Capitolo 21
Inflazione e offerta
aggregata
Principi di economia
Robert H. Frank, Ben S. Bernanke
Copyright © 2004 - The McGraw-Hill Companies, srl
In questa lezione
Inflazione, spesa e prodotto: i) la curva AD; ii)
inflazione, BC e AD; iii) altre determinanti
della AD; iv) spostamenti della AD
Inflazione e offerta aggregata: i) inerzia della
inflazione; ii) gap di produzione e inflazione;
iii) AD e AS; iv) aggiustamento nell’economia
Cause dell’inflazione: i) eccesso AD; ii) shock
inflazionistici; iii) shock prodotto potenziale
Come controllare l’inflazione
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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke
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Inflazione, spesa e prodotto
Abbandoniamo ora il modello di breve periodo
keynesiano → i prezzi non sono più fissi
Inflazione, spesa e prodotto: la curva AD:
È la curva di domanda aggregata che mette in
relazione il prodotto di equilibrio di breve
periodo (Y) e il tasso di inflazione (π)
Se cresce l’inflazione, si riduce Y, cioè si
riduce PAE → infatti, se cresce π, BC attua
politica monetaria restrittiva (funzione di
reazione) e fa ridurre PAE
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Figura 21.1 - Curva di domanda aggregata. La curva di domanda
aggregata AD esprime la relazione tra il prodotto di equilibrio di breve
periodo Y e il tasso di inflazione. Dato che il livello di equilibrio di breve
periodo del prodotto è uguale a PAE, la curva AD rappresenta anche la
relazione tra inflazione e PAE. La sua pendenza negativa implica che a
un incremento dell’inflazione corrisponde una riduzione di Y.
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Altre determinanti della AD
Altre possibili spiegazioni pendenza negativa
curva AD. Alta π riduce PAE perché:
• riduce valore ricchezza monetaria → C;
• ridistribuisce reddito dai soggetti meno ricchi
(con maggiore quota ricchezza in moneta e
PMC più alta) ai più ricchi e, quindi, → C;
• aumenta incertezza sui programmi di spesa
di famiglie e imprese e, quindi, → C;
• in presenza di cambi fissi, → NX
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Aumento esogeno di PAE
Nell’ambito del modello AD:
• un aumento esogeno di PAE fa crescere il
livello di Y di breve periodo per ogni dato
livello di π → provoca uno spostamento a
destra e in alto della AD;
• una riduzione esogena di PAE fa calare il
livello di Y di breve periodo per ogni dato
livello di π → provoca uno spostamento a
sinistra e in basso della AD.
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Figura 21.2 - Effetto di un aumento della spesa esogena. La figura
presenta la curva di domanda aggregata sia prima (AD) che dopo
(AD’) un incremento della spesa esogena, in particolare una crescita
della spesa in consumi derivante da un aumento delle quotazioni nel
mercato azionario. Se il tasso di inflazione e il tasso di interesse reale
fissato dalla banca centrale rimangono costanti, un’espansione della
spesa esogena fa salire il livello di equilibrio di breve periodo di Y. Ne
consegue che la curva (AD) si sposta verso destra, da (AD) ad (AD’).
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Funzione di reazione BC e AD
Mutamenti nella funzione di reazione (FdR)
della BC provocano spostamenti della AD:
• se π alta e persistente BC adotta politica
monetaria più “restrittiva”, aumentando r in
relazione a ogni singolo π → spostamento in
alto FdR → la curva AD si sposta a sinistra;
• in recessione BC riduce r per ogni dato π →
spostamento in basso FdR → AD a destra;
• se FdR non cambia, mutamenti di π →
spostamenti lungo la AD (e non della AD)
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Figura 21.3 - Uno spostamento della curva relativa alla funzione di
reazione di politica monetaria. Se l’inflazione persiste a livelli eccessivi da
tempo, la BC può decidere di adottare una politica monetaria più “restrittiva”,
fissando il tasso di interesse reale a un livello più alto del solito in
corrispondenza di ogni singolo tasso di inflazione. Nel grafico questo
mutamento corrisponde a uno spostamento verso l’alto della curva relativa
alla funzione di reazione di politica monetaria (a), che fa spostare verso
sinistra la curva AD (b). Viceversa, se a causa di una recessione protratta nel
tempo la BC decide di ridurre il tasso di interesse reale per ogni singolo livello
di π, la curva rappresentativa della funzione di reazione di politica monetaria
si sposta verso il basso, facendo spostare verso destra la curva AD.
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Inflazione e AS: inerzia di π
Gli agenti economici guardano a π corrente e
formulano aspettative su π futura perché,
dati i redditi, sarà questa a influenzare la loro
capacità di spesa futura;
In assenza di grossi shock all’economia, le
aspettative tendono a collocare π futura
attesa in prossimità dell’π corrente → inerzia
della inflazione;
Perciò, bassa π corrente → bassi aumenti
salari e prezzi → bassa π futura
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Figura 21.4 - Un circolo virtuoso creato da un basso livello
di inflazione e basse aspettative inflazionistiche. Un tasso
di π basso induce gli individui ad aspettarsi che tale rimanga
anche in futuro; di conseguenza essi sono disposti ad
accettare aumenti modesti nei salari e nei prezzi dei beni e
servizi immessi sul mercato, il che consente di mantenere π
effettiva (e quella attesa) a livelli contenuti. Analogamente, un
tasso di π elevato spinge a prevedere valori alti in futuro e
questo a sua volta tende a tradursi in un alto livello di π.
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Vi è una relazione diretta tra gap di produzione e
variazione del tasso di π: se il gap è nullo il tasso di π
resta costante; se il gap è positivo (espansivo) il tasso
di π cresce; se il gap è negativo (recessivo) il tasso di
π cala
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AD e AS
- Economia in equilibrio di breve periodo se π
effettiva = π attesa per il periodo corrente
(intersezione curve AD e SRAS);
- Economia in equilibrio di lungo periodo se π
effettiva = π attesa per il periodo corrente e Y
= Y* (intersezione curve AD, SRAS e LRAS)
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Figura 21.5 - Grafico della domanda aggregata e dell’offerta aggregata
(AD-AS). Il grafico ha tre elementi: curva AD, che mostra come Y di equilibrio
di breve periodo dipende da π; curva AS di lungo periodo (LRAS), che indica il
valore del prodotto potenziale Y*; infine curva di AS di breve periodo (SRAS),
che esprime il valore corrente di p. Il livello di equilibrio di breve periodo del
prodotto, che nel grafico equivale a Y, è dato dall’intersezione tra le curve AD
e SRAS (punto A). Poiché il prodotto effettivo Y è inferiore a quello potenziale
Y*, l’economia registra un gap di produzione recessivo.
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Figura 21.6 - Processo di adeguamento dell’inflazione in presenza
di un gap di produzione recessivo. In corrispondenza del punto di
equilibrio di breve periodo iniziale A si registra un gap di produzione
recessivo, che spinge verso il basso l’inflazione. Al graduale diminuire
dell’inflazione la curva SRAS si sposta verso il basso fino a
raggiungere la posizione SRAS’, mentre il prodotto effettivo coincide
con quello potenziale (punto B). Quando il gap di produzione recessivo
è stato eliminato, l’inflazione si stabilizza al livello π*.
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Figura 21.7 - Processo di adeguamento dell’inflazione in presenza
di un gap di produzione espansivo. In corrispondenza del punto di
equilibrio di breve periodo iniziale A si registra un gap di produzione
espansivo, che fa salire gradualmente l’inflazione (la curva SRAS si
sposta verso l’alto) e fa scendere il livello di produzione. Il processo
continua finché l’economia non raggiunge il punto di equilibrio di lungo
periodo B, in corrispondenza del quale l’inflazione si stabilizza e il gap
di produzione viene eliminato.
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Principali cause di π
Le principali cause di inflazione sono:
- Grosse e protratte spese militari;
- Shock inflazionistici (repentino aumento π
non causato da gap di produzione), es.
shock petrolifero o forte svalutazione del
tasso di cambio → problema stagflazione
- Shock negativi al prodotto potenziale →
economia non ritorna a livelli di Y precedenti
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Figura 21.8 - Guerre e operazioni di rafforzamento militare quali
cause di inflazione. (a) Un aumento della spesa militare fa spostare
la curva AD verso destra, da AD ad AD. Nel nuovo punto di equilibrio
di breve periodo B il prodotto effettivo è cresciuto oltre il livello
potenziale Y*, creando così un gap espansivo. (b) Tale divario del
prodotto comporta un aumento dell’inflazione, ovvero uno
spostamento verso l’alto della curva SRAS, che passa da SRAS a
SRAS. Nel nuovo punto di equilibrio di lungo periodo C la produzione
effettiva è ritornata al livello potenziale, ma il tasso di inflazione π
risulta superiore a quello iniziale.
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Figura 21.9 - Effetti di uno shock
inflazionistico negativo. Da una
condizione iniziale di equilibrio di lungo
periodo nel punto A uno shock
inflazionistico negativo fa salire
direttamente π, provocando uno
spostamento verso l’alto della curva SRAS
in posizione SRAS’. Nel nuovo punto di
equilibrio di breve periodo B π è salita a π’
e la produzione è scesa a Y’, generando un
gap recessivo. Se BC non interviene, alla
fine l’economia ritornerà al punto A, un
processo che le consente di tornare al
tasso di inflazione iniziale attraversando
però una lunga fase di recessione. La
banca centrale potrebbe passare a una
politica monetaria più espansiva spostando
verso il basso la curva relativa alla funzione
di reazione monetaria, per cui la curva di
domanda aggregata si sposterebbe da AD
ad AD’ e il livello di prodotto di piena
occupazione sarebbe ripristinato al punto C
in tempi più rapidi. Il costo di questa
strategia consiste nel fatto che π resta al
nuovo livello più alto.
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Figura 21.10 - Effetti di uno
shock che colpisce il prodotto
potenziale. Partendo da una
situazione di equilibrio di lungo
periodo nel punto A, una
contrazione del prodotto
potenziale, da Y* a Y*’, genera un
gap espansivo. π aumenta, per
cui la curva di offerta aggregata di
breve periodo si sposta verso
l’alto passando da SRAS a
SRAS’. Una nuova condizione di
equilibrio di lungo periodo viene
raggiunta nel punto B, dove il
prodotto effettivo eguaglia il nuovo
e più basso livello potenziale Y*’,
mentre l’inflazione è salita a π’. In
quanto risultato di una riduzione
del prodotto potenziale, la
diminuzione del volume di
produzione
è permanente.
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Come controllare l’inflazione
Lo strumento principale è l’adozione di
politiche monetarie restrittive
(disinflazionistiche):
- Esse hanno un costo in termini di gap di
produzione nel breve periodo;
- Nel lungo periodo il sistema torna
all’equilibrio di pieno impiego e l’inflazione si
è abbassata stabilmente
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Figura 21.11 Effetti di breve periodo e di
lungo periodo di una politica monetaria
antinflazionistica. (a) Inizialmente
l’economia si trova in una condizione di
equilibrio di lungo periodo nel punto A, dove il
prodotto effettivo eguaglia quello potenziale e
il tasso di inflazione è pari al 10%. Se, in
seguito all’adozione di una politica
antinflazionistica da parte della BC, la curva
AD si sposta verso sinistra passando da AD
ad AD’, l’economia raggiunge un nuovo
equilibrio di breve periodo nel punto B, dove la
curva AD’ interseca la curva SRAS. Con la
progressiva contrazione del prodotto di
equilibrio di breve periodo fino a raggiungere il
livello Y si determina un gap recessivo. π
rimane invariato nel breve periodo. (b) A
causa di una restrizione di politica monetaria,
nel punto B si crea un gap recessivo che alla
fine provoca una diminuzione di π. La curva di
offerta aggregata di breve periodo si sposta
verso il basso, passando da SRAS a SRAS’.
L’equilibrio di lungo periodo viene ripristinato
nel punto C. A lungo termine il prodotto reale
torna al livello potenziale e π si stabilizza a un
tasso inferiore (pari al 3% in questa figura).
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(AD-AS).