SOCIETA’ DI SAN VINCENZO DE PAOLI
AMNISTIA – INDULTO –
ORDINAMENTO PENITENZIARIO –
LEGGI – LEGALITA’ E DIRITTI
NEGATI
Che cos’è l’amnistia?
È un atto eccezionale di
clemenza con cui il Parlamento
concede la cancellazione e
quindi l’estinzione del reato
a favore di coloro che già
stanno scontando una pena
definitiva, salvo particolari
limitazioni.
Che cos’è l’indulto?
È un atto eccezionale di
clemenza con cui il Parlamento
concede una riduzione della
pena a favore di coloro che già
sono in carcere per una
condanna definitiva, salvo
particolari limitazioni.
Amnistia = estinzione del reato
Indulto = riduzione della pena
In tema di reclusione e trattamento dei detenuti,
a partire dall’art. 27 della Costituzione, esistono
varie leggi più o meno recenti, che garantiscono,
sulla carta, condizioni di vivibilità in carcere, il
rispetto della persona e dei diritti umani
fondamentali, azioni volte alla rieducazione ed
al reinserimento sociale, nonché la possibilità di
ottenere una liberazione anticipata per buona
condotta, permessi premio e misure alternative
alla carcerazione, quali la semilibertà, gli arresti
domiciliari, l’affidamento in prova ai servizi
sociali.
Nella realtà, tutte le associazioni di
volontariato penitenziario denunciano
gravi inadempienze nell’applicazione di
tali leggi, che pongono il nostro paese
a livelli di civiltà più vicini ai paesi
sottosviluppati, piuttosto che agli
standard europei di giustizia.
In particolare si rileva che:
Il “nuovo” Regolamento penitenziario,
entrato in vigore il 6 settembre 2000 è
sostanzialmente inattuato
La legge che consente la scarcerazione
delle detenute madri e dei bambini in
carcere, in vigore dal marzo 2001 è
sostanzialmente inattuata
In particolare si rileva che:
La legge “Smuraglia” per favorire il
lavoro per i detenuti, approvata nel
giugno 2000 non è stata rifinanziata
dalla Finanziaria 2003
La legge “Simeone-Saraceni”, che
consente la sospensione della pena,
approvata nel 1998 è sostanzialmente
non applicata a coloro che si trovano in
carcere
In particolare si rileva che:
La legge che consente la scarcerazione
degli ammalati di AIDS e di altre gravi
patologie, approvata nel 1999 è
sostanzialmente inapplicata, come
dimostrano i numerosi casi di morte
dietro le sbarre
I fondi per la sanità in carcere, già
tagliati del 40% negli anni precedenti,
sono stati ancora decurtati del 20%
nell’ultima Finanziaria
In particolare si rileva che:
La legge di riforma del 1998 che prevede il
passaggio della sanità in carcere alla
competenza del servizio sanitario
nazionale è rinviata e accantonata sine die.
La legge “Gozzini”, che consente tra
l’altro l’accesso alle misure alternative,
approvata nel 1986, è progressivamente
svuotata e resa inerte.
Agli stessi operatori penitenziari è
impedito di svolgere con dignità e
diritto il proprio lavoro. Perché anche
loro sono vittime dell’inadempienza, delle
risorse non stanziate, degli organici non
coperti. Basti al riguardo la cifra più
scandalosa: vi sono in servizio 588
educatori su 1.376 previsti. Lo stesso
vale per gli assistenti sociali, gli psicologi,
il personale amministrativo, quello
infermieristico, gli agenti.
Ma non bastano i benefici
promessi dai vari indulti e
indultini. C’è bisogno di misure
concrete per sostenere il
reinserimento sociale e
lavorativo di quanti escono dal
carcere, se non si vuol vederli di
nuovo dentro in breve tempo.
Occorrono migliori condizioni di
vita per quanti restano in
carcere e migliori condizioni di
lavoro per tutti gli operatori.
Occorre investire sul lavoro
all’interno per i detenuti,
sull’istruzione, la formazione, la
tutela della salute.
Occorre dare più spazio alle
affettività per non disgregare le
famiglie.
Occorre una maggiore
applicazione delle misure
alternative.
Tutto questo
è la miglior garanzia
di sicurezza per la collettività
e di
prevenzione della recidiva.
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amnistia – indulto