventuali
pezzature bianche a partire dal terzo mese d'età. Il cucciolo resta
aggrappato al ventre materno fino a 5 mesi d'età; passato questo
periodo, si sposta solitamente sul dorso della femmina. Il padre non
ha un ruolo attivo nell'allevamento della prole, tuttavia è sempre
presente nei dintorni della femmina col cucciolo.
• La piena maturità sessuale viene raggiunta assai tardi, fra i 7 ed
i 9 anni d'età: la speranza di vita di un indri si aggira attorno ai
30 anni.
Il vero termine malgascio per designare
l'indri è invece babakoto, che vuol dire sia
"padre", "antenato", che (considerando le
parole baba/padre e koto/bambino) "padre del
ragazzo". Una delle innumerevoli leggende
che circolano su quest'animale, infatti, dice
che l'uomo e l'indri erano padre e figlio
(oppure due fratelli secondo altre versioni) e
vivevano insieme nella foresta: un giorno, il
figlio decise di andare sugli altipiani a
coltivare la terra, divenendo il primo uomo.
Da quel momento il padre, divenuto il primo
indri e rimasto solo, piange ogni mattina il
figliolo andato via. Altre leggende indigene
raccontano di un indri che salvò un
ragazzino che stava precipitando da un alto
albero a causa delle punture inflittegli dalle
api mentre era in cerca di miele.
• La Zoological Society
of London, in base a
criteri di unicità
evolutiva e di esiguità
della popolazione,
considera l'Indri indri
una delle 100 specie di
mammiferi a maggiore
rischio di estinzione.
Il Prolemur simus chiamato prolemure dal naso largo è un primate
che fa parte della famiglia dei Lemuridae,unica specie nota del
genere Prolemur,in base a nuovi studi delle caratteristiche
morfologiche e degli studi genetici, in quanto prima si riteneva
facesse parte del genere degli Hapalemur.
Sono lemuri di una
taglia media che possono
raggiungere una
lunghezza vicino al
mezzo metro esclusa la
coda che è sempre più
lunga del corpo(circa 2555cm), possono arrivare
a pesare dai due chili e
mezzo fino a 5 chili.
Il loro pelo ha una colorazione grigio bruna sulla testa, sul
dorso e nella parte superiore degli arti, mentre nel ventre e
nelle parti inferiori degli arti il pelo è color crema, la
caratteristica principale che distingue questa specie sono
dei ciuffi di pelo di color grigio chiaro che coprono le
orecchie.
Sono animali che
vivono in gruppi di
pochi
individui(coprono
circa 60 ettari) con
una maggioranza di
femmine, che
iniziano ad essere più
attivi verso il
tramonto, e si nutrono
di germogli,foglie e
midollo di un tipo di
bambù noto come
volohosy.
A un certo punto si è creduto che questa specie si fosse estinta ma
poi nel 1972 se ne è riscoperto delle piccole colonie che vivono
tuttora nelle zone protette dei Parchi Nazionali di Ranomafana e
di Andringitra e tra i due parchi si sta creando un corridoio
protetto. Ne esistono anche parecchi individui allevati in cattività
in Europa. Esso resta comunque uno tra i 100 animali a maggior
rischio di estinzione.
È diffuso nella parte settentrionale dell'isola, dove lo si
trova da Antsiranana ai fiumi Fanambana e Sambirano:
la sua roccaforte è la Riserva speciale dell'Ankarana, ma è
possibile osservarlo anche all'interno del Parco nazionale
delle Montagne d'Ambra e nella Riserva speciale di
Analamerana. Preferisce le foreste secche e semiaride ad
un'altezza non eccessiva, anche se li si trova (con densità
assai minore) nella foresta pluviale e nelle zone montane.
Misura fino a 85 cm, dei quali fino a 50 spettano alla
lunghissima coda, per un peso di circa 2 kg. Presenta
dicromatismo sessuale: i maschi sono color sabbia con
una corona arancione che va da un orecchio all'altro (da
qui il nome della specie), mentre le femmine sono grigie
con un disegno arancione a V sulla fronte al posto della
corona. In ambo i sessi, la zona ventrale e la faccia sono
biancastre, mentre la parte distale di arti e coda e la nuca
hanno tonalità più scure rispetto al resto del corpo.
Si tratta di animali principalmente diurni che vivono in gruppi di
5-6 individui, anche se non è raro trovare gruppi di 10-15
esemplari: pare che il numero di individui presenti in un gruppo sia
inversamente proprorzionale all'umidità ambientale. All'interno dei
singoli gruppi, le femmine sono dominanti rispetto ai maschi, ad
esempio sono le prime ad avvicinarsi e nutrirsi quando viene
avvistata una fonte di cibo: il gruppo, durante i pasti, tende a
dividersi in sottogruppi, che si tengono in contatto usando una
vasta gamma di vocalizzi. Questa specie di lemure, infatti, è assai
comunicativa e per esprimersi usa particolari posture del corpo, la
mimica facciale (seppur limitata), l'emissione di particolari odori e
suoni. I lemuri coronati sono animali arboricoli e prettamente
frugivori (anche se possono mangiare foglie, funghi, fiori):
scendono al suolo unicamente per nutrirsi di frutta matura caduta
dall'albero, oppure per abbeverarsi durante i periodi secchi.
Ogni maschio può accoppiarsi con
più femmine nell'ambito dello
stesso gruppo, e questo causa una
certa competizione fra i maschi
nel periodo degli amori.
L'accoppiamento avviene fra
maggio e giugno: la gestazione
dura circa 4 mesi, al termine dei
quali viene partorito un unico
cucciolo (a volte 2 gemelli), che
viene svezzato attorno ai 6 mesi
d'età e può riprodursi a partire dal
20° mese. Un lemure coronato può
vivere fino a 27 anni in
cattività, quindi si pensa che
questi animali in natura non
vivano più di 20 anni.
Scarica

ppt - Liceo Imperia .it