Il rischio alluvionale: strumenti di
mitigazione e riduzione del danno atteso
Prof. Scira Menoni
Elementi di valutazione della pericolosità (ma non solo…)
Parametri necessari per predisporre adeguate misure di tutela territoriale:
1. Fasce di “rispetto” lungo i corsi d’acqua
DOVE?
2. Tempi di ritorno
QUANDO?
3. Velocità attesa dell’acqua durante una piena
SEVERITA’?
4. Portata dell’onda di piena attesa
5. Altezza dell’onda di piena attesa
Elementi di valutazione della pericolosità (ma non solo…)
Ritardo con cui le portate si presentano in
alveo non è grande, dipende da:
-
geologia terreni;
uso suoli;
agricoltura
tipo/consistenza vegetazione;
estensione e struttura rete idrografica;
area del bacino
pendenza versanti
e – stato iniziale imbibizione
Elementi di valutazione della vulnerabilità
SCALA:
EDIFICIO
POSSIBILE OGGETTO/ PARAMETRO DI
AGGRAVIO SISTEMA
VULNERABILITA'
HAZARD
edificio
residenziale
ospedale
e altri
edifici pubblici emergenza
SPIEGAZIONE FATTORE
VULNERABILE
CLASSI VULNERABILITA'
altezza
occorre confrontare l'altezza
dell'edificio rispetto a quella
dell'onda di piena
A= hed. < h piena
uso piani bassi
(cantine, piani terra)
alcuni usi (quadri elettrici,
computer, macchinari) sono
ovviamente più vulenerabili
A= presenza oggetti vulnerabili all'acqua
posizione
posizione dell'edificio rispetto
alle fasce fluviali
A= edificio in A o B
M= edificio in C
capacità resistenza
strutturale
capacità di resistere all'onda
d'urto della piena per come
prevista nella zona
A= edificio non adatto a
resistere all'onda di piena
funzioni all'interno della struttura
ospedaliera che sono essenziali al fine di assicurare il servizio
(vulnerabilità funzionale)
A= localizzazione nelle parti
basse edificio
caratteristiche degli ingressi
rispetto all'altezza piena;
presenza eliporto
A= ingressi a quote inferiori
alla piena attesa
A= mancanza eliporto/accessi
alternativi
stessi parametri di cui
sopra
+
localizzazione quadri
elettrici
localizzazione laboratori
di analisi
presenza di generatore
autonomo
accessibilità ospedale

La legge 183/1989
Art. 1. Finalità:
* difesa del suolo
* risanamento delle acque
* fruizione e gestione del patrimonio idrico
Mette
insieme
gli
aspetti
di
tutela
dall’inquinamento con aspetti di controllo delle
piene
Art. 12. Viene istituita l’Autorità di Bacino per i
bacini di interesse nazionale, interregionale e
regionale
Art. 17. Istituisce il Piano di Bacino, avente valore
di piano territoriale di settore sovraordinato rispetto
ai PRG.
ALLUVIONE DEL PIEMONTE NOVEMBRE 1994
L’iter dei piani
ex lege
183/1989
1.
Esiti della
Commissione De
Marchi, 1970
2. Legge maggio
1989/183,
nota
come Legge di
Difesa del suolo
3. Legge 493/93
che consente di
procedere per piani
stralcio
3.1. Autorità di Bacino del Fiume Po, Iniziative urgenti
di intervento pr la difesa del suolo e l’assetto e
Schema di Progetto di Piano, approvato nel
dicembre 1994
3.2. Legge 22/1995 Approvazione del Piano Stralcio 45
3.3. Autorità di bacino del Fiume Po, Piano Stralcio
delle Fasce Fluviali, con relazione allegata,
dicembre 1997
3.4. Progetto di Piano stralcio per l’assetto idrogeologico
(PAI) 1999.
3.5. Progetto di Piano stralcio per il controllo
dell’eutrofizzazione 2001.
Progetto di Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI)
1. Riferimenti legislativi
2. Collocazione del piano stralcio nel quadro generale della
pianificazione di bacino
1. Contenuti:
- articolazione;
- Obiettivi;
- Strumenti;
- Controllo attuazione
2. Sistema delle conoscenze
- caratteristiche del territorio
4. Sistema delle conoscenze
- caratteristiche del territorio
- problematiche e criticità
- criteri e linee di intervento
- priorità e programmi
- fonti di informazione
5. Le caratteristiche del territorio
- ambito di applicazione
- idrografia
- aspetti geologici, climatici, etc.
- caratteristiche idrologia di piena
- analisi eventi di piena
- elaborazioni sull’idrologia di piena e assetto idraulico
- paesaggio
- caratteristiche socio-economiche
Alcune questioni
definitorie….
6. Le criticità:
- limitazioni d’uso
- dissesto versanti e reti idrografiche
- livello di protezione esistente
- monitoraggio, previsione e controllo
- atlante rischi
- analisi pericolosità: dissesto
- inventario dei centri montani esposti a valanghe, fenomeni
torrentizi, frane
7. Gli interventi:
- monitoraggio e previsione delle piene
- fasce fluviali
- interventi urbanistici e indirizzi alla pianificazione
- incentivi alla rilocalizzazione
- interventi strutturali
- adeguamento infrastrutture viarie e di attraversamento
8. Gli strumenti:
- normativa
- piano finanziario
9. Controllo dell’attuazione
Il modello statunitense di trattamento del rischio alluvionale.
La piena del 1993 e l’apparato normativo vigente.
La piena del 1993 nel Bacino superiore del Mississippi
Cause dirette:
•
Stato di imbibizionedei terreni
tale da non consentire il
drenaggio delle acque
eccezionale durata piogge
più che intensità (20 giorni
di pioggia in luglio contro
gli usuali 6-8)
La piena del 1993 nel Bacino superiore del Mississippi
Cause sistemiche
•
Monocultura
•
urbanizzazione
La piena del 1993 nel Bacino superiore del Mississippi
La piena del 1993 nel Bacino superiore del Mississippi: gli studi
Science fpr floodplain mangement into the
21st century

1. Introduzione
2. I dati, la dimensione spaziale dei dati
3. Il sistema naturale:
* Idrologia
* Aspetti geografici
* Geomorfologia della pianura alluvionale
* Ecologica della pianura alluvionale
La piena del 1993 nel Bacino superiore del Mississippi: gli studi
4. Il sistema “ingegneristico”
* La gestione dei suoli a monte
* Gli argini
* Analisi dei dati economici
5. Conclusioni
* Modello concettuale del bacino fluviale
* Strategia (dalla mappatura al coordinamento
scientifico
Aspetti
conoscitivi
semplici ma
importanti
Confronto tra lo studio americano e il PSFF
PIANO PSFF
STUDIO USA
Documentazione molto voluminosa che tenta di mettere insieme
tutto
Documentazione molto sintetica che
tiene distinte direttive strategiche
e interventi specifici
Si segue sì un approccio sistemico
ma si guarda soprattutto dentro a
ciascun sistema
L'approccio sistemico spinge a guardare alle relazioni tra sistemi
Non è un piano facilmente comuni- Cerca di assumere una forma comucabile perché mette insieme elemen- nicativa delle linee strategiche di inti molto tecnici e linee strategiche
tervento.
Deve ogni volta ridefinire la metodologia di riferimento che spesso
è la somma di diverse metodologie
Imposta con rigore innanzitutto una
metodologia molto precisa
Confronto tra lo studio americano e il PSFF
PIANO PSFF
STUDIO USA
Considera il piano di bacino come
un contenitore di tutto e incontra
quindi problemi di interazione con
la pianificazione locale
Si preoccupa del coordinamento dei
vari enti e delle agenzie con competenza di piano nelle aree di interesse
"shared responsibility"
Tiene conto dello stato della pianificazione esistente
Non tiene conto della pianificazione
già in vigore
Arriva a definire una normativa
tecnica
Si limita a proporre delle raccomandazioni
Il modello statunitense di trattamento del rischio alluvionale.
L’apparato legislativo e normativo vigente
Nel 1969 viene introdotto il National Flood Insurance Program,
NFIP, gestito da FEMA, Federal Emergency Management Agency
Rivisto il 23 Settembre 1994
La gestione delle alluvioni negli USA: il caso di Tulsa, OK
La gestione delle alluvioni negli USA
La gestione delle alluvioni negli USA
Il programma NFIP:
-volontario;
-basato sul principio della
sussidiarietà, anche se il
controllo è di un organo
federale (Fema);
-- il riassicuratore ultimo è il
governo federale;
- il privato non può
assicurarsi se la contea/città
di appartenenza non è a sua
volta assicurato;
Il programma NFIP:
-L’ente territoriale può
assicurarsi solo se accetta
limitazioni sull’uso del suolo
Connessione assicurazioneprevenzione
La gestione delle alluvioni
negli USA: il programma
NFIP
La mappatura del rischio
alluvionale: dalla lunga fase
transitoria al dettaglio via per
via
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