IV Conferenza programmatica dell’ANCI sul Mezzogiorno
Come sta il Mezzogiorno?
Forse un po’ meglio, dopo tanto penare,
ma senza fiducia
Gianfranco Viesti
con la collaborazione di Francesco Prota
Bari, 10 novembre 2006
PIL: tassi di var. % su valori a prezzi costanti 1995
6,0%
5,0%
4,0%
3,0%
2,0%
1,0%
-2,0%
Nord Ovest
* Previsioni
Fonte: ISTAT, Unioncamere
Nord Est
Centro
Mezzogiorno
20
09
*
20
07
*
20
05
*
20
03
20
01
19
99
19
97
19
95
19
93
19
91
19
89
19
87
19
85
-1,0%
19
83
19
81
0,0%
Tasso di attività
54
52
50
48
46
44
42
40
2004/1 2004/2 2004/3 2004/4 2005/1 2005/2 2005/3 2005/4 2006/1 2006/2
Centro
Fonte: ISTAT
Nord
Sud
Tasso di occupazione
52
50
48
46
44
42
40
38
36
34
2004/1 2004/2 2004/3 2004/4 2005/1 2005/2 2005/3 2005/4 2006/1 2006/2
Centro
Fonte: ISTAT
Nord
Sud
Clima di fiducia delle imprese manifatturiere
Fonte: ISAE
Giudizi sui livelli della produzione e degli ordini: gen. ‘00 – giu.
’06 (saldi mensili destagionalizzati)
Fonte: ISAE
Andamento dell'export per ripartizioni (2000 = 100)
135
130
125
120
115
110
105
100
95
2000
2001
Nord Ovest
Fonte: ISTAT
2002
2003
Nord Est
2004
Centro
2005
2006
Mezzogiorno
Evoluzione dei distretti per ripartizione geografica
Fonte:Monitor dei distretti - Banca Intesa
Andamento delle esportazioni dei principali distretti italiani
(var. % su valori nominali del periodo precedente)
Fonte:Monitor dei distretti - Banca Intesa
Andamento delle esportazioni dei principali distretti italiani
(var. % su valori nominali del periodo precedente)
Fonte:Monitor dei distretti - Banca Intesa
Andamento delle esportazioni dei principali distretti italiani
(var. % su valori nominali del periodo precedente)
Fonte:Monitor dei distretti - Banca Intesa
Presenze turistiche (1995 = 100)
150
145
140
135
130
125
120
115
110
105
100
95
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
"Centro Nord - italiani"
"Centro Nord - stranieri"
"Mezzogiorno - italiari"
"Mezzogiorno - stranieri"
2005
Clima di fiducia dei consumatori: gen. ‘00 – giu. ’06 (serie mensile
destagionalizzata, indici Italia 1995=100)
Fonte: ISAE
QUINDI:
- qualche segno di ripresa parallelo al dato
nazionale;
- si sono arrestati i segnali più negativi di perdita
di competitività.
MA:
- resta gravissima la situazione sul mercato del
lavoro;
- molto bassa la fiducia delle famiglie;
- non si vedono nuovi “motori” dello sviluppo.
E’ ai minimi storici la fiducia dell’intero paese sulla capacità
del Mezzogiorno di contribuire alla crescita nazionale.
E’ in corso una violenta campagna di stampa, culturale e
politica per orientare fuori dal Mezzogiorno le risorse per la
crescita.
Allocazioni 2000 – 2006
Allocazioni 2007 – 2013
(milioni di euro a prezzi 2004)
(milioni di euro a prezzi 2004)
Obiettivo 1
Phasing-out
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Iniziative
Comunitarie
Totale
20.561 Convergenza
Phasing-out
statistico
175 Phasing-in
2.784 Competitività
4.134 regionale e
occupazione
1.147 Cooperazione
territoriale
europea
28.801 Totale
18.820
387
877
4.749
750
25.583
n.b. Le cifre sono al netto delle somme allocate per gli strumenti a favore della pesca e dello sviluppo rurale
in entrambi i periodi.
La proposta di Regolamento generale sulla politica di
coesione comunitaria per il periodo 2007-2013 prevede un
approccio programmatico strategico e un raccordo organico
della politica di coesione con le strategie nazionali degli Stati
membri.
A tal fine, l’Italia dovrà presentare all’Unione Europea un
Quadro Strategico Nazionale con l’obiettivo di indirizzare
le risorse che la politica di coesione destinerà al nostro Paese,
sia nelle aree del Mezzogiorno sia in quelle del Centro-Nord.
Nelle Linee guida, approvate dall’intesa del 3 febbraio 2005,
Stato, Regioni, Enti locali hanno deciso di cogliere
l’occasione del Quadro Strategico Nazionale per
consolidare
e
completare
l’unificazione
della
programmazione delle politiche regionali comunitaria e
nazionale e per realizzare un più forte raccordo di queste con
le politiche nazionali ordinarie, e hanno definito gli indirizzi
per la scrittura del Quadro.
Ad oggi è disponibile una bozza tecnico-amministrativa del
Quadro Strategico Nazionale, ma non la versione finale.
La legge finanziaria varata dal Governo, se nell’insieme può
deludere rispetto alle notevoli aspettative di riforme
strutturali che si erano determinate, raggiunge due
importanti obiettivi:
1) riporta il deficit pubblico nei parametri, con un
aggiustamento dei conti davvero notevole;
2) compie un’apprezzabile sforzo redistributivo, che tende a
favorire significativamente i ceti più deboli.
Gli interventi di riduzione del carico fiscale per i redditi più
bassi sono positivi per il Mezzogiorno; in quest’area, infatti,
proporzionalmente, si concentra la percentuale più alta di
coloro che da questa redistribuzione traggono vantaggio.
Ma la redistribuzione solo per via fiscale, senza riforme del
welfare, può ben poco.
E poi: ricaduta sulla finanza locale?
- prevede le risorse pubbliche nazionali che si sommano a
quelle comunitarie per spese in conto capitale nelle aree
deboli per sette anni. Si tratta di un’occasione unica
(l’ultima) per programmare quegli interventi di medio
periodo decisivi per migliorare la qualità della vita e del
lavoro al Sud;
- prevede la riduzione del “cuneo fiscale” per lavoratori e
imprese del Mezzogiorno rispetto alla media nazionale
(anche se alcuni aspetti tecnici dell’articolato (questione del
“de minimis”) fanno temere che l’effettivo beneficio
potrebbe essere inferiore a quanto appare);
- la reintroduzione del credito d’imposta per gli investimenti;
desta non poche perplessità; alla luce delle non positive
esperienze del passato, ne andranno valutati con calma i
dettagli.
Contrasta con la necessaria selettività della nuova politica
industriale (programma Unione).
N.B. non vanno confuse selettività e automatismo
Tuttavia, le continue variazioni delle risorse previste dalla
Finanziaria non contribuiscono certo a creare un clima di
stabilità e fiducia.
Tommaso Padoa Schioppa
“Non direi proprio che sui fondi per le infrastrutture o per la
ricerca si sia privilegiato il Mezzogiorno”
(Il Sole-24Ore, 5.10.2006).
Gli interventi del Governo
- hanno puntato quasi esclusivamente alla competitività sui
costi, necessaria ma nient’affatto sufficiente;
- hanno mantenuto, a differenza del passato, la coerenza
delle poste finanziarie.
Non hanno disegnato:
- né interventi di rapido impatto sulla fiducia, previsti nel
programma;
- né interventi strategici (es. porti, collegamenti aerei, città,
ricerca);
- né, ancora, il quadro programmatico 2007-13 con le grandi
scelte di priorità.
Preoccupanti e confuse sono le decisioni istituzionali del
Governo:
- moltiplicazione dei Ministeri;
- scorporo CIPE e DPS;
- trasferimento DPS a MSE;
- ripartizione
deleghe
fra
un
sottosegretario
viceministro;
- ruolo non chiaro della Presidenza del Consiglio.
e
un
Il dibattito di politica economica vede la contrapposizione di
visioni estreme:
- il dogmatismo liberista di un gruppo di commentatori e la
loro influenza sulla politica;
- il conservatorismo statalista di segmenti delle politica.
senza la capacità di disegnare contemporaneamente misure
per le liberalizzazioni e la crescita, per lo sviluppo e la
coesione (anche territoriale).
La capacità politica delle classi dirigenti meridionali e la
loro capacità di mobilitare risorse endogene e fiducia è
vicina ai minimi storici.
Totalmente inesistente la capacità dei partiti di disegnare
scenari politici di lungo periodo.
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Relazione Prof. Gianfranco Viesti - POSTIT