Diritto del lavoro
Appunti
a cura di Franco Liso
Capitolo II
Dalla caduta del fascismo agli anni
settanta
parte seconda
DATORE DI LAVORO
LAVORATORE
La disciplina del rapporto di lavoro
Il percorso post costituzione (le linee principali)
collocamento (1949)
funzione pubblica, non servizio
Lo sviluppo della legislazione antifraudolenta ( già nel codice
civile …) >l’imprenditore come soggetto versato allo
“sfruttamento” e quindi socialmente pericoloso
appalti di lavoro e di intermediazione (1960)
lavoro a termine (1962)
tassatività delle ipotesi ammesse
lavoro a domicilio (1958, 1973) sfavore per il decentramento
una politica tesa ad attrarre verso l’impresa i lavoratori
dei quali essa effettivamente si avvale >
conformazione degli assetti organizzativi dell’impresa
Inoltre …...
La promozione dell’interesse del lavoratore alla stabilità del
rapporto
licenziamenti individuali (1966)
trattamento straordinario di integrazione salariale (1968, 1972)
statuto dei lavoratori (1970) (art. 18)
La protezione della dignità e della libertà del lavoratore contro
l’esercizio “improprio” dei poteri organizzativi del datore di
lavoro (2087 c.c.; 41, co. 2, Cost.)
lo statuto dei lavoratori (1970)
Di vittorio
“La costituzione deve
varcare i cancelli delle
fabbriche”
• una risposta alle negative esperienze degli anni 50 (titoli I e II)
• una concezione del rapporto di lavoro nella quale piena
rilevanza ha
– la dimensione collettiva nella quale avviene la gestione dei
rapporti (contratto di lavoro e organizzazione)
– la dinamica “conflittuale” della gestione dei rapporti di
lavoro (rsa e il titolo III)
TITOLO I
1 - Libertà di opinione
2 - Guardie giurate
3 - Personale di vigilanza
4 - Impianti audiovisivi
5 - Accertamenti sanitari
6 - Visite personali di controllo
7 - Sanzioni disciplinari
8 - Divieto di indagini sulle opinioni
9 - Tutela della salute e dell’integrità fisica
10 - Lavoratori studenti
11 - Attività culturali, ricreative e assistenziali
e controlli sul servizio di mensa
12 - Istituti di patronato
13 - Mansioni del lavoratore
TITOLO II
18 - Reintegrazione nel posto di lavoro
Lo statuto costituisce l’intelaiatura che nel corso degli anni,
in particolare negli anni ’90, ha spinto a dare rilievo ad un
crescente numero di posizioni di interesse del lavoratore
tutte estraibili dal principio della tutela della integrità fisica
e della personalità morale del lavoratore, contenuto nel
2087 cc. (il diritto alla effettuazione della prestazione, il
danno biologico, il mobbing…)
TITOLO V
33 - Collocamento
34 - Richieste nominative di manodopera
La sindacalizzazione del collocamento
La stretta sulle elusioni
La stagione del garantismo
rapporto di lavoro
lavoratore
datore di lavoro
welfare
protezione del lavoratore
nella sua veste di contraente debole
nella sua veste di subordinato
Mercato del lavoro
La protezione del lavoratore contro i
rischi. Il trasferimento del loro costo
in capo alla produzione.
un lungo cammino verso
la demercificazione….
limitazione dei poteri,
negoziali e di gestione,
* in via diretta (disciplina del
rapporto di lavoro)
* in via mediata (attraverso il
riconoscimento del ruolo
dell’autonomia collettiva: lo
sviluppo del sistema di relazioni
industriali).
La tendenza espansiva del diritto del lavoro
nel diritto si afferma, in corrispondenza con il tipo
socialmente prevalente, la figura egemone del rapporto di
lavoro subordinato come rapporto
•
a tempo indeterminato
•
caratterizzato dalla stabilità
•
a tempo pieno
L’impresa baricentro del debito di
sicurezza nei confronti del lavoratore
Il garantismo “rigido”: una politica che ha alle spalle
un’economia in forte crescita. Ad essa si accompagna l’idea
che l’imposizione di vincoli in capo all’impresa costituisca
uno stimolo all’innovazione ed alla crescita.
fine
Articolo 41
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità
sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla
libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli
opportuni perché l’attività economica pubblica e
privata possa essere indirizzata e coordinata a fini
sociali.
Articolo 2127 del codice civile
E’ vietato all’imprenditore di affidare ai propri dipendenti
lavori a cottimo da eseguirsi da prestatori di lavoro assunti e
retribuiti direttamente dai dipendenti medesimi.
In caso di violazione di tale divieto, l’imprenditore
risponde direttamente, nei confronti dei prestatori di lavoro
assunti dal proprio dipendente, degli obblighi derivanti dai
contratti di lavoro da essi stipulati.
La legge
1369/1960
datore
di
lavoro
rapporti di lavoro
esecuzione di
“mere prestazioni di lavoro”
è una forma di
sfruttamento
“caporali”
lavoratori
IMPRESA
interposti
datore di lavoro fittizio
sottosalario
datore
di
lavoro
rapporti di lavoro
subordinato
La legge 1369/1960
datore
di
lavoro
appalto esterno
datore
di
lavoro
contratto
di appalto
di opere o servizi
datore
di
lavoro
ciclo produttivo
lavoratori
IMPRESA
appalto interno
=
impresa
parità di trattamento
rapporti di lavoro
La legge 1369/1960
datore
di
lavoro
datore
di
lavoro
contratto
di appalto
ma se
Macchine,
attrezzature e
lavoratori
IMPRESA
datore
di
lavoro
rapporti di lavoro
datore
di
lavoro
La legge 1369/1960
datore
di
lavoro
datore
di
lavoro
lavoratori
IMPRESA
Articolo 2097 del codice civile
Il contratto di lavoro si reputa a tempo indeterminato se il
termine non risulta dalla specialità del rapporto o da atto scritto.
In quest’ultimo caso l’apposizione del termine è priva di
effetto, se è fatta per eludere le disposizioni che riguardano il
contratto a tempo indeterminato.
Se la prestazione di lavoro continua dopo la scadenza del
termine e non risulta una contraria volontà delle parti, il
contratto si reputa a tempo indeterminato.
Salvo diversa disposizione delle norme corporative, se il
contratto di lavoro è stato stipulato per una durata superiore a
cinque anni, o a dieci se si tratta di dirigenti, il prestatore di
lavoro può recedere da esso trascorso il quinquennio o il
decennio, osservata la disposizione dell’articolo 2118.
LEGGE 18 aprile 1962, n. 230
articolo 1
Il contratto di lavoro si reputa a tempo indeterminato
salvo le eccezioni appresso indicate.
E' consentita l'apposizione di un termine alla durata del
contratto:
a) quando ciò sia richiesto dalla speciale natura dell'attività
lavorativa derivante dal carattere stagionale della medesima;
b) quando la assunzione abbia luogo per sostituire lavoratori
assenti e per i quali sussiste il diritto alla conservazione del posto,
sempreché nel contratto a termine sia indicato il nome del
lavoratore sostituito e la causa della sua sostituzione;
c) quando la assunzione abbia luogo per l'esecuzione di un'opera
o di un servizio definiti e predeterminati nel tempo aventi
carattere straordinario od occasionale;
d) per le lavorazioni a fasi successive che richiedono maestranze
diverse, per specializzazioni, da quelle normalmente impiegate e
limitatamente alle fasi complementari od integrative per le quali
non vi sia continuità di impiego nell'ambito dell'azienda;
e) nelle assunzioni di personale riferite a specifici spettacoli
ovvero a specifici programmi radiofonici o televisivi (1977);
f) quando l'assunzione venga effettuata da aziende di trasporto
aereo o da aziende esercenti i servizi aeroportuali ed abbia luogo
per lo svolgimento dei servizi operativi di terra e di volo, di
assistenza a bordo ai passeggeri e merci, per un periodo massimo
complessivo di sei mesi, compresi tra aprile ed ottobre di ogni
anno, e di quattro mesi per periodi diversamente distribuiti, e
nella percentuale non superiore al 15 per cento dell'organico
aziendale che, al 1° gennaio dell'anno a cui le assunzioni si
riferiscono, risulti complessivamente adibito ai servizi sopra
indicati. Negli aeroporti minori detta percentuale può essere
aumentata da parte delle aziende esercenti i servizi aeroportuali,
previa autorizzazione dell'ispettorato del lavoro, su istanza
documentata delle aziende stesse. In ogni caso, le organizzazioni
sindacali provinciali di categoria ricevono comunicazione delle
richieste di assunzione da parte delle aziende di cui alla presente
lettera (1986).
L'apposizione del termine è priva di effetto se non risulta
da atto scritto.
Copia dell'atto scritto deve essere consegnata dal datore di
lavoro al lavoratore.
La scrittura non è tuttavia necessaria quando la durata del
rapporto di lavoro puramente occasionale non sia superiore a
dodici giorni lavorativi.
L'elenco delle attività di cui al secondo comma, lettera a),
del presente articolo sarà determinato con decreto del Presidente
della Repubblica, su proposta del Ministro per il lavoro e la
previdenza sociale….
articolo 2
Il termine del contratto a tempo determinato può essere
con il consenso del lavoratore, eccezionalmente prorogato non
più di una volta e per un tempo non superiore alla durata del
contratto iniziale, quando la proroga sia richiesta da esigenze
contingenti ed imprevedibili e si riferisca alla stessa attività
lavorativa per la quale il contratto è stato stipulato a tempo
determinato, ai sensi del secondo comma dell'articolo precedente.
Se il rapporto di lavoro continua dopo la scadenza del
termine inizialmente fissato o successivamente prorogato, il
datore di lavoro è tenuto a corrispondere al lavoratore una
maggiorazione della retribuzione per ogni giorno di
continuazione del rapporto pari al 20 per cento fino al decimo
giorno successivo, al 40 per cento per ciascun giorno ulteriore. Se
il rapporto di lavoro continua oltre il ventesimo giorno in caso di
contratto di durata inferiore a sei mesi ovvero oltre il trentesimo
negli altri casi, il contratto si considera a tempo indeterminato
dalla scadenza dei predetti termini. Qualora il lavoratore venga
riassunto a termine entro un periodo di dieci giorni ovvero venti
giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata,
rispettivamente, inferiore o superiore ai sei mesi, il secondo
contratto si considera a tempo indeterminato. Quando si tratti di
due assunzioni successive a termine, il rapporto di lavoro si
considera a tempo indeterminato dalla data di stipulazione del
primo contratto (1997).
articolo 3
L'onere della prova relativa all'obiettiva esistenza delle
condizioni che giustificano sia l'apposizione di un termine al
contratto di lavoro sia l'eventuale temporanea proroga del termine
stesso è a carico del datore di lavoro.
articolo 4
E' consentita la stipulazione di contratti di lavoro a tempo
determinato, purché di durata non superiore a cinque anni, con i
dirigenti amministrativi e tecnici, i quali possono, comunque,
recedere da essi trascorso un triennio e osservata la disposizione
dell'articolo 2118 del codice civile.
articolo 5
Al prestatore di lavoro, con contratto a tempo
determinato, spettano le ferie e la gratifica natalizia o la
tredicesima mensilità e ogni altro trattamento in atto nell'impresa
per i lavoratori regolamentati con contratto a tempo
indeterminato, in proporzione al periodo lavorativo prestato,
sempre che non sia obiettivamente incompatibile con la natura
del contratto a termine.
Alla scadenza del contratto verrà corrisposto al lavoratore
un premio di fine lavoro proporzionato alla durata del contratto
stesso, e pari all'indennità di anzianità prevista dai contratti
collettivi.
articolo 6
Sono esclusi dalla disciplina della presente legge i
rapporti di lavoro tra i datori di lavoro dell'agricoltura e salariati
fissi comunque denominati, regolati dalla legge 15 agosto 1949,
n. 533, e successive modificazioni.
articolo 7
Nei casi di inosservanza degli obblighi derivanti dall'art. 5
il datore di lavoro è punito con la sanzione amministrativa da lire
cinquantamila a lire trecentomila. Se l'inosservanza si riferisce a
più di cinque lavoratori si applica la sanzione amministrativa da
lire trecentomila a lire due milioni.
Il codice civile
La legge del 1958
la legge del 1973
Volantinaggio
rientra tra le forme di proselitismo sindacale, ma trova dei
limiti in quanto non può recare intralcio alla normale attività
lavorativa; quindi il datore di lavoro può farne divieto
non può configurarsi a priori quale pregiudizio alla normale
attività lavorativa il volantinaggio effettuato durante l’orario
di lavoro, in quanto l’eventuale divieto ha ragione d’essere a
seconda della natura e del tipo di impegno degli addetti alla
stessa attività lavorativa (cass. 5089/1986; 1325/1983)
Se durante lo sciopero un gruppo di lavoratori cerca di
convincere gli altri a scioperare facendo corteo interno ed
invadendo gli uffici dell’azienda dove sono gli
impiegati…?
Forma illecita di pressione lesiva della libertà degli altri (pret.
Milano 1984, Giur.it. 1985,I,II,247)
Attività sindacale
Per valutare se sussiste giusta causa di licenziamento di un
lavoratore sindacalista, il giudice del merito, nel valutare se le
espressioni usate dal lavoratore in un contesto di conflittualità
aziendale oltrepassino i limiti di un corretto esercizio delle
libertà sindacali – e quindi siano lesive del rapporto di
fiducia con il datore di lavoro – deve accertare se le stesse
non costituiscano la forma di comunicazione ritenuta più
efficace ed adeguata dal sindacalista in relazione alla propria
posizione in quel contesto. In tal caso, infatti, le suddette
espressioni non si prestano, in quanto manifestazione di una
lata responsabilità politico-sindacale, ad essere valutate con il
parametro dell’inadempimento nei confronti del datore di
lavoro dovuto a lesione dell’altrui sfera giuridica
nell’esercizio di un diritto a rilevanza costituzionale (nel caso
di specie è stata cassata la sentenza che aveva ritenuto
legittimo il licenziamento di un sindacalista che, nel
comunicato di convocazione di un’assemblea, aveva accusato
i rappresentanti del datore di lavoro ed altri colleghi
sindacalisti di essersi appropriati di emolumenti spettanti ai
lavoratori) (cass. 9743/2002)
Controllo ritardi all’entrata
questo compito non può essere affidato alle guardie giurate
(cass. Pen. 5089/1986; 1325/1983)
Indagini
non possono estendersi all’attività lavorativa, con la
correlativa inutilizzabilità - ai fini dell’esercizio del potere di
licenziamento o disciplinare - dell’esito delle indagini
eseguite in violazione del limite predetto (cass. 7455/1991)
Contestazioni
eventualmente fatte dalla guardia giurata non hanno una
diretta funzione disciplinare e pertanto per esse non deve
essere seguita la procedura di cui all’art. 7 (cass.205/1990)
Controlli investigativi
gli artt. 2 e 3 limitano la sfera di intervento di persone
preposte dal datore di lavoro a difesa dei suoi interessi, non
escludono il potere dell’imprenditore di controllare…
Sono legittimi i controlli posti in essere da dipendenti di
un’agenzia investigativa i quali, operando come normali
clienti e non esercitando potere alcuno di vigilanza e di
controllo, verifichino l’eventuale appropriazione di danaro
(ammanchi di cassa) da parte del personale addetto,
limitandosi a presentare alla cassa la merce acquistata, a
pagare il relativo prezzo e a constatare la registrazione della
somma incassata da parte del cassiere (Cass. 829/1992;
9836/1995 ; 10761/1997)
Controlli fatti direttamente dall’imprenditore o superiori
gerarchici da lui preposti alle varie articolazioni
dell’azienda
ammissibilità, anche se di notte e clandestinamente (Cass.
5599/1990)
Controlli investigativi
inapplicabilità dell’art. 3 al caso di un datore di lavoro che si
era avvalso di un’agenzia investigativa allo scopo di scoprire
per quale ragione il dipendente non avesse realizzato un
risultato produttivo paragonabile a quello degli altri
dipendenti che erano stati incaricati di svolgere la medesima
attività (sospettava che durante l’orario di lavoro il dipendente
prestasse attività a favore di una banca concorrente); il
tribunale aveva affermato la legittimità del controllo sia in
ragione del sospetto del datore di lavoro (il quale, quindi, non
temeva semplicemente che durante l’orario di lavoro il
dipendente si occupasse di altro o oziasse, ma temeva una
truffa a suo danno) sia perché era avvenuto all’esterno del
luogo di lavoro (Cass. 3.11.2000, n. 14383).
Controlli tramite clienti
Cassiera di un’azienda di credito; indebita appropriazione di
eccedenze di cassa; controllo sul suo operato attraverso alcuni
clienti appositamente avvertiti; compatibilità con artt. 2 e 3
(Cass. 14.7.2001, n. 9576).
Apparecchi Kienzle
in grado di stampare schede che permettono di determinare,
tra l’altro, l’operatore, il tipo o i tipi di lavorazione, la data,
l’ora e il minuto di inizio dell’attività produttiva, la quantità e
i ritmi di produzione, i tempi di sosta e la tipologia delle
cause di sosta. Non ammesso (pret. Milano 1988, lav.’80,
1989, 298)
centralino elettronico
automatico in grado di rilevare tutta una serie di dati, quali il
numero dell’apparecchio interno chiamante, il numero
dell’utente esterno, la data, l’ora e il minuto di inizio, la
durata e il numero degli scatti di ogni singola conversazione.
Non ammesso (pret. Milano 1988, lav.’80, 1989, 298 )
audiovisivi in locali saltuariamente frequentati
controllo dell’uso e della conservazione dei cartellini segna
orario sistemati in apposite custodie all’ingresso dello
stabilimento. Non ammesso (pret. Milano 1993, OGL 1993,5)
Cartellino magnetico per rilevazione presenze (badge)
Ammesso (trib.Milano 1994, OGL 1994, 23)
Utilizzabilità in giudizio di riprese di telecamera diretta a
tutelare patrimonio aziendale, al di fuori dell’orario di lavoro
e contro possibili atti penalmente illegittimi messi in atto da
terzi; licenziamento di lavoratore ripreso a rubare fuori
dell’orario di lavoro (Cass. 3.7.2001, n. 8998)
Il controllo vietato riguarda (direttamente o indirettamente)
l’attività lavorativa, mentre devono ritenersi certamente fuori
dell’ambito di applicazione della norma i controlli diretti ad
accertare condotte illecite del lavoratore (cosiddetti controlli
difensivi), quali ad esempio, i sistemi di controllo
dell’accesso ad aule riservate o, come nella specie, gli
apparecchi di rilevazione di telefonate ingiustificate (Cass.
3.4.2002, n. 4746)
?
L’impresa come può
procurarsi la forza lavoro
della quale ha bisogno?
Ufficio
di
“I datori di lavoro sono tenuti
ad assumere i lavoratori, dei collocamento
impresa
quali abbiano bisogno, iscritti
nelle liste di collocamento”
Mercato del lavoro
impresa
“E’ ammesso il passaggio del lavoratore direttamente
e immediatamente dall’azienda nella quale è
occupato ad un’altra”
Inoltre … divieto della mediazione privata
Lo schema
richiesta
i
s
c
r
i
z
i
o
n
e
Ufficio
di
collocamento
l
i
s
t
a
lavoratore
impresa
avviamento
graduatoria
assunzione
La richiesta
richiesta
i
s
c
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i
z
i
o
n
e
Ufficio
di
collocamento
l
i
s
t
a
lavoratore
impresa
avviamento
graduatoria
“La richiesta di lavoratori deve essere numerica
per categoria e qualifica professionale….
L’avviamento
richiesta
i
s
c
r
i
z
i
o
n
e
Ufficio
di
collocamento
l
i
s
t
a
impresa
avviamento
graduatoria
“L’avviamento al lavoro è comprovato da
comunicazione rilasciata dall’Ufficio competente
al lavoratore ed indirizzata al datore di lavoro”
lavoratore
L’avviamento come autorizzazione alla stipula
del contratto
Le prassi elusive
I contrasti politici per il controllo della
funzione
Le prassi elusive
richiesta
impresa
Ufficio
di
collocamento
• passaggio diretto
• manovra sulle qualifiche
• utilizzo abusivo della nominatività
Impresa
con non + di
5 dip.
I contrasti politici per il
controllo della funzione
?
Chi fa la graduatoria?
Chi fa l’avviamento?
La richiesta della CGIL nel dopoguerra……
la competenza attribuita, invece, agli uffici del lavoro ……
…. “compensata” dalla creazione delle commissioni prov.li per il
collocamento e dalla possibilità, per il Ministro, di autorizzare il
Prefetto ad istituire con proprio decreto, presso gli uffici, una
commissione per il collocamento (composta dal dirigente
dell’ufficio, in qualità di presidente, e da quattro rappresentanti
dei lavoratori e da tre dei datori di lavoro) con funzione di
esprimere pareri ...
ORGANI
BUROCRATICI
ORGANI
COLLEGIALI
il conflitto ………...
Come interviene lo statuto dei lavoratori su
questi aspetti?
(rinvio)
“L’obbligo .. non riguarda:
1) il coniuge, i parenti e gli affini non oltre il terso grado
del datore di lavoro
2) il personale avente funzioni direttive
3) i lavoratori di concetto o specializzati assunti mediante
concorso pubblico
4) i lavoratori esclusivamente a compartecipazione,
compresi i mezzadri ed i coluni parziari;
5) i domestici, i portieri, gli addetti a studi professionali e
tutti coloro che sono addetti ai servizi familiari
6) i lavoratori destinati ad aziende con non più di 3
dipendenti oppure ad aziende con più di 6 dipendenti,
limitatamente a zone mistilingue o montane da derminarsi
con dpr, su porposta del Ministro del lavoro ..
“E’ vietato l’esercizio della mediazione anche se gratuito
quando il collocamento è demandato agli uffici autorizzati”
•carico familiare
•anzianità di iscrizione nelle liste di collocamento
•situazione economica e patrimoniale, desunta anche dallo
stato di occupazione dei componenti del nucleo familiare
•altri elementi concorrenti nella valutazione dello stato di
bisogno del lavoratore, anche con riguardo allo stato sanitario
del nucleo familiare, in base ai documenti esibiti dal
lavoratore medesimo”
“E’ ammessa la richiesta nominativa:
a) per tutti i lavoratori destinati ad aziende che non
abbiano stabilmente più di 5 dipendenti e, per i lavoratori
destinati ad altre aziende, nei limiti di un decimo, sempre
che la richiesta sia per un numero di unità superiore alle
nove
b) per i lavoratori di concetto oppure aventi una
particolare specializzazione o qualificazione
c) per il personale destinato a posti di fiducia connessi con
la vigilanza e la custodia della sede di opifici, di cantieri, o
comunque di beni dell’azienda
d) per il primo avviamento di lavoratori in possesso di titoli
di studio rilasciati da scuole professionali”
“.. nell’avviamento al lavoro si terrà conto complessivamente
del carico familiare, dell’anzianità di iscrizione nelle liste di
collocamento, della situazione economica e patrimoniale,
desunta anche dallo stato di occupazione dei componenti del
nucleo familiare, e dagli altri elementi concorrenti nella
valutazione dello stato di bisogno del lavoratore, anche con
riguardo allo stato sanitario del nucleo familiare, in base ai
documenti esibiti dal lavoratore medesimo.
Il datore di lavoro può rifiutare di assumere
lavoratori, avviati dall’Ufficio competente, i quali siano stati
precedentemente da lui licenziati per giusta causa.
I lavoratori licenziati da un’azienda per riduzione di
personale hanno la precedenza nella riassunzione presso la
medesima azienda entro un anno”
“Art. 33. Collocamento.
La commissione per il collocamento, di cui all'articolo 26 della
legge 29 aprile 1949, n. 264, è costituita obbligatoriamente presso
le sezioni zonali, comunali e frazionali degli Uffici provinciali del
lavoro e della massima occupazione, quando ne facciano richiesta le
organizzazioni sindacali dei lavoratori più rappresentative.
Alla nomina della commissione provvede il direttore dell'Ufficio
provinciale del lavoro e della massima occupazione, il quale, nel
richiedere la designazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei
datori di lavoro, tiene conto del grado di rappresentatività delle
organizzazioni sindacali e assegna loro un termine di 15 giorni,
decorso il quale provvede d'ufficio.
La commissione è presieduta dal dirigente della sezione zonale,
comunale, frazionale, ovvero da un suo delegato, e delibera a
maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del
presidente.
La commissione ha il compito di stabilire e di aggiornare
periodicamente la graduatoria delle precedenze per l'avviamento
al lavoro, secondo i criteri di cui al quarto comma dell'articolo 15
della legge 29 aprile 1949, n. 264.
Salvo il caso nel quale sia ammessa la richiesta
nominativa, la sezione di collocamento, nella scelta del
lavoratore da avviare al lavoro, deve uniformarsi alla graduatoria
di cui al comma precedente, che deve essere esposta al pubblico
presso la sezione medesima e deve essere aggiornata ad ogni
chiusura dell'ufficio con la indicazione degli avviati.
Devono altresì essere esposte al pubblico le richieste
numeriche che pervengono dalle ditte.
La commissione ha anche il compito di rilasciare il nulla
osta per l'avviamento al lavoro ad accoglimento di richieste
nominative o di quelle di ogni altro tipo che siano disposte dalle
leggi o dai contratti di lavoro. Nei casi di motivata urgenza,
l'avviamento è provvisoriamente autorizzato dalla sezione di
collocamento e deve essere convalidato dalla commissione di
cui al primo comma del presente articolo, entro dieci giorni. Dei
dinieghi di avviamento al lavoro per richiesta nominativa deve
essere data motivazione scritta su apposito verbale in duplice
copia, una da tenere presso la sezione di collocamento e l'altra
presso il direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro. Tale
motivazione scritta deve essere immediatamente trasmessa al
datore di lavoro richiedente.
Nel caso in cui la commissione neghi la convalida
ovvero non si pronunci entro venti giorni dalla data della
comunicazione di avviamento, gli interessati possono inoltrare
ricorso al direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro, il quale
decide in via definitiva, su conforme parere della commissione
di cui all'articolo 25 della legge 29 aprile 1949, n. 264.
I turni di lavoro di cui all'articolo 16 della legge 29
aprile 1949, n. 264, sono stabiliti dalla commissione e in nessun
caso possono essere modificati dalla sezione.
Il direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro annulla
d'ufficio i provvedimenti di avviamento e di diniego di
avviamento al lavoro in contrasto con le disposizioni di legge.
Contro le decisioni del direttore dell'ufficio provinciale del
lavoro è ammesso ricorso al Ministro per il lavoro e la
previdenza sociale.
Per il passaggio del lavoratore dall'azienda nella quale è
occupato ad un'altra occorre il nulla osta della sezione di
collocamento competente.
Ai datori di lavoro che non assumono i lavoratori per il
tramite degli uffici di collocamento, sono applicate le sanzioni
previste dall'articolo 38 della presente legge.
Le norme contenute nella legge 29 aprile 1949, n. 264,
rimangono in vigore in quanto non modificate dalla presente
legge.
Art. 34. Richieste nominative di manodopera.
A decorrere dal novantesimo giorno dall'entrata in vigore
della presente legge, le richieste nominative di manodopera da
avviare al lavoro sono ammesse esclusivamente per i
componenti del nucleo familiare del datore di lavoro, per i
lavoratori di concetto e per gli appartenenti a ristrette categorie
di lavoratori altamente specializzati, da stabilirsi con decreto del
Ministro per il lavoro e la previdenza sociale, sentita la
commissione centrale di cui alla legge 29 aprile 1949, n. 264.
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