Stefano Piastra
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Cina
Temi geografici generali
Temi di geografia della popolazione
Nessun paese al mondo possiede “i numeri” della Cina:
• Paese più popolato al mondo (1,3 miliardi di persone
ufficialmente)
• Lingua più parlata al mondo (cinese mandarino)
• Gruppo etnico più numeroso al mondo (Han)
• Primo produttore al mondo di grano, riso, cotone, ecc.
• Terza (o già seconda?) economia mondiale; in proiezione
sorpasso degli USA nei prox 10 anni.
e l’elenco dei record potrebbe proseguire a lungo, in ogni
campo o quasi…
Per via delle dimensioni e della diversità naturale e
culturale, la Cina è più assimilabile ad un continente
piuttosto che ad uno stato
3
2
1
Semplificando: 3 biomi principali.
1. Fascia costiera e valli interne
2. Altipiani del Tibet
3. Deserti interni
3
2
1
Tali biomi
derivano
direttamente
dal clima:
- tropicale e
sub-tropicale
sulla costa
centromeridionale;
- “alpino” per gli
altipiani interni;
- continentale
per i deserti
Abbondanza di fiumi (Yang-Tze, Huang-Ho), clima umido,
terreni fertili, favorirono ovviamente la sedenterizzazione e
la nascita dell’agricoltura.
Se in Occidente riconosciamo nella Mesopotamia o
nell’Egitto faraonico la “culla” dell’agricoltura durante il
Neolitico, in realtà gli stessi processi, circa negli stessi
secoli, stavano avvenendo anche dall’altra parte del
mondo
In verde la distribuzione
dell’etnia Han
Questo portò alla formazione precoce di
società organizzate e differenziate in classi.
E ovv. ad un rapido incremento demografico.
Gli Han
costituiscono il
più grande
gruppo etnico
del mondo per
numero di
individui.
Gli Han
rappresentano
circa il 92%
della
popolazione
cinese e il 19%
dell'intera
popolazione
mondiale.
La Cina è sempre stata un colosso demografico ed
economico.
Ma le radici del suo successo attuale sono essenzialmente
figlie della storia del ‘900.
Mao Ze Dong fonda la Repubblica Popolare Cinese nel
1949. La Cina diventa un paese marxista e comunista.
Con Mao in campo economico: industrializzazione pesante,
chiusura interna ed esterna, agricoltura collettivistica
(comuni), centralismo statalista.
Crescita a tappe forzate sulla base di piani quinquennali.
Progressivo distacco dall’URSS e ricerca di una via “cinese”
al comunismo
In campo economico, svolta netta dopo la morte di Mao
e l’avvento di Deng Xiao Ping (primi anni ’80):
Apertura verso l’esterno, investimenti, liberalizzazioni
economiche, nuovo ruolo dei privati.
Sempre più oggi è Deng ad essere considerato dai cinesi
il “padre” della Cina, e non Mao.
“Guadagnare è bene”.
Jang-Ze Min e Hu JinTao proseguono sulla strada di
Deng, accelerando enormemente tempi e scala del
processo.
La “miscela” di enormi territori (10 milioni di Km2=30 volte
l’Italia), enorme forza-lavoro, enormi investimenti pubblici,
assenza di welfare state all’occidentale ha reso possibile
un miracolo economico senza uguali nella storia recente.
Sino alla metà degli anni ’90 la Cina era ai margini
dell’economia mondiale
Negli ultimi 7-8 anni la crescita economica cinese degli
ultimi anni si è aggirata tra 7 e 10% annuo.
Con la crisi economica, Germania -2%; Cina + 7,8%
Si tratta di un’economia almeno formalmente socialista,
ma che nella prassi è ormai capitalista a tutti gli effetti (i
cinesi oggi usano la formula ossimorica del “socialismo di
mercato”).
Capitalismo mascherato:
strada dello shopping ad
Hangzhou
Ulteriori momenti-chiave di questa ascesa:
-Ritorno di Hong Kong alla Cina (1997)
-Ritorno di Macao alla Cina (1999)
-Ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale
del Commercio (WTO) (2001)
Nel caso di Hong Kong e Macao, si parla di “un
paese, due sistemi” in riferimento al loro regime
economico ma anche in fatto di libertà personali.
Ma quello cinese di oggi non è sviluppo, tanto meno
sostenibile.
Si tratta invece di crescita.
Crescita e Sviluppo in geografia non sono sinonimi
La prima è quantitativa; il secondo qualitativo.
La prima prende solo in considerazione la crescita del
PIL; il secondo il PIL ma anche indici di tipo sociale e
culturale (sanità, accesso all’istruzione).
Lo sviluppo di un paese è solitamente indicato
all’Indice di Sviluppo Umano (ISU in italiano; HDI in
inglese).
E’ espresso in millesimi ed è calcolato sulla base del
PIL pro-capite, accesso all’istruzione/tasso di
analfabetismo/numero di laureati, efficienza del
sistema sanitario.
Ne consegue che non necessariamente i paesi piu’
ricchi sono quelli piu’ sviluppati.
Gli USA, prima potenza economica mondiale, sulla
base dell’ISU sono 13°; la Cina, terza economia del
pianeta, 92°.
Al primo posto Norvegia, poi Australia, Islanda,
Canada
“Contraddizioni” dell’economia cinese:
-La Cina non fa parte ad oggi del G8
-La Cina a tutt’oggi è considerato un Paese din Via di
Sviluppo, con tutto quello che ne consegue ad es. in fatto di
emissioni inquinanti, ecc.
Problemi geopolitici internazionali.
Uno su tutti: Taiwan
Repubblica fondata da Chang Kai-Sek, capitalista,
supportata dagli USA in chiave anti-Cina popolare.
Taiwan si considera indipendente; per la Cina è “solo” una
provincia ribelle.
Sino al 1971 era Taiwan ad avere il seggio all’ONU; in
seguito fu la Repubblica Popolare Cinese.
Oggi sempre meno Stati riconoscono Taiwan.
La Cina con pressioni politiche ed economiche “compra” o
indirettamente indirizza alcuni stati “deboli” (ad es. africani)
ad abbandonare il riconoscimento di Taiwan e a passarlo
alla RPC.
E se la Cina invadesse davvero Taiwan come minaccia
periodicamente???
Temi di geografia della popolazione
(e relativi riflessi politici, economici e
sociali)
Nel corso della storia la Cina ha sempre
rappresentato un colosso demografico.
Nel corso del Novecento essa ha però
conosciuto notevoli cambiamenti circa la
popolazione.
In particolare, la nascita con Mao Ze Dong della
Repubblica Popolare Cinese portò ad un vero e proprio
boom demografico.
Fedele all’idea marxiana dell’importanza delle grandi
masse proletarie e provenendo da una famiglia di origini
contadine, Mao diceva che “ogni bocca in più, sono
anche due braccia in più per l’agricoltura”.
Il presidente promosse dunque una serie di politiche e di
propaganda nataliste.
Tra gli anni ’50 e ’60 l’indice di natalità cinese ebbe
dunque un’impennata.
(indice o tasso di natalità = rapporto espresso per
mille tra i nati in un anno fratto il totale della
popolazione)
“Ammirare i crisantemi”,
manifesto di propaganda del
1957.
La famiglia-tipo ritratta è
molto numerosa.
Una nota al manifesto
specifica: “I crisantemi sono
bellissimi. Non
dimentichiamoci però del
giardiniere che li ha curati”.
In breve tempo, la demografia cinese andò
però fuori controllo, crescendo troppo in
fretta rispetto alla produzione agricola.
La stessa produzione agricola attraversava
tra l’altro tra la fine degli anni ’50 e i primi
’60 un profondo periodo di crisi, legato al
fallimento del “Grande Balzo in avanti” (30
milioni di cinese morirono per fame: la
cosiddetta “carestia segreta”).
(il pensiero di Malthus, relativo al
rapporto popolazione-risorse, è sempre
attuale!!).
Mao allora corse ai ripari, abbracciando a partire dal
1968-1969 un’opposta politica anti-natalista:
1.300.000 paramedici (i cosiddetti “medici a piedi
scalzi”) iniziarono a girare le campagne, allo scopo di
sensibilizzare la popolazione circa il controllo delle
nascite e divulgando la contraccezione (negli anni di
Mao il sesso come i sentimenti sono sempre stati un
tabù!!)
Manifesto di
propaganda dei primi
anni ’70: la famigliatipo ha un solo figlio.
N.B. L’ideologia
corre sottotraccia
nelle immagini: la
madre lavora come
militare, ma il figlio
ha una maglietta con
la scritta “He Ping”!!
Il risultato fu quello di calmierare la crescita demografica,
non risolvendo però alla radice il problema.
Dove non riusci’ Mao, si impose Deng Xiao Ping: per
risolvere radicalmente il problema della sovrappopolazione,
nel 1984 la Cina adottò, unico stato al mondo, la cosiddetta
“politica del figlio unico”: per legge, si poteva avere 1 solo
figlio in città; 2 in campagna.
Ai trasgressori erano comminati pesanti pene pecuniarie
(pari al salario annuo!); in casi estremi era addirittura
prevista la sterilizzazione forzata.
Tale legge, per quanto discutibile dal punto di vista etico,
ha ottenuto i risultati previsti, portando gli indici di natalità
cinesi ai livelli di quelli dei paesi occidentali (15 per mille)
Ma tale legge non ha avuto solo risvolti positivi!!
• Nelle campagne (dove c’era necessità di braccia per
l’agricoltura) la legge è stata ed è tuttora spesso aggirata
corrompendo i capi-villaggio e non registrando all’anagrafe i
nuovi nati.
Chi non è registrato all’anagrafe è ovviamente un cittadino
fantasma, privo dei diritti elementari
Stime ufficiose dicono che circa 300 milioni di persone nelle
campagne cinesi abbiano questa situazione e non emergano dai
censimenti.
La popolazione cinese reale sarebbe dunque 1 miliardo e
600 milioni di persone, e non 1 miliardo e 300 milioni!!!
• Potendo avere in città 1 solo figlio, le famiglie spesso
preferiscono averlo maschio sulla scia di tradizioni, ecc. E’
molto diffusa quindi la pratica dell’aborto selettivo una
volta saputo che il bambino che si aspetta è femmina,
oppure nelle campagne infanticidi femminili.
Il risultato finale di tutto ciò è che la Cina oggi presenta un
deciso squilibrio tra generi: se in natura le femmine sono
leggermente superiori ai maschi, la Cina ha una netta
preponderanza maschile.
E’ una bomba sociale innescata: eserciti di uomini non
riusciranno da adulti ad avere una moglie, se non
emigrando
• La legge sul figlio unico ha provocato un notevole
invecchiamento della popolazione (ci sono meno giovani e di
conseguenza l’età media cresce). Tale fatto ha gravi
ripercussioni nella sfera sociale ed economica, poiché ci sarà un
squilibrio tra popolazione attiva e a riposo e le spese legate alla
sanità saranno sempre maggiori (in Cina il tutto è acuito
dall’assenza di un welfare di tipo occidentale)
•Problemi sociali e culturali del figlio unico.
Da un articolo di F. Rampini: La Cina dei «cento milioni di
figli unici» è diventata una società più individualista, più
egoista, dove il rispetto degli anziani è stato gradualmente
sostituito dall´idolatrìa dei bambini. La scarsità li ha resi
preziosi, quindi viziati e coccolati come nelle peggiori
società consumistiche. Per questo fenomeno sociale - del
tutto sconosciuto nella storia della società cinese dominata
dall´autorità degli anziani - è stato coniato il nome di Xiao
Huangdi, cioè «piccoli imperatori».
Visti questi problemi, ultimamente si è acceso un
dibattito in Cina circa l’opportunità di cambiare la
legge sul figlio unico permettendo 2 figli a chi vive in
città.
Ad oggi sono però solo proposte, e la legge del figlio
unico è ancora in vigore.
I gruppi etnici
La Cina è uno stato spintamente multietnico, con 56 gruppi
etnici oggi riconosciuti ufficialmente.
L’etnia dominante è quella Han: gli Han costituiscono il
più grande gruppo etnico del mondo per numero di
individui. Gli Han rappresentano circa il 92% della
popolazione cinese e il 19% dell'intera popolazione
mondiale.
La loro lingua è il cinese piu’ relativi dialetti.
La loro culla storica è lungo il Fiume Giallo
In verde la diffusione
degli Han
Accanto all’etnia dominante Han, vi sono 55 minoranze
etniche, piu’ o meno numerose (dai 20 milioni alle poche
migliaia di persone).
Zhuang (壮族 : Zhuàng Zú, ZH)
Manchu (满族 : Mǎn Zú)
Hui (回族 : Huí Zú, HU)
Miao (苗族 : Miáo Zú, MH) (Hmong)
Uiguri (维吾尔族 : Wéiwúěr Zú, UG)
Yi (彝族 : Yí Zú, YI)
Tujia (土家族 : Tǔjiā Zú, TJ)
Mongoli (蒙古族 : Měnggǔ Zú, MG)
Tibetani (藏族 : Zàng Zú)
Buyei (布依族 : Bùyī Zú, BY)
Dong (侗族 : Dòng Zú, DO)
Yao (瑶族 : Yáo Zú, YA)
Cinesi coreani (朝鲜族 : Cháoxiǎn Zú, CS) (Coreani)
Bai (白族 : Bái Zú, BA)
Hani (哈尼族 : Hāní Zú, HN)
Li (黎族 : Lí Zú, LI)
Kazak (哈萨克族 : Hāsàkè Zú, KZ)
Dai (傣族 : Dǎi Zú, DA, chiamato anche Dai Lue, gruppo etnico Thai)
She (畲族 : Shē Zú, SH)
Lisu (傈僳族 : Lìsù Zú, LS)
Gelao (仡佬族 : Gēlǎo Zú, GL)
Lahu (拉祜族 : Lāhù Zú, LH)
Dongxiang (东乡族 : Dōngxiāng Zú, DX)
Va (佤族 : Wǎ Zú, VA)
Shui (水族 : Shuǐ Zú, SU)
Naxi (纳西族 : Nàxī Zú, NX) (include i Mosuo (摩梭 : Mósuō))
Qiang (羌族 : Qiāng Zú, QI)
Tu (土族 : Tǔ Zú, TU)
Xibe (锡伯族 : Xíbó Zú, XB)
Mulao (仫佬族 : Mùlǎo Zú, ML)
Kirgiz (柯尔克孜族 : Kēěrkèzī Zú, KG)
Daur (达斡尔族 : Dáwòěr Zú, DU)
Jingpo (景颇族 : Jǐngpō Zú, JP)
Salar (撒拉族 : Sǎlá Zú, SL)
Blang (布朗族 : Bùlǎng Zú, BL)
Maonan (毛南族 : Màonán Zú, MN)
Tagiki (塔吉克族 : Tǎjíkè Zú, TA)
Pumi (普米族 : Pǔmǐ Zú, PM)
Achang (阿昌族 : Āchāng Zú, AC)
Nu (怒族 : Nù Zú, NU)
Ewenki (鄂温克族 : Èwēnkè Zú, EW)
Gin, detti anche Viet o Kinh (京族 : Jīng Zú, GI)
Jino (基诺族 : Jīnuò Zú, JN)
De'ang (德昂族 : Déáng Zú, DE)
Uzbek (乌孜别克族 : Wūzībiékè Zú, UZ)
Russi (俄罗斯族 : Éluōsī Zú, RS)
Yugur (裕固族 : Yùgù Zú, YG)
Bonan (保安族 : Bǎoān Zú, BN)
Monba (门巴族 : Ménbā Zú, MB)
Oroqen (鄂伦春族 : Èlúnchūn Zú, OR)
Derung (独龙族 : Dúlóng Zú, DR)
Tatari (塔塔尔族 : Tǎtǎěr Zú, TT)
Hezhen (赫哲族 : Hèzhé Zú, HZ)
Lhoba (珞巴族 : Luòbā Zú, LB)
Aborigeni taiwanesi (台湾原住民) o Gaoshan (高山族 :
Gāoshān Zú, GS)
I Tibetani (5,5 milioni di persone) sono
originari del Tibet, regione di altipiani
confinanti con l’Himalaya.
La loro lingua è il tibetano; la religione è
quella buddista.
Nella prima metà del ‘900 il Tibet era
indipendente. Esso venne annesso nel
1950-1951 dall’esercito della Repubblica
Popolare Cinese.
Ma si trattò di una “liberazione” come
scrivono i libri cinesi o di una conquista
come dicono altri in occidente?
In viola
il Tibet
(Il dibattito dovrebbe essere ormai storiografico, ma
invece tuttora rimescola studi e politica…)
Occorre liberare il campo da pregiudizi e luoghi comuni:
il Tibet prima dell’arrivo della Cina era uno stato
medievale, con i monasteri buddisti che detenevano quasi
tutti i terreni agricoli e i contadini erano una sorta di
servitu’ della gleba.
La visione edulcorata di film (ad es. 7 anni in Tibet) è
falsa.
Il Dalai Lama (capo politico e spirituale, in esilio in India)
da tempo non chiede più indipendenza politica del Tibet
dalla Cina, ma autonomia.
Sempre il Dalai Lama parla di genocidio culturale dei
Tibetani
Le polemiche e le proteste anti-Cina e pro-Tibet delle
Olimpiadi di Pechino sanno molto di ipocrisia: tutti
quelli che vogliono sapere sanno della situazione
tibetana; il processo in atto, più che un dramma
umanitario, è una hanizzazione dei tibetani; quando si
è deciso di assegnare le Olimpiadi alla Cina, tutti
questi fenomeni erano in atto da decenni e allora
bisognava pensarci prima!!
Del resto, dal punto di vista della Realpolitik, quale
stato per “difendere” il Tibet invaderebbe la Cina o
boicotterebbe economicamente il più grande mercato
del mondo??
Gli Uiguri (9 milioni di persone) sono
originari della provincia dello
Xinjang, al confine col Kazakistan.
Dal punto di vista geografico si tratta
di Asia centrale; dal punto di vista
linguistico-culturale si tratta di una
popolazione turca, di religione
islamica, originariamente nomade (ora
sedentarizzata)
Uiguri
Anche gli Uiguri, al pari dei Tibetani, stanno subendo un
genocidio culturale e un processo di Hanizzazione, molto meno
divulgato però dai media.
I movimenti politici dello Xinjang sono soggetti a repressione
da parte di Pechino. E’ difficile stabilire se gli atti di terrorismo
che sono avvenuti in passato siano direttamente voluti e
organizzati dai partiti politici autonomisti, oppure da isolate
frange estremiste.
Comunque stanno le cose, tali atti hanno comunque dato la
giustificazione alla Cina di aumentare la repressione nella
provincia e di favorivi l’afflusso in massa di Han.
La Yurtha, “simbolo” dell’Asia centrale e
del nomadismo
E il Xinjiang riveste grande importanza nelle
dinamiche presenti e future cinesi: regione di
frontiera, poco abitata, dotata di grandi risorse
naturali nel sottosuolo, dove sono ospitate le basi
militari segrete cinesi per i test nucleari..
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