Newsletter Alfalyrae - Anno III - n° 5 Maggio 2014
In questo numero
INTERVISTA
E FOCUS
APPROFONDIMENTI
FAI DA TE ED OFFERTE DEL
MESE
Intervista a:
Alessandro Solla
Seastemi Srl
Pagamento e rimborso
della tassa di possesso: il
quadro normativo
Pag. 3
Ancore e catene: utili
consigli per la scelta, la
pulizia e la loro
“segnatura”
Pag. 7
Pag. 2
Lampade al LED: la luce
intelligente
Pag. 5
Periodico di informazione a cura di
Ormeggio in transito
Pag. 4
Il vino campano e la nautica da diporto: nuove
prospettive
Pag. 6
&
Offerte del mese
Pag. 8
Soluzioni su misura per il mondo della nautica
INTERVISTA
Intervista al dr. Alessandro Solla di Seastemi Srl
Campania Mare Net, la prima Rete
d’Imprese nautiche in Campania, si è
arricchita di ulteriore professionalità,
esperienza e servizi. Infatti, il 23 aprile 2014, il Comitato di Gestione della Rete d’Imprese Campania Mare Net
ha deliberato l’ingresso per adesione
alla sesta Azienda, la “Seastemi SRL”.
Seastemi srl svolge attività, in ambito
navale e diportistico, per “manutenzione
impianti elettrici ed elettronici”, “revisione e manutenzione impianti meccanici
ed idraulici”, “apparati di navigazione,
comunicazione e sicurezza”, “sistemi
di visione notturna per la navigazione”,
“sistemi per efficienza energetica”.
Abbiamo incontrato il dr. Alessandro
Solla, legale rappresentante della Seastemi srl., il quale ci ha rilasciato una
breve intervista con la quale presenta la realtà imprenditoriale della sua
Azienda e i nuovi progetti che interesseranno tutti i diportisti che tengono a cuore il perfetto stato d’uso e
la durata della propria imbarcazione.
Dr. Solla, ci parli di Lei e della Sua
Azienda.
Ho iniziato a lavorare nel 1994 in Eliship, storica azienda nautica Napoletana, come coordinatore dei lavori di ship
repair. Nel 1998 sono diventato amministratore e direttore tecnico dell’azienda.
Dal 2009 ho lasciato la carica di amministratore per occuparmi solo della direzione tecnica e della parte commerciale, avendo interesse nei mercati esteri
che ho iniziato a seguire più da vicino.
Nel 2012 ho fondato la Seastemi srl, azienda attiva sempre nello ship repair, ma con alta specializ-
zazione nel settore dell’elettronica.
Questa è una piccola ma importante
storia di innovazione italiana. In questo
caso, però, non si tratta di start-up nostrane fondate da aspiranti Steve Jobs,
ma di un gruppo di aziende napoletane
con una storia alle spalle di oltre 50 anni .
Si chiamano SEASTEMI & STARLIGHT ITALIA, società storiche del porto di Napoli
specializzate nella riparazione navale e
nelle tecnologie legate alla navigazione.
Saranno le prime in Italia a realizzare due progetti paralleli che guardano
all’ambiente: “Anfora” e “Stargas”.
Anfora
è
un
sistema
antifouling ad ultrasuoni che si sostituisce alla verniciatura dello scafo.
Stargas è una tecnologia di refitting per convertire un motore tradizionale a diesel in
uno ibrido a gas naturale liquefatto (LNG).
Dr.
Solla,
ci
spieghi
meglio
cosa sono e come funzionano.
SEATEMI E STARLIGHT, con Anfora, saranno le prime ad applicare le tecnologie a
ultrasuoni per la prevenzione antifouling.
Il principio di funzionamento è quello
dei campi elettromagnetici che determinano un “letto elettromagnetico” sul
quale scorrono correnti d’acqua create
da una serie di sensori a ultrasuoni posizionati sulla carena. Una volta attivati
creano una pellicola elettromagnetica
che impedisce la formazione del film organico, rendendo superfluo l’utilizzo di
vernici antifouling. Abbiamo già applicato il sistema sulla carena in ferro di un
supply vessel, sul quale abbiamo eseguito
la sperimentazione per circa 20 mesi con
risultati eccellenti. Ad oggi, oltre che in
Italia, abbiamo venduto 3 impianti all’estero e le richieste aumentano di giorno
Alessandro Solla
CEO Seastemi Srl
Nel 1994 inizia a lavorare presso la Eliship come
coordinatore dei lavori di ship repair, della quale
nel 1998 diventa amministratore e direttore tecnico.
Nell 2012 ha fondato la Seastemi Srl.
in giorno. Il sistema può essere installato
anche su scafi in alluminio e vetroresina,
ed il costo del sistema viene ripagato
dopo pochi mesi di utilizzo, offrendo un
duplice risparmio: il primo sui costi di carenaggio, che non sono più necessari per
le mere operazioni di pulizia e verniciatura della carena, il secondo è sul notevole risparmio di carburante che si ottiene con una carena perfettamente pulita.
L’altro progetto, il bifuel Stargas, si spinge più avanti nell’innovazione e si inserisce all’interno delle nuove politiche
europee sui consumi. In modo analogo
alle auto quando hanno visto sparire la
benzina “super”, dal 2015 anche le navi
dovranno usare combustibili più leggeri. Per quella data, salvo proroghe, la
Commissione europea farà entrare in
vigore il Sulfur Emission Control Area
che imporrà nelle acque territoriali europee bassissime percentuali di zolfo nel
bunker, tra il 3,5% e lo 0,5% per millilitro (attualmente la percentuale è del
4,5). Per adeguarsi gli armatori hanno
di fronte due scelte, o riadattare il motore ai nuovi combustibili, il cosiddetto
refitting, o acquistare un motore nuovo.
Dr. Solla, un’ultima domanda: Perchè l’interesse ad entrare in Campania Mare Net?
Ultimamente mi sono interessato alle nuove forme di aggregazione, e la mia storia
industriale spiega che ho sempre creduto
all’importanza di fare sistema con altre
realtà di ricerca e produzione. Ne è prova
lo sviluppo dei due citati progetti. Sono
rimasto colpito dalla proattività delle
aziende che hanno costituito Campania
Mare Net, ho conosciuto i componenti del
Comitato di Gestione e ci siamo subito
trovati in sintonia. La sfida del terzo millennio è nell’innovazione e nella capacità
di presentarsi velocemente sul mercato
di riferimento, prima degli altri. Da soli
è complicato e dispendioso, in Rete c’è
più probabilità di successo, e si possono
cotrarre maggiormente i costi ed i tempi.
Pag. 2
APPROFONDIMENTI
Pagamento e rimborso della tassa di possesso: il quadro normativo
Con la nuova stagione nautica ormai
alle porte, fra una messa a punto al
motore, una pulizia alle eliche ed all’opera viva, oltre ad un controllo generale all’imbarcazione, bisogna stare
attenti a non dimenticare un appuntamento cruciale per qualsiasi armatore:
il pagamento della tassa di possesso!
Come ben noto, la tassa di possesso introdotta dal governo Monti a fine 2011 con
l’obiettivo di tassare le imbarcazioni superiori ai 10 metri di lunghezza e garantire a parer suo obiettivi di equità, crescita e consolidamento dei conti pubblici,
si è rilevata col tempo un vero e proprio flop principalmente per due motivi:
1° le imbarcazioni sotto i dieci metri esenti erano oltre il 70% delle imbarcazioni allora esistenti in Italia e forse oltre il 90%
di quelle che sono rimaste in Italia dopo
l’introduzione della tassa di possesso;
2° il gettito della tassa di possesso è risultato di gran lunga inferiore al mancato
gettito per l’IVA sulle nuove imbarcazioni
che non si sono più vendute per l’introduzione della stessa tassa di possesso, per
la crisi economica e per la persecutiva
colpevolizzazione attuata dall’Agenzia
delle Entrate e Guardia di Finanza, ripresa ed amplificata da buona parte dei media generalisti con l’equazione: possessore di barca = potenziale evasore fiscale.
A fronte di un gettito di 24 milioni di euro,
la tassa aveva quindi generato una perdita per l’erario di circa 900 milioni di euro
in virtù della “fuga” di barche all’estero,
i cui armatori erano stati “terrorizzati”
anche dalla formulazione dell’imposta.
L’articolo 23 del Dl 69/2013 (modificando le precedenti disposizioni introdotte dall’articolo 16 del Dl 201/2011
in vigore dal 29 aprile 2012 e dall’articolo 60-bis del Dl 1/2012), ha escluso dal tributo le imbarcazioni fino a 14
mt e ha ridotto gli importi per gli scafi
di lunghezza compresa fra i 14,01 e 17
mt e per quelli fra i 17,01 e i 20 mt.
Sono tenuti al pagamento della tassa,
se residenti nel territorio dello Stato, i
proprietari, gli usufruttuari, gli acquirenti con patto di riservato dominio, gli
utilizzatori a titolo di locazione anche
finanziaria, per la durata della stessa.
La tassa non è dovuta per il primo anno
di immatricolazione e inoltre per le unità
di proprietà o in uso allo Stato e ad altri enti pubblici, le unità obbligatorie di
salvataggio, i battelli di servizio purché
questi rechino l’indicazione dell’unità
da diporto al cui servizio sono posti, le
unità da diporto possedute e utilizzate da enti e associazioni di volontariato
esclusivamente ai fini di assistenza sanitaria e pronto soccorso, le nuove unità
da diporto con “targa prova” che sono
nella disponibilità del cantiere costruttore, del manutentore o del distributore, nonché quelle usate che sono state
ritirate dai cantieri o dai distributori con
mandato di vendita e in attesa di perfezionamento dell’atto, le unità inserite
in contratti di locazione finanziaria risolti per inadempienza dell’utilizzatore.
La tassa non grava inoltre sulle unità a
disposizione dei soggetti portatori di handicap, affetti da patologie che richiedono
l’utilizzo permanente delle stesse unità.
La modifica introdotta nel 2013 porta a 14,00 m di lunghezza (dato desunto dal libretto di navigazione)
l’esenzione e una riduzione del 50%
sull’importo annuo dai 14,00 m in avanti.
I nuovi importi annuali sono i seguenti:
da 14,01 a 17,00 mt. €uro 870,00.
da 17,01 a 20,00 mt. €uro 1.300,00.
da 20,01 a 24,00 mt. €uro 4.400,00.
Restano le riduzioni per imbarcazioni a vela (meno 50%) e per la vetustà (meno 15% dopo 5 anni, meno 30%
dopo 10 anni e 45% dopo 15 anni).
Ma non finisce qui! Bisogna infatti prestare attenzione a un altro
fondamentale
dettaglio.
Dopo la revisione e la parziale abrogazione della tassa annuale sulle unità da
diporto, è ora arrivata la possibilità di
richiedere il rimborso per i pagamenti non dovuti relativi all’anno 2013.
Siamo alle solite!!! Prima si impone una tassa, poi si pretende il pagamento, infine lo si restituisce!
cessivamente al termine di scadenza
del pagamento (31/05/2013) per l’anno in corso, molti possessori di unità
da diporto, ligi al dovere e timorosi di
eventuali conseguenze, hanno pagato
l’imposta, poi non più dovuta, ed ora
hanno il diritto di chiederne il rimborso.
La domanda può essere presentata esclusivamente in via telematica dai contribuenti che hanno già versato la tassa
ma hanno diritto all’esenzione dal pagamento o alla riduzione al 50% degli
stessi dopo l’entrata in vigore del Dl n.
69 del 21 giugno 2013. Il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate stabilisce, inoltre, che il modello
può essere utilizzato anche per chiedere il rimborso delle somme versate in
più per motivi differenti dalla rimodulazione della tassa sulle imbarcazioni.
Possono chiedere il rimborso i possessori di unità da diporto fino a 20 metri che nel 2013 hanno pagato la tassa sulle imbarcazioni (in base al Dl
n.69/2013, la tassazione è stata ridotta
del 50% per le imbarcazioni tra 14,01
e 20 metri, mentre sono escluse dalla
tassazione le unità da diporto di lunghezza compresa fra 10,01 e 14 metri).
Il rimborso può essere richiesto anche da coloro che, per qualsiasi motivo, come, ad esempio, la duplicazione di versamenti o la mancata
applicazione di riduzioni o esenzioni,
hanno effettuato versamenti in eccesso.
Il modello per fare istanza di rimborso
è disponibile in formato elettronico sul
sito internet dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.it) e sul sito
internet del Ministero dell’Economia
e delle Finanze (www.finanze.gov.it).
Come abbiamo già detto, a determinare la nuova formulazione della tassa è intervenuto l’articolo 23, comma
2, del decreto-legge 21 giugno 2013.
Essendo tale modifica avvenuta sucPag. 3
APPROFONDIMENTI
Centrale Tecnica Alfalyrae
Ormeggi in transito
Come per il contratto di ormeggio, che
per mancanza di una puntuale chiarezza
normativa pone un problema di squilibrio
a favore del concessionario e gestore del
porto turistico, anche per i posti barca
in transito confluiscono norme confuse
che alimentano una selva di dubbi, cui
ognuno risponde come vuole, e se vuole.
Se è pur vero che, navigando tra i porti
italiani, raramente si trovano ormeggi per
il transito disponibili perché non disponibili o identificabili, è ancora una volta
la presenza di una regolamentazione legislativa lacunosa a preoccupare di più.
Secondo la circolare del Ministero dei
Trasporti del 1996 che regolamenta le
soste temporanee, i porti turistici devono riservare almeno il 10% dei loro
ormeggi totali ai posti barca per le unità in transito. Nella circolare si legge
che l’ormeggio, per un tempo inferiore alle 12 ore giornaliere (nella fascia
oraria tra le 8,00 e le 20,00) e per non
più di tre volte al mese, è gratuito.
Oltre questo tempo la sua utilizzazione
è soggetta a una specifica regolamentazione tariffaria, sottoposta all’approvazione da parte dell’Autorità Marittima.
La stessa autorità dovrà quindi svolgere un’attenta vigilanza del rispetto
della quota e delle tariffe dei posti per
il transito, tenendo presente che secondo l’articolo 47 del Codice della
Navigazione, la mancata osservanza
degli obblighi della concessione è sanzionabile con la decadenza della stessa.
Il testo stabilisce inoltre che, porti e marina dati in concessione prima dell’entrata in vigore della circolare ministeriale,
debbano adeguarsi alla normativa fissando una congrua riduzione della voce tariffaria di ormeggio per le unità in transito.
La situazione delineata dalla norma
sembrerebbe quindi chiara: ogni struttura portuale turistica, qualsiasi siano
le sue dimensioni, deve provvedere affinché siano disponibili un numero ben
preciso di ormeggi al transito, la cui
tariffa, oltre le 12 ore di stazionamento, deve essere approvata dall’autorità
marittima competente. Quelle strutture che non si adeguano alla norma
sono quindi punibili con la decadenza,
ossia con la perdita della concessione.
Ma allora perché spesso la situa-
zione reale è tanto diversa da
quella
prospettata
dalla
norma?
La circolare è del 1996, e la maggior
parte dei porti turistici ha recepito
i doveri in essa determinati, eppure
il problema non si è risolto perché la
norma generale viene applicata in un
regime di discrezionalità tale da spalancare le porte, nei migliori dei casi,
a situazioni volutamente confuse!
Fortunatamente la circolare del 1996 non
è a oggi l’unica norma relativa ai posti barca per il transito. Con la circolare n.855
prot. em. del 23-09-2009 intitolata “Infrastrutture al servizio della nautica da
diporto e disposizioni per l’ormeggio
delle unità in transito”si è voluto fornire
indicazioni aggiuntive per una più compiuta regolamentazione del transito delle
unità da diporto. Infatti, come sancito
dal D.lgs 112/98 e successive modifiche
e integrazioni, e con la riforma del Titolo V della Costituzione e, segnatamente, dall’articolo 117 della stessa circa le
infrastrutture afferenti la navigazione da
diporto, si rileva ancora una competenza
delle locali Autorità Marittime incentrata sulla disciplina dei profili inerenti la
“sicurezza marittima” in senso ampio.
Occorre perciò evidenziare che, il mantenimento della riserva del 10% per
l’ormeggio delle unità in transito, deve
rientrare all’interno dei regolamenti degli ormeggi da approvarsi con Ordinanza del Capo del Circondario, pur
trovando il presupposto nella naturale
integrazione con la funzione amministrativa dell’Ente gestore o concessionario,
che sono investiti per i seguenti profili:
- l’Ente gestore, in virtù dei compiti di
indirizzo e regolamentazione delle attività oggetto di concessioni in ambito demaniale, nella fattispecie di portualità
turistica, può imporre la disponibilità del
citato 10% come elemento di disciplina
della concessione. Ne consegue che le
Autorità concedenti (Autorità portuali, Regioni, Comuni) dovranno provvedere a disciplinare la riserva del 10%;
- per quanto concerne la posizione giuridica del concessionario, è da rilevare
che, in quanto attributario della concessione da parte di Pubblica Amministrazione, ne assume per taluni versi la natura
di sostituto e, pertanto, relativamente ai
pubblici poteri trasferitigli in forza del
provvedimento concessorio, è tenuto ad
attuare la gestione delle aree demaniali marittime nel rispetto di una riserva
di posti barca del 10% per il transito.
Attestato quanto sopra, si evidenzia il
ruolo delle Autorità Marittime nella posizione di garanzia sulla corretta fruibilità dei beni demaniali. Ne deriva che,
nell’ambito della gestione di un approdo
turistico, non si può prescindere dall’acquisire un parere della competente Autorità Marittima in merito alla riserva del
10% degli ormeggi per le unità in transito, tenuto altresì conto dell’ubicazione
geografica dell’approdo, delle rotte di
traffico della nautica da diporto, e della distanza dagli altri approdi turistici.
Inoltre, al fine di assicurare l’effettiva e riconoscibile disponibilità dei posti
barca destinati agli utenti in transito,
sarebbe opportuno prevedere l’individuazione di detti posti riservati mediante apposita ben visibile segnaletica.
Il diporto nautico è stato ufficialmente
riconosciuto come una risorsa importante
per il nostro Paese, ma non abbiamo ancora raggiunto un sufficiente adeguamento delle strutture al fenomeno. Nuovi approdi e ristrutturazione di vecchie realtà,
rappresentano l’innegabile cammino che
si è intrapreso per soddisfare la domanda del turismo nautico, rappresentato da
diportisti nazionali e stranieri. Ma è anche innegabile che ci vuole del tempo...
Pag. 4
FOCUS
Lampade al LED: la luce intelligente
I LED hanno rivoluzionato il settore dell’illuminazione. Durano oltre 20
anni, non scaldano, si possono integrare
nelle lampade, permettendo nuovi design, e consumano pochissima energia
rispetto alle lampadine a incandescenza o alle nuove a risparmio energetico.
Ecco perché sono la fonte luminosa più
intelligente, funzionale e sostenibile.
Led è una sigla, “Light emitting diode”
ovvero “diodo ad emissione luminosa”,
che identifica un elemento che produce luce per merito di un processo
di emissione spontanea, quando viene attraversato da corrente elettrica.
E gli svantaggi?
Quali sono i vantaggi?
•durata fino a 50.000 ore (quasi 6 anni accese 24h/24, oppure
quasi 35 anni accese 4h al giorno)
•elevato rendimento
Una volta era Il costo. Ora, con il progredire della tecnologia, sono sempre più
convenienti, con costi ormai paragonabili alle classiche lampade a basso consumo. Per il resto, altri svantaggi non ce
ne sono.
Una classica lampada ad incandescenza da 60w, consuma appunto 60w. Una
lampada a LED, con un contenuto adeguato di elementi che emette la stessa quantità di luce, consuma soltanto 5w, ovvero oltre il 90% in meno.
Inoltre un LED dura almeno 20 volte più di una lampadina tradizionale: una volta applicata, continuerà a far luce per molti anni.
adattano stilisticamente alle esigenze di stile moderno e funzionale, in
particolar modo nelle imbarcazioni.
La Dison, leader del settore, ha in catalogo infiniti prodotti che si adattano
a tutte le esigenze e stili d’arredo, per
abitazioni, uffici, giardini e barche. Alfalyrae ha stretto un rapporto di collaborazione commerciale per offrire ad
Armatori, Cantieri e Arredatori d’interni,
una vasta soluzione di stili per ogni esigenza, a prezzi particolarmente vantaggiosi per il nostro Circuito, meglio dettagliato nella sezione “offerte del mese”.
•accensione immediata
•nessuna produzione di calore
•luce pulita perché priva di componenti
infrarosse e ultraviolette
•insensibilità a umidità e vibrazioni, grande resistenza meccanica (se ti cade a terra non si rompe!)
•assenza di mercurio
•durata
mero
di
indipendente
dal
nuaccensioni/spegnimenti
•utilizzabile normalmente con i regolatori
di
luminosità
(dimmer)
Anche da un punto di vista qualitativo,
la luce prodotta è molto simile a quella
naturale, non ha falsi colori, non emette
dannosi raggi infrarossi o ultravioletti, non
tremola, non sfarfalla, non stanca la vista.
I led vengono sempre più utilizzati da design e arredatori perché si
Pag. 5
FOCUS
Il Vino Campano e la nautica da diporto: nuove prospettive
Se il vino è per antonomasia la bevanda
della civilizzazione lo dobbiamo all’elemento che ne è divenuto vettore: il Mare.
Si pensi alla diffusione della vitis vinifera dai “giardini del Caucaso”, la Georgia,
alla Grecia e a tutto il bacino del “Mare
Nostrum”. E sempre il mare è riuscito
ad essere il mezzo di diffusione del vino
anche in tempi relativamente recenti:
l’epopea della vela ha svelato e diffuso
le diverse realtà enologiche, ha reso possibile il commercio di vini liquorosi quali
il Marsala, Il Madeira e il Porto destinati
altrimenti a un consumo locale, creando molto tempo prima il fenomeno della
globalizzazione. Ancora oggi il mare può
essere una forza trainante per il settore enologico e per le attività produttive,
anzi, di più: il mare può diventare il “testimonial” del vino e del cibo campano.
Da Punta Stendardo a Punta Ascoletti corrono circa 470 chilometri di costa
e sul mare si affacciano 61 porti, di cui
220 km e 15 porti nella sola provincia di
Salerno, adibiti alla nautica del diporto.
Oggi, con oltre 4000 posti barca la Campania si attesta al secondo posto, dopo
la Sardegna e si pensi che la nascita della Marina di Stabia e, più recentemente, della Marina di Arechi testimoniano
quanto la tendenza dello yachting sia in
crescita. I porti-marina non sono soltanto
l’avamposto per raggiungere le bellissime
isole partenopee o un punto di partenza
per fare cabotaggio lungo la Costiera
amalfitana e cilentana, la penisola flegrea e sorrentina, la Baia di Trentaremi e
i suoi 5 golfi ( Bacoli, Pozzuoli, Napoli, Salerno e Policastro), non solo. Il Porto-marina è l’accesso dal mare all’entroterra.
Il porto-marina come proscenio alla cul-
Gaetano Cataldo
Navigante e Sommelier
di Gaetano Cataldo
tura locale e specchio della sua realtà
enogastronomica, un terreno fertile per
produttori, un considerevole indotto per
le attività lavorative. Avere la possibilità
di giocare in casa con i diportisti stranieri
ma anche provenienti dalle altre realtà
regionali è un’opportunità irrinunciabile
per l’affermazione dei prodotti tipici di
un territorio e per ribadire, giova ripeterlo, che la dieta mediterranea è nata
in Campania, in Cilento a essere precisi.
Il marketing ha svolto un ruolo determinante per l’affermazione del made in
Italy in generale su scala mondiale, ma
far diventare il turista stesso portatore
sano della cultura enogastronomica della
nostra regione con una seria pianificazione pubblicitaria all’interno delle aree dei
vari marina sarebbe davvero proficuo ed
efficace. A tutt’oggi lo yachting resta un
fenomeno elitario, sia per quanto concerne le imbarcazioni ad uso armatoriale
che charter, pertanto non solo eleganza e stile rappresentano i dettami per
il corretto espletamento delle mansioni
da parte di un equipaggio ma anche la
cultura, la cultura necessaria ad evincere l’ospite o l’armatore sugli aspetti
culturali di un luogo e le sue peculiarità
culinarie si richiede necessaria. La gestione di uno yacht prevede infatti non
solo la presenza di un comandante e di
un marinaio avvezzi alla navigazione, ma
anche di una hostess/steward e di uno
chef a cui vengono affidati i non facili
compiti dell’arte dell’accoglienza e del
food & beverage management. E il target
è altissimo a certi livelli. Agli addetti ai
lavori necessitano, all’arrivo nei marina, agenzie che riforniscano la cambusa
con prodotti di qualità diversamente da
quelli forniti dai discount e che, all’occorrenza, offrano un servizio catering. E
la tendenza a bordo è sempre, per ordini di servizio ospiti, quella di presentare
in tavola un menù regionale strutturato
in base all’offerta dei prodotti locali.
a se stessi ma, bensì, siano postazione
ideale per la promozione storico-culturale e per l’esperto comunicatore del vino
e del cibo, nonché doveroso incentivarli a pubblicizzarsi attraverso le agenzie
marittime proponenti servizi turistici,
armamento e noleggio di imbarcazioni.
Un’opportunità per produttori, cantine
e aziende, ma anche uno sbocco professionale competitivo ed innovativo per il
sommelier che potrebbe a pieno titolo
entrare a far parte dell’equipaggio di uno
yacht ( purtroppo nel mondo della marineria il sommelier è riconosciuto, come
figura alberghiera, solo a bordo delle
navi da crociera), magari impersonando
lo chef talvolta, coordinare il servizio
con l’hostess/steward, redigere la carta dei vini in base al menù e al terroir,
oppure essere il fiore all’occhiello dello
staff alberghiero quando a bordo degli
yachts vengono dati dei parties con un
numero di ospiti più nutrito e che richieda, appunto, l’esigenza di un servizio catering, fino a ricoprire il ruolo di
ambasciatore del territorio e delle realtà
produttive locali sul “fronte del porto”.
Occorre interagire con queste nuove realtà, carpirne i tempi, i meccanismi e,
soprattutto le esigenze anche grazie a
nuove proposte formative che qualifichino le competenze delle singole figure professionali. Il mare non è mai stato così generoso e carico di promesse.
Con queste premesse supportate da
yachtmen esigenti di gustare il territorio
sotto tutti gli aspetti, ove la loro barca
è ormeggiata, diventa davvero spontaneo
suscitare interesse e stimolo da parte dei
produttori ad allestire dei laboratori di
cucina, dei banchi di degustazione che
fungano da front-office per le loro attività economiche che non siano finalizzati
Pag. 6
FAI DA TE
Ancore e catene: utili consigli per la scelta, la pulizia e la loro “segnatura”
L’ancora, nella nautica, è un oggetto “pesante” utilizzato per trattenere
un’imbarcazione in un punto specifico del fondale di una massa di acqua.
Sono due i modi primari di realizzare questa azione: tramite il peso, che
tende a spingere l’ancora sul fondo, e tramite la sua forma, che permette una presa ottimale sui fondali.
Ecco, quindi, che le ancore devono rispondere ai seguenti requisiti:
•Buona tenuta sul fondo;
•Facilità di presa;
•Facilità di manovra.
ingombro, spesso si preferisce adottare soluzioni miste cavo/catena, ossia
avere un tratto di catena fissata all’ancora con di seguito della cima legata.
Un’ altra regola usata per scegliere la
catena, è quella di considerare almeno 1
metro di catena per ogni metro di barca. Il cavo, invece, deve essere di buona
qualità. Uno dei più utilizzati è la treccia
in poliestere a 3 o 6 trefoli: robusta, facile da impiombare e dal costo adeguato.
Sono realizzate spesso in metallo e collegate per mezzo di una cima (corda
in fibra vegetale o sintetica presente a bordo, di sezione contenuta entro
20mm) o di una catena (successione
di anelli metallici) all’imbarcazione.
Riportiamo di seguito alcuni consigli pratici per tutti i “gommonauti”
o i “proprietari di medio-piccole imbarcazioni” che sono soliti eseguire
brevi ancoraggi per balneazione, pesca o per passare una notte in rada.
to, prendendo una lunghezza di riferimento per ogni tratto di 5 0 10 metri.
Tale operazione deve essere svolta
con particolare cura e attenzione, risultando
relativamente
complessa.
Il nuovo sistema più rapido e semplice
per segnare la catena, è quello di utilizzare un prodotto chiamato “CLICK
SYSTEM”, ossia delle clips di plastica
che entrano dentro l’anello della catena
(montaggio a scatto maschio-femmina
senza utensile) e possono essere agganciati tra loro in modo semplice e veloce.
Tali clip saranno di diverse misure a
seconda dei vari tipi di catena che
utilizziamo e di diversi colori che ci
permetteranno di “segnare” la catena alle distanze che ci interessano.
Altra cosa importante da considerare
è che tali clip, azionando il verricello,
non interferiscono minimamente con
il suo movimento in quanto la clip è
completamente all’interno dell’anello.
Le ancore più usate nelle piccole imbarcazioni sono le Hall (dette anche ad U) o i cosiddetti “ancorotti”.
Risulta essere,di fondamentale importanza, la pulizia della catena di ancoraggio. La
formazione di ruggine porta ad indebolire
le catene, fino ad arrivare alla loro rottura.
Bisogna quindi pulire la catena almeno una volta ogni anno e conservarla in
un luogo pulito e asciutto. Anche se la
ruggine può essere spazzolata e quindi
in parte ridotta, la soluzione migliore è
quella di sostituire la parte di catena arrugginita e rigalvanizzare l’intera catena.
I costruttori forniscono di norma delle
tabelle del peso consigliato dell’ancora,
in base a lunghezza e tipologia della barca, ma una regola pratica per scegliere
il peso ideale di un’ancora in condizioni
normali è di calcolare circa 1,5kg per ogni
metro di lunghezza dell’imbarcazione.
Di notevole importanza è anche la
scelta del cavo da utilizzare. Normalmente avere il cavo di ancoraggio tutto in catena sarebbe una scelta eccezionale, ma soprattutto sulle piccole
imbarcazioni, per problemi di peso e
Per una rapida e semplice pulizia
avremo quindi bisogno di una spazzola di ottone e di un’idropulitrice.
Una scelta oculata, sarà quella di utilizzare una catena zincata, molto resistente alla ruggine.
Per ciò che riguarda la valutazione della lunghezza della catena abbiamo due
possibili metodi da poter utilizzare.
Il vecchio sistema è quello di preparare tutta la catena sul pontile e “segnarla” con della vernice di colore
diverso a seconda del tratto consideraPag. 7
Le offerte del mese
la Società Mec Mare, officina autorizzata Volvo Penta, ha
predisposto una offerta per la manutenzione motore Volvo
Penta e piede poppiere, valida dal 1 maggio al 30 luglio 2014:
sostituzione olio motore, filtro olio, filtro carburante, filtro
aria, prefiltro gasolio, controllo circuito raffreddamento ed
eventuale sostituzione girante, sostituzione cinghia,stacco e
riattacco poppiere per controllo soffietto e anodi e olio.
Per info ed adesioni N°verde 800034508
Cantiere Navale Di Donato Mattia S.r.l. propone
agli Associati Alfalyrae per il periodo invernale
Novembre/Febbraio offerte speciali per alaggio,
lavaggio
esterno
con
idropulitrice,
pitturazione
con 2 strati di antivegetativa allo scafo, pulizia
assi eliche e timoni, lavaggio scafo e varo.
Per info ed adesioni N°verde 800034508
[email protected]
Dison produttore e distributore lampade e faretti a led, offre
agli Associati ed alle società Convenzionate ad Alfalyrae, uno
sconto di oltre il 20% sul listino sui prodotti linea nautica,
casa e ufficio.
Per info ed acquisti N°verde 800034508
[email protected]
American
Express
in
virtù
della
partnership
stipulata con Alfalyrae offre le carte business
verde ed oro con la quota gratuita per il primo
anno. Inoltre dà la possibilità a tutti i possessori
di
carte American
Express
la
possibilità
di
acquistare le card dei servizi nautici Alfalyrae
con
uno
sconto
di
€50
Per info ed adesioni N°verde 800034508
[email protected]
La storica argenteria napoletana, “de Laurentiis”,
offre a tutti gli Associati Alfalyrae uno sconto del
20% sul prezzo di listino sugli articoli della linea
Yacht
ed
ispirati
al
mondo
nautico.
Catalogo
degli
articoli
su
www.alfalyrae.com
Per info ed adesioni N°verde 800034508
[email protected]
Lo Studio Tecnico Per. I. Geo. offre agli Associati ad Alfalyrae
visite per il rilascio/convalido/rinnovo del Certificato di sicurezza e dell’idoneità al noleggio e cambio motore, Certificato di estensione dei limiti di navigazione e marcatura CE
con sconti del 10% sulle tariffe.
Per info ed adesioni N°verde 800034508
[email protected]
Per la lista
completa ed
aggiornata delle
offerte visitate
sempre la
sezione
OFFERTE DEL
MESE su
alfalyrae.com
Pag. 8
Il sistema di mutualità
per la nautica
Numero Verde 800 034 508
www.alfalyrae.com
In mare, mai da soli
Per essere sempre aggiornati sulle più interessanti novità dal mondo della
nautica e far sentire la vostra voce seguiteci sul
BLOG ALFALYRAE
http://www.alfalyrae.com/nautica/blognautica
Sede legale ed operativa :
Via Francesco Caracciolo, 13 – 80122 Napoli
Contatti
[email protected]
[email protected]
[email protected] (PEC)
skype: centrale.tecnica.alfalyrae
+39 06 99197969 (dall’estero)
Alfalyrae® è una innovazione selezionata da Italia degli Innovatori
Scarica

Italian Version