IL QUATTROCENTO:
UN SECOLO DI CAMBIAMENTI
SECOLI XIV-XV
LA CULTURA SI RINNOVA E LA MENTALITÀ SI TRASFORMA
Con lo sviluppo delle città e della borghesia mercantile,
la cultura non pose più al centro dei suoi interessi
soltanto Dio e la fede cristiana.
Per molti secoli la cultura del Medioevo fu strettamente
legata alla religione e alla Chiesa. Gli uomini colti
erano quasi tutti degli ecclesiastici, i loro interessi
riguardavano soprattutto le questioni relative alla fede
cristiana, le loro letture erano principalmente le Sacre
Scritture o le opere dei grandi autori cristiani
Lentamente, a partire dal Duecento, con lo sviluppo
della civiltà dei comuni e della borghesia, questa
caratteristica della cultura iniziò a mutare e si allentò il
suo collegamento con la religione e con gli ambienti
della Chiesa.
Nel Trecento alcuni grandi scrittori italiani diedero un
ulteriore slancio alla letteratura non ecclesiastica.
Dante Alighieri (1265-1321), l'autore della Divina
Commedia, e il grande poeta Francesco Petrarca
(1304-1374), pur essendo entrambi ispirati da un forte
sentimento religioso, presentarono la cultura di Roma
antica come il grande modello ideale a cui si doveva
fare riferimento. Poco dopo Giovanni Boccaccio (13131375) raccontò, nelle novelle del Decamerone, la vita
quotidiana del suo tempo, rappresentando con
realismo i costumi e la mentalità della borghesia
cittadina.
Una nuova concezione del mondo: l'Umanesimo
Nel corso del Quattrocento l'interesse per la cultura del
mondo classico si diffuse nelle corti dei principi e dei
signori delle maggiori città italiane. Erano ambienti diversi
da quelli ecclesiastici, dove avevano grande peso anche
valori diversi da quelli della religione: valori legati alla vita,
alla ricchezza, al potere, alla ricerca del bello.
Si attenuò sempre di più il carattere religioso della cultura.
La vita terrena non fu più vista soltanto come un momento
di passaggio verso la vita eterna e le riflessioni dei filosofi
si concentrarono sul significato e sul valore dell'esistenza
dell'uomo. Proprio perché poneva l'attenzione sull'uomo,
questa nuova tendenza della cultura fu chiamata
Umanesimo.
Gli umanisti affermarono il diritto dell'uomo a realizzare la
propria personalità. Essi non arrivarono mai a negare
l'importanza e il significato di Dio e della religione:
sostennero però che la fede non era in contrasto con il
desiderio dell'uomo di affermarsi.
Fu questo l'inizio di una rivoluzione che modificò
profondamente la cultura italiana ed europea.
L'interesse dei letterati e dei pensatori si rivolge al mondo classico, a Roma e
all'antica Grecia. Quella cultura era poco interessata al tema divino, che avevano
dominato la cultura medievale.
La riscoperta della cultura classica si accompagnò a una nuova concezione del mondo: gli umanisti
riscoprirono il valore dell'esistenza terrena, ponendo l'uomo al centro dell'universo
.
L'interesse dei letterati e dei pensatori si rivolge al
mondo classico, a Roma e all'antica Grecia. Quella
cultura era poco interessata al tema divino, che
avevano dominato la cultura medievale
L'UOMO AL CENTRO DEL MONDO
Gli animali vivono per istinto, mentre l'uomo può forgiare la
propria vita.
Pico della Mirandola
I valori dell'Umanesimo e l'affermazione della cultura laica
la celebrazione della vita attiva;

la riaffermazione della responsabilità e del libero arbitrio di ogni individuo al
di sopra del caso e della fortuna;

la valorizzazione della bellezza e funzionalità del corpo umano.

Molti intellettuali umanisti lavorarono alla corte di Lorenzo il Magnifico
LO SVILUPPO DELLE SCIENZE
E DELLE ARTI
In questo nuovo clima culturale alcune scienze
come la fisica e la medicina ebbero un grande
sviluppo.
Nelle università si iniziò a studiare i fenomeni
fisici non solo per dimostrare l'esistenza di Dio
ma si cercava di scoprire le leggi fisiche che li
determinavano.
Nelle università di Padova e di Bologna fecero
grandi progressi gli studi sul corpo umano.
L'Italia ebbe un primato assoluto in tutti i campi
del sapere, raggiungendo le più alte vette nelle
arti e nella letteratura.
Il Trecento è il secolo in cui si afferma la
letteratura in lingua volgare sia in Italia che in
altri stati.
LORENZO DEI MEDICI
Signore di Firenze dal 1469 al 1492
Lorenzo seppe circondarsi di una vera e propria corte di letterati, poeti,
pittori e artisti che consentirono a Firenze di divenire il centro più vivo
dell'Umanesimo. Egli stesso fu poeta.
Fu anche un abile politico e diplomatico.
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Chi erano i Medici
I Medici sono un'antica famiglia fiorentina di origine borghese che si è
arricchita con il commercio e le attività finanziarie. Proprietari di manifatture
tessili, abili mercanti e uomini d'affari, fondano una banca con filiali in tutte
le principali capitali europee. Già alla fine del trecento Cosimo de Medici
aveva stabilito il controllo politico su Firenze. Formalmente, la città era
costituita in repubblica e i suoi governanti erano eletti. Ma in realtà i Medici,
estromettendo le famiglie rivali dalle cariche importanti, o mandandole in
rovina economicamente, mettendo solo persone fidate nei posti chiave,
avevano consolidato il loro potere diventando signori di Firenze. Cosimo e
Lorenzo furono amanti delle arti e fecero di Firenze una ricca e importante
città commerciale.
Nel video linkato la puntata di
Ulisse dedicata ai Medici.
Il pittore Ghirlandaio
ritrae i Medici.
L'interesse per la cultura del mondo classico si diffuse nelle
corti dei principi e dei signori delle maggiori città italiane.
Erano ambienti diversi da quelli ecclesiastici, dove avevano
grande peso anche valori diversi da quelli della religione:
valori legati alla vita, alla ricchezza, al potere, alla ricerca del
bello.
Sala dei Mesi,
Ferrara
UOMINI DEL RINASCIMENTO
Consapevole delle proprie capacità e senza più timore di confrontarsi
con il mondo antico, lo studioso del Rinascimento sottolineò
l'importanza dell'applicazione pratica delle proprie teorie e non pose
limiti alle sue conoscenze:
Leonardo da Vinci (1452-1519) fu un genio multiforme e si occupò di
pittura, di ingegneria e di anatomia;
Michelangelo Buonarroti (1475-1564) fu insieme pittore, scultore e
architetto.
Ludovico Ariosto rappresenta
l'esempio perfetto di intellettuale
al servizio della corte. Fu poeta
alla corte degli Estensi a Ferrara
e compose il poema più noto del
Rinascimento: l'Orlando Furioso.
Ritratto di Ludovico Ariosto, del pittore veneziano Tiziano
Federico da Montefeltro diventò
signore di Urbino nel 1444 alla età
di ventidue anni e governò
ininterrottamente la città e le sue
terre fino alla morte, avvenuta nel
1482.
In quel quarantennio avvenne
qualcosa di irripetibile nella storia
dello stato urbinate: grazie alle
ricchezze accumulate esercitando il
mestiere della guerra Federico
costruì in Urbino una corte la cui
fama si propagò in tutta Europa ed
avviò una imponente serie di lavori
che coinvolsero tutti i paesi a lui
soggetti.
Ritratto del Duca Federico di Montefeltro, di Piero della Francesca
LA CITTÀ IDEALE
Al centro delle città vi è sempre una grande
piazza con il palazzo del signore, simbolo della
cultura quattrocentesca.
Il palazzo del signore lascia l’aspetto
minaccioso medievale e diviene il prodotto di
una ricerca architettonica in armonia con il
mondo circostante
Città ideale – dipinto conservato nella Galleria Nazionale delle Marche a Palazzo Ducale da sempre di incerto autore, che
di certo rappresenta un progetto ideale per Urbino, capitale del Ducato di Montefeltro
URBINO
Fu la corte in cui il giovane Raffaello e Bramante poterono
iniziare la loro fortunata carriera. Lo splendore e la
ricchezza di quel tempo si è mantenuta fino ad oggi e vive
ancora attraverso le architetture così ben mantenute del
centro storico.
Intorno alla metà del XV secolo Federico di Montefeltro di fee costruire
questo grandioso ed elegante palazzo, esempio della magnificenza dei
signori del tempo.
Pala di Brera” o “Pala Montefeltro” di Piero della Francesca,
La Madonna, con il Bambino che dorme disteso sulle sua gambe, è circondata da un gruppo di
santi e angeli, mentre inginocchiato ai suoi piedi sta il committente, colui che ha pagato l’artista
e che chiede pertanto di essere rappresentato: Federico da Montefeltro duca di Urbino, ritratto
come sempre di profilo perché orbo da un occhio.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/68/Piero%2C_pala_montefeltro%2C_dettaglio_2.jpg/280px-Piero%2C_pala_montefeltro%2C_dettaglio_2.jpg
La Camera degli sposi, una delle magnifiche stanze del palazzo ducale dei Gonzaga a Mantova. Affrescata dal pittore Andrea Mantegna. Sulle pareti sono
ritratti il duca i suoi familiari
LA STAMPA, UN'INVENZIONE CHE SCONVOLSE IL MONDO
Nel 1434 un orafo tedesco, Johann Gutenberg, scoprì un modo
semplice e ingegnoso per ottenere molte copie di una pagina
scritta.
Occorreva innanzi tutto costruire dei caratteri (lettere) mobili, cioè
dei "cubetti" di metallo ciascuno dei quali portava in rilievo, sulla
faccia superiore, una lettera dell'alfabeto.
Tali caratteri venivano poi disposti l'uno accanto all'altro, in modo
da comporre le parole del testo. Le parole, a loro volta, dovevano
formare delle righe e le righe, poste una sotto l'altra, le pagine.
Legate strettamente per tenerle ferme, queste pagine venivano
spalmate d'inchiostro. Premendo contro di esse un foglio bianco,
se ne otteneva una copia quasi perfetta.
Una volta stampato il numero di copie desiderato, la pagina veniva
scomposta; i caratteri venivano recuperati, divisi lettera per lettera,
ciascuna lettera riposta in un proprio cassettino.
Il costo dei libri, che fino ad allora erano stati pazientemente
copiati a mano, diminuì moltissimo mentre aumentò
enormemente la quantità dei libri disponibili. L'arte della
stampa si affermò dopo il 1456, data nella quale Gutenberg
pubblicò la sua prima opera importante, la Bibbia.
L'invenzione della stampa si diffuse molto rapidamente, grazie agli
artigiani stampatori che viaggiavano da un paese all'altro con i
propri materiali.
Iì primo libro stampato a Parigi è del 1471, a Venezia del 1470, a
Napoli del 1471. Nell'arco di pochi anni sorsero poi delle officine
stabili.
Nel 1480 più di 100 città europee avevano le loro stamperie e nel
1500 ben 236.
Si è calcolato che gli incunaboli (libri stampati prima del 1500>
ebbero una tiratura globale di 20 milioni di copie; questa cifra è
ancora più impressionante se si pensa che l'Europa a quell'epoca
contava forse 70 milioni di abitanti, la grandissima maggioranza
dei quali era analfabeta.
Il 1492: inizia l'era moderna
Gli storici utilizzano il 1492 per difinire il confine fra Medioevo e età Moderna.
Un anno denso di avvenimenti importanti
Gutenberg in Germania dà alle stampe la Bibbia a caratteri mobili
•A Firenze muore Lorenzo il Magnifico
•Cade il Regno musulmano di Granada
•Agli ebrei spagnoli viene imposto di convertirsi al cristianesimo, pena l'espulsione.
•Migliaia di ebrei spagnoli vanno in esilio
•Isabella e Ferdinando finanziano il viaggio di Cristoforo Colombo verso Occidente
•Viene eletto papa Rodrigo Borgia col nome di Alessandro VI
•
PER RIASSUMERE
I caratteri principali della civiltà umanistico-rinascimentale sono i seguenti:
il culto della civiltà classica, di cui si vogliono riproporre i valori di equilibrio, di armonia e di perfezione.
la rivalutazione dell'esistenza umana, autonoma e indipendente dal volere divino e quindi la certezza che l'uomo sia arbitro del proprio
destino
un atteggiamento di attivo ottimismo nei confronti del mondo circostante, che si traduce spesso anche in un nuovo impegno sociale e
civile;
un rinnovato interesse per la natura, basato sulle possibilità della ragione umana di indagare le leggi che regolano il mondo naturale;
un nuovo ruolo per l'intellettuale, legato da un rapporto di collaborazione con le corti signorili.
La nuova importanza dell'arte, come strumento di conoscenza
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