Ivo BeolÄ
Dialettologia occitana 4
Il gascon (1a parte)
Riprende il viaggio fra i dialetti occitani in Francia, Spagna e Italia (iniziato nel n€ 93 di V. U.), ma cambia d’ora in poi il metodo di esposizione: invece che parlare in generale del dialetto in questione, descriver‚ uno specifico
sottodialetto (in questo caso l’aran€s) che abbia una forte identitƒ e sia molto
eccentrico rispetto agli standard della regione, per vedere poi nella seconda
parte le altre varianti regionali. Lo scopo „ evitare di disperdersi fra le tante varietƒ del gascon, e di concentrarsi invece sui suoi caratteri essenziali.
La grafia utilizzata
L’aran€s si avvale di una normalizzazione linguistica molto attenta alle sue particolarit• (v. l’opuscolo del 1982, N•rmes ortogr‚fiques der aran€s, pubblicato dalla Generalitat de Catalunya), e quindi non ci sono grossi
problemi di lettura dei testi scritti in grafia normalizzata. Viene per‚ anche usata a volte una grafia basata sullo spagnolo, che verranno trascritti nel modo
solito, cioƒ: grafia dell'Escolo d„u Po con qualche adattamento.
Semivocali
[i] [ou] quando sono semivocali o semiconsonanti vengono scritte in
uno stile tipografico diverso: iƒro, aouro (oppure i„ro, aouro).
Consonanti
[ch] fricativa prepalatale sorda: it. pesce, fr. chat
[tch] affricata corrispondente: it. pece, sp. mucho
[j] fricativa prepalatale sonora: fr. jaune, portoghese janela
[dj] affricata corrispondente: it. gelo, ingl. jeep
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[ts] affricata alveolare sorda: it. zucchero, antico sp. ca…ar
[dz] affricata alveolare sonora: it. zeta, antico sp. razon
[th] consonante palatalizzata come nel gascon beth
[b] la fricativa bilabiale (come nello sp. cantaba) ƒ stata resa con una
semplice b perch† anche in gascon, come in languedocien o in guyennais, ha
questa pronuncia. Quando invece si ha il passaggio – maggioritario in aran…s
– del /b/ intervocalico alla semiconsonante /w/, questa viene scritta con stile tipografico diverso: deouant, bˆouer (davanti, vivere: deuant, vˆuer in grafia
normalizzata).
I confini linguistici dell’aran€s
Ancora una volta seguo la carta dell’Occitania elaborata da Fran…ois
Fontan, che ƒ molto utile perch† i confini fra le 7 regioni occitane – sia esterni
che interni – si basano su fatti perlopi‰ linguistici. Fontan colloca l’aran…s
nell’ambito del commingeois (secondo la Nation occitane, ses fronti„res, ses
r…gions, gli altri sotto-dialetti guasconi sono: armagnacais, b…arno-bigourdan,
landais, bordelais).
Il Comminges (da una cartina di F.Fontan).
In realt•, il dialetto della Val d’Aran si inserisce molto bene
nell’insieme dei dialetti guasconi. Questi dialetti risultano avere tratti pi‰ o meno tipici a seconda della loro collocazione geografica: si potrebbe dire che
l’originalit• linguistica del gascon aumenta man mano che ci si sposta, a partire da Bordeaux, in direzione sud e, partendo dal Languedoc, in direzione ovest. Analogamente, vedremo che le particolarit• linguistiche della Val d’Aran
vanno da un massimo di somiglianza col gascon a nord (Boss‚st) a un massimo di influenze iberiche a sud (Naut Aran).
Il gascon pi‰ tipico non ƒ quello che si parla (parlava) nel capoluogo
della regione: a Bordeaux la particella ‘que’, usata un po’ come pronome soggetto atono (que soui = io sono), ƒ sconosciuta, come risulta dalla seguente
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carta (tratta da Toponymie gasconne, di B. e J.J. F†ni†, 1992 ed. SUDOUEST)
Una volta quindi che si sono individuati come ‘essenziale’ il bordelais
(che ha solo sei dei dodici tratti che caratterizzano il gascon) e come ‘centrali’
i dialetti b…arno-bigourdan (Pau, Tarbes) e armagnacais (Auch) rimane da dire
qualcosa sul landais, il dialetto delle Lanos (in francese Landes), che si estendono fino a Bayonne). Questo dialetto viene definito parlƒ n…gue, cioƒ dialetto
nero – scuro –, a causa del modo ‘indistinto’ di pronunciare le vocali atone. Ma
di questi sotto-dialetti parleremo pi‰ approfonditamente nella seconda parte
della trattazione del dialetto gascon.
Ritorniamo ora all’aran…s: per comprenderne meglio le dinamiche linguistiche bisogna dare qualche informazione sulla storia e sulla geografia della
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Val d’Aran. ‹ una ‘comarca’ a statuto speciale della Generalitat de Catalunya
(provincia di Lleida), con 9000 abitanti distribuiti in 9 comuni (35 p‚bles) raggruppati dal 1313 al 1834 in tre ter†ons (dal secolo XVI ogni ter†on si suddivise in due sester†ons): Boss•st nella bassa, Vielha nella media e Gar•s
nell’alta valle. Questi ter†ons (simili agli escartouns delle valli occitane) erano
previsti da uno statuto di autonomia concesso alla Valle dal re Giacomo II
d’ Aragona
La suddivisione in sester†ons a partire dal XVI secolo
Fonte: Wikipedia (V.Riullop)
appunto nel 1313. Ecco la lista completa dei ‘pobles’ della valle, ognuno inserito nel suo sester†on:
Pobles
Puj•lo
Montgarri, Bagergue, Tred‚s, SalardŒ, Unha, Gessa
Arties e Gar•s
Arties, Gar‚s
Casti„ro
Casarilh, Escunhau, Betren, Vielha, Casau, Gausac , Mijaran
Marcatosa
Vilac, Mont, Montcorbau, Betlan, Vila, Aubƒrt, Arr‚s
(La)irissa
Vilam‚s, Ben‚s, Beg‚s, Arr‚, Es B‚rdes, Arres de Sus, Arres de Jos
Quate L•cs
Boss‚st, Les, Bausen, Canejan, Pontaut, Sant Joan de Toran
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Sant Andreu a Salard‡ (Fonte: Wikipedia, archivio Ainhoa,Catalunya)
Nei secoli precedenti, due avvenimenti storici sono da ricordare: l’avvicinarsi
della Valle all’eresia catara (nel 1167 si ha notizia dell’elezione di un vescovo
cataro in Val d’Aran), e la disfatta degli stessi catari nella non lontana Muret
nel 1213, evento che segn‚ la fine della politica espansionistica ‘occitana’ del
casato di Aragona (nonch† la morte del re Pietro II d’Aragona). Di questo momento storico si parla in “…C”, romanzo sulla Val d’Aran di una storica catalana, Griselda Lozano. Pubblicato nel 2013 in spagnolo (in occasione dell’ottavo
centenario della battaglia di Muret), ƒ stato tradotto in occitano aran…s con il
sostegno del Conselh General d’Aran e ripubblicato alla fine del 2014 (ƒ di-
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sponibile in edizione elettronica): pi‰ avanti ne tradurremo in italiano la pagina
iniziale.
Il romanzo di Griselda Lozano
L’aran…s ƒ oggi lingua ufficiale in Val d’Aran. Ci‚ ha comportato e comporta
un sempre maggior impegno nel pubblicare libri in aran…s. Si ƒ passati dai
primissimi libri (in genere letture per la scuola primaria, o la collana di libri in
aran…s dell’editore catalano Pagƒs, Garona Ficcion) pubblicati a ridosso della
Lei 16/1990 de Regim Especiau dera Val d’Aran, alla produzione attuale, in
grado di soddisfare un pubblico pi‰ diversificato ed esigente.
Della collana Garona Ficcion i primi due libri sono Racondes bracs, racconti
horror tradotti da Poe e Nerval e Arreperveris, una raccolta di proverbi. Poi ricordiamo l’ottavo libro: Preso‚rs dera mar gelada, di un autore che ƒ anche
un uomo politico molto noto (ex Sindic d'Aran ed ex senatore dello stato spagnolo nella X legislatura): Franc†s Boya Al„s. In Preso„rs dera mar gelada
l’autore ricrea l’ambiente dei primi tentativi (ottocenteschi) di ascensione sulle
cime pirenaiche. Nel 2010 ne ƒ stata fatta un’edizione digitale, e questo si pu‚
quindi considerare il primo libro elettronico in occitano. Invece il primo roman-
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zo ‘giallo’ in aran…s ƒ En vacances della scrittrice e poetessa T‚ni Escala,
pubblicato da Pagƒs nel 2007.
Un’importante strumento di consultazione per lo studio dell’aran…s ƒ
costituito dal sito http://publicacions.conselharan.org sul quale ƒ accessibile la
versione elettronica di decine di opuscoli, tutti in aran…s, di dimensioni variabili
che vanno dalle 20 alle 200 pagine, e che trattano i pi‰ disparati argomenti:
letteratura, letture per la scuola, teatro, storia, arte, linguistica, diritto (c’ƒ posto
addirittura per i fumetti). Tutto questo fa s• che chi vuole studiare questa variet• di guascone possa consultare senza problemi moltissime pagine, probabilmente qualche migliaio: quante altre variet• di guascone, anzi di occitano godono di questo privilegio?
Vediamo ora le (poche) varianti interne all’aran…s, facilmente inquadrabili in base a criteri geografici (maggiore vicinanza alla Catalogna o alla
Guascogna).
Tratti particolari dell’aran€s.
•Articolo plurale (maschile e femminile) in es. L’articlo singolare si
mantiene fedele al guascone pirenaico: eth/era (al di fuori di B†arn/Bigorre si
ha invece lou/la).
•L’aspirazione dell’H derivata da F latina ƒ ancora percepibile solo nel
nord della Valle (zona pi‰ direttamente a contatto con le parlate guasconi dello
stato francese), a Canejan e Bausen.
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•Passaggio dei dittonghi €i, •u a €, •: auri‚, b‚, v‚ < auri‚u, b‚u, v‚u;
dret, lhet, net < dreit, lheit, neit (tratto in comune con alcune parlate guasconi,
soprattutto della Bigorre e del gruppo sud-orientale).
•Passaggio di „i finale a „: tornar„ deman. ‹ una caratteristica (dovuta
al contatto con le parlate ibero-romanze?) anche del gascon sud-orientale
(Comminges, Couserans).
Un’opera storica e un libro di letture per la scuola, entrambi disponibili in formato PDF sul sito del Conselh Generau d’Aran
•Passaggio di /b/ intervocalico a /w/ (deuant, vˆuer) tranne che a Puj‚lo nell’alta Val d’Aran (il gascon oscilla fra mantenimento di /b/ e passaggio a
/w/).
•Plurale in -es dei nomi femminili: es p„ires (come a Luchon nel Comminges).
•Pronuncia /a/ della a atona finale (tratto comune con Luchon e con
alcune zone della Bigorre e del Bearn).
•Pronuncia di n finale, in consonanza con il guascone (che tende a
pronunciarlo come vocale nasalizzata: †, ‡ ecc.). Ma a Puj‚lo n finale ƒ muta
(ˆ) come in catalano: pan, vin, man = pƒ, v‰, mƒ.
•Pronuncia non palatalizzata del gruppo th nella maggioranza dei casi
(ved„th = ved„t) e palatalizzata in pochi altri (c‚th = c‚tch: collo). La pronuncia di questo gruppo ƒ varia in Guascogna: generalmente si ha la pronuncia
non palatalizzata (t), o debolmente palatalizzata (ty), ma nelle regioni pirenaiche ƒ pi‰ diffusa la pronuncia tch, come succede – limitatamente alla Val
d’Aran – a Bausen e Canejan, dove la pronuncia palatalizzata ƒ generale.
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Fonte: rielaborazione da Wikipedia (V.Riullop)
Prestiti e calchi nel lessico e nella coniugazione del verbo.
gascon
imperfetto
cantavi
cantavas
cantava
cant•vam
cant•vatz
cantavan
p. remoto
cantƒi
cantƒs
cantƒ
cantƒm
cantƒtz
cantƒn
aran€s
catal‚
cantaua
cantaues
cantaue
cant•uem
cant•uetz
cantauen
cantava
cantaves
cantava
cant•vem
cant•veu
cantaven
gascon
futuro
cantarƒi
cantar•s
cantar•
cantaram
cantaratz
cantar•n
cantƒ
cantƒs
cantƒc
cantƒrem
cantƒretz
cantƒren
cant•
cantares
cant•
cant•rem
cant•reu
cantaren
condizionale
cantarˆ
cantar†s
cantar†
cantarem
cantaretz
cantar†n
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aran€s
catal‚
cantarƒ
cantar•s
cantar•
cantaram
cantaratz
cantaran
cantarƒ
cantar•s
cantar•
cantarem
cantareu
cantaran
cantaria
cantaries
cantarie
cantarˆem
cantarˆetz
cantarien
cantaria
cantaries
cantaria
cantarˆem
cantarˆeu
cantarien
La tabella qui sopra illustra in modo immediato i termini del problema:
il verbo aran…s si discosta dal guascone medio e tende ad assomigliare molto
al verbo catalano. In un certo senso si pu‚ affermare che esiste, fra aran…s,
catalano e spagnolo, lo stesso rapporto che c’ƒ fra occitano alpino, piemontese
e italiano: anche qui la lingua regionale (il catalano) ha operato
un’assimilazione per contatto che risale molto indietro nel tempo. Viceversa lo
spagnolo si sta imponendo sempre pi‰ negli ultimi tempi, con moltissimi neologismi (ad es. abantes per abans o despu‚s per demp‡s).
Un’opera di consultazione linguistica, anch’essa disponibile sul sito del Conselh Generau d’Aran
Ci sono poi caratteristiche dell’aran…s, dovute alla sua iberizzazione,
che ne fanno un dialetto unico nell’insieme occitano, come l’uso della terza
persona singolare per la forma di cortesia (in occitano si usa sempre senza
eccezioni la seconda plurale), o la preposizione “a” che precede il complemento oggetto diretto degli esseri animati (aperar ar amic = chiamare l’amico).
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Una grammatica dell’aran…s pubblicata dll’editore catalano Pag„s
Moneta francese da 15 denari (Luigi XIV) trovata a Es Bƒrdes
Fonte: Mus„u dera Val d’Aran
Paradigmi verbali.
Ecco i paradigmi delle coniugazioni regolari e di alcuni verbi irregolari molto
comuni:
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Testi in aran€s
Diamo la traduzione degli incipit di un romanzo e di un racconto in aran…s. Il
primo ƒ tratto da “…C”, il romanzo di Griselda Lozano pubblicato nel 2013 in
spagnolo e tradotto in aran…s (con il sostegno del Conselh Generau d’Aran)
nel 2014. Il secondo ƒ la traduzione di un racconto di Herman Melville: Bartleby, The Scrivener. A Story of Wall-Street.
Bartleby, eth copista (disponibile sul sito del Conselh Generau d’Aran)
Da ‘OC’, di Griselda Lozano
Lugdunum, 20 calendas de deseme deth 1103
Un ambient estatic e tenebr„s enrodaue aquera hereda maitiada. Una capa
d'espessa broma baisha caperaue dƒs eth solƒr tot …‚ qu'era guardada podie
art†nher. Solet era tor dera n‚sta abadia subergessie nƒta e fƒrma ath miei
d'aquera silenciosa e inquietanta opacitat. Dera b‚rda estant, podˆ veir auan…ar, coma un espƒctre, era siloeta de quauquarr†s qu'entraue ena n‚sta encencha. A mida que s'apressaue, vedˆ que se tractaue d'un monge que, damb
passi trantalhants e en.honsant es s‚ns pƒs ena hanga dera corsƒra, s'enfilaue
de cap ath n‚ste monastƒri. De ressabuda abandonƒ eth cubƒrt e an† a cercar
a frai Pƒire, er encargat deth cerƒr, qu'en aqueth moment se trapaue endrabat
damb er inventari des aprovediments entara n‚sta comunautat. Damb ua grana agitacion l'anonciƒ era naua e, en deishar eth recompte a mans d'un frair
la‘c, toti dus gess†rem ath c„rrer deth cerƒr negat de flaira de vin e horment
ent• arribar …‚ de mƒs lƒu possible ena sala vestibulara.
Quan arribƒrem ena nƒira, enten†rem a quauquarr†s que tustaue tu per tu era
p‚rta […].
Alavetz frai Pƒire s'apressƒc tath petit hiestron dera nƒira e lo comencƒc a
daurir. Tant que hƒge c„rrer era bauda, entenˆ un long e shordant tartalh lƒu
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ath madeish temps que despareishie dera mia vista era tonsura de frai Pƒire e
ath s‚n l‚c campaue, jos ues poblades e escures celhes, era sua fulminanta
guardada blua de uelhs redons.
Que siguec alavetz quan, coma un pericle, venguec entara mia ment er espolset de seda de p‚rc e era bacina arr•s de greish de shivau qu'uns dies endarrƒr eth madeish m'auie balhat en tot que m'encomanaue damb insist†ncia eth
prƒtzhƒt de greishar es gahons. Que passƒ uns moments de p‚ur, pr'amor que
coneishia era rudesa deth s‚n caractƒr e me cranhia …‚ de pejor mƒs, erosaments ent• jo, frai Pƒire se lheuƒc de nau […].
Frai Pƒire dauric damb rapiditat era pesada p‚rta e deishƒc entrar a un monge
de pƒs nuds que portaue ua hlassada mulatƒra sus es espatles. Barrƒc de nau
era p‚rta e, quan se virƒc, jo profitƒ ent• amagar-me darrƒr eth s‚n robust c‚s
en tot tier-me damb ua des dues mans ath sarrat cordon que servie de sup‚rt
ara sua generosa bodena. Dej• laguens, eth monge se treiguec era capucha
en tot deishar eth s‚n esblancossit e prim r‚stre ath descubƒrt e s'ajoquƒc
dauant frai Pƒire prononciant un "pax Dei".
Lugdunum, 20 calende di dicembre del 1103
Un'atmosfera immobile e cupa avvolgeva quella fredda mattinata. Una spessa
coltre di nebbia bassa copriva tutto quanto, dalla terra in su, l'occhio poteva
vedere. Solo la torre della nostra abbazia emergeva limpida e ferma in mezzo a
quell'opacitƒ silenziosa e inquietante. Dalla stalle, dove mi trovavo, potevo vedere la sagoma di qualcuno che, avanzando come uno spettro, entrava nel
nostro recinto. Mentre si avvicinava, vidi che era un monaco che, con passo
incerto e affondando i piedi nel fango del sentiero, si dirigeva al nostro monastero. Subito lasciai il riparo della tettoia e andai in cerca di Fratello P„ire, il cellararius, che in quel momento era impegnato con l'inventario degli approvvigionamenti per la nostra comunitƒ. Con grande agitazione gli annunciai la notizia
e, lasciando il conteggio nelle mani di un frate laico, entrambi corremmo fuori
dalla dispensa impregnata dell'odore del vino e del grano per andare il piŠ presto possibile nella sala vestibolare. Arrivati all’ingresso, sentimmo che qualcuno
bussava insistentemente sulla porta […].
Allora il fratello Peire si avvicin‚ al piccolo pannello del portone e cominci‚ ad
aprirlo. Mentre faceva scivolare il fermo, sentii un lungo e fastidioso stridio quasi nello stesso tempo che scompariva dalla mia vista la tonsura di frate Peire e
al suo posto appariva, sotto sopracciglia nere e folte, il fulminante sguardo dei
suoi grandi occhi azzurri. Fu allora che, in un lampo, mi vennero in mente la
spazzola di setole e la bacinella straripante di grasso di cavallo che mi aveva
dato il frate qualche giorno prima, raccomandandomi caldamente di ingrassare
i cardini del portone. Trascorsero un paio di momenti di panico, perch… conoscevo la durezza del suo carattere e temevo il peggio, ma fortunatamente per
me, fratello Peire si rialz‚ [...].
Fratello Peire apr‰ rapidamente il pesante portone e fece entrare un monaco
scalzo che portava sulle spalle una coperta per muli. Chiuse di nuovo la porta
e, quando si gir‚, ne approfittai per nascondermi dietro il suo forte corpo tenendomi con una mano alla stretta cintura che serviva di sostegno alla sua generosa pancia. Una volta dentro, il monaco si tolse il cappuccio, lasciando sco-
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perto il volto pallido e magro, e si inchin‚ davanti a frate Peire pronunciando un
"pax Dei".
Da ‘BARTLEBY’, di H. Melville
S‚ un ‚me pro gran. Enes darrƒri trenta ans, era natura des mies activitats
m’a metut en contacte mƒs qu’ordinari tamb un interessant e un shinhau singular grop d’‚mes, qu’enquia a on mjo sabi, non s’a escrit jamƒs arren: parli des
copistes o escrivans.
N’ƒ coneishut un pialƒr, a tˆtol professionau e en privat, e poiria condar diuƒrses ist‚ries que harien a arrir as cavaliƒrs de bona volontat e plorar as animes
sensibles. Mƒs ren„ncii as biografies de toti es auti escrivans per quauqui passatges dera vida de Bartleby, eth copista mƒs estranh qu’ƒ vist o qu’ƒ entenut
a parlar-ne jamƒs. Des auti escrivans poiria escrˆuer era vida sancƒra, mƒs de
Bartleby non se p‚t hƒr arren de semblant. Non i a materiau ent• ua biografia
complƒta e satisfact‚ria d’aguest ‚me: ua pƒrta irreparabla entara literatura.
Bartleby ƒre un d’aqueri ƒsters des que non se p‚t assegurar arren, se non ei a
compdar des h‚nts originaus, e en s‚n cas son f‚r…a escasses. De Bartleby
non sabi mƒs que …‚ que vederen es mƒns uelhs estonats, trƒt d’un laugƒr rumor que recuelherƒ en epil‚g.
Abans de presentar ath copista, talaments coma lo vedˆ per prumƒr c‚p, que
me cau hƒr bƒra mencion dera mia persona, des mƒns employ…es, deth mƒn
neg‚ci, deth mƒn estudi e deth mƒn cercle en generau; perque aguesta descripcion ei indispensabla ent• ua comprenen…a avienta deth protagonista dera ist‚ria.
En prumƒr l‚c: s‚ un ‚me que, des dera joenessa, ƒ agut era prigonda conviccion qu’era vida sense complicacions ei era mielhor. Per aguesta arrason, encara que pertanhi a ua profession proverbiauments energica e nerviosa, a
c‚ps enquiara turbul†ncia, jamƒs ƒ permetut qu’arren pertorbƒsse era mia
patz. S‚ un d’aqueri avocats sense ambicion que jamƒs s’adrece a un jurat, ne
sage d’atirar er aplaudiment public de bƒra manƒra; mƒs ena serena tranquillitat d’un retirament confortable, hƒsqui un neg‚ci facil tamb es obligacions, es
ipotƒques e es tˆtols de proprietat des arriqui. Es que me coneishen me considƒren un ‚me eminentaments segur […].
Quauque temps abans dera ep‚ca qu’arringue aguesta istorieta, es mies aucupacions auien aumentat f‚r…a. M’auie estat conferit eth vielh cargue, ara suprimit en Estat de New York, de Secretari dera Canceleria. Non ƒre un trabalh
guaire complicat, mƒs ‚c que n’ƒre, de ben remunerat […].
Eth mƒn estudi ƒre en un pis deth numƒro… de Wall Street. Per un costat
daue tara paret blanca der espaci„s pati de lums que horadaue er edifici de
naut en baish. Aguesta vista, mancada de …‚ qu’es pa‘satgistes diden “vida”,
se podie considerar mƒs lƒu eng“egiua que ua auta causa.
Mƒs encara que siguesse atau, era vista der aute costat der estudi aufrie, aumens, un contrast. En aquera direccion es hiƒstres dominauen sense obstacles ua paret nauta de malons, ennerida pes ans e pera ombra perpƒtua; t•
guardar es bereses amagades d’aguesta paret non calie lunetes, perque, t•
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benefici des espectadors vistacuƒrti, se lheuaue a dƒtz pƒs des veires des
mies hiƒstres.
Sono un uomo di una certƒ etƒ. Negli ultimi trent’anni, la natura delle mie attivitƒ mi ha messo in continuo contatto con una serie di personaggi interessanti e
in qualche modo singolari di cui, per quanto ne so, non si „ mai scritto niente:
parlo dei copisti degli studi legali.
Ne ho conosciuti moltissimi, professionalmente e privatamente, e potrei raccontare diverse storie, che farebbero ridere le persone di spirito, e piangere le
anime sensibili. Ma rinuncio alle biografie di tutti gli altri copisti a favore di alcuni passaggi della vita di Bartleby, il copista piŠ strano che io abbia mai visto, o
di cui abbia mai sentito parlare. Degli altri suoi colleghi potrei scrivere l’intera vita, ma di Bartleby non si pu‚ fare niente del genere. Non c’„ materiale sufficiente per una biografia completa e soddisfacente di quest’uomo, ed „ una
perdita irreparabile per la letteratura. Bartleby era uno di quegli esseri di cui
niente „ verificabile, se non a partire da fonti originali, e nel suo caso le fonti dicono molto poco. Di Bartleby – con l’esclusione di una vaga diceria che riporter‚ nell’epilogo – altro non so se non quello che hanno visto i miei occhi stupiti.
Prima di presentare il copista, esattamente come lo vidi per la prima volta, „
opportuno dare qualche informazione su di me, sui miei dipendenti, sulla mia
attivitƒ, sull’ufficio dove lavoro, e in generale sul mio ambiente; perch… la descrizione di tutto ci‚ „ indipensabile per capire a sua volta il protagonista di
questo racconto.
Innnanzitutto: sono un uomo che fin da giovane ha avuto la profonda convinzione che la vita senza complicazioni „ la migliore. Di conseguenza, anche se
esercito una professione proverbialmente energica e nervosa, a volte persino
turbolenta, mai ho permesso che niente turbasse la mia pace. Sono uno di
quegli avvocati non ambiziosi che mai si rivolge direttamente a una giuria, n…
mai in alcun modo ricerca l’applauso del pubblico; ma nella serena tranquillitƒ
di una posizione ritirata faccio un’agevole compravendita di obbligazioni, ipoteche e titoli di gente ricca. Chi mi conosce mi considera un uomo eminentemente affidabile […].
Il mio studio era al primo piano del numero… di Wall Street. Da una parte dava
su un cortile spazioso e illuminato dall’alto, delimitato da una parete bianca.
Questa vista, priva di quella caratteristica che i pittori paesaggisti chiamano ‘vita’, si poteva considerare piŠ che altro insulsa o banale.
Tuttavia, la vista dall’altro lato dello studio offriva, almeno, un contrasto. In
quella direzione le finestre incombevano su una parete di mattoni molto alta,
annerita dagli anni e dall’ombra perpetua; per spiare le bellezze nascoste di
questa parete non ci volevano binocoli perch…, a beneficio di spettatori con la
vista corta, si trovava a tre metri di distanza dai vetri delle mie finestre.
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gascon aran