ESPOSIZIONE
PROFESSIONALE A
STRUMENTI MUNITI DI
VIDEOTERMINALE
SI
Ovest
Dott. Guido Lacca
Università degli Studi di Palermo
Dipartimento di Igiene e Microbiologia
Sezione di Medicina del Lavoro
ALCUNE FUNZIONI VISIVE
• Accomodazione:
capacità di mettere
immagini poste a
diverse (cristallino)
a fuoco
distanze
• Convergenza:
movimento coordinato degli occhi
durante la fissazione di un punto
vicino (muscoli estrinseci degli
occhi)
ALTERAZIONI DELLA REFRAZIONE
• Miopia: incapacità di mettere a fuoco oggetti
lontani (bulbo allungato)
• Ipermetropia: necessità di accomodare
anche per mettere a fuoco oggetti lontani
(bulbo accorciato)
• Presbiopia: incapacità a mettere a fuoco
oggetti vicini (cristallino rigido)
• Astigmatismo: incapacità a mettere a fuoco
in modo regolare un oggetto (cornea
irregolare)
ALTRE ALTERAZIONI DELLE
FUNZIONI VISIVE
• Forie e strabismo: difetto nei
movimenti coordinati degli occhi
• Deficit della convergenza
• Difetti del
(daltonismo)
senso
cromatico
DISTURBI VISIVI
Il lavoro al computer può sottoporre i
muscoli degli occhi ad uno sforzo
notevole:
• se i contrasti luminosi tra
schermo, documento e tastiera
sono eccessivi (possono avvenire
sino a 25000 movimenti al giorno
di adattamento alla luce)
INTRODUZIONE
VDT o AIDV
(APPARECCHIATURE INFORMATIZZATE DOTATE DI
VIDEO)
Apparecchiature
elettroniche
progettate
per
attività
informatiche, caratterizzate dalla presenza di:
• una unità di visualizzazione (LCD, PLASMA, etc.), con
possibilità di rappresentazione alfanumerica o grafica;
• una unità di controllo, gestione e, generalmente,
memorizzazione di dati;
• dispositivi periferici, sia di interfaccia con l'utilizzatore,
per funzioni di input (tastiera, mouse, etc.) e di output
(stampanti, plotter, strumenti di misura, etc.), sia per
acquisizione dati (scanner, sensori di sistemi di
rilevazione etc.).
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
INTRODUZIONE
•
•
Razionale
NON: diagnosi e prevenzione di patologie correlate a specifici
singoli fattori di rischio
MA: area meno definita del disturbo-disagio originato da più
fattori di rischio
• Compiti del RSPP:
• valutazione del rischio
• Individuazione di particolari impieghi o
situazioni di impiego di AIDV
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
Campo di applicazione (art. 172 T.U.)
Attrezzature munite di VDT
- Nel T.U. rispetto al 626/94 i
sistemi portatili non sono più
esclusi
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
INTRODUZIONE
Campo di applicazione
Escluse dall’ambito di applicazione delle norme contenute nel
T.U.
“ATTREZZATURE MUNITE DI UN PICCOLO
DISPOSITIVO
DI
VISUALIZZAZIONE”
(registratri di cassa, calcolatrici)
“MACCHINE DI VIDEOSCRITTURA SENZA
SCHERMO SEPARATO”
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
CAMPO DI APPLICAZIONE
ART.172
Le norme al presente articolo si applica alle attività lavorative che comportano
l’uso di attrezzature munite di videoterminale
Non si applicano ai lavoratori addetti:
• ai posti di guida dei veicoli o macchine;
• ai sistemi informatici montati a bordo di mezzi di trasporto
• ai sistemi informatici destinati in modo prioritario alla utilizzazione da parte
del pubblico;
• alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa a tutte le attrezzature munite
di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure, necessario
all’uso diretto di tale attrezzatura;
• alle macchine di videoscrittura senza schermo separato.
INTRODUZIONE
Campo di applicazione
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
INTRODUZIONE
Razionale
NECESSITA’ DI RICERCA E OPPORTUNITA’ DI REVISIONE
• L’evoluzione subentrante sia dell’hardware sia del software comporta
la possibilità si sempre nuovi possibili fattori di rischio e presuppone
la necessità di un costante aggiornamento da parte dell’RSPP, del
Datore di Lavoro e del MLC
Es. “via-voice” con comunicazione via microfono e ricezione via cuffia con
riduzione del possibile sovraccarico dell’arto superiore ma con aumento
del carico percettivo
• Sempre più le AIDV sono usate per scopi professionali in ambienti
“atipici” (treno, aereo, sede dei clienti, domicilio del lavoratore)
• Monitorare
proposito
in
via
degli
continuativa
effetti
eventuali
dell’uso
nuove
dell’AIDV
acquisizioni
sulla
dell’apparato visivo
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
a
funzionalità
INTRODUZIONE
Definizione di
Campo di applicazione
“lavoratore”
DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 , n. 81
Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro.
Titolo VII
ATTREZZATURE MUNITE
DI VIDEOTERMINALI
c) lavoratore: il lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita
di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore
settimanali, dedotte le interruzioni di cui all'articolo 175.
.
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INTRODUZIONE
Campo di applicazione
• Definizione di “lavoratore”: non critica
• Individuazione dei “lavoratori”: possibili criticità
• Questionari ai lavoratori
• Interviste guidate
• Consultazione formale di dirigenti e preposti
• Sistemi “tempi e metodi” aziendali
• Rilevazioni oggettive dei tempi di utilizzo
MLC: non responsabilità diretta nell’individuazione, ma necessità di
condivisione dei metodi utilizzati dal DDL
Individuazione di particolari impieghi di AIDV anche inferiori a 20
ore / settimana ma con richiesta di impegno visivo elevata:
• caratteristiche della “presentazione visiva”
• caratteristiche dell’operatore
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CAMPO DI APPLICAZIONE
ART.172
Le norme al presente articolo si applica alle attivita’ lavorative che comportano
l’uso di attrezzature munite di videoterminale
Non si applicano ai lavoratori addetti:
• ai posti di guida dei veicoli o macchine;
• ai sistemi informatici montati a bordo di mezzi di trasporto
• ai sistemi informatici destinati in modo prioritario alla utilizzazione da parte
del pubblico;
• alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa a tutte le attrezzature munite
di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure, necessario
all’uso diretto di tale attrezzatura;
• alle macchine di videoscrittura senza schermo separato.
DISTURBI VISIVI
• se gli occhi fissano a lungo oggetti molto vicini
come uno schermo (i muscoli degli occhi sono in
posizione di riposo se osservano oggetti distanti più
di 6 metri)
• se monitor e documenti da leggere non sono posti
all'incirca alla stessa distanza (i muscoli degli occhi
sono costretti ad una continua variazione di messa
a fuoco)
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
Mentre la fatica visiva e’ un problema ben assodato tra gli
utilizzatori di AIDV, non esiste a tutt’oggi una convincente ed
inequivocabile evidenza epidemiologica relativa alla possibilita’
da parte di tale attivita’ lavorativa di indurre alterazioni
oculovisive
funzionali
permanenti
o
caratterizzate
un’alterazione anatomopatologica
In particolare, e’ stata
esclusa una maggiore prevalenza tra gli utilizzatori
di AIDV di:
-cataratta
-glaucoma
-irite
-retinite
-miopia
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
da
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
ASTENOPIA
Duke-Elder (1949): “Quella sensazione che si avverte quando si
prende coscienza del lavoro dell’apparato oculare per rendere chiara
una visione per mezzo di aggiustamenti talora inefficaci
dell’accomodazione”.
Miglior (1989): ”Un insieme di disturbi funzionali che originano
quando l’apparato visivo cerca di conseguire, ricorrendo ad artifici
stressanti, risultati funzionali eccedenti le proprie possibilità
fisiologiche”.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
ASTENOPIA
OCCUPAZIONALE
Una associazione di sintomi e/o segni causata da
fattori
e
combinati
compiti
lavorativi
con
caratteristiche
le
che,
eventualmente
oftalmiche
del
soggetto, favoriscono l’insorgenza o la reiterazione
di un insieme di sintomi e/o segni oculari e/o visivi
che, nei casi piu’ gravi, possono anche comportare
disturbi generali
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA (I)
ASPETTI VISIVI
• disagio / disturbo alla luce (fotofobia)
• visione sfuocata
• visione sdoppiata
• aloni colorati
Cui possono corrispondere sul piano obiettivo
• riduzione dell'acuità visiva
• riduzione dell'ampiezza visiva
• allontanamento del punto prossimo di accomodazione (ppa)
• comparsa o aumento di forie
• miopizzazione transitoria
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA (II)
ASPETTI OCULARI
• alterazioni dell'ammiccamento
• lacrimazione
• pesantezza dei bulbi
• prurito
• bruciore
• secchezza
• rossore riferito
• sensazione di sabbia negli occhi
• dolore periorbitario e/o retrobulbare
Cui possono corrispondere sul piano obiettivo
•iperemia congiuntivale
•ipersecrezione oculare
•alterazioni del film lacrimale
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FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA (III)
ASPETTI GENERALI
• cefalea
• astenia
• nausea
• dispepsia
• vertigine
• tensione generale
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FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
CAUSE DI ASTENOPIA
Le cause di astenopia negli utilizzatori di AIDV possono essere
schematicamente suddivise in quattro gruppi:
1.
fattori legati alle caratteristiche intrinseche del compito visivo
2.
fattori ambientali, a loro volta suddivisi in:
-
fotometrici
-
non fotometrici
3.
fattori legati alla funzionalita’ dell’organo visivo
4.
fattori organizzativi e individuali
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FISIOPATOLOGIA
CAUSE DI ASTENOPIA
Fisiopatologia oculo-visiva
1. Caratteristiche intrinseche del compito visivo
1.1 intensita’/difficolta’ del compito
-
dimensioni dei caratteri
caratteri troppo piccoli:
sforzo cerebrale per cercare di interpretare segnali visivi al limite delle capacità visive del soggetto
fissazione troppo ravvicinata come tentativo di compenso, con sollecitazione dell’accomodazione
-
visibilita’ intrinseca dei particolari da osservare
scarso contrasto: idem come sopra
-
attenzione
riduzione frequenza ammiccamento
mancato rilassamento muscoli oculari
-
variazione frequente della distanza di messa a fuoco (video/documenti) sempre
nell’ambito della visione ravvicinata
continue variazioni: fatica muscolare accomodativa
-
posizionamento del video nei confronti del capo dell’utilizzatore
video troppo alto:
posizione dello sguardo non primaria
riduzione frequenza ammiccamento
maggiore apertura palpebre (maggiore espozione della superficie oculare)
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
CAUSE DI ASTENOPIA
1. Caratteristiche intrinseche del compito visivo
1.2 durata del compito
- tempo totale trascorso, per ogni turno di lavoro, in attivita’ di
fissazione del video
- distribuzione (presenza o meno di interruzioni o cambiamenti di
attivita’)
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
CAUSE DI ASTENOPIA
2. Fattori ambientali
2.1 fattori ambientali fotometrici
- dal punto di vista quantitativo:
-
eccesso di illuminazione (abbagliamento)
- dal punto di vista qualitativo:
-
squilibrio statico delle luminanze
-
squilibrio dinamico delle luminanze
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
ILLUMINAZIONE AMBIENTALE
Si deve notare che la posizione di lavoro tipica dell’addetto a AIDV
differisce
da
quella
classica
dell’operatore
alla
scrivania:
nel
secondo caso l’asse dello sguardo e’ rivolto prevalentemente verso il
basso, nel primo e’ prevalentemente orizzontale, risultando cosi’
piu’ esposta all’ingresso nel campo visivo di fonti naturali e artificiali
di illuminazione
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
I FILTRI
-
Filtri di vetro o plastica ricoperti da sottili film antiriflesso e/o polarizzatori
-
Filtri micromesh
-
Spray antiriflesso
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
I FILTRI
L’uso dei filtri per ridurre la presunta emissione di
radiazioni “dannose” dai terminali e’ privo di qualsiasi
significato, poiche’ i videoterminali di fatto non
emettono quantita’ apprezzabili di tali radiazioni.
L’installazione dei filtri non sempre fornisce i risultati
sperati nel ridurre eventuali disturbi dovuti alla
riflessione della luce sullo schermo.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
ALTRI RISCHI PER LA SALUTE
• Dermatite irritativa:
rara, al volto, causata
dal campo
elettrostatico
PREOCCUPAZIONI
INGIUSTIFICATE PER LA SALUTE
• Radiazioni ionizzanti:
pari al fondo naturale
• Campi elettromagnetici:
pari al fondo ambientale a 5 cm
dallo schermo ed a 15 cm dal retro
• Radiazioni ultraviolette:
pari al fondo naturale a 5 cm dallo
schermo
PREOCCUPAZIONI INGIUSTIFICATE
PER LA SALUTE
• Non vi è rischio di
cancro
• Non vi è rischio di
aborto
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
I FILTRI
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
La migliore prevenzione dei fenomeni di riflessione
della luce sul video, piuttosto che con l’impiego di filtri
o spray antiriflesso, e’ rappresentata dalla corretta
collocazione dei terminali oltre che da una corretta
illuminazione
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
I FILTRI
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
CAUSE DI ASTENOPIA
2. Fattori ambientali
2.2 fattori ambientali non fotometrici
- microclima (umidita’ relativa ambientale)
- flussi d’aria elevati e costanti
- cariche elettrostatiche
- inquinamento “indoor” (Sick-building syndrome)
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
CAUSE DI ASTENOPIA
3. Funzionalita’ dell’organo visivo
3.1 fattori refrattivi e di binocularita’
- vizi refrattivi non corretti (inadeguata correzione)
- difetti ortottici (strabismo o forie)
3.2 patologie oculari o correlate
- patologie comuni (congiuntivite allergica, sinusite frontale,…)
- patologie meno comuni (cicatrici corneali, cataratta,…)
3.3 utilizzo di lenti a contatto
Di per se’ non costituisce un fattore di limitazione di idoneità ma può
determinare una maggior probabilita’ di insorgenza di astenopia in relazione a:
- problemi microclimatici
- riduzione dell’ammiccamento o aumento della superficie oculare esposta
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
CAUSE DI ASTENOPIA
4. Fattori organizzativi
- ripetitivita’ e monotonia
- organizzazione del lavoro
- rapporti di gruppo
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
• Alcuni muscoli ed articolazioni
sono sottoposti a posture fisse,
mentre i muscoli delle mani e
delle braccia si muovono
incessantemente.
• Le tensioni muscolari
impediscono il normale afflusso di
sangue a muscoli, tendini, nervi,
dischi intervertebrali.
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
• Nel tempo si possono manifestare micro-lesioni,
dolori, infiammazione dei tendini, compressione
dei nervi (tendiniti, tenosinoviti, sindrome del
tunnel carpale).
• Alcune disfunzioni fisiche (diabete, peso
eccessivo, artrite, ipertensione, fumo, gravidanza)
ed attività extra-lavorative (sport, hobbies)
aumentano il rischio di questi disturbi.
SINTOMI MUSCOLO-SCHELETRICI
• Tendiniti: dolori a livello delle
articolazioni del braccio o della
mano durante i movimenti
• Sindrome del tunnel carpale:
indolenzimento, torpore,
formicolii alle mani, perdita di
forza delle mani
• Artrosi cervicale:
indolenzimento, senso di peso,
dolori al collo ed alle braccia
POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI ALLA
COLONNA ED AGLI ARTI
• Errata disposizione o regolazione
di arredi e computer
• Postura fissa e/o scorretta per
lunghi periodi
• Capo e tronco protesi in avanti
• Spalle contratte nella digitazione o
nelle pause
• Ricevitore del telefono tenuto a
lungo tra testa e spalla
• Attività extra-lavorative, hobbies
(sport pesanti, ecc...)
PREVENZIONE DEI DISTURBI ALLA
COLONNA ED AGLI ARTI
• Scegliere attrezzature adattabili alle
proprie esigenze
• Adottare una postura rilassata: il tronco
sullo schienale tra 90° e 110°
• Variare spesso la posizione del corpo
• Effettuare pause brevi ma frequenti
• Variare le attività nel corso della
giornata
• Regolare con cura la posizione, l'altezza
e la distanza del monitor
POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI A
BRACCIA, POLSI E MANI
• Movimenti rapidi, ripetitivi e
prolungati su tastiera e
mouse
• Forza eccessiva nel digitare
e nello stringere il mouse
• Polsi piegati verso l'alto e
non allineati agli avambracci
PREVENZIONE DEI DISTURBI A
BRACCIA, POLSI E MANI
• Ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi prolungati
• Mantenere gli avambracci paralleli al pavimento e
bene appoggiati sul tavolo
• Mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione
FISIOPATOLOGIA
L’impiego
richiesto
Fisiopatologia muscolo-scheletrica
all’apparato
muscolo-scheletrico
di
un
operatore
VDT/PC
si
caratterizza per:
-
postura assisa protratta
-
possibile uso intensivo della tastiera e dei sistemi di puntamento
I segmenti corporei maggiormente interessati sono collo, schiena, spalle, braccia e
mani. La sintomatologia è in genere rappresentata da formicolii, intorpidimento, rigidità
e dolore, prevalentemente connessi a fenomeni di sovraccarico dei dischi intervertebrali,
ad affaticamento muscolare, ad infiammazione delle strutture tendinee coinvolte, a
compressione di nervi.
Le cause principali sono rappresentate da:
-
posizioni
di
lavoro
inadeguate
per
disergonomie
della
postazione
di
lavoro
(caratteristiche strutturali e posizionamento degli arredi e delle apparecchiature)
-
mantenimento della posizione operativa di lavoro per molte ore, con poche
interruzioni
-
movimenti ripetitivi e rapidi (digitazione, microscivolamenti e pressioni) esercitati
manualmente su tastiera e con sistemi di puntamento vari
-
sollevamento dell’arto superiore dedicato all’uso dei diversi sistemi di puntamento
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia muscolo-scheletrica
- POSTURA ASSISA PROTRATTA
- Contrazione isometrica dei mm paravertebrali
- Alterato trofismo dei dischi intervertebrali
- Ma: dubbi epidemiologici sull’effettivo rischio derivante da una
posizione assisa protratta
- POSSIBILE USO INTENSIVO DELLA TASTIERA E DEI SISTEMI DI
PUNTAMENTO
- Elevata ripetitività dei movimenti
- Posture incongrue dell’arto superiore
- Possibile causa di UE WMDs
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia muscolo-scheletrica
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia muscolo-scheletrica
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
FISIOPATOLOGIA
Altri fattori fisiopatologici
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO art.174
Informazione e formazione
dei lavoratori:
• misure applicabili al posto
di lavoro
• modalità svolgimento
attività
• protezione occhi e vista
Elaborazione del documento
di valutazione dei rischi:
• valutazione del rischio
• misure di prevenzione
adottate
• programma di
miglioramento dei posti
di lavoro
ANALISI DEL POSTO DI LAVORO
• Rischi per la vista e per
gli occhi
• Problemi legati alla
postura e
all’affaticamento fisico e
mentale
• Condizioni ergonomiche
e di igiene ambientale
REQUISITI MINIMI
ALLEGATO XXXIV
1. ATTREZZATURE
• Schermo
• Tastiera
• Piano di lavoro
• Sedile di lavoro
• Computer portatile
2. AMBIENTE
• Spazio
• Illuminazione
• Rumore
• Radiazioni
• Parametri microclimatici
3. INTERFACCIA ELABORATORE/UOMO
MONITOR
• Fonti luminose esterne ed
interne né di fronte , né alle
spalle dell'operatore
• Schermo davanti a sé per
evitare torsioni di collo e
schiena
• Distanza dagli occhi la maggiore
possibile purché i caratteri si
leggano chiaramente (50-70
cm)
MONITOR
• Bordo superiore del monitor un po’ più in basso degli
occhi
• Variare l'inclinazione secondo le esigenze
• Eventuale portadocumenti alla stessa distanza ed
angolazione
• Il monitor non deve poggiare necessariamente sul
computer, preferibile un supporto solido orientabile nello
spazio
• Regolare contrasto, luminosità e dimensioni dei caratteri
• Chi usa lenti bifocali cerchi di posizionare il monitor più in
basso per evitare tensioni del collo
TASTIERA E MOUSE
• Tastiera davanti allo schermo
• Tastiera regolabile al fine di
mantenere i polsi in linea con gli
avambracci
• Mouse il più possibile vicino al
corpo
• Tastiera e mouse posti in modo
da
poter
appoggiare
gli
avambracci sul piano di lavoro
PIANO DI LAVORO
• Dotato di superficie ampia per disporre i materiali
necessari (video, tastiera, mouse, ecc.) e per
consentire l’appoggio degli avambracci
• Sufficientemente profondo da assicurare una
corretta distanza visiva dallo schermo
• Di colore chiaro (possibilmente non bianco), non
riflettente
• Dotato di spazio idoneo per l’alloggiamento degli
arti inferiori
SEDILE
• Spostabile in modo da poter essere
tenuto vicino al tavolo, girevole,
antiribaltamento
• Altezza regolabile in modo che i polsi
siano in linea con gli avambracci e
non piegati né verso l'alto, né verso il
basso
• Schienale che sorregga bene la curva
lombare
• Piedi ben poggiati a terra o, solo se
necessario, su poggiapiedi ampio
MISURE PER LA SCELTA
DELLE POLTRONE
Altezza lavoratore (cm)
Altezza seduta da terra (cm)
150 - 155
41
160 - 165
43
170 - 175
46
180 - 185
49
190 - 200
54
AMBIENTE
• Rumore: segregazione o insonorizzazione di
stampanti o altre attrezzature rumorose
• Microclima: ridurre velocità di circolo dell’aria
(evitare
correnti)
e
mantenere
un’umidità
soddisfacente
• Calore: evitare fonti di calore radiante in vicinanza
della postazione di lavoro (apparecchiature, ma
anche finestre)
ILLUMINAZIONE
• Schermare le finestre con tende
• Se necessario, schermare le luci
artificiali o ridurne l'intensità (devono
essere al di fuori del campo visivo
dell’operatore)
• Inclinare il monitor per ridurre i riflessi
(corretto orientamento rispetto alle
finestre)
• Ridurre la luminosità generale per
eliminare
i
contrasti
luminosi
eccessivi
• Eventualmente usare una lampada
da tavolo
VALUTAZIONE DEL RISCHIO (art. 174 T.U.)
RIFERIMENTI:
ALLEGATO XXXIV T.U.
- rischi per la vista e per gli occhi
- problemi legati alla postura e
all’affaticamento visivo e mentale
- condizioni ergonomiche e di igiene
ambientale
- organizzazione e predisposizione della
postazione di lavoro
1° LIVELLO
Valutazioni “carta e penna”, senza misure specifiche
2° LIVELLO
Valutazioni con misure
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Aspetti generali
CONTRIBUTO DEL MLC ALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
ATTIVITA’ INDISPENSABILE
•verifica dell’esistenza di una idonea valutazione
necessaria per una corretta sorveglianza sanitaria
•integrazione dei risultati della sorveglianza sanitaria
nel processo di valutazione
ATTIVITA’ OPZIONALE
•impegno diretto nella valutazione secondo procedure
standardizzate e validate
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Aspetti generali
CONTRIBUTO DEL MLC ALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
SOPRALLUOGO ANNUALE CON RSPP (opzionale)
necessario per specifiche postazioni se:
•mutate condizioni ambientali o organizzative
•evidenze alla sorveglianza sanitaria di disturbi o patologie
AIDV correlati
Possibilità di aggiornamento mediante autovalutazione da
parte dei lavoratori?
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Aspetti generali
TIPO DI COMPTI AD AIDV (OMS)
TIPO DI ATTIVITA’
Inserimento dati
CARATTERISTICHE
Ritmo elevato
poche interruzioni
sollecitazione visiva sui documenti
scarse decisioni
Acquisizione dati
Ritmo medio
discrete interruzioni
sollecitazione visiva sullo schermo
decisioni variabili
Comunicazione
Ritmo intermittente
interattiva
discrete interruzioni
sollecitazione visiva sullo schermo
decisioni variabili
Word processing
Ritmo elevato ma intermittente
discrete interruzioni
sollecitazione visiva sul documento e sullo schermo
Programmazione,
progettazione, controllo di
sistemi
decisioni variabili
Ritmo basso e intermittente
frequenti interruzioni
sollecitazione visiva sul documento e sullo schermo
decisioni elevate
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
1° livello
NON ESISTONO CHECK-LIST STANDARDIZZATE
Modello di check-list per la valutazione del posto di lavoro
•TAVOLO
•MONITOR
•TASTIERA E MOUSE
•SEDILE
•ILLUMINAZIONE
•IMPIANTO ELETTRICO / TELEMATICO
•AMBIENTE DI LAVORO
•MICROCLIMA
•RUMORE
•INTERFACCIA ELABORATORE / UOMO
Modello di questionario guidato per la descrizione del lavoro
con AIDV da parte degli addetti
Scheda riassuntiva delle criticità riscontrate
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
1° livello - fattori muscolo-scheletrici
METODI DI VALUTAZIONE
•Check-list OSHA
Metodo rapido di valutazione
Arto superiore (lista A), rachide, arto inferiore
•Metodo RULA (Rapid Upper Limb Assessment)(Mc Atamney,1993)
Arti superiori
Pensato per addetti ad AIDV
Facile applicabilità
•Metodo OREGE
INRS
Valutazione preliminare con Check-list OSHA
Approfondimento (Outil de Réperage et d’évaluation des Gestes)
Sintomi muscoloscheletrici, sintomi di stress, fattori psicosociali, caratteristiche
del lavoro
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
1° livello
- Modello di check-list per la valutazione del posto di lavoro
Esempio: TAVOLO
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.1.1 il margine inferiore del portatastiera è ad altezza di 70-80 cm?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.2
Le dimensioni attuali sono comunque sufficienti per monitor, tastiera, documenti e materiale accessorio?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.3
Lo spazio davanti alla tastiera è sufficiente per consentire l'appoggio di mani ed avambracci?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.4
La tastiera è posizionata davanti allo schermo?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.5
Il monitor è appoggiato direttamente sul piano di lavoro?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.5.1 Il monitor è appoggiabile direttamente sul piano di lavoro riposizionandolo e/o
rimuovendo eventuali supporti (es. l'unità logica)?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.6
La superficie del piano di lavoro è di colore chiaro?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.7
La superficie del piano di lavoro è opaca non riflettente?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.8
Il monitor è posizionato davanti all'operatore?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.9
Il monitor è posizionato ad una distanza di 50-70cm (fino a 90cm per dimensioni di schermo maggiori di
17") dagli occhi dell'operatore?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.10
Il bordo superiore dello schermo si trova al livello degli occhi o leggermente al di sotto?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
Ciò avviene per difetti di posizionamento dell'unità video?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
Ciò avviene per caratteristiche antropometriche dell'utilizzatore?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
Il posto di lavoro è ben dimensionato ed allestito in modo che vi sia spazio sufficiente (60 x 60 cm) per
permettere cambiamenti di posizione degli arti inferiori e di movimenti operativi, anche in presenza di
cassettiere e/o porta-tastiera"?
SI ‫ٱ‬
NO ‫ٱ‬
1.1
Rientra nelle dimensioni UNI (cm.) L=120 * P=80 H=70-80?
*: >90 cm per operazioni esclusive al VDT
Se è presente un "porta-tastiera":
Se NO
Se NO
1.11
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
1° livello
Modello di questionario guidato per la descrizione del lavoro
con AIDV da parte degli addetti
Puoi orientare e inclinare liberamente lo schermo?
Si
No
L’immagine è stabile e non vi sono riflessi fastidiosi?
Si
No
I caratteri sono ben definiti, abbastanza grandi da permetterti una visione
confortevole?
Si
No
Puoi posizionare la tastiera e il mouse in modo da digitare appoggiando gli
avambracci o le mani?
Si
No
Alterni l’utilizzo della tastiera e dei mouse, per evitare irrigidimento delle mani?
Si
No
La tua sedia è girevole ed il piano del sedile è regolabile in altezza?
Si
No
Lo schienale è regolabile sia in altezza che in inclinazione?
Si
No
La tua sedia è solida e non si ribalta?
Si
No
La tua sedia non scivola, puoi spostarla facilmente e ha 5 punti di appoggio?
Si
I comandi di regolazione sono facili da azionare?
Si
No
La superficie di seduta è traspirante?
Si
No
La tua sedia è adatta all’ambiente e alle lavorazioni della tua postazione di lavoro?
Si
No
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
1° livello
Scheda riassuntiva delle criticità riscontrate
STRUTTURA …………………………………………………………..
UFFICIO ………………………………………………………………..
NUMERO DI POSTAZIONI VDT ……………………………………
SEDILI CORRISPONDENTI A QUANTO RICHIESTO DALL’ALLEGATO del D.Lgs
81/08
N° CORRISPONDENTI
……….
N° NON CORRISPONDENTI ……….
Il sedile deve:
a)essere di tipo saldo contro slittamento e rovesciamento, dotato di basamento
stabile o a cinque punti di appoggio;
b)disporre del piano e dello schienale regolabili in maniera indipendente così da
assicurare un buon appoggio dei piedi ed il sostegno della zona lombare;
c)avere i bordi del piano smussati, in materiale non troppo cedevole, permeabile
al vapore acqueo e pulibile;
d)essere facilmente riposizionabile anche in rapporto al tipo di pavimento;
e)qualora fosse necessario, essere dotato di un poggiapiedi separato, per fare
assumere una postura adeguata agli arti inferiori dell’operatore.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2° l. Fattori ambientali fotometrici
Illuminotecnica
Il lavoro con video terminali (VDT) è caratterizzato da quattro tipi di attività
visiva:
1) riconoscimento di immagini stampate (testo, numeri, figure) o
prodotte manualmente;
2) riconoscimento di immagini su video;
3) riconoscimento di simboli su tastiera;
4) sorveglianza visiva dell'ambiente.
Tutte le normali operazioni che si svolgono ad una postazione VDT sono
precedute e seguite dalle suddette attività visive.
Le condizioni ottimali di visibilità sono ottenute quando nessuna
attività visiva risulta penalizzata.
Le grandezze che influenzano le condizioni di visibilità in una postazione di
lavoro sono molte, ma tra esse possono essere considerate come principali
quelle fotometriche, cioè quelle grandezze che descrivono l'aspetto visivo
di una postazione in termini di quantità e qualità di luce.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Illuminamento:
quantità di luce che, proveniente dalle varie sorgenti e
riflessa dagli oggetti, incide su una certa superficie.
valori raccomandati:
• compresi fra 200 e 500 lux in generale
• prossimi a 200 lux in postazioni con uso esclusivo
di VDT (CAD!);
• prossimi a 350 lux per la battitura di testi con
macchina da scrivere.
Norma attuale: 500 lux (critico; lampade aggiuntive)
2° l. Fattori ambientali fotometrici
Luminanza:
Quantità di luce emessa da un oggetto (per unità di
superficie
Valori del contrasto di luminanza raccomandati dalla
norma DIN 66234 per schermi VDT:
minimo 3 ottimale da 6 a 10
massimo 15
In caso di ambienti con scarso illuminamento, il
contrasto tra oggetti qualsiasi, come raccomandato da
UNI 29241 dovrebbe essere non superiore a 10.
In ambienti normali accettabile sino a 40 fra compito
visivo e aree circostanti.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2° l. Fattori ambientali fotometrici
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2° l. Fattori ambientali fotometrici
Le sorgenti artificiali maggiormente impiegate negli uffici sono le lampade
fluorescenti.
Quelle ottimali per il lavoro con VDT sono quelle cosiddette " bianche a tonalità
calda" che emanano una luce tendente al giallo.
Per minimizzare i riflessi devono essere montate a soffitto, con paraluce a
lamelle anti-abbagliamento (“dark-light”), in file parallele alla direzione allo
sguardo dell'operatore.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2° l. Fattori ambientali fotometrici
Ottimizzare i colori:
Considerando che i moderni VDT sono forniti di regolazione della luminosità e
del contrasto, ne consegue che le condizioni ottimali possono quasi
sempre essere raggiunte a meno che si verifichino, sugli schermi VDT,
riflessioni di sorgenti luminose contenute nell'ambiente di lavoro,
proprio per evitare queste riflessione occorre attenersi alle indicazioni sopra
esposte.
Le dimensioni ed il colore dei caratteri nei moderni monitor sono prestabiliti in
funzione del raggiungimento delle prestazioni ottimali in termini di contrasto.
Anche le impostazioni di default dei programmi applicativi seguono questo
criterio: evitare
le personalizzazioni dei colori eccessivamente
"fantasiose"
Ottimizzare i colori
Considerando che i moderni VDT sono forniti di regolazione della luminosità e
del contrasto, ne consegue che le condizioni ottimali possono quasi
sempre essere raggiunte a meno che si verifichino, sugli schermi VDT,
riflessioni di sorgenti luminose contenute nell'ambiente di lavoro,
proprio per evitare queste riflessione occorre attenersi alle indicazioni sopra
esposte.
Le dimensioni ed il colore dei caratteri nei moderni monitor sono prestabiliti in
funzione del raggiungimento delle prestazioni ottimali in termini di contrasto.
Anche le impostazioni di default dei programmi applicativi seguono questo
criterio: evitare
le personalizzazioni dei colori eccessivamente
"fantasiose"
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2° l. Fattori ambientali non fotometrici
Inquinamento indoor
Aspetti relativi alle condizioni indoor
Fattori di rischio chimici
•In Italia non esiste una normativa specifica elaborata per il controllo della qualità dell’aria indoor (eccetto D. L. 241/2000
per Radon).
•A livello internazionale esistono diversi standard di qualità dell’aria che sono riferiti a differenti gruppi di popolazione
generale e lavorativa rispettivamente;
•in generale gli standard per gli ambienti di lavoro fanno riferimento all’esperienza specifica degli ambienti industriali e,
come tali, non risultano adatti agli ambienti tipo uffici; in questi ultimi si applicano solitamente specifici standard elaborati
per gli ambienti indoor di tipo abitativo ove s’intende garantire ragionevolmente salute e comfort per gli occupanti.

Guidelines for Air Quality in Europe - dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) designate alla
protezione della popolazione generale e riguardano un largo numero di sostanze; esse risultano di buona applicazione
anche nell’ambiente indoor almeno per alcuni parametri

Environmental Protection Agency USA - questi standard sono stati designati alla protezione della
popolazione generale e sarebbero applicabili all’ambiente indoor ma riguardano un numero molto limitato di sostanze.

American Society of Heating, Refrigerating and Air Conditioning Engineers (ASHRAE): hanno la
caratteristica di esser stati sviluppati specificamente per gli ambienti confinati ma riguardano un numero limitato di
sostanze ed applicano una definizione di comfort piuttosto limitativa (80 % di soddisfatti).

Guidelines del Canada - rappresentano un esempio coerente di normativa per l’indoor sviluppata
specificamente per l’ambiente residenziale e possono esser applicate anche agli ambienti tipo ufficio.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
Sindrome dell’ edificio malato
"Il termine Sick Building Syndrome (SBS
Sindrome dell'Edificio
Malato) è una situazione in cui molte
persone lamentano diversi sintomi o un
generico senso di malessere, senza
un'apparente ragione, che aumenta in
gravità quanto maggiore è il tempo che
trascorrono all'interno dell'edificio.
Nel 1968 nel Michigan (USA)…
epidemia…
Dopo diverse ricerche si identificò la causa
dell’epidemia in un batterio che aveva
trovato un terreno di coltura adatto nei
detriti trattenuti dai filtri del sistema di
ventilazione, in cattivo stato di
funzionamento.
Nel 1970, alcuni medici statunitensi
notarono l’insorgere di alveoliti
allergiche tra gli impiegati di uffici con
aria condizionata: a tali sintomi, e a
quelli suscitati dall’epidemia del 1968,
si attribuì il nome di “Sindrome da
Edificio Malato”
Tale sintomatologia è stata, però,
osservata anche in individui che
lavorano in edifici ventilati
naturalmente.
La sindrome, la cui causa è
probabilmente multifattoriale, non è
usualmente accompagnata da lesioni
organiche o manifestazioni fisiche ed è,
quindi, diagnosticata per esclusione
(European Concerted Action, 1989)
Nel 1976, in Philadelphia
La “Malattia dei
Legionari”
Patologia polmonare, causata da un batterio
sconosciuto, probabilmente sviluppatosi in una
torre di raffreddamento adiacente al sistema di
condizionamento di un hotel di Philadelphia
dove si riunivano i membri della Legione dei
Veterani dell’Esercito Americano.
Perciò, al batterio fu dato il nome di
Legionella pneumophila. In seguito si
identificò con Legionella lo stesso batterio che
aveva causato l’epidemia di Pontiac del 1968.
Da allora, parecchie epidemie, con gli stessi
sintomi, si sono verificate in differenti parti
del mondo, tutte probabilmente causate da
Legionella.
Negli anni ’80, dagli studi su Legionella,
si arrivò ad individuare come causa della
“Sindrome da Edificio Malato” più di
una dozzina di differenti tipi di batteri,
oltre a Legionella, tra i quali anche
Stafilococco e Candida, ed oltre due
dozzine di funghi presenti nell’aria degli
ambienti con impianti di ventilazione.
Quindi:
ventilazione inefficiente
“Sindrome da Edificio Malato”.
Infatti, impianti di ventilazione con
condotti degradati e serrande non
funzionanti correttamente, anziché
ricambiare l’aria, riciclano aria viziata e
portatrice di batteri, gas nocivi, funghi ed
altro materiale inquinante.
La scarsa efficienza dei filtri determina sia
una portata d’aria depurata insufficiente, che
un livello eccessivo di CO: possibili cause di
spossatezza fisica.
SINTOMATOLOGIA
o sonnolenza,
o difficoltà di concentrazione,
o astenia,
o nausea,
o irritazione delle prime vie aeree,
o secchezza oculare,
o irritazione e/o secchezza della cute,
o secchezza ed irritazione della gola,
o lacrimazione,
orinorrea;
ocefalea
o ridotta capacità lavorativa;
o Incremento della reattività ad allergeni e
sostanze chimiche.
o vertigini,
o senso di costrizione toracica,
o difficoltà respiratoria,
o eritemi,
o prurito,
o dermatite allergica.
Gli effetti sulla salute umana riguardano:
 apparato respiratorio: asma, bronchiti, malattie
respiratorie, legionellosi, alveoliti allergiche, ecc.;
 cute e mucose: irritazioni, dermatiti atopiche,
sensibilizzazione, ecc.;
 sistema nervoso: cefalee, sonnolenza, vertigini,
astenia, ecc.;
 sistema immunologico: reazioni allergiche,
febbre, febbre da umidificatori; ecc.
Studi effettuati negli Stati Uniti dal National Institute
of Occupational Safety and Health (NIOSH) tra gli
anni ’80 e ’90, rivelarono che il 50% dei problemi di
salute degli impiegati negli Stati Uniti è dovuto
proprio ad una ventilazione inadeguata o mal
funzionante.
Tale problema è all’origine del 50% delle assenze dal lavoro,
con conseguenze anche sul piano dei costi sociali.
FATTORI DI RISCHIO…
Fattori di rischio:
FISICI
CHIMICI
BIOLOGICI
• fisici: temperatura (deve rimanere tra
20 °C- 26 °C); umidità relativa (non
deve superare il 70%); ventilazione
(deve garantire un efficiente ricambio
d’aria); luce artificiale; rumore e
vibrazioni; ioni; particelle e fibre;
• chimici: fumo di tabacco ambientale;
formaldeide; composti organici
volatili; biocidi; altre sostanze gassose
(CO2, CO, NO2, SO2); pesticidi,
prodotti per la pulizia,odori; collanti
usati per il fissaggio di carte da parati;
• biologici: microrganismi patogeni:
batteri, muffe, pollini, virus possono
facilmente proliferare nei condotti degli
impianti di climatizzazione e ventilazione
ed in ambienti con alte percentuali di
umidità.
DEFINIZIONE DELL’OMS
L’OMS definisce la “sindrome dell’edificio malato”
(Sick Building Sindrome- SBS) come una reazione al
microclima (clima indoor) che colpisce la maggior
parte degli occupanti, e che non può essere
collegata
con una causa evidente, quale un’eccessiva
esposizione a un singolo agente o un difetto del
sistema di ventilazione.
GLI
INQUINANTI CHIMICI
Negli ultimi quindici di anni, gli studi sono stati particolarmente
orientati verso i possibili effetti cancerogeni di alcuni inquinanti
chimici ed al rischio correlato alla presenza negli ambienti
interni di inquinanti con dimostrata evidenza di cancerogenicità.
I principali agenti cancerogeni che possono essere presenti negli
ambienti interni sono:
• fumo di sigaretta (attivo e passivo);
• radon;
• amianto;
• composti organici volatili (formaldeide, benzene e
composti presenti nel fumo di tabacco).
I possibili inquinanti degli ambienti interni possono essere
di tipo:
• irritante: polveri, NO2, formaldeide, ecc.;
• tossico: CO, nicotina, metalli pesanti, ecc. ;
• sensibilizzante: pollini, fibre sintetiche, ecc.;
• cancerogeno o sospetto tale: amianto, radon,
formaldeide, idrocarburi policiclici aromatici.
o personali (allergie ed asma, sesso femminile);
o psico-sociali (stress ed insoddisfazione al lavoro);
o componenti dell’ambiente lavorativo (presenza di
tappeti,moquette, rivestimenti, mobili,
fotocopiatrici,uso di videoterminali, illuminazione,
rumore, comfort, impianti di condizionamento
dell’aria).
QUALI SONO I RIMEDI…
Dalle varie ricerche, si dedusse che i
rimedi alla “Sindrome da Edificio
Malato” sono soprattutto di carattere
preventivo:
• pulizia e controllo programmato dei sistemi di
ventilazione;
• visite mediche periodiche mirate ai lavoratori sulla base
delle normative vigenti e/o da definirsi;
• verifica della qualità dell’aria e dell’entità dei fattori di
rischio ambientale, sia chimici che biologici
• diluizione con aria esterna;
• questionari proposti ai lavoratori per rimuovere
all’origine i rischi che alterano la salute dei lavoratori
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2° l. Fattori ambientali non fotometrici
Fattori di rischio fisici
Va chiarito, preliminarmente, che tutti gli studi e le indagini epidemiologiche sinora
svolti portano ad escludere, per i videoterminali, rischi specifici derivanti da
radiazioni, ionizzanti e non ionizzanti, sia a carico dell'operatore sia della prole.
In particolare, nei posti di lavoro con videoterminale le radiazioni ionizzanti si
mantengono a livelli rilevabili nei comuni ambienti di vita e di lavoro.
Per quanto si riferisce ai campi elettromagnetici, la presenza della marcatura
CE sul videoterminale comporta che tali campi siano mantenuti al di sotto dei
limiti raccomandati e riscontrabili nei comuni ambienti di vita ove sono
utilizzate apparecchiature elettriche e televisive.
Nelle lavoratrici gestanti sono presenti variazioni posturali legate alla gravidanza che
potrebbe favorire l'insorgenza di disturbi dorso-lombari atti a giustificare la modifica
temporanea delle condizioni o dell'orario di lavoro, ai sensi del D.Lgs 151/2001,
concernente il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici
gestanti.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2° l. Fattori ambientali non fotometrici
Fattori di rischio fisici
Indicazioni sugli ambienti.
In sede di predisposizione degli ambienti di lavoro ove ubicare postazioni munite di
videoterminale occorre prevedere:
a) per quanto riguarda il rumore, la eliminazione di eventuali problemi di rumore
determinati in fase di stampa dalle stampanti ad impatto procedendo alla loro
segregazione o insonorizzazione; Per i lavori di ufficio nei quali sia richiesta una elevata
concentrazione, viene consigliato un limite superiore di non oltre 55 ÷ 60 dB(A).
b) per quanto riguarda il microclima, il lavoro a AIDV non richiede il rispetto di
parametri diversi da quelli normalmente assunti per il comune lavoro d'ufficio.
•E' necessario che nella postazione di lavoro la velocità dell'aria sia molto ridotta,
evitando la presenza di correnti d'aria provenienti da porte, finestre, bocchette di
condizionamento, ventilatori, apparecchiature poste in vicinanza ecc.
•E' importante che l'aria non sia troppo secca per evitare possibili irritazioni degli
occhi.
•Altrettanta precauzione andrà posta per evitare fonti di calore radiante poste nelle
immediate vicinanze della postazione, quali impianti di riscaldamento ma anche
finestre che possano essere colpite da irraggiamento solare diretto ecc.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2° l. Fattori ambientali non fotometrici
Fattori di rischio fisici
Microclima
La valutazione degli ambienti moderati
 Gli indici di benessere di Fanger:
PMV (valore medio di comfort
soggettivo)
PPD (previsione della percentuale di
insoddisfatti)
La valutazione degli ambienti caldi
 Gli indici di stress termico:
WBGT (indice di temperatura a bulbo umido globotermometro)
WGT (temperatura di equilibrio del
globotermometro umido)
La
temperatura
dell’ambiente
essere compresa tra:
 20-24°C in inverno
 23-26°C in estate
deve
L’umidità relativa presenta un campo di
accettabilità compreso tra il 40 e il
60%.
La velocità dell’aria non dovrebbe essere
superiore a 0.1 m/s
(si possono tollerare fino a 0.2 m/s).
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Obblighi del Datore di lavoro
-
Adottare appropriate misure per ovviare ai
rischi riscontrati (art. 174)
- Organizzare le mansioni e i compiti lavorativi
comportanti uso di VDT al fine di evitare
condizioni di ripetitività e monotonia delle
operazioni (art. 15, c., lett. D)
- Programmare le interruzioni dell’attività
lavorativa quando è di almeno 4 ore
consecutive (art. 175): pause o cambiamenti
PAUSE ATTIVE: il videoterminalista svolge
attività che non richiedono impegno visivo
ravvicinato, movimenti ripetitivi degli arti
superiori e postura uguale a quella assunta
durante il lavoro al VDT
CAMBIAMENTI DI ATTIVITA’: consigliati per
lavori che richiedono grande attenzione e
concentrazione o per lavori più ripetitivi e
monotoni
-
Attivare la sorveglianza sanitaria (art.
176, c.3)
- Informazione e formazione (art. 177):
a) Misure per ovviare ai rischi riscontrati
b) Modalità di svolgimento dell’attività
c) Protezione degli occhi e della vista
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
SORVEGLIANZA SANITARIA (art. 176 T.U.)
Per i lavoratori ad AIDV, modello particolare di
sorveglianza sanitaria , che si discosta da quello
classico della Medicina del Lavoro
A parte i rari effetti sull’arto superiore, non “malattie”
da uso di AIDV, quindi:
non tanto ricerca di “effetti precoci”, ma
•accertamento del comfort e dell’idoneità al lavoro
•strumento integrativo alla valutazione del rischio
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
SORVEGLIANZA SANITARIA (art. 176 T.U.)
Ai sensi della legislazione vigente, per “tutti i lavoratori che
usano attrezzature munite di videoterminali in modo sistematico
e abituale, per 20 ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui
all’art. 175 T.U.
• Visita preventiva, destinata a evidenziare eventuali malformazioni
strutturali, comprende un esame degli occhi e della vista da parte del
MLC
• Visita periodica di norma quinquennale, biennale per i lavoratori idonei
con prescrizioni o che abbiano compiuto il 50° anno di età, più
ravvicinata in casi particolari a discrezione del MLC
• Visita a richiesta del lavoratore
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
GIUDIZIO DI IDONEITÀ
Aspetti oculo-visivi
Art. 176 T.U.:
•Idonei
•Idonei con prescrizioni
•Non idonei
L’idoneità al lavoro è sempre da valutare sulla base di:
• Caratteristiche del lavoratore
• Caratteristiche ambientali e del lavoro svolto
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
GIUDIZIO DI IDONEITÀ
Aspetti oculo-visivi
TIPO DI IDONEITÀ (aspetti visivi)
A idoneo senza prescrizioni
B idoneo con prescrizione di controllo del MLC con
frequenza ravvicinata
(Eventuale esecuzione di accertamenti specialistici oftalmologici
a giudizio del MLC)
C
idoneo con prescrizione a limitazione temporale
dell’utilizzo di AIDV
D temporaneamente non idoneo
E
non idoneo
(salvo ausili software/hardware particolari e definizione esatta
della discriminazione visiva richiesta dalla mansione)
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
• NON È MODIFICATO l’Art. 54 (svolgimento quotidiano del
lavoro) che sancisce il diritto del lavoratore, qualora svolga la
sua attività per almeno quattro ore, ad una interruzione della
sua attività mediante pause o cambiamento di attività o di 15’
ogni 120’ di applicazione continuata al VDT.
– Tale ragione di interruzioni, funzionale alla prevenzione
dell’apparato visivo, trova applicazione non più nella totalità dei
casi di cui al Titolo VI, ma nelle sole ipotesi in cui la prestazione
lavorativa quotidiana preveda almeno quatto ore consecutive al
VDT
ASPETTI LEGISLATIVI E MEDICO LEGALI
Notifiche di legge
Come in occasione di ogni altra attività, il MLC, ove riscontri l’esistenza di
una patologia attribuibile ai fattori di rischio professionali monitorati,
dovrà procedere alle notifiche di legge, consistenti in:
- primo certificato INAIL
- denuncia alla ASL competente
- referto all’Autorità Giudiziaria
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO art.174
Informazione e formazione
dei lavoratori:
• misure applicabili al posto
di lavoro
• modalità svolgimento
attività
• protezione occhi e vista
Elaborazione del documento
di valutazione dei rischi:
• valutazione del rischio
• misure di prevenzione
adottate
• programma di
miglioramento dei posti
di lavoro
ANALISI DEL POSTO DI LAVORO
• Rischi per la vista e per
gli occhi
• Problemi legati alla
postura e
all’affaticamento fisico e
mentale
• Condizioni ergonomiche
e di igiene ambientale
REQUISITI MINIMI
ALLEGATO XXXIV
1. ATTREZZATURE
• Schermo
• Tastiera
• Piano di lavoro
• Sedile di lavoro
• Computer portatile
2. AMBIENTE
• Spazio
• Illuminazione
• Rumore
• Radiazioni
• Parametri microclimatici
3. INTERFACCIA ELABORATORE/UOMO
MONITOR
• Fonti luminose esterne ed
interne né di fronte , né alle
spalle dell'operatore
• Schermo davanti a sé per
evitare torsioni di collo e
schiena
• Distanza dagli occhi la maggiore
possibile purché i caratteri si
leggano chiaramente (50-70
cm)
MONITOR
• Bordo superiore del monitor un po’ più in basso degli
occhi
• Variare l'inclinazione secondo le esigenze
• Eventuale portadocumenti alla stessa distanza ed
angolazione
• Il monitor non deve poggiare necessariamente sul
computer, preferibile un supporto solido orientabile nello
spazio
• Regolare contrasto, luminosità e dimensioni dei caratteri
• Chi usa lenti bifocali cerchi di posizionare il monitor più in
basso per evitare tensioni del collo
TASTIERA E MOUSE
• Tastiera davanti allo schermo
• Tastiera regolabile al fine di
mantenere i polsi in linea con gli
avambracci
• Mouse il più possibile vicino al
corpo
• Tastiera e mouse posti in modo
da
poter
appoggiare
gli
avambracci sul piano di lavoro
PIANO DI LAVORO
• Dotato di superficie ampia per disporre i materiali
necessari (video, tastiera, mouse, ecc.) e per
consentire l’appoggio degli avambracci
• Sufficientemente profondo da assicurare una
corretta distanza visiva dallo schermo
• Di colore chiaro (possibilmente non bianco), non
riflettente
• Dotato di spazio idoneo per l’alloggiamento degli
arti inferiori
SEDILE
• Spostabile in modo da poter essere
tenuto vicino al tavolo, girevole,
antiribaltamento
• Altezza regolabile in modo che i polsi
siano in linea con gli avambracci e
non piegati né verso l'alto, né verso il
basso
• Schienale che sorregga bene la curva
lombare
• Piedi ben poggiati a terra o, solo se
necessario, su poggiapiedi ampio
MISURE PER LA SCELTA
DELLE POLTRONE
Altezza lavoratore (cm)
Altezza seduta da terra (cm)
150 - 155
41
160 - 165
43
170 - 175
46
180 - 185
49
190 - 200
54
AMBIENTE
• Rumore: segregazione o insonorizzazione di
stampanti o altre attrezzature rumorose
• Microclima: ridurre velocità di circolo dell’aria
(evitare
correnti)
e
mantenere
un’umidità
soddisfacente
• Calore: evitare fonti di calore radiante in vicinanza
della postazione di lavoro (apparecchiature, ma
anche finestre)
ILLUMINAZIONE
• Schermare le finestre con tende
• Se necessario, schermare le luci
artificiali o ridurne l'intensità (devono
essere al di fuori del campo visivo
dell’operatore)
• Inclinare il monitor per ridurre i riflessi
(corretto orientamento rispetto alle
finestre)
• Ridurre la luminosità generale per
eliminare
i
contrasti
luminosi
eccessivi
• Eventualmente usare una lampada
da tavolo
Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08)
Piano di lavoro
• Avere una superficie sufficientemente ampia per disporre i
materiali necessari e le attrezzature (video e tastiera ecc.) nonché
consentire un appoggio per gli avambracci dell’operatore, nel
corso della digitazione;
• Avere una profondità tale da assicurare una corretta distanza visiva
dallo schermo, tenendo presente che schermi di grandi dimensioni
richiedono tavoli di maggiore profondità;
• Avere il colore della superficie chiaro, possibilmente diverso dal
bianco ed in ogni caso non riflettente;
• Essere stabile e di altezza, fissa o regolabile, indicativamente fra
70 e 80 cm;
• Avere uno spazio idoneo per il corretto alloggiamento ed il
movimento degli arti inferiori e per inserire il sedile.
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Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08)
Sedile
• Essere di tipo girevole, saldo contro lo slittamento e
rovesciamento, dotato di basamento stabile a 5 punti di appoggio;
• Disporre del piano e dello schienale regolabili in modo
indipendente così da assicurare un buon appoggio dei piedi ed il
sostegno della zona lombare;
• Avere i bordi del piano smussati, in materiale non troppo
cedevole, permeabile al vapore acqueo e pulibile;
• Essere facilmente spostabile anche in rapporto al pavimento;
• Qualora fosse necessario, essere dotato di un poggiapiedi
separato, per far assumere una postura adeguata agli arti inferiori
dell’operatore
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Schermo
• Essere orientabile ed inclinabile in modo da potersi adeguare alle esigenze
dell’utilizzatore;
• Avere un immagine stabile, esente da sfarfallamento o da altre forme di
instabilità;
• Garantire una buona definizione dei caratteri, una regolazione del contrasto tra
i caratteri e lo sfondo dello schermo
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Tastiera e mouse
• Tastiera inclinabile, dissociata dallo schermo e posizionata
davanti allo stesso con uno spazio sufficiente per consentire
l’appoggio delle mani e degli avambracci dell’utilizzatore;
• Avere una superficie opaca onde evitare i riflessi;
• Avere i simboli dei tasti sufficientemente contrastati ed essere
leggibili dalla normale posizione di lavoro;
• Il mouse o altri dispositivi similari di uso frequente devono essere
posti sullo stesso piano della tastiera e facilmente raggiungibili;
• Il supporto per i documenti se presente deve essere stabile ad
inclinazione regolabile secondo le esigenze dell’operatore e
collocato in modo da ridurre il più possibile i movimenti della
testa e degli occhi.
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Ambiente di lavoro
• Garantire un’illuminazione sufficiente ed un contrasto appropriato tra schermo e
ambiente, tenendo conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive
dell’utilizzatore;
• Evitare abbagliamenti dell’operatore e i riflessi sullo schermo o su altre
attrezzature, strutturando l’arredamento del locale e del posto di lavoro in
funzione dell’ubicazione delle fonti di luce;
• Illuminamenti di moderata intensità e con fonti luminose poste al di fuori del
campo visivo che non si differenzino in misura rilevante da quella degli oggetti e
delle superfici presenti nelle immediate vicinanze, in modo da evitare contrasti
eccessivi;
• Corretto illuminamento ambientale realizzato possibilmente con luce naturale
filtrata regolabile;
• L’illuminazione artificiale deve essere realizzata con lampade provviste di
schermi ed esenti da sfarfallio
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Ambiente di lavoro
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-
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Posizionamento corretto della postazione di lavoro in relazione alle
finestre presenti ponendo gli schermi a 90° rispetto ad esse e distanti
almeno un metro rispetto ad esse, che a loro volta devono essere
schermate;
Eliminare eventuali problemi di rumore determinati in fase di stampa
procedendo alla segregazione delle stampanti o alla loro
insonorizzazione al fine di non perturbare l’attenzione e la
comunicazione verbale;
Ridurre la velocità dell’aria, evitando la presenza di correnti d’aria
provenienti da porte, finestre, bocchette di condizionamento e
ventilazione;
Evitare fonti di calore radiante poste nelle immediate vicinanze della
postazione quali impianti di riscaldamento, ma anche finestre che
possano essere colpite da irraggiamento diretto.
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Rapporto elaboratore/Uomo
L’elaboratore deve adattarsi all’uomo e non viceversa:
- Adeguare il software alla mansione da svolgere;
- Scegliere un software di facile uso e adattabile al livello di conoscenza e di
esperienza dell’utilizzatore;
- Fornire informazioni necessarie all’uso in una forma e con un ritmo adeguato agli
operatori
L’operatore dovrà:
- Seguire le indicazioni e la formazione ricevuti;
- Utilizzare il software per il quale ha ricevuto l’informazione necessaria;
- Disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilità;
- Rispettare la corretta distribuzione delle pause che hanno anche la funzione di
evitare il sovraccarico mentale.
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
INFORMAZIONE E FORMAZIONE
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INFORMAZIONE E FORMAZIONE
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COSIDERAZIONI SULLE POSTURE FISSE PROLUNGATE
ESEMPI DI SEDIE ERGONOMICAMENTE CORRETTE
COSIDERAZIONI SULLE POSTURE FISSE PROLUNGATE
TALI SEDIE CONSENTONO:
1. Il basculamento anteriore con
possibilità
di
mantenimento
della stessa inclinazione fra
tronco,
arti
inferiori
e
ginocchia
INFORMAZIONE E FORMAZIONE
Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale
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ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DEGLI OCCHI
• Socchiudere le palpebre per 1 o 2 minuti in modo
da escludere l’impatto con la luce
• Seguire con lo sguardo il soffitto
• Guardare oggetti lontani cercando di distinguere i
particolari
• Effettuare pause di alcuni minuti ogni ora (cambio
sostanziale di attività, senza impegno della vista)
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DEGLI OCCHI
• Ogni mezz’ora fare ciclo di ammiccamento per una
decina di volte
• Nelle pause abbassare le palpebre, ruotare i bulbi
oculari lentamente in senso orario e antiorario
alcune volte
• Abituarsi a percepire gli oggetti laterali al monitor
senza distogliere gli occhi dallo schermo
• Chi porta lenti a contatto deve rinfrescare gli occhi
nelle pause
ESERCIZI UTILI PER IL
BENESSERE DEL COLLO
• Intrecciare le dita sulla testa e tirare
lentamente il capo in basso. Restare
così per 10 secondi e ripetere per 10
volte
• Ritrarre il mento e tornare in posizione
normale; spingere il mento in avanti e
tornare in posizione normale. Ripetere
10 volte
ESERCIZI UTILI PER IL
BENESSERE DEGLI AVAMBRACCI
Mettere le mani come in figura e mantenere la
posizione per 20–30 secondi. Ripetere 5 volte.
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DELLE SPALLE
In posizione seduta portare una mano tra le scapole tenendo
il gomito bene in alto. Per aumentare lo stiramento
aumentare progressivamente l’estensione del capo.
Mantenere la posizione per 20 secondi. Ripetere alternando
per 5 volte.
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DELLA SCHIENA
Seduti su una sedia, schiena ben dritta, piedi appoggiati a
terra, gambe leggermente allargate. Abbandonare le braccia
tra le gambe, lasciarsi cadere in avanti, a partire dalla testa,
sino a toccare terra con il dorso delle mani. Restare qualche
istante, poi tirarsi su. Ripetere 5 volte.
INFORMAZIONE E FORMAZIONE
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VDT MDL - Corso di laurea in tecniche della prevenzione nell