SAPERI STORICI E NUOVE TECNOLOGIE
Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Dipartimento di discipline storiche
“Ettore Lepore”
NICOLA MADONNA
Il formato di scambio Unimarc
Definizioni
 Documento: «Qualsiasi oggetto
utilizzabile a fini di consultazione, ricerca,
informazione» (Devoto-Oli)
 Biblioteca: «una raccolta di documenti
ordinata per il loro reperimento»
(Guerrini)
 Catalogo: costituisce il mezzo che
consente l’incontro tra i documenti di una
biblioteca e i bisogni informativi
dell’utenza
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
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Documenti = fonti
d’informazione
 Secondo il contenuto informativo, i
documenti si distinguono in fonti:
 Primarie
documenti consultabili per sé, che non rimandano
necessariamente o esclusivamente ad altri
documenti (es.: enciclopedie, saggi, opere
letterarie, musicali, teatrali, cinematografiche,
figurative, rapporti tecnici, progetti, statistiche)
 Secondarie
Documenti che rinviano ad altri documenti (Es.:
bibliografie, cataloghi, indici e abstract di riviste)
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Fonti secondarie
e repertori bibliografici
 Una citazione bibliografica, un abstract o un sommario di un
articolo, l’indice di un’annata di un periodico sono descrizioni
sintetiche di documenti finalizzate a facilitarne
l’identificazione. Esse consistono nell’estrapolazione, dai
documenti descritti, di alcune informazioni essenziali, che poi
vengono registrate secondo determinate convenzioni, in
modo da risultare facilmente identificabili da parte dei
destinatari del messaggio
 Fonti secondarie possono essere pubblicate con la stessa
fonte primaria descritta, oppure autonomamente: in tal caso,
sono raggruppate e ordinate in appositi repertori bibliografici
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Repertori bibliografici
in ambiente elettronico
 Un repertorio bibliografico in ambiente elettronico
può consistere in:


una semplice lista precoordinata di citazioni,
consultabile in maniera sequenziale (es.: un
elenco di citazioni in una pagina web)
un vero e proprio database, o un sistema
integrato di databases
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Database bibliografici
 Un data-base è un archivio
elettronico di documenti (o comunque
di dati omogenei tra loro). Gli archivi
(file) raccolgono e indicizzano le singole
registrazioni (record).
 Un data-base bibliografico è un
archivio di fonti secondarie a
carattere testuale
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Cos’è un “formato”
 Si definisce “formato” la struttura logica
degli oggetti digitali.
 Perché un software possa riconoscere e
gestire un oggetto digitale, deve
identificarne la struttura come
corrispondente a una categoria astratta
di strutture o formati ad esso noti.
 I “formati di scambio” dei dati sono
dedicati allo scambio di dati fra sistemi
differenti.
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Formati strutturati
 Un formato si dice strutturato (o
complesso) se in uno stesso documento,
insieme ai dati informativi, sono presenti
diverse tipologie di metadati strutturali
(descrittivi, amministrativi, ecc.).
 Più è analitico un formato strutturato,
più indici se ne potranno ricavare.
 I record bibliografici sono oggetti digitali
a formato molto strutturato.
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ISBD
Tra gli scopi con cui erano nate le ISBD,
oltre a «fornire norme per la catalogazione
descrittiva compatibili in tutto il mondo allo
scopo di facilitare lo scambio internazionale
delle registrazioni bibliografiche», vi era
anche quello di «favorire la conversione
delle registrazioni bibliografiche in forma
leggibile dalla macchina».
Per questo secondo scopo sono nati
formati di gran lunga più analitici: i MARC.
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Lo standard ISO 2709
 L’International Organization for
Standardization ha pubblicato nel 1996 la
terza edizione della norma ISO 2709 per la
standardizzazione del formato scambio
su nastro magnetico dei record
bibliografici (Format for bibliographic
information interchange on magnetic tape).
 La norma, agilissima, serve unicamente ad
impostare la struttura astratta del formato.
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Conformità a ISO 2709
Elementi necessari ad una registrazione
per essere conforme a ISO2709:
 Etichetta del record (guida o leader): 24 caratteri con
informazioni codificate sul record.
 Indice (directory): riporta un numero di occorrenze uguale
al numero dei campi presenti nella registrazione.
 Campi di dati (datafields): indicatori, identificatori di
sottocampo, codici di sottocampo, dati (max. 9999 car. per
campo e 99999 car. per record).
 Separatore di registrazione (field terminator): codice di
fine record (%).
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Caratteristiche di un
record ISO 2709
 Un record ISO 2709 è dunque un
file lineare di testo.
 Ciò consente la sua esportabilità e
lo scambio tra database gestiti da
software diversi.
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Il formato Unimarc
Definizione: Unimarc è un formato macchina
standardizzato per lo scambio di record
bibliografici.
Unimarc è:





Conforme a ISO 2709.
Conforme alle ISBD.
Flessibile rispetto a livelli di analiticità differenziati.
Ridondante (sono previsti campi e modalità diversi per
una stessa tipologia di informazione).
Gerarchico (ha campi e sottocampi).
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Origini di MARC
 Anni ’60: la Library of Congress pensa di
convertire il catalogo cartaceo in un catalogo su
elaboratore; si sviluppa il primo formato MARC
(MAchine Readable Cataloguing), da cui nel
1973 deriverà la prima edizione di ISO 2709.
 Nel 1968 LC in cooperazione con la British
Library sperimenta MARC II, prototipo di tutti i
MARC successivi.
 Anni ’70: nei vari Paesi nascono e si diffondono
MARC nazionali fondati su ISO 2709.
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Nascita di UNIMARC
 Nel ’75 fu pubblicato UKMARC (per la
Gran Bretagna) e INTERMARC (per paesi
francofoni e slavi); in Italia si diffuse
ANNAMARC (Automazione Nella
NAzionale).
 A partire dal ’77 appaiono a cura
dell’IFLA le prime edizioni di UNIMARC
 Negli Stati Uniti si passò invece da MARC
II a USMARC; nel 1999 è stato
pubblicato MARC 21.
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Prime edizioni di
UNIMARC
 La prima edizione (1977) conteneva solo il
trattamento dei materiali per cui si era già
pubblicato il corrispondente ISBD (cioè
monografie e periodici).
 La seconda edizione (1980) armonizzava lo
standard alle revisioni di ISBD, ma
comprendeva anche materiale cartografico e
non librario
 Nel 1983 esce l’UNIMARC handbook,
indispensabile guida all’utilizzo del formato.
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Aggiornamenti e
Raccomandazioni
 Negli anni ’90 l’IFLA costituisce il PUC
(Permanent Uniamrc Committee) con il
compito di seguire la costante evoluzione
del formato, ma anche di promuoverne la
diffusione.
 Il PUC ha pubblicato tre aggiornamenti del
manuale (1996, 1998, 2000) e numerose
Guideline (raccomadazioni) dedicate alle
registrazioni analitiche, alle microforme, al
libro antico, alla catalogazione a più livelli e
alle risorse elettroniche.
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Evoluzione di Unimarc
 Negli anni ’90 si moltiplicano i progetti
europei per la conversione in Unimarc dai
Marc nazionali.
 In Italia già dal 1985 la BNI aveva adottato
Unimarc come formato di scambio delle
registrazioni; in Unimarc sono anche i dati
del catalogo della Biblioteca nazionale
centrale di Firenze.
 Unimarc tende ad affermarsi non solo come
formato di scambio, ma anche come
formato di gestione “interno”.
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La catalogazione
con Unimarc
Unimarc è sviluppato sulla base delle
ISBD, prevede pertanto campi e codici
specifici per record catalografici relativi a:
monografie, periodici, parti componenti,
libri antichi, partiture musicali, documenti
cartografici, immagini, registrazioni audio
e video, materiali museali, risorse
lettroniche.
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I quattro formati
Unimarc
Unimarc prevede a tutt’oggi 4 formati:




Unimarc Bibliographic Format
Unimarc Authority Format (1991, poi
1996)
Unimarc Classification Format (2000)
Unimarc Holdings Format (in
programmazione)
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Analisi del formato
Unimarc Bibliographic, come tutti i
formati scambio, ha tre componenti
base:

la struttura fisica

gli identificatori del contenuto

il contenuto della registrazione
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La struttura fisica
La struttura fisica definisce le regole
di costruzione della registrazione,
indicando la tipologia dei campi di cui
si compone, se cioè di lunghezza
fissa o variabile, e la possibile
ripetibilità dei campi stessi.
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Gli identificatori
del contenuto
Vi sono tre tipi di identificatori:
 etichette (stringa di tre caratteri che
identifica il tipo di campo che la
segue);
 indicatori (sono al massimo due per
campo, sono numerici e hanno valore
diverso a seconda dei campi utilizzati)
 codici di sottocampo (introducono
all’interno di un campo gli elementi che
costituiscono un sottocampo)
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Il contenuto della
registrazione
Il contenuto della registrazione è costituito
dai dati contenuti in ciascun campo e
sottocampo.
Anche se le problematiche relative a
questo aspetto sono di pertinenza delle
regole di catalogazione e degli standard
applicati, tuttavia il passaggio dalla
catalogazione manuale a quella
automatizzata rende sempre più stretti i
rapporti fra il formato e il contenuto.
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Tipologie di campi
In Unimarc troviamo:
 campi di dati codificati e di dati descrittivi (sono sempre
dati testuali, ma i primi sono in codice, i secondi in linguaggio
naturale)

campi a lunghezza fissa e a lunghezza variabile (i primi
sono di dati codificati)


campi obbligatori, raccomandati e facoltativi
(sono
obbligatori solo i campi: 001, 100, 101, 200, 801 e, in presenza del
dato, 120, 123 e 206)
campi ripetibili e non ripetibili (ma attenzione a non
confondere campi e sottocampi: la casistica è oltremodo varia)
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I Campi di dati (1)
 I campi di dati sono la parte del record in
cui vengono riportate generalmente le
vere e proprie informazioni bibliografiche,
in alcuni tipi di campi in forma testuale, in
altri in forma codificata
 All’interno di un campo, i dati sono
generalmente articolati in sottocampi e
possono essere introdotti da un massimo
di due indicatori, che ne specificano il
contenuto o il trattamento
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I Campi di dati (2)
• I campi delle informazioni
descrittive corrispondono alle aree
ISBD e al loro interno i sottocampi
corrispondono alla punteggiatura
ISBD
• L’ISBD viene in tal modo (non
sostituito ma) disambiguato e
tradotto in un formato macchina
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
27
Pausaaa!
Ci rivediamo
tra dieci minuti
L’etichetta del record:
Leader
 È una stringa di 24 caratteri contenenti informazioni
generali sul record espresse in codice.
 È obbligatoria: è necessaria per le macchine ai fini
della corretta decodifica della registrazione
 È il primo elemento della registrazione; non ha
etichetta, né indicatori, né sottocampi.
 Ogni informazione occupa una posizione fissa
all’interno della stringa (ciò la rende più facilmente
individuabile dai software).
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I dati codificati
presenti nel Leader
0-4
Lunghezza del record (massimo 99.999 caratteri)
5
Stato del record
6
Tipo di documento descritto
7
Livello bibliografico
8
Livello gerarchico (rispetto ad altro record)
9
Non definito
10
Lunghezza degli indicatori
11
Lunghezza degli identificatori di sottocampo
12-16
Posizione del carattere iniziale del primo campo
17
Livello di codifica UNIMARC
18
Tipo di catalogazione (conformità a ISBD)
20-22
23
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Struttura della directory
Non definito
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Esempio di Leader
LDR:
00515nam0#2200193###|450#
nuovo record, di 515 caratteri, dove il carattere iniziale del
primo campo occupa la posizione 193esima. Il record è
relativo a un testo a stampa monografico, non è collegato
gerarchicamente ad altri records, è pienamente codificato
secondo UNIMARC e la catalogazione è pienamente
conforme a ISBD
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I blocchi Unimarc
0
Blocco di identificazione
1
Blocco delle informazioni codificate
2
Blocco delle informazioni descrittive
3
Blocco delle note
4
Blocco dei legami
5
Blocco dei titoli in relazioni
6
Blocco dell’analisi semantica
7
Blocco della responsabilità intellettuale
8
Blocco dei dati internazionali
9
Blocco di uso locale
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Blocco 0 - Identificazione
I campi contrassegnati da un tag che comincia per “0”
contengono numeri o stringhe alfanumeriche che
identificano univocamente:
il record. Esempi:



001 numero di sistema del record nel proprio archivio
(obbligatorio);
005 data e ora dell'ultima modifica
035, numero di sistema dell'archivio da cui il record è stato
importato
Il documento catalogato. Esempi:



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010 ISBN
011 ISSN
020 numero di bibliografia nazionale
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Blocco 1
Informazioni codificate
I campi contrassegnati da un tag che comincia per "1" contengono
sequenze di informazioni espresse in linguaggio codificato, utile a
disambiguare l'informazione e a facilitare operazioni di filtering su
archivi estesi.
Ogni elemento della sequenza è identificabile ed enucleabile dalla
sua posizione, che è predefinita. Esempi:
100
Dati generali per l’elaborazione
101
Lingua della pubblicazione
102
Paese della pubblicazione
105
Materiale testuale, monografie
110
Periodici
135
Risorse elettroniche
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Blocco 2
Informazioni descrittive
I campi il cui tag comincia per "2" contengono le informazioni
prescritte dall'ISBD, espresse -come in ISBD- in termini tratti dal
linguaggio naturale.
La differenza sta solo nella punteggiatura, che in UNIMARC si
omette ed è sostituita dal sistema dei campi e sottocampi (eccetto
il segno "=" per i titoli paralleli, che permane).
Esempio: 200 1
$a
Titolo proprio
$b
Indicazione generica del materiale
$c
Titolo proprio di altro autore
$d=
Titolo parallelo
$e
complemento del titolo
$f
Prima formulazione di responsabilità
$g
Seconda formulazione di responsabilità
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35
I campi più
importanti del blocco 2
200
Titolo e formulazione di responsabilità
205
Edizione
210
Pubblicazione, distribuzione, ecc.
215
Descrizione fisica
225
Collezione
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Blocco 3 - Note
I campi il cui tag comincia per "3" contengono le
informazioni che in un record ISBD sono fornite in nota.
Per diverse tipologie di nota esiste un apposito campo 3xx.
Alcuni ess.:
300
Note generali
304
Note riferite al titolo e alla formulazione di
responsabilità
324
Nota di edizione originale
327
Nota di contenuto
330
Sommario o abstract
336
Nota sul tipo di risorsa elettronica
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Blocco 4 - Legami
I campi il cui tag comincia per "4" contengono informazioni su
altri record collegati a quello in esame. Sono previste due
tecniche:


Quella dell'incapsulamento, fondata appunto sull'incapsulamento nel
campo 4xx $1 di interi campi dell'altro record, inclusi i tag, gli
indicatori e gli identificatori di sottocampo.
Esempio: 410 1$1001005678
Quella per sottocampi standard, fondata sulla citazione in appositi
sottocampi del campo 4xx delle informazioni presenti nell'altro
record
Esempio: 410 1$tTitolo della serie$0numero di sistema del record
collegato
25 marzo2004
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Blocco 5
Titoli in relazione
I campi il cui tag comincia per "5" contengono
titoli associati alla pubblicazione catalogata. Ess.:
500
Titolo uniforme
510
Titolo parallelo
512
Titolo di copertina
516
Titolo del dorso
517
Altri titoli varianti
532
Titolo per esteso
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Blocco 6
Analisi semantica
I campi il cui tag comincia per "6" contengono le
formulazioni di soggetto, secondo sistemi che utilizzano
termini del linguaggio naturale o codici alfanumerici.
Ess.:
610
Termini di soggetto non controllati
675
CDU (Classificazione Decimale Universale)
676
CDD (Classificazione Decimale Dewey)
680
Classificazione della Library of Congress
25 marzo2004
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Blocco 7
Responsabilità intellettuale
I campi il cui tag comincia per "7" contengono le intestazioni per
autori ed enti, ossia i nomi di persone o enti cui è associata una
responsabilità intellettuale rispetto alla pubblicazione catalogata.
Sono previsti campi per vari livelli di responsabilità (700, 710
principale; 701, 711, alternativa; 702, 712 secondaria; 730, livello
non specificato), e sottocampi ("$4") in cui specificare in codice il
tipo di relazione del soggetto con l'opera .
Se l'intestazione è tratta da un authority file, si raccomanda di
citare il corrispondente record di authority (nel sottocampo "$3")
Non essendo standardizzate le forme delle intestazioni, vanno
specificati l'ordine di citazione delle parti del nome (mediante
indicatori appositi) e la punteggiatura (che va apposta dal
catalogatore).
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
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I campi del blocco 7
700
Autore personale – Responsabilità principale
701
Autore personale – Responsabilità alternativa
702
Autore personale – Responsabilità secondaria
710
Ente collettivo – Responsabilità principale
711
Ente collettivo – Responsabilità alternativa
712
Ente collettivo – Responsabilità secondaria
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
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Blocco 8
Dati internazionali
I campi il cui tag comincia per "8" contengono
informazioni di genere vario:


sul record
Esempi:
801 fonte della registrazione (i.e.: chi l'ha prodotta)
886 dati non convertiti dal formato fonte
o sulla pubblicazione
Esempio:
856 localizzazione e accesso elettronici (URL)
25 marzo2004
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I campi
"9xx", "x9x", "xx9"
• I campi con un "9" nel tag contengono dati di tipo non
previsto dal formato UNIMARC ma appartenenti a
convenzioni descrittive nazionali.
• Tali dati, a meno di accordi espressi, non vengono esportati.
• In assenza di un formato UNIMARC per dati gestionali sulle
copie fisiche, spesso un campo "9xx" viene utilizzato per
registrare tali dati.
• Si ricorre al "9" nel tag anche per registrare soggetti o
classificazioni tratti da sistemi non riconosciuti ufficialmente
sul piano internazionale.
• La BNI utilizza i campi 900 e 910 per registrare forme non
preferite di nomi di persone o di enti.
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
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I set di caratteri
 I primi calcolatori sono nati con set
di caratteri minimali (numeri e
caratteri del solo alfabeto latino),
dovendo rispondere unicamente a
esigenze di calcolo.
 Ciò costituì un regresso rispetto alle
schede cartacee, venendo meno i
caratteri diacritici e i segni speciali
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
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I caratteri ASCII



Da tempo c’è convergenza sul set di caratteri base
sullo standard ISO 646, 7-bit coded character set for
information processing interchange, meglio noto come
set di caratteri ASCII (American standard code for
information interchange).
Il set comprende 128 caratteri: i primi 32 riservati a
funzioni di controllo, 94 ai caratteri grafici, 1 allo
spazio, 1 alla cancellazione.
Anche in questo modo però i caratteri e i segni
speciali rappresentabili non bastano a rispondere alle
esigenze del trattamento dei dati bibliografici.
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
46
I set di caratteri estesi



La Library of Congress ha sviluppato un set
di caratteri esteso (ANSEL, Extended latin
alphabet coded character set for
bibliographic use), poi utilizzato per la
codifica delle registrazioni USMARC.
Unimarc ha invece adottato la norma ISO
5426, Extended latin set.
Ciò significa che per transcodificare una
registrazione da un Marc all’altro è
necessario anche tradurre i caratteri speciali
da un set all’altro.
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
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I set di caratteri
per alfabeti non latini
Unimarc prevede anche la possibilità di trattare
registrazioni in alfabeti non latini. Ecco i set
attualmente previsti:

ISO Registration #37 = cirillico di base

ISO DIS 5427 = cirillico esteso

ISO 5428 = greco antico

ISO 6438 = africano

ISO 10586 = georgiano
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
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Unicode
Anche i set appena visti sono tuttavia ben lontani
dall’esaurire le esigenze della catalogazione; essi sono
inoltre di spiccata impronta europea.
 Una risposta infinitamente più ricca alle esigenze
espresse, è stata data da Unicode (norma ISO 10646 livello
3).
 Unicod è basato su una codifica a 16 bits ed è in grado di
gestire fino a 65.000 caratteri.
 È prevista una sua ulteriore estensione, l’UTF-16, che
consentirebbe la codifica di oltre un miliione di dati.
 Unimarc prevede già la possibilità di utilizzare Unicode;
tutti i principali produttori di hardware e software per
l’automazione bibliotecaria si stanno orientando verso
questo standard.
25 marzo2004
Il formato di scambio Unimarc
49
Pausaaa!
Ci rivediamo
tra dieci minuti
2ª parte
OPAC
panoramica e guida all’uso
25 marzo2004
Gli Opac
51
OPAC
 Un OPAC è un particolare tipo di database bibliografico in
cui sono descritte le pubblicazioni possedute da - o
accessibili tramite - una biblioteca o una rete di
biblioteche.
 L’Opac deve rispondere a tre tipi di domande:



se la biblioteca possiede una determinata pubblicazione
quali opere di uno stesso autore e quali edizioni di una
stessa opera sono possedute
Quali opere su un determinato argomento sono
possedute
25 marzo2004
Gli Opac
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Online Public Access Catalogue
 L’accesso all’OPAC deve essere intuitivo per
l’utente, l’interfaccia (Web, GUI o Z39.50) deve
essere facile da usare
 La ricerca deve poter essere formulata per parole
chiave o a scorrimento su una pluralità di indici
 Devono essere previste opzioni di filtro e
ordinamento
 I risultati devono essere visualizzati in modo da
evidenziare gruppi di record affini
 I singoli record devono apparire in formati
standard (ISBD, UNIMARC)
25 marzo2004
Gli Opac
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Interrogare un Opac*
 Interrogare un Opac consiste essenzialmente
nel verificare se una o più parole specificate
siano contenute in qualcuno dei record che
costituiscono l‘Opac.
 L'utente quindi deve inserire le parole
desiderate negli appositi spazi visibili sullo
schermo; il sistema risponderà visualizzando
quei record che contengono le parole richieste, i
quali descrivono i volumi posseduti dalle
biblioteche in questione.
* Da questa diapositiva e fino alla diapositiva n. 68 le informazioni sono state prese da:
Claudio Gnoli, Gli Opac. Una guida per il pubblico all’utilizzo dei cataloghi in linea, in
Aib-Web Contributi, seconda edizione aprile 1999 <http://www.aib.it/aib/contr/gnoli1.htm>
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Gli Opac
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L’uso dei campi
 Poiché i record sono divisi in campi, generalmente
conviene cercare le parole desiderate nell'ambito di un
determinato campo
 Interrogando un Opac, si troverà sullo schermo una
scelta fra i diversi campi nei quali è possibile cercare. I
campi più importanti sono generalmente quelli
dell'autore, del titolo e del soggetto.
 Come nel caso dei cataloghi a schede, quando si
conoscono esattamente i dati delle opere che si
stanno cercando, conviene cercare per autore o per
titolo.
25 marzo2004
Gli Opac
55
La ricerca per soggetto
 Quando invece si sta cercando qualsiasi opera che
tratti un determinato argomento, il metodo più logico
è cercare nel campo del soggetto. Tuttavia non è detto
che in questo modo si trovino tutti i record pertinenti
all'argomento cercato, perché:


i soggetti si basano rigidamente su vocabolari controllati,
per cui il soggetto appropriato per l'argomento cercato
potrebbe non essere il termine che si ha in mente, ma un
suo sinonimo;
in molti Opac una parte delle opere non sono associate a
nessun soggetto, in quanto per risparmiare tempo sono
state catalogate in forma più semplice.
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Altri campi
 In alcuni Opac è possibile cercare anche in altri campi,
ad esempio luogo e data di pubblicazione, editore,
collana, lingua: questi campi di solito non sono molto utili
se presi da soli, perché contengono le stesse espressioni
per moltissimi libri diversi.
 Alcuni Opac offrono anche la possibilità di cercare se
determinate parole siano presenti in un qualsiasi campo.
Ciò può essere utile per esempio nel caso di parole poco
comuni, ad esempio nomi di persone che possono essere
sia autori di opere che argomento di altre opere. Se però
le parole cercate sono comuni, questa strategia può dare
risultati problematici.
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Gli Opac
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Una regola d’oro
Anche quando è possibile farlo, infine, non
conviene riempire troppi campi
contemporaneamente, perché così si rischia di
restringere troppo la gamma dei possibili risultati:
basta infatti che ci sia un'inesattezza in uno dei
termini richiesti, perché la ricerca non dia alcun
risultato.
Perciò, anche se si cerca un testo di cui si
conoscono tutti i dati bibliografici, conviene
utilizzare solo uno o due campi per volta,
selezionando alcune parole particolarmente
significative che si desidera compaiano nei record.
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Le modalità di ricerca:
ricerca browse
L'aspetto delle videate attraverso cui ci si muove varia a seconda
dei diversi Opac. Tuttavia, esistono essenzialmente due modi con
cui si può cercare: per liste o per parole.
Nella ricerca per liste, il sistema richiede di inserire una sola
stringa, contenente una o più parole da cercare nel campo
dell'autore, oppure nel campo del titolo, oppure nel campo del
soggetto. Quindi viene visualizzata una lista di voci che iniziano
con la parola o le parole richieste, oppure con parole simili, che
nell'ordine alfabetico si trovano vicino a quella richiesta. La prima
delle voci che rispondono meglio alla richiesta è di solito
evidenziata, ma viene comunque mostrato anche un certo numero
di voci precedenti e successive. Questo sistema permette di
compensare una parte dei possibili errori nello spelling delle parole
richieste; e inoltre, permette di vedere contemporaneamente
diverse voci che inizino con le stesse parole, per poi scegliere
quelle desiderate.
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Le modalità di ricerca:
ricerca find
Nella ricerca per parole, invece, si può cercare
anche in più campi contemporaneamente; il
sistema risponderà visualizzando tutti i record che
contengono le parole cercate, non solo all'inizio
ma anche all'interno dei campi rispettivi. Non
vengono invece visualizzate le voci che
contengono parole simili a quelle richieste: quindi
occorre fare particolare attenzione alle parole che
si inseriscono, poiché il risultato dipenderà
rigorosamente da queste.
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Come inserire le richieste
fare attenzione alla battitura
maiuscole e minuscole: generalmente non c’è differenza
segni diacritici: di solito non è necessario indicarli (è
consigliabile provare in entrambi i modi)
 segni di punteggiatura, trattini, apostrofi: vale lo stesso
che per i diacritici
 stop word: sono alcune parole corte (es.: gli articoli,
congiunzioni, ecc.) che gli Opac tralasciano
automaticamente; in particolari occorre omettere gli
articoli iniziali perché non indicizzati
 soggetti (o parole chiave): bisogna digitarli nella lingua
del catalogo



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Linguaggi di
interrogazione
Esistono numerosi linguaggi di interrogazione:



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Il più diffuso nella maggior parte delle banche
dati è quello degli operatori logici che derivano
dall'algebra di Boole e vengono impiegati dai
calcolatori per compiere moltissime operazioni.
Molto diffusi anche gli operatori relazionali e gli
operatori di prossimità.
Da non dimenticare, infine, i cosiddetti caratteri
jolly.
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Gli operatori logici
(o booleani)




AND o + (intersezione): si usa per rintracciare i
record che soddisfano entrambi i criteri richiesti.
OR (unione): si usa per rintracciare i record
che soddisfano almeno uno dei criteri richiesti.
NOT o AND NOT (complemento): si usa per
rintracciare i record che soddisfano un
determinato criterio escludendo quelli che però
ne soddisfano un altro.
XOR o NOR (esclusione): si usa per rintracciare
i record che soddisfano esclusivamente uno solo
dei criteri richiesti.
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Operatori relazionali
In alcuni opac è possibile utilizzare anche degli
operatori relazionali, che permettono di
richiedere che il contenuto di un campo sia
maggiore (>), minore (<) oppure uguale (=) ad
un valore specificato.
Questi operatori si applicano tipicamente alle date
ed altri campi numerici; altrimenti assumono il
significato di "precedente/successivo nell'ordine
alfabetico a -".
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Operatori di prossimità
Gli operatori di prossimità sono una versione più precisa
degli operatori AND e NOT: permettono infatti di richiedere
che le parole in questione non solo siano (o non siano)
presenti nello stesso record, ma si trovino ad una
determinata distanza fra loro ed eventualmente in un
determinato ordine.
Gli operatori di prossimità disponibili variano a seconda degli
Opac, ma perlopiù permettono di:



cercare due parole adiacenti e nell'ordine dato (l'operatore è
spesso scritto ADJ oppure WITH);
cercare due parole adiacenti in qualsiasi ordine (spesso
scritto NEAR)
cercare due parole presenti all'interno dello stesso campo
(spesso scritto SAME).
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Combinare gli operatori
Gli operatori logici si possono combinare,
creando stringhe di ricerca anche complesse per
particolari esigenze. In questo caso occorre fare
attenzione all'ordine con cui vengono eseguite le
operazioni logiche; secondo la gerarchia standard,
l'ordine di priorità dovrebbe essere NOT, AND, OR,
ma in realtà non tutti gli opac seguono questa
regola: perciò il sistema più sicuro è utilizzare le
parentesi.
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I caratteri jolly
I cosiddetti caratteri jolly sono dei simboli che possono
corrispondere a qualsiasi carattere, oppure a una sequenza
di caratteri di qualsiasi lunghezza. Anche nei simboli usati
come caratteri jolly gli Opac variano molto, e occorre
appurarli in ciascun caso leggendo le relative istruzioni.
Ecco i casi in cui si usano:


troncamento: è un modo per evitare di dover digitare
lunghe sequenze di termini alternativi aventi una stessa
radice, separati dall'operatore OR (carattere jolly usato:
asterisco, dollaro, due punti, o altro).
mascheramento: si sostituisce un determinato numero di
caratteri all’interno della parola (carattere jolly usato:
soprattutto asterisco, o punto interrogativo).
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Troppi risultati!
Se una ricerca produce una grande quantità di
record, la maggior parte dei quali non
sembrano interessanti, piuttosto che scorrerli
tutti conviene fare una nuova ricerca
utilizzando dei termini più specifici: scegliere
parole meno comuni per i titoli e i soggetti,
specificare l'autore (eventualmente anche il
suo nome, se il cognome è piuttosto comune),
specificare un intervallo di date, utilizzare più
campi contemporaneamente.
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Integrazione dell’informazione
(1)
Le tecnologie dell’ipertesto e dei
database relazionali permettono di
superare la gestione settoriale dei
servizi bibliotecari e bibliografici, a
vantaggio di una forte integrazione
dell’informazione e dei processi
gestionali retrostanti
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Integrazione dell’informazione
(2)
Il catalogo bibliografico, l’OPAC tradizionale, può
essere integrato con altre tipologie di documenti o
altri database:

Amministrativi (archivi dei fornitori, anagrafe degli
utenti, inventario)

Bibliografici (Authority files, bibliografie, TOCs, OPAC
esterni, …)

Documentari (full text, immagini, registrazioni audio
e video)
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Integrazione dell’informazione
(3)

Tramite un’unica interfaccia, l’utente accede non solo al record
bibliografico, ma da questo al documento elettronico descritto,
oppure a una gamma di servizi interattivi, comunque orientati alla
disponibilità del documento finale: prestito, prenotazioni,
desiderata, fotocopie, DD, SDI.

L’integrazione dell’informazione può essere interna a uno stesso
sistema informativo e riguardare le sue sole risorse, oppure
essere fondata sull’uso di standard internazionali (MARC, EDI,
Z39.50, …) e riguardare l’attività e i servizi di molteplici
organizzazioni, diverse e distanti.
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Dall’OPAC ai Portali
Lo sviluppo dell’ipertestualità e del Web favoriscono diverse
soluzioni per la cooperazione e l’integrazione di servizi e
risorse a distanza:





La biblioteca integra l’OPAC nelle proprie pagine Web
La biblioteca integra il reference nell’OPAC
La biblioteca integra nell’OPAC l’accesso ai documenti
catalogati
Più biblioteche condividono lo stesso OPAC, in forma
virtuale o materiale
Si diffondono i portali (Non solo OPAC, ma accesso a
varietà di altre risorse, mediante uno stesso motore di
ricerca).
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Per chi vuole
approfondire Unimarc






IFLA UBCIM, 1998: UNIMARC Manual. Bibliographic format. 2. ed.
München, Saur. N.B.: per l'ed. elettronica aggiornata vai al sito
<http://www.ifla.org/VI/3/ubcim.htm>
SCOLARI, Antonio, 2000: UNIMARC. Roma, Associazione Italiana
Biblioteche (ET Enciclopedia tascabile; 18)
MAIELLO, Rosa, 2002: UNIMARC, un formato “universale"?
<http://www.aib.it/aib/sezioni/cam/maiel-tx.htm>
GORMAN, Michael, 1998: Il futuro della catalogazione nell'era
elettronica. In: "Bollettino AIB", 38 (2), p. 138-148
PERUGINELLI, S., 1998: Il futuro dei formati bibliografici. In: Congresso
nazionale AIB, 44., Genova, 1998
<http://www.aib.it/aib/congr/co98stand5.htm>
WESTON, P. G., 2001: Catalogazione bibliografica: dal formato MARC a
FRBR. In: Bollettino AIB, 41 (3), p. 267-284
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Il formato di scambio Unimarc
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Per chi vuole
approfondire gli Opac
 BASILI, C., 1998: La biblioteca in rete: strategie e servizi
nella Società dell'informazione. Milano, Editrice
Bibliografica (Bibliografia e Biblioteconomia; 53)
 GNOLI, C., 1999: OPAC in Italia: una panoramica delle
tipologie e delle modalità di consultazione. In:
"Bibliotime", 2 (1)
<http://www.spbo.unibo.it/aiber/bibtime/num-ii1/gnoli.htm>
 METITIERI, F. - RIDI, R., 2002: Biblioteche in Rete:
istruzioni per l’uso. Roma-Bari, Laterza
 SALARELLI, A. - TAMMARO, A.M., 2000: La biblioteca
digitale. Milano, Editrice Bibliografica (Bibliografia e
Biblioteconomia; 57)
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Il formato di scambio Unimarc
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