12 agosto1591 si apre alla vita una nuova creatura.
•Una bimba vagisce e con le manine tese cerca colei che mai le
potrà sorridere: la mamma!
Ma Luisa non conoscerà mai le tenerezze di una madre, poiché
suo padre sposò una vedova con figli e per la piccola non ci fu
posto in quella casa.
Poissy 1594 : qui Luisa a
soli 3 anni è accolta dalle
monache Domenicane,
dove si trova una zia
religiosa: viene educata
insieme alle nobili
giovanette di Francia.
Viene preparata alla
prima comunione,
seguita nello studio delle
lettere, dell’arte e della
poesia con grande
attenzione.
Luisa aveva dieci o undici anni quando per la
mutata situazione familiare, il papà l’affidò ad
una maestra “abile e virtuosa” dedita
all’educazione del ceto medio.
Luisa pur continuando a studiare, imparò le
umili e necessarie faccende domestiche.
Si intravede già il disegno della Provvidenza
che guida la formazione della “futura madre
dei poveri” che a sua volta formerà le Figlie
della Carità dedite ai più poveri della società.
Il 25 luglio 1604 muore il padre. E’ un giorno di grande
dolore per Luisa, che tredicenne, aveva posto in lui
tutta la sua fiducia e il suo affetto. Lo zio Michele, la
prende sotto la sua custodia e diviene il suo tutore. La
spensieratezza, la gioia propria della gioventù non
illumina più il suo volto, il suo cuore tende ad una vita
di raccoglimento e di preghiera.
Luisa aspira a entrare fra le Cappuccine
per vivere la loro Regola austera. Il suo
Direttore Spirituale padre Onorato di
Champigny, la dissuade a causa della sua
salute debole e le dice:” no, figliola, Dio
non ti vuole claustrale: Egli ha altri
disegni su di te”
4 giugno 1623, Pentecoste, la svolta:
Nella Chiesa di Saint Nicolas des
Champes, grida al Signore la sua
angoscia ma….improvvisa
una LUCE
inonda il suo cuore: intuisce che un
giorno per lei si aprirà una nuova via.
Rinunciare al proprio sogno è per lei
difficile, prega, riflette, ascolta lo zio
Michele, che attraverso lettere di vera
direzione spirituale, le prospetta il
matrimonio,e le scrive:” anche in
questa via puoi farti santa e puoi fare
del bene agli altri”, e Luisa non senza
lotte interne ubbidisce.
Il 5 febbraio 1613 nella Chiesa di San
Gervasio si celebrano le nozze di Luisa
con Antonio Le Gras,
Giorni felici e croce
all’orizzonte
Dopo alcuni anni la nascita del figlio
Michele allieta la sua vita, ma il
marito si ammala e il 21 dicembre 1625
Antonio le Gras muore.
Nubi ed oscurità fanno tentennare
Luisa la quale pensa che tutto sia un
segno della sua poca fedeltà alla
volontà di Dio che la voleva religiosa
La guida
Luisa va incontro ad un’altra sofferenza: Monsignor Camus,suo Direttore
Spirituale,la invita a rivolgersi a Vincenzo de Paoli per la direzione spirituale
essendo egli impossibilitato a continuare a farla.
Luisa ha un moto di ripugnanza per questo umile prete, a sua volta Vincenzo ha più
preferenza per i poveri e stenta ad accettare di essere la guida di una nobile
damigella. Ma Dio aveva legato all’incontro di queste due anime la meravigliosa
storia della Carità
Vincenzo si accorge ben presto che nel corpo fragilissimo della sua nuova penitente,
si nasconde un’anima virile, capace di raggiungere le altezze dello spirito e le più
ardimentose realizzazioni nel campo della carità.
L’attesa della Provvidenza
Luisa non dimentica il messaggio che Dio le aveva comunicato
interiormente il giorno di Pentecoste del 1623: spinge il suo direttore
spirituale, Vincenzo de Paoli a farsi interprete della volontà di Dio.
Vincenzo, uomo che sa attendere la Provvidenza, frena la sua
impazienza.
Luisa impara ad attendere anche se il carattere emotivo di lei, sente la
stanchezza dell’attesa. Dio però vegliava su di lei e lavorava sul suo
strumento per perfezionarla per le opere per le quali era destinata.
Una grande mente a servizio di un grande cuore
Vincenzo aveva fondato le Confraternite della Carità, formate dalle nobili signore di
Parigi, le “Dame della Carità” che si dedicavano al sollievo spirituale e materiale dei poveri
a domicilio. Poiché il loro numero si moltiplica Vincenzo comprende la necessità dare una
guida e una formatrice che avesse “l’intelligenza del Povero”Affida a Luisa le visite delle “
Carità”ed ella non si risparmia: va da una Confraternita all’altra portando
l’incoraggiamento e il consiglio che illumina e rafforza la volontà di operare il bene.
Le Figlie della Carità
Vincenzo evangelizzando i poveri della
campagna, aveva spesso incontrato buone e
pie contadinelle,che non si sentivano portate al
matrimonio, ma volentieri si sarebbero donate a
Dio per servirlo più perfettamente. Si ricorda di
loro e le chiama a Parigi per aiutare le Dame
della Carità…
Le Dame si dichiarano contente di questo aiuto
così prezioso, i poveri ne lodano Dio e, vedendo
con quale amore li servono cominciano a
chiamarle” Figlie della Carità”
Vincenzo conosciuta la volontà di Dio lancia
Luisa tra i poveri e affida la Comunità nascente
delle Figlie della Carità
Luisa allora si dedica insieme a
Vincenzo alla formazione delle
future Figlie della Carità.
Insegna loro come prendersi cura dei
bambini, dei vecchi, dei malati… ad
aver sempre dinanzi agli occhi
il Cristo
“che aveva occhi e cuore per ogni
miseria umana”!
Vincenzo segue da vicino l’opera della grazia
nell’animo di Luisa, e gli insegnamenti che ella
dona alle Suore. Uomo tutto dato a Dio e tutto
dato ai poveri,sottolinea i suoi insegnamenti e
li completa dicendo alle prime Figlie della
Carità:”Si, andate Figlie mie. Quando il povero
ha bisogno di voi lasciate pure la santa Messa,
poiché è un lasciare Dio per Dio!”
Le Figlie della Carità imparano così che il povero
è Dio : è spendere le loro migliori energie per il
loro bene spirituale e corporale.
Il cuore di Luisa fu così ben presto
conosciuto da chi versava nella miseria
Poveri di ogni genere, vecchi,
mamme,bambini,ricevevano da Luisa e dalle sue
Figlie , il soccorso della Carità.
Andate, Figlie della
Carità!
Il pizzico di lievito evangelico è meravigliosamente cresciuto!
Ovunque c’è un uomo che soffre, una miseria da soccorrere, le Figlie
della Carità vengono inviate da Vincenzo e da Luisa per soccorrerli
e portare con la loro azione fraterna la dignità di figli di Dio.
ULTIMI GIORNI
Nel marzo 1660, Luisa si aggrava, le sue
sofferenze portate avanti per tanti anni
aumentano ma il suo sguardo è rivolto al
Crocifisso perché sa che la sofferenza ha
un valore impetrativo e l’offre per le sue
Figlie, mentre raccomanda loro di volersi
bene e di amare con dedizione assoluta il
povero.” Servire i poveri è uno dei più
grandi tesori del cristianesimo”diceva
sul letto di morte.
Luisa, muore il 15
marzo1660.
San Vincenzo certo
della sua santità per
averla seguita
spiritualmente per
molti anni, l’addita alle
Figlie della Carità
come maestra e
guida. Ancora oggi
dal cielo, ella
continua a mostrare
alle sue figlie la via
per servire i poveri
come “veri padroni”
L’11 marzo 1934, Pio XI la proclama “santa”.
Il 10 febbraio 1960, il Papa Giovanni XXIII, la dichiara “
Patrona” di quanti sono impegnati nelle opere sociali
cristiane tra l’esultanza del mondo della carità e della
Famiglia Vincenziana.
Così Dio ha ripagato colei che ha saputo dare tutto per
Lui e per i poveri
Preghiera
Ti preghiamo, Dio Onnipotente ed
Eterno, tu che hai colmato di carità il
cuore di San Vincenzo e di Santa
Luisa, dona anche a noi il tuo amore.
Fa che a loro esempio sappiamo
scoprire e servire Gesù Cristo, tuo
Figlio nei nostri fratelli poveri ed
infelici…
Insegnaci alla loro scuola, ad amare col
sudore della fronte e la fatica delle
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