Etica della comunicazione (in pillole)
di Lorenzo Palumbo
Materiali utilizzabili solo per la didattica
Il fumo fa male, l’informazione pure!
 Nel
film “armi di distruzione di massa” il regista
Larry Gelbart sostiene la tesi che i responsabili
dell’industria di tabacco sono pericolosi solo per i
fumatori.
 Quelli dei Media sono molto più pericolosi, perché
tutti noi “fumiamo” informazione.
Fumo passivo
 Il
tabacco è stato messo al bando da luoghi
pubblici e privati, ma come si fa a proteggersi dai
giornali e soprattutto dalla Tv?
 Possiamo non comprare il giornale, spegnere la
TV, ma questo non ci impedirà di assorbire tra gli
amici, nei luoghi di lavoro, le chiacchiere dei
media.
Ferite stilografiche
 Ecco
perché chi prende carta e penna ha degli
obblighi, dei doveri e una responsabilità verso gli
altri molto dilatata rispetto ad altre professioni
 La carta di Treviso – un codice di autodisciplina
dei giornalisti – prescrive ai giornalisti di
salvaguardare i bambini
….
 La
carta dei doveri del giornalista prescrive di non
fare ricorso a discriminazioni di razza, religione,
sesso, condizioni fisiche e mentali, opinioni
politiche
 Di rispettare la riservatezza delle persone
 Di non non processare sommariamente nessuno
Abbiamo capito! Abbiamo in mano
un’arma potente e allora?
 Allora
non possiamo fare a meno dell’etica
 Un’etica che deve rendere il giornalista
consapevole delle conseguenze morali, sociali,
politiche e culturali di un lavoro che non si
esaurisce in se stesso o nell’ambito di poche
persone, ma che si rivolge ad una vasta platea di
cittadini
L’etica?
 Il
giornalista deve contribuire ad una formazione
etica del cittadino attraverso un’informazione etica
 Il giornalista deve avere una deontologia - la carta
dei doveri
 Anche i giornali e le testate televisive,
indipendentemente dai giornalisti che vi lavorano,
dovrebbero avere dei valori di riferimento
Etica a parole
 L’informazione
tante volte è
 piegata agli interessi dei gruppi editoriali,
sottomessa alla politica e all’economia.
 “usa e getta” - eccessiva proliferazione di testi
scadenti
 Omologante – uniformità di vedute
 E’ facile parlare di etica, ma poi….
E’ vero il mondo è così, ma dovrebbe
essere diverso?
 Il
mezzo di comunicazione dovrebbe:
 costruire uno spazio dialogico
 scrivere la verità
 Essere libero
 Rispettare la dignità degli altri
Aristotele diceva: zoon logon echon
 Noi
siamo animali comunicativi
 La comunicazione è voglia di dialogo finalizzata
alla creazione di uno spazio comune fra due o più
interlocutori
 Costoro non sono interessati solo a scambiarsi
informazioni, ma a realizzare un’intesa attraverso
la comunicazione
Un’intesa costruita sul dialogo
 Un’intesa
è basata su alcuni pilastri
 la capacità di ascolto e di comprensione del punto
di vista dell’altro
 Il riconoscimento delle ragioni degli altri e la
disponibilità a mettere in gioco e discussione le
proprie convinzioni di partenza
 L’intenzionalità per arrivare ad un accordo
attraverso il dialogo
Una comunità della comunicazione
 Il
risultato di questo processo è la costituzione di
una comunità in cui il linguaggio ha il potere di
creare uno spazio condiviso tra i partecipanti al
discorso (Apel).
 Abbiamo raggiunto un primo risultato: se
comunichiamo, e non informiamo solamente,
possiamo creare uno spazio di comunicazione
basato sul dialogo: una comunità
…
 Una
comunità della comunicazione non è una setta
di “lobotomizzati” che pensano tutti le stesse cose
allo stesso modo
 ma un gruppo di persone consapevoli, che
dialogano apertamente e liberamente, senza
interferenze di tipo religioso, politico, economico,
culturale
I principi
 Un
altro aspetto etico della comunicazione è quello
dei principi
 Per comunicare qualcosa devo riflettere sui
principi che informano l’agire comunicativo e ciò
per orientarlo verso finalità positive
 A mio giudizio la cosa è molto semplice. La
comunicazione deve essere sempre ricondotta a tre
principi fondamentali: la verità e la libertà
E il terzo?
 Un
po’ di pazienza
Verità
 Il
giornale o la TV devono dire la verità e, quindi,
non sembri pleonastico, non devono mentire mai
 Il principio della verità è una regola morale del
giornalista, ma è anche un messaggio preciso al
lettore e ai membri della comunità in termini di
fiducia (ricordatevi questa parola)
 Ma la verità è come è, e non è serva di nessuno e
quindi…
Libertà
 La
verità è libera
 La libertà del giornalista prima di tutto è di tipo
negativo perché si percepisce con una negazione
come un non essere (Berlin).
 Il giornalista deve NON subire alcun
condizionamento da parte di nessuno su quello che
scrive
….
 NON
deve accettare l’interferenza da parte di chi
ha interessi a mostrare la sua verità
 NON deve consentire a nessuno un’ingerenza nella
sfera di libertà della sua coscienza professionale
 Anche la libertà oltre ad essere un principio etico
lancia un messaggio alla comunità: NON siamo
legati a nessun partito, a nessuna chiesa, a nessun
gruppo economico.
Ostacolo alla Verità
 Il
primo ostacolo alla verità è l’ideologia, la cui
finalità non è la verità, ma ciò che deve essere fatto
passare per verità al fine di favorire certi interessi
 Questo problema mette in luce il pericolo sempre
presente, nella sfera della comunicazione, di
trattare i lettori come un “parco buoi” che possono
essere orientati in un senso o in un altro
Terzo principio
Non basta dire la verità e non basta essere liberi, ma devi
fare in modo di rispettare la dignità umana e allora…
 Sii uomo e tratta l’altro uomo sempre anche come fine e
mai solo come mezzo (Kant)
 Se fai comunicazione assumi un impegno con i lettori: non
indurre nessuno a fare una cosa che serve al
perseguimento di un fine ignoto a chi legge

Se faccio comunicazione non
posso….e perché?
 Perché
quando faccio comunicazione ho molte
responsabilità in più di quante ne avrei se facessi
solo informazione
 Ma perché c’è differenza?
 Si. Ogni informazione viene comunicata, ma non
tutte le comunicazioni contengono informazione
Giochi di prestigio?
 No.
L’informazione ha un autentico riferimento
alla realtà delle cose, la comunicazione non sempre
 Fare comunicazione significa due cose: “fare
sapere” e in ciò siamo vicini all’informazione
 Ma significa anche “essere in relazione”, che non
c’entra nulla con la trasmissione degli eventi
E allora …
 Ci
sono due livelli: quello del contenutomessaggio e quello della relazione
 Ogni comunicazione implica un impegno perché
crea una relazione non perché trasmette
informazioni, ma perché induce un comportamento
da parte del destinatario.
 E’ giusto allora trattare gli altri come fini e non
come mezzi.
Gli altri
 Il
compito di un giornale è quello di in-formare,
ma non di tras-formare o di de-formare le
coscienze dei lettori
 Il terzo principio ci aiuta a comprendere che la
comunicazione deve essere biunivoca e cioè aperta
 E cioè: dobbiamo avere in mente i fini degli altri
per evitare di utilizzarli come mezzi
Regola semplice
Capire e farsi capire
I
collaboratori di una testata hanno il dovere di
comprendere perfettamente i sensi e i significati
delle cose di cui scrivono.
 Poi hanno anche il dovere di scrivere testi
comprensibili.
Fiducia
 La
fiducia è il bene più prezioso che un giornale
può avere
 I lettori non hanno bisogno di leggere, ma hanno
bisogno di leggere potendosi fidare
 Una buona reputazione di serietà e di coerenza è il
miglior veicolo di promozione della testata
Responsabilità
 La
comunicazione è responsabile quando si fa
carico del problema delle conseguenze
 Responsabilità significa rispondere e tutti
dobbiamo essere in grado di rendere conto sulle
cose che scriviamo
 ma in un altro senso significa attenzione per il
futuro. L’etica della comunicazione è un’etica della
responsabilità (Jonas)
Il futuro
 Chi
è responsabile si pone il problema di come
sarà la società domani
 Si fa carico di contribuire a migliorare la società
attraverso il dialogo con tutti gli interlocutori della
comunità
 Non scrive mai per certificare quello che è
avvenuto, ma solo per costruire quello che sarà
La pubblicità
La pubblicità è una risorsa ma va utilizzata con estrema
moderazione, potendo sarebbe meglio non farne.
 In molti giornali o TV la scrittura è funzionalmente
piegata al marketing. I lettori, indiscriminatamente, sono
ritenuti “carne” o meglio “occhi” da pubblicità (Fabris).
 Nella stessa pagina c’è un articolo sui problemi di coppia
e la pubblicità della lingerie.
 Qual è l’obiettivo: parlare di sesso o vendere mutande?

In sintesi: giornali TV e altri mezzi
devono
 Creare
uno spazio dialogico
 Dire la verità
 Essere liberi
 Rispettare la dignità degli altri
 Essere degni di fiducia
 Agire responsabilmente per costruire futuro
Non dovrebbero
 Vendere
niente a nessuno, perché il profitto o il
guadagno personale non dovrebbero influenzare gli
scopi della comunicazione
E in effetti…
 Solitamente
i giornali sono delle vere e proprie
imprese orientate al profitto
 Solitamente il profitto non si sposa facilmente con
l’etica
 Se un giornale non mirasse al profitto sarebbe un
buon punto di partenza, o forse sarebbe al
capolinea, ma………...
questa è un’altra storia!
Grazie per l’attenzione
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Etica e informazione Di Lorenzo Palumbo