IL TESTO POETICO
Cos’è un testo poetico?
Quali sono le caratteristiche del testo poetico?
Cosa sono le figure retoriche?
By Prof.ssa Apolloni Michela
Commiato
Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l’umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso
Giuseppe Ungaretti
La poesia è una realtà al di sopra della realtà
Aldo Palazzeschi
…io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma
quasi mai nocivo e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà
Eugenio Montale, a Stoccolma dove nel 1975 ricevette il premio Nobel per la letteratura
…la poesia è imprendibile. Tutto sommato è la vita al suo più alto
e intenso grado di partecipazione intima.
Mario Luzi
la poesia è MISTERIOSA, non la si può definire, la si può percepire a
livello emotivo, la poesia è emozione
con la poesia ci si trova di fronte a un linguaggio capace di suscitare
emozioni e sensazioni, che possono sembrare uniche ma sono
universali
la poesia supera la realtà concreta, riesce sempre a comunicare esperienze
valide per generazioni lontane nello spazio e nel tempo
la poesia riflette gli interrogativi degli uomini, la ricerca di sé, lo
sbigottimento e lo stupore di fronte alla natura e alla vita, il dolore davanti
alla morte e al trascorrere di ogni cosa
La poesia è antichissima. E’ nata con l’uomo stesso e con le sue
emozioni, le sue domande, le sue paure, le risposte che si è dato
Agli albori della civiltà la poesia è magia, è preghiera, è la parola del mito
e della leggenda. Per lungo tempo rimane solo orale, tramandata di padre
in figlio
I poemi omerici vengono messi per iscritto nel VI secolo a. C.: inizia la
storia della poesia
La poesia in Grecia era sempre accompagnata dalla musica (eseguita
con la lira e con il flauto), esprimeva in modo soggettivo gli affetti e i
sentimenti dei poeti: è POESIA LIRICA
La poesia lirica, ancora oggi, esprime il mondo dell’uomo, la pluralità delle
sue esperienze: tormento, passione, domande sul senso della vita, gioia,
dolore, contemplazione della natura, riflessione sulla storia
Funzione del testo poetico è quella di esprimere e suscitare emozioni
Non è importante solo il messaggio che il poeta intende comunicare
E’ importante anche il COME viene comunicato il messaggio
La corona
La cravatta
Guillaume Apollinaire, Calligrammi
SIGNIFICANTE
Il significante corrisponde al
SUONO delle parole, alle
LETTERE che compongono le
parole, alla loro forma, alla loro
combinazione, al ritmo che creano
gli accenti
Es.: F I O R
E
In poesia tutto questo assume un
valore proprio, non rinvia solamente a
dei contenuti (al significato della
parola)
Ciò significa che le parole sono scelte
non solo in base al significato ma anche
per l’effetto che crea il loro suono
SIGNIFICATO
Le parole portano con sé diversi
significati
SIGNIFICATO DENOTATIVO = è
il significato letterale di una parola,
dà l’informazione, indica la persona
l’oggetto o il concetto di cui si parla
Es.: FIORE =
SIGNIFICATO CONNOTATIVO=
è il significato aggiunto a un
vocabolo, è il senso figurato,
trasferito da un vocabolo all’altro, e
permette gli accostamenti anche più
strani e d’effetto
Es.: Maria è un FIORE/Maria è nel
FIORE degli anni
PER COMPRENDERE UN TESTO POETICO SI ANALIZZA DUNQUE
il SIGNIFICANTE: QUINDI TUTTI GLI ASPETTI FORMALI DEL TESTO
• VERSI (sinalefe, dialefe, sineresi/dieresi, enjambement)
• STROFE (il sonetto)
• RITMO
• RIMA (baciata, alternata, incrociata, incatenata)
• TIMBRO (FIGURE RETORICHE DI SUONO: onomatopea, assonanza,
consonanza, allitterazione, paronomasia)
• FIGURE RETORICHE DI FORMA: anafora, chiasmo, climax, anastrofe
il SIGNIFICATO:
•IL TEMA DEL TESTO, IL CONTENUTO, LE PAROLE CHIAVE
•I SIGNIFICATI CONNOTATIVI, LE ESPRESSIONI
•LE FIGURE RETORICHE DI SIGNIFICATO: similitudine, metafora,
metonimia, sineddoche, ossimoro, sinestesia
Per comprendere ancora più a fondo i significati di una poesia
si individuano i rapporti esistenti tra il
testo poetico e l’esterno, le concezioni, i
problemi, la cultura dell’epoca in cui è
vissuto l’autore. E’ un procedimento di
CONTESTUALIZZAZIONE
Si giunge quindi ad INTERPRETARE il
messaggio poetico.
Ogni persona, posta di fronte al medesimo
testo, può dare un’interpretazione diversa.
Dopo l’analisi, la contestualizzazione,
l’interpretazione comporta un commento
personale, un giudizio critico
L’interpretazione di un testo poetico
inizia
Con la comprensione del contenuto, attraverso un’attenta
lettura e una corretta comprensione testuale (anche con
parafrasi)
Con il riconoscimento del tema, mediante l’individuazione
di parole chiave, immagini, nuclei di significato
Analizzando SIGNIFICANTE
(versi/ritmo/strofe/rime/timbro)
e SIGNIFICATO (figure retoriche)
si sviluppa
si conclude
Individuando i rapporti tra il testo e l’esterno (la
vita dell’autore, la realtà storico-culturale) e
confrontando il testo con altri dello stesso autore
o di altri autori
Formulando alcune riflessioni e
considerazioni personali
I testi poetici vengono classificati in tre gruppi fondamentali
• EPICA: è la narrazione in
versi delle imprese degli dèi e
degli eroi mitici; questo
genere affonda le sue radici
nella letteratura greca e latina
• LIRICA: (dal greco lyra =
antico strumento musicale)
esprime il mondo interiore del
poeta, mettendo in forte
rilievo i sentimenti, le
riflessioni e le emozioni
soggettive
• POESIA DRAMMATICA:
testi destinati alla
rappresentazione teatrale
-Poema mitologico (canzoni di gesta)
-Poema cavalleresco
-Poema eroicomico
-lirica elegiaca
-lirica amorosa
- lirica religiosa
-lirica civile o patriottica
-lirica giocosa o burlesca
-Dramma/melodramma
-tragedia
-commedia
* Sono testi poetici inoltre le composizioni accompagnate dalla musica o
con un ritmo particolarmente evidente: filastrocche, canti popolari, testi
delle opere liriche e i TESTI DELLE CANZONI
LA STROFA
Ogni poesia è suddivisa in sezioni interne, composte da
gruppi di versi, legati tra loro dalla rima e dotati di senso
compiuto.
Queste sezioni vengono chiamata strofe e prendono il
nome dal numero di versi contenuti
DISTICO: è una strofa composta da due versi uniti in rima (AA)
TERZINA: è una strofa composta da tre endecasillabi a rima incatenata (aba bcb cdc)
QUARTINA : è una strofa composta da quattro versi (la rima è variabile)
SESTINA : è composta da sei versi, spesso con rima AB AB CC
OTTAVA : è composta da otto versi endecasillabi, di cui i primi sei a rima alternata e gli
ultimi due a rima baciata (ABA BAB CC)
Il componimento poetico più diffuso della letteratura italiana è il
SONETTO
Il sonetto è sempre costituito
da quattro strofe, due quartine
e due terzine, tutte in
endecasillabi
Di origine provenzale (sonet = piccola
melodia) acquisì la sua struttura tipica in
Italia nel medioevo, con il poeta siciliano
(della corte di re Federico II) Jacopo da
Lentini. Con Francesco Petrarca nel XIV
secolo divenne la forma prediletta per le
poesie d’amore e continuò ad essere usato
dai poeti fino al Novecento.
La poesia contemporanea si presenta libera
da strutture e forme predefinite e predilige i
versi liberi
Alla sera
Forse perché della fatal quiete
tu sei l’immago a me sì cara vieni
o sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all’universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cuor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Ugo Foscolo
IL VERSO
È l’unità fondamentale del testo poetico: graficamente coincide con
ciascuna riga della poesia.
I versi hanno una lunghezza variabile a seconda del numero di sillabe che li
compongono e da tale numero prendono il nome e si distinguono in
PARISILLABI con un numero pari di sillabe: bisillabo (2 sill.)
quadrisillabo (4 )
senario (6)
ottonario (8)
decasillabo (10)
IMPARISILLABI con un numero di sillabe dispari: trisillabo (3)
quinario (5)
settenario (7)
novenario (9)
endecasillabo (11)
Per contare correttamente le sillabe di un verso è necessario conoscere
alcune figure metriche particolari.
è la fusione tra la vocale finale atona (senza
accento) di una parola e la vocale iniziale della
parola seguente
SINALÈFE
dol
ce e
chia
ra è
la
not
te e
sen
za
ven
to
Sinalefe: le due sillabe diventano
una sola e così si contano 11
sillabe: il verso è endecasillabo
nel
mez
zo
del
cam
min
di
no
stra
vi
ta
mi
ri
tro
vai
per
u
na
sel
va o
scu
ra
È il contrario della sinalefe. Consiste nella
mancata fusione della vocale finale atona di
una parola e quella iniziale della parola
successiva, in genere perché una delle due è
accentata
DIALÈFE
che
la
di
rit
ta
via
e
ra
smar
ri
dialefe: le due sillabe con le
vocali rimangono distinte e il
verso conta 11 sillabe
ta
è lo sdoppiamento delle due vocali di un
dittongo all’interno di una parola. La
dieresi in genere si indica con due
puntini sulla prima vocale
DIÈRESI
e
le
lu
ci
fis
sò
l’o
ne
rï
en
te
dieresi: le due vocali costituirebbero un
dittongo, quindi un’unica vocale, ma
vengono distinte e il verso è di 11 sillabe
è il contrario della dieresi. Si ha quando
le vocali di uno iato, normalmente
separate, vengono unite in un’unica
sillaba
SINÈRESI
ed
er
ra
l’ar
mo
nia
per
que
sta
val
le
ENJAMBEMENT
•
Quando la fine di un verso non coincide con una pausa sul piano del significato, quando
l’ultima parola di un verso è collegata alla prima del successivo si ha
L’ENJAMBEMENT (inarcatura/scavalcamento del verso).
• L’enjambement permette al poeta di dilatare il ritmo della frase
• Ne L’INFINITO di Giacomo Leopardi ci sono tanti enjambement: scavalcare la misura
del verso endecasillabo corrisponde al senso di infinito, l’enjambement corrisponde allo
scavalcamento della siepe
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
e questa siepe che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare
il ritmo
• La particolare musicalità della poesia è data dagli accenti
ritmici
• Ogni parola ha un proprio accento (accento tonico)
• Nelle poesie alcune sillabe toniche vengono pronunciate con
più forza delle altre. Sono quelle su cui cade l’accento ritmico
del verso detto ICTUS
• Leggendo una poesia ci si rende conto che il ritmo è dato dal
fatto che gli accenti ritmici cadono nella stessa posizione
Fra
tèl
L’I tà
Del l’èl
S’è
cìn
li
d’I
tà
lia
lia
mo
s’è
di
dè
Scì
sta
pio
ta
la
tè
sta
Versi senari (sei sillabe):
l’accento ritmico cade sempre
sulla seconda e sulla quinta
sillaba
il timbro
• I testi poetici sfruttano i suoni delle parole per trasmettere
significati
• Ciò avviene sia mediante gli elementi musicali
(verso/ritmo/rima) sia attraverso particolari effetti sonori
creati dalle parole (effetti fonoespressivi)
L’INSIEME DEI SUONI PREVALENTI IN UN TESTO
POETICO DETERMINA IL SUO TIMBRO
Il timbro viene caratterizzato dalle FIGURE RETORICHE DI
SUONO
ONOMATOPEA
è l’uso di parole che IMITANO I SUONI
NATURALI (es. tic-tac tin-tin booommm
din don dan)
o li RICORDANO (es. fruscio tintinnare,
rimbombare, boato , ticchettio)
Clof, clop, cloch
Cloffete, cloppete clocchete chchch…
E giù, nel cortile, la povera fontana malata;
Che spasimo! sentirla tossire.
Aldo Palazzeschi
ASSONANZA
• È l’IDENTITA’ DELLE SOLE VOCALI
DI DUE SILLABE FINALI
(es. mArE/sAlE lUpO/bUcO)
trema un ricordo nel ricolmo secchio
E.Montale
CONSONANZA
• è L’IDENTITA’ DELLE CONSONANTI
ma non delle vocali
(es. matto / dritta cantando / mondi)
e andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
E. Montale
ALLITTERAZIONE
• è la RIPETIZIONE DELLO STESSO
SUONO in una parola o nelle parole vicine
fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscio che fan le foglie
G.D’Annunzio
PARONOMASIA
• è l’ ACCOSTAMENTO DI DUE PAROLE
SIMILI NEL SUONO E DIVERSE NEL
SIGNIFICATO
es. amore/amaro
Ch’i’ fui per ritornar più volte volto
Dante Alighieri
la rima
per aumentare il senso del ritmo di una poesia, si fa spesso
ricorso alla RIMA:
È l’identità di suono tra le ultime sillabe collocate alla fine
dei versi, a partire dalla volcale su cui cade l’accento
tonico (es. màre/giocàre vedère/tacère arrivò/nuotò)
• Esistono diversi tipi di rima, che vanno schematizzati con
le lettere dell’alfabeto
rima baciata
• Unisce due versi consecutivi secondo lo schema
AABB
La vecchia canta: intorno al tuo lettino A
c’è rose e gigli, tutto un bel giardino.
A
Nel bel giardino il bimbo s’addormenta B
La neve fiocca lenta,lenta, lenta…
B
Giovanni Pascoli
rima alternata
• Unisce due versi alternativamente secondo lo schema
AB AB
I cipressi che a Bolgheri alti e schietti
van da San Guido in duplice filar
quasi in corsa giganti giovinetti
mi balzarono incontro e mi guardar
A
B
A
B
Giosuè Carducci
rima incrociata
• Unisce il primo verso con il quarto e il secondo
con il terzo secondo lo schema
AB BA
Il gigantesco rovere abbattuto
l’intero inverno giacque sulla zolla
mostrando, in cerchi, nelle sue midolla
i centonovant’anni che ha vissuto
A
B
B
A
Guido Gozzano
rima incatenata
• Lega strofe di tre versi, secondo lo schema
ABA BCB CDC
è la rima usata da Dante per le migliaia di versi della Divina
Commedia, tutta in terzine a rima incatenata
“ O frati “ dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti all’occidente
a questa tanto picciola vigilia
de’ nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol del mondo senza gente.
Considerate la vostra semenza:
nati non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza
Dante Alighieri, Inferno canto XXVI)
le figure retoriche di forma
riguardano l’ordine/la posizione che
hanno le parole nella frase
ANAFORA
• È la ripetizione delle stesse parole
all’inizio della frase o dei versi
Per me si va ne la città dolente
per me si va ne l’eterno dolore
per me si va tra la perduta gente
Dante Alighieri
CHIASMO
• È la disposizione incrociata di due elementi
(parole o frasi) tra loro collegati
Le donne i cavalier l’armi gli amori
le audaci imprese io canto
Ludovico Ariosto
donne
armi
cavalier
amori
CLIMAX
È una successione di parole disposte in modo
da avere graduale aumento o diminuzione
di intensità (ANTICLIMAX)
es. sussurrare, parlare, gridare
La terra ansante, livida, in tumulto;
Il cielo ingombro, tacito, disfatto
Giovanni Pascoli
ANASTROFE
Consiste nella inversione dell’ordine normale
delle parole nella frase, che abitualmente
prevede la successione soggetto-verbocomplementi
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
soggetto alla fine del verso
Il linguaggio poetico si permette delle espressioni molto
particolari, unisce in stretta relazione parole (e significati)
che normalmente non vengono accostati. Con le figure
retoriche di significato si crea uno scarto tra il linguaggio
comune e quello poetico.
Le figure di significato più importanti e più usate in poesia
sono:
La similitudine, la metafora/ la metonimia/la
sineddoche/l’ossimoro/la sinestesia
SIMILITUDINE
• È un paragone tra due termini che
presentano somiglianze. E’ introdotta da
formule del tipo:
come…così…tal…similmente..sembra
Es. hai i capelli splendenti come l’oro
sei forte come un leone
METAFORA
• È la più importante delle figure retoriche
• Consiste nella sostituzione di una parola con un’altra, che abbia con
la prima un rapporto di somiglianza, è come una similitudine
abbreviata o sottintesa, in quanto nella metafora scompaiono i
termini di paragone. Le metafore vanno interpretate
Es. hai i capelli d’oro
sei un leone
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Salvatore Quasimodo
METONIMIA
• Consiste nella sostituzione di un termine con un altro con il
quale c’è un rapporto di relazione o continuità logica
• Es. si sostituisce il materiale con l’oggetto
(i bronzi di Riace)
si indica il contenitore al posto del contenuto (bevo un
bicchiere)
si nomina l’autore per intendere l’opera (ho letto tutto
Leopardi)
si nomina l’effetto al posto della causa (le sudate carte invece
di libri oggetto di studio faticoso/ guadagnarsi da vivere
col sudore della fronte)
SINEDDOCHE
• Consiste nella sostituzione di un termine
con un altro col quale c’è un rapporto di
quantità
• Es. si usa il singolare al posto del plurale (il
gatto ama cacciare il topo)
si nomina una parte al posto del tutto e
viceversa (tetto al posto di casa/ vela al
posto di nave)
OSSIMORO
• È l’accostamento di due parole di senso
opposto, che,logicamente, non potrebbero
stare insieme
Es. ghiaccio bollente
tacito tumulto
E il naufragar mi è dolce in questo mare
Giacomo Leopardi
SINESTESIA
• Consiste nell’attribuire ad un oggetto o ad
un fenomeno percepibile con uno dei sensi
(es. la vista) una qualità percepibile con un
altro senso (gusto/tatto/udito)
Fresche le mie parole ne la sera ti sien
Gabriele D’Annunzio
L’urlo nero della madre
Salvatore Quasimodo
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