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IL CINQUECENTO
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Il secolo dei grandi maestri
Il Cinquecento fu un secolo di grandi conflitti politici e religiosi:
la Spagna conquistò gran parte del territorio italiano e la
Chiesa cattolica attraversò una profonda crisi a causa della
Riforma protestante. Per l’arte fu invece uno dei periodi più
ricchi e fecondi: Bramante, Leonardo, Michelangelo, Raffaello,
Giorgione, Tiziano sono solo alcuni dei grandi artisti di questo
secolo. Gli artisti del Cinquecento non furono audaci innovatori
come quelli del Quattrocento, ma migliorarono e
perfezionarono ciò che quelli avevano conquistato.
Continuarono ad ammirare e studiare l’arte classica per trarne
ispirazione e approfondirono lo studio della prospettiva e del
corpo umano: furono così in grado di progettare edifici
maestosi dalle proporzioni perfette ed armoniose, di
descrivere lo spazio senza alcuna difficoltà, di disegnare figure
immobili o in movimento in ogni atteggiamento o posizione.
Per indagare e scoprire i segreti del corpo umano, alcuni artisti
si dedicarono allo studio dell’anatomia: di notte, alla luce delle
candele, sfidavano la proibizione delle autorità, sezionavano i
cadaveri e osservavano la struttura degli organi, delle ossa e
dei muscoli.
Nessuno considerava più gli artisti solo come abili artigiani:
papi, principi, imperatori, cardinali, banchieri facevano a gara
per assicurarsi le loro opere.
Michelangelo Buonarroti, Pietà, 1499, h. 195 cm, Basilica di San
Pietro, Roma
All’inizio del secolo la capitale dell’arte era ancora Firenze, ma ben presto si affermarono due altri centri
artistici importanti: Venezia e Roma. In particolare, a Roma, papa Giulio II e papa Leone X, chiamarono
alla loro corte artisti di altissimo pregio come Bramante, Michelangelo e Raffaello, per realizzare interventi
architettonici volti a riqualificare la città e per decorare le proprie residenze private.
In breve tempo vengono
realizzati, in Vaticano, la
Basilica di San Pietro e
l’ampliamento
dei
Palazzi
Pontifici.
Sotto il profilo artistico svolge
un
ruolo
importante
la
Controriforma cattolica, avviata
a metà del secolo dal Concilio
di Trento (1545-1563). Essa
affida
all’arte
un
ruolo
importante: quello di fornire,
attraverso le immagini. Motivi
convincenti per la fede.
Basilica di San Pietro, 1506-1626, Roma
L’IDEALIZZAZIONE DELLA FORMA
In questo secolo trovano compimento le ricerche effettuate nel Quattrocento sul recupero del linguaggio classico. I modelli
della classicità sono funzionali alle esigenze rappresentative dei papi, in quanto espressione di valori considerati eterni. Per
questo motivo il classicismo cinquecentesco si esprime con un linguaggio ordinato e solenne, che pone al centro la ricerca
di equilibrio tra le parti e di forme idealizzate. Il riferimento principale non è più la realtà naturale, ma le regole fissate dagli
stessi artisti: così in scultura e in pittura, la bellezza dell’opera è data dalla fusione delle parti migliori tratte da diversi
modelli, mentre in architettura ha fortuna la pianta centrale, concepita come forma perfetta.
LA PIANTA CENTRALE
Già Leon Battista Alberti, nel
Quattrocento,
aveva
considerato l’edificio a pianta
centrale “degno della casa di
Dio”, l’unico che potesse
assumere dignità di tempio.
La sua forma è considerata
perfetta poiché in essa ogni
parte è posta armonicamente
in relazione con l’insieme,
senza gerarchie. L’edificio a
pianta centrale culmina con la
cupola, uguale da qualsiasi
parte la si veda, ad esaltare
la perfezione di Dio. La
ricerca
del
centro
si
manifesta anche in pittura e
in scultura, con composizioni
basate su schemi piramidali.
Donato Bramante, Tempietto di San Pietro in Montorio, 1503, Chiesa di San Pietro in Montorio, Roma
Andrea Palladio, Villa Almerico-Capra, detta La Rotonda, 1505-1551, Vicenza
IL MANIERISMO
L’arte manierista esprime la fine delle certezze rinascimentali. È un periodo caratterizzato da una molteplicità di linguaggi,
elaborati in modo personale dai singoli artisti, che si allontanano dalle regole rinascimentali.
LA PITTURA
1. la diversa concezione dello spazio, meno unitario e meno appariscente di
quello rinascimentale. Per esempio, nella «Deposizione» di Jacopo Pontormo
(chiesa di Santa Felicita, Firenze) non compaiono immagini prospettiche di
paesaggi o di architetture; le immagini delle persone non sono disposte su piani
rigidamente definiti dalle regole, spesso spostate dal centro dell'opera;
passando dal primo piano allo sfondo i colori passano da tonalità naturali e reali
a tonalità fantastiche, innaturali. Anche la prospettiva, quando presente, era
spesso distorta.
2. la diversa concezione delle proporzioni nella figura umana; tutte le regole
che imponevano particolari proporzioni per il corpo umano erano volutamente
violate. Per esempio, «La Madonna dal collo lungo» del Parmigianino,
rappresentata proprio con il collo allungato rispetto a quanto può essere definito
normale, questa scelta conferisce alla figura una forte espressività.
3. la maggiore utilizzazione di luci e ombre, in quanto questa scelta
permetteva di lasciare una parte delle figure indefinita, quasi nascosta, per dare
modo allo spettatore di immaginare il resto, coinvolgendolo emotivamente.
4. l'utilizzo di sguardi e espressioni legate ai soggetti e alle situazioni per
sottolineare gli stati d'animo, la metafisica dell'opera, finanche l'innaturale.
Jacopo Pontormo, La Deposizione, 1526-1527, olio su tavola, 313x192 cm, Chiesa di
Santa Felicita, Firenze
LA SCULTURA
Lo stesso modo di concepire colore, spazio e
ombre, sono visibili nella «Fontana di
Nettuno» (di Piazza della Signoria, Firenze,
detta
del
Biancone)
di
Bartolomeo
Ammannati, con forme allungate e sinuose, e
nel «Perseo» di Benvenuto Cellini, dove
troviamo tutta la sua capacità inventiva e la sua
leziosa
tecnica
con
forme
nuove
e
incredibilmente agili.
.
L’ARCHITETTURA
I mutamenti riscontrati in pittura e scultura, possono essere
notati anche in architettura. Gli edifici mutarono l'equilibrio
rinascimentale, per prendere forme più movimentate, con giochi
di luce e ombra.
.
Le opere di Vignola, come Villa Farnese a Viterbo e la Chiesa
del Gesù a Roma, esprimono egregiamente i tratti caratteristici
dell'architettura di corrente manierista. Anche le ville Venete del
Palladio mostrano la diversa concezione dello spazio, che si
espande verso l'esterno: dal nucleo centrale della villa, in ombra,
si passa al corpo quadrangolare per finire nella luce delle ali
laterali.
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Il Cinquecento
Leonardo da
Vinci: Il Cenacolo
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Michelangelo:
Sposalizio della David e e I Prigioni Giudizio Universale
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Giorgione: La
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Michelangelo
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Jacopo Tintoretto: Jacopo Pontormo: Leonado da Vinci:
Ritrovamento del Trasporto di Cristo al
La Gioconda
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IL CENACOLO
Leonardo da Vinci, Refettorio di
Santa Maria delle Grazie, Milano,
1495-1497
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ARTE E IMMAGINE
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LaMuSA
Laboratorio Multimediale di Storia dell’Arte
Arte e Immagine - prof. Rudi Corradi
LEONARDO DA VINCI – IL CENACOLO
RAFFAELLO – SPOSALIZIO DELLA VERGINE
MICHELANGELO – DAVID E I PRIGIONI
MICHELANGELO – GIUDIZIO UNIVERSALE
MICHELANGELO ARCHITETTO
A. PALLADIO E LE VILLE VENETE - LA ROTONDA
GIORGIONE – LA TEMPESTA
JACOPO TINTORETTO
JACOPO PONTORMO
LEONARDO DA VINCI - LA GIOCONDA
Istituto Comprensivo Val Rendena“L. Da Vinci”
Scuola Secondaria di 1˚ grado Pinzolo e Madonna di Campiglio
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