Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013
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Paolucci, Signorini
La storia in tasca
Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento
Volume 4
11. La seconda rivoluzione industriale
12. I progressi della scienza e della tecnica
13. Fra democrazia e nazionalismo
14. Le grandi potenze si spartiscono il mondo
Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013
Capitolo 11
La seconda rivoluzione
industriale
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Le crisi economiche nei paesi
industrializzati:
le grandi emigrazioni
In Europa, nel 1873, ebbe inizio un
periodo di crisi economica che durò più
di vent’anni e che gli storici chiamano
comunemente «grande depressione».
La risposta di molti contadini poveri alla
grande depressione fu l’emigrazione di
massa: tra il 1870 e il 1900 ventun
milioni di Europei migrarono al di là degli
oceani, metà verso gli Stati Uniti e metà
verso altri paesi (America Latina,
Canada, Sudafrica, Australia e Nuova
Zelanda).
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Una nuova rivoluzione industriale
Nonostante le crisi ricorrenti, lo sviluppo industriale non si arrestò:
cominciò una nuova fase di espansione economica che prende il nome
di seconda rivoluzione industriale.
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La nascita dell’Impero tedesco e la breve
esperienza della Comune di Parigi
Il 18 gennaio 1871 i principi tedeschi vittoriosi
nella guerra franco-prussiana si riunirono a
Versailles e proclamarono imperatore di
Germania Guglielmo di Prussia. Dalla
disciolta Confederazione germanica nasceva
così un nuovo Impero (Reich). Era il secondo
Impero tedesco dopo quello Sacro Romano
germanico dell’età medievale. Ma il popolo di
Parigi, che durante la guerra contro la Prussia
rifiutò di arrendersi ai tedeschi, si diede un
governo autonomo detto della Comune.
Tuttavia, il governo francese inviò nella
capitale l’esercito: al termine di una settimana
di massacri, la Comune cessò di esistere.
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Gli ampi poteri del cancelliere
Otto von Bismarck
Nel nuovo Impero germanico, il
culto
della
potenza
militare
(militarismo)
ebbe
un
posto
predominante. Vastissimi poteri
furono affidati al cancelliere, l’ex
primo ministro prussiano Otto von
Bismarck, che non doveva rendere
conto del suo operato al parlamento
e non poteva essere costretto a
dimettersi se non dall’imperatore
che l’aveva nominato.
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Una grande potenza oltremare: gli Stati Uniti
In una trentina d’anni, fra il 1870 e il 1900, gli Stati Uniti si trasformarono da
paese ancora prevalentemente agricolo in una potenza industriale. Fra gli
Stati del nord e quelli del sud, però, esistevano grandi differenze di tipo
economico, sociale e culturale.
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Scoppia la guerra di secessione
I contrasti fra nord e sud si inasprirono
nel 1860, quando fu eletto presidente
Abraham Lincoln, che era contrario
ad estendere il sistema della schiavitù
anche ai territori dell’ovest (il West).
Undici Stati del sud decisero allora di
staccarsi dall’Unione e proclamarono
la secessione, dando vita a una
confederazione autonoma, con un
altro presidente e un altro governo.
Questa decisione segnò l’inizio di una
sanguinosa guerra civile, detta
«guerra di secessione», che durò
cinque anni e costò oltre mezzo
milione di vite umane.
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Capitolo 12
I progressi
della scienza e della
tecnica
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Gli esploratori penetrano all’interno dell’Asia e
dell’Africa
Nell’Ottocento si moltiplicarono i viaggi di esplorazione
all’interno dei continenti africano e asiatico dove restavano
regioni ancora sconosciute all’uomo bianco.
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Lo sviluppo delle comunicazioni
Verso la fine dell’Ottocento era cominciata l’era delle telecomunicazioni, cioè
delle comunicazioni a grande distanza. Si affermò la trasmissione di informazioni
via cavo per mezzo del telegrafo e del telefono. Nel 1887 il fisico tedesco
Heinrich Hertz dimostrò l’esistenza di onde elettromagnetiche e, verso la fine del
secolo, l’italiano Guglielmo Marconi pensò di utilizzare le onde hertziane per
trasmettere messaggi a distanza, senza servirsi di fili elettrici.
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L’età d’oro della chimica
A differenza delle sostanze naturali,
i prodotti chimici erano preparati
artificialmente in laboratorio, perciò
si potevano ottenere in quantità
praticamente illimitate. Ben presto i
prodotti chimici invasero i più svariati
campi dell’attività umana, fra gli altri
l’agricoltura, che ricevette nuovi
fertilizzanti chimici, l’industria
bellica, che fu rivoluzionata
dall’invenzione di potenti esplosivi,
come la nitroglicerina e soprattutto
la dinamite, e la nascente industria
plastica.
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Si estende la pratica della vaccinazione
Alla scienza chimica devono molto anche la medicina e la chirurgia: nei
laboratori furono prodotti nuovi medicinali (ad esempio l’aspirina), e
sostanze che potevano essere usate come anestetici. Si diffonde la
vaccinazione che aprì la strada alla cura di molte malattie infettive.
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I raggi X, la radioattività e la fisica atomica
Nel 1895 il fisico tedesco Wilhelm
Röntgen scoprì i raggi X (detti anche
raggi Röntgen). Nel 1896 il francese
Henri Becquerel scoprì la radioattività.
Ma ancora più rivoluzionaria e
sconvolgente si rivelò una nuova teoria,
detta della relatività che demoliva le
basi stesse della fisica classica fondata
sulle leggi di Newton. Essa fu opera del
maggior fisico teorico del XX secolo,
Albert Einstein.
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Luci e ombre di fine secolo
In Europa il grande sviluppo tecnico-scientifico fu accompagnato da un
sentimento di fiducioso ottimismo nei riguardi del futuro. Si diffondeva, fra gli
Europei benestanti, la voglia di vivere e di divertirsi: siamo in piena Belle
époque. Ma non tutti reagiscono con entusiasmo a questo periodo «positivo» in
quanto erano molte e inquietanti le ombre
che si addensavano sull’Europa e sul mondo.
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Capitolo 13
Fra democrazia e
nazionalismo
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Progressi della democrazia
All’inizio del XX secolo in Europa non
c’erano più monarchie assolute. Tra
la metà dell’Ottocento e i primi
decenni del Novecento il suffragio
universale maschile era stato
introdotto in molti Stati: Francia,
Danimarca,
Grecia,
Germania,
Bulgaria, Spagna, Belgio, Norvegia e
Austria. Fuori d’Europa era in vigore
negli Stati Uniti, nell’Australia e nella
Nuova Zelanda. Nel 1912 fu
introdotto anche in Italia e in
Argentina. In Inghilterra nel 1918.
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I primi movimenti femminili e il welfare state
Le donne non potevano votare e, quindi, iniziarono a lottare per ottenere parità di
diritti con gli uomini: movimenti femministi sorsero fin dalla seconda metà del
XIX secolo. Dopo le leggi sociali approvate in Germania tra il 1883 e il 1889
anche i governi liberali inglesi del 1906-1914, posero le basi dello Stato
assistenziale (o Welfare State) moderno, uno Stato cioè che si assume il
compito di assicurare ai cittadini protezione e benessere e di pagare le spese
che ciò comporta.
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L’età giolittiana
Dopo la morte di Umberto I, il nuovo
sovrano fu Vittorio Emanuele III, re
d’Italia dal 1900 al 1945. Egli affidò
l’incarico di presidente del Consiglio
dei ministri a un piemontese di
orientamento liberal-democratico,
Giovanni Giolitti, che ricoprì
l’incarico quasi senza interruzione
dal 1903 al 1913, decennio che gli
storici chiamano «età giolittiana».
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Nascono i partiti di moderni e si diffonde il
patriottismo
Negli Stati Uniti, fin dalla metà
dell’Ottocento, il sistema politico si è
basato sul bipartitismo: due grandi
partiti, il repubblicano e il
democratico, si combattono e si
alternano al governo. Nella maggior
parte degli Stati del mondo invece si
sono sviluppati molti partiti, di destra,
di sinistra e di centro: in questo caso
il sistema politico si definisce
pluripartitico. In altri paesi c’è un
solo partito, quello al potere
(monopartitismo). Intanto, i governi,
appoggiano la diffusione del
nazionalismo.
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Darwinismo sociale e razzismo
Nel 1859 fu pubblicato in Inghilterra un
libro di fondamentale importanza per la
conoscenza dell’evoluzione degli esseri
viventi: L’origine delle specie di Charles
Darwin. D’altra parte le teorie biologiche
di Darwin vennero applicate anche ai
fenomeni sociali dando origine al
darwinismo sociale, ovvero, alla
convinzione che le disuguaglianza sociali
erano naturali e inevitabili. La superiorità
della razza bianca fu considerata una
verità scientificamente dimostrata.
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Capitolo 14
Le grandi potenze
si spartiscono
il mondo
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I paesi industrializzati riprendono l’espansione
coloniale
Tra la fine del XIX e i primi anni del XX
secolo ci fu una massiccia ripresa
dell’espansione
coloniale.
Questa
nuova fase di intenso – e talvolta
esasperato – colonialismo, cui gli storici
danno anche il nome di imperialismo,
influenzò la storia mondiale successiva in
tutti i continenti del globo. Conquista e
occupazione si svolsero in modo
tumultuoso, con contrasti e tensioni fra gli
Stati colonizzatori, che più volte giunsero
a un passo dalla guerra.
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La politica coloniale italiana
Come le altre potenze europee anche l’Italia
partecipò attivamente alla conquista e alla
spartizione dell’Africa. La vicenda coloniale
italiana ebbe inizio nel 1869, pochi mesi dopo
l’apertura del canale di Suez. Gli Italiani
occuparono dapprima alcune basi (Assab e
Massaua), poi una fascia di territori, che nel
1890 divenne il nucleo della prima colonia
italiana, l’Eritrea. Contemporaneamente l’Italia
impose il suo protettorato anche sulla Somalia,
ossia la zona costiera meridionale del Corno
d’Africa. Ma la prima fase colonialista italiana si
concluse con un fallimento, la disfatta di Adua,
che chiuse e provocò la caduta del governo di
Francesco Crispi fautore dell’impresa.
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L’Italia alla conquista della Libia
La guerra contro l’Impero ottomano per la conquista della Libia ebbe inizio
nell’ottobre 1911 e durò un anno. Gli Italiani conquistarono rapidamente le
principali città libiche lungo la costa e, nonostante una tenace resistenza dei
villaggi interni aiutati dai Turchi, nel 1912, l’Impero ottomano dovette cedere e
con la pace di Losanna la Libia divenne una colonia italiana.
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Le potenze colonialiste estendono il loro
potere sulla Cina
In
Asia
le
potenze
colonialiste
consolidarono o estesero i propri
possedimenti: la Francia, ad esempio,
completò la conquista dell’Indocina,
l’Olanda rafforzò il controllo sull’Indonesia.
In Cina le potenze colonialiste costrinsero
l’imperatore ad aprire le frontiere al
commercio, stipularono con lui trattati
ineguali (vantaggiosi per sé, svantaggiosi
per la Cina), occuparono città e territori
dell’Impero.
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Finisce l’Impero e nasce la repubblica cinese
Nel 1905 Sun Zhongshan (Sun Yatsen), figlio di contadini divenuto medico,
fondò un movimento rivoluzionario, che si diffuse soprattutto fra gli intellettuali e
i borghesi delle città. Esso si trasformò poi nel Guomindang, o Partito
nazionalista del popolo, i cui obiettivi politici erano: trascinare le masse alla
rivolta, rovesciare la dinastia Manciù al potere, salvare la Cina dall’arretratezza.
Nel 1912 l’ultimo imperatore del millenario Impero (un bambino di sei anni,
Puyi) fu detronizzato e nacque la repubblica cinese. Sun Zhongshan ne fu il
primo presidente.
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Il Giappone si modernizza
Il Giappone riuscì ad evitare il controllo
coloniale sul suo territorio modernizzandosi,
passando cioè rapidamente da un regime
feudale vecchio di secoli all’industrializzazione.
Sotto la guida dell’imperatore Mutsuhito, salito
al trono nel 1868 all’età di quindici anni, venne
abbattuta la struttura feudale del paese e i
contadini, liberati dalla servitù della gleba,
formarono la manodopera necessaria alla
nascente industria. Nel 1889 una costituzione
fece
del
Giappone
una
monarchia
costituzionale, pur confermando il tradizionale
carattere divino della carica imperiale.
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Gli americani conquistano un Impero
con le armi
Nel 1898 gli USA sostennero gli insorti
dell’isola di Cuba, che volevano liberarsi
dal dominio spagnolo. La guerra contro
la Spagna fu vinta in poche settimane e
gli Stati Uniti poterono impossessarsi
dell’isola di Portorico, nel mar dei
Caraibi, e dell’arcipelago delle Filippine,
nel Pacifico, ultimi resti del grande
Impero spagnolo.
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