La struttura del mito e le tecniche
espressive della narrazione.
Laboratorio attivo di scrittura creativa per la produzione di testi
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DESTINATARI: Alunni di una classe I di una Scuola Secondaria di Primo Grado (11 anni).
Nella classe sono presenti un ragazzo cinese (Sun), e un ragazzo dislessico.
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OBIETTIVI EDUCATIVI E FORMATIVI
Formazione di una mentalità interculturale.
Autonomia di lavoro; metodo di studio adeguato.
Conoscere e socializzare con i compagni.
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OBIETTIVI LINGUSTICI TRASVERSALI
Produrre testi di vario tipo, in relazione ai differenti scopi comunicativi.
Sperimentare forme di comunicazione interdisciplinare e multimediali.
Produrre testi chiari, senza errori ortografici e grammaticali (morfosintassi e punteggiatura)
che compromettano la comprensione.
Riordinare e completare un testo in modo guidato, seguendo le indicazioni date.
Strutturare il testo in maniera coerente e sequenziale.
Scrivere rispettando le tipologie testuali.
Utilizzare un lessico adeguato al tipo di produzione ed allo scopo.
Usare i principali connettivi logici nella produzione del testo.
Principali tecniche per elaborare testi pertinenti e organici: scaletta, grafico.
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PREREQUISITI
Riconoscere il genere letterario.
Riconoscere la struttura di un testo narrativo.
Individuare e riconoscere le sequenze di un testo
MEZZI E STRUMENTI:
LIM; libri di testo e fotocopie fornite dall’insegnante; PC e internet.
SPAZI , TEMPI, METODOLOGIE:
Spazi: aula con LIM, aula multimediale.
Tempi: 3 ore lezione partecipata + 6 ore di laboratorio attivo.
MODALITÁ DI VERIFICA:
- Prove di ingresso (per conoscere gli alunni e rilevare le principali attività traversali e abilità
linguistiche del parlare, ascoltare, leggere e scrivere.
-Prove di verifica formativa e sommativa, da somministrare durante e alla conclusione
dell’Unità Didattica, anche su modello INVALSI, che riguarderanno le abilità di lettura e di
scrittura, guidata e autonoma.
- valutazione dell’elaborato creato individualmente e in modalità di cooperative learning.
VALUTAZIONE:
- Le prove formative e sommative saranno valutate oggettivamente, per mezzo di punteggi e
percentuali, ed espressi con voto in decimi.
- Per la valutazione delle prove di produzione scritta, si terranno presenti i seguenti parametri:
aderenza alla traccia, coerenza logica e testuale, organicità, contenuto, correttezza ortografica e
sintattica, proprietà e ricchezza lessicale.
LIVELLO AVANZATO (9/10)
- Individua e classifica con precisione le parti del discorso
- Utilizza in modo efficace e vario il lessico
- Usa correttamente la paratassi e l’ipotassi
- Adatta con sicurezza il registro linguistico alla situazione e allo scopo comunicativo
LIVELLO INTERMEDIO (7/8)
- Individua e classifica le parti del discorso
- Utilizza un lessico appropriato
- Usa la paratassi e l’ipotassi
- Adatta il registro linguistico alla situazione e allo scopo comunicativo
LIVELLO BASE (6)
- Individua le parti del discorso
- Utilizza un registro linguistico semplice, ma adeguato alla situazione comunicativa.
- Usa la paratassi in forma semplice
CRITERI E MODALITÀ DI VERIFICA E VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI
CON DSA ADEGUATAMENTE CERTIFICATE
Per gli alunni con DSA adeguatamente certificate, si concordano:
- verifiche orali programmate.
- compensazione con prove orali di compiti scritti.
- uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali (mappe mentali, mappe cognitive..).
- valutazioni più attente alle conoscenze a alle competenze di analisi, sintesi e collegamento con
eventuali elaborazioni personali, piuttosto che alla correttezza formale.
- prove informatizzate.
- valutazione dei progressi in itinere
Unità 1: Che cos’è il mito?
1 ora
Unità 2: Comparazione e analisi dei miti.
2 ore
Creazione del cosmo e dell’uomo
CINA
TEOGONIA GRECA
BIBBIA
PELLEROSSA
MITO CINESE
All’inizio di tutto il Cielo e la Terra non esistevano. Nel Caos c’era solo un grande,
immenso uovo e dentro di esso cresceva Pangu, il creatore. Pangu crebbe nella totale
oscurità e dormì per millenni. Dopo diciottomila anni Pangu era diventato un gigante,
così ruppe il guscio con un gomito e uscì fuori. La chiara dell’uovo diventò il Cielo, il
tuorlo la Terra, e Pangu rimase con i piedi piantati al suolo e la testa fra le nuvole, per
evitare che chiara e tuorlo si mescolassero. Quando poi il Cielo cominciò ad alzarsi e la
Terra ad abbassarsi, il suo corpo dovette allungarsi a dismisura. Dopo altri diciottomila
anni, finalmente, Cielo e Terra si fermarono: ormai erano lontanissimi e il corpo di Pangu
era lungo altrettanto. Lo sforzo terribile, però, alla fine lo uccise. Così il gigante cadde e
cominciò a trasformarsi: dal suo corpo nacquero le montagne, dai suoi muscoli i campi,
dalle vene strade e sentieri, dalla barba e dai capelli le stelle e le comete, dai denti e
dalle ossa i metalli, le pietre e le perle. E dai suoi peli nacquero gli alberi, dalla sua voce
il vento, dal suo sangue i fiumi. Ma mancavano gli uomini.
Esistevano solo gli dèi. La divinità più importante era una dea madre detta Nüwa. Un
giorno si recò al Fiume Giallo e dal letto di questo trasse manciate di fango che modello
in forma di piccole bambole; insufflata la vita nelle pupattole, le vide balzare in piedi e
danzarle intorno. Alla fine avendo creato abbastanza uomini e donne, la dea istituì il
matrimonio in modo che essi potessero continuare a procreare e continuare la razza
umana, senza bisogno degli dèi.
• 1. Chi sono i protagonisti del
mito?
• 2. Che cosa c’era in principio?
• 3. Dove si trovava Pangu? Come
fece a uscirne?
• 4. In che modo la sua morte
arricchì il mondo della natura?
• 5. Chi era Nuwa?
DIFFERENTI TIPI DI MITI
Origine dell’universo
CINA
BIBBIA
PELLEROSSA
Un tempo la Terra era vuota e solitaria. Il dio Magbabaya pensò di scendere
sulla Terra e di popolarla.
Appena arrivato, prese un po’ di creta e modellò tante figure umane.
Poi le mise al sole per farle asciugare e tornò su in Cielo per andare a caccia.
Quando tornò dalla caccia, si ricordò delle sue statue di creta. Corse a
vedere, ma scoprì che la creta era rimasta al sole troppo a lungo, e ormai era
nera come il carbone.
Il giorno dopo modellò altre statue, le mise all’ombra di un albero e se ne
andò di nuovo a caccia. Quando tornò, le statue erano terribilmente pallide.
Fece un ultimo tentativo: modellò la creta e mise le statue a seccare al sole.
Questa volta, però, rimase a sorvegliarle e appena vide che il sole diventava
troppo forte, le coprì con grandi foglie fresche. Verso sera le statue erano
asciutte e di un bel colore bruno, uguale a quello della pelle del dio.
Poi prese le statue che aveva modellato in quei tre giorni e con un soffio
diede loro la vita.
Infine le sparse in tutti i luoghi della Terra ed è per questo che oggi ci sono
uomini con la pelle nera, bianca o bruna.
INIZIO
SVOLGIMENTO
CONCLUSIONE
COMPLETA LE FRASI
• Il protagonista del …….. è il …… Magbabaya
• Vuole riempire la …………. di tante …………….
• Costruisce le figure ……….. con la ……….
• Le statue modellate sono di colore …………, di colore …………..
e di
colore …………
• Dà loro la vita con un …………..
• Il mito spiega sia perché esistono gli ……………….. sulla Terra
sia
perché hanno la …………………… di diverso colore.
Unità 3:
6 ore
Esercizio n. 1
COMPLETARE UN MITO
ECO E NARCISO
introduzione
parte centrale
conclusione
Narciso era un giovane così bello che tutti, uomini e donne,
s’innamoravano di lui; egli però non se ne curava, anzi preferiva passare
le giornate in solitudine, cacciando. Tra le sue spasimanti la Ninfa Eco,
costretta a ripetere sempre le ultime parole di ciò che le era stato detto; era
stata infatti punita da Giunone perché la distraeva con dei lunghi racconti
mentre le altre ninfe, amanti di Giove, si nascondevano. Quando Eco
cercò di avvicinarsi a Narciso questi la rifiutò.
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Ma nel luogo dove cadde, nacque un fiore bellissimo, il narciso, che da
allora si specchia nelle acque dei fiumi e dei laghi. Eco invece, per la
disperazione, a poco a poco si dissolse nell’aria, come una nebbia
leggera sparì, ma non lasciò del tutto questo mondo. Condannata ad essere
sola voce, ripete da allora e per sempre le nostre parole.
Esercizio n. 2
SCRIVERE UN MITO A IMITAZIONE
DI QUELLI ANTICHI
Racconta l’origine di…
Esempi
elementi dell’universo
cielo, luna….
vegetazione
perché alcuni alberi perdono le foglie…
fenomeni naturali
perché le rose hanno le spine….
freddo, pioggia,maree…
caratteristiche degli animali
il collo lungo della giraffa…
il guscio della tartaruga….
Passo n. 1
CREA UN PERSONAGGIO MITOLOGICO
il nome
l’aspetto fisico
il carattere
le azioni
Passo n. 2
L’AMBIENTE
tempo
(indefinito o reale)
spazio
(indefinito o reale)
società
Passo n. 3
VALORE SIMBOLICO
personaggi e fatti
significati simbolici
Uovo
Simbolo della vita
Il mostro
………………
La cacciata dal Paradiso
…………………
Il Labirinto
…………………..
Passo n. 4
SCALETTA GUIDATA
Scelta e annotazione di:
1
- tema
- personaggi
- ambiente
- elementi simbolici
Stesura di:
2
3
- introduzione
- sviluppo
- conclusione
Lettura attenta del mito
ideato e scritto per scegliere
un titolo adeguato
Esercizio n. 3
RISCRIVERE UN MITO
ITALO CALVINO
riscrivono il mito di
e
Euridice
GESUALDO BUFALINO
Lettura de L’altra Euridice, da
Le cosmicomiche, in cui Calvino rovescia
il mito, immaginando che la vera vita sia
quella sotto terra e che quindi il rapitore
non sia Plutone ma Orfeo.
Il racconto è scritto in prima persona da
Plutone, che narra il sogno di Euridice di
vedere il mondo all’esterno e la sua fuga.
Lettura de Il ritorno di Euridice, da
L’uomo invaso di Bufalino , in cui Euridice
ripercorre la sua storia d’amore con Orfeo e si
analizzano alcune classiche dinamiche di coppia,
trasformando gli amanti del mito in persone
ordinarie, alle prese con i problemi quotidiani
della noia, della routine, della voglia di ingelosire
o di sperimentare qualcosa di nuovo. Orfeo è
narrato come un poeta-esteta di stile
dannunziano.
Laboratorio:
Riscriviamo noi!
I ragazzi dovranno
riscrivere in modalità di
cooperative learning uno
di miti che sono stati
studiati durante l’intero
percorso didattico.
Una volta scelto il mito, si
divide la classe in 4
gruppi e poi si leggono
le varianti che ogni
gruppo ha apportato.
«So che ogni interpretazione impoverisce il mito
e lo soffoca: coi miti non bisogna aver fretta; è
meglio lasciarli depositare nella memoria,
fermarsi a meditare su ogni dettaglio, ragionarci
sopra senza uscire dal loro linguaggio di
immagini. La lezione che possiamo trarre da un
mito sta nella letteralità del racconto, non in ciò
che vi aggiungiamo noi dal di fuori».
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