L’ETÀ IMPERIALE
L’età imperiale
Viene indicato come età imperiale il periodo che inizia con l’annessione
romana del regno d’Egitto (30 a.C.) dopo la vittoria riportata da Augusto
su Antonio e Cleopatra nella battaglia navale di Azio; l’Egitto è l’ultimo dei
regni ellenistici a cadere sotto il controllo di Roma.
Il punto di arrivo dell’età imperiale coincide con la chiusura della scuola
filosofica di Atene a opera di Giustiniano (529 d.C.).
La denominazione dipende dal fatto che
tutte le regioni di lingua e cultura greca
fanno ormai parte del territorio
dell’impero romano.
Lawrence Alma-Tadema, Antonio e Cleopatra (1885)
L’età imperiale > L’età imperiale
Roma e l’Oriente ellenistico
Per ricostruire le tappe dell’espansione romana ai danni dei regni
ellenistici è necessario risalire agli anni successivi alla conclusione della
seconda guerra punica (202 a.C.): eliminata la minaccia cartaginese
Roma può guardare a Oriente.
anno
avvenimenti
196
T. Quinzio Flaminino sconfigge Filippo V di Macedonia a Cinoscefale
(197) e l’anno successivo proclama la libertà della Grecia
168
Perseo di Macedonia viene sconfitto a Pidna e il suo regno è
smembrato in quattro repubbliche formalmente indipendenti, ma in
realtà soggette a Roma
146
distrutta e saccheggiata Corinto, la Grecia e la Macedonia vengono
ridotte a province romane
133
Attalo III di Pergamo lascia il suo regno in eredità a Roma
63
Pompeo Magno annette la Siria
30
dopo la battaglia di Azio (31) l’Egitto viene dichiarato provincia romana
L’età imperiale > Roma e l’Oriente ellenistico
Il sistema delle province
I territori provincializzati sono soggetti a Roma, che li controlla
attraverso un governatore: si tratta di un console o di un pretore usciti
di carica a cui viene prorogato l’imperium (proconsole o propretore).
Le competenze del governatore non sono univocamente fissate e la vita
delle province scorre senza eccessive ingerenze da parte dell’autorità
romana.
L’aspetto più oppressivo del dominio romano
è rappresentato dai publicani, ricchi cavalieri
cui lo stato appalta la riscossione delle
imposte e che, d’accordo con i governatori,
trasformano la riscossione in un selvaggio
sfruttamento dei territori provinciali.
Teatro romano di Bosra (Siria)
L’età imperiale > Le Storie
Graecia capta ferum victorem cepit
Nell’ultima fase dell’età repubblicana Roma non si arricchisce solo
materialmente a spese delle province orientali: all’enorme flusso di
denaro, opere d’arte e manodopera schiavile che
dall’oriente greco-asiatico prende la via di Roma
si aggiunge anche il fenomeno culturale della
progressiva diffusione della letteratura e della
lingua greca.
In seno all’aristocrazia romana si crea un’élite colta
perfettamente bilingue, permeata dalla letteratura,
dalla filosofia e dalla retorica greca; questa
infiltrazione culturale avrà importanti conseguenze
sul piano artistico-letterario.
L’auriga di Delfi
L’età imperiale > Graecia capta ferum victorem cepit
La nascita dell’impero
Gli ultimi turbolenti decenni dell’età repubblicana,
segnati da disordini e guerre civili, si chiudono con
l’instaurazione del principato, definito nei suoi
aspetti giuridici fondamentali nel 27 e nel 23 a.C.
L’assetto costituzionale formalmente è di tipo
repubblicano, ma nelle mani di Augusto, il princeps,
si concentrano il potere militare (imperium
proconsulare), politico (tribunicia potestas) e
religioso (pontificatus maximus).
Augusto
L’età imperiale > La nascita dell’impero
Le province greche
Augusto riorganizza le province, suddividendole in senatorie e imperiali,
ma per i territori di lingua greca non vi sono mutamenti sostanziali nei
rapporti con Roma.
Dal punto di vista dell’organizzazione cittadina si osserva che:
 molte città greche adattano in parte i propri ordinamenti al modello
organizzativo della città timocratica (Roma ne è il modello),
trasformando per esempio la bulè da organo elettivo di
rappresentanza politica in consesso stabile in cui si entra per
cooptazione (sul modello del senato romano);
 persistono le istituzioni democratiche delle poleis (elezione di
magistrati) limitatamente ad ambiti decisionali di interesse locale;
 in Egitto la minoranza greca continua a godere di una condizione
privilegiata.
L’età imperiale > Le province greche
L’integrazione
La cautela e la moderazione con cui
i rappresentanti del potere centrale
agiscono nei confronti delle popolazioni
provinciali assicurano una sostanziale
accettazione del dominio romano,
soprattutto da parte dei ceti alti delle
comunità cittadine.
A partire dal II secolo d.C. le classi colte
da una parte rivendicano la superiorità
della cultura greca, dall’altra si sentono
integrate nella compagine imperiale.
L’età imperiale > L’integrazione
L’Odeion di Madaura
Integrazione e cittadinanza
L’ultimo atto con cui Roma volle
legare definitivamente a sé le
popolazioni provinciali fu la
concessione della cittadinanza romana
a tutti gli abitanti dell’impero con la
Constitutio Antoniniana, emanata
da Caracalla nel 212; il provvedimento
di Caracalla risolve, almeno dal punto
di vista giuridico, il problema
dell’integrazione dei provinciali
nell’impero.
L’età imperiale > Integrazione e cittadinanza
Lawrence Alma-Tadema, Caracalla e Geta (1907)
La crisi del II e III secolo
Nella seconda metà del II sec. e per tutto
il III secolo la macchina dell’impero è
minacciata da pericoli interni ed esterni:
 la pressione dei Germani sul limes
nord-occidentale (la frontiera che
correva lungo il Reno e il Danubio);
 la minaccia dei Parti e nel III secolo
dell’impero neopersiano a Oriente
(dinastia dei Sassanidi);
 un susseguirsi di rovinose pestilenze;
 periodi di anarchia militare ed episodi
di secessione (nelle province galliche
e a Palmira in Siria).
L’età imperiale > La crisi del II e III secolo
Famiglia germanica
Diocleziano
L’impero viene riorganizzato su nuove basi da
Diocleziano (284-305) e da Costantino.
Le dimensioni dell’impero e la volontà di mettere a
punto un sicuro meccanismo di successione
spingono Diocleziano a organizzare la tetrarchia,
cioè la suddivisione dell’impero in quattro zone,
controllate da due Augusti e due Cesari (scelti dai
primi e destinati a prendere il loro posto).
La tetrarchia non regge alla prova dei fatti, mentre
più efficaci si rivelano le riforme amministrative e
fiscali (suddivisione dell’impero in 12 diocesi,
separazione dei poteri militari e civili nelle province,
la capitatio-iugatio, l’editto del prezzi).
L’età imperiale > Diocleziano
I tetrarchi
Costantino
Il regno di Costantino (306-337) appare rivoluzionario sotto diversi
aspetti:
Le innovazioni di Costantino
rapporto
stato-cristianesimo
Costantino mette fine alle persecuzioni, dichiarando
il cristianesimo religio licita con l’editto di Milano (313);
con l’editto di Tessalonica , emanato sotto Teodosio,
il cristianesimo diventerà religione di stato (380)
Costantino convoca il concilio di Nicea per risolvere
la controversia ariana
Costantinopoli
Costantino trasferisce la capitale dell’impero a
Costantinopoli, preparando la strada alla divisione
in parte occidentale, di lingua e cultura latina, e parte
orientale, di lingua e cultura greca
L’età imperiale > Costantino
La dissoluzione dell’impero
Alla morte di Teodosio (395) l’impero viene diviso
in pars Orientis, assegnata a Onorio, e pars
Occidentis, assegnata ad Arcadio:
 la pars Occidentis, meno popolata e meno
produttiva, dopo aver subito il saccheggio di
Roma nel 410 cade nelle mani di Odoacre,
re degli Eruli, nel 476;
 la pars Orientis invece sopravvive fino al 1453,
anno in cui Costantinopoli viene conquistata
dai Turchi.
L’Oriente conobbe periodi di splendore e sotto
Giustiniano fu addirittura in grado di tentare una
riconquista di buona parte dell’Italia
(guerra greco-gotica: 535-553).
L’età imperiale > La dissoluzione dell’impero
J. N. Silvestre,
I Visigoti saccheggiano Roma (1890)
La cultura in età imperiale
La letteratura greca di età imperiale non presenta innovazioni sostanziali
rispetto all’età ellenistica, se si esclude una sempre più marcata tendenza
alla spettacolarizzazione della retorica che sfocia nella Seconda Sofistica
e la nascita dell’atticismo.
Gli intellettuali greci svolgono una proficua
azione di mediazione politica e culturale
tra Grecia e Roma:
 sono spesso incaricati di intrattenere
relazioni ufficiali con il senato;
 sottolineano gli aspetti che uniscono
le due culture (le origini greche di Roma,
le analogie tra personaggi greci e romani
su cui si basano le Vite parallele di Plutarco).
Da parte sua Roma finanzia cattedre di retorica e di filosofia.
L’età imperiale > La cultura in età imperiale
La storiografia alla fine dell’età ellenistica
Già la storiografia greca prodotta nel I secolo a.C. giustifica il ruolo
politico di Roma. Gli storici più importanti di questo periodo sono Diodoro
Siculo e Dionigi di Alicarnasso.
Diodoro Siculo, autore di una Biblioteca storica, raccoglie in una
metaforica biblioteca informazioni attinte alle opere dei suoi predecessori
e non verificate sui documenti; la sua è una storia universale, che va dalle
origini fino alla conquista della Britannia da parte di Cesare (54 a.C.).
Dionigi di Alicarnasso nella sua Storia di Roma arcaica espone i fatti
della storia romana compresi tra le origini leggendarie e il 264 a.C., anno
dello scoppio della prima guerra punica, da dove iniziava l’esposizione
di Polibio.
L’età imperiale > La storiografia alla fine dell’età ellenistica
La storiografia di età imperiale
Gli storici di età imperiale sono accomunati dalla loro integrazione
nell’amministrazione romana e dalla loro provenienza dalle regioni
asiatiche dell’impero.
autore
opera
contenuto
Arriano
Anabasi di
Alessandro
sulla spedizione di Alessandro Magno, con
impiego di fonti coeve ai fatti; culto per
Senofonte
Appiano
Storia romana
sulle relazioni tra i popoli delle province e
Roma, con attenzione alla trattazione delle
guerre civili
Cassio Dione Storia di Roma
Erodiano
dalle origini della città al 229 d.C., presenta
una narrazione vivacemente drammatizzata
Storia dell’impero dalla morte di Marco Aurelio (180) all’inizio
dopo Marco
del regno di Gordiano III
L’età imperiale > La storiografia di età imperiale
La geografia
In età imperiale il panaroma dei generi letterari geografici è ampio e
differenziato al suo interno:
autore
opera
contenuto
Strabone
Geografia
descrizione dell’ecumene secondo lo
schema del periplo; tentativo di fondere
geografia umana e scientifico-matematica
Claudio Tolemeo
Geografia
interesse per la determinazione delle
coordinate e per la cartografia
Dionigi Periegeta
Periegesi
dell’ecumene
compendio geografico in forma di periplo
in esametri
Pausania
Periegesi della
Grecia
descrizione delle regioni e dei monumenti
della Grecia con excursus storici,
mitologici, antropologici
L’età imperiale > La geografia
L’oratoria di età ellenistica
Per comprendere gli sviluppi di oratoria e retorica in
età imperiale bisogna partire dall’oratoria di età
ellenistica, purtroppo quasi completamente perduta
per la condanna pronunciata a suo carico
dall’atticismo di età imperiale.
Il mutato assetto politico in età ellenistica (perdita
delle autonomie cittadine e della centralità di Atene)
provoca:
 una netta prevalenza dei generi giudiziario
ed epidittico su quello deliberativo;
 lo sviluppo dell’asianesimo, tendenza stilistica
nata in Asia con Egesia di Magnesia e divisa in
L’arringatore
due varianti:
 stile rapido, frasi brevi, figure di suono e di ritmo; stile abbondante,
con periodi complessi, ricchezza di metafore e traslati.
L’età imperiale > L’oratoria di età ellenistica
L’atticismo
In età imperiale il panaroma dei generi letterari geografici è ampio e
differenziato al suo interno:
I molteplici aspetti dell’atticismo
atticismo retorico
in senso lato
imitazione basata sulla prassi didattica degli oratori attici,
ritenuti modelli di stile già in età ellenistica (nesso con la
compilazione di canoni)
atticismo retorico
in senso stretto
battaglia a favore dei modelli attici condotta da oratori
greci e romani (a partire dalla metà del I sec. a.C.)
atticismo
grammaticale
in senso lato
studio degli oratori attici intesi come modello di purezza
linguistica in età ellenistica (nesso con la dottrina
dell’analogia)
atticismo
grammaticale
in senso stretto
adozione dei tratti fonetici, morfo-sintattici e lessicali degli
autori attici (a partire dal II sec. d.C.)
L’età imperiale > L’atticismo
Sul Sublime
Il trattato Sul sublime è uno degli scritti più rilevanti della critica antica.
Ci è pervenuto anonimo: si discute se vada attribuito a Longino, Teone
o Ermagora.
L’autore deve essere stato attivo a Roma nella prima metà del I sec.
a.C., come si evince dalla dedica a Postumio Terenziano. Ecco un
sintetico inquadramento di questo breve trattato
Gli elementi fondamentali del Sublime
definizione
“il sublime è l’altezza e l’eccellenza del discorso”
le cinque fonti
del sublime
 fonti innate: altezza di pensiero, pathos violento ed
entusiastico
 fonti tecniche: impiego delle figure, espressione nobile
(per le scelte lessicali e l’uso dei tropi), compositio
gli effetti
soggiogare l’ascoltatore anziché produrre semplicemente
persuasione
L’età imperiale > Sul Sublime
La letteratura cristiana
La grande novità dell’età imperiale in ambito culturale è la nascita di una
letteratura cristiana in lingua greca, che presenta tratti di continuità
con la cultura classica, ma soprattutto aspetti di grande originalità, nei
contenuti e nella forma.
La letteratura cristiana affonda le sue radici negli scritti dell’Antico
Testamento, nasce con il Nuovo Testamento e prosegue fino all’VIII
secolo: essa è meditazione, interpretazione e commento della buona
novella evangelica, cioè la salvezza portata all’umanità da Cristo
attraverso la sua morte e resurrezione.
Il bagaglio filosofico greco fu abbondantemente usato dagli apologisti
(i difensori del cristianesimo contro i pagani), dai padri della chiesa
(i sistematori della dottrina della Chiesa), dagli esegeti (gli interpreti
dei testi sacri).
L’età imperiale > La storiografia alla fine dell’età ellenistica
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L`eta imperiale - Sono arrivati i nuovi campus