Nascita e sviluppo dell’impresa negli Stati Uniti . slides Lezioni 16 e 21.04.2010 L’impresa tradizionale e la sua specializzazione -----Nel mondo preindustriale, conviene ricordarlo, gli affari costituivano una faccenda essenzialmente individuale. Modesto era in genere il volume dei beni trattati, come lenti erano i ritmi dell’attività, mentre tutt’altro che secondario appariva il ruolo della famiglia dell’operatore economico: tanto che la forma d’impresa più diffusa, verrebbe da dire la sua forma “primigenia”, era l’azienda agricola familiare. Ciò era vero in Gran Bretagna, che a metà del Settecento stava entrando nell’era della rivoluzione industriale, e a maggior ragione negli altri paesi che l’avrebbero seguita solo di lì a qualche decennio sulla stessa strada. Vale perciò anche per gli Stati Uniti, e cioè per il paese in cui lo sviluppo dell’impresa avrebbe conosciuto esiti straordinari. Quali Le origini dell’impresa negli Stati Uniti? Le origini sono prevalentemente rurali, come sono rurali gli Stati Uniti dell’Indipendenza - nel 1790 su 4 milioni di abitanti, solo 200.000 abitano in centri con più di 2.500 abitanti - su 2,9 milioni di persone attive, ben 2,1 operavano in agricoltura In America, come del resto in Europa, nei periodi morti delle stagioni agricole il lavoro nei campi fosse integrato da produzioni manifatturiere per autoconsumo. In caso di sovrappiù di produzione, questa veniva venduta nei mercati limitrofi all’azienda agricola. I prodotti manifatturieri non realizzati nelle aziende rurali, erano opera di botteghe di artigiani che potevano utilizzare qualche apprendista, trattato generalmente quale membro della famiglia. Va ricordato che l’artigiano è un produttore tipicamente “urbano”. Ma guardiamo alle tipologie di imprese che si trovano negli Stati Uniti delle origini… E che sono: l’azienda agricola l’impresa mercantile la manifattura casalinga i mercanti-imprenditori… Se l’impresa prevalente era nell’età preindustriale quella agricola a base familiare, una variante importante fu tuttavia rappresentata dall’impresa mercantile. E cioè da quella impresa – anch’essa personale, o fondata sui vincoli familiari – che, con base nei centri urbani, distribuiva nei mercati rurali i prodotti manifatturieri degli artigiani urbani, e/o intermediava verso le città i prodotti agricoli. Fu dall’impresa mercantile che prese avvio la lenta evoluzione dell’impresa tradizionale. Ciò avvenne sostanzialmente attraverso due strade. Da un lato, mediante la progressiva trasformazione del mercante da semplice intermediatore di merci – fossero esse quelle prodotte in città, o più tardi il surplus manifatturiero reso disponibile dai lavoratori agricoli indipendenti e dalle stesse aziende agricole – in organizzatore, acceleratore e veicolatore della produzione manifatturiera extracittadina. Nacquero da ciò (anche qui, come già prima in Europa) i c.d. mercanti-imprenditori… Dall’altro mediante una rapida specializzazione, che portò il mercante da operatore multi-prodotto (o “tuttofare”) a concentrare la sua attività su di un solo bene, o su un limitato numero di essi tra loro omogenei dal punto di vista merceologico. Merceologia = disciplina che studia le caratteristiche intrinseche dei beni, dalle materie prime impiegate, ai processi che vengono utilizzati per produrli fino all’individuazione dei loro possibili mercati di sbocco commerciale. La prima “strada” indicata (quella della c.d. specializzazione) fu la premessa di un ulteriore salto di qualità: quello che vide il mercante divenire mercante-imprenditore, e cioè operatore economico in grado di determinare il mercato di produzione dei beni. E ciò avvenne fornendo ai produttori la materia prima, i mezzi di produzione (quasi sempre i primi macchinari), spesso il credito, ed imponendo la quantità di beni da produrre ed anche i prezzi con cui questi sarebbero stati remunerati. Questo fece sì che i produttori indipendenti – originariamente proprietari della materia prima, e quindi del “prodotto finito” che solo in un secondo momento veniva venduto sul mercato locale, o veniva ceduto al mercante – divennero via via sempre meno autonomi, trasformandosi anzi in una sorta di “terminali” dell’intermediatore commerciale. Era il mercante a connettere le attività delle diverse unità produttive, vero e proprio dominatore di tale sistema economico. Il produttore indipendente, o produttore “casalingo” come anche viene chiamato, si trasformò sempre più in una specie di lavoratore “salariato”. Ciò che gli veniva remunerata non era più la merce prodotta, bensì il solo “lavoro”, dato che nel tempo fu il mercante-imprenditore a fornirgli materie prime e strumenti di lavoro. In sostanza, erano i prodromi di un nuovo sistema economico, vale a dire quello che avrebbe portato al “factory system” ed alla c.d. Rivoluzione industriale. Ben presto, tuttavia, questa nuova figura economica, il mercante-imprenditore, scoprì il vantaggio di affiancare al giro d’affari sul mercato nazionale anche quello del commercio internazionale. DAL COMMERCIO NAZIONALE A QUELLO INTERNAZIONALE… in ciò furono attivi soprattutto gli operatori dei centri costieri: erano uomini d’affari “tuttofare”, e cioè attivi in rami diversi delle attività economiche, che esportavano, importavano e commercializzavano all’ingrosso e al minuto prodotti d’ogni tipo, acquistando in proprio, o per conto dei loro clienti fissi, o fungendo da agenti per i mercanti di altre località, vendendo le loro merci in cambio di una provvigione prestabilita. Essi si occupavano sia della distribuzione che degli aspetti finanziari ad essa collegati, nonché dei trasporti. Negli Stati Uniti, tale figura di operatore arrivò presto a concedere prestiti a lungo termine ai piantatori di tabacco o di cotone, agli agricoltori ed agli artigiani, e a breve termine per finanziare i flussi delle derrate agricole e dei manufatti. Insieme ad altri mercanti, egli armava le navi che ne dovevano assicurare il trasporto, e di cui era quasi sempre comproprietario. L’evoluzione dell’impresa, a partire da questi operatori, fu più rapida in America che in Europa Questo universo ove gli affari avevano carattere personale e familiare, cominciò infatti rapidamente a mutare: da un lato la rottura con la Gran Bretagna aprì nuove regioni ai mercanti americani (il Baltico, il Levante, la Cina e le Indie Orientali), dall’altro le guerre napoleoniche diedero impulso a nuovi partners commerciali in Europa. Fu tuttavia soprattutto lo sviluppo che si innestò sul commercio del cotone, fortemente richiesto dall’industria inglese in rapida espansione, a costituire l’elemento più rilevante nel vigoroso processo di specializzazione dell’impresa e di spersonalizzazione delle funzioni economiche. IL RUOLO DEL COTONE e della sua coltura commerciale - la sgranatrice meccanica delle piante tessili - da 2500 q.li nel 1793 ai 376.000 del 1815, oltre 1.000.000 q.li nel 1840, con poi crescite esponenziali… La diffusione della coltura commerciale del cotone avvenne inizialmente ad opera degli agenti delle fabbriche inglesi, le quali erano alla ricerca di nuove più convenienti fonti di approvvigionamento della materia prima. Presto, tuttavia, il commercio del cotone divenne monopolio di mercanti che si dedicarono al traffico di un solo tipo di merci: i quali, consci del rischio delle fluttuazioni internazionali dei prezzi generate da una offerta e da una domanda che non erano in grado di controllare, preferirono in genere operare come agenti su commissione, percependo una percentuale fissa per i loro servizi di intermediazione con gli acquirenti inglesi. Questi mercanti, trasformatisi in agenti su commissione, erano in realtà una sorta di “uomini nuovi” nel mondo dell’intermediazione di beni… Comparvero però anche altri operatori: i mediatori i magazzinieri i jobbers (grossisti) i “corrieri comuni” i mediatori non legati a clienti fissi: essi facilitavano, su provvigione, l’incontro di compratori e venditori i magazzinieri svolgevano verso i piccoli piantatori di cotone del Sud, ma anche per i coltivatori occidentali che cominciavano a coltivare su vasta scala il frumento, le stesse funzioni di commercializzazione, di rifornimento e di finanziamento svolte dagli agenti su commissione per le grandi piantagioni. Diversamente dagli agenti su commissione, tuttavia, i magazzinieri delle campagne acquistavano direttamente le merci ed erano altresì proprietari delle derrate alimentari che provenivano dalla costa orientale, e che vendevano agli agricoltori. i “jobbers” (grossisti) Un numero limitato di importatori o, comunque, grossisti (i jobbers, appunto) avvertirono ad un certo punto – prevalentemente quelli operanti a New York o a Philadelphia – la convenienza di divenire proprietari diretti delle merci intermediate. Essi vendevano ai dettaglianti delle città in cui risedevano, a commissionari delle città meridionali, ma – soprattutto – agli agenti del cotone e ai magazzinieri che raggiungevano New York o Philadelphia due volte all’anno, per approvvigionarsi per conto dei propri clienti o per rifornire i propri magazzini. i “corrieri comuni” L’aumento del volume degli affari, e quindi delle merci intermediate, portò alla specializzazione – oltreché della distribuzione delle derrate – anche del loro trasporto. Successivamente al 1790 si assistette infatti al rapido sviluppo dei cosiddetti corrieri comuni, e cioè di imprese di trasporto che accettavano qualsiasi tipo di merce se depositata presso i loro punti di carico, o presso i loro uffici. Ben presto si costituirono vere e proprie linee di diligenze e di carri, operanti su territori sempre più vasti: tale processo si accelerò nei primi decenni dell’800, man mano che vennero costruite nuove strade, talune delle quali – in quanto di iniziativa privata – a pedaggio. A metà degli anni Dieci, con l’istituzione dei primi “postali” tra New York e Liverpool, o tra New York ed altri porti europei, lo sviluppo dei trasporti di cabotaggio tra i vari porti della costa orientale, le prime linee di battelli a vapore lungo il Mississippi e i fiumi della costa orientale, poteva dirsi realizzata una razionale rete di approvvigionamento e di esportazione del paese. il grande cambiamento: la specializzazione nel commercio nei trasporti nel credito nelle assicurazioni IL SISTEMA DI FABBRICA le origini… - trasformazione derrate alimentari, - industria del legno, - lavorazione del metallo... ( loro limite: le dimensioni, la “stagionalità”...) L’INDUSTRIA COTONIERA ( Francis Cabot Lowell ) * 1815, fabbrica di Walthan (Boston) * filatura e tessitura integrata * dimensioni... * da partnership a società azionaria * alti profitti * effetti diffusivi * progettazione sociale: 1822, Lowell City LE PRIME IMPRESE COMPLESSE * LE COMPAGNIE DEI CANALI * LE FERROVIE * LE IMPRESE TELEGRAFICHE loro caratteristiche: * più funzioni: costruzione impianti ed esercizio degli stessi * rilevante fabbisogno di risorse finanziarie * individuazione di nuovi strumenti adatti al reperimento di tali risorse Imprese complesse LE COMPAGNIE DEI CANALI (1810-1870) • 1807-15, avvio della navigazione a vapore sull’Hudson * strade a pedaggio e canali * prima fase (fino al 1820): ruolo dei privati (Boston-Merrimak, Providence-Worcester) * seconda fase: intervento del “pubblico” * 1825, canale New York-Erie: primo grande canale su iniziativa pubblica * Ruolo e “fortune” degli appaltatori… struttura organizzativa di una Compagnia (pubblica) dei canali - Commissione del Canale: 5 membri - ruolo dello “state comptroller” - Cassa del Canale (e innovazioni finanziarie: i prestiti obbligazionari in Europa)