Ministero della Pubblica Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia - Direzione Generale U. S. P. DI PALERMO OSSERVATORIO PROVINCIALE SUL FENOMENO DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA via Praga n. 29 - 90146 PALERMO email: [email protected] website: http://xoomer.alice.it/osservatoriods_usp_pa Servizio Psicopedagogico Territoriale ATTIVITA’ DI FORMAZIONE DEI CIRCOLI DI QUALITA’ PER LA PREVENZIONE DEL BULLISMO A SCUOLA a.s. 2008 -2009 Bullismo e intervento educativo A A cura di Maria Antonietta Diana • Le “bravate” dei bulli nascono da un profondo senso di vuoto e di inadeguatezza, ma riconoscere questi aspetti dolorosi per loro è particolarmente difficile: per questo ostentano la capacità di tenere in pugno gli altri • I bulli non sono capaci di provare empatia per i sentimenti degli altri • I bulli non riescono facilmente ad entrare in contatto con il proprio senso di colpa. • Il bullo si è costruito un muro attorno al suo cuore …. Un muro alto per non fare entrare il dolore e i sentimenti spiacevoli Il guaio è che questo muro impedisce di entrare anche ai sentimenti positivi … E’ IMPORTANTE NON DIMENTICARE CHE… UN BAMBINO O UN RAGAZZO CHE CREA CONFLITTI O COMPIE AZIONI BULLISTICHE E’ UN MINORE IN DIFFICOLTA’ FORSE SOMMERSO DALLA PAURA DI SCOPRIRE LE PROPRIE FRAGILITA’, ALLAGATO DALL’ANGOSCIA DI NON ESSERE AMATO E ACCETTATO IL RICORDO DI UNA VITTIMA … Avevo nove anni, tornavo dall’oratorio e fui picchiato: fu un momento angosciante della mia vita, ma non tanto per i bulli quanto perché l’unico adulto che passava per la strada in quel momento ebbe paura e non mi aiutò, anzi disse: “Ho dei bambini anch’io!”. (Massimo Gramellini Giornalista - “La Stampa” di Torino) I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI DEI MINORI METTONO IN DIFFICOLTA’ GLI ADULTI (GENITORI, DOCENTI,..) I QUALI POSSONO SPERIMENTARE SENTIMENTI DI INCAPACITA’ NELLA LORO GESTIONE Possiamo vivere SENTIMENTI DI IMPOTENZA E DI FALLIMENTO Possiamo avvertire SENSI DI COLPA Possiamo sentirci FRUSTRATI Possiamo diventare AGGRESSIVI O IPERPROTETTIVI AL BAMBINO O ALL’ADOLESCENTE ARRIVANO COMUNQUE MESSAGGI DI UNA NON ADEGUETA PRESA IN CARICO DEI SUOI BISOGNI REALI E DELLE SUE ANSIE L’ANSIA DEL MINORE AUMENTA L’ADULTO DEVE INTERROMPERE QUESTO CIRCUITO VIZIOSO PERCHE’ ….. …… IN UN CLIMA DI ANSIA E DI TENSIONE IL FIGLIO/ALUNNO SPERIMENTA RABBIA IMPARA E INTERIORIZZA MODELLI DI COMPORTAMENTO VIOLENTI O DI SUCCUBANZA SPECIE SE GLI ADULTI NON CONDIVIDONO LE SCELTE EDUCATIVE (coppia genitoriale, team dei docenti) CHE POI AGIRA’ ALL’ESTERNO NELLA RELAZIONE CON GLI ALTRI BULLO E VITTIMA MOSTRANO UN PROFONDO DISAGIO INTERIORE CHE PROVIENE DA LONTANO NELLE LORO STORIE ENTRAMBI HANNO IMPARATO A REAGIRE IN MODO INADEGUATO ALLE ESPERIENZE SOCIO-RELAZIONALI, PUR UTILIZZANDO MODELLI DI COMPORTAMENTO DIFFERENTI • Modello reattivo ansioso (interiorizzato dalla vittima) Modello reattivo aggressivo (interiorizzato dal bullo) Il modello reattivo ansioso Porta la vittima ad evitare le situazioni che considera potenzialmente pericolose. A scuola vive in una condizione di solitudine, ha difficoltà ad affermare se stessa nel gruppo. Una personalità ansiosa rinuncerà ad esprimere i propri bisogni, eviterà il conflitto e diventerà una persona insicura e passiva. A lungo andare può sviluppare fobie, depressione, ecc … Il modello reattivo aggressivo Una personalità aggressiva cercherà di imporsi sempre sugli altri, vivendo le relazioni in una costante conflittualità, rischiando di essere emarginato … Può sfociare a lungo andare in comportamenti delinquenziali … Per evitare l’insorgere di veri e propri disturbi, sia in famiglia che a scuola, da parte degli adulti occorre … • Creare un ambiente educativo, caratterizzato da coinvolgimento emozionale da parte degli adulti, pronti ad intervenire precocemente e a sostenere i bambini e gli adolescenti. • Ripensare alle modalità di ascolto, di comunicazione, di lettura dei bisogni … In famiglia e a scuola occorre … COINVOLGIMENTO ASCOLTO LETTURA DEI BISOGNI COMUNICAZIONE EMOZIONALE Disporsi all’ascolto, dà avvio alla comprensione dei bisogni e a una buona comunicazione Eppure ….. A volte, ascoltando i nostri giovani interlocutori (figli, alunni, ecc..) crediamo di avere capito e invece, forse, abbiamo soltanto decodificato il messaggio in modo automatico, senza comprendere (“cum prendere” = “prendere con”, dentro di noi), senza chiederci cosa c’è dietro/dentro quella comunicazione … Perché??? IMPARIAMO AD ASCOLTARE ANCHE CON IL CUORE … Implica un alto livello di autoconsapevolezza del/nel processo comunicativo. L’ autoconsapevolezza entra in gioco quando comprendiamo che spesso permettiamo ai nostri filtri personali di mascherare, trasformare, negare, dimenticare le informazioni che riceviamo, per evitare di guardare gli aspetti emotivi nascosti dietro le parole. Impariamo ad ascoltare le emozioni … Le emozioni sono degli strumenti di conoscenza fondamentali, se sappiamo comprendere il loro linguaggio. Non ci informano su cosa come guardiamo. vediamo, ma su Il loro codice è relazionale e analogico. Aiutiamo i nostri figli e i nostri alunni a sviluppare competenze emotive Sono espressione della capacità di gestire le emozioni (senza negarle o agirle), tanto in rapporto a se stessi quanto nelle relazioni con gli altri Competenze emotive COMPETENZA PERSONALE Determina il modo in cui controlliamo noi stessi •CONSAPEVOLEZZA DI SE’ •PADRONANZA DI SE’ COMPETENZA SOCIALE Determina il modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri •EMPATIA •ABILITA’ SOCIALI COMPETENZE PERSONALI La consapevolezza di sé comporta • La conoscenza dei propri stati interiori (di ciò che ci dispiace, delle nostre risorse e intuizioni …) • Il riconoscimento delle proprie emozioni e dei loro effetti sugli altri … • La conoscenza dei propri punti di forza e dei propri limiti • La fiducia nel proprio valore e nelle proprie capacità La padronanza di sé comporta la capacità di … Dominare i propri stati interiori, i propri impulsi distruttivi (autocontrollo) Assumersi responsabilità nel portare avanti i propri compiti (coscienziosità) Mantenere standard di onestà e integrità (facilita un clima relazionale di fiducia- affidabilità) Essere disponibili a gestire i cambiamenti e ad avere un atteggiamento aperto di fronte a idee, informazioni e approcci nuovi (adattabilità) La padronanza di sé comporta la capacità di … Rendersi conto che uno stato emozionale interno non necessariamente corrisponde a ciò che diciamo o esprimiamo con la mimica (contatto emozionale) Comprendere che il comportamento emozionale- espressivo può avere un certo impatto sugli altri e di tenerne conto (autoregolazione del comportamento) COMPETENZE SOCIALI Facilita Comprensione degli altri (interesse per le loro preoccupazioni) Empatia Comporta la consapevolezza dei sentimenti, dei bisogni e delle emozioni altrui attraverso la risonanza emotiva Promozione dello sviluppo altrui (mettendone in risalto le abilità) Valorizzazione della diversità (saper apprezzare le idee degli altri come contributo per uno scambio) Disponibilità a coinvolgersi nelle esperienze emozionali degli altri, ad andare verso l’altro, senza chiedere niente in cambio (prosocialità) Capacità di esprimere gratitudine (saper apprezzare le opportunità offerte dagli altri) L’Empatia si impara Al cinema una coppia di genitori insieme al figlio, seduti, aspettano che inizi il film. Entra una donna obesa e cerca di sedersi, ma non riuscendovi perché la poltrona è troppo stretta, se ne va imbarazzata. Uno dei genitori dice all’altro, mentre il bambino ascolta: “Ben le sta. Se vuole guardarsi il film insieme a noi, deve perdere un bel po’ di chili. Che cicciona!” Stessa scena, altri genitori. Uno dei due commenta mentre il bambino ascolta: “Che scena triste. Deve sentirsi davvero imbarazzata la signora. Dovrebbero mettere a disposizione qualche poltrona più spaziosa, così potrebbero sedersi anche le persone come lei” Esempio (tratto da W. Voors “Il libro per i genitori sul bullismo” Feltrinelli) “...E così io guarderò te con i tuoi occhi e tu guarderai me con i miei..." (J.L. Moreno - Einladund zu einer begegnung, Vienna 1914) Abilità sociali Comportano la capacità di indurre risposte desiderabili negli altri Implicano Comunicare capacità di Favorire e (messaggi chiari ed efficaci) Mediare e risolvere situazioni di disaccordo (gestione nonviolenta dei conflitti) Orientare costruttivamente gruppi e persone (Leadership positiva) alimentare relazioni significative (costruzione dei legami) Lavorare con gli altri per condividere obiettivi (Cooperazione - Collaborazione) Verso quali competenze dobbiamo allora orientare i nostri minori per prevenire i comportamenti violenti ? EMOTIVE COMUNICATIVE/ NARRATIVE RELAZIONALI PROSOCIALI Mettere in relazione sensazioni corporee e specifiche emozioni Esprimere le diverse emozioni •Appello delle emozioni •Discutere sulle emozioni •Disegno delle emozioni •Mosaico delle emozioni •Racconto delle emozioni •Gioco dei sentimenti •Diario di bordo Riconoscere le proprie e le altrui emozioni Nominare definire gestire le emozioni e Tollerare frustrazione la Controllare la spinta ad agire In famiglia e a scuola occorre … • Dotare il rapporto adultominore di saldi punti di riferimento caratterizzati da autorevolezza, coerenza, presenza attenta. Autorevolezza si, Autoritarismo no Es.: Un adulto (genitore o insegnante) dice a un minore: "Devi fare quello che ti dico io!". Il minore risponde: "Ma per quale motivo?". E l’adulto incalza: "Per dieci motivi: il primo è che sono io a dirtelo, gli altri nove non ti interessano!". • • • • L’AUTORITARISMO NON INCORAGGIA L’AUTORITARISMO ALIMENTA PAURE E RABBIA L’AUTORITARISMO GENERA CONFLITTO L’AUTORITARISMO FA SUBIRE ALLA VITTIMA UN ABUSO DI POTERE • L’AUTORITARISMO SCHIACCIA IL MINORE • L’AUTORITARISMO UCCIDE LA CURIOSITA’ • L’AUTORITARISMO ZITTISCE Incoerenza, disattenzione e assenza: i nemici per la crescita psico-educativa Ricordare sempre che l’incoerenza degli adulti disorienta i minori (es. cellulare, ascolto, fumo) la disattenzione e l’assenza li fanno soffrire: innescano rabbia, attivano un profondo bisogno di “imporsi all’attenzione” degli altri in qualunque modo; possono dare origine ad una ricerca di benefici secondari (es. droghe, alcool, ecc..). E ancora, per arginare il problema, gli adulti devono … Controllare il linguaggio aggressivo o svalutante verso i minori Evitare di rischiare la pericolosa equazione: deboli = buoni e prepotenti = cattivi Evitare che la vittima si identifichi in modo passivo con il suo ruolo: potrebbe creare un dannoso senso di gratificazione Evitare di stigmatizzare i ruoli (bullo e vittima) e di rinforzarne la contrapposizione: si rischia di confermarne la percezione Offrire sostegno e accogliere i sentimenti dei minori (rabbia, tristezza, paura, vergogna …) Evitare forme di comunicazione che portano alla generalizzazione nei confronti del figlioalunno bullo, (“sei sempre il solito” che equivale a dire “non cambierai mai”), in quanto si rischia una predizione negativa. Comunicare che si ha fiducia che le cose cambieranno Comportarsi con gentilezza Insegnare il valore della responsabilità Aiutare i minori a trovare possibili soluzioni sviluppando la capacità di problem-solving Orientare i minori verso l’assertività (capacità di comunicare in modo diretto, rispettoso e chiaro ciò che si desidera) Esempi di stili comunicativi: Passivo: “Tieniti la bicicletta, andrò a piedi” Aggressivo: “Ridammi la bicicletta o ti spacco la faccia” Assertivo: “Per favore, restituiscimi la bicicletta: ne ho proprio bisogno” L’assertività è lo stile comunicativo della persona autorevole Sviluppare nei minori la capacità di sostare nel conflitto e di gestirlo in modo nonviolento Offrire uno spazio di ascolto alle parti, lavorando sulle loro emozioni e sui loro vissuti, in modo che si riconoscano come persone e non come nemici Un esempio: 1) Cerchiamo di risolvere insieme il problema. Dobbiamo, però, rispettare alcune regole (bisogna non interrompere chi parla, ascoltarsi attentamente, riflettere su quanto viene detto); 2) Che cosa è accaduto (ognuno dà la sua versione dei fatti). Mentre i ragazzi raccontano, l’adulto: • ascolta con partecipazione; • si accerta che abbiano capito il racconto (Puoi ripetere con parole tue ciò che ha detto il tuo compagno?) • fa domande per capire meglio (Che cosa intendi dire? Puoi spiegarmi meglio?); • riformula con parole sue (Allora, se ho capito bene …); • aiuta ad esprimere i sentimenti (Come ti sei sentito? Come pensi che lui si sia sentito?) ; • Chiarisce il problema, riassume e poi chiede: “Allora, che cosa è più importante per te?”; • Propone di trovare possibili soluzioni, di discuterle e valutarle (come pensi si possa risolvere il problema? Cosa saresti disposto a fare?; • Facilita la creatività nella ricerca di soluzione e giunge ad un accordo (come potresti cambiare la tua proposta per lasciare soddisfatto anche lui? Cosa vorresti che lui facesse per te? Come pensate di migliorare i vostri rapporti in futuro?); • Mette in evidenza i commenti positivi di una parte sull’altra e gli interessi comuni; • Scrive quanto è stato detto dalle parti, fa firmare l’accordo e ne dà una copia ciascuno. • Verifica che l’accordo venga rispettato nel tempo. Attraverso questo processo di riconoscimento reciproco dell’altro come persona si ha la possibilità di: responsabilizzarli verso l’altro; dimostrare concretamente che i conflitti si possono gestire anche senza l’uso della violenza Utilizzando questa tecnica: o Si previene la violenza nelle classi; o Si apprendono abilità sociali e strategie di risoluzione nonviolenta dei conflitti Mediare fra il prevalere del codice paterno (“è meglio darle che prenderle!”) e del codice materno (“evita, è pericoloso, fai finta di niente ... lascia perdere”). Le funzioni genitoriali sono presenti in ognuno di noi La madre accoglie, contiene, nutre la mente e il corpo del bambino Il padre: • Ha una funzione normativa; • Definisce l’identità del figlio dandogli il nome; • Lo aiuta ad individuarsi dalla madre; • Rappresenta l'apertura verso il mondo esterno Lavorare con/per il gruppo-classe Utilizzare le tecniche dell’educazione socio-affettiva: Brainstorming; Circle time; Problem solving Utilizzare l’apprendimento cooperativo: Assegnazione di ruoli specifici all’interno del gruppo (classe o di famiglia) Chi vuole veramente comprendere l’altro per aiutarlo deve diventare come un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come, al tempo stesso, trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze. Bisogna imparare ad aprirsi a loro! GRAZIE PER L’ATTENZIONE