Fonti, metodi e strumenti per
l’analisi dei flussi turistici
A.A. 2010-2011
Prof.ssa Barbara Baldazzi
Corso di Laurea PROGEST
Facoltà di Lettere e Filosofia
Università di Tor Vergata
[email protected]
Fonti, metodi e strumenti per
l’analisi dei flussi turistici
Orario lezioni:
lunedì ore 11-13 aula T34
giovedì ore 10-12 aula T23A
Orario ricevimento:
Lunedì ore 10-11
Studio 26, Edificio B, Primo Piano (presso la stanza della
Prof.ssa D.F. Iezzi)
Argomenti
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La statistica applicata al turismo
Dati, indici e indicatori
Indicatori semplici ed indicatori compositi
Principali rapporti statistici applicati al turismo
Definizioni: chi sono e cosa fanno i turisti, motivi
e prodotti turistici
Fonti internazionali: WTO e Eurostat
Fonti nazionali di dati: Istat e Banca d’Italia
Confronto tra fonti informative: definizioni e
metodi. Siti Web.
Analisi delle serie storiche
Strumento: Atlante Statistico dei Comuni
Testi
P. Pasetti, Statistica del turismo, Carocci,
2002 - Capitoli 9, 10, 11, 12, Appendici A4,
A5
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E. Aureli Cutillo, Lezioni di statistica
sociale, CISU, 2002 - Capitolo 1
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D. F. Iezzi, Statistica per le scienze sociali,
Carocci, 2009 - Capitoli 1, 2, 10
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Appunti delle lezioni
Indice
La sociologia e il turismo
La statistica e il turismo
Il forestiero
in sociologia: il FORESTIERO
 Il forestiero è una persona estranea alla comunità che
interagisce con essa. La comunità, da una parte, difende la
propria continuità e identità culturale escludendo lo
straniero, dall’altra cerca il mutamento attraverso
l’apertura verso l’esterno e verso le altre culture
accettando, quindi, il forestiero. Le due posizioni non
sono mai assolute, e l’interazione tra comunità e
forestiero si manifesta con delle sfumature.
Simmel (1908) scrive le prime riflessioni sul “movimento
dei forestieri”. Il forestiero viene descritto attraverso 3
criteri: la mobilità, l’obiettività e la generalità
Il forestiero
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La mobilità rappresenta lo spostamento sul territorio e
l’essere senza radici: ciò comporta comunque la
possibilità di integrarsi con la comunità ma solo in via
formale e strumentale poiché non vi sono vincoli
parentali.
Il forestiero è dotato di oggettività proprio perché è
esterno, è estraneo e sciolto da legami profondi con la
collettività.
Il forestiero è caratterizzato dalla generalità, dalla sua
indifferenziazione: a prescindere dalle sue caratteristiche
egli è percepito in maniera generale dalla comunità, è
percepito, appunto, come forestiero. Non tutti i forestieri
sono uguali, ma la comunità li percepisce come tali.
Alcune prime definizioni
Per Bormann i “viaggi vengono intrapresi a fini di
ricreazione, di piacere, di attività lavorative o professionali
o per motivi analoghi, in molti casi in occasione di
particolari manifestazioni o avvenimenti, e nei quali
l’assenza di una residenza stabile si determina
temporaneamente”.
 Per Glucksmann è più importante cogliere nei viaggi le
“relazioni tra una persona che si trova solo
temporaneamente nel luogo del suo soggiorno e le
persone del luogo”.
 Per von Wiese la figura del forestiero è accompagnata
sempre da una componente di ostilità che viene superata
laddove l’incontro tra comunità e forestiero presenta
vantaggi economici.
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Alcune prime definizioni
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Per Morgenroth il movimento dei forestieri è il
“movimento di persone che si allontano
provvisoriamente dalla loro residenza stabile per recarsi
in altri luoghi al fine di soddisfare bisogni vitali o culturali,
o di appagare desideri personali della più diversa natura,
esclusivamente in qualità di consumatori di beni
economici e di risorse culturali”
Molti di questi concetti vengono sintetizzati nel 1942 dalla
definizione di Hunziker e Krapf. Per loro il movimento dei
forestieri è “il complesso di rapporti e di fenomeni che
traggono origine dal viaggio e da soggiorni di forestieri,
quando non si configura nessuna forma di residenza
stabile e non vi è legame con alcuna attività lavorativa”.
Criteri
movimento di persone,
 cambiamenti di luogo che avvengono con una mobilità
limitata nel tempo,
 presenza di relazioni con la comunità locale,
 funzione di consumo attraverso i mezzi guadagnati nella
residenza abituale.
L’Alliance Internationale de Tourisme nel 1953 definisce il
turismo come “l’insieme dei cambiamenti di luogo effettuati
dalle persone e delle attività che ne conseguono, suscitate dalla
realizzazione di quella propensione al movimento che è
presente, pur in maniera diversa, in ogni individuo”.
Manca l’aspetto motivazionale, come se ci fosse una
propensione innata a viaggiare
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Alcune definizioni
Per Knebel, dare per scontato l’istinto al viaggio e non
porre attenzione sulle motivazioni che spingono
l’individuo a muoversi, non consente di capire il
turismo e di coglierne le linee evolutive. Se fosse
presente solo una propensione innata a viaggiare
non si spiegherebbe perché si riscontrano tante
differenze nei comportamenti di viaggio. E’ proprio il
contesto sociale che produce quegli stimoli e
interessi che spingono a viaggiare.
Alcune definizioni
Per Knebel il turismo è definito da alcune condizioni:
una pressione sociale al movimento;
 la presenza di relazioni tra turisti e comunità locale;
 la soddisfazione dei bisogni di lusso con i mezzi
guadagnati nel luogo di residenza abituale;
 l’aspirazione al comfort e alla sicurezza fisica.
Quest’ultima condizione distingue il turista dal
ricercatore e dal pellegrino, ossia coloro che per
ottenere il loro risultato sono disposti ad accettare
anche situazioni non confortevoli e rischiose
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Alcune definizioni
Cohen: I motivi che spingono a viaggiare diventano cruciali
nel momento in cui si vogliono distinguere i turisti tra
tutti coloro che si muovono sul territorio.
Per Cohen “turista è colui che si mette in viaggio
volontariamente e per un periodo di tempo limitato,
mosso dall’aspettativa di piacere derivante da condizioni di
novità e di cambiamento sperimentate in un itinerario di
andata e ritorno, relativamente lungo e non ricorrente”.
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L’opera di E. Cohen è “Who is a Tourist? A Conceptual
Clarification”, articolo del 1974.
Dimensioni
Ruolo
Viaggiatore
DURATA
VOLONTARIETA’
Temporaneo
Volontario
DIREZIONE
Viaggio di andata e ritorno
DISTANZA
Relativamente lungo
FREQUENZA
Non ricorrente
MOTIVAZIONE
GENERALE
Non strumentale
ma di piacere
MOTIVAZIONE
SPECIFICA
Novità e cambiamento
Turista
Permanente
(girovago, barbone, nomade)
Forzato
(esiliato, rifugiato, prigioniero di guerra,
schiavo)
Viaggi unidirezionale (emigrante)
Relativamente breve
(gitante, escursionista)
Ricorrente
(seconda casa)
Strumentale
(viaggio d’affari, lavori alla pari)
Altro
(viaggi-studio, cure termali, visite
familiari)
La statistica e il turismo
Il settore turismo – trasversale per natura e definizione,
caratterizzato da tratti instabili della domanda e
conseguentemente mutevole nella composizione della sua
filiera – ha necessità di dati statistici affidabili, completi,
aggiornati e confrontabili nel tempo e nello spazio.
Avere a disposizione dati in grado di rivelare e dimensionare
comportamenti e tendenze consente agli operatori di
prendere decisioni strategiche, normative e gestionali con
maggiore consapevolezza e in condizioni di minore
incertezza.
…
Dalle definizioni sociologiche a
quelle statistiche
L’esigenza di conoscere in profondità il fenomeno porta, in
statistica, alla necessità di quantificarlo e delinearlo.
Le nazioni più coinvolte turisticamente devono approntare
un sistema di informazioni che diano tempestivamente il
quadro della situazione e che siano nel contempo
comparabili e metodologicamente valide.
Il primo passo è definire statisticamente il turismo per poi
approntare il sistema di raccolta, analisi e diffusione delle
informazioni. Definire statisticamente il turismo e/o il
turista appare comunque complesso e non univoco.
Dalle definizioni sociologiche a
quelle statistiche
Lo sviluppo di definizioni statistiche e metodi di indagine riconosciuti
dalla comunità internazionale ha ricalcato le fasi della discussione
sociologica avvenuta nel XX secolo, concentrandosi nel periodo tra
il 1937 e il 1980:
nel 1937 il Consiglio della Lega delle Nazioni propone la definizione
per scopi statistici di “turista internazionale”, riveduta
successivamente dall’Unione Internazionale delle Organizzazioni
Ufficiali di Viaggio (IUOTO) (meeting di Dublino, 1950);
nel 1953, la Commissione Statistica delle Nazioni Unite stabilisce il
concetto di “visitatore internazionale”;
nel 1963 alla United Nations Conference on International Travel and
Tourism svoltasi a Roma si definiscono, seguendo le
raccomandazioni della IUOTO, i termini “tourist” e “excursionist”.
Dalle definizioni sociologiche a
quelle statistiche
I turisti sono definiti come
“visitatori temporanei che si fermano almeno 24 ore nel
paese visitato e lo scopo del viaggio è classificato come
piacere (ricreazione, vacanza, salute, studio, religione,
sport) o affari, relazioni familiari e convegni.”
Per gli escursionisti la sosta nel paese straniero dura meno
di 24 ore.
Infine nel 1978, le direttive provvisorie sulle statistiche del
turismo internazionale vengono approvate dalla
Commissione Statistica delle Nazioni Unite.
Dalle definizioni sociologiche a
quelle statistiche
Negli anni 80 il World Tourism Organization (UNWTO), in stretta
cooperazione con la divisione delle statistiche dell’ONU (United
Nations Statistics Division - UNSD), inizia un processo di
revisione delle definizioni e delle classificazioni usate nella
statistica sul turismo.
Le direzioni intraprese sono due: proporre modifiche alle definizioni
e alle classificazioni
1) per renderle compatibili con i sistemi statistici nazionali e
internazionali
2) per riuscire ad inserire gli indicatori economici sul turismo nella
contabilità nazionale.
Nel 1993 nascono le Recommendations on Tourism Statistics : sono
le prime raccomandazioni internazionali che disegnano un
Sistema di Statistiche sul Turismo in termini di concetti,
definizioni, classificazioni ed indicatori.
Dalle definizioni sociologiche a
quelle statistiche
Nel 2008, vengono redatte dall’UNWTO le International
Recommendations for Tourism Statistics 2008 (IRTS 2008). L’obiettivo
dell’IRTS 2008 è di presentare un sistema univoco di definizioni,
concetti, classificazioni ed indicatori, e fornire, contemporaneamente,
una guida sulle metodologie da utilizzare nella raccolta dei dati. I
concetti, le definizioni, le classificazioni e gli indicatori presentati
seguono i seguenti criteri:
◦ l’applicabilità mondiale (sia per nazioni in via di sviluppo che per
paesi sviluppati)
◦ la consistenza per le definizioni della contabilità nazionale di ogni
paese, per la bilancia dei pagamenti e per le statistiche sulle
migrazioni,
◦ l’applicabilità delle statistiche e degli indicatori per una
descrizione ed analisi del turismo nazionale e subnazionale.
Dalle definizioni sociologiche a
quelle statistiche
L’Eurostat ha recepito le direttive dell’UNWTO
attraverso la Direttiva 95/57/CE del 23 novembre
1995 che contiene indicazioni importanti per
l’armonizzazione delle statistiche del turismo e per il
miglioramento dei dati statistici prodotti dagli stati
membri e costituisce il primo passo per creare un
sistema europeo integrato di informazioni sulla
domanda ed offerta turistica.
Materiali della lezione
P. Pasetti, Statistica del turismo, Carocci,
2002 - Capitolo 9
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