Religione, cultura, istruzione e scienza Sociologia Prof. Vincenzo Romania La religione è una credenza, o un insieme di credenze, relativa all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e sovrannaturale. In forme elementari o complesse, è un fenomeno pressoché universale nelle società umane Giudizio sulla realtà (su una qualsiasi realtà) che si fonda su un atto di fede Le credenze religiose postulano l’esistenza di una sfera della realtà trascendente rispetto alla sfera della realtà percepibile 2 E’ stato Durkheim a evidenziare che una caratteristica comune a tutte le religioni è l’opposizione tra il sacro e il profano: le varie forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con cui tale opposizione si articola. Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo rispetto. Possiede qualità straordinarie, soprannaturali e spesso pericolose e generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un certo rituale. Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo comune e non di quello soprannaturale e che in quanto tale abbia il potere di indebolire, di rendere impuro, di corrompere. 3 La religione, nelle sue varie forme, deriva da due esperienze tipiche della condizione umana: - l’esperienza del limite - l’esperienza del caso 4 esperienza del limite Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine, un limite. esperienza del caso L’uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre spiegazioni rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva. 5 Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni: 1. la natura delle credenze 2. la promessa e il premio riservato ai fedeli 3. il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza 6 1. La natura delle credenze Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta, l’antenato comune che ha dato origine al clan Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che intervengono attivamente, influenzandone il comportamento Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello divino, ci sono analogie e corrispondenze Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di tutte le cose Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza della divinità Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia universale ultraterrena 7 2. La promessa e il premio riservato ai fedeli Religioni, come nell’induismo, che promettono il raggiungimento di uno stato di beatitudine e di pienezza durante la vita Religioni della redenzione che promettono il riscatto e la redenzione dalle pene terrene soltanto nell’aldilà 8 3. Metodica del comportamento Religioni che prescrivono pratiche mistiche e contemplative di distacco dal mondo Religioni che prescrivono una condotta ascetica di vita extramondana: l’uomo si fa contenitore della volontà di Dio Religioni che prescrivono una condotta ascetica e operosa nel mondo stesso: l’uomo si fa strumento della volontà di Dio 9 Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee per diventare socialmente operanti hanno bisogno di uomini che agiscono nell’ambito di gruppi più o meno organizzati, più o meno istituzionalizzati. Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono: - i movimenti religiosi - le chiese - gli ordini monastici - le sette - le denominazioni 10 I MOVIMENTI RELIGIOSI Il movimento religioso è la forma più fluida di organizzazione religiosa e compare quando maturano le condizioni per una rottura delle credenze religiose tradizionali. All’origine del movimento vi è una profezia e un profeta, che rivela agli uomini la parola e la volontà di dio. I membri di un movimento religioso passano attraverso l’esperienza della conversione. 11 LE CHIESE Il movimento si trasforma in chiesa attraverso un processo di istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose. Le credenze vanno sistematizzate in un corpo organico di dottrina e codificate in un testo scritto. Le pratiche religiose assumono un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale presiede un corpo di specialisti organizzato gerarchicamente. 12 GLI ORDINI MONASTICI Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa; a essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale di perfezione di vita religiosa. 13 LA SETTA La setta è una comunità religiosa tendenzialmente chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami assai forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto sociale formato da appartenenti ad altre religioni o confessioni. 14 LE DENOMINAZIONI Anche le sette passano attraverso un processo di istituzionalizzazione e si trasformano in denominazioni. Mentre però le chiese tendono a essere le organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di singole società, le denominazioni rispecchiano una situazione di pluralismo religioso. 15 La religione è parte della società, ne riflette le caratteristiche, viene influenzata dalle sue dinamiche e, a sua volta, le influenza. 16 Tre processi di mutamento della religione nella società contemporanea Secolarizzazione Privatizzazione Pluralizzazione delle fedi e delle denominazioni; Prodotto: ibridazione, inclusione, conversioni La secolarizzazione è il processo attraverso il quale la religione declina e perde la sua influenza nelle diverse sfere della vita sociale. Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica, che in passato ne erano fortemente influenzati, vengono oggi a emanciparsi dalla sua influenza. La scienza ha senza dubbio svolto un ruolo decisivo in questo processo, nel sedimentare credenze e convinzioni fondate sulla ragione e sul metodo sperimentale. 18 Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologiche della religione: - interpretazione evoluzionista - interpretazione marxista - interpretazione funzionalistica - religione come fattore di mutamento - concezione fenomenologica della religione 19 Interpretazione evoluzionistica Secondo Comte e Spencer, la religione è espressione di uno stadio primitivo del processo evolutivo delle società umane. Nella modernità, invece, essa occupa uno spazio sempre più marginale ed è sostanzialmente destinata a essere sostituita dalla scienza, come criterio fondamentale di orientamento delle azioni e delle società umane. 20 Interpretazione marxista Per il materialismo dialettico di Marx, la storia è storia di lotta di classe e la religione ostacola il processo, mediante il quale gli oppressi prendono coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali sono vittime. Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e come uno strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra le classi. In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della classe dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre una giustificazione alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale. 21 Interpretazione funzionalistica La religione svolge la fondamentale funzione di integrazione sociale. La società va pensata come un’unità, in cui le varie parti sono tenute insieme da una credenza comune. Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale, cerimonia, diventa l’occasione per ribadire e rafforzare l’identità collettiva e il sentimento di appartenenza. Se nelle società moderne la religione sembra in declino, è perché altre forme hanno preso il suo posto e svolgono la sua funzione. 22 Religione come fattore di mutamento Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano conservatrici e sostengano lo status quo. In realtà è innegabile che la religione sia stata anche un potente fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della tradizione. Come dimostra Weber, le idee religiose sono state storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali. 23 Interpretazione fenomenologica Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa pone quindi l’accento sulla relazione tra il soggetto credente e l’oggetto di venerazione, che si colloca su un piano trascendente rispetto alla realtà terrena. Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienza religiosa:il sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero, l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro. 24 Cos’è la religione? Funzionalismo: la religione è fattore di integrazione sociale (Parsons) Prospettiva del conflitto: Le religiose e religioni sono il prodotto di lotte: inter-religiose (guerre, competizione), intra(eretici) che vedono vinti vincitori (Weber) Potere simbolico: Chi ha diritto di dire la verità? Le religioni esprimono la lotta per le definizioni legittime. (Bourdieu) Riduzionismo (XIX e XX s.): “la religione è qualcos’altro” Marx (1818 – 1883): la religione è: ideologia, sovrastruttura, falsa oppressione di classe coscienza, Durkheim (1858 – 1917): la religione fornisce legame rituale; simbolizza la società; scienza e culti sostitutivi nella modernità Freud (1856 – 1939): bisogno stadio (nevrosi la religione esprime dipendenza dal fato, di consolazione; è uno infantile dell’umanità collettiva) Fenomenologia: La religione è … “Potere misterioso che si crede risieda in certi oggetti dell’esperienza” (città, fiume, edificio, persona, parola, libro, periodo, roccia …) (…) L’opposizione Sacro / Profano sta alla base della dialettica sociale e della conoscenza” (Durkheim) totem “L’iniziativa umana grazie alla quale è costituito un ordine sacro” “Il Sacro si contrappone al Caos: la religione è lo sforzo di un dare senso umano all’Universo” (Berger) Cosmologia cinese: Yin-Yang “Dare senso all’universo” (Berger) (bisogni primari soddisfati dalla religione) ORDINE Terrore infantile rassicurazione materna ordine trascendente GIOCO Sospensione delle regole ordinarie tempo festivo ordine eterno, a-temporale SPERANZA Rifiuto umano della morte speranza vita eterna GIUDIZIO - DANNAZIONE Ingiustizie inspiegabili giustizia superiore (teodicea) Cosmologia tolemaica Michelangelo, giudizio Universale (part.) La lotta per il controllo della verità (P. Bourdieu) Campo culturale: cultura delle elite scuola riproduzione della Campo scientifico: lotta per la “verità” mediante procedure Campo artistico: mercato dei beni artistici. Accademia e Campo religioso: qual è la vera religione? Chi ha diritto di dire la cultura legittima riproduzione delle gerarchie sociali riproduzione della società “empiriche” lotta di individui e gruppi per denaro e prestigio produzione della “verità scientifica” = ciò che le accademie scientifiche ritengono tale. avanguardie lotte per imporre il proprio gusto come “legittimo” verità soprannaturale? Due modelli in Occidente Europa (monopolio) e Stati Uniti (mercato) Religione e secolarizzazione La secolarizzazione è: “Il processo per il quale il B. R. Wilson, 1926-2004 pensiero, la pratica e le istituzioni della religione perdono significato sociale” (Wilson) “Il processo che sottrae parti intere della cultura all’influenza delle istituzioni o dei simboli religiosi” (Berger) P. L. Berger (1929 - ) La secolarizzazione: emancipazione della società dalla religione L’economia: superamento dei divieti religiosi (usura) economia politica La politica: rivoluzioni del XVIII s., volontà di Dio volontà del popolo (democrazia) La scienza. Galileo; Darwin; il DNA Le scienze umane. Relativismo socioantropologico; Psicologia. Dall’anima alla psiche; dal peccato alla nevrosi Le economie religiose: Domanda: esprime il bisogno di religione. – – Significati soprannaturali Esperienze personali e comunitarie Offerta: di beni e servizi religiosi da parte di apposite agenzie – – – “Chiese”: accoglienti, elastiche, tolleranti “Sette”: esclusive, esigenti, controllanti “Culti”: offerte varie, non esclusive, (agenzie Il mercato religioso italiano Il monopolio cattolico • Cattolicesimo, parte dell’identità nazionale • Differenziazione interna (possibilità di scelta) • Scarsa propensione a cambiare religione (la conversione avrebbe un alto costo) • Alta propensione al bricolage religioso (“Rimango cattolico ma decido io …”) La domanda religiosa 1. il sentimento di appartenenza Come ti consideri? (Valori percentuali) Cattolico 67 Credente ma non cattolico 18 Ateo o indifferente alla religione 12 Aderisce ad altre religioni 03 Totale risposte 100 La domanda religiosa 2. le credenze Credenze cattoliche Percentuali di adesione Dio è onnipotente e creatore 68 L’anima è giudicata in base al comportamento 56 Apparizioni della Madonna o altri santi 63 Guarigioni miracolose 68 Credenze “alternative” (New Age) Fede, interesse per la reincarnazione 25 Vede il sacro nel cosmo, natura, se stesso 26 Due o più verità esoteriche 51 Credenze ateistiche L’anima immortale non esiste 15 Dio è un'invenzione; non mi pongo il problema 09 Gesù non è l’unigenito figlio di Dio 27 La domanda religiosa 3. le pratiche Pratiche cattoliche % di chi pratica Messa ogni settimana 43 Partecipa . ad associazioni cattoliche 28 Pratiche “alternative” Consulta: astrologi, maghi, ecc 14 Legge l'oroscopo 65 Segue trasmissioni di magia 20 Segue trasmissioni di astrologia 22 La domanda religiosa 4. le esperienze Esperienza Confessione almeno mensile Confessione almeno episodica Preghiera a Dio ogni settimana Preghiera a Dio almeno episodica Prega la Madonna, almeno raramente Prega le anime dei morti Si è sentito colpito dal malocchio % 38 66 60 84 75 61 21 Diffusione di immagini non “ortodosse” di Dio: Diffusione di immagini non “ortodosse” dell’anima Grafico 3: credenze sui destini ultimi dell’anima (le sezioni bianche indicano posizioni sincretiste a cavallo delle due posizioni limitrofe) 23% 12% giudizio sincretismo 9% reincarnazione sincretismo 9% 47% non credenzaagnosticismo Interesse per l’esoterismo Grafico 4: interesse per l’esoterismo pratica= una o più e s pe rie nze ne ll'ulti mo anno pratica credenza curiosità 0 10 20 30 40 50 60 Credenza: in due o più verità esoteriche Curiosità: crede o ritiene probabili 2 o più verità esoteriche Pratica: una o più esperienze nell’ultimo anno (client cult) Profili religiosi Grafico 5: tendenza ad accogliere tre, due, una o nessuna “verità alternativa” nei diversi profili religiosi. 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% intero cam pione (n. 1377) tre verità new age cattolici (n.603) cattolici irregolari (n.390) due verità new age credenti non cattolici (n.270) non religiosi (n.114) una o nessuna verità new age Come interpretare il bricolage religioso? • Individualismo narcisista • Opportunismo disimpegnato • Disinteresse per la religione • • • • Ripristino di significati trascendenti Re-incanto del mondo “razionalizzato” Adattamento della religione ai vissuti personali Appropriazione di potere (teologia selvaggia) in una condizione di atavico monopolio religioso CULTURA E SOCIETÀ La cultura è l’insieme dei modi di vita dei membri di una società o di gruppi all’interno della società. Essa include, ad esempio, l’abbigliamento, le consuetudini matrimoniali, la vita familiare, le forme di produzione, le convinzioni religiose, l’uso del tempo libero. La società è un insieme di individui legati da relazioni strutturate sulla base di una cultura comune. Tra cultura e società esistono forti interrelazioni, l’esistenza dell’una è strettamente correlata all’esistenza dell’altra. La cultura non si riferisce a caratteri ereditati, ma appresi nel corso del processo di socializzazione. I caratteri culturali, condivisi dai membri di una società, sono alla base della cooperazione e della comunicazione. Una cultura comprende: - aspetti materiali: artefatti prodotti da una società; - aspetti immateriali: linguaggio, valori e norme. I valori sono le idee che definiscono ciò che è considerato importante, degno e desiderabili in una cultura, e che guidano gli essere umani nella loro interazione con l’ambiente sociale. Le norme sono regole di comportamento che riflettono o incarnano i valori di una cultura. Valori e norme variano: - nel tempo; - nello spazio. Le società possono essere distinte in: monoculturali (culturalmente omogenee) multiculturali (culturalmente composite) All’interno di una società è possibile individuare diverse: - subculture: segmenti di popolazione appartenenti a una società più ampia e distinguibili sulla base di parametri culturali (es. hacker, naturisti, hippy ecc.). - controculture: gruppi che, respingendo i valori e le norme prevalenti in una data società, elaborano e diffondono valori alternativi a quelli della cultura dominante. Ogni società, o gruppo sociale, sviluppa una propria cultura. Nella tendenza tipica che abbiamo a confondere una cultura con una nazione, tendiamo a sottovalutare l’importanza dei processi di globalizzazione e “glocalizzazione”. Un altro rischio è quello di ritenere gli individui come dei “cultural dopes”. In sociologia è importante il relativismo culturale: lo studio di una cultura sulla base di significati e di valori che le sono propri. Ma il relativismo culturale presenta anche un’insidia: tende a considerare ugualmente legittimi tutti i costumi e i comportamenti. La socializzazione è il processo attraverso cui il bambino, o un qualunque nuovo membro (es. immigrato), apprende valori, norme e stili di vita della società di cui entra a far parte. Alcune caratteristiche della socializzazione: è un processo attraverso cui il bambino inerme diventa gradualmente una persona consapevole di se stessa; - non è una sorta di “programmazione culturale”; - collega l’una all’altra le diverse generazioni; - è un processo che dura quanto la vita stessa. - I sociologici distinguono fra: socializzazione primaria avviene durante l’infanzia ed è il periodo di più intenso apprendimento culturale socializzazione secondaria comincia dopo l’infanzia per continuare fino alla maturità e oltre I principali agenti della socializzazione sono: - la famiglia; - la scuola; - il gruppo dei pari; - le organizzazioni; - i media; - il lavoro. La socializzazione va considerata come un processo adattivo, in cui l’individuo ha un ruolo attivo e dialettico con gli altri con cui interagisce • Piaget sottolinea che la formazione del giudizio morale nel bambino non dipende solo da una logica interna di sviluppo, ma dal carattere del sistema di interazione sociale in cui è inserito, in particolare quando il bambino entra a far parte di gruppi di coetanei • per Mead durante la socializzazione il bambino acquisisce la propria identità assumendo i ruoli e gli atteggiamenti delle persone per lui importanti, attraverso il linguaggio, ossia attraverso la comunicazione di simboli significativi Attraverso il processo di socializzazione gli individui imparano a conoscere i ruoli sociali. Un ruolo sociale è l’insieme dei comportamenti socialmente definiti che ci aspettiamo da chi ricopre un determinato status o posizione sociale. Lo status può essere: ascritto: assegnato sulla base di fattori biologici; - acquisito: ottenuto attraverso una prestazione. - In ogni società ci sono master status, cioè status che hanno priorità su tutti gli altri e determinano la posizione sociale complessiva di una persona. In sociologia l’identità può essere: sociale Si riferisce alle caratteristiche attribuite dagli altri a un individuo ed è plurima e cumulativa. individuale Si riferisce al processo di sviluppo personale attraverso il quale elaboriamo il senso della nostra unicità. Oggi noi creiamo e ricreiamo continuamente la nostra identità, perché i modelli tradizionali sono diventati meno importanti e abbiamo sempre più possibilità di prendere autonomamente delle decisioni. Ogni società è influenzata dal livello di “cultura materiale” che le è propria. Per comprendere ciò, può essere utile analizzare le forme di società succedutesi fino all’affermazione dell’industrialismo moderno: - società società società società di cacciatori-raccoglitori; pastorali e agricole; tradizionali; industrializzate. Il colonialismo è un fenomeno sviluppatosi fra il XVII e il XX secolo => creazione di colonie da parte dei paesi occidentali in molte aree precedentemente occupate da società tradizionali ricorrendo, se necessario, alla superiore potenza militare. Il colonialismo rimodellò la mappa sociale e culturale del globo. Gli studiosi hanno suddiviso il globo in: - Primo mondo; - Secondo mondo; - Terzo mondo. Le società del Primo mondo (Europa, Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Giappone) sono quelle industrializzate e sono caratterizzate da: - economie di mercato; - sistemi politici multipartitici. Le società del Secondo mondo (Urss ed Europa orientale) sono scomparse con la fine della guerra fredda ed erano caratterizzate da: - economie pianificate; - ruolo limitato della proprietà privata e della competizione; - sistemi politici a partito unico. Le società del Terzo mondo sono quelle dei paesi in via di sviluppo e molte di queste aree hanno subìto il dominio coloniale (Asia, Africa, Sud America). Questi paesi sono caratterizzati da: - stati nazionali; - concentrazione della popolazione in aree rurali; - recente avvio dello sviluppo urbano; - prodotti agricoli destinati soprattutto al mercato mondiale e non al consumo locale; - generale arretratezza rispetto ai paesi industrializzati. Negli ultimi 30 anni, alcuni paesi del Terzo mondo hanno intrapreso un processo di crescita economica sensazionale e perciò sono detti paesi di nuova industrializzazione (Singapore, Taiwan, Hong Kong, Messico, Brasile ecc.). In una prima fase questi processi hanno interessato paesi di piccole dimensioni, più di recente anche grandi paesi asiatici come la Cina, l’India, l’Indonesia. Lo sviluppo dei paesi di nuova industrializzazione sta alterando la tradizionale distinzione fra “Nord” e “Sud”, fra Primo e Terzo mondo. I processi di globalizzazione stanno producendo una redistribuzione molto complessa della ricchezza, del potere e della conoscenza. Due paradigmi dell’idea di cultura a confronto Paradigma antropologico: - cultura come totalità sociale - omogeneità culturale - tradizione/stabilità - condizionamento Paradigma sociologico: - distinzione società/cultura - differenziazione culturale - innovazione/cambiamento - interazione La genesi sociale dell’idea di cultura La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale e non ha sempre equivalenti nelle altre civiltà e società. Nella ricostruzione della sua genesi sociale, si possono distinguere due concezioni fondamentalmente diverse: • umanistica o classica, presenta la cultura come un ideale di formazione individuale, un’attività che consente di “coltivare” l’animo umano (dal verbo latino colere); • antropologica o moderna, presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi e delle abitudini delle diverse popolazioni del mondo, non concernendo quindi soltanto l’individuo, ma anche le collettività in cui è inserito. 64 La genesi sociale dell’idea di cultura Alla concezione umanistica corrisponde una distinzione fra ‘cultura alta’ e ‘cultura popolare’ che è propria del senso comune e che si esprime nel concetto di cultura come erudizione (caso dell’arte moderna, della pop art, 65 L’idea di cultura in antropologia (tre componenti) • Complessi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più o meno formalizzati • Costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni ordinarie della vita quotidiana • Artefatti delle attività umane, dalle opere d’arte vere e proprie agli oggetti di uso quotidiano e tutto quanto fa riferimento alla cultura materiale, al sapere necessario per vivere Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione descrittiva dell’antropologia sono principalmente tre: • la cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione biologica dell’esistenza umana • la cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale e fisico che è opera dell’uomo • la cultura è condivisa all’interno di un gruppo o di una società. Essa è distribuita in maniera omogenea all’interno di tali gruppi o società. La cultura è al centro degli interessi teorici e empirici della sociologia classica Gli autori legati alla Scuola di Chicago: - sono interessati alla vita culturale nelle città americane - studiano i nuovi processi di integrazione, di comunicazione e mobilità sociale delle realtà urbane - subiscono molto l’influenza dell’antropologia culturale William Thomas studia gli immigrati nelle città statunitensi e ritiene che: - le differenze di integrazione siano legate alla cultura - la cultura abbia un carattere interattivo e processuale I coniugi Lynd analizzano la vita nelle middletowns e: - spostano l’attenzione su realtà urbane diverse dalle metropoli - utilizzano metodi etnografici, come l’osservazione del partecipante - evidenziano la distruzione delle comunità e dei vicinati tradizionali - scoprono la resistenza al cambiamento nelle piccole città George Herbert Mead: - sviluppa una teoria della socialità della mente - ritiene che il “sé” si formi nella relazione con gli altri - attribuisce molta importanza al linguaggio La cultura secondo la Scuola sociologica francese di Durkheim • Émile Durkheim, ponendosi il problema del perché la società stia insieme, ritiene che ogni società si stabilisce e permane solo se si costituisce come comunità simbolica • Nel suo studio, e in quello dei suoi allievi, hanno una grande importanza le rappresentazioni collettive, cioè insiemi di norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli individui come obbligatorie. Esse vengono considerate da Durkheim vere e proprie istituzioni sociali • Esse costituiscono il cemento della società, consentono la comunicazione tra i suoi membri e mutano con il cambiamento sociale La cultura nella tradizione sociologica tedesca Max Weber e Georg Simmel ritengono che: • la comprensione e la spiegazione non sono metodi antitetici nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali, bensì complementari • il ruolo delle idee come motore degli eventi umani è tanto importante quanto quello delle condizioni materiali di vita delle varie classi sociali • credenze e valori sono concezioni del mondo che si costituiscono all’interno di contesti di interazione sociale, nella relazione con gli altri, assumendo in tal modo un carattere intersoggettivo Alfred Weber ritiene che: - vi sia una netta separazione tra il mondo della scienza e quello della cultura - i prodotti della cultura non sono classificabili od ordinabili Karl Mannheim e Max Scheler: - elaborano i fondamenti della sociologia della conoscenza - ricercano le relazioni tra esistenza sociale e pensiero - mentre per Scheler i fattori sociali favoriscono solo la comparsa, in un dato periodo storico, di certe configurazioni di valori piuttosto che altre, per Mannheim essi condizionano anche il loro contenuto Dopo anni di scarso interesse da parte dei sociologi, Talcott Parsons riprende il tema della cultura e la considera come uno dei sottosistemi del suo sistema generale dell’azione L’organismo biologico (Adattamento) La personalità (Conseguimento) La cultura (Latenza) Il sistema sociale (Integrazione) Si possono distinguere quattro dimensioni principali della cultura: coerenza/incoerenza. Le proposizioni culturali costituiscono un insieme in cui sono individuabili dei principi ordinatori e non un agglomerato di elementi tra loro sconnessi. Il grado interno di coerenza è tuttavia variabile pubblico/privato. La cultura è pubblica, nel senso che le proposizioni da cui è costituita sono codificate entro simboli e linguaggi collettivi all’interno di gruppi sociali e accessibili da tutti oggettività/soggettività. La cultura è un fatto oggettivo, nel senso che va al di là degli individui per occupare uno spazio e una rilevanza sociale autonoma. Esiste anche un lato soggettivo della cultura, costituito dalle interpretazioni che di questa danno gli individui esplicito/implicito. La cultura può essere manifesta, tematizzata esplicitamente, più o meno elaborata teoricamente, o può essere tacita, non tematizzata, che gli individui condividono senza saperla necessariamente giustificare Oltre a queste dimensioni analitiche, si distinguono quattro componenti della cultura: valori, norme, concetti e simboli Il pluralismo culturale nelle società contemporanee L’elevata complessità sociale delle società contemporanee è legata anche al fatto che in esse si afferma il pluralismo culturale, inteso come: • coesistenza di diversi sistemi simbolici, solo scarsamente correlati tra loro • l’individuo, posto di fronte alla pluralità delle opzioni, tende ad assumere un atteggiamento riflessivo, ad affidarsi, più che alla tradizione o ad altre fonti di autorità, all’esperienza personale. Ciò genera senso di libertà, ma anche incertezza 76 Educazione e istruzione 77 L’educazione è la trasmissione del patrimonio di idee, di valori, di conoscenze di una società, di un paese alle nuove generazioni: con quali modalità tale trasmissione avviene all’interno dei sistemi scolastici? 78 Durkheim “L’educazione è l’azione esercitata dalle generazioni adulte su quelle che non sono ancora mature per la vita sociale. Essa ha lo scopo di suscitare nel bambino un certo numero di stati fisici e morali che richiedono da lui sia la società politica nel suo insieme che il settore particolare al quale egli è specificamente destinato (Durkheim, Sociologia dell’educazione, pp. 57-58). L’educazione è un processo differenziato “se ogni casta, ogni famiglia ha i propri dei particolari, ci sono però delle divinità che sono riconosciute da tutti e che tutti i bambini imparano ad adorare. E siccome queste divinità incarnano e personificano certi sentimenti, certe maniere di concepire il mondo e la vita, non si può essere iniziati al loro culto senza contrarre, contemporaneamente, tutti i tipi di abitudini mentali che vanno al di là della sfera di vita propriamente religiosa” (ib., 57-58). Nella trasmissione del patrimonio culturale si possono distinguere tre elementi: la cultura materiale i modi di agire standardizzati le conoscenze e i valori, che possono essere trasmessi attraverso le parole per via orale o scritta 81 Per la maggior parte del tempo della storia umana la trasmissione culturale è avvenuta oralmente La diffusione della scrittura segna il passaggio dalla cultura orale a quella scritta Tra il 650 e il 550 a.C. in Grecia viene creato il primo sistema completo di scrittura alfabetica Fra l’introduzione della scrittura e la sua diffusione generale è trascorso più di un millennio 82 Il passaggio dalla cultura orale a quella scritta ha avuto molteplici implicazioni: primato dell’occhio sull’orecchio - rafforzamento della sfera privata, dell’introspezione, del distacco - sviluppo del pensiero logico-empirico e della scienza - mutamento nell’atteggiamento verso il passato - sviluppo della burocrazia - nascita e sviluppo della scuola - 83 Le principali teorie riguardo all’educazione sono tre: funzionalista marxista weberiana 84 TEORIA FUNZIONALISTA La richiesta di istruzione è una conseguenza della modernizzazione ed è caratterizzata dalla crescente differenziazione istituzionale e dal conseguente aumento del numero di ruoli specializzati Cresce il livello di qualificazione richiesto Tale qualificazione è fornita dalle istituzioni scolastiche = Il periodo di formazione cresce in maniera proporzionale al livello di qualificazione richiesto 85 TEORIA MARXISTA Per i teorici marxisti e neomarxisti i sistemi scolastici hanno la funzione di riprodurre le disuguaglianze esistenti tra le classi. Secondo Louis Althusser, nella società capitalistica la riproduzione dei rapporti di produzione viene assicurata dall’esercizio del potere di stato negli apparati di stato: repressivi sfera pubblica / ideologici sfera privata. Nelle società contemporanee la scuola è diventata l’apparato ideologico più importante. Secondo gli economisti Samuel Bowles e Herber Gintis, il sistema scolastico serve a perpetuare e a riprodurre il sistema capitalistico. 86 La teoria di Althusser Apparati repressivi: governo, amministrazione, esercito, polizia, tribunali; L’ideologia una volta riprodotta principalmente dalla Chiesa oggi è trasmessa quasi esclusivamente dalla scuola. Il sistema di divisione fra presidi, insegnanti, alunni è lo stesso sistema gerarchico che vige in fabbrica. Gli studenti, al pari dei lavoratori, non controllano il proprio curriculum. Il lavoro come l’istruzione sono attività strumentali non svolte per godimento ma per ottenere premi ed evitare sanzioni. TEORIA WEBERIANA Per Weber i sistemi di istruzione vanno analizzati in base ai tipi di potere. A ogni tipo di potere corrisponde un ideale educativo: potere carismatico ideale dell’iniziato potere tradizionale ideale dell’uomo colto potere legale-razionale ideale dello specialista Lo sviluppo dell’istruzione è dovuto alle azioni dei diversi ceti sociali per mantenere e migliorare la propria nel sistema di stratificazione, dando così vita al fenomeno del ‘credenzialismo’ 88 TEORIA WEBERIANA “Ciò che fu la oprova degli antenati come presupposto della discendenza [..] è oggi il titolo di studio. La configurazione dei titoli di studio […] serve alla formaizone di un ceto privilegiato negli uffici e nelle amministrazioni contabili. Il suo possesso sorregge la pretesa […] soprattutto alla monopolizzazione delle posizioni di vantaggio sociale ed economico a favore degli aspiranti muniti di titolo di studio. Quando sentiremo esigere ad alta voce l’introduzione del procedimento disciplinato di formazione e delle prove di qualificazione in tutti i campi, ciò non costituirà naturalmente un’<<ansia di cultura>> [..] ma il tentativo di limtiare le assunzioni alle cariche e di monopolizzarle a favore dei possessori del titolo di studio. L’ <<esame>> è oggi il mezzo universale di questa monopolizzazione” (Economia e Società, 1922, 311-312). Soprattutto tre fattori hanno influito sull’andamento dell’istruzione: la religione l’idea che hanno avuto nel corso del tempo i gruppi dominanti dell’istruzione per le masse lo sviluppo dello stato nazionale 90 Sintesi storica dell’istruzione e delle sue finalità/1 •Metà del XIX sec.: nell’epoca della scuola comune, la finalità era l’uguaglianza democratica •Fine XIX sec. e inizio del XX sec.: si affermano efficienza e mobilità sociale Sintesi storica dell’istruzione e delle sue finalità/2 •Anni Sessanta e Settanta del Novecento: si comincia a passare da mobilità sociale a uguaglianza democratica •Anni Ottanta e Novanta: le finalità passano all’efficienza sociale, come il mantenimento o l’accrescimento degli standard educativi Sintesi storica dell’istruzione e delle sue finalità/3 •Fine XX sec. e inizio XXI sec.: l’istruzione viene considerata in misura crescente un bene di consumo, finalizzato all’ottenimento di crediti e credenziali LA RELIGIONE All’inizio del XX secolo si registrano profonde differenze nel livello di diffusione dell’istruzione fra le regioni europee, soprattutto tra paesi a maggioranza protestante e paesi a maggioranza cattolica. In Paesi come la Scozia, fin dal 1560 la chiesa presbiterana ssi batteà per la realizzazione di un sistema scolastico nazionale, mentre ancora nel XIX secolo la Chiesa cattolica reagiva negativamente alla diffusione dell’istruzione pubblica. In Svezia l’alfabetizzazione di massa si realizza già nell’800, in Italia non prima degli anni ’60 del 900. 95 CONCEZIONI DEI GRUPPI DOMINANTI I gruppi dominanti nel corso dei secoli si sono interrogati se l’istruzione delle masse fosse funzionale o disfunzionale al mantenimento dell’ordine. Sia i fautori che i contrari alla creazione di un sistema di istruzione avevano come obiettivo il controllo della popolazione appartenente allo stato nazionale. 96 LO SVILUPPO DELLO STATO NAZIONALE Il diritto all’istruzione di massa non è nato in risposta alle necessità del processo di industrializzazione, ma allo sviluppo degli stati nazionali e al riconoscimento dei diritti di cittadinanza Gli stati nazionali si basarono su alcune idee di fondo, che favorirono la nascita dei sistemi scolastici: l’attore principale della società e dello stato è l’individuo lo sviluppo nazionale presuppone lo sviluppo individuale il futuro è portatore di progresso l’infanzia è il momento in cui plasmare i bravi cittadini Su queste basi dall’Unità di Italia in poi nacque la prima scuola pubblica obbligatoria, malgrado di fatto la classe popolare non vi abbia avuto a lungo accesso. 97 Ci sono tre dimensioni che descrivono le differenze tra i paesi occidentali riguardo all’istruzione: - il grado di diffusione dell’istruzione nella popolazione il curriculum della scuola elementare la struttura interna dei sistemi scolastici 98 Diffusione dell’istruzione tra la popolazione: tendenzialmente per la scuola elementare e media inferiore le differenze sono scomparse e permangono invece nella diffusione dell’istruzione secondaria superiore. Curriculum della scuola elementare Tende verso l’omogeneizzazione e standardizzazione in tutti i paesi considerati. Struttura interna dei sistemi scolastici Ci sono due tipi diversi di sistema scolastico: a selezione tardiva a selezione precoce Il primo, competitivo, è tipico del sistema statunitense; il secondo, cooptativo, di quello europeo. Secondo Turner, entambi perseguono l’obiettivo di garantire la lealtà al sistema da parte delle classi subalterne. 99 Sono fondamentalmente quattro le forme di disuguaglianza scolastica: rendimento scolastico intelligenza o attitudini ambiente di origine ambiente scolastico 100 Classi sociali e successo scolastico Le ricerche empiriche mostrano che fra la classe sociale di appartenenza e il successo scolastico vi è una relazione positiva. Tre teorie spiegano questa relazione: teoria del deficit teoria della differenza teoria del capitale culturale 101 Teoria del deficit I giovani provenienti dalle classi sociali più basse hanno un cattivo rendimento scolastico e interrompono presto gli studi, perché, a differenza di quanto avviene nelle classi medie, la famiglia non fornisce loro né le capacità cognitive e linguistiche né i valori, gli atteggiamenti e le aspirazioni che la scuola richiede Teoria della differenza I fallimenti e i ritardi degli allievi provenienti dalle classi più svantaggiate dipendono dalle istituzioni scolastiche 102 Teoria del capitale sociale Secondo il sociologo francese Pierre Bourdieu, se gli studenti delle classi agiate vanno meglio a scuola è perché godono di privilegi sociali. La famiglia trasmette loro: - capitale culturale - ethos di classe 103 Pierre Bourdieu Riproduzione culturale: modi in cui la scuola, insieme ad altre istituzioni, contribuisce a perpetuare, di generazione in generazione, le disuguaglianze sociali ed economiche. Attenzione ai meccanismi con cui la scuola rafforza le differenze culturali acquisite precocemente nel corso della vita. 104 Basil Bernstein Il retroterra culturale di provenienza determina lo sviluppo di un particolare codice linguistico che influenza il tipo di esperienza scolastica. Ragazzi delle classi inferiori Ragazzi delle classi superiori Codice ristretto Codice elaborato Comunicazione dell’esperienza pratica Generalizzazione e trasmissione di idee astratte 105 Ivan Illich Sviluppo economico moderno individui, un tempo autosufficienti, vengono privati delle proprie capacità tradizionali e costretti ad affidarsi ai medici per la salute, agli insegnanti per l’istruzione, alla televisione per l’intrattenimento e ai datori di lavoro per la sussistenza. Il sistema educativo è la risposta alle esigenze economiche di disciplina e gerarchia. Consumo passivo accettazione acritica dell’ordine sociale esistente attraverso la disciplina e l’irrigimentazione. 106 Ivan Illich Le scuole svolgono quattro compiti: - custodia; - distribuzione degli individui nei ruoli occupazionali; - apprendimento dei valori dominanti; - acquisizione delle capacità e delle conoscenze socialmente approvate. Programma occulto il consumo passivo non viene insegnato a livello cosciente, ma è implicito nell’organizzazione e nelle procedure scolastiche. Per contrastare questi processi occorre la descolarizzazione della società 107 Istruzione e meritocrazia Per la teoria funzionalista la società occidentale è diventata sempre più meritocratica la posizione degli individui nella stratificazione sociale è sempre più determinata dalle competenze acquisite e dalle capacità, e sempre meno dall’origine sociale. Ma le ricerche empiriche sconfesserebbero tale opinione. 108 La vita quotidiana nella classe scolastica Per comprendere ciò che effettivamente avviene in una classe scolastica e quali dinamiche caratterizzano: il rapporto tra insegnanti e allievi i processi di socializzazione e di selezione Numerose ricerche hanno analizzato: 1. il tipo di leadership degli insegnanti (autoritario, democratico, laissezfaire) 2. le strategie adottate da insegnanti e allievi nella definizione della situazione 3. il processo di negoziazione per stabilire e mantenere le regole della convivenza 4. le aspettative degli insegnanti nei confronti degli allievi (la profezia che si autoadempie) 109 Istruzione e immigrazione in Italia/1 Dopo il 2005 i minorenni figli di stranieri sono aumentati di circa 100mila unità all’anno Nel 2006-2007 la quota di stranieri sul totale superava il 7% nella prima classe della scuola primaria e il 6,8% in prima media Istruzione e immigrazione in Italia/2 I nati in Italia da genitori stranieri hanno rendimenti simili ai loro coetanei italiani figli di autoctoni con un basso livello di istruzione Tra i ragazzi venuti in Italia dopo aver compiuto 10 anni la proporzione di ritardo (più del 70%) è cinque volte più alta di quella dei primi (14%) Genere e sistema educativo La scuola tende a riprodurre le differenze di genere: - i testi scolastici perpetuano gli stereotipi di genere; - i programmi scolastici hanno spesso un’impronta maschile; - gli insegnanti in aula dedicano più attenzione ai ragazzi. 113 Negli ultimi anni si sta assistendo a un aumento dell’impreparazione maschile e ad una crescita della percentuale di donne laureate, che in Italia ha superato quella degli uomini. I fattori che spiegano il migliore rendimento scolastico delle ragazze sono: - la crescita dell’autostima e delle aspettative femminili; - la maggiore consapevolezza della discriminazione di genere all’interno del sistema educativo; - la differenza di approccio allo studio fra ragazzi e ragazze (le ragazze sono più motivate e maturano più rapidamente). A questa crescita non corrisponde però un migliore inserimento lavorativo. 114 Scienza e tecnica 115 La scienza è l’attività umana orientata in modo primario e sistematico alla conoscenza, cioè alla descrizione e spiegazione degli eventi, sia singolari sia ricorrenti, del mondo naturale e del mondo umano e sociale. 116 La tecnica è quell’attività umana orientata alla soluzione di problemi pratici, ciò può avvenire sia sulla base di conoscenze empiriche, ricavate cioè direttamente dall’esperienza pratica, sia sulla base di conoscenze scientifiche. Come potete comprendere, la distinzione fra scienza e tecnica è spesso molto labile. Scienza e tenica influenzano profondamente i rapporti sociali, innovando i sistemi di produzione, modificando il mondo del lavoro, i sistemi di comunicazione, le relazioni interpersonali e internazionali, e ogni sfera di agire micro, macro e meso possibile. 117 Modello lineare del rapporto scienzatecnologia-innovazione. Scienza di base Scienza applicata Sviluppo tecnologico Nuovi prodotti e processi “Il fatto che la scienza venga applicata non prova necessariamente che il bisogno abbia significativamente determinato il raggiungimento del risultato. Le funzioni iperboliche furono scoperte due secoli prima che esse avessero alcun significato pratico, e lo studio delle sezioni coniche ebbe un’irregolare storia di due millenni prima che esse fossero applicate nealla scienza e nella tecnologia” (Merton 1949). Lo sviluppo della scienza moderna può essere, convenzionalmente, illustrato in tre fasi: - i secoli XVII e XVIII; - il secolo XIX fino alla metà del XX; - l’ultimo mezzo secolo dalla II guerra mondiale a oggi 119 Ia fase (XVII-XVIII sec.) Osservazione diretta della natura, senza gli occhiali della filosofia Nascita del metodo medievale e del sperimentale Movimento delle accademie dogmatismo della Chiesa Istituzionalizzazione della scienza 120 IIa fase (XIX- metà XX sec.) Le scienze si istituzionalizzano in discipline specialistiche Si sviluppa, in all’interno delle forma parzialmente Università autonoma, il settore Nascono e si diffondono i Politecnici e i grandi laboratori della ricerca di ricerca applicata applicata connesso all’industria Sinergia tra ricerca pura e ricerca applicata e tra Stato, industria e Università, per il finanziamento e l’organizzazione del sistema della ricerca scientifica 121 IIIa fase (dalla IIa guerra mondiale a oggi) Connubio e reciprocità tra Scienza e Tecnologia Ricerca pura e ricerca applicata competono sempre più per l’acquisizione di maggiori risorse Grandi investimenti nella ricerca militare e “ricaduta tecnologica” Nascita e sviluppo del settore high-tech 122 La scienza come oggetto della sociologia La scienza è un’istituzione sociale integrata ad altre istituzioni sociali e gli scienziati non sono i depositari di ‘verità assolute’, ma procedono per tentativi ed errori; le scoperte che fanno e le ‘verità’ che accertano restano sempre provvisorie: in quanto impresa umana, la scienza può legittimamente diventare oggetto di studio della sociologia 123 Parsons le istituzioni scientifiche, e in primo luogo le università, incorporano i valori universalistici della razionalità scientifica, che sono i valori dominanti della società moderna Merton nella società moderna la scienza gode di un elevato grado di autonomia e si sviluppa per effetto di una dinamica essenzialmente endogena, anche se non è mai del tutto “pura” e priva di condizionamenti esogeni 124 Fine istituzionale della scienza l’accrescimento della conoscenza verificata = un processo sostanzialmente cumulativo I metodi per raggiungere questo fine sono: metodo induttivo = l’osservazione ripetuta di regolarità consente la formulazione di “leggi” generali, sulla base delle quali formulare previsioni, che vengono confermate empiricamente. Esempio del tacchino induttivo. metodo deduttivo = consiste nel ricavare, in modo logicamente coerente, proposizioni da determinate premesse (da qui l’importanza della matematica per la scienza). Le scienze sociali sono deduttive o induttive? 125 Cumulatività = ogni ipotesi empiricamente verificata porta il suo contributo, mattone dopo mattone, alla costruzione dell’edificio della conoscenza scientifica Comunità scientifiche = rappresentano la garanzia dell’autonomia della scienza, in quanto formulano e garantiscono l’applicazione di principi normativi specifici al campo scientifico e alle quali i singoli scienziati rispondono della corretta applicazione delle procedure di ricerca 126 Ethos scientifico = l’insieme dei principi normativi che caratterizzano ogni comunità scientifica e ne costituiscono il codice deontologico: • Universalismo (vedi dopo) • comunitarismo • disinteresse personale • dubbio sistematico gli scienziati si trovano comunque a operare in un contesto di ambivalenza strutturale 127 Scienza Amatoriale Istituzioni. Accademie scientifiche Organizzazione sociale. Riviste scientifiche “Peer review” Organizzazione cognitiva. Filosofia naturale Scienza Accademica Istituzioni Università Organizzazione sociale Professore scienziato Ethos della ricerca Ricompense di carriera legate alla produzione scientifica. Seminari, laboratori, istituti. Formazione più o meno sistematica di nuovi scienziati. Organizzazioni disciplinari. Organizzazione cognitiva Discipline scientifiche. Scienza di base. ROBERT K. MERTON (1942) La struttura normativa della scienza (1) Communalism: I risultati della ricerca sono di pubblica proprietà e devono essere accessibili a tutti. I ricercatori devono considerare i loro risultati come un contributo al fondo comune di conoscenze della comunità scientifica. I risultati dovono essere pubblicati il più presto possibile perchè i colleghi li possano utilizzare rapidamente. Universalism: La valutazione della ricerca si deve basare esclusivamente su criteri oggettivi ed impersonali senza alcun pregiudizio di nazionalità, razza, genere, caratteristiche personali, ecc. ROBERT K. MERTON (1942) La struttura normativa della scienza (2) Disinterestedness: Il ricercatore deve essere distaccato emozionalmente dal suo oggetto di studio e perseguire la ricerca della verità senza remore. I risultati della ricerca non devono essere influenzati da interessi extra-scientifici (politici, economici, religiosi). Organized Scepticism: Il ricercatore deve avere un atteggiamento critico, non solo verso il lavoro degli altri ma anche del proprio. Possibili errori, dubbi o punti deboli della propria ricerca devono essere manifestati apertamente ed il ricercatore deve essere il critico più inflessibile di se stesso R.K. Merton Livelli analitici Società ‘at large’ Comunità scientifica Conoscen ze scientific he Ethos della scienza Valori societali R. K. Merton (1957). Il sistema delle ricompense nella scienza. Contributo o scoperta Riconoscimento Reputazione Ricompense Più produttività Valutazione dei risultati scientifici (1). La norma mertoniana dell’universalismo. I risultati scientifici dovrebbero essere valutati usando criteri impersonali e obiettivi e non dovrebbero essere influenzati da caratteristiche riguardanti l’autore. Di conseguenza, le carriere scientifiche dovrebbero essere aperte al talento; tutti dovrebbero avere eguali opportunità di ottenere riconoscimento e ricompense adeguate alla qualita della propria prestazione di ruolo. Merton vede il funzionamento di questa norma come un requisito funzionale all’avanzamento della conoscenza scientifica. Valutazione dei risultati scientifici (2). Il particolarismo nella scienza. Influenza di caratteristiche funzionalmente irrilevanti (non attinenti all’attività scientifica) quali età, religione, genere, razza. Influenza connessa all’affiliazione scientifica dello scienziato quali il prestigio del dipartimento nel quale ha ricevuto il dottorato, o dell’istituzione nella quale lavora, oppure a precedenti riconoscimenti scientifici e di carriera. Altre caratteristiche personali irrilevanti come maniere personalità o vedute politiche. Disinteresse personale = l’interesse primario dello scienziato deve essere il progresso della conoscenza, ogni altro interesse (economico, di prestigio, di potere) deve essere secondario e subordinato Dubbio sistematico = è dovere di ogni scienziato esporre i propri risultati, in modo tale che possano essere sottoposti al vaglio dei suoi pari e, a sua volta, ogni scienziato ha il dovere di sottoporre a critica i lavori degli altri 136 Per Merton lo sviluppo della conoscenza è visto come essenzialmente cumulativo e tutto interno alle singole discipline. Questi assunti sono messi radicalmente in discussione da Thomas Kuhn, che parte dall’assunto che, nello sviluppo di ogni singola scienza, vi sono delle fasi di: • continuità • rottura della continuità 137 continuità scienza normale processo cumulativo della conoscenza il lavoro che lo scienziato svolge sulla base di un paradigma scientifico riconosciuto e accettato da una comunità scientifica rottura rivoluzioni scientifiche percorso accidentato della conoscenza emergono anomalie e contraddizioni in seno a un paradigma scientifico emerge un paradigma alternativo che spiega e risponde alle anomalie, di cui il vecchio paradigma non sapeva dar conto accettazione del nuovo paradigma nuova fase di scienza normale 138 Nella filosofia della scienza contemporanea si contrappongono due tradizioni: empirismo/razionalismo critico relativismo 139 Empirismo/razionalismo critico Karl R. Popper Il metodo scientifico procede per tappe: • si incontrano dei problemi dai quali nascono degli interrogativi • si propone una teoria per risolvere i problemi e rispondere agli interrogativi (congetture) = logica della scoperta • si sottopongono a critica i tentativi di soluzione attraverso l’osservazione empirica della realtà (confutazione) = logica della giustificazione 140 Relativismo Paul K. Feyerabend e Imre Lakatos • non ci sono criteri per affermare che una conoscenza è vera o è falsa • ogni conoscenza è valida solo all’interno di una convenzione, i cui contenuti sono sempre mutevoli e che è determinata sia da interessi extrascientifici, sia dagli interessi professionali degli scienziati 141 Costruttivismo • la scienza non può accedere alla realtà esterna se non attraverso pratiche di “costruzione” della realtà = il laboratorio è un luogo artificiale dove la natura viene riconfigurata per poterla meglio manipolare, al fine di condurre osservazioni controllate • la scienza non può mai descrivere la realtà così come essa è, ma solo rappresentarla attraverso i propri linguaggi 142 A partire dal XIX secolo si assiste, da un lato a uno sviluppo spettacolare delle scienze naturali, e dall’altro all’emergere delle scienze sociali. In questa prima fase, le scienze naturali vengono prese come modello da imitare e si cerca di trasferire i loro apparati di analisi e i loro metodi di indagine nel campo dello studio dei fenomeni umani e sociali. 143 A cavallo tra il XIX e il XX secolo si sviluppa, nell’ambito dello storicismo tedesco, l’idea che i fenomeni umani debbano essere compresi nei loro significati culturali nell’ambito delle scienze dello spirito, e nello specifico della storia, il fine della conoscenza non deve essere la formulazione di leggi universali, bensì la spiegazione/comprensione di eventi individuali e irripetibili Secondo Weber i fatti sociali sono riconducibili, in ultima istanza, ad azioni individuali la specificità dell’agire umano consiste nel fatto che gli esseri umani sono dotati della capacità di attribuire un senso alle loro azioni, accessibile alla comprensione 144 Oggi tra le due tipologie di scienze esistono alcune dimensioni, che servono a fissare le linee di demarcazione e continuità tra di esse: - “natura” dell’oggetto - funzione dei paradigmi - diversa centralità del metodo sperimentale - tipo di linguaggio utilizzato nella comunicazione grado di istituzionalizzazione 145 Nonostante lo sviluppo e il successo della scienza la distanza tra scienziati/esperti e “laici” sembra non essersi colmata. Ciò è dovuto a: • la forte istituzionalizzazione dell’attività scientifica • l’estrema specializzazione • lo sviluppo di linguaggi, la cui traducibilità nel linguaggio comune diventa sempre più ardua • divergenza di opinioni e valutazioni di cui gli stessi esperti sono portatori • il ruolo dei media • la percezione del rischio tecnologico 146 Temi di ricerca I processi di negoziazione delle scoperte scientifiche, del loro finanziamento pubblico e delle applicazioni tecniche (es. le vetture elettriche; la clonazione, le cellule staminali; La costruzione di allarmi pubblici connessi a rischi di ordine scientifico (le pandemie, i disastri ambientali); La definizione di “soglie” di rischio; Il rapporto fra tecnica, identità e gruppi sociali, eccetera.