Milano “Obiettivo Russia”, Febbraio 2014
Serena Giusti
Il blocco orientale
La cortina di ferro
 La Yugoslavia adottò un regime socialista. Il
presidente Tito giunse al potere attraverso i
suoi sforzi di resistenza partigiana durante la
II guerra mondiale, prima che l'avanzata delle
truppe sovietiche raggiungesse il confine
jugoslavo e perciò questo stato non fu occupato
dall’Armato rossa. Il governo jugoslavo si
dichiarò neutrale durante la Guerra Fredda e il
Paese fu uno dei fondatori del Movimento dei
Non-Allineati, e attuò una particolare forma di
socialismo
 In Albania il governo stalinista giunse al
potere indipendentemente dall'Armata Rossa. Il
paese ruppe con l'Unione Sovietica all'inizio
degli anni sessanta, in conseguenza della
rottura russo-cinese, alleandosi con la
Repubblica
Popolare
Cinese
 Il blocco orientale dominato dall’URSS
attraverso il Comecon ed il Patto di Varsavia
Organizzazioni economiche
 In Europa occidentale con il sostegno degli US si avvia il processo di
integrazione economica con la creazione nel 1951 della CECA e nel 1957
di Euratom e CEE
 Dall’altra parte fu creato nel 1949 il Consiglio per la Mutua Assistenza
Economica – COMECON - (oltre ad URSS, Bulgaria, Cecoslovacchia,
Repubblica Democratica Tedesca, Ungheria, Romania, Polonia, Cuba,
Mongolia e Vietnam, Albania cessa di parteciparvi nel 1961)
 Prevalenza relazioni bilaterali, rispetto a commercio multilaterale,
l’URSS disponeva del 90% delle risorse energetiche , inizia pratica
delle forniture energetiche ad un costo più basso rispetto a quello di
mercato
Organizzazioni
economiche
Organizzazioni militari
 Alla NATO (1949) si contrappose nel 1955 il Patto di Varsavia
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(ufficialmente, Trattato di amicizia, cooperazione e mutua
assistenza), un'alleanza militare tra i paesi del Blocco Sovietico
Quando nel 1956 l’Ungheria minacciò tra l’altro di lasciare il Patto
optando per la neutralità, l’armato rossa invase il paese
Nel 1968 le truppe del Patto di Varsavia intervennero invece per
ripristinare l’ordine in Cecoslovacchia
1981: Legge marziale in Polonia
Dottrina Breznev: "Quando forze ostili al socialismo cercano di
deviare lo sviluppo dei paesi socialisti verso il capitalismo, questo
diventa un problema, non solo della nazione interessata, ma un
problema comune a tutti gli Stati socialisti“
Dottrina Sinatra (1988) con Gorbachev: libertà di scelta per le nazioni
est-europee, eventuali tentativi di indipendenza non sarebbero stati
bloccati dall’intervento armato
Alleanze
militari
La fine della guerra fredda
 Trionfo del modello democratico e della liberalizzazione
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economica
Co-optazione o Occidentalizzazione dell’Europa centro
orientale nelle organizzazioni esistenti (NATO + UE) –
metafora del Ritorno in Europa
Fine del bipolarismo, parentesi di unilateralismo
americano sia nella fase soft che hard (guerra in Iraq 2003),
verso un sistema multipolare?
SI fluido (risorse di potere, influenze, alleanze )
Conflitti regionali/locali(la frammentazione della
Yugoslavia; Kosovo, Abkhazia, Ossezia del sud, NagornoKarabach)
La fine della Storia ?
Nel saggio “The End of History?“ (1989) Fukuyama
addirittura ipotizza l’avvento della democrazia liberale
come termine ultimo dello sviluppo socio-culturale
dell’umanità
"What we may be witnessing is not just the end of the
Cold War, or the passing of a particular period of postwar history, but the end of history as such: that is, the
end point of mankind's ideological evolution and the
universalization of Western liberal democracy as the
final form of human government"
Diversità nella transizione
 I processi di transizione (economica, politica e sociale)
non sono stati lineari
 di successo nei paesi che tra il 2004-2007 sono entrati
nella UE (anche se ancora ci sono i ‘leftovers’ della
trasformazione), tra questi gli ex satelliti sovietici
(Repubblica ceca, Polonia, Ungheria, Bulgaria e
Romania) e i paesi baltici (Lituania, Lettonia, Estonia)
 Ancora instabilità, ritardi nella democratizzazione nei
paesi posti fra la UE allargata e la Russia risorgente, in
particolare Bielorussia, Ucraina e Moldova
Estensione NATO
 Processo parallelo anche se non sincrono e concordato
è quello della NATO:
 1952: Grecia, Turchia
 1982: Spagna
 1999: Repubblica ceca, Ungheria, Polonia
 2004: di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania,
Romania, Slovacchia e Slovenia
 2009: Albania, Croazia
 2008: discussione sull’apertura del “membership
action plan” a Georgia ed Ucraina
Vertice NATO di Bucarest
 Al vertice NATO di Bucarest dell’aprile 2008, il presidente
Bush sostiene l’apertura del Membership Action Plan
(MAP) –una procedura per i paesi che vogliono aderire
(pre-adesione) all’Alleanza – alla Georgia ed all’Ucraina.
 La partecipazione al MAP prevede per un paese la
presentazione di un rapporto annuale sui progressi fatti nel
raggiungere i criteri stabiliti
 Francia e Germania si oppongono, il Ministro degli esteri
russo Lavrov minaccia il riconoscimento delle regioni
secessioniste anti-georgiane dell’Abkhazia e l’Ossezia del
Sud
 La NATO non avvia il MAP, anche se impegno per il futuro
Co-optazione
 Gli ex-satelliti e le Repubbliche baltiche sono perciò
co-optate nel sistema istituzionale occidentale che
prevede una convergenza incrementale con la
legislazione europea, un assorbimento/ripristino dei
valori incarnati nella UE ed una condivisione degli
obiettivi della comunità transatlantica
 La duplice adesione ad UE e NATO rappresenta una
cesura definitiva con la precedente esperienza
sovietica
Il punto di vista della Russia
Dal punto di vista della Russia, gli US non furono i vincitori della
Guerra fredda
The “Soviet Union voluntarily withdrew from Central and
Eastern Europe, gave the green light to and even assisted in the
reunification of Germany … [and it was] the Russian political
class of that time [that] initiated the break-up of the Soviet
Union and lost some historical Russian territories”
Il presidente Putin sottolieneò che
“we should not forget that the fall of the Berlin Wall was possible
thanks to a historic choice – one that was also made by our
people, the people of Russia – a choice in favor of democracy,
freedom, openness”
Una catastrofe
Secondo Putin: “The demise of the Soviet Union was
the greatest geopolitical catastrophe of the century”
“As for the Russian people, it became a genuine
tragedy. Tens of millions of our fellow citizens and
countrymen found themselves beyond the fringes of
Russian territory”
Perdita del 20% del territorio, 40% della popolazione
Anni 90’
Tuttavia nei primi anni 90’ la politica estera russa si
concentra sullo sviluppo delle relazioni con
l’Occidente anche per motivi economici, e la
Federazione russa attribuisce una moderata rilevanza
alle ex-Repubbliche
Una certa frustrazione nelle relazioni con l’Occidente,
l’incremento del prezzo delle risorse energetiche, il
terrorismo, la crimanilità organizzata ma soprattutto
le cosiddette rivoluzioni colorate in Georgia (2003),
Ukraine (2004) and Kyrgyzstan (2005) hanno indotto
Mosca a rifocalizzare l’attenzione sul “near abroad”
Obiettivi – strumenti
La Russia non ha ambizioni imperiali rigurdo alle exRepubbliche, l’interesse tuttavia consiste nel
manterenere la propria influenza in un’area di
tradizionale pertinenza con interessi anche strategici
Contenere le ambizioni di altri attori – UE, US – che
hanno accresciuto la propria influenza nell’area e che
rappresentano dei modelli alternativi sia politici (v.
rivoluzioni colorate) che economici (integrazione
europea) con effetti anche sulla stessa stabilità russa
Concetto di democrazia sovrana
 Il concetto di democrazia sovrana elaborato da Surkov
per descrivere l’interpretazione del potere di Putin
presuppone il rafforzamento dello stato e relativizza il
concetto di democrazia, ogni paese sviluppa una
propria tipologia di democrazia
 La sovranità non è tanto un diritto, quanto una
capacità che implica autonomia economica, forza
militare e identità culturale e spirituale(religiosa). Un
altro elemento chiave dello Stato sovrano è la
formazione di un’ élite orientata a perseguire innanzi
tutto gli interessi della nazione
Concetto di democrazia sovrana e
proiezione esterna
 Evitare che attori esterni influenzino il corso di paesi
sovrani ‘esacerbando’ lo scontento popolare
(riferimento è alla riv. Arancione in Ucraina, legge
contro finanziamenti stranieri alle Ong)
 Riflette anche una visione multipolare del SI
 La multipolarità è volta a prevenire il predominio di un
solo paese come avvenuto con l’unipolarismo
americano che relegherebbe la Russia in una posizione
marginale. Il polo che vede al centro la Russia è
costituito dai paesi dello spazio post-sovietico
Come ‘gestire’ lo spazio postsovietico?
 Istituzionalismo
crescente,
creazione
di
organizzazioni di varia natura e con competenze
diverse
 Rinuncia ad hard power (eccezione in Georgia) in
favore di soft power
 Leva energetica (forniture, prezzi, transito)
 Penetrazione economica (investimenti, prestiti finanziari,
sanzioni economiche)
 Controllo dei mezzi di comunicazione
 Sostegno ai regimi ‘amici‘, solitamente non democratici
(varie sfumature)
Le organizzazioni – CSI
 Nel 1991 Bielorussia, Ucraina e Russia firmarono un accordo per la
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fondazione della CSI; altri undici Stati dell'ex URSS (con l'esclusione di
Lituania, Lettonia, Estonia e Georgia) firmarono il Trattato di Alma
Ata, che ratificava de facto l'iniziale accordo a tre
Nel 1993 fu avviata anche un'unione economica che però rimase
solamente allo stadio di progetto, a causa dell'opposizione di diversi
Stati dell'Asia centrale , timorosi di allacciare legami troppo stretti con
la Russia
Nel 1993 aderì anche la Georgia ma nell’agosto del 2008, a seguito al
conflitto con Mosca, per il controllo dell'Ossezia del Sud ne uscì
Nel 2005 il Turkmenistan si è ritirato, assumendo la posizione di
membro associato, mentre l'Ucraina non ha mai avviato le procedure di
ratifica del protocollo statutario della CSI
La sede della CSI è fin dalla sua fondazione a Minsk
CSTO
Il 7 Ottobre 2002 i Presidenti di Russia, Bielorussia,
Armenia, Kirghizistan, Tagikistan e Kazakistan
approvarono a Tashkent la Carta dell’Organizzazione
del Trattato di Sicurezza Collettiva, documento che
trasformava il suddetto trattato (spesso detto Trattato
di Tashkent, risalente al 15 Maggio 1992 e nato con
l’obiettivo di instaurare un sistema di sicurezza
collettivo nell’ambito della neonata Csi) in
un’organizzazione internazionale a tutti gli effetti,
un’alleanza militare intergovernativa della quale
divenne parte nel Luglio 2006 anche l’Uzbekistan
CSTO –alleanza militare
• La CSTO è un’alleanza, resa vincolante dalla clausola di difesa collettiva
all’articolo 4 di tale trattato: “Nel caso in cui un’aggressione venga
commessa contro qualsiasi Stato membro, tutti gli altri Stati
presteranno la necessaria assistenza, inclusa quella militare, così come
forniranno supporto tramite i mezzi a loro disposizione attraverso
l’esercizio del diritto alla difesa collettiva secondo l’articolo 51 della
Carta delle Nazioni Unite”
• Nel 2009 è stata istituita una Forza di Reazione Rapida Collettiva per la
difesa da eventuali aggressioni esterne oltre che per la conduzione di
operazioni di antiterrorismo, di contrasto del crimine transnazionale e
di interventi d’emergenza in caso di disastri naturali (no da parte di
Belarus
• La Russia ha un ruolo preponderante fornendo armi e training
Comunità Economica Eurasiatica
 Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, e Tagikistan
firmarono il trattato di istituzione nel 2000 con
l’intenzione di realizzare uno Spazio Economico Comune
 Nel maggio 2002, Moldova e Ucraina hanno ottenuto lo
status di osservatori, l’Armenia ha ricevuto lo status di
osservatore nell’aprile 2003
 L’obiettivo dell’organizzazione è la realizzazione di una
unione doganale e un
mercato comune con
l’armonizzazione delle politiche monetarie
 Il fondo di salvataggio dell’Eurasec ha approvato a fine 2011, il
pagamento di $440 milioni alla Belarus come II tranche di un prestito
da $3 miliardi
Unione doganale
 Dall’EurAsEc nasce il progetto di una Unione doganale che è stata
avviata a luglio 2010 da Russia, Bielorussia e Kazakistan a cui si è unito
nell’ottobre 2011 il Kirghizistan e a cui potrebbe partecipare anche
l’Ucraina (richiesta da parte di Mosca in cambio di riduzione del prezzo
del gas)
 l’UD è un accordo interstatale al fine di adottare una politica tariffaria
comune, senza che nessuna delle parti perda la propria indipendenza
commerciale
 I controlli doganali interni all’Unione sono eliminati dal 1 luglio 2011,
mentre lo spazio economico unico è stato avviato il 1 gennaio 2012
 La Russia sta anche facendo pressioni su Armenia, Moldova, e Ucraina
Obiettivi della Unione doganale
Spazio economico
 the free movement of labor: workers from these countries do not need to
apply for special work permits and should be treated as nationals
 the free movement of goods has not been fully implemented as yet. Although
the majority of tariff barriers have been abolished, many non-tariff barriers
continue to hamper trade
 The progress in the implementation of free movement of capital is also
modest. The main stage of harmonization of legislation concerning the
banking and foreign exchange market, securities and insurance, is to take place
only in late 2013
 The progress in the implementation of the free movement of services is also
limited. National regulations of the country in which the service is performed
still continue to apply. The parties have only agreed that they would try to offer
their partners access to the market on national principles. However, many
services have been excluded from this regime, such as audiovisual services and
air transportation services.
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Perché una Unione Doganale?
 Volontà di proteggere il mercato interno a causa della
scarsa competitività dei prodotti la cui domanda si
limita al mercato post-sovietico
 Risposta alla proposta avanzata dalla UE ai paesi del
Partenariato orientale di creare un’area di libero
scambio ‘affiliata’ alla UE (vedi caso Ucraina)
 Strumento economico a fini politici
Organizzazione per la democrazia e lo
sviluppo economico - GUAM
Nel 1997 GUAM Organizzazione di stati che si
‘contrappongono’ all’influenza russa e cercano altri
sostenitori ed alleati- Georgia, Ucraina, Azerbaijian
Moldova si aggiunse Uzbekistan che poi ne uscirà.
Osservatori: Lettonia e Turchia
Tra gli obiettivi: la promozione dei valori democratici,
uno sviluppo stabile, sicurezza internazionale e
regionale e aumentando l'integrazione europea
Una instabilità controllata
 Verticalizzazione del potere, managed democracy
rinazionalizzazione delle aziende statali
Implicazioni anche per lo spazio post-sovietico
 Russia tende a mantenere uno stato di instabilità
controllata, mostrando preferenza per i regimi politici
‘autoritari’ inclini a privilegiare il rapporto russo
rispetto a quello europeo
Politica carrot-and-stick
 La Russia offre incentivi ai leader politici che si
mostrano più amichevoli
 Le condizioni poste da Mosca sono meno
‘politicamente’ onerose rispetto a quelle richieste dalla
UE o da FMI (non condizionalità)
 Mosca ha approfittato della crisi per rinsaldare la
propria posizione economica tramite energia,
investimenti, prestiti (Ministro sviluppo economico ha creato
un’agenzia per coordinare sforzi pubblici e privati per acquistare asset a
prezzo ribassato nella CSI)
 Cina sempre più attiva con investimenti nell’area
Influenza russa
 Lingua, cultura, tradizioni, religione
 Presenza minoranze russe
 Liberalizzazione dei visti (con UE neanche
facilitazione), apertura del mercato del lavoro
 Influenza sui media, controllo sulla loro narrativa
 Presenza militare
Russia ‘open door’
policy
La Russia offre un facile
accesso ai lavoratori di
questi paesi ad
eccezione dei migranti
dell’Ucraina occidentale
e della Moldova che
preferiscono la UE
anche se spesso in
maniera illegale
Influenza russa sui media
I media russia contribuiscono a fornire una certa interpretazione dei fatti
(Riv. Arancione, guerra in Georgia)
joint
venture
locali,
rinominando
media
di
origine
russa
come“locali”(quotidiano russo Argumenty i fakty and Komsomolskayapravda
hanno edizioni in Belarus e Ucraina
A parte l’Ucraina, gli atri paesi non hanno un sistema libero e competitivo dei
media
C’è in Belarus una televisione sponsorizzata dalla UE ma non è seguita
Una eccezione nella regione era Radio BBC che trasmetteva in lingua romena
ed era popolare in Moldova finchè non fu chiusa per tagli decisi a Londra
Dopo le elezioni di aprile 2009 in Moldova, la TV romena , che aggiungeva un
elemento di pluralismo fu vietata dalle autorità
Presenza militare
Le truppe russe
stazionano solitamente
in aree a potenziale
conflitto secessionista e
spesso sono definite
come forze di ‘peacekeeping’
La presenza delle truppe
russe limita la sovranità
degli stati che le
‘ospitano’ e ne limitano
le opzioni di politica
estera, come una
eventuale adesione alla
NATO
Identità europea debole
 Paesi con una statualità ancora fragile ed una governance
debole: alti livelli di corruzione, instabilità politica, regioni
secessioniste o fuori dal pieno controllo centrale (ex Crimea dove i
russi costituiscono il 58% della popolazione , Transnistria)
 Crisi economica ha reso più difficile la trasformazione, diminuite
anche le rimesse da emigrati in paesi UE
 Non c’è mito del ritorno in Europa: diverse versioni di identità: 1)
nazionale potenzialmente isolazionista; 2) nazionale-europea;
slavofila, ortodossa, post-sovietica
 Le offerte UE non così attrattive (no membership, no visti,
condizionalità: aiuti vincolati)
UE/RUSSIA?
Il sostegno a favore della
UE non è così netto ad
esclusione del caso della
Moldova e della Georgia.
Nei paesi dell’Europa
Orientale si è registrato
un declino verso
l’integrazione della UE
la cui causa risiede in
una certa frustrazione,
nella mancanza di una
reale prospettiva di
membership
Commercio
orientato verso la
UE
Le politiche commerciali
della UE hanno avuto un
effetto trasformativo nella
struttura economica dei
paesi dell’Europa orientale
Con l’unica eccezione della
Belarus, tali paesi
commerciano più con la
UE che con la Russia
E ad eccezione sempre
della Belarus, la Russia
detiene una quota del
commercio non più ampia
del 25%
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1 - Associazione Italia Russia