Strutture internazionali per la
cooperazione
Programma del corso
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Il contesto internazionale: nascita ed evoluzione del
concetto di cooperazione
Le strutture internazionali per la cooperazione (OIG,
OInG, Organizzazioni economiche etc.), focus ONU
La cooperazione allo sviluppo. Cos’è, come nasce e si
sviluppa nel contesto internazionale, quali sono gli
strumenti, focus Italia
Focus ONG: come operano? Come sono strutturate?
Come si sono evolute le loro funzioni?
I progetti di cooperazione allo sviluppo: il ciclo di
progetto, i bandi, il form, il budget etc.
Esempi di redazione di un progetto e simulazioni in
classe
Il contesto internazionale e le sue
evoluzioni recenti
Anni '50:




Assistenzialismo, aiuto (spesso funzionale ai bisogni neocoloniali);
Natura totalmente bilaterale (materie prime in cambio di
assistenza);
Gestione prevalentemente USA;
Carattere fortemente politico e ideologico.
Focus anni ‘50: il colonialismo
La decolonizzazione

Trova completa attuazione dopo la seconda
guerra mondiale
Fattori determinanti
1) La decadenza del dominio europeo
2) La diffusione della dottrina americana
(anticolonialismo)
3) I movimenti nazionalistici all’interno delle colonie
4) L’azione delle organizzazioni internazionali
I problemi delle ex colonie
Piano politico: Assenza di classi dirigenti,
assenza di sistemi amministrativi, etc.
Piano economico: mancanza di capitali,
tecnologie, infrastrutture, etc.
Piano sociale: problemi in capo alimentare,
scolastico, sanitario, etc.
I problemi delle ex colonie: gli atti
formali
Emerge il concetto di sottosviluppo
•Già nel 1953 la Società delle Nazioni promuove un’inchiesta volta a
valutare le condizioni dell’alimentazione e dei rendimenti agricoli dei
PVS al fine di attuare politiche per garantire livelli nutrizionali adeguati
•Viene convocata, nel 1955, la Conferenza di Bandung in cui vengono
poste le linee essenziali per coniugare: cooperazione, sviluppo,
indipendenza, pace e diritti fondamentali
•Nel 1960 viene approvata dall’ONU la risoluzione 1514 “Dichiarazione
per la Concessione dell'Indipendenza ai Paesi e Popoli delle Colonie “
La conferenza di Bandung



La conferenza afroasiatica di Bandung si tenne
in Indonesia. Vi parteciparono in tutto 29 Paesi del
Sud del mondo, allo scopo di cercare una coesione
fondata sui caratteri comuni di povertà e
"arretratezza" e di riunire tutti i paesi neutrali
durante la guerra fredda
La conferenza segnò l'affermazione del Terzo
Mondo e del movimento dei non allineati sulla
scena mondiale
Si chiedeva, tra l’altro: Rispetto dei diritti umani
fondamentali e dei principi della Carta delle Nazioni
Unite, Rispetto della sovranità e dell'integrità
territoriale di tutte le nazioni; Riconoscimento
dell'uguaglianza tra le razze e tra tutte le nazioni
grandi e piccole; Non intervento e non interferenza
negli affari interni di un altro Paese; Rispetto della
giustizia e degli obblighi internazionali, etc.
La Dichiarazione 1514 dell’ONU

"L'Assemblea Generale dichiara che:
la soggezione dei popoli a dominio straniero,
conquista e asservimento costituisce una
negazione dei diritti umani fondamentali, è
contraria alla Carta delle Nazioni Unite ed è
un impedimento alla promozione della pace e
della cooperazione mondiali.
Tutti i popoli hanno diritto all'
autodeterminazione; in virtù di tale diritto essi
devono liberamente determinare il loro status
politico e liberamente perseguire il loro
sviluppo economico, sociale e culturale".
Quale soluzione?
Le grandi potenze iniziano a praticare una
politica neocolonialista
•Rapporti politici ed economici volti a perpetuare il controllo economico da
parte di una potenza sui territori già sottoposti al proprio dominio.
•Vengono concesse maggiori libertà (rispetto al colonialismo) in ambito
economico, politico e sociale, funzionali al mantenimento del ruolo di
esportatori di materie prime
Anni '60:
 Consolidamento della decolonizzazione;
 Ingresso dei Paesi dell'Est Europa nel settore
dell'aiuto ed assistenza;
 Aumento della domanda e disponibilità di nuovi
Paesi;
 Diversificazione delle fonti – non più solo USA;
 Espansione del multilaterale (grazie al
rafforzamento delle OIG – specie economiche.
Anni '70:
 Forte crescita dei trasferimenti ai PVS sia come dono
(APS) che finanziamento pubblico e privato a prezzi di
mercato;
 Visione strettamente economica: trasferimento di
capitali e Assistenza Tecnica nei processi di crescita –
specie in conseguenza della potenzialità economiche di
alcuni Paesi (es: economie petrolifere);
 Crisi delle Borse occidentali, investimenti esteri nei
PVS.
Inizio forte indebitamento dei Pvs.
Cause: 1) ricorso dissennato ai prestiti da parte dei PVS,
2) politica senza “controllo” da parte delle istituzioni
finanziarie dei paesi donors
Anni '80:
• Politiche monetarie USA anti-inflazione
con aumento dei tassi, riduzione del ruolo
dello Stato (deregulation), calo del
commercio mondiale, apprezzamento del
dollaro, crisi debitoria;
• Forte calo della quota privata dei
programmi di sviluppo rivolte ai pagamenti
del debito;
•Il divario Nord-Sud si espande.
E’ IL PERIODO PIU’ “NERO” DELLA
COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
I passaggi fondamentali:
Logica di aiuto ai PVS: trasferimento di denaro dai
Paesi ricchi a quelli poveri(fino agli anni 70)
Deregolamentazione e liberalizzazione (anni 80)
Chiusura dei Paesi ricchi a causa delle perdite nei
bilanci pubblici e della necessità di rientrare nei
parametri di Maastricht
Anni ’90 – fine della guerra
fredda
•DOPO l’attenzione
•PRIMA la
sicurezza del
mondo era
inglobata nelle
dinamiche EstOvest.
•I PVS da un
punto di vista
politico venivano
considerati
marginali
del mondo ritorna sugli
stati periferici del
sistema.
•Soprattutto dopo la
guerra del Golfo lo
scenario mediorientale
diventa il focus della
sicurezza mondiale.
•Allo stesso tempo la
crisi nell’Est Europa
riporta l’attenzione
anche su questa area
Anni '90 - 2000:
 Collasso economico dell'Est Europa;
 Brusco calo dell'APS (non più prioritaria la cooperazione,
perdita di fiducia dell'efficienza della cooperazione, impegno dei
Paesi UE a rientrare nei parametri di Maastricht);
 Nuovi scenari internazionali: tigri asiatiche, importanza dello yen
giapponese, ripresa della Cina, India, Maghreb, Mercosur;
problemi nei Balcani e Medio Oriente, crisi economica in Africa
sub- Sahariana e America Centrale;
 Crisi militari e politiche diffuse (sempre più interventi di
emergenza e meno di cooperazione);
 La globalizzazione è il nuovo paradigma organizzativo
dell'ordine mondiale;
 Si espande ancora di più il divario nord sud: emergono (oltre agli
“stati falliti”) gli stati canaglia
Paesi (es: Africa
subsahariana) che
vedono aumentare
la loro povertà e la
loro marginalità nel
sistema
Paesi (es. Est
Europa) che hanno
forti potenzialità
economiche ma
problemi politici e
di corruzione
Paesi (es. le tigri
asiatiche, alcuni
Stati del Golfo e del
Maghreb) che
emergono come
potenze regionali,
iniziando una fase
di crescita costante
Alcuni esempi:
http://www.indexmundi.com/map/
I dati macroeconomici: un confronto tra ricchi
e poveri
Perché viene attuata la politica di
cooperazione allo sviluppo?
Motivazioni egoistiche
 Motivazioni altruistiche
- Si sostiene la stabilità
- Si verificano
politica ed economica di
prevalentemente quando
alcuni Paesi per evitare
ci sono aiuti di
conflitti o flussi migratori
emergenza in risposta a
incontrollati
calamità naturali o guerre
- Si sostiene lo sviluppo
socio-economico dei
PVS per creare crescita
economica nei Paesi
donatori (es: materie
prime ecc.)

L’aiuto allo sviluppo può essere
uno “spreco di risorse”?

Molti studiosi (rif. tra gli altri Bauer) sostengono
che spesso il contributo economico destinato
all’aiuto allo sviluppo può essere uno spreco
perché non è diretto ai soggetti più poveri ma è
destinato ai governi che sono i maggiori
responsabili della povertà.
I risultati ottenuti:

Esistono, ancora, nel mondo, più di un milione
di persone definite “povere”.

Il concetto di aiuto allo sviluppo fino ad oggi
considerato valido deve essere rivisto: lo
sviluppo non è solo crescita della produzione ma
anche e soprattutto soddisfazione dei bisogni
primari: istruzione, sanità, rispetto dei diritti
umani
Come si individua un PVS?
1) Livello di reddito pro-capite (Banca Mondiale)
2) Pil Pro capite
3) Insieme di indicatori ESCOS: basso reddito;
debolezza risorse umane (salute, istruzione
alfabetizzazione); vulnerabilità economica (esportazioni
concentrate in pochi prodotti, instabilità della
produzione agricola, instabilità delle esportazioni,
ridotte dimensioni economiche, percentuale
popolazione sfollata per calamità)
Il nord e il sud del Mondo
I PVS secondo il parametro della malnutrizione
I PVS secondo il parametro del reddito pro capite
Le cause del sottosviluppo
Le cause del sottosviluppo
Povertà dei
mercati
interni
Alfabetismo
Concentraz
ione dei
capitali
nelle mani
di pochi
Carenza di
infrastruttu
re
Cattive
condizioni
di salute
Come cancellare il sottosviluppo?
Lo sviluppo sostenibile
Le teorie della cooperazione
allo sviluppo
1) Teoria della modernizzazione:





Nasce negli anni ‘50 e ’60.
Il sottosviluppo viene attribuito a fattori
endogeni ai PVS.
Lo sviluppo è un fenomeno cumulativo,
irreversibile e unilineare
I modelli di sviluppo proposti hanno un
carattere etnocentrico (basati sulla cultura
occidentale)
Le relazioni fra aree hanno comunque natura
positiva
Teoria della dipendenza



L’integrazione delle aree arretrate nel contesto
occidentale ed economicamente evanzato
impedisce il loro sviluppo e acuisce la loro
arretratezza
Lo sfruttamento della periferia avviene
attraverso uno “scambio ineguale”: materie
prime a basso costo, manodopera a basso costo
etc.
Il ricorso a prestiti internazionali è un0arma a
doppio taglio
World System Theory



Nasce nella metà degli anni ’70 e si fonda sul
concetto di sistema sociale.
Secondo Wallerstein gli unici sistemi sociali sono
le piccole economie di sussistenza e i sistemimondo
Il sistema mondo si basa su : CENTRO
PERIFERIA SEMIPERIFERIA. Al centro deve
andare solo il surplus della produzione delle
periferie e semi-periferie
Modello di Wallerstein
Semiperiferia
Periferia
Centro
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Introduzione e contesto