IL LAVORO MINORILE
Nel 1986 il comitato esecutivo dell’UNICEF indicò alcuni criteri utili per
definire lo sfruttamento. Tra essi abbiamo:
-Lavoro a tempo pieno in età troppo giovane;
-Troppe ore di lavoro;
-Lavoro pericoloso per la salute o che comporta stress fisico o psicologico;
-Salario inadeguato;
-Lavoro che impedisce di accedere all’istruzione;
-Lavoro che mina la dignità e l’autostima dei bambini(es. schiavitù e
sfruttamento sessuale).
IL LAVORO MINORILE
1.
Quale sezione dell’O.N.U., si occupa del fenomeno del lavoro minorile?
Le sezioni dell’O.N.U.(Organizzazione Nazioni Unite) che si occupano
del fenomeno del lavoro minorile sono l’O.I.L(Organizzazione
Internazionale del Lavoro) e l’U.N.I.C.E.F (the United Nations
Children’s Fund)
2. Che cosa s’intende per “attività economica”?
S’intende che gli “sfruttatori” guadagnano molti soldi perché i
bambini non vengono e non possono essere messi i regola, ma
soprattutto perché possono essere corrotti dai padroni molto
facilmente per lavorare.
3. Quali lavori l’ILO ritiene possibili per i minori? Quali, invece, cerca di
combattere?
L’ILO cerca di combattere i lavori di: conceria, pesca in acque
profonde, fabbricazione dei fiammiferi e di fuochi artificiali,
lavorazione del vetro, raccolta dei rifiuti, lavorazione dell’ardesia, nel
settore minerario, fabbricazione di mattoni, in agricoltura, tessitura
dei tappeti ed infine nell’edilizia. Ritiene possibili invece i lavori
domestici acconsentiti però dai genitori.
LA PORTATA DEL FENOMENO
1.Quanti sono i bambini e i ragazzi impiegati in attività lavorative del
mondo? Qual è la loro età?
Nel mondo i bambini e i ragazzi impiegati in attività lavorative sono 352
milioni ed hanno un’età tra i 5 e i 17 anni dei quali 211 milioni sono minori,
hanno cioè tra i 5 e i 14 anni.
2.Qual è l’età minima di accesso al lavoro, intesa come standard minimo
internazionalmente pattuito?
L’età minima di accesso al lavoro, intesa come standard minimo
internazionalmente pattuito è di 15 anni. Nei paesi con strutture
economiche non sviluppate, l’età minima è di 14 anni.
3.Tra i ragazzi che lavorano, quanti sono impiegati in attività lavorative
da abolire perché pregiudizievoli alla condizione di minore?
Tra i ragazzi che lavorano, 186 milioni sono impiegati in attività
lavorative da abolire perché pregiudizievoli alla condizione di minore.
LA PROSPETTIVA DI GENERE
1.
Tra i minori che lavorano, qual è la percentuale dei maschi e quale
quella delle femmine? Come mai?
Nel mondo i giovani lavoratori tra i 5 e gli 11 anni sono circa 50\60
milioni. I lavoratori tra i 5 e i 14 anni sono 250 milioni; 120 lavorano
a tempo pieno, 130 lavorano part time. Sono concentrati in Asia(153
milioni, 61%), Africa(80 milioni, 32%) e in America del sud (17,5
milioni, 7%) di questi il 70\75% è impiegato in attività agricole e di
pesca, 8\17% nel commercio e nei luoghi pubblici quali ristoranti,
bar, alberghi, l’8\15% nel campo industriale, il 7% nei settori dei
servizi e l’1\2% nelle miniere.
2. In quale fascia di età la percentuale di minori di sesso maschile
aumenta? Perché?
La percentuale dei bambini lavoratori tra i 5 e i 12 anni è di 3
bambine su 2; dai 12 anni in poi il numero dei maschi aumenta e
invece quello delle femmine diminuisce poiché esse si sposano e
mettono su famiglia.
Perché lavorano i bambini?
• Perché spesso sono più idonei per svolgere
determinate attività lavorative;
• Perché sono più ingenui e quindi è più facile
sfruttarli;
• Perché non sono in grado di ribellarsi;
• Perché costano meno degli adulti;
• Perché le leggi non sono abbastanza punitive;
• Perché in alcuni Paesi non c’è un apparato statale
in grado di difenderli;
• Perché la polizia è corrotta e non
affronta il problema.
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Cosa possiamo
fare?
Non comprare i prodotti fabbricati con
manodopera minorile;
Aumentare il reddito delle famiglie;
Diminuire le ore di lavoro agli adulti;
Assicurare almeno un pasto al giorno ai bambini che
frequentano la scuola;
Cercare di informarsi per conoscere quali sono i prodotti
realizzati dai bambini;
Diffusione dei marchi di garanzia;
Realizzare progetti che garantiscano lavori agli adulti in
modo da garantire un reddito necessario al
sostentamento del nucleo familiare;
Controlli più approfonditi da parte della polizia.
Purtroppo i ragazzi vengono impiegati a svolgere
lavori durissimi, come minatori, muratori,
agricoltori, tessitori…. Lavori così pesanti, portano
alla stanchezza fisica che, di conseguenza porta
cali di attenzione che a loro volta aumentano il
rischio di incidenti mortali.
In molti Stati i
bambini, se non hanno
genitori o hanno
abbandonato la loro
casa per scappare da
un ambiente troppo
violento, sono costretti
ad affidarsi alla
miseria della strada.
Bambino di strada è
ogni minore per cui la
strada è divenuta la
sua dimora e quindi
non ha un’adeguata
protezione ed è
vulnerabile a subire
abusi e violenze.
I BAMBINI DI
STRADA
BAMBINI SOLDATO
Migliaia di bambini vengono
arruolati negli eserciti e
impiegati in azioni di guerra.
Moltissimi vengono catturati,
mutilati, feriti, uccisi. Quelli
che sopravvivono si portano
dietro per tutta la vita questo
terribile e violento passato.
Inoltre, anche quando la
guerra termina, continuano a
venire uccisi dalle mine,
disseminate ovunque.
I bambini ed i ragazzi impegnati in attività
lavorative nel mondo sono circa 352 milioni, ossia il
23% del totale della popolazione infantile mondiale.
Si tratta di minori con età compresa tra i 5 e i 17
anni che svolgono, per almeno un’ora al giorno,
attività produttive in senso lato (a prescindere dal
fatto che siano svolte nel contesto del mercato
formale, che siano retribuite, che siano lecite o
svolte su base regolare).
Il 60% del totale dei minori lavoratori nel mondo
sono minori con età compresa fra i 5 e i 14 anni.
L’età minima di accesso al lavoro, intesa come
standard minimo internazionalmente pattuito, è di
15 anni, a patto che il tipo di lavoro svolto dal
minore non sia pregiudizievole dal punto di vista
della salute, dell’accesso all’istruzione e della
morale. In alcuni casi specifici l’età minima è
abbassata ai 14 anni, con riferimento a quei Paesi
dotati di strutture economiche non sufficientemente
sviluppate.
Le tipologie di lavoro minorile sono estremamente varie
tra di loro: si passa dai lavori per così dire leggeri, alle
peggiori forme di lavoro minorile, che in quanto tali
rappresentano uno sfruttamento inaccettabile del
minore (si pensi per esempio allo sfruttamento della
prostituzione o all’arruolamento dei minori in guerra).
In questo campo, i lavori svolti dai minori possono essere
i più diversi: si passa dallo svolgimento dei lavori
domestici, al lavoro vero e proprio.
Spesso i minori lavorano presso famiglie diverse da quelle
di provenienza come domestici. In questo caso non è
possibile determinare a priori la pericolosità di tali lavori
per il minore, perché il rischio varierà al variare delle
condizioni contingenti legate, in particolare, all’orario,
alle mansioni e alle condizioni di lavoro.
A volte, però, questi minori vengono effettivamente
sfruttati e il lavoro domestico si trasforma in una delle
peggiori forme di lavoro minorile: la schiavitù.
In questo caso, le attività svolte sono le più svariate e non
sempre presentano gli estremi dello sfruttamento. I problemi
riguardano l’orario di lavoro, che spesso non è consono alle
esigenze dei minori, o le mansioni svolte che il più delle volte
presuppongono il contatto con sostanze tossiche o l’utilizzo di
strumenti pericolosi per i bambini. In particolare è sotto
accusa l’impiego dei minori nel settore industriale minerario a
causa delle condizioni dell’ambiente insalubre in cui si svolge il
lavoro e delle mansioni cui sono adibiti i minori.
Un altro settore in cui i minori lavorano è quello
dell’industria turistica, che li vede impiegati in diverse
mansioni come camerieri, lavapiatti e simili.
Si stima che in questo settore il personale composto da
minori vari tra il 10% ed il 15% del totale complessivo dei
lavoratori.
Di fatto però ha un rischio aggiuntivo, perché può
favorire fenomeni legati al fenomeno del turismo
sessuale.
Così come la povertà a livello individuale e familiare
favorisce il fenomeno, anche la povertà di un Paese
favorisce il lavoro minorile. I Paesi con un basso prodotto
interno lordo sono quelli che meno investono nella spesa
pubblica, che significa prima di tutto scuola: in questi
casi quindi lo Stato non offre un buon servizio scolastico e
non garantisce nemmeno il diritto allo studio. E, di fatto,
l’inaccessibilità ai servizi scolastici, favorisce il precoce
avviamento al lavoro dei minori. Un’altra variabile che
rientra tra le cause strutturali è il cambiamento
demografico che si sta verificando in molti Paesi: si tratta
delle guerre e dell’impatto dell’AIDS.
Agricoltura
Mansioni principali:
Utilizzo di macchinari, di agenti chimici e di
animali, raccolta e carico delle messi
Rischi:
Macchine non sicure,
sostanze pericolose,
carichi pesanti,
temperature estreme
Possibili conseguenze:
Avvelenamento da sostanze chimiche,
ferite da taglio e altre lesioni corporee,
malattie
Conceria
Mansioni principali:
Concia e conservazione di pelle
e cuoio
Rischi:
Esposizione ad agenti chimici
corrosivi e alla contaminazione
batterica del cuoio
Possibili conseguenze:
Antracosi, dermatite e infezioni micotiche
Raccolta di rifiuti
Mansioni principali:
Lavoro umiliante e insalubre;
recupero, spesso senza guanti,
di materiali utilizzabili da cumuli
di rifiuti, inclusi quelli pericolosi
degli ospedali e degli stabilimenti
chimici
Rischi:
Tagli con vetro/metallo, esposizione
a sostanze nocive, inalazione di cattivi odori esalati da materiali in Putrefazione,
infestazione da pidocchi
Possibili conseguenze:
Morte da tetano a seguito di tagli, avvelenamento da sostanze chimiche e
rischio di contrarre o di diventare portatori di malattie infettive,
avvelenamento alimentare, ustioni
Tessitura di tappeti
Mansioni principali:
Tessitura al telaio
di tappeti annodati a mano
Rischi:
I
Inalazione della polvere della lana
contaminata di spore di funghi
e postura di lavoro scomoda
Possibili conseguenze:
Morte da tetano a seguito di tagli, avvelenamento di sostanze chimiche e
rischio di contrarre o di diventare portatori di malattie infettive.
Fabbricazione di mattoni
Mansioni principali:
Lavorazione dell’argilla
(estrazione, frantumazione,
macinazione, setacciatura
e miscelatura)
Rischi:
Esposizione ai
silicati, al piombo
e al monossido di
carbonio, trasporto
di pesi eccessivi, ustioni
da forno, utilizzo di
attrezzature pericolose
Possibili
conseguenze:
Deformazioni
muscoloscheletriche,
lesioni
La povertà gioca un ruolo fondamentale anche nel
momento in cui una famiglia o un singolo devono decidere
sull’opportunità o meno dell’istruzione: i costi scolastici
infatti non possono essere affrontati dalle famiglie più
povere e l’opportunità di mantenere un figlio
improduttivo è molto scarsa, a maggior ragione in
contesti di povertà estrema.
Una delle cause principali che fomentano il fenomeno
del lavoro minorile è lo stato di povertà in cui si trovano
il minore e la sua famiglia. L’assenza di risorse
economiche sufficienti per acquistare beni di prima
necessità, come il cibo, spinge le famiglie ad
incrementare le entrate con l’avvio precoce al lavoro dei
minori.
Il lavoro minorile è meno costoso del lavoro degli
adulti e questo è forse uno degli elementi che
incidono maggiormente sulla domanda.
Altro argomento è il fatto che i minori sono in
genere meno consapevoli dei loro diritti e quindi
meno capaci di rivendicarli, per questo motivo,
dal punto di vista del datore di lavoro, si tratta di
manodopera di più facile gestione e nel complesso
meno costosa.
Su un totale di circa 625 milioni di bambini con l'età
prevista per la scuola elementare nei paesi in via di
sviluppo, circa 130 milioni non sono scolarizzati.
Garantire a tutti i bambini il
diritto all'istruzione rappresenta
una spesa aggiuntiva di 7 miliardi
di dollari all'anno, meno di quanto
spendono gli americani all'anno
per cosmetici e gli europei per
gelati.
Nonostante alcuni interventi contro
i maltrattamenti, gli abusi, i disagi,
purtroppo ancora centinaia di
migliaia di minori in tutto il mondo
sono privati dei loro diritti, vivono
in condizioni di disagio fisico e
psicologico, non conoscono l'affetto
di una famiglia, non sanno cosa sia
l'educazione; tutto questo come
conseguenza della povertà,
dell’abbandono, dello sfruttamento
del lavoro, della violenza di
maltrattamenti o dei traumi di una
guerra.
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