Research students in the electronic age : impact of changing information behaviour on
Information Literacy needs / Kirsty Williamson, Vivienne Bernarth, Steven Wright, Jen
Sullivan. In: Communications in Information literacy, Volume 1, Issue2, Fall 2007
Scopo dell’articolo è di riportare le conclusioni di uno studio fatto presso l’Universita’
di Monash, Australia che ha cercato di spiegare come sono cambiate le modalità di
ricerca dell’informazione presso gli studenti universitari nell’ultimo decennio, e questo
al fine comprendere come si sono modificate le esigenze di apprendimento delle
competenze informative. In particolare sono stati presi in esame i laureandi.
L’approccio utilizzato è di tipo interpretativo/costruttivista ed è stata utilizzata una
tecnica etnografica, attraverso delle interviste agli studenti.
Gli ambiti dell’indagine si sono riferiti a queste tre aree tematiche:
• la scelta delle fonti
• in che fase si decide di smettere di cercare informazioni aggiuntive (cioè il
momento di transizione tra la raccolta e l’utilizzo della documentazione)
• come vengono gestite le informazioni raccolte.
Le conclusioni a cui giunge lo studio enfatizzano il ruolo sia dei docenti supervisori della
ricerca che dei bibliotecari e fanno emergere la necessità che i bibliotecari vengano
percepiti anche come educatori all’interno della comunità accademica.
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Un ulteriore questione di fondo che ha fatto da cornice allo studio è stata come i docenti
che seguono le tesi e i bibliotecari possono aiutare gli studenti a muoversi e a
migliorare le proprie capacità in tutte le fasi del processo che va dalla ricerca
d’informazione pertinente alla loro ricerca, alla sua valutazione e selezione e
all’utilizzo della stessa.
Alcune considerazioni terminologiche:
‘information behaviour’ ha sostituito in letteratura la precedente espressione più
utilizzata, e cioè: ‘information-seeking behavior’ perché la vecchia espressione
metteva l’accento su una sola fase del processo, quella della ricerca, mentre l’attuale
sembra essere più onnicomprensiva e compatibile con quanto previsto dagli
standards IL.
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Per la loro indagine hanno selezionato studenti della Facoltà di
Information Technology, ritenendo che questi fossero i più
alfabetizzati da un punto di vista tecnologico e che però non fossero
altrettanto esperti sui metodi di ricerca e di valutazione
dell’informazione recuperata. Nonostante la ricerca abbia ricoperto
un ampio spettro di domante connesse alla raccolta d’informazioni
in generale si sono focalizzati sulle risorse elettroniche, e in
particolare:
• a) i tipi di fonti utilizzate (Source use in the electronic age)
• b) come gli studenti decidono quando hanno raccolto un numero
adeguato d’informazioni (Knowing when to stop)
• c) come gli studenti gestiscono le informazioni raccolte
(Management of Information)
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•
Rispetto al punto a) i tipi di fonti utilizzate, questa domanda in
particolare confronta l’uso delle fonti online con quello delle fonti
tradizionali e personali e indaga sulle preferenze al riguardo.
L’autorevolezza delle fonti elettroniche è inclusa nella discussione.
•
Rispetto al punto b) come gli studenti decidono quando hanno
raccolto un numero adeguato d’informazioni (Knowing when to
stop) resta ancora molto da indagare per capire quali influenze che
provengono dal contesto contribuiscono a far decidere allo studente
quando ha raccolto una quantità sufficiente d’informazioni.
•
Infine anche il punto c) come gli studenti gestiscono le
informazioni raccolte (Management of Information) è collegato
come gli altri all’aumentata disponibilità d’informazione e a come
gestirla in un contesto tecnologico avanzato.
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La loro ricerca prende le mosse da tre precedenti studi:
Barrett, A.(2005). The infromation-seeking habits of graduate student researchers in the
humanities. The Journal of Academic Librarianship, 31 (4), 324-331.
George, C., Bright, A., Hurlbert, T. Linke E.C., St.Clair, G. & Stein, J. (2006). Scholarly
use of information: Graduate students’ infromation seeking behavior. Information
Research, 11(4), Art. No.272
Junni, P. (2007). Students seeking information for their Mastersì theses: the effect of the
Internet. Information Research, 12 (2).
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•
•
•
•
Lo studio di George (2006) concerne le modalità di ricerca di 100 studenti
laureandi del Carnagie Mellon Institute.
I risultati mostrano che gli studenti sono influenzati principalmente dagli
altri studenti. Preferiscono le risorse online, Internet e le varie Intranet
allestite dalle biblioteche e utilizzano le proprie risorse cartacee (libri) o li
prendono da altre biblioteche universitarie.
I fattori che influenzano i comportamenti risultano essere: ‘la convenienza,
la velocità, i limiti di tempo, la conoscenza del servizio e le richieste
contenute nei programmi dei corsi’. Dal punto di vista delle differenze per
ambito disciplinare, tra i 14 studenti d’informatica si ha un maggiore utilizzo
di Google e di siti web. Questi sono anche stati quelli meno disposti a
mettere in discussione la qualità delle info reperite con Internet. Gli altri
ambiti disciplinari analizzati sono stati arte e architettura (16 studenti)
business e politica (11) ingegneria (26), studi umanistici (20) e scienze (13).
Gli umanisti sono quelli che utilizzano meno Google e cercano sui siti
web solo marginalmente un po di piu’ del gruppo che lo fa meno di tutti (arte
e architettura). Quest’ultimo gruppo è risultato essere anche il più critico
rispetto alla qualità riscontrata sui siti Internet.
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• Nello studio di Barrett (2005) compiuto su 10 studenti laureati in
materie umanistiche si evidenzia anche un gap generazionale
nell’uso delle risorse online.
• Nello studio di Junni (2007) anche si rilevano delle differenze per
ambito disciplinare (economia, psicologia e matematica) ad
esempio guardando al numero di risorse online citate nella
bibliografia della tesi, in come hanno trovato e ottenuto le
pubblicazioni e in come hanno selezionato le fonti. Ad esempio gli
studenti di psicologia utilizzano molto di più gli articoli rispetto a
quelli di economia che a loro volta comunque li utilizzano di piu’ di
quelli di matematica che preferiscono le monografie e le bibliografie
collegate ai corsi.
• Diversi studi hanno indicato l’importanza rivestita dalle fonti
informali d’ informazione ottenute dai docenti o da altri studenti
e alcuni ritengono che proprio questa sia la fonte più preziosa. E sia
gli studi di Barrett che di George considerano ancora cruciale questo
canale di scambio.
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•
•
•
Circa il punto b) come gli studenti decidono quando hanno raccolto un numero
adeguato d’informazioni (Knowing when to stop) gli studi precedenti hanno
evidenziato la crescita esponenziale del volume d’informazione recuperabile ma non
si sono soffermati ad analizzare i criteri utilizzati dagli studenti per ritenere
d’aver reperito una quantità sufficiente di documentazione sull’argomento che
li concerne. Fa eccezione lo studio di Limberg (1999) che nella sua analisi di 25
studenti della scuola superiore svedese utilizza due categorie: l’eccesso
d’informazione e l’informazione sufficiente, concetto tutt’altro che semplice ed
esplorandolo in diversi contesti di lavoro.
A quali teorie si può far riferimento per cercare di stabilire in base a cosa gli studenti
reputano di aver trovato informazione sufficiente? Una possibilità è la teoria del
‘foraggio ottimale’ presa dal mondo animale (che si riferisce a come gli animali
adattino i loro comportamenti in base alla quantità di cibo che hanno a disposizione
per aver garantita la sopravvivenza). In quest’ottica alcuni autori (Smith e
Winterhalder, Sandstrom e Pirolli) si sono riferiti al foraggio dell’informazione,
enfatizzando il soppesare i costi benefici intrapresi nella ricerca d’informazione. In
quest’ottica i cercatori soppeserebbero mettendo in relazione in termini di tempo o
sforzo la continuazione della ricerca con il ritorno che otterrebbero nel continuare la
ricerca.
La disponibilità di tempo è un elemento cruciale. Alcuni come Barrett evidenziano che
la decisione di concentrarsi più sullo scrivere che sul continuare a cercare è dovuta il
più delle volte a costrizioni di carattere temporale.
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Venendo al punto c) come gli studenti gestiscono le informazioni raccolte
(Management of Information)
• Secondo una definizione di H. Bruce et. Al (2004) lo scopo della gestione
delle informazioni è quello di poterle recuperare quando servono,
ricordando quindi dove e come trovarle. Questi studi indagano sulle diverse
maniere di archiviare l’informazione da parte di professionisti, ricercatori,
managers e studenti.
• Il metodo più popolare tra studenti e ricercatori sembra essere quello si
salvare le pagine con il Segnalibri dei browser. Oppure molti preferiscono
non memorizzare ma cercare nuovamente all’occorrenza.
• Il livello di utilizzo di sw per la gestione d’informazioni raggiunge il 25% tra i
ricercatori e il 10% tra gli studenti. Nello studio svedese (Pilerot, 2004) la
maggior parte dei 18 studenti analizzati utilizza tra le 30 e le 50 cartelle di
articoli e di liste bibliografiche per gestire la crescita delle informazioni
recuperate anche se metà almeno del gruppo aveva ricevuto una
formazione all’utilizzo di un sw per la gestione delle informazioni personali
prima del corso e la maggior parte di loro preferisce bibliografie stampate
sulle quali fare più facilmente annotazioni.
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Filosofia della ricerca
• approccio interpretativo/costruttivista che cerca di comprendere i bisogni relativi
alle competenze informative dei laureandi così come il sistema di valori, le
convinzioni e i significati attribuiti attorno a questa tematica (bisogni informativi,
modalità di ricerca, integrazione delle conoscenze)
•
E’ stato selezionato un campione di 15 studenti come esempio teorico (theoretical
sampling). Quest’ultimo concetto si riferisce alla selezione di partecipanti che siano
rappresentativi delle principali categorie della popolazione ritenuta rilevante ai fini
della ricerca. In questo caso la categoria emergente era unica: quella dei laureandi. Il
livello di laurea e il luogo sono state considerate delle sottocategorie, come pure l’età
e il sesso (9 donne e 6 uomini).
•
Sono stato scelti tutti studenti della Facoltà di Information Technology in modo da
avere un campione omogeneo.E’ stata utilizzata una tecnica etnografica mediante
intervista per raccogliere i dati. Lo schema dell’intervista prevedeva 11 domande,
alcune di queste contenevano dei suggerimenti in modo da non perdere dei dati in
caso di risposte lacunose.
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Le domande spaziavano sui seguenti argomenti:
• Selezione, definizione e ri-definizione dell’argomento della ricerca;
• Le varie fonti d’informazione disponibili;
• La consapevolezza di quando ritenere sufficiente l’informazione
raccolta;
• La determinazione dell’autorevolezza delle fonti online;
• L’utilizzo delle risorse elettroniche;
• La gestione e l’assimilazione dell’informazione recuperata;
• Il ruolo degli studi precedenti e della propria esperienza;
• Le maniere con cui accrescere l’informazione ricercata, includendo
l’aiuto a tal fine da parte dei bibliotecari.
4 intervistatori, alternandosi a gruppi di due, hanno condotto le
interviste della durata di un’ora circa. Col permesso dei partecipanti
le interviste sono state registrate.
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Analisi dei dati
• In seguito si è proceduto alla sbobinatura e trascrizione delle
interviste. Conformemente a quanto prevede la teoria costruttivista
sottesa all’indagine, che riconosce che colui che analizza i dati è in
costante interazione con coloro che vengono intervistati, il
background degli intervistatori non potrà non influenze
l’interpretazione dei dati (Charmaz, 2003).
• Tutti e quattro gli intervistatori sono stati coinvolti nell’indagine,
inizialmente in modo indipendente, facendo annotazioni sul testo ed
evidenziando parole significative che potessero essere considerate
‘tematiche’ potenziali o categorie a queste collegate.
• In seguito è avvenuto un confronto tra di loro in modo da
raggiungere un accordo sui temi principali emersi. In seguito i dati
sono stati così categorizzati, come risulta dalla seguente tabella
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Temi
Categorie
Citazioni
Sensazioni relative
all’eccesso d’informazioni
Raggiungimento punto
…immagino che si
raggiunga il punto di
saturazione quando si
raggiungono le 400 citazioni
bibliografiche
Strategie utilizzate per
decidere quando
l’informazione raccolta è
sufficiente
saturazione
Non sapere quando
fermarsi
Io non so quando occorre
fermarmi e suppongo che
continuerò a leggere
Controllare che non ci sia
ridondanza/ripetizione
d’informazione
È quando le informazioni
cominciano a ripetersi e non
compare nulla di nuovo
Affidarsi al supervisore
..qualcosa che il tuo
supervisore utilizza per farti
capire che è abbastanza
Iniziare il processo di
scrittura
Io non penso di sapere
quando ho raccolto
abbastanza informazioni.
Quel che mi aiuta è quando
inizio a scrivere.
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Risultati
a) scelta delle fonti
•
I risultati emersi indicano che Internet e le altre risorse elettroniche hanno una considerevole
influenza sul modo in cui i partecipanti all’indagine cercano informazioni e hanno un impatto
sul tipo di fonti utilizzate. Si è visto che Google comunque ha un ruolo chiave anche quando gli
studenti conoscono e utilizzano le banche dati disponibili in biblioteca. Dovuto alla popolarità,
familiarità di uso, velocità e gran numero di risultati, Google è per la maggior parte degli
intervistati la pietra di paragone con cui misurare tutte le altre fonti utilizzate
•
Non tutta l’informazione utilizzata dagli studenti è elettronica e per loro il supporto non è
significativo quanto il formato dei documenti prevalente nelle loro discipline. Cioè a seconda del
contesto disciplinare sono più utilizzati i libri o alcuni capitoli di questi oppure gli articoli, e in altri
casi ancora anche gli articoli dei periodici elettronici non sono altrettanto aggiornati che i working
papers che si possono trovare ad esempio sui siti personali degli studiosi e dei ricercatori. Anche
se la maggior parte degli intervistati era ben consapevole dell’importanza di trovare l’informazione
più idonea a prescindere dal supporto, in alcuni di loro la passione per l’informazione online non
aveva limiti. L’argomento più forte a sostegno della preferenza per l’informazione elettronica è la
convenienza (niente code alla fotocopiatrice, nessuna limiti di orario, eliminata la necessità di
spostarsi da casa all’università, ecc.)
•
Uno dei risultati più sorprendenti dello studio è stato che gli studenti intervistati non
distinguevano in modo veloce e netto tra le differenti tipologie di risorse elettroniche,
includendo in una onnicomprensiva categoria dell’online dai periodici elettronici messi a
disposizione dalla biblioteca agli host dei siti recuperati tramite Google, ecc. Questo è
collegato alla questione dell’autorevolezza delle risorse online, infatti su questo punto c’è stata
una considerevole varietà nelle risposte. Come anche altri studi hanno rilevato le persone sono
ancora molto importanti anche in quest’epoca di immaterialità delle risorse. Se quindi la
fonte d’informazione proviene da queste una parte almeno degli studenti ritiene di potercisi
affidare. In particolare il prof che segue la tesi è considerata una risorsa chiave.
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b)Sapere quando fermarsi nella raccolta d’informazioni
• Indipendentemente dall’anzianità e dall’esperienza dei ricercatori tutti
sembrano aver dei problemi nell’identificare il momento in cui interrompere
la ricerca perché si è già raccolta informazione a sufficienza. Come osserva
Kuhltau (1991) la decisione di considerare esaurita la fase della ricerca si
collega con la messa a fuoco del progetto di ricerca, cosa non sempre
facile.
• Alla domanda relativa a questo punto la maggior parte degli studenti ha
risposto di non sapere riconoscere il momento in cui bloccare la fase della
ricerca. Alcuni han detto di supporre di doversi fermare quando han
raggiunto le 400 citazioni, ma che anche in questo caso non erano sicuri
che non si dovesse continuare.
• Una delle strategie utilizzate dagli studenti per capire quando fermarsi è
quella di farlo quando continuando a cercare si trovano le stesse citazioni
(ripetizione). Qualche altra volta il segnale di stop viene dato in maniera
diretta o indiretta dal supervisore della ricerca.
• Altre risposte: a volte iniziare a scrivere è un buon modo per capire se si
dispone di sufficiente documentazione, o stabilire a priori una data entro la
quale fermarsi.
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c) gestione dell’informazione recuperata
• Anche quest’ultima fase analizzata presenta come la precedente diverse
criticità. A misura che cresce la quantità di documentazione reperita
aumenta la necessità di organizzarla in modo da poterla utilizzare al meglio.
Le capacità in quest’ambito variano da un’organizzazione di base ad
affidarsi alla memoria come metodo d’immagazzinamento e recupero.
• Metà però degli studenti partecipanti usa EndNote e altri analoghi sw.
Qualcuno arriva a crearsi un proprio db.
• Una strana situazione si crea poi nell’epoca digitale: siccome per leggere in
genere si stampa quel che si ottiene su supporto elettronico, si crea
l’esigenza di allineare/sincronizzare in qualche modo l’archiviazione del
materiale cartaceo e di quello online. E un altro paradosso è che a volte si
perde più tempo con la ricerca online in quanto qualcosa ci sembra
interessante, lo scarichiamo, lo stampiamo e solo quando iniziamo a
leggerlo ci accorgiamo che non era poi così interessante o pertinente.
• Un’ulteriore complicazione può essere rappresentata dal cambiamento di
focus che interviene nel processo della ricerca che può comportare la
necessità di ricategorizzare la documentazione recuperata.
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Conclusioni
•
Un elemento interessante emerso dalla ricerca è come continui ad essere importante
anche l’era digitale la componente personale nel reperimento d’informazioni.
•
La questione del ‘quando fermarsi’ nella fase della raccolta d’informazioni
sembra essere la più problematica per gli studenti (molte risposte come ‘non so’,
o ‘questo è davvero difficile’, ecc.). Ciò indica che bisognerà trovare il modo di aiutare
gli studenti a trovare gli strumenti per poter capire più agevolmente quando possono
smettere di cercare e per farlo servirà fare ulteriori studi.
•
Circa poi il fatto che la metà degli studenti utilizza dei sw per la gestione
dell’informazione questo non significa che ne conoscano a pieno le
funzionalità e il loro affidarsi puramente alla memoria è ancora molto frequente.
Quanto poi al problema emerso della doppia gestione della documentazione cartacea
e di quella online attualmente non è un problema solo degli studenti ma anche di
molte organizzazioni.
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•
•
Il suggerimento che gli autori si sentono di dare a conclusione del loro
studio è che sia i bibliotecari che i docenti potrebbero fare di più per aiutare
gli studenti nelle tre aree analizzate, anche se non nella stessa misura: i
docenti possono intervenire maggiormente sul punto “come capire quando
smettere di cercare” , ma comunque i bibliotecari devono esser consapevoli
di questa problematica e introdurla nei loro corsi di IL. E la lista di strategie
indicate dagli studenti in questa ricerca può essere un buon punto di
partenza (ripetizione delle citazioni; consiglio del docente, stabilire a priori
una data limite, l’inizio del processo di scrittura, consigliarsi con altri…)
Occorre che per meglio sfruttare le competenze dei bibliotecari nell’ambito
della scelta delle fonti ottimali d’informazione, questi si alleino con i docenti
per far comprendere all’università intesa nel suo insieme l’importanza di
questa formazione e che arrivino ad essere percepiti anche come educatori
all’interno della comunità universitaria nel suo insieme, affinché i corsi di IL
entrino permanentemente nel curriculum. E’inoltre auspicabile un contatto
diretto tra docenti bibliotecari e studenti, infatti così i docenti possono
diventare più sensibili e competenti a loro volta per poter fornire agli
studenti direttamente un aiuto.
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