IL MINISTERO
DIACONALE
A 50 ANNI DAL
CONCILIO
I PARTE
CHI NON E’ IL DIACONO?
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Esistono definizioni sui diaconi che non corrispondono
a verità:
mezzo prete: mettendo in risalto ciò che non può fare
prete mancato: si riconosce la chiamata divina ma la si
osserva in riferimento al presbiterato
super laico: con un impegno maggiore e riconosciuto
super catechista: culturalmente preparato
prete-sposato: confusione con il celibato dei preti
Niente di tutto questo!
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IL DIACONATO E’…
…un ministero ordinato;
servizio esercitato in forza di
una grazia particolare che
deriva
dal
sacramento
dell’Ordine ricevuto,
la grazia sacramentale.
3
La Chiesa è
tutta al servizio!
“Associando
e
configurando a se la
Chiesa
nella
Sua
missione, Cristo non
poteva non imprimere
sul volto di lei il raggio
splendente del suo
stesso volto.
Evangelizzazione e ministeri al n°.41 e
42
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La Chiesa è
tutta al servizio!
La carità pastorale e la prontezza a servire, con
la capacità e la generosità di immolarsi per la
vita del mondo, segnano indelebilmente
l’essere e l’agire della Chiesa. La Chiesa è serva
come Servo fu il Cristo e come serva fu e si
professò... Maria, la Vergine Madre.”
Evangelizzazione e ministeri al n°.41 e
42
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La Chiesa è costitutivamente sempre in stato di
vocazione e di missione; ciò vuol dire che tutta la
Chiesa è chiamata e inviata nel mondo per essere
strumento della Redenzione, e quindi tutti nella
Chiesa sono chiamati e inviati. Ognuno, infatti, in
forza del sacerdozio comune ricevuto col Battesimo è
chiamato a cooperare alla universale missione della
Chiesa “con la professione della fede, con
l’evangelizzazione,
con
la
partecipazione
all’Eucarestia e agli altri Sacramenti, con la preghiera,
con la testimonianza della vita , con la carità operosa
e le varie forme dell’apostolato”
Vocazioni nella Chiesa italiana, n.6.
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La Chiesa è tutta al servizio, tutta ministeriale:
• ministeri laicali: di fatto o istituiti (lettori e
accoliti)
• ministeri ordinati (vescovi, presbiteri e
diaconi).
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Nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium del
Concilio Vaticano II si legge al n° 18 punto a):
“Cristo Signore, per pascere e sempre più accrescere il
Popolo di Dio, ha stabilito nella Chiesa vari ministeri,
che tendono al bene di tutto il Corpo.
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I ministri infatti che sono rivestiti di sacra potestà,
servono i loro fratelli, perché tutti coloro che
appartengono al Popolo di Dio, e perciò hanno una
vera dignità cristiana, tendono liberamente e
ordinatamente allo stesso fine e arrivino alla
salvezza.”
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LE ORIGINI DEL MINISTERO
• Il diaconato esisteva sin dalle origini della Chiesa
Atti degli apostoli cap. 6
In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un
malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano
trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i
Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero “Non è giusto
che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense.
Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona
reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo
quest’incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al
ministero della parola”. Piacque questa proposta a tutto il gruppo
ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo,
Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di
Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver
pregato, imposero loro le mani.
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Questo ministero visse nei primi secoli dei momenti
particolarmente floridi Nel prosieguo del racconto si
comprende che ai compiti pratici si aggiungevano servizi
pastorali di maggior rilievo.
SANTO STEFANO
"faceva grandi prodigi e
miracoli" e a causa del suo
atteggiamento e della sua
predicazione fu lapidato.
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FILIPPO,
anch'egli "uno dei
sette",
era
detto
"l'evangelista"
in
quanto missionario e
annunciatore
del
Vangelo (Atti degli
apostoli cp.8;21)
12
LE ORIGINI DEL MINISTERO
Questo ministero, successivamente, però,
andò in decadenza, continuò ad esistere solo
come tappa di passaggio per il presbiterato e i
compiti dei diaconi vennero assorbiti dai preti.
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Nel settembre 1964 i Padri del Concilio
Vaticano II accettarono il principio della
restaurazione del diaconato come grado
proprio e permanente del sacramento
dell’Ordine. Al n. 29 della costituzione
dogmatica Lumen Gentium si legge al primo
capoverso:
“In un grado inferiore della gerarchia stanno i
Diaconi”; con questa affermazione viene
sottolineato come questi sacri ministri sono
inseriti come chierici all’interno della Chiesa
perché in forza dell’ordinazione diaconale.
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Con la data del 18 giugno 1967
il Papa Paolo VI pubblicava il
Motu
proprio
Sacrum
Diaconatus Ordinem; questo è
il documento pontificio con cui
viene data attuazione alle
decisioni conciliari. In questo
documento si afferma che
spetta
alle
Conferenze
Episcopali
decidere
sul
ripristino del diaconato nei
vari
paesi
e
chiedere
l’approvazione della Santa
Sede.
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L’8 dicembre 1971 veniva approvato
dall’Assemblea dei Vescovi e ratificato dalla
Santa Sede il documento fondamentale La
restaurazione del diaconato permanente in
Italia. Questo primo documento CEI segnava
una tappa storica permettendo al diaconato di
presentarsi ed affermarsi indiscutibilmente
come evento di grazia, come fattore di crescita
di tutta la Chiesa, sposa di Cristo servo, è
chiamata a testimoniare nella storia.
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Il motu proprio Ad Pascendum del 15 agosto
1972 di Papa Paolo VI è di particolare
importanza perché dà la definizione del diacono
presentandolo come animatore del servizio,
ossia della diaconia della Chiesa presso le
comunità cristiane locali, segno e sacramento
dello stesso Cristo Signore, il quale non venne
per essere servito ma per servire.
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“Col ripristino del diaconato permanente la
Chiesa ha la consapevolezza di accogliere un dono
dello Spirito e di immettere così nel vivo tessuto del
corpo ecclesiale energie cariche di una grazia
peculiare e sacramentale, capaci perciò di maggiore
fecondità pastorale. Il diaconato concorre così a
costituire la Chiesa e a darne un’immagine più completa
e più rispondente al disegno di Cristo, e più in grado,
per interna e spirituale potenza, di adeguarsi ad una
società che ha bisogno di fermentazione evangelica e
caritativa, nei piccoli gruppi, nei quartieri e nei
caseggiati.”
C.E.I., Evangelizzazione e ministeri, n.60.
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Giovanni Paolo II così insegna: “Il
diacono nel suo grado personifica
Cristo
servo
del
Padre,
partecipando alla triplice funzione
del sacramento dell’ordine: è
maestro in quanto proclama e
illustra la Parola di Dio; è
santificatore, in quanto amministra
il sacramento del battesimo,
dell’eucaristia e i sacramentali; è
guida, in quanto è animatore di
comunità o settori della vita
ecclesiale. In tal senso il diacono
contribuisce a fare crescere la
chiesa come realtà di comunione,
di
servizio,
di
missione”.
(16.3.1985)
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“Tutti i cristiani sono chiamati a collaborare per l’avvento
del Regno di Dio negli stati di vita propri dei laici e
nell’assunzione dei ministeri propriamente laicali; ma il
Signore Gesù, nel fondare la sua Chiesa, ha voluto dotarla
di speciali ministeri al servizio della comunità e del suo
Regno.
Alle vocazioni di speciale consacrazione nella Chiesa
appartengono i ministeri ordinati (vescovi, presbiteri,
diaconi) che Gesù stesso ha stabilito al fine di edificare il
suo Corpo. Essi sono una grazia necessaria per la vita e la
missione di tutta la Chiesa, e coloro che ad essi sono
chiamati consacrano la loro vita all’annuncio del Vangelo,
alla celebrazione dei Sacramenti - specialmente
dell’Eucaristia e al servizio della comunità” Cfr Ef 4,11.
Vocazioni nella Chiesa italiana, n.7.
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CCC1569 «In un grado inferiore della gerarchia
stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani
"non per il sacerdozio, ma per il servizio"».Per
l'ordinazione al diaconato soltanto il Vescovo
impone le mani, significando così che il
diacono è legato in modo speciale al Vescovo
nei compiti della sua « diaconia ».
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OMNIUM IN MENTEM
• Art. 1. Il testo del can. 1008 del Codice di
Diritto Canonico sia modificato in modo che
d’ora in poi risulti così:
• “Con il sacramento dell’ordine per divina
istituzione alcuni tra i fedeli, mediante il
carattere indelebile con il quale vengono
segnati, sono costituiti ministri sacri; coloro
cioè che sono consacrati e destinati a servire,
ciascuno nel suo grado, con nuovo e peculiare
titolo, il popolo di Dio”.
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OMNIUM IN MENTEM
• Art.2 “Coloro che sono costituiti nell’ordine
dell’episcopato o del presbiterato ricevono la
missione e la facoltà di agire nella persona di
Cristo Capo, i diaconi invece vengono abilitati
a servire il popolo di Dio nella diaconia della
liturgia, della parola e della carità”.
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