La fine di un impero
La rivoluzione tardo - romana
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Durante i due secoli e mezzo precedenti la fine dell’Impero romano
d’Occidente si verificò in questa zona imperiale una profonda
trasformazione definita “rivoluzione tardo-romana”.
Tale cambiamento si verificò in quattro fasi
Fase 1, prima metà del III secolo: epoca di pace e relativo
splendore
Fase 2, seconda metà del III secolo: cedimento delle strutture
militari che proteggevano il limes, continue sconfitte romane
contro i popoli stanziati ai confini settentrionali e orientali
Fase 3, IV secolo: trasformazioni dovute all’emergenza militare:
cristianizzazione, popoli barbari si insediano entro i confini
imperiali, divario ampio tra ricchi e poveri e tra Oriente e
Occidente
Fase 4, V secolo: nuovi movimenti di popoli, società
postimperiale
I primi cambiamenti importanti: I secolo a.C.
laticlavio
I primi cambiamenti importanti nella struttura
economica e sociale di Roma avvennero alla fine
del I secolo a. C, quando i senatori erano
stati minacciati economicamente dagli
equites, plebei arricchitisi con il commercio, la
finanza e gli appalti pubblici. Gli equites
erano la parte più dinamica della società
romana, capace di esprimere grandi uomini come
Caio Mario e Marco Tullio Cicerone dalle sue fila.
Dopo i conflitti civili del I secolo a.C., che
avevano ridotto la Res Publica a un campo di
battaglia e stremato l’economia e la società, i
primi imperatori, a partire da Augusto
preferirono sostenere il loro potere sui
senatori, di mentalità conservatrice, e
politicamente affidabili in quanto vivevano
sulla rendita delle proprie terre e non
volevano modificare lo status quo, e emarginare
i ceti più dinamici
L’impero romano sotto Augusto (27 a.C. –
14 d.C.) e alla fine del I secolo d.C.
Impero romano sotto Augusto
Impero romano alla fine del I sec. d.C.
L’economia imperiale cominciò a ristagnare, nel momento in cui le
conquiste erano in gran parte terminate e quindi i ricavi di esse vennero a
mancare: territori, schiavi, ulteriori tasse.
Le spese per mantenere l’impero furono coperte soprattutto dalla tassazione
delle province.
I costi per proteggere e amministrare l’impero superarono le entrate fiscali già
nel corso del II secolo d.C.
L’impero romano d’Occidente “morì per suicidio” in quanto si creò una crisi sociale,
demografica e economica strisciante e inesorabile.
Lo scollamento tra honestiores (aristocratici proprietari terrieri) e humiliores (tutti
i sudditi: schiavi, contadini) si allargò ampiamente: da una parte i grandi
possidenti, dall’altra chi viveva e lavorava solo per pagare le tasse.
Schiavi e coloni
Vendita di uno schiavo
Un colono al lavoro nei campi
Nel II secolo d. C. la popolazione imperiale era di circa
50 milioni di abitanti
Il governo era nelle mani di una aristocrazia
ristretta e culturalmente molto omogenea :
urbana, ricca di grandi patrimoni fondiari, leggeva e
scriveva in greco e latino.
Da un secolo essa combatteva guerre difensive e non
era più un’aristocrazia militare
Le campagne erano lavorate e abitate da
schiavi e coloni: la differenza tra loro era
giuridica.
Gli schiavi non avevano personalità giuridica, e
erano proprietà del loro padrone, ma potevano
sperare di essere liberati.
I coloni erano liberi giuridicamente, ma erano
vincolati alla terra che lavoravano, in quanto il
sistema fiscale calcolava le tasse sull’estensione dei
campi che dovevano rendere al massimo.
La crisi fu aggravata anche dalla percezione che
questi avevano di sé come persone che non
potevano cambiare la propria vita
Il pericolo “barbaro”
Il limes reno-danubiano
Romani e barbari: il II secolo d. C.
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Lungo il confine dell’impero romano, il limes, vi fu una
situazione di conflittualità permanente tra le popolazioni locali,
le guarnigioni locali e le genti stanziate al di là del limes, i
“Barbari” , gruppi eterogenei che molto lentamente formarono
dei “popoli”.
I rapporti tra romani e barbari furono molto intensi
sopratttutto dal II secolo d.C.
Dal III secolo molti guerrieri barbari furono assoldati
nell’esercito romano, raggiungendo cariche militari anche
elevate.
Il rapporto si squilibrò a favore dei barbari a partire dal IV
secolo.
Movimenti di popoli non romani nel III secolo
I problemi del III secolo,1/: l’esercito e le spese statali
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La nuova organizzazione dell’esercito, formato da seicentomila soldati,
fece raddoppiare le spese.
Furono aumentate le tasse e ampliata la burocrazia, per gestire le
necessità legate alla raccolta fiscale.
Per rispondere alle spese gli imperatori cercarono di bloccare i prezzi e
redistribuire le ricchezze, senza nessuna capacità di analisi economica della
situazione reale
Ne nacque una macchina statale molto imponente, un’organizzazione
politica accentrata, burocratica e pesante.
Le necessità della guerra spinsero gli imperatori a escludere i senatori e
l’aristocrazia dai comandi militari, mentre vennero promossi ai gradi più
alti militari di carriera provenienti dai ceti meno importanti e periferici
Si verificò quindi un forte ricambio sociale ai vertici dell’impero
romano: Diocleziano era figlio di un liberto, il padre di Galerio era un pastore.
Le tasse erano sempre più pesanti e gravavano sui meno abbienti: nel
350 1/3 del reddito di in contadino se ne andava per pagare l’imposta fondiaria.
I problemi del III secolo, 2/ Bassa produttività e spopolamento.
Un’aristocrazia di latifondisti
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Un proprietario terriero romano
nella sua villa, mosaico del IV sec.d.C.
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L’impero fu colpito da un notevole
spopolamento a causa delle pestilenze
scoppiate tra la fine del II e l’inizio del III
secolo
I bottini di guerra erano sempre più
poveri, e il numero di schiavi per
coltivare la terra diminuiva.
Queste due cause, bassa produttività e
spopolamento, determinarono una crisi
economica irrisolta. I beni diminuivano, i
loro prezzi aumentavano.
L’aristocrazia dei grandi proprietari di
terra non era disposta a investire e
rischiare il proprio patrimonio per
migliorare la produttività. I proprietari
terrieri erano latifondisti, un ceto
parassitario che viveva di rendita.
La crisi delle città e
la polarizzazione della ricchezza
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Le grandi distanze tra ricchi e poveri determinò la crisi di molte città
medio-piccole, che si reggevano sul commercio.
Le aristocrazie costruirono una sorta di dominio locale forte.
Questo accadde perché Costantino separò in modo deciso ufficiali
civili (proconsoli, legati) e militari. Anche i barbari entrarono
decisamente tra gli ufficiali militari di grado più elevato.
Al vertice del mondo romano si elevarono anche i vescovi, che, con il
favore di Costantino, assunsero un ruolo politico sempre più importante.
Le tasse contribuirono a un ulteriore polarizzazione tra pochi ricchi e molti
poveri.
La conseguenza fu che nei centri locali vescovi e aristocratici diventarono i
“patroni”, cioè uomini di riferimento e protezione per i più deboli.
Le differenze tra Oriente e Occidente
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In Oriente il commercio e la produzione manifatturiera
erano più fiorenti che in Occidente.
Le ricchezze si spostarono verso Oriente, dove non era
tanto forte la differenza tra città maggiori e minori, e tra
ricchi e poveri.
In Oriente i contadini riuscivano a vendere i loro prodotti
con un profitto che permetteva loro di pagare le tasse e
vivere dignitosamente.
In Occidente i cittadini per evitare le tasse fuggivano in
campagna dove i grandi proprietari li costringevano a
lavorare. Non esisteva crescita economica e questo
rendeva le tensioni sociali esplosive
I barbari entrano nell’impero romano
Migrazioni dei Goti, III-IV secolo d.C.
Invasioni dell’Impero Romano, IV-Vsec. D.C.
I barbari si muovono per stanziarsi nell’impero
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Dalla metà del IV secolo alcune popolazioni barbariche,
soprattutto i Goti, varcarono il limes per stanziarsi entro i
territori imperiali.
Le cause furono diverse
Erano consapevoli della debolezza militare
dell’impero
Erano spinti alle spalle da altri popoli che si
muovevano a loro volta verso Occidente per opera degli
Unni, un vasto gruppo di guerrieri nomadi provenienti
dall’Asia Centrale
I Goti erano stanziati in diversi territori tra Danubio e Mar
Nero e avevano formato due grandi raggruppamenti, i Tervingi,
poi chiamati West-Goten,→Visigoti, Goti dell’Ovest, e i
Greutungi, poi detti Ost-Goten→Ostrogoti, Goti dell’Est
Il disastro di Adrianopoli. Hospitalitas e foederatio
Adrianopoli, 9 agosto 378

I Visigoti ottennero dall’imperatore Valente il
permesso di varcare il limes e superare il Danubio,
ma poi devastarono i territori dei Balcani
meridionali appena raggiunti.

L’imperatore fu costretto a affrontarli in battaglia campale
a Adrianopoli, il 9 agosto 378, ma l’esercito
romano venne sconfitto in Occidente per la prima
volta da molti secoli, e lo stesso Valente perse la vita.

Teodosio, successore sul trono occidentale di Valente, fu
consapevole della difficoltà dei romani nell’affrontare i
nemici e preferì controllarli con i sistemi della

hospitalitas: concessione di un terzo delle terre in una
regione alle popolazioni barbariche che dichiaravano
fedeltà all’impero e fornivano appoggio militare
mantendosi indipendenti
e
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foederatio: alleanza vera e propria dietro compenso.
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Ma alla lunga anche queste tattiche furono fallimentari.
La fine dell’impero d’Occidente
La fase che andò dal 407 al 430 vide l’instaurazione definitiva dei barbari in
Occidente.

Nel 410 i Visigoti saccheggiarono Roma, un evento che agli occhi dei
contemporanei apparve quasi come l’avvicinarsi della fine del mondo.

Le classi dirigenti occidentale e orientale si divisero sul da farsi: in Oriente i
barbari vennero progressivamente allontanati dagli eserciti.

In Occidente gli alti ufficiali e una parte consistente dell’esercito erano
barbari, mentre le aristocrazie tradizionali si chiusero in un rigido
patriottismo, divise anche religiosamente tra pagani e cristiani.

In questo modo le elites militari e quelle sociali rimasero estranee e ostili, e
le popolazioni barbariche ebbero maggiore facilità a stanziarsi in Occidente

La deposizione di Romolo “Augustolo” da parte dello Sciro Odoacre pose
fine formalmente all’impero d’Occidente: 476 d.C. Odoacre non assunse il
ruolo e il titolo di imperatore, pur avendo il potere nelle proprie mani. Questo gesto
ha un significato duplice:
1. i barbari avevano ormai il dominio dell’ex Impero d’Occidente.
2. Essi non avevano alcuna volontà di assimilarsi ai romani.
Invasione della penisola iberica e del Nord Africa
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Già nell’inverno tra 406 e 407, il limes renano era stato
oltrepassato da diverse popolazioni: Vandali, Alani,
Svevi e Burgundi. Cercarono di frenarne lo slancio
Franchi e Alamanni, popoli federati dei romani.
I Franchi spinsero Vandali, Alani e Svevi verso la
penisola iberica, dove si trovavano però anche i Visigoti.
I Visigoti riuscirono a controllare gran parte del
territorio della penisola iberica, e spinsero gli Svevi a
ritirarsi nel nord (Galizia), mentre gli Alani andarono
nell’odierno Portogallo. I Vandali, infine, invasero il
Nord Africa, dove conquistarono i territori presso
Cartagine.
Juti, Angli e Sassoni in Britannia.
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La Britannia fu abbandonata dalle guarnigioni militari
romane.
Cominciarono a compiere scorrerie i Pitti, popolazioni
celtiche dell’odierna Scozia.
I Britanni, per contrastare queste incursioni violente,
chiesero aiuto a popolazioni germaniche con le
quali avevano già dei contatti precedenti.
Juti, Angli e Sassoni giunsero così in Britannia, ma
anziché farsi controllare in sistema di foederatio (come
volevano i Britanni), essi si insediarono stabilmente
nell’isola.
Attila in Italia.
Leone Magno ferma Attila
In Italia la situazione geopolitica era caratterizzata
da una grande precarietà, che fu ulteriormente
aumentata dall’arrivo degli Unni.
 Questa popolazione, in continua e violenta
migrazione dalle steppe asiatiche da circa un
secolo, sotto la guida del khan Attila giunse nel
450 alle porte di Roma.
 Qui inaspettatamente gli Unni si ritirarono,
secondo una storia poco credibile in seguito a
un incontro con il papa Leone I detto
“Magno”, che avrebbe convinto con la forza
della fede il capo unno a andarsene.
 Probabilmente, invece, Attila venne convinto ad
andarsene dalla concessione di grandi
quantità di beni raccolti faticosamente tra la
popolazione italica.
Deposizione di Romolo “Augustolo” e
arrivo degli Ostrogoti in Italia

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Odoacre depone
Romolo “Augustolo”

Il 476 è l’anno in cui fu deposto Romolo detto
“Augustolo” (cioè “Piccolo Augusto”) ultimo
imperatore, un adolescente figlio del prefetto del
pretorio.
Odoacre, il comandante militare sciro che lo
depose, volle che il suo popolo gli desse il titolo di
rex , e il trono imperiale rimase vacante.
Gli imperatori d’Oriente non volevano perdere
l’Italia, e con il consueto sistema della foederatio,
l’imperatore Zenone spinse gli Ostrogoti
presenti nella zona di Costantinopoli a
invadere la penisola.
Europa, anno 476 d. C.
I regni romano - barbarici
I regni “romano – barbarici”, definizione
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Gli storici definiscono i regni
formatisi nell’ex impero
occidentale
Romano – barbarici
perché in essi si fondevano
la tradizione politico –
istituzionale romana
e
l’organizzazione dei
popoli barbarici

In tutti i territori i barbari erano
numericamente inferiori rispetto alla
popolazione residente.

La convivenza pacifica delle popolazioni si
realizzò attraverso un doppio sistema
giuridico amministrativo: le popolazioni
indigene mantenevano le proprie leggi e la
propria amministrazione, e a loro volta i nuovi
arrivati tenevano la propria tradizione sociale,
giuridica, politica e religiosa.

In alcuni dei nuovi regni i barbari, pur sulla
base di idee dello stato e della regalità diverse,
decisero di creare nuove leggi fissate per
iscritto.

È significativo che popolazioni spesso
ignoranti di leggi scritte decidessero di
adottarle e di usare il latino come lingua
ufficiale per redigerle e emanarle
La nuova società barbarizzata
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In quasi tutti i regni vi fu una
sostanziale divisione delle
responsabilità di governo:
la popolazione latina
manteneva il controllo
dell’amministrazione
i barbari controllavano
l’esercito e la difesa
militare.

Tutti, autoctoni e barbari, dovevano
riconoscere il potere del re.

Il sovrano aveva il potere assoluto di
costringere, giudicare e punire: ban.

Il re era soprattutto un capo militare e
aveva al suo servizio un gruppo di fedeli
armati.

La nuova società “barbarizzata” vedeva in
posizione di eccellenza i gruppi che
erano basati sulla lealtà personale al re
e sul monopolio dell’uso delle armi.
Teoderico re barbaro e patrizio romano
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Teoderico, ritratto nel XII
secolo in una miniatura
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
Il presunto
palazzo di Teoderico, a Ravenna
Gli Ostrogoti in Italia governarono in una situazione
di grande ambiguità.
Teoderico era re del suo popolo e governava
militarmente sull’Italia grazie alla vittoria su
Odoacre. Regnò dal 493 fino alla morte nel 526.
Egli era però al potere anche per il ruolo di
patricius et magister conferitogli dall’imperatore
d’Oriente, a cui doveva fedeltà.
Toederico continuò a mantenere la capitale a
Ravenna, che abbellì con edifici di carattere
bizantino: il suo palazzo, la chiesa di S.Apollinare
Nuovo, il suo mausoleo
Per favorire la collaborazione tra il suo popolo
e i romani, emanò un complesso di leggi con il
quale cercò di gestire i rapporti tra le due etnie su
un piano di parità.
Scelse i collaboratori principali tra gli aristocratici
romani: Boezio, Simmaco, Cassiodoro
I Franchi riuniti da Clodoveo

Luoghi di primo insediamento
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Il regno di Siagrio
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Costruzioni politiche e territoriali
di Clodoveo
I Franchi, nel V secolo, erano stanziati in territori
che si estendevano lungo le sponde dei fiumi Reno
e Meno: si distinguevano Franchi Salii e Franchi
Ripuarii.
Fino al V secolo furono un insieme di tribù sparse, e
il loro nome latino significava “uomini coraggiosi”.
Erano foederati dei romani fin dal 430.
Le diverse tribù furono riunite per merito del
capotribù salico Clodoveo.
Egli riuscì a vincere la concorrenza politica
degli altri capitribù franchi e conquistò il
“regno di Siagrio”, un’area di resistenza
antibarbara abitata da gallo-romani.
Clodoveo estese i territori del suo regno a Ovest,
territorio chiamato Neustria (nuova terra
dell’ovest), per distinguerlo da quello orginario,
l’Austrasia (terre dell’Est)
Il battesimo di Clodoveo

Il battesimo di Clodoveo I
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Clodoveo come re cristiano
Clodoveo si fece battezzare nel 496 a Reims
dal vescovo Remigio, capendo l’importanza di
mantenere rapporti stretti con la Chiesa di Roma
e l’episcopato gallo-romano.
Con questo battesimo presentava se stesso come
re legittimo di fronte alla popolazione galloromana (cattolica) e presentava il suo popolo
come popolo di Dio, difensore della Chiesa.
I Franchi scelsero come patrono S.Martino, un
martire gallo-romano. Di esso Clodoveo promosse
il culto
Inoltre egli fece redigere la lex Salica, che dava
forma scritta al diritto consuetudinario dei Franchi
(510)
L’impero di Giustiniano
e la guerra greco - gotica
L’Impero d’Oriente all’inizio del VI secolo
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Le vicende dell’impero romano d’Oriente furono diverse dalla zona occidentale
fin dalla divisione voluta da Teodosio nel 395 tra i figli Arcadio e Onorio.
Alla morte di Arcadio, gli successe il figlio Teodosio II, che governò per circa
quaranta anni (408 – 450).
Anche l’impero orientale dovette fronteggiare i barbari, soprattutto gli Unni,
senza grosse perdite territoriali e mantenendo la sua compattezza interna.
Negli anni successivi,imperatori Marciano, Leone, Zenone e Anastasio e
Giustino, i problemi furono provocati da controversie teologiche.
Nel 527 salì al trono la figura centrale del secolo, Giustiniano
Giustiniano parla di sé a Dante, Paradiso, canto VI
Cesare fui e son Iustinïano,
che, per voler del primo amor ch'i' sento,
d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano. 12

E prima ch’io a l’ovra fossi attento,
una natura in Cristo esser, non piùe,
credea, e di tal fede era contento; 15
ma ’l benedetto Agapito, che fue
sommo pastore, a la fede sincera
mi dirizzò con le parole sue. 18
Io li credetti; e ciò che ’n sua fede era,
vegg’ io or chiaro sì, come tu vedi
ogni contradizione e falsa e vera. 21
Tosto che con la Chiesa mossi i piedi,
a Dio per grazia piacque di spirarmi
l’alto lavoro, e tutto ’n lui mi diedi; 24
e al mio Belisar commendai l’armi,
cui la destra del ciel fu sì congiunta,
che segno fu ch’i’ dovessi posarmi. 27
La riforma giuridica di Giustiniano
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Giustiniano e Teodora



Giustiniano regnò per circa quaranta anni, dal 527 al
565, e sposò Teodora, un’ex ballerina.
Nel 528 il nuovo imperatore costituì una
commissione presieduta dal giurista Triboniano, che
dovette predisporre una raccolta di costituzioni
imperiali: nel 528 apparve il Codex Iustinianus.
Nel 533 l’imperatore fece pubblicare il Digesto o
Pandette, raccolta degli scritti dei giureconsulti (esperti
di diritto) più illustri.
Nello stesso anno apparvero anche le Institutiones, che
contenevano i fondamentali princìpi giuridici ad uso
degli studenti.
Nell’insieme queste opere rappresentano il
Corpus Iuris Civilis, che è il tramite
fondamentale attraverso cui il diritto
romano è giunto fino alla nostra epoca.
Il governo di Giustiniano
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S.Sofia a Istanbul
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S.Vitale a Ravenna
Giustiniano fece costruire edifici importanti, come
la basilica di S.Sofia a Costantinopoli (ora
moschea) e S.Vitale a Ravenna.
Diede grande sviluppo al commercio e alla
manifattura della seta, in quanto durante la sua
epoca l’impero orientale si impadronì dei primi bachi
da seta, fino a quell’epoca monopolio delle nazioni
dell’Estremo Oriente.
Cercò di reprimere gli abusi nella tassazione,
che erano uno dei più grandi problemi della
convivenza civile.
Nel 551 presiedette il Concilio di Calcedonia,
convocato per porre fine all’eresia monofisita,
che affermava la natura solo divina di Cristo. A
Calcedonia, il concilio ribadì che in Cristo le due
nature, umana e divina coesistevano. Anche dopo un
altro concilio, svoltosi nel 553, la questione rimase
aperta
2
1
Giustiniano intendeva riprendere il controllo delle zone che da
molti decenni si erano rese autonome dal controllo
imperiale:
 L’Africa nord – occidentale (1), in mano ai Vandali
 la penisola italiana e la zona adriatica orientale (2),
 controllate dagli Ostrogoti
Le imprese di Belisario: Africa, Sardegna, Corsica



Ritratto di Belisario

Giustiniano stipulò con il regno Sasanide
una pace molto costosa, per evitare che
l’impero orientale fosse attaccato alla
spalle mentre impegnava le sue truppe
nella riconquista dei territori occidentali.
La guida delle operazioni militari fu
affidata dall’imperatore al patrizio
Belisario, il migliore generale imperiale.
Questi sbarcò nell’ Africa nord –
occidentale nel 532 con truppe ingenti e
riuscì in alcuni mesi a conquistare la
regione, togliendola ai Vandali, nel 533.
Africa nord occidentale, Sardegna e
Corsica passarono sotto il dominio di
Costantinopoli.
Guerra greco – gotica, fase I, 535-540
Amalasunta
Teodato
Totila
Amalasunta, figlia di Teoderico e regina dei Goti, chiese l’aiuto
di Giustiniano contro le minacce del marito Teodato. Questi
la fece assassinare, 535, provocando l’intervento
dell’esercito di Belisario contro l’”usurpatore” Teodato.
 Ebbe così inizio la Guerra greco – gotica, durata
diciotto anni, dal 535 al 553.
 Vitige, generale di Teodato, uccise quest’ultimo e si proclamò
re. In un primo tempo Goti e aristocrazia romana erano
alleati.
 Già nel 540, Belisario riuscì a conquistare Roma e
Ravenna.
 Dopo questa conquista, l’aristocrazia romana preferì non
resistere più agli eserciti di Giustiniano, che garantiva a essa il
mantenimento del potere economico e politico.
 Vitige fu imprigionato e portato a Costantinopoli.
 Gli Ostrogoti però, anche se rimasti privi del sostegno italico,
rilanciarono la propria azione bellica guidati da Totila (cioè
“l’immortale”) che comandò il suo popolo dal 540 al 552..
Totila libera i coloni dipendenti




Totila ordinò che i coloni dipendenti dai padroni
fossero liberati e che versassero i propri canoni e
tributi al re.
In cambio della libertà, essi avrebbero combattuto per
il re dei Goti.
Tale decisione doveva togliere uomini e sostegno
all’aristocrazia italica, ma i coloni che obbedirono furono
pochi e molti di essi combatterono invece con i loro
padroni contro i Goti.
Totila riuscì comunque a riconquistare buona parte della
penisola verso la fine degli anni ‘40, anche se per un breve
periodo.
La vittoria dell’impero di Costantinopoli

Dopo l’allontanamento di Belisario dal comando del
conflitto, a causa di contrasti con Giustiniano, la guida
della guerra toccò al suo luogotenente Narsete.

Narsete prevalse sui Goti nella battaglia di Gualdo Tadino,
dove Totila morì, sembra per una freccia di Narsete
stesso, nel 552.

Nel 553 Narsete portò a termine la sua campagna d’Italia
sconfiggendo anche quel che rimaneva dell’esercito goto
guidato da Teia.
L’impero di Costantinopoli aveva così ripreso il controllo
della penisola, che conservò solo fino al 568.




L’Italia diventò alla fine della guerra greco-gotica una prefettura
dell’Impero d’oriente.
Giustiniano emanò nel 554 la Prammatica sanzione, un
documento nel quale stabiliva le modalità con le quali si sarebbe
dovuta governare la vita economica e politica della penisola
italiana dopo gli sfaceli provocati dal conflitto.
In questo modo il diritto giustinianeo veniva esteso anche
all’occidente.
Conseguenze della guerra greco - gotica per l’Italia

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

La composizione etnica dell’Italia subì importanti
mutamenti: i possessori latini si ridussero di più della
metà, i goti rimasero una percentuale molto modesta,
mentre i possidenti orientali triplicarono.
Le città in cui gli ostrogoti concentrarono la loro difesa
subirono gravi distruzioni.
La devastazione di buona parte delle terre coltivate
determinò una carestia pesante, che a sua volta causò
una fame pesante, che provocò un forte calo
demografico.
Il calo demografico fu reso ancora più pesante dalla
diffusione della peste, che iniziata in Oriente (542-543), via
mare giunse fino all’Italia
I limiti della “Pragmatica Sanctio”

La Pragmatica Sanctio stabiliva la suddisivisione del territorio italiano in prefetture
del pretorio, guidate da duchi; all’interno di esse si trovavano diocesi, con funzioni
fiscali; le diocesi erano divise in provinciae.

La struttura amministrativa non corrispondeva alla nuova situazione
sociale nella quale si trovava la penisola.

La distinzione tra amministrazione civile e amministrazione militare non
aveva senso, in quanto l’Italia era in uno stato ancora militarmente precario e il
potere militare,esercitato dai duchi, era più importante di quello civile.

Anche la distinzione tra latini e Goti non aveva significato. Giustiniano voleva
restituire ai patrizi romani i loro territori, ma gran parte di essi erano scomparsi,
mentre diversi Goti si erano integrati nella società italica.

I vescovi nelle città avevano spesso un’autorità superiore rispetto ai
funzionari bizantini.
Le scuole gestite dai vescovi e i monasteri avevano ormai il controllo
dell’educazione dei giovani.
Nelle città i vescovi spesso avevano anche il compito di risolvere le
controversie, senza che i convenuti si rivolgessero al tribunale.


Impero romano d’Oriente, anno 565 d.C.
Il frazionamento del dominio orientale (secc. VI – VIII)



In arancione i domini di Costantinopoli
in Italia tra VII e VIII secolo
I Longobardi giunsero in Italia nel 568, e
da quel momento l’impero orientale
perse una parte consistente della
penisola: gli rimasero Istria e laguna veneta,
la Romagna, le Marche settentrionali, parte
di Umbria e Lazio, Napoli e il suo entroterra,
Salento, Calabria e Sicilia.
Alla fine del VI secolo questi territori
(tranne la Sicilia) furono dati dall’imperatore
a un esarca, funzionario che aveva poteri
insieme civili e militari, e risiedeva a
Ravenna. Egli controllava i duchi, che a
loro volta avevano poteri sia civili, che
militari di difesa territoriale.
I territori rimasero in realtà piuttosto
autonomi reciprocamente e l’esarca
controllava solo la Romagna (Esarcato) e le
Marche settentrionali (Pentapoli)
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Fine di un impero