Attorno a questo lettino
nel retro di un bar, nel
lato sud del lungomare, i
carabinieri e la scientifica
hanno fatto dei rilievi il
giorno successivo
all’agghiacciante violenza
di capodanno
CONTROCOPERTINA
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Perle
ai
Porci
Poseidone si
riprende pezzi
dell’antica
Alcune immagini del tempio acheo a
Monasterace. In basso il presidente della
regione, Giuseppe Scopelliti, con il ministro per
Beni e delle attività culturali e del turismo,
Massimo Bray, e il soprintendente ai Beni
culturali in Calabria, Simonetta Bonomi.
Kaulon
oseidone, intervistato dal giornalista taurianovese
Nino Spirlì, su il “giornaleoff” ha spiegato perché
ha deciso di distruggere il tempio dell'antica
Kaulon.
«Ho un nuovo palazzo sottomarino in costruzione, vedo
sulle vostre coste interi siti abbandonati, sarei un dio
fesso se lasciassi lì materiali preziosi e a me indispensabili. Attualmente, ho nel cuore il Tempio dorico di Kaulon:
le colonne sono un po' lontanucce e dovrò sudare un po'
per farmele scivolare verso mare. Meglio sto facendo con
il basamento.
I primi lastroni sono già immersi nelle mie acque, e guai
a chi tenterà di riprendersele (anche se temo che nessuno lo farà! NdR), per gli altri basteranno poche altre
mareggiate…”».
E il Dio del mare si è detto grato dello stato d'incuria in
cui politici e istituzioni abbandonano i reperti disseminati sulle coste calabresi.
Perle ai porci.
Nel frattempo qualcosa si è mosso. Si parla di 2,5 milioni per risollevare le sorti del tempio in territorio monasteracese. Che il richiamo di Poseidone abbia fatto effetto su Regione e Beni culturali? Vedremo.
P
3
RIVIERA
Il IV commissario
che paralizzerà
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PRIMO PIANO
4
ECONOMIA LOCALE
La solidarietà
Alfonso Passafaro:
con la schiena dritta e
l’incedere sicuro di chi sta
dall’altra partex della barricata
Conosco da molti, ormai, Alfonso Passafaro e la
sua famiglia, e posso affermare di conoscerli
bene. Persone miti e di buon senso, orientati dalla
barra dritta della ragionevolezza e del rispetto
dell'uomo e della Legge.
L'impegno in politica di Alfonso è stato sempre
all'insegna del servizio per la
sua Locri e per tutti i suoi
concittadini. Così come lo è
stato dall'esordio ad oggi di
questa ultima esperienza di
assessore, ereditando un
disastro ambientale chiamato
rifiuti urbani.
Lo fa per onesta passione civile e, fors'anche, quale lavacro
per i segni indelebili di un
intimo dolore.
La sua schiena dritta non
la spezza né qualche
mascalzone né il piombo
vigliaccamente sparato
nell'anonimo rumoreggiare festoso di capodanno. I nostri paesi
contano
presenze
imbarbarite, che cercano di attraversare il
cammino certo e l'incedere sicuro di chi
sta dall'altra parte
della barricata, quella di Alfonso, di
Maria
e
di
Francesco. La quasi
totalità dei cittadini
di Locri.
Walter Scerbo
Siderno
Dopo la delibera
relativa al
dissesto
economicofinanziario in
arrivo un
commissario “ad
acta” che
dovrebbe
sbloccare il Piano
strutturale
comunale
Roccella: arresti domiciliari
“farsa”per l’ex capo dello
Sco, Francesco Gratteri
Francesco Gratteri è molto conosciuto a Roccella Ionica suo paese di
origine. Lo testimoniano i tanti commenti di stima e vicinanza che sui
profili dei social network dei concittadini roccellesi si stanno susseguendo in questi giorni. La vicenda giudiziaria che vede coinvolto Gratteri
risale ai tempi del G8 di Genova, ma
la sua carriera nella polizia è lunga e
costellata di grandi successi nella
lotta alla criminalità. Profondo conoscitore di Cosa nostra, Gratteri è
l'uomo che arrestò tra gli altri il boss
mafioso Leoluca Bagarella (catturato dopo otto giorni ininterrotti di
appostamento) e Giovanni Brusca
(l'assassino di Giovanni Falcone), un
uomo dello Stato da sempre lontano
dai riflettori e in prima linea negli
anni bui dell'attacco di Cosa nostra.
All'epoca del G8 Gratteri era capo
del Sevizio centrale operativo della
polizia (Sco). Secondo la sentenza
nella scuola Diaz non mise piede, ma
ha avuto una condanna definitiva per
falso nel 2012. Ed è decaduto dall'incarico per effetto dell'interdizione
dai pubblici uffici.
All'udienza, non ha accettato
l'umiliazione della gogna, come
chiedevano i giudici. «Non mi
inginocchio - ha detto - per
ottenere i benefici. Sono
dispiaciuto per quanto accaduto nella scuola Diaz,
ma quella nei miei
confronti la ritengo
una sentenza ingiusta. Io quella notte
sono stato ingannato».
Fatto
sta
che
Gratteri sarà soggetto agli arresti domiciliari: fino ad oggi
era un uomo libero e portava
avanti attività sociali come
quella con l'associazione antiusura di Tano Grasso che di lui
ha detto «Francesco Gratteri è
un gigante della lotta al crimine. E io sono onorato di potermi avvalere della sua professionalità» da domani avrà a disposizione 4 ore al giorno per
La notizia è di quelle che fanno tremare i polsi: è in arrivo (nel luglio
prossimo) a Siderno un quarto
commissario, quello ad acta.
Mentre i commissari hanno dichiarato il dissesto economico-finanziario, a passi veloci conducevano
la città ad “acquistare” un quarto
uomo che non saprà, non potrà,
non vorrà – questo chi può dirlo –
sbloccare la serratura più importante per aprire la città a un nuovo
benessere e stile di vita: il Piano
strutturale, che proprio il nuovo
commissario è chiamato a gestire.
Uno strumento che non è materia
straordinaria, bensì costituisce la
base della vita sociale oltre che
economica della comunità oltre ad
essere il mezzo e l’azione in cui si
esercita e sviluppa la capacità di
amministrare e dove si controlla il
grado di legalità diffusa. La previsione è attendibile considerato che
attualmente i tre colleghi hanno
praticamente accantonato qualsiasi attività relativa ai piani di governo del territorio, sia il Piano strutturale, sia il Piano settoriale della
spiaggia, ignorando totalmente le
richieste e le sollecitazioni della
società civile di Siderno. Il
Laboratorio di urbanistica partecipata, attraverso “Riviera”, chiede
che i commissari e o i tecnici
dell’Ufficio urbanistico si presentino all’assemblea pubblica che sarà
convocata al più presto, nel corso
della quale i cittadini si aspettano
informazioni in merito alle azioni
che saranno intraprese al fine di
riavviare le attività di progettazione
del Piano per la Città. L’occasione
sarà buona anche per discutere del
dissesto economico-finanziario e
sulle cause che hanno portato
l’Ente al dissesto.
lr
poter svolgere le sue attività
anche se potrà comunque avere
contatti con l'estero, attraverso
il cellulare e il telefono di casa.
È per questo che l'ordinanza
del tribunale di Sorveglianza di
Genova che nega l'affidamento
ai servizi sociali a
Francesco Gratteri,
e stabilisce di fargli
scontare la condanna, per i fatti della
scuola Diaz, agli
arresti domiciliari,
si presta a più di
una considerazione
come evidenziato
nei giorni scorsi da
qualche autorevole commentatore sulla stampa nazionale,
anche perché il giudice estensore, la dottoressa Verrina, è lo
stesso magistrato del recente
discutibile e sfortunato permesso, tramutatosi in evasione, per
un serial killer…
Domenico Bova
L’uomo è stato
condannato
per le violenze
nella scuola
Diaz
RIVIERA
POLITICA
La patacca a macchia
di Leopardo
Pietro Crinò e
Salvatore Galluzzo,
dopo annate di
fallimenti, alzano la
posta e ci scodellano
un nuovo progetto
di sviluppo di una
Locride che segna
mezzanotte
meno un quarto.
SETTIMANALE
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7
“Imbuto di Roccella”
Nessuna “voce” sui ritardi
relativi alla s.s.106
ILARIO AMMENDOLIA
ERCOLE MACRÌ
C’è un passaggio a pagina tre del nuovo
Programma di Sviluppo del territorio che va da
Punta Stilo a Capo Spartivento, diffuso in settimana (anche su larivieraonline) con toni trionfalistici
dal consigliere regionale Pietro Crinò, dal presidente di Locride Sviluppo Salvatore Galluzzo e dai
consiglieri provinciali Piero Campisi e Alessandra
Polimeno, che impedisce di andare oltre lo stesso
passaggio e innesta, in chi scrive, il preconcetto.
Testualmente, sesto rigo, pagina tre: «… Non compiere gli errori del passato… (in questa direzione,
ndr) l’esperienza di Locride Sviluppo, del Gal
Locride e dell’Associazione dei Comuni potranno
essere di supporto, anche da un punto di vista gestionale, nella fase successiva, in modo tale da poter
inquadrare il contesto di sviluppo che si andrà a delineare, determinato direttamente dal territorio in cui si
opera».
Non riesco a dare credito, per una questione di
rispetto verso me stesso, a un solo altro rigo delle
rimanenti 24 pagine e trequarti. Da tredici anni,
grazie al lavoro che svolgo, ho registrato almeno
una ventina di questi refrain, e oggi, nel 2014, a
pochi giorni dal mio 44esimo compleanno, sono
cronicamente prevenuto rispetto all’intera classe
politica locale e fermamente convinto che né i titolari di quest’ultimo progetto né le tre associazione
di supporto, siano all’altezza di garantire un millimetro di sviluppo e di crescita economica alla
Locride.
Ho pesato con il bilancino dell’orefice decine di
progetti di questi business angels che spuntano dal
basso, siedono nelle istituzioni o nei satelliti bancomat di quest’ultime, senza mai mettere la palla al
centro, battere i pugni sul tavolo, ma solo per strizzare l’occhio fino a somatizzare il tic del cavallo a
briscola.
Patti Territoriali, Pacchetto Locride, Contratto di
programma Riviera dei Gelsomini, BovalinoBagnara, Pit, Distretto Culturale, Paese Albergo,
Metropolitana Leggera, Piano Strategico 2015,
Pisl: patacche mare e monti che, insieme alla
‘ndrangheta, hanno forzatamente ormeggiato un
intero territorio in una cala buia, producendo involuzione, disoccupazione, analfabetismo di massa e
mancanza di fiducia nelle istituzioni. E mentre
l’ennesima patacca sta per essere scodellata a 140
mila abitanti, la Locride segna mezzanotte meno
un quarto.
Allo sviluppo di aree in forte ritardo serve freschezza, perlage nei posti di comando, non l’odore
di muffa di vecchi barrique d’aceto, neppure balsamico.
Per legami familiari vado spesso in Polonia.
Questo paese “lontano” è quello che è cresciuto di
più negli ultimi dieci anni nel vecchio continente.
La classe politica che si è formata sotto le ali
paterne di papa Wojtyla ha fatto rientrare in patria
i migliori giovani professionisti polacchi che si
erano formati negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni, poi gli ha messo attorno i creativi, i ribelli
e gli outsider. In pochi anni hanno smantellato,
licenziato, assunto, messo in discussione tutto
calando sulle scrivanie progetti e sogni, macinando
idee a pieno regime e permettendo alla Polonia di
passare dalla stagnazione alla crescita.
La Calabria, la Locride specialmente, ha urgente
bisogno di un passaggio di consegne. Chi scrive è
certo che se al posto di Salvatore Galluzzo in
Locride Sviluppo ci fosse un manager di origine
calabrese formatosi a Toronto o Sidney, addirittura a Duisburg, oggi, attenderemmo il parto di una
nuova Locride. Ma senza andare molto lontano e
facendo campagna acquisti in casa, se al posto di
Pietro Crinò, la lista “Scopelliti Presidente” avesse
optato per uno come Peppe Fontana e se gli elettori avessero concesso fiducia all’attuale assessore
allo spettacolo del comune di Locri, vivremmo già
in un territorio più fecondo, meno stremato, con
più ambizione, fede e fiducia in se stesso.
Ma Galluzzo e Crinò sono ubiqui, in ogni progetto di sviluppo della Locride sono presenti, contemporaneamente, da venti anni non mollano mai.
Una mia collega di redazione che, non so come, è
riuscita ad arrivare a pagina quattro della nuova
proposta progettuale appena varata, mi ha segnalato che su i trend di sviluppo a lungo e breve
periodo, la data fissata dai redattori per il raggiungimento degli obiettivi a breve termine è il 2012.
Intanto siamo già nel 2014. Ciò significa che il
nuovo progetto che c’è stato scodellato è la fotocopia di un piano precedente o addirittura un copia
incolla di protocolli o idee di sviluppo pensati
altrove.
I proponenti non hanno avuto neppure la voglia di
fare almeno una revisione superficiale della nuova
patacca. Non c’è amore, talento, abilità, originalità,
non c’è niente: l’incompetenza regna sovrana nella
nostra classe dirigente. Comanda il pressappochismo, un terreno fertile per chi predilige la pioggerellina nera, a chiazze, la dispersione maculata dei
fondi, il chilometro zero (mentale) del profondo
sud. La Locride a macchia di leopardo è un territorio vocato a quei finanziamenti che si riducono a
ossi lanciati, dai progettisti della politica, un po’ qui
e un po’ la.
Il futuro a breve, medio, e lungo periodo? Una
rotonda a Samo, uno spartitraffico a Martone, la
mega pista ciclabile da Spartivento a Punta Stilo,
un cinque stelle a Moleti, tradizione e innovazione,
un fotovoltaico a Epizefiri, un’inclusione sociale
secondo don Ciotti, eccellenza, un custode alla
villa romana di Casignana e un’abbondante spremuta d’arancia a 0,7 centesimi al chilo, a dieci se
appartieni a qualcuno.
In bocca al lupo? No, crepino i leopardi.
er gli automobilisti della
Locride l'imbuto stradale di
Roccella diventa un incubo che
si aggiunge ai mille ostacoli da superare per chiunque intende spostarsi
lungo la ss106.
D'estate Roccella è una cortina
impenetrabile di macchine che procedono a passo di uomo con lunghe
ed estenuanti soste. Se poi ti capita
qualche autotreno sei praticamente
perduto. Uno spreco di tempo
immenso, un problema per qualsiasi
ipotesi di una proposta turistica per
la Locride.
Un pericolo, che può rivelarsi fatale,
per chiunque debba raggiungere il
pronto soccorso.
Certamente nessuna colpa hanno i
roccellesi, che, anzi, sono le prime
vittime involontarie delle negligenze
altrui. Un esperto mi spiegava che, in
termine di inquinamento, soprattutto, d'estate, è come se Roccella ospitasse ventimila fumatori, tutti contemporaneamente con la sigaretta
accesa.
Una immensa nuvola di fumo che si
alza dalla ss 106 verso il castello e il
borgo, ricadendo a pioggia su tutta
la cittadina jonica. In questo caso,
ovviamente, ad inquinare non è il
tabacco ma il fumo di scarico, diverso, ma altrettanto tossico.
Eppure da tempo immemore i
cantieri sono potenzialmente aperti.
Mille volte è stata annunciata la conclusione dei lavori e mille volte le
attese sono andate deluse.
Un fiume di soldi è stato già speso
sulle argille che da Marina di
Caulonia si dipartono aggirando
Roccellla da nord e se ne sono anche
perse le tracce.
Alcuni lavori realizzati sono già vecchi, altri hanno bisogno di adeguamento prima ancora che una sola
macchina abbia percorso il tratto
stradale di cui stiamo parlando.
Questa strada diventa simbolo del
fallimento di una classe politica,
soprattutto e innanzitutto, regionale
e dei parlamentari nazionali. Una
dimostrazione della mancanza di
autorevolezza, di competenze, di
tenacia, di serietà, di impegno.
Un attestato di inutilità di questa
politica parolaia e inconcludente.
Chiunque
attraversi
Roccella,
P
guardando verso la collina, vede quel
serpente stradale, finora inutile, che
si adagia immobile come un pachiderma.
La nostra è terra di incompiute.
Terra in cui un'opera pubblica inizia
senza mai concludersi, anzi diventa
un bancomat per rendite scisse dai
lavori realmente effettuati.
Questa incompiuta fotografa bene
una situazione drammatica.
Un atteggiamento rassegnato non
aiuta. Una delega ad altri sarebbe
inutile.
È un problema che ci riguarda da
vicino come cittadini della Locride
soprattutto se un giorno decidessimo
di diventare protagonisti del nostro
destino.
Molti di noi ci hanno creduto e tentato ma le forze della conservazione e
dell'immobilismo passano prontamente al contrattacco riportando
tutto al punto di partenza.
Ho letto il poderoso documento presentato come “piano di sviluppo
della Locride”, primo firmatario il
consigliere regionale Pietro Crinò,
reduce dall'approvazione di un bilancio regionale di colore pesantemente
grigio e di cui abbiamo già parlato.
Ovviamente mi riservo, se ne avrò le
capacità, di entrare nel merito del
documento in un prossimo numero
del giornale.
Per ora mi limito ad osservare che la
Regione sul problema che stiamo
trattando, - i gravi ritardi sui lavori
della 106 -non ha fatto sentire la propria voce, se qualcuno ha parlato la
voce è stata a tal punto flebile da
perdersi tra il fumo degli scarichi.
Tutto sommato niente di drammatico
Se non sbaglio, qualche tempo fa,
hanno finanziato la metropolitana
veloce di superficie tra Rende e
Cosenza.
In Calabria le opere pubbliche non
obbediscono ad una programmazione, tutto è affidato alla forza
contrattuale di chi gestisce il potere.
Un modo rovinoso di gestire il territorio.
Comunque, i cosentini proveranno il
brio della velocità. Noi ci muoviamo
recuperando la lentezza così, pur utilizzando l'auto potremo ammirare le
nostre bellezze paesaggistiche come i
nostri nonni che andavano sulla
groppa all'asino.
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9
Ai nastri di partenza la seconda edizione
del CLEMENTINE DAYe
del WEEK END DEL CLEMENTINE 2014
Da venerdì 17 a domenica 19 gennaio il Clementine sarà protagonista
Al via la seconda edizione del Week-end
del Clementine dal 17 al 19 gennaio e del
Clementine Day previsto per sabato 18
gennaio, promossi dall’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Reggio
Calabria e dall’associazione culturale
“Calabria & Calabresi”. L’evento, ricco di
tematiche volte alla valorizzazione dell’agrumicoltura di qualità, quest’anno punta
principalmente sugli aspetti della nutrizione e della gastronomia. “L’iniziativa
giunge alla seconda edizione ed è ancora
più ampia in termini di contenuti e di attività programmate, finalizzate a coinvolgere la filiera fino alla componente della
trasformazione agroalimentare e della
offerta gastronomica oltre che a stimolare la componente del turismo rurale e
culturale alla quale le nostre produzioni
sono fortemente connesse” sostiene
Gaetano Rao, assessore provinciale all’agricoltura e produttore agricolo, secondo
il quale “In maniera innovativa e originale, l’evento vuole attirare l’attenzione su
un prodotto tipico la cui ottima qualità
viene riconosciuta dalla grande distribuzione italiana in genere“. “Il clementine
ottenuto dagli agrumeti della Piana e
della Locride – prosegue l’assessore Rao
- può costituire un valido prodotto a
sostegno del reddito agricolo provinciale.
Oltre che il prodotto fresco, i derivati ed
i prodotti a base di clementine ottenuti in
tutta la Calabria, costituiscono fattori
economici dalla grande potenzialità e per
questo vogliamo che continuino ad essere presenti e ad essere valorizzati durante il Week end del clementine”. Tre giorni in cui il Clementine, prodotto identita-
A sx. l’assessore provinciale
Gaetano Rao; in alto una
pianta di clementini, in basso
gli agrumi calabresi in
esposizione al Clementine
day.
rio del territorio provinciale, sarà protagonista indiscusso. Si inizia Venerdì 17
gennaio con “Clementine a scuola”.
Presso la scuola media “ScopellitiGreen” di Rosarno verrà presentato
“Cuore di Clementine: cento sfumature
di arancio” il concorso scolastico di giornalismo ed arti figurative sulla filiera
agrumicola e delle clementine, la cui premiazione avverrà il 31 gennaio prossimo.
Nella stessa mattinata dopo la presentazione
del
concorso
a
cura
dell’Associazione “Calabria & Calabresi”
ed alla presenza dell’assessore Rao, sarà
la volta di “La scuola in filiera” con gli
studenti in visita agli stabilimenti di lavorazione delle clementine. Sabato 18 gennaio sarà la volta del “Clementine Day”:
presso l’Hotel Vittoria di Rosarno si terrà
il talk-show condotto da Anna Aloi (protagonista della fortunata trasmissione
culinaria “A casa tua” in onda su Video
Calabria) e successivamente il cocktailshow ed il cooking-show. Durante il talkshow si approfondiranno varie tematiche
di settore, anche con il contributo dei
rappresentanti delle istituzioni, dei rappresentanti delle associazioni di categoria, dell’Ordine degli agronomi, delle OP
presenti. In particolare sono previsti i
saluti del presidente della Provincia
Giuseppe Raffa, l’intervento della naturopata Patrizia Pellegrini su “Clementine
a tavola: virtù nutrizionali e terapeutiche
nel pasto”, il contributo dell’imprenditrice agricola Giovanna Frisina di “Terre di
Zoè” con un intervento specifico su
“Innovazione di prodotto: il succo di clementine”, mentre si parlerà di
“Gastronomia di eccellenza con i prodotti identitari” con Francesco Sculli, ristoratore stellato della Guida Michelin; non
potrà
mancare
l’aspetto
della
“Agrumicoltura e solidarietà” affrontato
da Don Pino de Masi dell’Associazione
“Libera”. Le conclusioni sono affidate
all’assessore provinciale Gaetano Rao.
Contestualmente si terrà l’esposizione e
la degustazione dei prodotti a base di clementine: marmellate, dolciumi, succhi,
cocktail. E per questi ultimi ci penserà
Francesco Ciccone capo barman del
Gruppo Caminiti, con il suo cocktailshow. A dimostrare che le clementine
possono essere utilizzate per tutte le pietanze, sarà l’abilità del noto chef executive Enzo Cannatà nel suo cooking-show:
in diretta, coadiuvato da Anna Aloi, presenterà e realizzerà un menu completo a
base di clementine. Domenica 19 gennaio
infine sarà la volta di “Clementine in
tour” organizzato da Ecotouring Costa
Viola al fine di coinvolgere anche il comparto turistico legato all’agricoltura ed
alle tipicità: visita guidata presso “i luoghi
del clementine” e gli stabilimenti di lavorazione, pranzo tipico a tema e visita agli
scavi archeologici di Rosarno, l’antica
Medma. Contestualmente dalle 9,30 alle
13,00 presso il Palazzetto dello Sport di
Rosarno si terrà “Clementine in piazza”:
”Clementine Game – I colori della salute” con animazione a tema per bambini e
“Clementinexpo” piccola mostra delle
varietà di Clementine e degustazioni.
Tutto il programma del “Week-end del
clementine” è disponibile sul sito
www.clementineday.it.
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Le rivelazioni
chock
del pentito
Belnome
Faida dei boschi
È il collaboratore di giustizia
Antonino Belnome che riferisce ai
magistrati della procura distrettuale di Reggio Calabria le motivazioni di ‘ndrangheta che stanno
dietro all’omicidio di Damiano
Vallelunga, il presunto boss capo
della locale di Serra San Bruno,
ucciso il 27 settembre 2009 nei
pressi del santuario dei santi
Cosimo e Damiano di Riace.
Belnome ha raccontato la lunga
gestazione e la preparazione che
aveva dato luogo ad alcuni tentativi non riusciti cui aveva partecipato personalmente tra i mesi di
luglio e agosto 2009.
“Ci sono stati vari tentativi per
uccidere Damiano (Vallelunga),
finché io ero giù e non fu ammazzato perché c’era il bambino in
macchina quando c’ero io”. Ha
dichiarato Belnome, che in precedenza aveva raccontato ai pm reggini: “La prima riunione sopra
Damiano Vallelunga è stata fatta a
casa di Gianni Vallelonga (che
sarà ucciso nell’aprire del 2010 a
Stilo), mentre mangiavamo a casa
di Gianni quindi, uscimmo fuori
dalla sua abitazione e ci misimo a
parlare, di cui eravamo io,
Salvatore P., Gianni Vallelonga, i
figli, Cosimo L., Andrea R. e si
parlò appositamente di queste
problematiche che aveva Gianni
col cugino e volevano portarsi
Gianni, che avendo Gianni da
questa parte, fughe di notizie una
cosa o un’altra era, l’obiettivo è
molto più facile, ed io ho partecipato anche agli appostamenti, no
ai sopralluoghi agli appostamenti”. Nello stesso verbale di dichiarazioni del 17 marzo 2011
Viaggi Dalla Svizzera
alla Locride in camper
Il loro camper è rimasto parcheggiato per dieci giorni sul lungomare di
Ardore. Era il camper di Verena e
Konrad Läderach, marito e moglie,
64 e 69 anni, di Riedtwill, Svizzera
tedesca, vicino Berna. Per dieci
giorni, ogni mattina, hanno guardato
sorgere il sole dello Jonio, al caldo
della loro casa a quattro ruote. E
così, aurora dopo aurora, questi due
pensionati che adesso dedicano la
loro vita a girare per il mondo
accompagnati da uno splendido
labrador nero, si sono innamorati di
questa parte della Locride, già decisi
a muoversi verso Stilo, per visitare la
Cattolica bizantina. Poi spostarsi a
Roccella e ammirare la Madonna
delle Grazie e ancora più su, verso
Catanzaro, passando per Caulonia e
Monasterace.
«Viaggiare in camper ci piace molto
– ci racconta Konrad, ex direttore di
banca che parla un italiano sufficiente a capire e farsi capire senza
perdere troppo tempo – anche se
d’inverno, quando ci fermiamo, c’è
molta umidità. Il pannello solare
assorbe poca luce del sole e il riscaldamento è scarso». La domanda,
Una coppia di
pensionati si è
innamorata di questa
parte della Calabria
guardando sorgere il
sole dello Jonio
mangiando insieme un piatto di rigatoni con le polpette che divorano
come fosse l’ultimo pasto della vita,
nasce spontanea: perché qui nella
Locride? «Ci piace molto viaggiare e
andare in ogni posto. Non potevamo
certo scartare questa parte
dell’Italia. Qui in Calabria ci è piaciuto soprattutto il carattere delle persone, la loro capacità di accogliere
tutti». Quando siete partiti avete
pensato alla mafia? «Nemmeno una
volta».
Belnome sottoscrive: “l’hanno
decisa Vincenzo G., Andrea R. e
Cosimo L., hanno deciso che
Vallelunga andava posato”.
Secondo il collaboratore il mandato sarebbe stato eseguito da
persone di fiducia dei tre presunti
capi bastone. Per la procura
distrettuale le prove della partecipazione al delitto del presunto
boss dei viperari incastrerebbero
Angelo Natale Misiti e Andrea
Sotira. Per il secondo il processo è
in corso dinanzi alla Corte d’assise
di Locri, invece il 43enne Misiti è
stato condannato all’ergastolo in
abbreviato nei giorni scorsi, sebbene l’imputato si è sempre
dichiarato innocente.
In abbreviato è caduta per
Cosimo Franzè e Luigi Vallelonga
la pesante contestazione di essere
stati, a vario titolo, tra i presunti
mandanti ed organizzatori del
delitto Vallelunga. Per i due imputati il pm Sara Ombra aveva chiesto l’ergastolo, ma il giudice
Laganà ha ritenuto di doverli condannare a 8 anni di reclusione per
il reato di associazione mafiosa.
Per lo stesso reato associativo
sono stati condannati nel filone
dell’abbreviato del processo
“Faida dei boschi” anche
Domenico Ruga a 6 anni e 8 mesi;
Bruno Vallelonga (cl. 68), a 6 anni
e 4 mesi; Renato Comito a 6 anni;
Vincenzo Franzé a 4 anni e 8 mesi;
e il collaboratore di giustizia
Michael Panajia a 2 anni e 8 mesi.
Unico imputato assolto è stato
Piero Vallelonga, difeso dagli
avvocati Antonio Speziale e
Giuseppe Gervasi.
LR
Mons.
Bregantini in
visita nella
Locride
10
Il collaboratore di
giustizia riferisce
ai magistrati della
procura
distrettuale di
Reggio Calabria le
motivazioni di
‘ndrangheta che
stanno dietro
all’omicidio di
Damiano
Vallelunga, il
presunto boss capo
della locale di Serra
San Bruno, ucciso il
27 settembre 2009
nei pressi del
santuario dei santi
Cosimo e Damiano
di Riace.
La Locride si prepara ad un grande
evento. Inaspettato, in un momento di
sede vacante, in cui tutta la diocesi
attende il nome del nuovo pastore… Il
ritorno di Sua Eccellenza Mons.
GianCarlo Bregantini, già vescovo di
Locri dal 1994 al 2007, ora vescovo a
Campobasso, sta suscitando già in
queste ore domande riguardo la nomina
del successore di padre Giuseppe
Morosini, promosso nel mese di settembre alla diocesi di Reggio Calabria-Bova.
La visita di mons. Bregantini, curata dall'amministratore don Cornelio
Femia e dei suoi collaboratori e collaboratrici, sarà concentrata nella
giornata di giovedì 16 gennaio. La comunità si prepara ad accogliere il
pastore che verrà in visita prima alla inauguranda Caritas Diocesana.
Seguiranno una serie di saluti nella diocesi. Dalle ore 16 un pomeriggio di riflessione e preghiera con mons. Bregantini, al Piccolo Eremo
delle Querce in Santa Maria di Crochi - Caulonia. Tema dell'incontro:
“La gioia d'evangelizzare nella Locride: una Chiesa con le porte
aperte”. In serata l'arcivescovo Bregantini presiederà il 25° di
Professione Religiosa di suor Rossana Leone e il 40° di Professione
Religiosa di suor Renata Bozzetto.
RIVIERA
ANTONIO TASSONE
“In questo decennio si è lavorato tanto
per abbattere il “campanilismo” tra
Siderno e Locri perché continuare a
riproporlo? È bastata questa domanda al sindaco Calabrese posta sul
social network e si è scatenato un
dibattito, riteniamo interessante, che
è servito anche per stimolare un'importante riflessione collettiva. Siamo
andati allora a trovare il sindaco
Calabrese per rivolgergli alcune
domande :
Sindaco Calabrese, siete contenti
delle manifestazioni natalizie e
soprattutto, visto le difficoltà economiche che esistono in tutti gli enti, da
dove sono giunte le risorse economiche per poter proporre ai cittadini
questi spettacoli?
Siamo abbastanza soddisfatti per l'esito di queste manifestazioni. Il consenso ci è stato manifestato da più parti.
Non è facile realizzare eventi pubblici
per giunta all'aperto con una presenza
massiccia e costante di tante persone.
Le spese sono state minime per l'ente
e abbiamo avuto una sponsorizzazione
di circa 8 mila euro dalla Provincia che
ha coperto quasi tutti i costi della
manifestazione
Lei ritiene che la presunta “primazia”
della città di Locri rispetto agli altri
comuni del territorio possa davvero
portare in concreto a dei benefici comprensoriali e non localizzati?
Sono un sindaco che da pochi mesi
governa questa città e sono compiaciuto per i risultati ottenuti. Direi che
è legittimo da parte mia esprimere
soddisfazione.
Chiarisco a tutti però che io ho sempre
ragionato nell'ottica dello sviluppo
comprensoriale. Ho sempre pensato
ad una città unica. Sono maturi i
tempi per cui, ad esempio, Locri,
Siderno, Marina di Gioiosa possono
approfittare di questa nuova arteria
della statale 106 iniziando così a
ragionare insieme e pensare alla formazione di una “città unica”. Se
vogliamo avere più “potere contrattuale” all'interno della possibile città
metropolitana (se si farà) o della provincia di Reggio Calabria sarà obbligatorio iniziare a ragionare assieme
senza divisioni ma con un unico
comune denominatore ossia lo sviluppo socio-economico di quest'area
“depressa”.
Attualmente che differenze nota tra
Siderno e Locri?
Siderno e Locri sono sempre state due
città diverse. Sono rimaste separate
per anni ed hanno delle caratteristiche
e vocazioni diverse. In passato non mi
pare ci sia mai stato nessun invito serio
ed apprezzabile per farle dialogare.
Visti i tempi ritengo che sia ormai inevitabile che si inizi a dialogare anche in
prospettiva di una possibile e futura
conurbazione per questa ragione ho
apprezzato moltissimo l'iniziativa della
“Riviera” di quest'estate dove si è parlato di possibili sinergie future tra le
due città.
Guardiamo al mondo della pubblica
istruzione, qual è la situazione degli
istituti scolastici di Siderno e Locri?
Conosco bene la situazione perché
sono stato per un anno l'assessore pro-
vinciale alla pubblica istruzione. Sia
Siderno che a Locri esistono ottime
strutture ma anche altre da rivedere.
A Siderno, ad esempio, ci sono scuole
sovradimensionate mentre a Locri ci
sono edifici scolastici ancora fatiscenti.
Da politico non farei tanta differenza
se la scuola si trova a Siderno o Locri,
ormai le distanze sono minime, ma
punterei tutto sulla qualità dell'offerta
formativa in quanto bisognerebbe
mettere lo studente e le famiglie nelle
condizioni di poter scegliere serenamente. Non ha senso per me tenere un
liceo scientifico a Locri, uno a Gioiosa
Jonica, uno a Roccella, uno a
Bovalino. Non si può ragionare in
questi termini, convinti che la scuola
possa portare economia per il singolo
paese, secondo me, per scuola di qualità deve intendersi la “struttura” non i
“campanili”. Vorrei ricordare che, ad
esempio, a Siderno ci sono scuole di
proprietà mentre a Locri ancora si
pagano i fitti. È vero che la Provincia
ha previsto la realizzazione del nuovo
istituto professionale e alberghiero ma
per completarli passeranno anni. Poi
penso a Siderno e a quella enorme
struttura dell'Itc “Marconi” dove, di
fatto, non ci sono studenti e mi viene
“tristezza”. Stesso dicasi per Marina di
Gioiosa e l'istituto tecnico per il turismo “Umberto Zanotti Bianco” che
attualmente si trova davvero in condizioni precarie
Parliamo dell'ospedale di Locri?
Io lo chiamerei l'ospedale della
Locride, non solo di Locri, perché
riguarda tutto il comprensorio. La
situazione è drammatica. Da parte
della politica non c'è mai stata la giusta
attenzione. Non viene fatto nulla, i
reparti vengono chiusi o stanno chiudendo, manca l'attrezzatura necessaria. È vero che l'ospedale di Siderno
verrà trasformato in “Casa della salute” ma è anche vero che per me si tratta solo di uno spot e nient'altro.
Ma la Casa della salute l'ha ideata il
suo amico Scopelliti?
Non m'interessa chi l'ha ideata. Ho
sempre detto pubblicamente che noi
sulla sanità non faremo sconti a nessuno. Non possiamo privare i nostri cittadini di servizi sanitari adeguati, qualificati, all'avanguardia perché vivendo
in un posto isolato come questo se ci
viene meno la sanità ci viene meno
tutto. Il desiderio della gente è avere
in primis lavoro e sanità e noi dobbiamo lottare tutti quanti per difendere i
diritti dei nostri cittadini
Si sente abbandonato dalla Regione o
dalla Provincia?
Assolutamente no. Io ho contatti frequenti e costanti con la Regione e la
Provincia. Anche loro hanno difficoltà di natura economica e non è facile gestire la “cosa pubblica” in un
momento di congiuntura negativa
come quello attuale. Ci dovrebbe essere un maggiore confronto per cercare
di risolvere i problemi dei territori dal
basso. Non mi sembra ci sia mai stato
per la Locride un grande progetto di
sviluppo. Dopo l'omicidio Fortugno, ci
sono state tante chiacchiere, tante
promesse, ma di fatti concreti ben
pochi. Anche a Locri abbiamo realizzato delle cose, abbiamo investito
nelle scuole, anche se momentanea-
Siderno
e
Locri?
L’intervista
a Giovanni Calabrese
«Vocazioni
diverse,
dialogo
comune»
SETTIMANALE
«
Secondo me, con le nuove norme
www.larivieraonline.com DOMENICA 12 GENNAIO
»
della finanziaria, il dissesto
potrebbe ancora essere evitato.
mente i lavori sono bloccati dal
Patto di stabilità, di fatto, però, quella grande idea di sviluppo e occupazione non si è mai realizzata.
Cosa pensa della “vacanza” della
Diocesi?
Io e il sindaco di Gerace ci siamo
mossi per avere notizie. La nomina,
da quello che sappiamo, dovrebbe
esserci a breve. La gente ha bisogno
di una guida ferma e stabile. Ma
voglio ricordare che non spetta ai
capi spirituali delle diocesi il compito di sostituirsi alla politica come
hanno fatto in un passato recente
alcuni vescovi attuando un'evidente
“invasione di campo”.
Cosa ne pensa dell’Assocomuni
Locride?
Siamo stati contattati un paio di
volte per partecipare a delle assemblee ma non si è mai raggiunto il
numero legale. Non c'è grande interesse verso l'associazione. Sul rinnovo delle cariche del Consorzio
“Locride Ambiente” abbiamo
espresso la nostra idea di cambiamento dando così la possibilità a dei
giovani di essere nominati all'interno del consiglio d'amministrazione e
stiamo attendendo risposta da parte
degli attuali responsabili, ma, detto
tra noi, non ho notato voglia di cambiamento e questo è un peccato.
Il dissesto a Siderno?
Secondo me, con le nuove norme
della finanziaria, il dissesto potrebbe ancora essere evitato. Auspico
che a Siderno ci siano delle forze
politiche che possano continuare a
dialogare con i commissari. Noi a
Locri abbiamo fatto di tutto per evitare il dissesto e lo abbiamo fatto
come consiglieri d'opposizione con
un'attenzione frenetica e costante. Il
dissesto rappresenta la morte di una
città.
Qual è la situazione del comune di
Locri dal punto di vista economico?
Il comune di Locri, con il pre-dissesto, la procedura e la nuova normativa, sta respirando. Abbiamo pagato diversi debiti, stiamo rispettando
il piano di rientro , l'abbiamo modificato, stiamo lavorando sulla riduzione del personale attraverso i prepensionamenti e stiamo utilizzando
tutti gli strumenti normativi (che
sono tanti) per evitare il dissesto.
Le risulta che il comune di Locri
debba ancora versare delle somme
cospicue al comune di Siderno per i
servizi relativi alla depurazione ?
Cercheremo di andare a sanare
tutte le situazioni debitorie così
come anche altri comuni dovranno
fare con noi. Le ribalto però la
domanda: 1) per la gestione del
Tribunale ci dobbiamo fare carico
noi come A.C. pagando fitti e
quant'altro e, solo successivamente,
lo Stato ci rimborsa il 60% circa; 2)
l'A.S.P. di Reggio Calabria, per
l’Ospedale, ci deve versare ancora
circa 5 milioni di euro per canoni
idrici e raccolta rifiuti. È giusto,
secondo lei, che di questi servizi se
ne debba fare carico solo il comune
di Locri considerato che sia il
Tribunale che l'ospedale sono delle
strutture che servono tutto il territorio? Secondo me non è giusto, ecco
perché sostengo con forza che
ormai bisogna ragionare in termini
di servizi territoriali.
È evidente che noi siamo una grande città divisa in quartieri che non
dialogano tra di loro. Se riuscissimo
a costruire una grande città ragionando in termini diversi rispetto al
passato usciremmo da questa situazione.
Abbiamo ancora la possibilità di
poter cambiare facendo diventare la
Locride una piccola “isola felice”.
L'obiettivo si può raggiungere, negli
ultimi 5-10 anni il mondo è cambiato in modo positivo e oggi bisogna
fare un salto di qualità. Gioiosa
Jonica è cresciuta grazie alla nuova
106, Siderno è ulteriormente cresciuta commercialmente ma se
ancora stiamo qui a parlare di “pista
ciclabile” e “lungomare unico”
oppure ad un fantascientifico “progetto Locride” come quello presentato da Crinò ed altri , mi pare si
stia perdendo solo tempo
Come vede questo “sistema
Locride” presentato da Crinò,
Galluzzo, Polimeno e Campisi?
È una loro idea e se la tengono. Io
dico che quando si presenta un'idea
la si deve condividere con tutti gli
attori del territorio, con la politica,
con le associazioni, con tutti i club
service. Nel caso specifico non mi
pare sia stato attuato nessun tipo di
questo lavoro propedeutico
Eppure l'area politica è di centrodestra?
Per me oggi non esiste area politica
Lei è più sulle posizioni di Scopelliti
o di Alfano?
Mi piace fare il sindaco di Locri.
Sono vicino Scopelliti che mi ha
voluto anche nell'esecutivo provinciale. Stimo molto anche Giuseppe
Raffa. Ritengo però che il centrodestra debba essere ricostruito di
sana pianta. Lo “show berlusconiano” è finito, il problema vero rimane agli amministratori che debbono
quotidianamente misurarsi con una
serie di pesanti incombenze. Il dato
che dovrebbe far riflettere tutti
quanti è l'astensionismo al voto.
Sono maturi i tempi per cui,
ad esempio, Locri, Siderno,
Marina di Gioiosa possono
approfittare di questa nuova
arteria della statale 106
iniziando così a ragionare
insieme e pensare alla
formazione di una “città
unica”
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RIVIERA
La voce
del mare
L’ANGOLO DI PARELLO
Camminavo distratto, come al solito , e pensieroso sul lungomare di Siderno. Ad un tratto sentii una voce che mi chiamava. Era il mare. Subito mi chiese: "Come stai Franco?""Male, anzi malissimo, hai visto come hai ridotto il lungomare? E adesso dove vado a passeggiare?"-" Ascolta Franco, io non ho fatto volutamente nulla; quello che é accaduto non
é dipeso dalla mia volontà ma é scaturito dalla mia esigenza di avere, a volte, un po' di spazio in più di quello che voi uomini mi lasciate..."-"Allora per il futuro posso stare tranquillo che tutto questo non accadrà più?"-"Questo, Franco, non lo so ma io per primo spero
che non si verifichi mai più.....!!!"
Franco Parrello
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SPAZIO AI LETTORI
A proposito dell'aumento
aliquota IMUsulla
Prima Casa a Bruzzano
EX AMMINISTRATORI
ROSA MARRAPODI
Pensavamo, a Bruzzano Zeffirio, di aver
pagato abbastanza in tasse per debiti
comunali, tutti contratti dalle varie amministrazioni, che almeno erano espressione,
buona o cattiva, di democrazia e non, quindi, “abusive”. Debiti sfociati in dissesto
miliardario, deliberato nel 1989 e definito
negli anni novanta, durante il mio primo
mandato di sindaco. Allora, la grave situazione debitoria ha alleggerito per parecchi
anni le tasche dei cittadini, tanto attoniti ed
inferociti quanto incolpevoli e disinformati.
Scappati dal Comune i responsabili dello
scempio, ho ereditato il non facile compito
di mandare ad effetto i provvedimenti
punitivi contenuti nel Decreto del
Ministro degli Interni, come conseguenza
della bancarotta provocata e dichiarata;
gravi più di tutti quelli concernenti il costo
del servizio idrico e dei rifiuti solidi urbani,
applicato ai massimi livelli tariffari, come
imposto dal medesimo Decreto, che, tuttavia, andava applicato!
Non dimenticherò mai le grida di una
signora, che pure era stata sostenitrice di
quelle amministrazioni, venuta al comune
a protestare per le bollette salate che si era
viste arrivare. E ricordo, anche, che, a
debiti pagati, arrivarono nel 1996 le prime
dimissioni da parte di sei attenti consiglieri, che ho dovuto surrogare. Corsi storici
paesani di vichiana memoria! Ma veniamo
ai “ricorsi storici “ attuali, a quella politica
bruzzanese che politica non è, in quanto
coacervo del “potiri rerum“, di cui abbiamo ripetutamente detto. Detti amministratori, nell'arco di due mandati consecutivi, con minoranza fittizia, hanno contrat-
L’ex sindaco di
Bruzzano parla
dei debiti
dell’ente e delle
gravosi tributi
imposti ai suoi
concittadini
to così tanti debiti da essere sulla soglia di
una nuova dichiarazione di dissesto, come
la nota della Corte dei Conti n. 183/2012
appalesa.
“Haec reperita non iuvant“ ai poveri cittadini, orfani di reale rappresentanza in
seno al Consiglio comunale, secondo
legge e civiltà! E, così, in conseguenza del
nuovo scempio economico e prelievi dalle
tasche di una comunità povera, fatta di
pensionati. Di contro, solo per guardare
ai nostri comuni limitrofi, Brancaleone,
ad esempio, non solo non ha aumentato
l'aliquota Imu, ma l'ha finanziario, i governanti di Bruzzano hanno aumentato l'aliquota Imu sulla prima casa con gravi
completamente azzerata. Ora ci chiediamo, da cittadini e da forzati ex-amministratori, con un Comune completamente
ripianato e pareggiato, come si sia arrivati sulla via dello scasso? In modo semplice. Ossia, semplicemente agendo secondo
in modo dissennato ed interessato. In un
Comune di circa novecento anime è stato
Spedizioni fantasma
Siderno: Il servizio pubblico non è sempre
il peggiore. Ne è la dimostrazione un
corriere privato di Siderno. Una nostra
lettrice infatti ha pensato che vista la
lentezza di consegna delle Poste italiane
con l'azienda privata sarebbe riuscita a
spedire un pacco e a farlo arrivare in
tempi brevi. E invece la scatola ben
imballata non è mai partita dall'ufficio del
corriere, anzi è stato riconsegnato in
queste condizioni (foto).
instaurato un sistema amministrativo
comunale dispendioso quanto inutile e
clientelare: quattro capiarea (tecnica,
contabile, amministrativa, vigilanza) e fors'anche, come per il passato (1998/2002)
la segreteria generale, quando un facente
funzione per tutti sarebbe anche troppo.
l'aumento a tutti i costi del già numeroso
personale ed ora, con l'acqua alla gola,
divisi ma salvi, in convenzione con altri
comuni; rette in beneficenza per assistiti
in Villa Salus; opere pubbliche mirate e
realizzate a debito con la Cassa Depositi
e Prestiti e soldi sottratti alle reali esigenze cittadine. Una sintesi stringata solo per
dare un'idea dello scempio di denaro pubblico messo in atto dagli “ abusivi “ in otto
anni di indisturbata gestione. Ma se i pensionati di Bruzzano debbono pagare la
maggiorazione Imu sulla prima casa, ci
chiediamo perché la Società s.r.l. di Villa
Salus, casa di riposo ricadente nel nostro
territorio, non ne dovrebbe pagare l'Imu
(ci serviamo del condizionale per ovvi
motivi, perché sembrerebbe che, per
qualche arcano mistero, Villa Salus
dovrebbe esserne esente). Noi riteniamo
si tratti di dicerie dei soliti maldicenti, ma,
se così dovesse essere, per i cittadini, al
danno (320.000 euro per la strada attigua)
si aggiungerebbe la beffa. Ad onor del
vero, mi impegno a dare smentita o conferma non appena avrò acquisito dati
certi.
Pensando ai sacrifici fatti da tutti i cittadini per risanare le casse comunali, sconfortati, non ci resta che ribadire quel veritiero aforisma, che un mio caro vicino di
casa spesso mi diceva: Signura, “U peju è
sempri arretu!”.
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BRIGANTI
Nu luttu chi ‘ndi
portamu nto cori
BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO
Bona dominica cari lettori compatrioti. Sta
simana mi tocca u parru i n'argomentu assai tristi pa' storia i l'unità d'Itaglia e da' maledizioni
chi 'ndi mandaru cca nui, però è necessariu ma'
cuntu, pecchì certi così non si ponnu mmucciari,
'ndannu u vidunu a luci traditi e tradituri. Era
nu friddu 3 gennaiu du 1862 'nta nu paesinu du
trapanesi: Castellammare del Golfo, ed era na
jornata accussi fridda ca tanti sa' ricordanu pe'
motivi chi 'ngelanu u cori. 'Ndaviti u sapiti ca era
già n'annu ca i piemontisi 'ndavianu invasu u territoriu nostru pemmu portanu “a libertà e a
civiltà” e una di primi cosi chi ficiru fu u mentunu a leva obbligatoria, ma non i n'annu… ben 7!
E siccomu prima i tandu sta fisserìa non esistìa,
eccu ca i giuvani si ribellaru pemmu u sfuggiunu
a sta leggi ingiusta, e assaltaru a caserma. U
generali Quintini (famosu 'nta chigli tempi pe'
crudeltà!) , lestu e sbrigativu, mandau nu plotoni d'esecuzioni pemmu pigghia i rivoltosi e mu
riporta a disciplina. E mo viditi chi giustizia
esemplari! I giuvani sa' fujiru
tutti 'nte montagni vicini, e cu restau 'nto
paisi furunu i soliti sbenturati chi
non potìanu
fujìri,
ed
eranu sei paisani tra cui
na fimmina i
50 anni e u
previti
du
paìsi chi 'nci
dava ospitalità. I sordati
sentìru 'nte vicinanzi nu piantu i
cocchiùnu e jiru u
vidunu cu era: era
Angelina Romano. Na pericolosa brigantessa
assassina? Ebbene forzi si 'ndeppiru a cupundìri, tutti ponnu sbagghiari… sulu ca Angelina era
na figghiola i 9 anni, chi ciangìa chiamandu a
mammisa, e non trovandola si 'mmucciau in
attesa u scampa o' periculu. Cu sapi chi schiantu chi 'ndeppiru sti poveri sordati quandu a vittiru! E a cchiapparu i forza, a misiru o' muru e a
fucilaru cu l'accusa ca aiutava i fuggitivi, e quindi era na briganti. Angelina Romano di 9 anni è
una dì cchiu picciuli vittimi da barbarie itagliana,
chi macchiàu l'onuri i na figghiola cu l'accusa i
brigantaggiu, e macchiandu ad'iglia macchiaru a
tutti chigli fuggitivi chi tentaru na resistenza cuntra u stranieru pemmu difendunu a terra natìa e
a genti sua. 'Ndi macchiaru a tutti nui a seguire,
pecchì, non è bberu ca chista è terra i briganti?
Accussì si leji 'nte libri i scola du regime itaglianu, ca cchiù sutta i Roma 'ndavìa i briganti.
Certu, si cuntamu puru Angelina simu tutti na
massa i gentaglia cu a malavita 'nto sangu. Non
è accussì chi 'ndi dinnu? E nui 'nci cridimma!
Sapiti chi vi dicu? Ca è ura u cangiamu u nomi
da via i chigliu randissimu cornutu i Caribbardu,
assassinu e stupratori, e mu mentimu “Angelina
Romano, morta a 9 anni vittima della barbarie
piemontese”!
Idella
malvagi
Criminalità
Siderno violenta
notte
Non sono picciotti della 'ndrangheta
né delinquenti professionisti. I
giovani violenti della nuova
generazione sono cloni, cani sciolti
gonfi d'odio. E di notte stanno
terrorizzando la città.
STEFANO MARZETTI
on sono picciotti della 'ndrangheta.
Non sono delinquenti professionisti. Sono cloni, ibridi cani sciolti,
sciacalli gonfi d'odio, decisi a causare dolore, in cerca di sangue. Il loro territorio di caccia è la società, quella di cui non
si sentono parte, che non vogliono.
Giovanissimi. Alcuni solo quattordicenni,
guidati da leader altrettanto in erba, tra i
diciotto e i trent'anni al massimo. Detestano
il prossimo. E i loro coetanei in particolare,
quelli che al contrario s'impegnano per
costruirsi un futuro proficuo e benevolo. E
rappresentano una repellente controparte.
Al contrario della quale i cloni stanno seminando il terrore a Siderno e nel territorio
limitrofo. Ultime notizie: nella notte tra il 30
e 31 dicembre scorsi, indiscrezioni che con le
ore sono divenute certezze, hanno svelato lo
stupro di una ragazza minorenne sul lungomare cittadino, a una traversa dal corso
principale. Un caso agghiacciante per una
città che da qualche anno, con la mafia locale in pausa di riflessione, tenta di sembrare
più civile. E ancora, di qualche giorno fa, il
barbaro pestaggio subìto da padre e figlio,
dopo un banale diverbio all'interno di un
locale, sempre in pieno centro. E poi auto
danneggiate, sassaiole, lampadine di lampioni infrante, per limitarsi all'ordinaria
amministrazione.
Sono i giovani e nuovi selvaggi della notte,
perché è col buio che si aggirano per le strade di Siderno, celati dalle ombre. Lattine di
birra e bottiglie di vino in mano. Ubriachi.
Dosi di cocaina e pasticche di anfetamine,
sempre più a buon mercato. In tasca, pronte
da utilizzare o da smerciare. Oppure già in
circolo nel sangue. Sballati. Ancor più violenti di quando si sono mossi dalle loro case
“perbene”, dove vivono e decadono sotto
l'ala protettrice di genitori incapaci. A loro
volta incoscienti nell'ottenebrare le menti
quasi vuote dei figli. Che la notte chiama a
sé, come fa coi vampiri, quelli che in sembianze umane probabilmente neppure esistono. E loro, i “nostri” cloni malvagi, si precipitano in strada. Schiamazzano, ridacchiano come le iene prima del pasto. Procedono
nel loro trip senza meta e sfiorano le persone, i cosiddetti più deboli, in cerca di pretesti per mordere.
Si oppongono alla collettività come figli
N
Attorno a questo lettino nel retro di un
bar, nel lato sud del lungomare, i
carabinieri e la scientifica hanno fatto dei
rilievi il giorno successivo
all’agghiacciante violenza di capodanno
della nuova generazione. Quella degli anni
delle Superiori. Hanno l'età in cui la mattina
si dovrebbe andare a scuola e all'ultima ora
magari sognare la partitella di calcio del
pomeriggio con gli amici, quando i compiti a
casa sono stati fatti. Ma i malvagi della notte
la scuola la odiano. Non sognano. Non
fanno compiti per il giorno dopo e non
vogliono compiti di nessun tipo. Se c'è luce,
si nascondono fra le maglie della “rete”.
Sono bravi a inzuppare i social network di
insulti e minacce. Ciberbullismo e stalking
gli sport in cui eccellono. Smartphone sempre in mano, inviano i loro grifagni messaggi, presagi delle scorribande notturne. E, a
quanto pare, sono bravi a non farsi sorprendere. Complice la paura della gente, che
spesso subisce e non denuncia. Volanti dei
carabinieri e gazzelle della polizia si muovono fra le strade della città. Militari e agenti si
guardano intorno per coglierli in flagranza.
Ma i risultati di questa ronda sono intangibili. Nessun aumento della violenza è registrato da stazioni, compagnie e commissariati.
Sembra più facile smontare 'ndrine che
smantellare queste schiere di ragazzi del
massacro. Il massacro dell'intelligenza. Il
massacro della pietà.
Mentre le forze dell'ordine si affannano per
dar corpo al fenomeno e quindi combatterlo, gli psicologi l'hanno identificato da un bel
po' di tempo. Non dovendo rispondere a
leggi che riducono il potere di repressione,
gli osservatori della comunità entrano per
metafora in punta di piedi nelle famiglie, a
caccia del difetto. Emergenza educativa,
così è catalogato il bubbone ormai esploso.
E il mistero è presto svelato. La sirena d'allarme è suonata, eccome.
E l'escalation della violenza è un fatto, al di
là di ciò che dicono i mattinali di caserme e
commissariati. Perché la gente parla e i giornalisti ascoltano. Percepiscono la paura,
anche quando è trattenuta dal pudore. Ma
sono gli occhi delle vittime a svelare la
verità. Occhi a volte lucidi. Altre volte sfuggenti. Specchio dell'impotenza. E Siderno
continua a tremare.
www.larivieraonline.com DOMENICA12 GENNAIO
Forze dell’ordine
Vicina la cattura dei due
violentatori di fine anno
I carabinieri
sulle tracce
dei presunti
responsabili
dello stupro
commesso
nellanotte
trail30eil
31dicembre
Passi avanti, importanti, sulla strada che condurrà - è quasi certo - all'arresto dei due presunti responsabili dello stupro di una minorenne avvenuto nella notte fra il 30 e il 31 dicembre scorsi. Si tratta di due giovani di età compresa fra i 20 e i 30 anni. Uno di loro è già noto
alle forze dell'ordine, con “precedenti specifici”.
È quanto trapela da fonti vicine ai carabinieri
di Siderno, che conducono l'inchiesta dopo
che la stessa ragazza ha sporto denuncia presso la locale stazione. Una giovane donna che
stranamente non appare troppo traumatizzata, secondo gli esperti perché non ha ancora
elaborato l'accaduto. Da considerare e analizzare la possibilità che, almeno in una prima
fase, tra i giovani ci sia stato solo un gioco erotico, poi degenerato. Inoltre gli inquirenti tengono in conto che la vittima inizialmente non
ha indicato le persone che l’avrebbero violentata e che solo in un secondo momento ha
indicato almeno due giovani che, però, non
sarebbero compatibili con il racconto iniziale
rilasciato ai carabinieri.
L'intera operazione, comunque, rimane punteggiata da molti interrogativi e avvolta da uno
L’insegnante e psicologo
stretto riserbo. Ciò è evidenziato dalle parole
del comandante Luigi Zaccardo, il quale tiene
a precisare che «la denuncia vera e propria è
trattata dalla procura di Siderno, come prevede la legge in caso di danni subiti da minori».
Ancora è presto, per il momento, far circolare
informazioni precise sui presunti artefici dell'agghiacciante atto di fine anno, «perché i due
segnalati - precisa Zaccardo - potrebbero cancellare prove», decisive a farli finire nelle
maglie della giustizia. Eppure quest'episodio,
che ha gettato nello sgomento e allarmato la
popolazione di Siderno, per le forze dell'ordine non rappresenta l'indizio di un'emergenza
sicurezza nella cittadina jonica. «Più che un
aumento dei reati - precisa sempre il comandate dei carabinieri - vi è un maggior numero
di denunce rispetto al passato». Come quella
presentata, sempre alla fine dell'anno, dalla
famiglia Ruggero, padre e figlio pestati barbaramente mentre il ragazzo rientrava a casa e il
genitore tentava di soccorrerlo. «Perlopiù dice il maresciallo Zaccardo - gli artefici di
questi reati sono giovani disoccupati, di fascia
sociale media, cui mancano stimoli nella vita»
E sperano o sono convinti di trovarli in decine
di bicchierini di alcol e in sniffate di cocaina.
Insomma, Siderno è sotto lo scacco del branco. Eppure anche per la polizia non esiste
alcun allarme locale. Lo dice Vincenzo
Cimino, vice questore della polizia di Stato
sidernese. «Per la mia esperienza - ci dice - gli
episodi di violenza giovanile sono legati al bullismo da stadio e alle manifestazioni pubbliche».
Eppure le cose succedono. Possibile che nessuno se ne accorga? «Il nostro impegno è quello del controllo del territorio per un'azione
preventiva. Gli episodi sono limitati. E non c'è
allarme. Negli atti di vandalismo non è possibile vedere intimidazioni, ma danneggiamenti
mirati». Altre sono le situazioni che richiedono l'intervento: ragazzi “turbolenti” che si raccolgono nella villa comunale, la prostituzione
nella zona della stazione ferroviaria. E ancora,
obiettivi “sensibili”, come il centro commerciale “La Gru”, con tentativi di intrusioni e un
aumento dei furti nelle abitazioni.
(sm)
Il direttore del Sert
«Vengono da noi solo
per evitare il carcere»
Francesco De
Matteis, dirigente
del Servizio per le
tossicodipendenze
a Siderno: «La
cocaina oggi costa
come un panino e
una birra. E scatena
la violenza»
Una ribellione nei
confronti di genitori considerati
inflessibili perché
antiquati. Questo
con la droga marijuana e hashish
in particolare - misero in
atto i ragazzi della fine degli anni
Sessanta e di tutti i Settanta, prima che
arrivasse l'eroina a mietere vittime
come la peste bubbonica. Il modello
originario di utilizzo delle sostanze
stupefacenti, insomma era «fondato
sulla trasgressione» delle regole di una
tradizione educativa destinata all'estinzione. Abbiamo parlato con
Francesco De Matteis, direttore della
struttura complessa del Sert (Servizio
per le tossicodipendenze) di Siderno,
Asp/RC. «Oggi a spingere i giovani
all'utilizzo di determinate sostanze
sono i nuovi stili di vita, la voglia di
disinibirsi, la voglia di modificare chimicamente il proprio comportamento».
Spesso le notti dei “malvagi” cominciano nei locali. Dove questi cani sciol-
«Sono selvaggi col telefonino»
Uno stupro quasi in pieno centro a Siderno non
è certo un deprecabile atto di bullismo, come
tanti accadono ormai da un bel po' di tempo in
questo comune funestato dal dissesto
finanziario. Lo stupro di una minorenne è un
fatto agghiacciante, che non solo non deve passare inosservato ma del quale è obbligatorio parlare - e tanto - e indagare, ancor di più, visto che
i colpevoli si aggirano ancora per le nostre
strade. Ma cosa sta succedendo? Che cosa scatena quelli che in questa inchiesta abbiamo deciso
di battezzare come “i malvagi della notte”?
Tutto deriva «dall'emergenza educativa, che non
è solo calabrese ma nazionale». Ce lo dice
Giuseppe Giarmoleo, 53 anni, psicologo specializzato in ricerca filosofica e psicoterapia, inseg-
nante di storia e filosofia al liceo scientifico
“Zaleuco” di Locri.
Quelli che hanno scelto il male come “mestiere”
da svolgere in questa società, sono «ragazzi incapaci di autogestirsi in maniera responsabile. Un
deficit - spiega Giarmoleo - che parte dalle
famiglie, a loro volta incapaci di educare». E
guai pensare che il cancro si propaghi nelle fasce
più disagiate della popolazione. Tutt'altro, soldi
e mancanza di preoccupazione per il futuro delle
“nobili casate” sviluppano «una forma di narcisismo», nel senso che questi giovani per sentirsi
appagati hanno bisogno di «vedere qualcos'altro
al di fuori di se stessi. Pensano soltanto al loro
bisogno del momento» in contrapposizione «a
tutto ciò che sta intorno, comprese le persone»,
17
in una logica «di utilizzo». Il prossimo «come
oggetto (…) Sono selvaggi col telefonino». Tutto
ciò «riflette la cultura dominante» nella nostra
epoca. Un'epoca in cui il «relativismo è il pilastro (…)».
E la scuola che fa? Perché, in parallelo ai malvagi, esiste una gioventù che vuole crescere e
costruire un futuro degno. Grazie alla filosofia «i
ragazzi, confrontandosi con i pensieri più elevati
espressi lungo i secoli - continua lo psicologo
“adottato” da Siderno - con più facilità si
fanno un'idea di dove vogliono andare e
quale rapporto vogliono avere con gli
altri», conclude Giarmoleo.
(st.mar.)
Giuseppe Giarmoleo dello scientifico di Locri: «C'è
un'emergenza educativa che parte dalle famiglie. A scuola i
ragazzi possono confrontarsi con pensieri più elevati»
ti si organizzano per «tollerare lo sforzo prolungato di nottate intere in
discoteca - dice De Matteis - grazie
all'assunzione combinata di alcolici e
soprattutto di derivati anfetaminici.
Con l'abuso di cocaina facilitato da
due fattori: la riduzione dei costi» di
una sostanza che fino a qualche hanno
fa «era la droga dei ricchi, dei manager. Oggi» una dose soddisfacente
«costa quanto un panino e una birra»;
dalla consapevolezza che con la
“neve” - che devasta il normale comportamento - «ci si sente dei superman». Superman che, invece di salvare il mondo si divertono a farne luogo
di barbarie. La cocaina «stimola la violenza - aggiunge il direttore del Sert Nel 99 percento dei casi non si commettono lucidamente certe cose.
Viene aumentata la soglia dell'attenzione e della reattività. C'è una soppressione totale dei freni inibitori» e
così dalla loro innata tendenza all'aggressività i “nostri” cloni malvagi
mutano e poi scorrazzano in schiere di
mister Hyde assetati di sangue.
Signori della violenza e col pantalone
griffato.
Rivolgersi al Sert per disintossicarsi?
Una favola cui nessuno può credere.
«Abbiamo un sommerso che è terrificante. Lavoriamo su appena il 5 percento, massimo 10, del fenomeno.
Solo una piccolissima parte viene da
noi per scelta e con l'intento di disintossicarsi. Molti invece sono spinti dai
loro avvocati difensori, perché hanno
procedimenti penali in corso e quindi
è loro interesse venire al Sert - termina De Matteis - la cui schedatura è
motivo di accesso ai benefici alternativi alla detenzione». Con buona pace
delle vittime della loro brutalità.
(marzo)
Mr
Muscolo
e i suoi
CULTURA E SOCIETÀ
L’INTERVISTA
estrogeni
di Daniele Mangiola
Faccia fresca, voce un poco
baritonale da adolescente, look
vagamente fifties con una
spruzzata di eighties, Mario è il
classico ragazzo che piace alle
figlie e piace anche alle
mamme. Dopo un periodo di
sperimentazioni alla ricerca del
proprio sé, ha indossato un
paio di baffetti nerissimi da
latino, in anticipo sulle mode di
paese, connesso col mondo. In
attesa di decidere cosa farà da
grande, se il principe del foro o
l'attore di soap operas, Mr.
Muscolo, tale è il suo appellativo d'arte, fa il musicista.
E la gente s'immagina che gli
artisti siano persone strane,
disinteressate al mondo, innamorate dell'arte e indifferenti
alle cose materiali. Balle.
Come ogni ambito professionale, la musica è un covo di iene e
sciacalli. Invidia e maldicenza
serpeggiano velenose, boicottaggi e meschinità. Prestazioni
non retribuite, furbastri della
malora (proprio quelli che
sembrano i più onorevoli) fino
ad arrivare agli intrallazzi, la
La musica è un covo di iene e sciacalli.
Invidia e maldicenza serpeggiano
velenose, boicottaggi e meschinità.
Prestazioni non retribuite, furbastri
della malora fino ad arrivare agli
intrallazzi, la corruzione e anche la
politica
ARTE&DINTORNI...
corruzione e anche la politica.
Ci sono poi quelli, come sempre, che si muovono nella
melma senza lasciarsi infangare, i puri, diciamo.
Mr Muscolo e i suoi Estrogeni
sono tra questi. La parte
migliore dei loro concerti è
prima. Mentre si fanno i suoni,
sul palco, o si addenta un panino in attesa di cominciare, si
ride, di gusto, insieme, con la
leggerezza sostenibile e calorosa dell'amicizia. Roberto
Chiricosta, basso e Gigi
Talotta, batteria, sono il ritratto, l'uno serio l'altro nichilista,
della giovialità. Il nucleo della
band veleggia sul decennio di
convivenza senza una smagliatura (tutti baffuti come una
band di tunisini), contagiando
gli elementi satellite, attentamente selezionati, viene da
dire, sulla base delle qualità
umane.
E Mario mr Muscolo da dietro
il microfono, chitarra a tracolla, coinvolge il suo pubblico
nella stessa calorosa confidenza, scherza da sopra il palco,
dialoga con la gente. Da giù
intanto si balla, senza bisogno
di carburanti alcolici, ragazzi e
persone mature, cantando vecchi successi degli anni sessanta,
settanta e ottanta.
Mr Muscolo e i suoi Estrogeni
è un miracolo della speranza
per i musicisti che oramai
disperano. La verità è che la
pop-taranta ha invaso ogni
angolo della nostra provincia,
dalla pizzeria L'Angolino
Appartato alla Piazza Papa Pio
IX, se esistono. Pro Loco, politici, feste dell'unità, osti e
albergatori, dovunque vogliono
soltanto quella, e al ristorante
novelle spose e signore elegantissime finiscono a ballare scalze, dopo lo spiedo di gamberoni.
Invece Mario, a dispetto del
faccino innocente, come da
copione, è una vecchia volpe,
che si è saputo ritagliare la sua
precisa fetta di mercato, il suo
preciso sound. E viaggia spedito, a testa alta tra i tarantellati
e tarantellari di paese e provincia e anche oltre, se possibile,
facendo concerti a ripetizione.
In silenzio sta lavorando ad un
progetto originale, il primo
videoclip ha già virato la boa
dei 3000 click su youtube.com.
Ne parla con umiltà e la saggezza minimalista del bravo
ragazzo.
La faccia pulita te la cuci
addosso e l'onestà non è un giubotto.
Nuovo museo dello Stretto di Storia naturale a Villa San Giovanni
Reperti
archeologici per
raccontare la
vita del
Mediterraneo
nei secoli
di Domenico Spanò
Il nuovo Museo dello Stretto di Villa
S.Giovanni (R.C) riapre al pubblico con
una veste rinnovata e molte interessantissime novità. Dopo un anno di stasi dovuta alla ristrutturazione dei nuovi locali e
impervie strade burocratiche con le
amministrazioni locali, è finalmente possibile immergersi in un percorso per
scrutare le antiche bellezze naturali del
Mediterraneo. Spazi più ampi e nuovo
allestimento, curato nei particolari da
esperti, dando ancora più valore ai pezzi
esposti che raccontano, ognuno, un
aspetto diverso della Storia Naturale
dello Stretto di Messina dai secoli passati ai giorni nostri. Una passeggiata indimenticabile per guardarci attorno con
occhi diversi e scoprire l'evoluzione di
ogni specie che vive in questo habitat.
Quarzi colorati e pietre agata, farfalle e
quantità immense di conchiglie, spugne e
un'infinità di specie marine che hanno
popolato le acqua dello stretto nei secoli.
Il Museo di storia naturale è dedicato
alle unicità e peculiarità dell'area dello
Stretto di Messina, coadiuvato
dall'Università di Messina. Nuova veste
di allestimento strutturata e articolata in
tre grandi aree, ognuna organizzata in
sezioni che documentano, in un itinerario culturale, la storia del territorio marino sotto il profilo geologico, biologico e
antropologico: 1. Scienze della terra - 2.
Scienze della vita e fauna - 3.
Antropologia.
Concepito non come struttura statica ma
come centro culturale vitale, vi sono
anche presenti una Biblioteca e un piccolo Laboratorio. Pertanto, sono periodicamente programmate e proposte varie
attività (stage, seminari, convegni, laboratori aperti, mostre tematiche, etc.)
mirate alla conoscenza e trasmissione
culturale degli elementi naturalistici e
alla valorizzazione del legame che essi
hanno con l'aspetto antropologico del
territorio inquadrato nel contesto del
Mediterraneo.
Di particolare curiosità è la sezione dedicata alle antiche specie marine ormai
estinte. Piccoli e fiabeschi mostri marini
di ogni ordine e forma che anticamente
popolavano
queste
acque.
Probabilmente animali marini legati alla
mitologia greca di Scilla e Cariddi leggendari mostri che presenziavano le due
sponde dello stretto e che intimorivano il
passaggio di ogni nave. Si narra che in
queste correnti e contro questi mostri
marini si addentrò anche Ulisse decantato da Omero nel canto XII dell'Odissea.
Oggi il Museo dello Stretto di Messina
sito a Villa S.Giovanni (R.C) è una realtà
importante per il territorio reggino e non
solo. Un polo di attrazione che ingloba e
lega sicuramente sia l'intera regione
Calabria che quella Siciliana. Dal punto
di vista didattico offre alle scuole la possibilità di raccontare ed osservare ai propri alunni le origini e la storia naturale di
questa terra. Il museo è stato strategicamente ubicato in una sede vicino al porto
di Villa S.Giovanni e alla stazione ferroviaria per permettere ai molti viaggiatori
e turisti che percorrono lo stretto una
comoda ad interessantissima visita per
scoprire le origini naturali del nostro
Mediterraneo. Il Museo rimane aperto il
lunedì,mercoledì, venerdì dalle ore 9.1516.30 e su prenotazione tutti i giorni per
visite scolastiche o di gruppo.
A Stilo r...Imbalzano
echi medievali
www.larivieraonline.com DOMENICA 12 GENNAIO
PALIODI RIBUSA
Grazie ad un intervento definitivo del presidente della commissione Bilancio sono state
assicurate le risorse ma soprattutto l'istituzionalizzazione della kermesse della“Città del Sole”: e
pensare che soltanto lo scorso anno l'assessore Caligiuri ne bocciò il progetto...
Il Palio di Ribusa diventa maggiorenne.
A Dio piacendo infatti, ed a meno di
imprevedibili catastrofismi, nel prossimo
mese di agosto il noto evento storicoartistico-culturale di Stilo taglierà il prestigioso traguardo dei 18 anni e, come si
conviene in siffatte situazioni, ci vuole un
regalo. Magari un diamante, che è per
sempre, ma in tal caso per l'antica “fera”
della “Città del Sole” basta ciò che già nei
giorni scorsi ha provveduto a comunicare
il presidente della Commissione
regionale “Bilancio, Attività Produttive e
Fondi
Comunitari”,
Candeloro
Imbalzano, corso al capezzale della
Ribusa assicurando per tempo il gentile
cadeau alla kermesse stilese con il contributo di 15.000 euro, ma soprattutto
comunicando urbi et orbi che il Palio
entrerà a far parte in via definitiva della
programmazione culturale regionale calabrese.
“Si apre una nuova fase per questo
grande evento, capace di mobilitare non
solo i cittadini del Comprensorio
locrideo, ma, attraverso una sapiente
azione promozionale, quelli dell'intera
Calabria. È questa la vera sfida che, tutti
assieme, dobbiamo essere pronti a raccogliere, la Locride ha tanti straordinari
punti di forza, la cui valorizzazione, fino
ad oggi assolutamente parziale, ha limitato i possibili positivi effetti dal punto di
vista economico e dello sviluppo, il Palio
di Ribusa è sicuramente uno di questi e
spetta a noi farne un formidabile attrat-
19
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
L'aurora sullo Jonio
Le dita di rosa della fanciulla di fuoco, le chiamava il vecchio aedo barbuto qualche millennio fa; ma lei non è affatto sfiorita anzi è nel pieno
vigore della sua bellezza atavica. E ci ricorda, ad ogni inizio dei giorni, la
nostra appartenenza all'universo omerico, e ci rammenta la condizione
mortale, e il senso, pacato, dello stupore di fronte a tanta meraviglia. Eos
in Calabria, sullo Jonio, da incorniciare ed esporre al Louvre.
Parco Letterario “Francesco Perri”
Approvato il progetto definitivo
tore turistico, con una sapiente e integrata programmazione” - ha dichiarato
Candeloro Imbalzano.
Che già lo scorso anno si era distinto per
essersi prodigato a favore della rassegna
di Stilo elargendo anche in quel caso
sostanzioso argent, 15.000 euro come
quest'anno, ed andando nettamente in
controtendenza con l'assessore regionale
alla Cultura calabrese, Mario Caligiuri,
che pochissimi giorni prima aveva cestinato una corposa iniziativa progettuale
presentata dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Giancarlo
Miriello, montato su tutte le furie per
l'evidente atteggiamento snob dell'esponente dell'esecutivo Scopelliti: Miriello si
fece pesantemente sentire nelle sacre
stanze di palazzo Alemanni, con risultati
apprezzabili ampiamente sottolineati
pure dalla provincia di Reggio Calabria.
E dunque la posta in...Palio, molto alta,
viene finalmente aggiudicata alla città di
Stilo che ritrova il sorriso dopo mesi di
grigiore se non proprio buio pesto,
riaprendo al gagliardo vento della gioia il
proprio vessillo. Con buona pace di chi le
ha provate tutte per...azzopparlo!
Inchiostro Rovente
È stato approvato il progetto definitivo per la realizzazione del Parco Letterario “Francesco Perri” a
Careri (Rc).
Queste le parole con cui la presidentessa
dell’“Associzione Francesco Perri”, nonché nipote
dello scrittore, Giulia Perri, ha commentato la
notizia: «Si è così compiuto un ulteriore passo per
la realizzazione di un intervento che valorizzerà il
territorio comunale e la cultura calabrese».
La nipote dello scrittore ha anche aggiunto: «Sarà
possibile affidare i lavori per ristrutturare il vecchio
Municipio, in disuso da tempo, perché possa
diventare una bellissima sede per ospitare il
Museo».
INPUNTADIPENNA
Di vita in vita. Undici racconti di Fortunato Martino
GIOVANNI PITTARI
Di vita in vita - Undici racconti, di Fortunato
Martino, edito da Città del Sole, è stato presentato nella sala del consiglio comunale di
Bruzzano Zeffirio alla presenza di un numeroso e qualificato pubblico.
Si è trattato di una iniziativa voluta dal sindaco Franco Cuzzola, il quale ha evidenziato,
tra l'altro, la scelta della sala consiliare sul
presupposto che il libro tratta elementi di storia municipale e, di rimando, aspetti e circostanze che vedono protagonisti i cittadini di
Bruzzano e il suo territorio, sul presupposto
che sul versante culturale si gioca la credibilità delle istituzioni in merito ai problemi
aperti dai mutamenti politici e sociali che
vanno man mano emergendo nella nostra
società.
Gli undici racconti che compongono il libro e
i luoghi delle vicende narrate sono ben determinati nella mente dell'autore.
Fortunato Martino, con rigore d'insieme e
proprietà di linguaggio dipana le correnti
della narrativa nel periodo, forse, più tormentato della letteratura italiana.
Con chiarezza espositiva e fluidità di linguaggio si accompagna una bella veste editoriale,
che presenta in copertina una interpretazione grafica di una foto tratta da internet, che
lascia immaginare al lettore qualsiasi spiegazione o commento.
Da qui la varietà e la complessità delle vicende che si sgrovigliano, che, se pure ne allargano il respiro, le rendono alquanto faticose;
tanto che la narrazione rivela la sua innegabile consistenza, mai sfocata nell'ovvietà di un
mare della vita che, per sua natura, non è mai
tranquillo e ogni tanto finisce col sommergerci con i suoi simboli e le sue metafore che
costituiscono gli unici riferimenti certi per
indagare i significati delle azioni.
Il libro non ha un filo conduttore, una storia
alla quale s'intrecci la costruzione dei racconti. Le storie sono tante, tutte suddivise diver-
samente, sia si tratti di ricostruzioni del passato, di violenza, d'ingiustizia sociale, oppure
d'immaginazione, «una sorta di percorso tra
il reale e la fantasia, dove il filo conduttore è
questo viaggio ai confini della realtà dove
tutto ciò che compare può essere vero, ma
potrebbe trattarsi di un sogno, dove ciò che
vede l'occhio del protagonista è un impasto
dove l'autore stesso non sa, alla fine, distinguere ciò che è vero da ciò che può essere
sogno, ma il prodotto finale - scrive Martino
in premessa - è come il buon pane casereccio
che si gusta senza pensare se prima era
acqua, lievito e farina».
Possiamo affermare che le sue considerazioni nascono da un magma oscuro in cui le scorie dell'effimero si sublimano nella luce, che
isola come un tutto di cui nessuno conosce o
è in grado di percepire la dimensione di quella eterna metamorfosi che è la vita.
In Di vita in vita, lo scrittore di Bruzzano
Zeffirio ci porta in un viaggio surreale, dove
non si sa dove inizia la realtà e dove sconfina
nella fantasia in un magico gioco aggrovigliato in trine stupende.
Penso non sia facile riassumere in breve il
contenuto degli undici racconti che compongono il libro o i luoghi delle vicende narrative ben determinate e definite.
Conversando con Martino sui motivi che lo
hanno indotto a scrivere gli undici racconti,
come pure sulle storie che hanno segnato la
vita dei protagonisti, “in un tempo sospeso,
ambiguamente calato su una singola realtà
ma sempre indefinito, quasi surreale, come
lo sono anche i luoghi”, apprendiamo che “è
la sua personale interpretazione del viaggio
che ogni essere umano compie dentro un
percorso circolare che, talvolta, sembra concludersi per poi ripartire, improvvisamente,
forse perché è stata offerta un'altra possibilità
nel solco del sottile confine tra l'essere e il
non essere che cinge, deciso, l'esistenza degli
uomini”.
Un paese la cui storia si perde nella notte dei
tempi. Infatti, Pausania riferisce che i primi
coloni che soggiornarono sul promontorio
furono cittadini Achei, i quali, in parte, rimasero sul promontorio, altri andarono a fondare Locri ed altri ancora si mossero a porre le
fondamenta di Crotone. Siamo nell'anno III
della XVII Olimpiade (700 a. Cr.).
Stradone, da parte sua, scrive: “…dopo
l'Erculeo (Capo Spartivento) è un capo della
Locride, detto Zephjrion, il quale forma una
baia a riparo dai venti di ponente, dal che gli
è venuto il nome. Qui approdarono i Locresi
Ozolii…”.
Questi richiami storici, come pure la Mocta
Brutiano e il suo castello, feudo dei principi
Carafa, edificato sulla rocca Armenia “sentinella di pietra che proteggeva il paese dalle
incursioni saracene, praticamente inespugnabile”, ed altri ancora, sono presenti nel
libro di Fortunato Martino.
Ne viene fuori uno spaccato di Bruzzano
Zeffirio, ridente paese sorto in contrada
Donnangela, trasferito dall'Armenia dopo
un terribile sisma del 1908 e che è risorto a
nuova vita più accattivante di prima. Il paese
del gelsomino, del bergamotto e della zagara.
In questi luoghi i protagonisti dei racconti
vivono le loro storie: Tano, Venerina, don
Carlo il postino, il maestro, etc.
Ne viene fuori, anche, uno spaccato della
civiltà contadina che Martino ci fa vivere con
sentimento e passione.
Nino Sgotto
Promessa
mantenuta
La Casa funeraria era un progetto che l'imprenditore
sidernese aveva da molto tempo. Un modo per portare
Siderno nel mondo, al passato con i tempi e con le tendenze
più in voga. In Canada, dove ha vissuto per tanti anni, è
infatti già un servizio molto richiesto e apprezzato.
Voleva riuscire a donarla ai suoi figli e alla sua città.
La Casa funeraria della ditta Sgotto aprirà lunedì. La promessa è stata mantenuta, l'incendio non ha abbattuto Nino Sgotto
e i suoi familiari.
Il vile atto intimidatorio avvenuto il 6 novembre proprio a
pochi giorni dall'inaugurazione era stato uno schiaffo all'intera
comunità della Locride.
La solidarietà ricevuta dalla famiglia Sgotto e la caparbietà del
patriarca hanno però permesso di realizzare questo sogno
americano di Nino. La Casa funeraria era un progetto che
l'imprenditore sidernese aveva da molto tempo. Un modo per
portare Siderno nel mondo, al passato con i tempi e con le tendenze più in voga. In Canada, dove ha vissuto per tanti anni, è
infatti già un servizio molto richiesto e apprezzato. Voleva riuscire a donarla ai suoi figli e alla sua città.
La Casa funeraria si trova a Siderno, in via Francesco Macrì.
Offre due ampie sale per accogliere parenti e amici del defunto,
una sala per preparare la salma e un'altra per esporre i fiori.
Inoltre la ditta di pompe funebri si occuperà del disbrigo delle
pratiche e del servizio cronologia. I familiari possono anche
usufruire di alcune stanze private per riposarsi o stare un po' in
disparte.
Il servizio è pensato per portare conforto e sollevare la famiglia
dalle incombenze pratiche che in un momento di lutto possono
diventare ancora più difficoltose da affrontare.
Per info: 0964-381779; 347-5218034;3474040330
Il segreto per non divorziare? Divorziare? No, meglio un tradimento. Ecco
Il tradimento.
"Fa bene
al matrimonio"
la nuova tendenza messa in evidenza dal portale incontro-extraconiugali.com. Il divorzio è
costoso e traumatico per entrambi, un tradimento invece è in grado di consolidare il
matrimonio. E le coppie più stabili in assoluto
sono proprio quelle in cui entrambi hanno una
relazione extraconiugale.
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BENESSERE E SALUTE
cara
Milana
Ho fatto sesso con
la mia migliore
amica. Credi che il
nostro rapporto
sia compromesso?
21
un nuovo contraccettivo per lei
Sesso
Mal di testa,
troppo chewing
gum fa venire
l'emicrania
Quante volte ci siamo sentiti dire, specie da
bambini, che esagerare con la gomma da
masticare fa male? Sapevamo che troppo
chewing gum fa rischiare i denti, per colpa
degli zuccheri. Ma da quando hanno inventato le gomme senza zucchero questo problema sembrava risolto. E allora? La
"gomma americana" masticata in modo
ossessivo ed esagerato può determinare
anche danni più seri di un problema di
carie: per esempio il mal di testa cronico.
LO STUDIO
L'eccessivo consumo di chewing gum può
causare il mal di testa cronico negli adolescenti. A stabilirlo è lo studio del Meir
Medical Centre dell'università di Tel Aviv
(Israele), pubblicato sulla rivista scientifica
"Pediatric Neurology".
I ricercatori hanno reclutato 30 adolescenti
affetti da emicrania e consumatori abituali
di gomme da masticare. I giovani sono stati
divisi in categorie in base a quanto tempo
erano soliti masticare: fino a un'ora, da una
a 3 ore, da 3 a 6 ore o più di 6 ore al giorno. Ai partecipanti è stato chiesto di smettere con il 'vizio' delle gomme da masticare
per un mese senza prendere farmaci per lo
stesso periodo. Ebbene, circa l'80% dei
ragazzi ha riferito un miglioramento significativo dei sintomi delle cefalee. Dopo un
mese, 19 dei 30 pazienti hanno affermato
"che le loro emicranie erano completamente sparite e 7 hanno riportato una riduzione
della frequenza e dell'intensità delle
cefalee",
riporta la
ricerca.
SETTIMANALE
Pelle, come
rimetterla in
forma dopo
le Feste
"Nel dopo feste siamo tutti
meno belli e sicuramente più
invecchiati. Questo è il periodo peggiore dell´anno per il
nostro fisico e per la nostra
pelle. Bisogna rimettersi in
forma da subito o sarà sempre più dura ritornare quelli di
prima". Giulio Basoccu,
chirurgo estetico, docente
all´Università La Sapienza di
Roma, invita a correre subito
ai ripari dopo un periodo di
pranzi luculliani fatti di alimenti molto calorici e grassi e di
bevande alcoliche.
Le cause dello stress
"Festeggiare porta a bere e a
mangiare di più e questo fa
certamente bene alla psiche
ma meno al corpo”, spiega il
professor Basoccu. “Non solo
si assumono più calorie, ma
si prende peso anche perché
non ci si muove o lo si fa
poco. Insomma, ci si riempie
di tossine e di questo ne
risente in modo particolare la
nostra pelle, che ne esce particolarmente stressata”. Non
solo: il ritmo del sonno è stato
alterato perché più volte si è
fatto molto tardi la sera e
questo ha contribuito a dare
al nostro volto un aspetto pallido, opacizzato, con borse e
occhiaie.
utto dipenderà da quello che vi
direte d’ora in poi. Se parlando
vi renderete conto che il sesso
non ha avuto nessuna ricaduta sulla
vostra amicizia, allora è tutto a posto.
Ma se per uno di voi ha significato A
e per l’altra ha significato B (per
esempio: per lei è stato l’inizio della
vostra storia d’amore), le conseguenze potrebbero essere diverse. Se
doveste fare sesso di nuovo, prendi in
considerazione l’idea che vi state
innamorando. Non sarebbe la prima
volta. Spesso le relazioni nate da
un’amicizia sono più ricche e più profonde. Il sesso è una
cosa seria, contrariamente a come si tende a rappresentarlo. Non esiste il sesso senza significato. Che ci piaccia
o no, ci leghiamo in modo particolare al partner sessuale.
Tuttavia, può succedere che i due amici stabiliscano che
il rapporto sessuale non ha significato niente, e vadano
avanti come se nulla fosse. Ma questo è possibile solo se
c’è il consenso di entrambi. Prima di metterti a parlare di
questo con la tua amica, pensa a cosa ha significato per
te quel rapporto sessuale, e perché non vuoi che si ripeta
di nuovo. Sei sicuro che il sesso non segni l’inizio del
vostro rapporto a un livello più profondo? Solo dopo che
avrai chiarito con te stesso questa cosa, parlane con la tua
migliore amica.
T
Scienziati australiani stanno sviluppando un contraccettivo femminile a base gelatinosa che ha l'obiettivo di proteggere da infezioni trasmesse sessualmente, oltre a prevenire la gravidanza. Il composto, che potrà essere applicato con una spugnetta o un anello
vaginale da inserire due o tre giorni prima di un rapporto sessuale, è unico in quanto si attiva solo a contatto con lo sperma.
Prime sperimentazioni
Il composto per ora è stato sperimentato con successo a test solo
in provetta e non ha effetti tossici, ha riferito John Aitken, biologo
della riproduzione umana dell'Università di Newcastle, che guida
il progetto. L'invenzione, se confermata dai prossimi studi, sarebbe innovatrice in quanto il composto non uccide lo sperma, ma
mira al meccanismo che gli consente di "nuotare" ed è quindi
molto più sicuro per la donna, ha spiegato. "Come un 'bella addormentata', si sveglia solo al momento dell'inseminazione". Ora che
l'azione chimica è stata messa alla prova, seguiranno sperimentazioni su topi e quindi umane, ha aggiunto.
Meglio dello spermicida
Finora non esistono composti ad azione locale che si possano
applicare per prevenire le malattie trasmesse sessualmente, oltre
al "classico" spermicida, che è "un rozzo inibitore della fecondità",
ha spiegato ancora Aitken. "A causa della sua azione distruttiva, le
donne che lo usano frequentemente, specie le prostitute, hanno
un rischio significativamente maggiore di contrarre l'Hiv.
Una donna vuole essere in grado di avere rapporti sessuali senza
timori di non restare incinta, o di contrarre qualche terribile infezione". Da quando la pillola è stata introdotta nel 1959, non vi sono
state nuove forme di contraccezione, ha ricordato lo studioso.
"Ora siamo in un ambiente completamente diverso. Abbiamo
bisogno di contraccettivi secondo le esigenze del ventunesimo
secolo, e una di queste esigenze è che vi è un rischio assai maggiore di contrarre malattie trasmesse sessualmente, rispetto agli anni
'50 e '60, quando ad esempio l'Hiv praticamente non esisteva".
Pillole
Agrimony (acrimonia eupatoria) la sua qualità è
la gioia.
Aspen (populus tremula-pioppo) la sua qualità è
confronto col non visibile.
Impatiens (impatiensglandulifera-balsamina) la
sua qualità è pazienza.
Red Chestnut (aesculus carnea-ippocastano
rosso) la sua qualità è l' amore sereno per il
prossimo.
White Chestnut (aesculus
hippocastanum-ippocastano bianco) la sua qualità è il controllo della mente.
Vervain (verbena officinalis-verbena) la sua qualità è l' autodisciplina.
Iniziamo a conoscere
meglio i Fiori di Bach
suddividendoli in Gruppi
GRUPPO DEGLI IPOCONDRIACI.
Di questo gruppo fanno parte due fiori Heather
e Chicory.
Heather (calluna vulgaris-brugo) la sua qualità è
l' empatia, ascolto
Chicory (cychorium intybus-cicoria selvatica) la
sua qualità è l'amore disinteressato.
Naturopatiche
A cura di:
Patrizia Pellegrini
Naturopata Bioterapia
Nutrizionale®
Presidente Associazione
Culturale Tone
www.associazione-tone.it
[email protected]
In un mazzo di fiori le sfumature sono infinite, i
profumi sono molteplici, le sensazioni magiche,
forse ci è capitato di pensare che tutte queste
emozioni possano essere sovrapponibili ai nostri
stati d'animo ma non abbiamo prestato molta
attenzione alle domande del nostro io, si il nostro IO la parte più interna di noi , capace di farci
prendere una strada invece che un'altra, essere
attirati un giorno dal color arancio e l'altro dal
color verde, artefice di un nostro sorriso o della
nostra tristezza. Ora vediamo come poter
trovare qualche risposta alle nostre sottili
domande nel Giardino dei Fiori di Bach e piano
piano andremo a conoscerli tutti, come abbinarli
e a quali funzioni possono esserci utili.
I FIORI SPECIALI
Fiore a se è Star of Bethlehem (ornithogalum
umbellatum-Stella di Betlemme) è un fiore che
non fa parte di nessun gruppo e la a sua qualità è
il superamento del trauma.
Resque Remedy è una miscela di 5 fiori
Clematis, Star of B. Cherry Plum, Rock Rose,
Impatiens. Si usa dopo incidenti stradali, crac
familiari, forti spaventi, cattive notizie, prima e
dopo un parto, quando c'è qualcosa d'imminente, periodo acuto di lutto, crisi acuta di
ipertensione arteriosa, quando si lavora in un
ambiente o situazione stressante, al neonato
appena dopo la nascita, negli attacchi di panico
e d'ansia.
I FIORI CHE SI OCCUPANO DEI DISTURBI
DELL'ANSIA.
Sono: Agrimony, Aspen, Impatiens, White
Chestnut, Red Chestnut, Vervain.
Di questo gruppo fanno parte quei fiori che si
occupano di curare i problemi della stanchezza.
Olive (olea europea-olivo) la sua qualità è l'
energia.
Elm (ulmus procera-olmo inglese) la sua qualità
è la responsabilità.
Centaury (centaurium umbellatum-centaurea) la
sua qualità è la volontà e l'incapacità di dire NO.
Oak (quercus
robur-quercia) la
sua qualità è tenacia.
Wild Rose (rosa
canina-rosa selvatica) la sua qualità è:
interesse e speranza.
Di questo gruppo
fanno parte oltre ai
già presentati
Impatiens, Vervain
ed Oak, Beech,
Rock Water, Vine,
Water Violet.
Beech (fagus silvatica-faggio) la sua
qualità è la tolleranza.
Rock Water (acqua di roccia-acqua di fonti curative) la sua qualità è la flessibilità interiore.
Vine (Vitis vinifera-Vite) la sua qualità è l'
autorità.
Water Violet (hottonia palustris-violetta d'acqua)
la sua qualità è l'umiltà.
A seguire le prossime settimane …i fiori delle
persone tristi, i fiori della rabbia, della memoria….Seguiteci !!!
Roccella : i cinquantanni di Bettinoo
RIVIERA
Come trasformare una sera senza troppe pretese in un momento
unico. Gli ingredienti sono semplici: metti ungruppo di amici e il
compleanno di Bettino. Ha compituto 50 anni. E all’improvviso ti
ritrovi in piazza A Roccella al bar Smile, con un sottofondo musicale di
Paolo Conte suonato da una band di Polistena, roccellesi di ogni età
che si ritrovano, tutti insieme a parlare e scherzare come non
succedeva da anni. Auguri Bettino e grazie.
BLOB
POLAROID
1
L’OROSCOPONE diGiuditta
L’oroscopo della
morte
2
ARIETE
il troppo sesso vi ha danneggiato le zone intime, a nulla varranno le visite con ginecologi e
andrologi: siete spacciati. Avete contratto una
malattia fatale che consiste nello sfaldamento
del corpo che partirà proprio dalle zone intime e si propagherà per tutto il corpo. Di voi
non rimarrà che un mucchietto di cenere. Però
vi siete divertiti.
3
1- Rifiuti per strada a Roccella, la differenziata perde
colpi. Ecco come i cattivi cittadini macchiano i
patrimoni. 2- Ruggero Brizzi, uno che vuole bene al
suo paese, se la ride, dopo la presentazione
dell’associazione Agave a Bovalino. Gli avverssari
tremano. 3- Pittari, Bruno Vespa o Biondo Ape? Il
conduttore del programma 60 news su Telemia è
diventato un punto di riferimento per i nostri lettori.
Altro che nuove generazioni, blogger e freelance.
Gerenza
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nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si
esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi
direttamente responsabili.
GEMELLI
oops, quella buccia di banana sulle strisce
pedonali proprio non ci voleva. Cadete e battete la testa, vi porteranno al Pronto Soccorso
dove però vi scambieranno le cartelle cliniche
con un ammalato di cuore. Eh, sì, a volte va
bene, ma più spesso male. Visto che non è
stata colpa vostra finirete sì all'inferno, ma un
inferno tutto italiano: oggi manca la pala,
domani la merda…
TORO
guidare addormentati è notoriamente una pratica nociva. Siete riusciti a fare BattipagliaLagonegro in stato di completa catatonia, facendo persino qualche sorpasso e accodandovi sulla
corsia unica, ma la fortuna non può durare per
sempre. Eh, già, perché dall'altra parte giunge
un'auto guidata da qualcuno del segno del
Leone, a cui sta andando a fuoco l'auto. E bum,
pazienza. Poteva andare anche peggio.
CANCRO
vi è andata bene: voi siete ancora morti da tre
anni, esattamente come la scorsa settimana,
non illudetevi che questo stato di cose cambi
troppo velocemente. In più qualcuno è venuto
a rompervi la lapide e rubarvi le piante. Le
serate passano lentamente perché la compagnia è piuttosto noiosa. Per riscaldare un po'
l'atmosfera, provate a farvi portare da qualche
nipote un po' di musica dei Van Halen.
LEONE
siete in auto, di notte, volete fumare, prendete l'accendino dell'auto ma la mano vi rimane bloccata nella cintura di sicurezza, la sigaretta vi cade, vi cade anche l'accendino, che sbatte contro la lista della spesa accartocciata, che va a fuoco, tentate di abbassarvi e spegnere le
fiamme con la mano sinistra, ma vi viene un colpo della
strega, rimanete bloccati mentre le fiamme divampano,
passando dalla carta alla tappezzeria, ai giornali sul sedile. Forse ve la sareste anche cavata, accostando. Peccato
che quelli del toro non avessero preso il caffè.
VERGINE
siete in caccia di un capo di abbigliamento
che desiderate da anni. Visto che i saldi sono
già partiti siete tra quelli che si sono presentati in mutande ai negozi per avere lo sconto,
peccato che la serranda chiuderà prima che
voi possiate entrare e che proprio in quel
momento venga a nevicare. La morte per
assideramento è tra le più indolori. Così dicono.
BILANCIA
voi morirete durante un rito di affiliazione massonica, che prevedrà l'ingestione di un Piraña
vivo. Purtroppo alla loggia si sono sbagliati e vi
hanno dato uno di gomma, che vi si ficcherà nell'esofago e vi causerà soffocamento. La punizione per voi sarà studiare tutta l'arte moderna
dall'Impressionismo al Futurismo. Buono studio.
SCORPIONE
per un incidente vi capiterà di mordervi, ed
essendo delle persone malevole e di lingua velenosa, vi avvelenerete voi stessi. La cosa accadrà
mentre siete da soli in casa, e quando la vostra
famiglia entrerà e vi troverà, voi avrete già completato la vostra trasformazione in serpente.
Presi dal panico, i vostri parenti vi infilzeranno
con un forchettone. Doppia morte.
SAGITTARIO
vi deruberanno il libretto postale e voi cercherete di
inseguire i ladri, correrete lungo la strada, evitando
un paio di motorini e un camion, riuscirete a schivare un ponteggio in caduta libera, un aereo in atterraggio d'emergenza e un missile al decollo.
Purtroppo scivolerete anche voi sulla buccia di banana sulle strisce pedonali, come i Gemelli.
CAPRICORNO
dopo aver parlato al cellulare per tre giorni e mezzo
consecutivi, entrando nel guinness dei primati, vi
verrà una forte otite bilaterale, che i medici inutilmente tenteranno di combattere con gli antibiotici.
La verità è che ormai il vostro cervello è diventato
un hot spot wi-fi, e che tutti i vostri amici possono
connettersi ad internet utilizzando le vostre orecchie. Neanche a dirlo, le major di telefonia vi faranno fuori per paura della concorrenza.
ACQUARIO
la vostra dipendenza da farmaci, alcolici e droghe
pesanti non è più reversibile neanche con un trapianto di fegato, cuore e poloni. Vi spegnerete serenamente tra i fumi dell'alcol e tra le braccia di Morfeo,
volando a zig zag verso l'empireo. Disgraziatamente
investirete l'auto del Principale e verrete sprofondati
giù nell'inferno (tedesco, non italiano).
PESCI
avete visto un film romantico/la vostra squadra del
cuore ha perso il derby, e ora piangete fino a consumarvi le lacrime. Piangerete tanto da perdere sali
e potassio, e rimarrete totalmente disidratati. I
vostri amici tenteranno di farvi rinvenire con un bicchierino, ma non sapevano che nella bottiglia dell'amaro Averna c'era l'acido per le tubature.
Pazienza.
SETTIMANALE
BLOB
WEEK
www.larivieraonline.com DOMENICA 12 GENNAIO
OF
AMICI MIEI A SIDERNO ANNI 60
Una foto che evoca “tempi lontani”. Non siamo in America
ma siamo a Siderno. Ecco a voi cinque nostri amici :da sinistra
Carlo Ruso, Giovanni Tropiano, Giovanni Passerelli, Fofo'
Tripodi e Vincenzo Archina.
WEEK
The
23
MOMENTI
DELLA SETTIMANA
1
2
BUON ANNO LOCRIDE
Il degno erede di Marcello Fazzolari,
l’amico Riccardo del Rikaroka ci
augura “buon anno” accanto a queste
due bellissime ed avvenenti ragazze.
3
SUPER TONNO
EVVIVA GLI SPOSI
Il re del mare del "team
la zella" Davide
Schirripa, non contento
di essere stato
“defraudato”dagli amici
Marco e Rocco, fa
vedere la sua nuova
preda, un tonno di 70 kg
I nostri amici
Sergio Sergi e
Francesca Pedullà
hanno pronunciato
il fatidico si.
Tanti auguri dalla
redazione.
CARIDI E IL LIBRO
ROSSO DI MAO
Ci sono conversioni storiche
come quelle del Manzoni
verso il cristianesimo e altre
meno popolari come quella
del giornalista Francesco D.
Caridi verso il comunismo.
Come conseguenza naturale
scatta il “cartellino rosso”
SERENA SPOSA
ROCCO DEL SUD
La nostra
brigantessa Serena
tra un ricerca sui
borboni e uno
studio sui prodotti
calabresi ha
trovato il tempo
per sposarsi
Rocco
Severino...del Sud
Il "Menestrello
del Folk
Calabrese"
L'orgoglio
musicale di
Gioiosa Jonica in
Canada
LaToscanadell’accoglienza
LOQUIESPROLOQUI
Sono passati quasi 40 anni o qualcosa in
più da quando Rino Gaetano,
avanguardista della musica italiana,
cantava «e partiva l'emigrante e portava
le provviste due o tre pacchi di riviste ...»;
ed al suo arrivo non sempre, l'emigrante,
trovava una terra accogliente. A volte,
esattamente
il
contrario.
Era
l'emigrazione delle valigie marroni e delle
tante speranze.
Oggi le valigie sono più colorate, le
speranze meno ma un'aria frizzantina
guida le emozioni di questa seconda
generazione. Una generazione che,
nonostante le difficoltà, le poche proposte
di Filomena Cataldo
e qualche pizzico di noia in più, riesce a
stupire.
Possiede quel tono polemico, forse
ancora acerbo, capace di trasferire alla
società quello che la società non vede.
«Parlo di ... Di Neset l'immigrato/
diplomato
diventato
avvocato/
disoccupato per colpa dello Stato ...» così
scrive A.I., kossovaro, che nella città del
Palio vive, studia e canta con i suoi amici.
Come anche i suoi amici, compagni di
scuola N.M. e S.I.G., un sardo ed un
calabrese nella ballata Rap for Siena
intonano «... È brutto andare via dal
proprio paese,/ ma a volte è l'unico modo:
colpa delle spese!/Il corso, le piazze, le
strade,/meridionali, senesi, europei, Siena
città multiculturale...». Questi versi sono
stati reppati nella sala consiliare del
Comune di Siena il 29 novembre 2013 in
occasione della Festa della Toscana: una
comunità: le mille voci della Toscana.
Tre di queste voci, una sarda, una
calabrese ed una kossovara hanno
testimoniato con i loro versi la
straordinaria eco di una seconda
generazione che non dimentica il proprio
paese e lo porta nel cuore, con un ritmo
nuovo, una nuova melodia, un nuovo
modo di dire ciò che va e che non va.
1- Per la serie “C’era una volta”
ecco a voi un trio d’eccezione:
Martino Ricupero, Fernando
Fiorenza e Roberto Quirino
2- Questa foto di un congresso
del PD esplicita in maniera
“eloquente” lo stato di questo
partito “rottamato” per
rendersene conto basta notare
l’espressione di Nino De
Gaetano e Aldo Canturi in
prima fila
3- Il presidente di AssocomuniLocride Giorgio Imperitura
festeggia con la “scopellitiana”
Tilde Minasi e molte altre, evviva
la bellezza delle donne... !!
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