Religione, cultura, istruzione e
scienza
Sociologia
Prof. Vincenzo Romania
La religione è una credenza, o un insieme di credenze, relativa
all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e
sovrannaturale. In forme elementari o complesse, è un
fenomeno pressoché universale nelle società umane
Giudizio sulla realtà
(su una qualsiasi realtà)
che si fonda su un atto di fede
Le credenze religiose postulano
l’esistenza di una sfera della
realtà trascendente rispetto
alla sfera della realtà percepibile
2
E’ stato Durkheim a evidenziare che una caratteristica comune a
tutte le religioni è l’opposizione tra il sacro e il profano: le varie
forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con
cui tale opposizione si articola.
 Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo
rispetto. Possiede qualità straordinarie, soprannaturali e spesso
pericolose e generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un
certo rituale.
 Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo
comune e non di quello soprannaturale e che in quanto tale abbia
il potere di indebolire, di rendere impuro, di corrompere.
3
La religione, nelle sue varie forme, deriva da due
esperienze tipiche della condizione umana:
- l’esperienza del limite
- l’esperienza del caso
4
esperienza del limite
Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra
specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono nella
certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine, un
limite.
esperienza del caso
L’uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità
di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali
che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre spiegazioni
rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di
risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita
varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva.
5
Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni:
1. la natura delle credenze
2. la promessa e il premio riservato ai fedeli
3. il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza
6
1. La natura delle credenze
Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta,
l’antenato comune che ha dato origine al clan
Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che
intervengono attivamente, influenzandone il comportamento
Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti
sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello
divino, ci sono analogie e corrispondenze
Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e
umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di
tutte le cose
Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza della
divinità
Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia
universale ultraterrena
7
2. La promessa e il premio riservato ai fedeli
Religioni, come nell’induismo, che promettono il
raggiungimento di uno stato di beatitudine e di
pienezza durante la vita
Religioni della redenzione che promettono il riscatto
e la redenzione dalle pene terrene soltanto nell’aldilà
8
3. Metodica del comportamento
Religioni che prescrivono pratiche mistiche e
contemplative di distacco dal mondo
Religioni che prescrivono una condotta ascetica di vita
extramondana: l’uomo si fa contenitore della volontà di
Dio
Religioni che prescrivono una condotta ascetica e operosa
nel mondo stesso: l’uomo si fa strumento della volontà di
Dio
9
Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee per diventare
socialmente operanti hanno bisogno di uomini che agiscono
nell’ambito di gruppi più o meno organizzati, più o meno
istituzionalizzati.
Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno
nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono:
- i movimenti religiosi
- le chiese
- gli ordini monastici
- le sette
- le denominazioni
10
I MOVIMENTI RELIGIOSI
Il movimento religioso è la forma più fluida di organizzazione
religiosa e compare quando maturano le condizioni per una
rottura delle credenze religiose tradizionali. All’origine del
movimento vi è una profezia e un profeta, che rivela agli
uomini la parola e la volontà di dio. I membri di un movimento
religioso passano attraverso l’esperienza della conversione.
11
LE CHIESE
Il movimento si trasforma in chiesa attraverso un processo di
istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose.
Le credenze vanno sistematizzate in un corpo organico di
dottrina e codificate in un testo scritto. Le pratiche religiose
assumono un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e
nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale
presiede un corpo di specialisti organizzato gerarchicamente.
12
GLI ORDINI MONASTICI
Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità
religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa;
a essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale
di perfezione di vita religiosa.
13
LA SETTA
La setta è una comunità religiosa tendenzialmente
chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami assai
forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto
sociale formato da appartenenti ad altre religioni o
confessioni.
14
LE DENOMINAZIONI
Anche le sette passano attraverso un processo di
istituzionalizzazione e si trasformano in denominazioni.
Mentre però le chiese tendono a essere le
organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di
singole società, le denominazioni rispecchiano una
situazione di pluralismo religioso.
15
La religione è parte della società, ne riflette le
caratteristiche, viene influenzata dalle sue
dinamiche e, a sua volta, le influenza.
16
Tre processi di mutamento della religione
nella società contemporanea




Secolarizzazione
Privatizzazione
Pluralizzazione delle fedi e delle
denominazioni;
Prodotto: ibridazione, inclusione,
conversioni
La secolarizzazione è il processo attraverso il quale la religione
declina e perde la sua influenza nelle diverse sfere della vita
sociale.
Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica, che in
passato ne erano fortemente influenzati, vengono oggi a
emanciparsi dalla sua influenza.
La scienza ha senza dubbio svolto un ruolo decisivo in questo
processo, nel sedimentare credenze e convinzioni fondate sulla
ragione e sul metodo sperimentale.
18
Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologiche della
religione:
- interpretazione evoluzionista
- interpretazione marxista
- interpretazione funzionalistica
- religione come fattore di mutamento
- concezione fenomenologica della religione
19
Interpretazione evoluzionistica
Secondo Comte e Spencer, la religione è
espressione di uno stadio primitivo del processo
evolutivo delle società umane. Nella modernità,
invece, essa occupa uno spazio sempre più
marginale ed è sostanzialmente destinata a essere
sostituita dalla scienza, come criterio fondamentale
di orientamento delle azioni e delle società umane.
20
Interpretazione marxista
Per il materialismo dialettico di Marx, la storia è storia di lotta di classe e la
religione ostacola il processo, mediante il quale gli oppressi prendono
coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali sono vittime.
Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e come uno
strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra le classi.
In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della classe
dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre una giustificazione
alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale.
21
Interpretazione funzionalistica
La religione svolge la fondamentale funzione di integrazione
sociale.
La società va pensata come un’unità, in cui le varie parti
sono tenute insieme da una credenza comune.
Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale, cerimonia,
diventa l’occasione per ribadire e rafforzare l’identità
collettiva e il sentimento di appartenenza. Se nelle società
moderne la religione sembra in declino, è perché altre
forme hanno preso il suo posto e svolgono la sua funzione.
22
Religione come fattore di mutamento
Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano
conservatrici e sostengano lo status quo. In realtà è
innegabile che la religione sia stata anche un potente
fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della
tradizione.
Come dimostra Weber, le idee religiose sono state
storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre
profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali.
23
Interpretazione fenomenologica
Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e
universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa pone
quindi l’accento sulla relazione tra il soggetto credente e
l’oggetto di venerazione, che si colloca su un piano
trascendente rispetto alla realtà terrena.
Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienza religiosa:il
sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero,
l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro.
24
Cos’è la religione?

Funzionalismo: la religione è fattore

di integrazione sociale (Parsons)
Prospettiva del conflitto: Le

religiose
e



religioni sono il prodotto di lotte:
inter-religiose (guerre,
competizione), intra(eretici) che vedono vinti
vincitori (Weber)
Potere simbolico: Chi ha diritto di dire
la verità? Le religioni esprimono la lotta
per le definizioni legittime. (Bourdieu)
Riduzionismo (XIX e XX s.):
“la religione è qualcos’altro”
Marx (1818 – 1883):

la religione è: ideologia,
sovrastruttura, falsa
oppressione di classe

coscienza,




Durkheim (1858 – 1917):
la religione fornisce legame rituale;
simbolizza la società;
scienza e culti sostitutivi nella modernità

Freud (1856 – 1939):


bisogno
stadio
(nevrosi
la religione esprime
dipendenza dal fato,
di consolazione; è uno
infantile dell’umanità
collettiva)
Fenomenologia:
La religione è …












“Potere misterioso che si crede risieda
in certi oggetti dell’esperienza”
(città, fiume, edificio, persona, parola,
libro, periodo, roccia …) (…)
L’opposizione Sacro / Profano sta alla base della dialettica
sociale e della conoscenza” (Durkheim)
totem
“L’iniziativa umana grazie alla quale è costituito
un ordine sacro”
“Il Sacro si contrappone al Caos:
la religione è lo sforzo di un dare
senso umano all’Universo”
(Berger)
Cosmologia
cinese:
Yin-Yang
“Dare senso all’universo” (Berger)
(bisogni primari soddisfati dalla religione)

ORDINE

Terrore infantile  rassicurazione materna 
ordine trascendente

GIOCO


Sospensione delle regole ordinarie  tempo festivo 
ordine eterno, a-temporale

SPERANZA


Rifiuto umano della morte 
speranza  vita eterna

GIUDIZIO - DANNAZIONE



Ingiustizie inspiegabili 
giustizia superiore (teodicea)
Cosmologia
tolemaica
Michelangelo,
giudizio
Universale (part.)
La lotta per il controllo della verità
(P. Bourdieu)

Campo culturale: cultura delle elite  scuola  riproduzione della

Campo scientifico: lotta per la “verità” mediante procedure

Campo artistico: mercato dei beni artistici. Accademia e

Campo religioso: qual è la vera religione? Chi ha diritto di dire la


cultura legittima  riproduzione delle gerarchie sociali 
riproduzione della società
“empiriche”  lotta di individui e gruppi per denaro e prestigio 
produzione della “verità scientifica” = ciò che le accademie
scientifiche ritengono tale.
avanguardie  lotte per imporre il proprio gusto come “legittimo”
verità soprannaturale?
Due modelli in Occidente Europa (monopolio) e Stati Uniti
(mercato)
Religione e secolarizzazione


La secolarizzazione è:
“Il processo per il quale il
B. R. Wilson,
1926-2004
pensiero, la pratica e le
istituzioni della religione
perdono significato sociale”
(Wilson)

“Il processo che sottrae parti
intere della cultura
all’influenza delle istituzioni o
dei simboli religiosi” (Berger)
P. L. Berger (1929 - )
La secolarizzazione: emancipazione
della società dalla religione





L’economia: superamento dei divieti
religiosi (usura)  economia politica
La politica: rivoluzioni del XVIII s.,
volontà di Dio  volontà del popolo
(democrazia)
La scienza. Galileo; Darwin; il DNA
Le scienze umane. Relativismo socioantropologico;
Psicologia. Dall’anima alla psiche; dal
peccato alla nevrosi
Le economie religiose:


Domanda: esprime
il bisogno di religione.
–
–
Significati soprannaturali
Esperienze personali e comunitarie
Offerta: di beni e servizi religiosi da parte
di apposite agenzie
–
–
–
“Chiese”: accoglienti, elastiche, tolleranti
“Sette”: esclusive, esigenti, controllanti
“Culti”: offerte varie, non esclusive, (agenzie
Il mercato religioso
italiano

Il monopolio cattolico
• Cattolicesimo, parte dell’identità nazionale
• Differenziazione interna (possibilità di scelta)
• Scarsa propensione a cambiare religione (la
conversione avrebbe un alto costo)
• Alta propensione al bricolage religioso (“Rimango
cattolico ma decido io …”)
La domanda religiosa
1. il sentimento di appartenenza
Come ti consideri?
(Valori percentuali)
Cattolico
67
Credente ma non cattolico
18
Ateo o indifferente alla religione
12
Aderisce ad altre religioni
03
Totale risposte
100
La domanda religiosa
2. le credenze
Credenze cattoliche
Percentuali di adesione
Dio è onnipotente e creatore
68
L’anima è giudicata in base al comportamento
56
Apparizioni della Madonna o altri santi
63
Guarigioni miracolose
68
Credenze “alternative” (New Age)
Fede, interesse per la reincarnazione
25
Vede il sacro nel cosmo, natura, se stesso
26
Due o più verità esoteriche
51
Credenze ateistiche
L’anima immortale non esiste
15
Dio è un'invenzione; non mi pongo il problema
09
Gesù non è l’unigenito figlio di Dio
27
La domanda religiosa
3. le pratiche
 Pratiche cattoliche
% di chi pratica
 Messa ogni settimana
43
 Partecipa
.
ad associazioni cattoliche
28
Pratiche “alternative”

Consulta: astrologi, maghi, ecc
14
Legge l'oroscopo
65
Segue trasmissioni di magia
20
Segue trasmissioni di astrologia
22
La domanda religiosa
4. le esperienze
Esperienza
Confessione almeno mensile
Confessione almeno episodica
Preghiera a Dio ogni settimana
Preghiera a Dio almeno episodica
Prega la Madonna, almeno raramente
Prega le anime dei morti
Si è sentito colpito dal malocchio
%
38
66
60
84
75
61
21
Diffusione di immagini non “ortodosse” di Dio:
Diffusione di immagini non “ortodosse” dell’anima
Grafico 3: credenze sui destini ultimi dell’anima
(le sezioni bianche indicano posizioni sincretiste a cavallo delle due posizioni limitrofe)
23%
12%
giudizio
sincretismo
9%
reincarnazione
sincretismo
9%
47%
non credenzaagnosticismo
Interesse per l’esoterismo
Grafico 4: interesse per l’esoterismo
pratica=
una o
più
e s pe rie
nze
ne ll'ulti
mo
anno
pratica
credenza
curiosità
0
10
20
30
40
50
60
Credenza: in due o più verità esoteriche
Curiosità: crede o ritiene probabili 2 o più verità esoteriche
Pratica: una o più esperienze nell’ultimo anno (client cult)
Profili religiosi
Grafico 5: tendenza ad accogliere tre, due, una o nessuna “verità alternativa” nei diversi
profili religiosi.
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
intero cam pione
(n. 1377)
tre verità new age
cattolici (n.603)
cattolici
irregolari (n.390)
due verità new age
credenti non
cattolici (n.270)
non religiosi
(n.114)
una o nessuna verità new age
Come interpretare il bricolage
religioso?
• Individualismo narcisista
• Opportunismo disimpegnato
• Disinteresse per la religione
•
•
•
•
Ripristino di significati trascendenti
Re-incanto del mondo “razionalizzato”
Adattamento della religione ai vissuti personali
Appropriazione di potere (teologia selvaggia) in una
condizione di atavico monopolio religioso
CULTURA E SOCIETÀ
La cultura è l’insieme dei modi di vita dei membri di una società o di
gruppi all’interno della società.
Essa include, ad esempio, l’abbigliamento, le consuetudini
matrimoniali, la vita familiare, le forme di produzione, le convinzioni
religiose, l’uso del tempo libero.
La società è un insieme di individui legati da relazioni strutturate
sulla base di una cultura comune.
Tra cultura e società esistono forti interrelazioni, l’esistenza dell’una è
strettamente correlata all’esistenza dell’altra.
La cultura non si riferisce a caratteri ereditati, ma appresi nel
corso del processo di socializzazione.
I caratteri culturali, condivisi dai membri di una società, sono alla
base della cooperazione e della comunicazione.
Una cultura comprende:
- aspetti materiali: artefatti prodotti da una società;
- aspetti immateriali: linguaggio, valori e norme.
I valori sono le idee che definiscono ciò che è considerato
importante, degno e desiderabili in una cultura, e che guidano gli
essere umani nella loro interazione con l’ambiente sociale.
Le norme sono regole di comportamento che riflettono o incarnano
i valori di una cultura.
Valori e norme variano:
- nel tempo;
- nello spazio.
Le società possono essere distinte in:
monoculturali (culturalmente
omogenee)
multiculturali (culturalmente
composite)
All’interno di una società è possibile individuare diverse:
- subculture: segmenti di popolazione appartenenti a una società più
ampia e distinguibili sulla base di parametri culturali (es. hacker,
naturisti, hippy ecc.).
- controculture: gruppi che, respingendo i valori e le norme prevalenti
in una data società, elaborano e diffondono valori alternativi a quelli
della cultura dominante.
Ogni società, o gruppo sociale, sviluppa una
propria cultura.
Nella tendenza tipica che abbiamo a confondere
una cultura con una nazione, tendiamo a
sottovalutare l’importanza dei processi di
globalizzazione e “glocalizzazione”.
Un altro rischio è quello di ritenere gli individui
come dei “cultural dopes”.
In sociologia è importante il relativismo culturale:
lo studio di una cultura sulla base di significati e di valori che le
sono propri.
Ma
il relativismo culturale presenta anche un’insidia:
tende a considerare ugualmente legittimi tutti i costumi e i
comportamenti.
La socializzazione è il processo attraverso cui il bambino, o un
qualunque nuovo membro (es. immigrato), apprende valori,
norme e stili di vita della società di cui entra a far parte.
Alcune caratteristiche della socializzazione:
è un processo attraverso cui il bambino inerme diventa
gradualmente una persona consapevole di se stessa;
- non è una sorta di “programmazione culturale”;
- collega l’una all’altra le diverse generazioni;
- è un processo che dura quanto la vita stessa.
-
I sociologici distinguono fra:
socializzazione primaria
avviene durante l’infanzia ed è il
periodo di più intenso apprendimento
culturale
socializzazione
secondaria
comincia dopo l’infanzia per
continuare fino alla
maturità e oltre
I principali agenti della socializzazione sono:
- la famiglia;
- la scuola;
- il gruppo dei pari;
- le organizzazioni;
- i media;
- il lavoro.
La socializzazione va considerata come un processo adattivo, in
cui l’individuo ha un ruolo attivo e dialettico con gli altri con cui
interagisce
• Piaget sottolinea che la formazione del giudizio morale nel
bambino non dipende solo da una logica interna di sviluppo,
ma dal carattere del sistema di interazione sociale in cui è
inserito, in particolare quando il bambino entra a far parte di
gruppi di coetanei
• per Mead durante la socializzazione il bambino acquisisce la
propria identità assumendo i ruoli e gli atteggiamenti delle
persone per lui importanti, attraverso il linguaggio, ossia
attraverso la comunicazione di simboli significativi
Attraverso il processo di socializzazione gli individui imparano
a conoscere i ruoli sociali.
Un ruolo sociale è l’insieme dei comportamenti socialmente
definiti che ci aspettiamo da chi ricopre un determinato
status o posizione sociale.
Lo status può essere:
ascritto: assegnato sulla base di fattori biologici;
- acquisito: ottenuto attraverso una prestazione.
-
In ogni società ci sono master status, cioè status che hanno
priorità su tutti gli altri e determinano la posizione sociale
complessiva di una persona.
In sociologia l’identità può essere:
sociale
Si riferisce alle caratteristiche
attribuite dagli altri a un individuo
ed è plurima e cumulativa.
individuale
Si riferisce al processo di sviluppo
personale attraverso il quale
elaboriamo il senso della nostra
unicità.
Oggi noi creiamo e ricreiamo continuamente la nostra identità,
perché i modelli tradizionali sono diventati meno importanti e
abbiamo sempre più possibilità di prendere autonomamente delle
decisioni.
Ogni società è influenzata dal livello di “cultura materiale” che le è
propria.
Per comprendere ciò, può essere utile analizzare le forme di società
succedutesi fino all’affermazione dell’industrialismo moderno:
-
società
società
società
società
di cacciatori-raccoglitori;
pastorali e agricole;
tradizionali;
industrializzate.
Il colonialismo è un fenomeno sviluppatosi fra il XVII e il XX secolo
=> creazione di colonie da parte dei paesi occidentali in molte aree
precedentemente occupate da società tradizionali ricorrendo, se
necessario, alla superiore potenza militare.
Il colonialismo rimodellò la mappa sociale e culturale del globo.
Gli studiosi hanno suddiviso il globo in:
- Primo mondo;
- Secondo mondo;
- Terzo mondo.
Le società del Primo mondo (Europa, Nord America, Australia,
Nuova Zelanda, Giappone) sono quelle industrializzate e sono
caratterizzate da:
- economie di mercato;
- sistemi politici multipartitici.
Le società del Secondo mondo (Urss ed Europa orientale) sono
scomparse con la fine della guerra fredda ed erano caratterizzate
da:
- economie pianificate;
- ruolo limitato della proprietà privata e della competizione;
- sistemi politici a partito unico.
Le società del Terzo mondo sono quelle dei paesi in via di sviluppo e molte
di queste aree hanno subìto il dominio coloniale (Asia, Africa, Sud America).
Questi paesi sono caratterizzati da:
- stati nazionali;
- concentrazione della popolazione in aree rurali;
- recente avvio dello sviluppo urbano;
- prodotti agricoli destinati soprattutto al mercato mondiale e non al
consumo locale;
- generale arretratezza rispetto ai paesi industrializzati.
Negli ultimi 30 anni, alcuni paesi del Terzo mondo hanno intrapreso un
processo di crescita economica sensazionale e perciò sono detti paesi
di nuova industrializzazione (Singapore, Taiwan, Hong Kong, Messico,
Brasile ecc.).
In una prima fase questi processi hanno interessato paesi di piccole
dimensioni, più di recente anche grandi paesi asiatici come la Cina,
l’India, l’Indonesia.
Lo sviluppo dei paesi di nuova industrializzazione sta alterando la
tradizionale distinzione fra “Nord” e “Sud”, fra Primo e Terzo mondo.
I processi di globalizzazione stanno producendo una redistribuzione
molto complessa della ricchezza, del potere e della conoscenza.
Due paradigmi dell’idea di cultura a confronto
Paradigma antropologico:
- cultura come totalità sociale
- omogeneità culturale
- tradizione/stabilità
- condizionamento
Paradigma sociologico:
- distinzione società/cultura
- differenziazione culturale
- innovazione/cambiamento
- interazione
La genesi sociale dell’idea di cultura
La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale e non ha
sempre equivalenti nelle altre civiltà e società. Nella ricostruzione
della sua genesi sociale, si possono distinguere due concezioni
fondamentalmente diverse:
• umanistica o classica, presenta la cultura come un ideale di
formazione individuale, un’attività che consente di “coltivare” l’animo
umano (dal verbo latino colere);
• antropologica o moderna, presenta la cultura come il variegato
insieme dei costumi e delle abitudini delle diverse popolazioni del
mondo, non concernendo quindi soltanto l’individuo, ma anche le
collettività in cui è inserito.
64
La genesi sociale dell’idea di cultura
Alla concezione umanistica corrisponde una distinzione fra ‘cultura
alta’ e ‘cultura popolare’ che è propria del senso comune e che si
esprime nel concetto di cultura come erudizione (caso dell’arte
moderna, della pop art,
65
L’idea di cultura in antropologia (tre componenti)
• Complessi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più
o meno formalizzati
• Costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice
fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni
ordinarie della vita quotidiana
• Artefatti delle attività umane, dalle opere d’arte vere e proprie agli
oggetti di uso quotidiano e tutto quanto fa riferimento alla cultura
materiale, al sapere necessario per vivere
Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione
descrittiva dell’antropologia sono principalmente tre:
• la cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione
biologica dell’esistenza umana
• la cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale
e fisico che è opera dell’uomo
• la cultura è condivisa all’interno di un gruppo o di una
società. Essa è distribuita in maniera omogenea
all’interno di tali gruppi o società.
La cultura è al centro degli interessi teorici e empirici della
sociologia classica
Gli autori legati alla Scuola di Chicago:
- sono interessati alla vita culturale nelle città americane
- studiano i nuovi processi di integrazione, di comunicazione e
mobilità sociale delle realtà urbane
- subiscono molto l’influenza dell’antropologia culturale
William Thomas studia gli immigrati nelle città statunitensi e ritiene che:
- le differenze di integrazione siano legate alla cultura
- la cultura abbia un carattere interattivo e processuale
I coniugi Lynd analizzano la vita nelle middletowns e:
- spostano l’attenzione su realtà urbane diverse dalle metropoli
- utilizzano metodi etnografici, come l’osservazione del partecipante
- evidenziano la distruzione delle comunità e dei vicinati tradizionali
- scoprono la resistenza al cambiamento nelle piccole città
George Herbert Mead:
- sviluppa una teoria della socialità della mente
- ritiene che il “sé” si formi nella relazione con gli altri
- attribuisce molta importanza al linguaggio
La cultura secondo la Scuola sociologica francese di Durkheim
• Émile Durkheim, ponendosi il problema del perché la società
stia insieme, ritiene che ogni società si stabilisce e permane
solo se si costituisce come comunità simbolica
• Nel suo studio, e in quello dei suoi allievi, hanno una grande
importanza le rappresentazioni collettive, cioè insiemi di
norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli
individui come obbligatorie. Esse vengono considerate da
Durkheim vere e proprie istituzioni sociali
• Esse costituiscono il cemento della società, consentono la
comunicazione tra i suoi membri e mutano con il cambiamento
sociale
La cultura nella tradizione sociologica tedesca
Max Weber e Georg Simmel ritengono che:
• la comprensione e la spiegazione non sono metodi antitetici
nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali, bensì complementari
• il ruolo delle idee come motore degli eventi umani è tanto
importante quanto quello delle condizioni materiali di vita delle varie
classi sociali
• credenze e valori sono concezioni del mondo che si costituiscono
all’interno di contesti di interazione sociale, nella relazione con gli
altri, assumendo in tal modo un carattere intersoggettivo
Alfred Weber ritiene che:
- vi sia una netta separazione tra il mondo della scienza e quello
della cultura
- i prodotti della cultura non sono classificabili od ordinabili
Karl Mannheim e Max Scheler:
- elaborano i fondamenti della sociologia della conoscenza
- ricercano le relazioni tra esistenza sociale e pensiero
- mentre per Scheler i fattori sociali favoriscono solo la comparsa,
in un dato periodo storico, di certe configurazioni di valori piuttosto che
altre, per Mannheim essi condizionano anche il loro contenuto
Dopo anni di scarso interesse da parte dei sociologi, Talcott Parsons
riprende il tema della cultura e la considera come uno dei
sottosistemi del suo sistema generale dell’azione
L’organismo
biologico
(Adattamento)
La personalità
(Conseguimento)
La cultura
(Latenza)
Il sistema sociale
(Integrazione)
Si possono distinguere quattro dimensioni principali della cultura:
coerenza/incoerenza. Le proposizioni culturali costituiscono un
insieme in cui sono individuabili dei principi ordinatori e non un
agglomerato di elementi tra loro sconnessi. Il grado interno di
coerenza è tuttavia variabile
pubblico/privato. La cultura è pubblica, nel senso che le proposizioni
da cui è costituita sono codificate entro simboli e linguaggi
collettivi all’interno di gruppi sociali e accessibili da tutti
oggettività/soggettività. La cultura è un fatto oggettivo, nel senso
che va al di là degli individui per occupare uno spazio e una
rilevanza sociale autonoma. Esiste anche un lato soggettivo
della cultura, costituito dalle interpretazioni che di questa
danno gli individui
esplicito/implicito. La cultura può essere manifesta, tematizzata
esplicitamente, più o meno elaborata teoricamente, o può
essere tacita, non tematizzata, che gli individui condividono
senza saperla necessariamente giustificare
Oltre a queste dimensioni analitiche, si distinguono quattro
componenti della cultura: valori, norme, concetti e simboli
Il pluralismo culturale nelle società contemporanee
L’elevata complessità sociale delle società contemporanee è
legata anche al fatto che in esse si afferma il pluralismo
culturale, inteso come:
• coesistenza di diversi sistemi simbolici, solo scarsamente
correlati tra loro
• l’individuo, posto di fronte alla pluralità delle opzioni, tende ad
assumere un atteggiamento riflessivo, ad affidarsi, più che
alla tradizione o ad altre fonti di autorità, all’esperienza
personale. Ciò genera senso di libertà, ma anche incertezza
76
Educazione e
istruzione
77
L’educazione è la trasmissione del patrimonio di idee,
di valori, di conoscenze di una società, di un paese
alle nuove generazioni: con quali modalità tale
trasmissione avviene all’interno dei sistemi scolastici?
78
Durkheim
“L’educazione è l’azione esercitata dalle
generazioni adulte su quelle che non sono
ancora mature per la vita sociale. Essa ha lo
scopo di suscitare nel bambino un certo numero
di stati fisici e morali che richiedono da lui sia la
società politica nel suo insieme che il settore
particolare al quale egli è specificamente
destinato (Durkheim, Sociologia dell’educazione,
pp. 57-58).
L’educazione è un processo
differenziato

“se ogni casta, ogni famiglia ha i propri dei
particolari, ci sono però delle divinità che sono
riconosciute da tutti e che tutti i bambini
imparano ad adorare. E siccome queste divinità
incarnano e personificano certi sentimenti, certe
maniere di concepire il mondo e la vita, non si
può essere iniziati al loro culto senza contrarre,
contemporaneamente, tutti i tipi di abitudini
mentali che vanno al di là della sfera di vita
propriamente religiosa” (ib., 57-58).
Nella trasmissione del patrimonio culturale si
possono distinguere tre elementi:
 la cultura materiale
 i modi di agire standardizzati
 le conoscenze e i valori, che possono essere
trasmessi attraverso le parole per via orale o scritta
81
Per la maggior parte del tempo della storia umana la
trasmissione culturale è avvenuta oralmente
La diffusione della scrittura segna il passaggio dalla cultura
orale a quella scritta
Tra il 650 e il 550 a.C. in Grecia viene creato il primo sistema
completo di scrittura alfabetica
Fra l’introduzione della scrittura e la sua diffusione generale è
trascorso più di un millennio
82
Il passaggio dalla cultura orale a quella scritta ha avuto
molteplici implicazioni:
primato dell’occhio sull’orecchio
- rafforzamento della sfera privata, dell’introspezione, del
distacco
- sviluppo del pensiero logico-empirico e della scienza
- mutamento nell’atteggiamento verso il passato
- sviluppo della burocrazia
- nascita e sviluppo della scuola
-
83
Le principali teorie riguardo all’educazione sono tre:
 funzionalista
 marxista
 weberiana
84
TEORIA FUNZIONALISTA
La richiesta di istruzione è una conseguenza della modernizzazione ed è
caratterizzata dalla crescente differenziazione istituzionale e dal conseguente
aumento del numero di ruoli specializzati

Cresce il livello di qualificazione richiesto
Tale qualificazione è fornita dalle istituzioni scolastiche
=
Il periodo di formazione cresce in maniera proporzionale al livello di
qualificazione richiesto
85
TEORIA MARXISTA
Per i teorici marxisti e neomarxisti i sistemi scolastici hanno la funzione di
riprodurre le disuguaglianze esistenti tra le classi.
Secondo Louis Althusser, nella società capitalistica la riproduzione dei
rapporti di produzione viene assicurata dall’esercizio del potere di stato negli
apparati di stato: repressivi  sfera pubblica / ideologici  sfera privata.
Nelle società contemporanee la scuola è diventata l’apparato ideologico più
importante.
Secondo gli economisti Samuel Bowles e Herber Gintis, il sistema scolastico
serve a perpetuare e a riprodurre il sistema capitalistico.
86
La teoria di Althusser




Apparati repressivi: governo, amministrazione, esercito,
polizia, tribunali;
L’ideologia una volta riprodotta principalmente dalla
Chiesa oggi è trasmessa quasi esclusivamente dalla
scuola.
Il sistema di divisione fra presidi, insegnanti, alunni è lo
stesso sistema gerarchico che vige in fabbrica. Gli
studenti, al pari dei lavoratori, non controllano il proprio
curriculum.
Il lavoro come l’istruzione sono attività strumentali non
svolte per godimento ma per ottenere premi ed evitare
sanzioni.
TEORIA WEBERIANA
Per Weber i sistemi di istruzione vanno analizzati in base ai
tipi di potere. A ogni tipo di potere corrisponde un ideale
educativo:
potere carismatico  ideale dell’iniziato
potere tradizionale  ideale dell’uomo colto
potere legale-razionale  ideale dello specialista
Lo sviluppo dell’istruzione è dovuto alle azioni dei diversi
ceti sociali per mantenere e migliorare la propria nel
sistema di stratificazione, dando così vita al fenomeno del
‘credenzialismo’
88
TEORIA WEBERIANA

“Ciò che fu la oprova degli antenati come presupposto della
discendenza [..] è oggi il titolo di studio. La configurazione dei titoli
di studio […] serve alla formaizone di un ceto privilegiato negli uffici
e nelle amministrazioni contabili. Il suo possesso sorregge la pretesa
[…] soprattutto alla monopolizzazione delle posizioni di vantaggio
sociale ed economico a favore degli aspiranti muniti di titolo di
studio. Quando sentiremo esigere ad alta voce l’introduzione del
procedimento disciplinato di formazione e delle prove di
qualificazione in tutti i campi, ciò non costituirà naturalmente
un’<<ansia di cultura>> [..] ma il tentativo di limtiare le assunzioni
alle cariche e di monopolizzarle a favore dei possessori del titolo di
studio. L’ <<esame>> è oggi il mezzo universale di questa
monopolizzazione” (Economia e Società, 1922, 311-312).
Soprattutto tre fattori hanno influito sull’andamento
dell’istruzione:
la religione
 l’idea che hanno avuto nel corso del tempo i gruppi
dominanti dell’istruzione per le masse
 lo sviluppo dello stato nazionale

90
Sintesi storica dell’istruzione
e delle sue finalità/1
•Metà del XIX sec.: nell’epoca della
scuola comune, la finalità era
l’uguaglianza democratica
•Fine XIX sec. e inizio del XX sec.: si
affermano efficienza e mobilità
sociale
Sintesi storica dell’istruzione
e delle sue finalità/2
•Anni Sessanta e Settanta del Novecento:
si comincia a passare da mobilità sociale a
uguaglianza democratica
•Anni Ottanta e Novanta: le finalità passano
all’efficienza sociale, come il mantenimento
o l’accrescimento degli standard educativi
Sintesi storica dell’istruzione
e delle sue finalità/3
•Fine XX sec. e inizio XXI sec.:
l’istruzione viene considerata in misura
crescente un bene di consumo,
finalizzato all’ottenimento di crediti e
credenziali
LA RELIGIONE
All’inizio del XX secolo si registrano profonde differenze nel
livello di diffusione dell’istruzione fra le regioni europee,
soprattutto tra paesi a maggioranza protestante e paesi a
maggioranza cattolica. In Paesi come la Scozia, fin dal 1560 la
chiesa presbiterana ssi batteà per la realizzazione di un sistema
scolastico nazionale, mentre ancora nel XIX secolo la Chiesa
cattolica reagiva negativamente alla diffusione dell’istruzione
pubblica. In Svezia l’alfabetizzazione di massa si realizza già
nell’800, in Italia non prima degli anni ’60 del 900.
95
CONCEZIONI DEI GRUPPI DOMINANTI
I gruppi dominanti nel corso dei secoli si sono interrogati se
l’istruzione delle masse fosse funzionale o disfunzionale al
mantenimento dell’ordine. Sia i fautori che i contrari alla
creazione di un sistema di istruzione avevano come obiettivo il
controllo della popolazione appartenente allo stato nazionale.
96
LO SVILUPPO DELLO STATO NAZIONALE
Il diritto all’istruzione di massa non è nato in risposta alle necessità del processo
di industrializzazione, ma allo sviluppo degli stati nazionali e al riconoscimento dei
diritti di cittadinanza
Gli stati nazionali si basarono su alcune idee di fondo, che favorirono la nascita
dei sistemi scolastici:
 l’attore principale della società e dello stato è l’individuo
 lo sviluppo nazionale presuppone lo sviluppo individuale
 il futuro è portatore di progresso
 l’infanzia è il momento in cui plasmare i bravi cittadini
Su queste basi dall’Unità di Italia in poi nacque la prima scuola pubblica
obbligatoria, malgrado di fatto la classe popolare non vi abbia avuto a lungo
accesso.
97
Ci sono tre dimensioni che descrivono le differenze tra i paesi
occidentali riguardo all’istruzione:
-
il grado di diffusione dell’istruzione nella popolazione
il curriculum della scuola elementare
la struttura interna dei sistemi scolastici
98
Diffusione dell’istruzione tra la popolazione:
tendenzialmente per la scuola elementare e media inferiore le differenze
sono scomparse e permangono invece nella diffusione dell’istruzione
secondaria superiore.
Curriculum della scuola elementare
Tende verso l’omogeneizzazione e standardizzazione in tutti i paesi
considerati.
Struttura interna dei sistemi scolastici
Ci sono due tipi diversi di sistema scolastico:
 a selezione tardiva
 a selezione precoce
Il primo, competitivo, è tipico del sistema statunitense; il secondo,
cooptativo, di quello europeo.
Secondo Turner, entambi perseguono l’obiettivo di garantire la lealtà al
sistema da parte delle classi subalterne.
99
Sono fondamentalmente quattro le forme di
disuguaglianza scolastica:




rendimento scolastico
intelligenza o attitudini
ambiente di origine
ambiente scolastico
100
Classi sociali e successo scolastico
Le ricerche empiriche mostrano che fra la classe sociale di
appartenenza e il successo scolastico vi è una relazione positiva.
Tre teorie spiegano questa relazione:
 teoria del deficit
 teoria della differenza
 teoria del capitale culturale
101
Teoria del deficit
I giovani provenienti dalle classi sociali più basse hanno un
cattivo rendimento scolastico e interrompono presto gli studi,
perché, a differenza di quanto avviene nelle classi medie, la
famiglia non fornisce loro né le capacità cognitive e linguistiche
né i valori, gli atteggiamenti e le aspirazioni che la scuola
richiede
Teoria della differenza
I fallimenti e i ritardi degli allievi provenienti dalle classi più
svantaggiate dipendono dalle istituzioni scolastiche
102
Teoria del capitale sociale
Secondo il sociologo francese Pierre Bourdieu, se gli
studenti delle classi agiate vanno meglio a scuola è perché
godono di privilegi sociali.
La famiglia trasmette loro:
- capitale culturale
- ethos di classe
103
Pierre Bourdieu
Riproduzione culturale: modi in cui la scuola, insieme ad altre
istituzioni, contribuisce a perpetuare, di generazione in
generazione, le disuguaglianze sociali ed economiche.
Attenzione ai meccanismi con cui la scuola
rafforza le differenze culturali acquisite
precocemente nel corso della vita.
104
Basil Bernstein
Il retroterra culturale di provenienza determina lo sviluppo di un
particolare codice linguistico che influenza il tipo di esperienza
scolastica.
Ragazzi delle classi inferiori
Ragazzi delle classi superiori
Codice ristretto
Codice elaborato
Comunicazione
dell’esperienza pratica
Generalizzazione e
trasmissione di idee astratte
105
Ivan Illich
Sviluppo economico moderno  individui, un tempo autosufficienti,
vengono privati delle proprie capacità tradizionali e costretti ad
affidarsi ai medici per la salute, agli insegnanti per l’istruzione, alla
televisione per l’intrattenimento e ai datori di lavoro per la
sussistenza.
Il sistema educativo è la risposta alle esigenze economiche di
disciplina e gerarchia.
Consumo passivo  accettazione acritica dell’ordine sociale
esistente attraverso la disciplina e l’irrigimentazione.
106
Ivan Illich
Le scuole svolgono quattro compiti:
- custodia;
- distribuzione degli individui nei ruoli occupazionali;
- apprendimento dei valori dominanti;
- acquisizione delle capacità e delle conoscenze socialmente approvate.
Programma occulto  il consumo passivo non viene insegnato
a livello cosciente, ma è implicito nell’organizzazione e nelle
procedure scolastiche.
Per contrastare questi processi occorre la descolarizzazione
della società
107
Istruzione e meritocrazia
Per la teoria funzionalista la società occidentale è diventata
sempre più meritocratica  la posizione degli individui nella
stratificazione sociale è sempre più determinata dalle
competenze acquisite e dalle capacità, e sempre meno
dall’origine sociale.
Ma
le ricerche empiriche sconfesserebbero tale opinione.
108
La vita quotidiana nella classe scolastica
Per comprendere ciò che effettivamente avviene in una classe scolastica e
quali dinamiche caratterizzano:
il rapporto tra insegnanti e allievi
i processi di socializzazione e di selezione
Numerose ricerche hanno analizzato:
1.
il tipo di leadership degli insegnanti (autoritario, democratico, laissezfaire)
2.
le strategie adottate da insegnanti e allievi nella definizione della
situazione
3.
il processo di negoziazione per stabilire e mantenere le regole della
convivenza
4. le aspettative degli insegnanti nei confronti degli allievi (la profezia che si
autoadempie)
109
Istruzione e immigrazione
in Italia/1
Dopo il 2005 i minorenni figli di stranieri sono
aumentati di circa 100mila unità all’anno
Nel 2006-2007 la quota di stranieri sul totale
superava il 7% nella prima classe della scuola
primaria e il 6,8% in prima media
Istruzione e immigrazione
in Italia/2
I nati in Italia da genitori stranieri hanno
rendimenti simili ai loro coetanei italiani figli
di autoctoni con un basso livello di istruzione
Tra i ragazzi venuti in Italia dopo aver
compiuto 10 anni la proporzione di ritardo
(più del 70%) è cinque volte più alta di quella
dei primi (14%)
Genere e sistema educativo
La scuola tende a riprodurre le differenze di genere:
-
i testi scolastici perpetuano gli stereotipi di genere;
-
i programmi scolastici hanno spesso un’impronta maschile;
-
gli insegnanti in aula dedicano più attenzione ai ragazzi.
113
Negli ultimi anni si sta assistendo a un aumento dell’impreparazione
maschile e ad una crescita della percentuale di donne laureate, che in Italia
ha superato quella degli uomini.
I fattori che spiegano il migliore rendimento scolastico delle ragazze sono:
- la crescita dell’autostima e delle aspettative femminili;
- la maggiore consapevolezza della discriminazione di genere all’interno del
sistema educativo;
- la differenza di approccio allo studio fra ragazzi e ragazze (le ragazze sono
più motivate e maturano più rapidamente).
A questa crescita non corrisponde però un migliore inserimento lavorativo.
114
Scienza e tecnica
115
La scienza è l’attività umana orientata in modo primario
e sistematico alla conoscenza, cioè alla descrizione e
spiegazione degli eventi, sia singolari sia ricorrenti, del
mondo naturale e del mondo umano e sociale.
116
La tecnica è quell’attività umana orientata alla soluzione
di problemi pratici, ciò può avvenire sia sulla base di
conoscenze empiriche, ricavate cioè direttamente
dall’esperienza pratica, sia sulla base di conoscenze
scientifiche. Come potete comprendere, la distinzione
fra scienza e tecnica è spesso molto labile. Scienza e
tenica influenzano profondamente i rapporti sociali,
innovando i sistemi di produzione, modificando il mondo
del lavoro, i sistemi di comunicazione, le relazioni
interpersonali e internazionali, e ogni sfera di agire
micro, macro e meso possibile.
117
Modello lineare del rapporto scienzatecnologia-innovazione.
Scienza di base
Scienza
applicata
Sviluppo
tecnologico
Nuovi
prodotti e
processi
“Il fatto che la scienza venga applicata non prova necessariamente che il
bisogno abbia significativamente determinato il raggiungimento del
risultato. Le funzioni iperboliche furono scoperte due secoli prima che esse
avessero alcun significato pratico, e lo studio delle sezioni coniche ebbe
un’irregolare storia di due millenni prima che esse fossero applicate nealla
scienza e nella tecnologia” (Merton 1949).
Lo sviluppo della scienza moderna può essere,
convenzionalmente, illustrato in tre fasi:
- i secoli XVII e XVIII;
- il secolo XIX fino alla metà del XX;
- l’ultimo mezzo secolo dalla II guerra mondiale a oggi
119
Ia fase (XVII-XVIII sec.)
Osservazione diretta
della natura, senza gli
occhiali della filosofia
Nascita del metodo
medievale e del
sperimentale
Movimento delle accademie
dogmatismo della Chiesa
Istituzionalizzazione
della scienza
120
IIa fase (XIX- metà XX sec.)
Le scienze si
istituzionalizzano in
discipline specialistiche
Si sviluppa, in
all’interno delle
forma parzialmente
Università
autonoma, il settore Nascono e si diffondono i
Politecnici e i grandi laboratori
della ricerca
di ricerca applicata
applicata connesso
all’industria
Sinergia tra ricerca pura e
ricerca applicata e tra Stato,
industria e Università, per il
finanziamento e
l’organizzazione del sistema
della ricerca scientifica
121
IIIa fase (dalla IIa guerra mondiale a oggi)
Connubio e reciprocità
tra Scienza e
Tecnologia
Ricerca pura e ricerca applicata
competono sempre più per
l’acquisizione di maggiori risorse
Grandi investimenti
nella ricerca militare e
“ricaduta tecnologica”
Nascita e sviluppo
del settore high-tech
122
La scienza come oggetto della sociologia
La scienza è un’istituzione sociale integrata ad
altre istituzioni sociali e gli scienziati non sono i
depositari di ‘verità assolute’, ma procedono
per tentativi ed errori; le scoperte che fanno e
le ‘verità’ che accertano restano sempre
provvisorie: in quanto impresa umana, la
scienza può legittimamente diventare oggetto
di studio della sociologia
123
Parsons  le istituzioni scientifiche, e in primo luogo le
università, incorporano i valori universalistici della
razionalità scientifica, che sono i valori dominanti della
società moderna
Merton  nella società moderna la scienza gode di un
elevato grado di autonomia e si sviluppa per effetto di
una dinamica essenzialmente endogena, anche se non è
mai del tutto “pura” e priva di condizionamenti esogeni
124
Fine istituzionale della scienza

l’accrescimento della conoscenza verificata = un processo
sostanzialmente cumulativo
I metodi per raggiungere questo fine sono:
 metodo induttivo = l’osservazione ripetuta di regolarità
consente la formulazione di “leggi” generali, sulla base delle quali
formulare previsioni, che vengono confermate empiricamente.
Esempio del tacchino induttivo.
 metodo deduttivo = consiste nel ricavare, in modo
logicamente coerente, proposizioni da determinate premesse (da
qui l’importanza della matematica per la scienza). Le scienze
sociali sono deduttive o induttive?
125
Cumulatività = ogni ipotesi empiricamente
verificata porta il suo contributo, mattone dopo
mattone, alla costruzione dell’edificio della
conoscenza scientifica
Comunità scientifiche = rappresentano la
garanzia dell’autonomia della scienza, in quanto
formulano e garantiscono l’applicazione di
principi normativi specifici al campo scientifico e
alle quali i singoli scienziati rispondono della
corretta applicazione delle procedure di ricerca
126
Ethos scientifico = l’insieme dei principi normativi
che caratterizzano ogni comunità scientifica e ne
costituiscono il codice deontologico:
• Universalismo (vedi dopo)
• comunitarismo
• disinteresse personale
• dubbio sistematico
 gli scienziati si trovano comunque a operare in
un contesto di ambivalenza strutturale
127
Scienza Amatoriale



Istituzioni.
 Accademie scientifiche
Organizzazione sociale.
 Riviste scientifiche
 “Peer review”
Organizzazione cognitiva.
 Filosofia naturale
Scienza Accademica



Istituzioni
 Università
Organizzazione sociale
 Professore scienziato
 Ethos della ricerca
 Ricompense di carriera legate alla produzione scientifica.
 Seminari, laboratori, istituti.
 Formazione più o meno sistematica di nuovi scienziati.
 Organizzazioni disciplinari.
Organizzazione cognitiva
 Discipline scientifiche.

Scienza di base.
ROBERT K. MERTON (1942)
La struttura normativa della scienza
(1)


Communalism: I risultati della ricerca sono di
pubblica proprietà e devono essere accessibili a tutti.
I ricercatori devono considerare i loro risultati come
un contributo al fondo comune di conoscenze della
comunità scientifica. I risultati dovono essere
pubblicati il più presto possibile perchè i colleghi li
possano utilizzare rapidamente.
Universalism: La valutazione della ricerca si deve
basare esclusivamente su criteri oggettivi ed
impersonali senza alcun pregiudizio di nazionalità,
razza, genere, caratteristiche personali, ecc.
ROBERT K. MERTON (1942)
La struttura normativa della scienza
(2)


Disinterestedness: Il ricercatore deve essere
distaccato emozionalmente dal suo oggetto di studio
e perseguire la ricerca della verità senza remore. I
risultati della ricerca non devono essere influenzati da
interessi extra-scientifici (politici, economici, religiosi).
Organized Scepticism: Il ricercatore deve avere un
atteggiamento critico, non solo verso il lavoro degli
altri ma anche del proprio. Possibili errori, dubbi o
punti deboli della propria ricerca devono essere
manifestati apertamente ed il ricercatore deve essere
il critico più inflessibile di se stesso
R.K. Merton
Livelli analitici
Società ‘at large’
Comunità scientifica
Conoscen
ze
scientific
he
Ethos della scienza
Valori societali
R. K. Merton (1957).
Il sistema delle ricompense nella scienza.
Contributo o
scoperta
Riconoscimento
Reputazione
Ricompense
Più produttività
Valutazione dei risultati scientifici (1).
La norma mertoniana
dell’universalismo.



I risultati scientifici dovrebbero essere valutati usando
criteri impersonali e obiettivi e non dovrebbero essere
influenzati da caratteristiche riguardanti l’autore.
Di conseguenza, le carriere scientifiche dovrebbero
essere aperte al talento; tutti dovrebbero avere
eguali opportunità di ottenere riconoscimento e
ricompense adeguate alla qualita della propria
prestazione di ruolo.
Merton vede il funzionamento di questa norma come
un requisito funzionale all’avanzamento della
conoscenza scientifica.
Valutazione dei risultati scientifici (2).
Il particolarismo nella scienza.



Influenza di caratteristiche funzionalmente irrilevanti
(non attinenti all’attività scientifica) quali età,
religione, genere, razza.
Influenza connessa all’affiliazione scientifica dello
scienziato quali il prestigio del dipartimento nel quale
ha ricevuto il dottorato, o dell’istituzione nella quale
lavora, oppure a precedenti riconoscimenti scientifici
e di carriera.
Altre caratteristiche personali irrilevanti come maniere
personalità o vedute politiche.
Disinteresse personale = l’interesse primario
dello scienziato deve essere il progresso della
conoscenza, ogni altro interesse (economico, di
prestigio, di potere) deve essere secondario e
subordinato
Dubbio sistematico = è dovere di ogni scienziato
esporre i propri risultati, in modo tale che
possano essere sottoposti al vaglio dei suoi pari
e, a sua volta, ogni scienziato ha il dovere di
sottoporre a critica i lavori degli altri
136
Per Merton lo sviluppo della conoscenza è visto
come essenzialmente cumulativo e tutto interno
alle singole discipline. Questi assunti sono messi
radicalmente in discussione da Thomas Kuhn, che
parte dall’assunto che, nello sviluppo di ogni singola
scienza, vi sono delle fasi di:
• continuità
• rottura della continuità
137
continuità  scienza normale  processo cumulativo
della conoscenza  il lavoro che lo scienziato svolge
sulla base di un paradigma scientifico riconosciuto e
accettato da una comunità scientifica
rottura  rivoluzioni scientifiche  percorso accidentato
della conoscenza  emergono anomalie e contraddizioni
in seno a un paradigma scientifico  emerge un
paradigma alternativo che spiega e risponde alle
anomalie, di cui il vecchio paradigma non sapeva dar
conto  accettazione del nuovo paradigma  nuova
fase di scienza normale
138
Nella filosofia della scienza contemporanea si
contrappongono due tradizioni:
 empirismo/razionalismo critico
 relativismo
139
Empirismo/razionalismo critico  Karl R. Popper
Il metodo scientifico procede per tappe:
• si incontrano dei problemi dai quali nascono degli
interrogativi
• si propone una teoria per risolvere i problemi e
rispondere agli interrogativi (congetture) = logica
della scoperta
• si sottopongono a critica i tentativi di soluzione
attraverso l’osservazione empirica della realtà
(confutazione) = logica della giustificazione
140
Relativismo  Paul K. Feyerabend e Imre Lakatos
• non ci sono criteri per affermare che una conoscenza
è vera o è falsa
• ogni conoscenza è valida solo all’interno di una
convenzione, i cui contenuti sono sempre mutevoli e
che è determinata sia da interessi extrascientifici, sia
dagli interessi professionali degli scienziati
141
Costruttivismo
• la scienza non può accedere alla realtà esterna se
non attraverso pratiche di “costruzione” della realtà =
il laboratorio è un luogo artificiale dove la natura viene
riconfigurata per poterla meglio manipolare, al fine di
condurre osservazioni controllate
• la scienza non può mai descrivere la realtà così
come essa è, ma solo rappresentarla attraverso i
propri linguaggi
142
A partire dal XIX secolo si assiste, da un lato a uno
sviluppo spettacolare delle scienze naturali, e dall’altro
all’emergere delle scienze sociali. In questa prima
fase, le scienze naturali vengono prese come modello
da imitare e si cerca di trasferire i loro apparati di
analisi e i loro metodi di indagine nel campo dello
studio dei fenomeni umani e sociali.
143
A cavallo tra il XIX e il XX secolo si sviluppa,
nell’ambito dello storicismo tedesco, l’idea che i
fenomeni umani debbano essere compresi nei loro
significati culturali  nell’ambito delle scienze dello
spirito, e nello specifico della storia, il fine della
conoscenza non deve essere la formulazione di leggi
universali, bensì la spiegazione/comprensione di eventi
individuali e irripetibili
Secondo Weber i fatti sociali sono riconducibili, in
ultima istanza, ad azioni individuali  la specificità
dell’agire umano consiste nel fatto che gli esseri umani
sono dotati della capacità di attribuire un senso alle
loro azioni, accessibile alla comprensione
144
Oggi tra le due tipologie di scienze esistono alcune
dimensioni, che servono a fissare le linee di
demarcazione e continuità tra di esse:
- “natura” dell’oggetto
- funzione dei paradigmi
- diversa centralità del metodo sperimentale
- tipo di linguaggio utilizzato nella comunicazione
grado di istituzionalizzazione
145
Nonostante lo sviluppo e il successo della scienza la
distanza tra scienziati/esperti e “laici” sembra non
essersi colmata. Ciò è dovuto a:
• la forte istituzionalizzazione dell’attività scientifica
• l’estrema specializzazione
• lo sviluppo di linguaggi, la cui traducibilità nel
linguaggio comune diventa sempre più ardua
• divergenza di opinioni e valutazioni di cui gli stessi
esperti sono portatori
• il ruolo dei media
• la percezione del rischio tecnologico
146
Temi di ricerca




I processi di negoziazione delle scoperte
scientifiche, del loro finanziamento pubblico e
delle applicazioni tecniche (es. le vetture
elettriche; la clonazione, le cellule staminali;
La costruzione di allarmi pubblici connessi a
rischi di ordine scientifico (le pandemie, i disastri
ambientali);
La definizione di “soglie” di rischio;
Il rapporto fra tecnica, identità e gruppi sociali,
eccetera.
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