UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PAVIA
Corso di Laurea Interfacoltà in
Comunicazione Interculturale e Multimediale
A.A. 2003/2004
Tesi di Laurea di Valentina Stanziale
IL MULTICULTURALISMO
Nei 184 stati indipendenti del mondo si trovano:
600 gruppi linguistici e 5.000 gruppi etnici
SOCIETA’ MULTICULTURALE: composta da tutti quei gruppi
accomunati da una stessa appartenenza culturale,
e cioè comunità di carattere etnico, religioso, storico-territoriale
dall’unione di MINORANZE NAZIONALI,
ossia culture territorialmente concentrate
in uno stato più ampio
DIVERSITA’ CULTURALE
dall’immigrazione di individui e famiglie, che
spesso si raccolgono in GRUPPI ETNICI
dai cosiddetti NUOVI MOVIMENTI SOCIALI,
che includono omosessuali, donne, poveri e disabili
BATTERSI CONTRO LA LORO OPPRESSIONE =
LOTTA PER IL MULTICULTURALISMO
I DIRITTI
TRE FORME DI DIRITTI DIFFERENZIATI IN FUNZIONE
DELL’APPARTENENZA DI GRUPPO:
1) DIRITTI DI AUTOGOVERNO
Riconoscimento dell’autonomia politica o della giurisdizione territoriale,
per lo sviluppo pieno e libero delle culture dei vari gruppi
2) DIRITTI POLIETNICI
Aiutano le minoranze ad esprimere la loro particolarità culturale,
senza che essa impedisca il loro successo nelle istituzioni economiche
e politiche della maggioranza
3) DIRITTI DI RAPPRESENTANZA SPECIALE
Costituiscono il rimedio ad una situazione poco rappresentativa
del punto di vista e degli interessi di un dato gruppo nell’ambito
del processo politico
RISPOSTE POLITICO-GIURIDICHE NEL ‘900
• MODELLO FRANCESE: basato sull’inclusione e sul principio
dell’omogeneità culturale
• MODELLO INGLESE: fondato sul rispetto delle
specificità culturali ed etniche degli individui
• MODELLO TEDESCO: considera gli immigrati come
lavoratori ospiti, approva misure di tutela e di incoraggiamento
delle loro caratteristiche culturali, mantenendo però il loro isolamento
dalla società autoctona con l’obiettivo di facilitare
il loro rientro in patria
Nessuno di questi modelli può essere giudicato soddisfacente,
in quanto non si è evitata la marginalizzazione degli stranieri.
Oggi agli immigrati non è richiesta un’assimilazione completa, anzi
essi vengono incoraggiati a mantenere determinati aspetti del loro
retaggio etnico. Quindi tutelare il ‘multiculturalismo’ sta ad indicare
che è cambiato il modo di integrazione degli immigrati
nella cultura dominante
PLURALISMO NORMATIVO
Dato che le società multiculturali sono caratterizzate da un insieme
di norme molto ampio ed eterogeneo, appare quindi opportuno
parlare di ‘pluralismo normativo’
I fenomeni di pluralismo normativo legati all’immigrazione sono
da affrontare da due punti di vista:
1. quello dell’individuo che si trova sottoposto a
differenti pressioni normative
2. e quello delle istituzioni che si propongono di risolvere i problemi
sociali, etici, politici, e giuridici che ne derivano.
Naturalmente questi due approcci si integrano
Il pluralismo normativo rappresenta il presupposto per l’attuazione
di politiche multiculturali maggiormente efficaci,
che permettano da un lato la realizzazione dell’identità culturale
degli individui, dall’altro la limitazione di quelle pratiche
che possono costituire un ostacolo alla loro libertà e benessere
OBIETTIVO
L’obiettivo che si intende raggiungere è l’eliminazione della:
• discriminazione diretta, che sussiste quando, per la razza,
l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali,
gli handicap, l’età o le tendenze sessuali, una persona è trattata
meno favorevolmente di quanto lo sarebbe stata un’altra persona
in una situazione analoga
• discriminazione indiretta, che si verifica quando una prassi
o una disposizione apparentemente neutri pongono persone di
una determinata razza o origine etnica, religione o convinzione
personale, handicap, età o tendenza sessuale in una posizione
di particolare svantaggio rispetto ad altre persone
• molestia, che sussiste in caso di comportamento, sempre per
uno dei precedenti motivi, diretto a violare la dignità di una persona
o a creare un ambiente intimidatorio, ostile, offensivo o umiliante
LA DIVERSITÀ CULTURALE
Essa costituisce una delle “radici per lo sviluppo”
(UNESCO, 2001):
• in termini di crescita economica
• e come mezzo per la realizzazione di un’esistenza intellettuale,
emotiva, morale e spirituale più soddisfacente
DIVERSITÀ CULTURALE
=
“EREDITÀ COMUNE DELL’UMANITÀ”,
come fonte di scambio, innovazione e creatività
(UNESCO, 2001)
IL FENOMENO MIGRATORIO IN ITALIA
Gli italiani possono essere sostanzialmente raggruppati
in due categorie:
1) chi tende a percepire il fenomeno come ‘minaccia’
(percezione più estesa nel Sud Italia
e nei segmenti di istruzione più bassa);
2) e chi tende a percepire il fenomeno come ‘risorsa’
(percezione più estesa nel Nord Italia
e nei segmenti di istruzione più elevata).
(Eurisko, 2004)
LA DIVERSITÀ
Appare evidente preoccuparsi del tema della diversità
dato che:
• “entro il 2011, i maschi eterosessuali, bianchi e
con meno di 35 anni rappresenteranno solo il 18% della
forza lavoro nel Regno Unito;
• sempre nel Regno Unito, le donne rappresenteranno
1,2 milioni dei 1,6 milioni di nuovi lavoratori
previsti entro il 2006;
• entro il 2011 i gruppi appartenenti a minoranze
etniche saranno più popolosi dei bianchi nel 50%
dei quartieri (“Boroughs”) di Londra;
• ed infine gay, lesbiche e bisessuali rappresenteranno
il 6% della popolazione britannica”
(Ivan Scalfarotto, 2005)
DIVERSITÀ E RELAZIONI PUBBLICHE
In occasione del World PR Festival, che si terrà dal 28 al 30 giugno 2005
a Trieste, si è tornati a parlare di ‘diversità e relazioni pubbliche’
Le relazioni pubbliche delle organizzazioni devono cercare di comunicare:
• per la diversità, come valore in sé (il perché)
• con le diversità, in tutte le loro fondamentali dimensioni
(il con chi)
• nella diversità, adottando tutti i metodi, i canali
e gli strumenti disponibili (il come)
I relatori pubblici devono quindi realizzare pratiche
comunicative, attraverso il dialogo
uno-con-uno, uno-con-pochi, pochi-con-pochi,
pull e negoziali, per comprendere valori e aspettative
degli interlocutori
LA SITUAZIONE ATTUALE
• 9 professionisti su 10 sono consapevoli che la comunità
delle relazioni pubbliche deve migliorare il suo approccio con la
diversità, specialmente quando si trova ad operare in un
ambiente con una forte presenza di minoranze di ogni tipo
(Business Planning & Research International)
Le relazioni pubbliche operano già in un ambiente
multiculturale, ma non sono ancora in grado di capire
il valore della diversità
VANTAGGI
La diversità può avere un impatto positivo sulla produttività e
sulla redditività, in particolare conduce:
- ad una maggiore creatività e innovazione;
- all’identificazione di nuove opportunità di affari e di mercato;
- ad una maggiore abilità di anticipare differenti necessità
dei clienti;
- ad un migliore servizio all’utente;
- all’abilità di assumere un maggior numero di candidati
su un settore di lavoro più ampio;
- alla reputazione sociale positiva e all’immagine progressiva;
- alle relazioni di comunità più forti
OPINIONI
• Finché non viene modificato il profilo di diversità
dei professionisti sarà molto difficile riuscire a comunicare
con pubblici ‘diversi’ (Michael Morley)
• La diversità viene rispettata adattando canali, stili e linguaggi
– il tono e il significato – ai bisogni dell’interlocutore
e non ai desideri o all’immagine del comunicatore (Peter Walker)
• “I professionisti sono come dei ‘medici sociali’, devono realizzare
una buona diagnosi dei pubblici dell’organizzazione per cui
lavorano per poter decidere la ‘medicina’ più efficace per colmare
il divario di diversità esistente tra l’organizzazione e i suoi pubblici.
Devono quindi possedere competenze riflessive, di analisi e
di critica” (Sunday Odedele)
SOLUZIONI
• MARKETING MULTICULTURALE:
rappresentato da prodotti, servizi, media, linguaggi e messaggi specializzati
• DIVERSITY MANAGEMENT:
si tratta di un approccio alla gestione delle risorse umane, diretto a
valorizzare le differenze di cui ciascun individuo è portatore
in un’organizzazione, e che distingue due categorie di differenze:
- diversità primarie, quali l'età, il genere, l'origine etnica,
le competenze/caratteristiche mentali, che fanno parte di un patrimonio
innato dell'individuo e che non possono essere modificate
- diversità secondarie, come il background educativo,
la situazione familiare, il reddito, la religione, il ruolo organizzativo,
l'esperienza professionale
UN’AZIENDA MULTICULTURALE POSSIEDE
MOLTA PIÙ RICCHEZZA, IN TERMINI DI POTENZIALE UMANO,
DI UN’AZIENDA MONOCULTURALE
CONCLUSIONI
I professionisti di PR devono quindi essere:
1) agenti del cambiamento all’interno delle società o
delle organizzazioni
2) come esperti della comunicazione, sono i più adatti
ad illustrare i benefici e i vantaggi competitivi della
diversità
3) devono costituire l’esempio e dimostrare che
nella loro pratica la diversità è abbracciata
CONCLUSIONI
È necessario un nuovo approccio alla comunicazione,
fatto di trasparenza, di rispetto e di cultura del dialogo,
dove i diversi target non sono solo ‘bersagli’ da colpire,
ma persone inserite in ‘diversi’ sistemi di relazione.
Questa la sfida che si porrà ai relatori
pubblici nei prossimi anni:
COSTRUIRE RELAZIONI CON TUTTI I
PUBBLICI, CON TUTTE LE DIVERSITÀ
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