Università degli Studi di Firenze Master IMES L’impiego dei residui di lavorazione del legno per il riscaldamento di ambienti e nei servizi tecnologici Ing. D. D’Amico Ing. S. Pozzolini Tipologie di aziende che producono scarti legnosi Gli scarti legnosi provengono dal settore del legno - arredamento, con circa 88 000 imprese sul territorio nazionale e una media di 4-6 addetti in produzione per azienda. Gli scarti possono essere sia di legno vergine che trattato: Segherie Mobilifici Produttori di Pallet Produttori di compensato - pannelli - cornici Taglio piallatura legno Carpenteria in legno Falegnameria per edilizia Altri prodotti in legno sughero vergine trattato vergine trattato vergine vergine vergine vergine Ogni anno in Italia è recuperato dalle aziende del settore del legno arredamento per fini energetici (riscaldamento, acqua calda sanitaria e processi tecnologici) circa il 65% degli scarti prodotti di legno vergine (pari a 3000000 t) e il 45% degli scarti di legno trattato (600000 t). Situazione in Toscana (6945 aziende - 27996 addetti) Tipo di azienda ntot addtot addmed Mobili 3195 15103 4-5 Trattamento legno 156 904 5-6 Pannelli 24 268 10-12 Pallet 133 811 6 Falegnameria 2263 6687 3 Segherie 22 99 4-5 Altro - sughero 1152 4124 4 Tot 6945 residuimed 20 - 25 t/a 50 - 60 t/a 100 - 120 t/a 300 t/a 150 t/a 400 - 500 t/a 40 t/a 27996 In Toscana sono prodotti circa 500000 t di scarti legnosi all’anno di cui l’ 80% di legno vergine e il 20% di legno trattato. Stimando un recupero per fini energetici del 65% (325000 t) è possibile sostituire 100000 tep di combustibili fossili pari ad un’emissione di CO2 di 280000 t, con una diminuzione significativa dell’impatto ambientale. Vantaggi del recupero dei residui legnosi per fini energetici Il recupero della biomassa legnosa autoprodotta per fini energetici (riscaldamentoproduzione acqua calda - servizi tecnologici) oltre a produrre vantaggi di tipo ambientale, è fonte di risparmio per l’azienda in quanto consente: ►Disponibilità di materia prima a costo zero [Un’area aziendale di copertura compresa tra i 1000 e i 4000 m2 richiederebbe, solo per il riscaldamento (150 giorni) con fonte alternativa, una quantità annua di cippato compresa tra le 50 e le 200 t con un costo tra i 2500 e i 10000 euro annui] ►Risparmio per i combustibili tradizionali e spese di trasporto [Nel caso per esempio di una copertura di 1500 m2 con fonte tradizionale il risparmio del metano per riscaldamento ed acqua calda sanitaria (con una caldaia da 110 kW) è di circa 17000 Euro all’anno senza considerare le spese per il trasporto] ►Vendita del surplus di materiale ad altre aziende [Vendita degli scarti legnosi a produttori di pellet oppure di pannelli, carta e cartone] ►Risparmio per lo smaltimento e spese di trasporto ►Riduzione delle emissioni di zolfo e di altri inquinanti ►Bilancio nullo della CO2 Scarti legnosi impiegabili come combustibile e condizioni di utilizzo Il materiale legnoso residuale deve essere identificato giuridicamente prima di un impiego per fini energetici. Tale materiale può essere considerato biomassa combustibile ( e quindi utilizzabile in impianti termici) oppure rifiuto (in tal caso occorre l’autorizzazione alla gestione dei rifiuti non pericolosi, con costi più elevati e sistemi complessi). Per biomassa combustibile si intende : materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili, tondelli, granulati e cascami non contaminati da inquinanti. La conversione energetica della biomassa può essere effettuata attraverso la combustione diretta o previa pirolisi o gassificazione. [Parte II - Sez. IV - Par. 1 - Allegato X - Titolo V - DLgs 3 Aprile 2006] Non sono sottoposti ad autorizzazione alle emissioni gli impianti di combustione alimentati a biomassa di potenza inferiore ad 1 MW. Dovranno comunque essere rispettati i seguenti limiti di emissione: Caratteristiche dei residui legnosi I parametri tecnologici che caratterizzano i residui di legno vergine per fini energetici sono la dimensione e il tenore di umidità. Di solito ha luogo l’ omogeneizzazione della pezzatura con un trituratore. Segherie - 1° fase lavorazione - (sciaveri, schegge, cortecce, segatura) : [ 30 - 60 ] % Scarti di carpenteria e falegnameria - 2° fase di lavorazione : [13 - 20]% Scarti dai reparti piallatura : [7 - 17]% Il materiale sminuzzato può essere considerato ben stoccabile nell’intervallo di umidità del 20 - 30% (con un’ umidità sup. Al 40% potrebbe essere attaccato da microorganismi) . L’essiccazione del materiale oltre a permettere rendimenti termo dinamici più alti, garantisce una migliore qualità di combustione, minore produzione di fumo e catrame, minore usura delle apparecchiature. La necessità di essiccare più o meno il materiale dipende anche dalla scelta della caldaia. Filiera dei residui legnosi Trituratore Il p.c.i. medio dei residui legnosi è 3500 Kcal/Kg Camera di alimentazione Deposito Caratteristiche caldaia Griglia fissa bassa umidità Griglia fissa alta umidità Griglia mobile Gamma potenza [10- 3000 kW] [10- 3000 kW] [50- 3000 kW] Regolazione potenza [20 - 100 %] [25 - 100 %] [30 - 100 %] Umidità combustibile [10 - 37 %] [20 - 55 %] [9 - 60 %] Contenuto ceneri Rendimento nominale ≤ 1% [75 - 80] % ≤ 2% [70 - 75] % ≤ 10% [80 - 85] % Casi studio di aziende nel settore del legno arredamento Nei casi di impianti con potenza inferiore ad 1 MW la soluzione più adottata comporta l’ utilizzo di una caldaia a griglia fissa ad alimentazione inferiore che tratta materiale con basso contenuto di umidità (10 - 37%). Nel caso delle segherie, ove sono prodotti gli assortimenti legnosi più disparati a volte con alto contenuto d’acqua o cortecce il sistema ideale è costituito da un impianto a griglia mobile con movimento di avanzamento - arretramento (in questo caso non è necessaria la fase di essiccazione). Costo impianto a cippato Caldaia, estrattore, centrale di regolazione, ciclone. Costo esclusa IVA e installazione Tempo recupero investimento con autoproduzione di scarti legnosi : 2 anni (metano) – 2,2 anni (GPL) – 3.3 anni (GASOLIO) Il trattamento fitosanitario dei pallet Gli imballaggi in legno sono fra i principali responsabili delle infestazioni di parassiti forestali su scala planetaria. Una delle misure previste dall’ ISPM 15 - FAO per l’esportazione è il trattamento termico (HT) che consiste nel mantenere gli imballaggi alla temperatura di almeno 56 °C per un periodo di 30 minuti. Alla fine del trattamento è impresso un marchio (IPPC – FAO) su ciascun pallet per attestare l’avvenuta sterilizzazione. Il trattamento è obbligatorio dal momento che è richiesto dal Paese importatore. A livello Nazionale l’ente gestore del marchio IPPC/FAO è il Consorzio Servizi Legno Sughero mentre il ruolo di supervisore per la procedura di trattamento fitosanitario attraverso controlli a campione spetta all’A.R.P.A. delle varie Regioni. Celle per trattamento fitosanitario I processi per il trattamento fitosanitario consentiti contemplano l’utilizzo di aria riscaldata (data dal riscaldamento prodotto da uno scambiatore di calore e dall’uso di ventilatori) o di gas di combustione immessi all’ interno di una cella (in questo caso si raggiungono temperature al di sopra dei 100 °C e si parla di essiccazione ad alta temperatura). Le caratteristiche tecniche dell’ impianto secondo quanto previsto dall’ ISPM-15 nel caso di trattamento ad alta temperatura consentono l’ uso di una caldaia alimentata a biomassa. Il biocombustibile può essere costituito dai residui di legno vergine provenienti dall’azienda, nel caso di autoproduzione di imballaggi. Bilancio energetico sterilizzazione Caratteristiche pallet: dim [1.2 m x 0.8 m x 0.135 m] = 0.1296 m3 Abete rosso : Db (densità basale) = 400 kg / m3 U0 (umidità iniziale) = 40 % Cl (calore specifico) = 0.324 cal / g °C Cella di essiccazione: [10 m x 7 m x 2.5 m] = 175 m3 64 cataste da 17 pezzi (1088 pallets), V = 141 m3 Il trattamento fitosanitario prevede il mantenimento di 56°C al cuore del legno per un periodo di almeno 30 minuti. E’ considerato un T = 50°C, con T1 = 20°C e T2 = 70 °C. 1059 kWh E f = El + Ea 1308 kWh + 20 % per riscaldamento struttura e dispersioni E tot = 2840 kWh 473 kWh Risparmio energetico Utilizzo di caldaia a biomassa da 400 kW : legna, trucioli, torba. T = 7 h, Cciclo= 1 t Consumo orario Biocombustibile 0.714 m3/h 142.8 Kg/h Hm (potere cal. scarti pallet) = [3000 Kcal/Kg - 700 kWh/m3], t = 80 %, Pnom = 400 kW Dimensionamento silo Nh (periodo regime) = 8h N (tempo inter-rifornimento) = 30 giorni V = 171 m3 + (20%) = 205 m3 = 41t Risparmio annuo cippato per sterilizzazione = 330 t = 19800 Euro a 6 Euro/q. Per produrre 1 t di scarti al giorno sono necessari mediamente 7 addetti alla produzione (produzione media = 150 kg scarti / giorno). Conclusioni Tenendo conto del costo annuo per trattamento fitosanitario di 1000 Pallet al giorno (U0 = 40%, T0 = 20°C) con caldaia da 400 kW di potenza e diverse tipologie di combustibile: cippato 19800 Euro metano 56000 Euro il recupero degli scarti di legno vergine derivanti dalla produzione dei Pallet a partire dai semilavorati risulta essere conveniente. Infatti, di fronte ad un investimento iniziale di circa 110000 Euro comprensivo della caldaia, estrattore del cippato, coclea di trasporto e sistema di regolazione + installazione e IVA 20 % e tenendo conto della detrazione IRPEF del 36% il tempo di recupero dell’investimento è di : 3.5 anni nel caso di uso di cippato e di 1 anno e 3 mesi con il metano. Per quanto detto oltre che per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria visti i tempi ridotti di recupero di investimento e la disponibilità di materia prima a costo zero è conveniente che nel caso di autoproduzione dei pallet i residui di lavorazione fossero impiegati nel trattamento fitosanitario dei pallet stessi ed eventualmente per l’essiccazione.