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L’Orchestra
Incantata
presenta
100 minuti
per 100 anni
22 novembre 2010 ore 21,00
Auditorium Parco della Musica
Sala Sinopoli
www.assonime.it
A
ssonime ha scelto di affidare il concerto celebrativo del
suo Centenario alla Fondazione Internazionale Yehudi Menuhin, amba­
sciatore di pace e integrazione nel mondo.
La Fondazione è un’istituzione no profit che promuove l’azione uma­
nitaria e culturale iniziata dal grande violinista attraverso la diffusione
di iniziative per l’integrazione sociale e culturale fra i bambini d’Eu­
ropa e il dialogo interculturale.
Per una sera i danzatori e i musicisti della Fondazione incon­
trano alcuni dei musicisti dell’Orchestra di Piazza Vittorio
dando vita a un’Orchestra Incantata i cui colori sono
quelli del mondo. Attraverso la musica, il canto e la
danza, creano un repertorio che proclama il mes­
saggio del maestro Menuhin sull’integrazione
armoniosa dei popoli attraverso la musica e
le arti, sul potere della musica di incantare
per raccogliere, unire e condividere.
Stefano Micossi
Direttore Generale Assonime
”P
oco a poco la musica giunge sino all’anima,
manifestando il suo potere di guarigione. Poco a poco la musica
coordina le nostre emozioni e i nostri corpi. Ci fa comprendere le
vibrazioni dell'universo, stabilendo un’armonia tra tutti gli ele­
menti che cercano di sfuggire all'ordine universale".
Queste parole di Yehudi Menuhin ci guidano in ogni nostra crea­
zione musicale.
Questa sera vi attende un viaggio insolito, che trascende i confini
dello spazio e del tempo e vi trasporterà in un paese incantato
con ritmi, colori e stili molto vari.
L’incanto si apre con le vibrazioni del mondo, che uniscono i
ritmi spasmodici delle percussioni, dalle sonorità chiare e
melodiose della kora, ai suoni evocativi dell’oud, dove si
mescolano i fiati di terre lontane.
Guidati dalla voce melodiosa del violino, incon­
triamo una voce degli altipiani andini, poi
I dialoghi tra percussioni ritmiche, oud e boleadoras ci portano
in una dimensione acustica e visiva ai confini dell'Argentina.
Il violino ritorna, per condurci in India, questa volta accom­
pagnato dai ritmi indiavolati di una tabla.
Ora si leva la voce di un grande maestro: il suo flauto magico
è rivisitato portando le note di Mozart in altri territori.
Poi si sente la voce del sole e del cuore, di quella Haiti dai mille
colori, mille gioie e mille sofferenze.
Al termine del viaggio le vibrazioni del mondo hanno aperto il no­
stro cuore e siamo pronti a condividere la melodia di Yehudi Menuhin,
che dona a ogni voce uno spazio individuale di espressione intorno a un
filo melodico comune.
Questa melodia richiude la porta dell’incanto, lasciandoci più ricchi, più vicini
gli uni agli altri.
Tale è il potere della musica.
proseguiamo accompagnati da una fisar­
monica dalle tonalità variegate.
Marianne Poncelet
Segretario Generale Fondazione Menuhin
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Programma
L’Orchestra
Incantata
Gilles Apap
Karim Baggili
Sanjay Kansa Banik
Peppe D'Argenzio
Vibrazioni dal mondo
Brevi incontri
Variazioni musicali
Dialoghi ritmici
Un tema indiano
Sulle note del flauto
La voce del sole
Melodia incantata
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Violino
Oud – chitarra
Tabla
Sassofono – clarinetto basso
Marlène Dorcéna
Voce
Evandro Dos Reis
Chitarra – cavaquinho – voce
Augustin Modeste Foly
Osvaldo Hernandez Napoles
Myriam Lafargue
Ernesto Lopez Maturell
Jean Jacques Nsengiyumva
Milton Paulo
Carlos Paz
Pino Pecorelli
Chitarra – arrangiamenti
Percussioni
Fisarmonica
Batteria
Basso
Ballerino
Flauti andini – voce
Basso – contrabbasso
Leandro Piccioni
Pianoforte – sintetizzatore
Pap Samb
Dum dum – djembé – voce
Raul Scebba
Percussioni
Kaw Sissoko
Kora – voce
Ziad Trabelsi
Oud – voce
Omar Lopez Valle
Patricia Van Cauwenberge
Tromba – percussioni
Boleadoras
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Leandro Piccioni
Direzione musicale
È nato a Tarquinia e vive a Roma. Autore delle elaborazioni e degli arrangiamenti de
“Il Flauto Magico dell'Orchestra di Piazza Vittorio”, in cui suona come pianista, in car­
tellone nei più importanti festival europei come Les Nuits De Fourvière di Lione, il
Carlo Felice di Genova, l' MC3 di Parigi Bobigny, la Fenice di Senigallia, il Grec di Bar­
cellona, l'Athens & Epidaurus Festival di Atene e molti altri. Per l’Orchestra cura gli
arrangiamenti, ha scritto le partiture per gli archi e i fiati, e si alterna con Mario
Tronco alla direzione.
È autore di colonne sonore per film come “Il Posto Dell’Anima” di Riccardo Milani,
“Assunta Spina” e “Rebecca la prima moglie”, o “Ultima Pallottola” di Michele
Soavi. Nomination al David di Donatello 2008 per la canzone “Amore Fermati”
orchestrata per il film “Lascia perdere, Johnny!” di Fabrizio Bentivoglio.
Solista per Ennio Morricone nelle colonne sonore e nei concerti in tutto
il mondo con le orchestre Roma Sinfonietta, la Radio di Mosca, la
TV Spagnola di Madrid e l'Accademia di Santa Cecilia. Nel teatro
ha collaborato con Carmelo Bene alla Biennale di Venezia
(1989), alla Pentesilea (1990) ed al Macbeth. Ha realizzato
la sigla di tutte le edizioni del programma di Radiotre
“La Barcaccia” e inciso dischi per la Fonit Cetra, la
BMG Ricordi, RaiTrade, la CAM, e la Warner Chap­
pell Music Italiana. Ha scritto alcune composi­
zioni per l’etichetta discografica Egea, che
sono state eseguite ad Umbria Jazz dal se­
stetto di Pietro Tonolo e Gabriele Mirabassi,
con il quale ha recentemente inciso un cd.
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Thierry Van Roy
Direzione musicale
Thierry Van Roy è definito un musicista “alchimista”: viaggia in giro per il mondo, esplora
il passato e il futuro, scopre e recupera musiche tradizionali da cui crea nuove espres­
sioni musicali che nascono dall’incontro e la miscela di queste differenti culture.
Il suo intento primario è quello di salvare la musica tradizionale che rischia di sparire
ed essere schiacciata dalla globalizzazione culturale e dei consumi. Seguendo le
tracce e riscoprendo musiche ormai quasi sconosciute e dimenticate, e contri­
buendo all’incontro di popoli e culture di diversi paesi, Thierry cerca di contri­
buire alla costruzione di una maggiore armonia e consapevolezza tra le
diverse culture.
Thierry Van Roy dimostra una estrema versatilità in tutti gli aspetti
musicali: è ideatore musicale (“music­fiction” ©), compositore,
produttore (tra le principali produzioni ricordiamo Melanie Ga­
briel/Taïga Maya, Abdelli, Farafina, The Black Slavics, ecc.),
tecnico del suono, musicista (tastiere, chitarra), arrangia­
tore, direttore di una radio indipendente e regista di
video musicali (Taïga Maya, che rappresenta un in­
contro immaginario tra gli jakuti della Siberia e i
Maya del Messico del sud), performer, composi­
tore di colonne sonore (ha partecipato alla
composizione delle musiche per il film belga
“Au­delà de Gibraltar” del 2001).
È membro del consiglio d’amministrazione
della International Yehudi Menuhin Founda­
tion, per cui dirige gli workshop musicali e
partecipa ai programmi dei “World Music”.
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Gilles Apap
Definito da Yehudi Menuhin come “il violinista
più singolare del XX secolo”, il francese Gilles
Apap si è affermato nel mondo non solo per
le sue interpretazioni virtuosistiche dei classici
del repertorio, ma anche per il suo grande in­
teresse verso tutti i tipi di musica come il blue­
grass americano, la musica gypsy, quella
tradizionale irlandese e indiana, che suona con
lo stesso trasporto e devozione che mette nel
suonare Bach, Mozart o Ravel.
Nato in Algeria, Apap è cresciuto a Nizza dove ha
studiato il violino con André Robert e successiva­
mente al Conservatoire de Musique de Nice e al Con­
servatoire National Superieur de Lyon. Ha proseguito i
suoi studi in America presso il Curtis Institute e ha poi
scelto di stabilirsi in California, dove ha ricoperto il ruolo di
primo violino nella Santa Barbara Symphony Orchestra.
Nel 1985 Apap vince il premio di Musica Contemporanea al concorso
International Menuhin Competition, facendosi così notare da Lord Me­
nuhin, che nel 1989 gli chiede di esibirsi alla Philharmony Hall di Berlino
insieme alla Enescu Foundation.
I numerosi impegni di Gilles Apap includono concerti in tutta Europa, negli
Stati Uniti, Canada, Sud America, Nuova Zelanda, Brasile, India, Cina, Giappone,
Russia, Turchia, Israele e Australia.
Oltre a suonare con la maggior parte delle orchestre filarmoniche francesi, Apap
si esibisce anche come solista o come direttore musicale per le migliori orchestre
del mondo. Ha insegnato alla Menuhin Academy di Gstaad, in Svizzera, alla Menuhin
School di Londra, e all’Università di Benares, in India, e ogni anno tiene numerosi
master in vari festival internazionali e accademie.
Ha inciso tre CD per la Sony Classical, ma nel 1999 ha fondato una sua etichetta: la
Apapaziz Productions, con cui ha pubblicato sei album classici di cui uno da solista
(“Hope you like violin?”), uno sinfonico (orchestra n. 3 di Mozart eseguito con la Sin­
fonia Varsovia) e tre di musica da camera con il suo gruppo The Colors of Invention.
Nel 2008 ha presentato l’album “friends”, un omaggio alla musica per violino, re­
gistrato con alcuni dei migliori musicisti della scena internazionale, e “sans orche­
stre”, un nuovo album inciso con il suo gruppo The Colors of Invention e
presentato in occasione del concerto tenutosi presso il Kammermusiksaal
della Berliner Philharmonie.
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All pictures by Adam Urban Urbán Ádám www.urbanfoto.hu http://urbanfotoblog.blogspot.com/
Marlène Dorcéna
Nata ad Haiti, Marlène Dorcéna, figlia del rimpianto Toto Bissainthe, con cui condivide le origini
e la cultura, è cresciuta nelle campagne di les Cayes. A scuola, come membro di un’associa­
zione culturale, ha imparato un repertorio di canzoni francesi. Questa esperienza, unitamente
all’aiuto della sua famiglia, l’ha portata a cantare nel coro gospel della chiesa locale.
Nel 1991 si è esibita nello spettacolo teatrale “Mèsy Bondyé Verdomme”, diretto da Rene
Verreth, al Mechels Miniatuur Theater in Mechelen, Belgio.
Tornata in America centrale, ha frequentato in Venezuela un seminario organizzato dalla
Confederazione dei lavoratori dell’America Latina. Dopo il colpo di stato ad Haiti del 1991,
decide di ritornare in Belgio dove si laurea in Giornalismo e Comunicazione. Qui incontra
Raoul Nassar (musicista, compositore e dottore originario di Haiti), che la spinge a svilup­
pare un vasto repertorio di canzoni tradizionali haitiane e di pezzi originali che narrano
delle difficoltà della vita di tutti i giorni e della lotta per una Haiti migliore.
Il suo primo disco la vede cantare come solista insieme alla band Super Combo Creole,
sotto la direzione musicale del Maestro Raoul Nassar. Il suo primo successo, l’album “Mèsy”
prodotto e realizzato da Contre­Jour, rivela a pieno lo spirito, i colori, il riso e la poesia della
gente della sua isola. Marlène Dorcéna narra e canta con gentilezza
del sole di Haiti, della miseria e delle diseguaglianze sociali
del suo paese, dipingendo immagini che non sono
adatte per delle cartoline turistiche. Le sue canzoni
non cercano di ricreare atmosfere esotiche, ma
una sincera espressione dei molteplici aspetti
di un paese che è il più piccolo ma anche il
più povero d’America. Marlène rivendica
e canta anche le sue origini africane, di
schiavi strappati alle proprie radici e de­
portati nella lontana America (progetto
realizzato con la Musical Youth, Origin
of the Rituals and Rhythms of Haiti).
Nel suo ultimo album, pur rimanendo
fedele al suo stile, ha cercato di svilup­
pare nuove sonorità, nuove semplici
emozioni attraverso l’uso di strumenti fatti
con materiali naturali come il lambi (usato
dagli haitiani durante la rivoluzione), il tam­
buro haitiano, pigne, nocciole, ti bwa, agogo,
maracas, conchiglie, ecc. Questo nuovo album illu­
stra il suo viaggio musicale e la sua gratitudine verso il
Belgio dove, come dice lei stessa, “È qui che tutto è iniziato”.
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Karim Baggili
Nato in Belgio nel 1976, Karim Baggili è un giovane compositore di origini giordane e
iugoslave, e musicista autodidatta di chitarra e il liuto arabo (oud). Ha iniziato a suonare
la chitarra elettrica all’età di 16 anni. A 20 ha iniziato a cimentarsi nella chitarra da fla­
menco e, nel corso di uno dei suoi viaggi in Giordania, ha imparato a suonarel'oud.
Ha lavorato in progetti come Ereska Trio, Colette, con L'Orchestre de Chambre de la Né­
then e con cantanti per bambini come Christian Merveille, Yvette Berger, Raphy Ra­
phaël. Nel 2000, Karim ha vinto il primo premio dell’Open String Festival in Osnabrück,
Germania. Attualmente suona con diversi gruppi come i Traces e i Turdus Philomelos,
con il pianista jazz Nathalie Loriers e con la cantante inglese Melanie Gabriel. Recente­
mente ha suonato in concerto con Philippe Lafontaine e ha riunito grandi musicisti nella
sua nuova band Karim Baggili Quartet, con la quale suona sue composizioni ispirate a
musiche flamenco, ritmi sudamericani e musica araba. Si è esibito in molti concerti, ha
preso parte alla Entre Vues 2004 e al Jazz Tour des Lundis d'Hortense 2004.
Ha pubblicato il suo primo CD nel 2002 e da allora ha contribuito alla realizzazione di
diversi CD musicali, tra cui “Cuatro con Cuatro” con il Karim Baggili Quartet,
“Douar” da solista; ha inoltre composto le colonne sonore di diversi
documentari e di un cortometraggio. Karim ha suonato spesso
in assoli o duetti con il percussionista Osvaldo Hernandez
Napoles. Il suo recentissimo progetto si chiama Aton
Lua, un misto di rock e musica etnica, nel quale canta
(in francese, inglese, spagnolo, arabo e serbo­
croato) e suona la chitarra elettrica, la chitarra da
flamenco e il liuto arabo (oud).
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Sanjay Kansa Banik
Nato nel 1976 in India, Sanjay ha iniziato a suo­
nare il Tabla alla tenera età di cinque anni e
mezzo, sotto la competente guida di Sri Gau­
tam Dam e successivamente del Prof. Dulal
Natto dell’illustre gruppo Benaras Gharana
della scuola di Tabla.
Sanjay ha partecipato a diversi festival mu­
sicali in India. Ha vinto il primo premio del
festival nazionale tenutosi a Delhi nel 1996
ricevendo il premio direttamente dal Presi­
dente indiano. Nel 1990 ha ottenuto il titolo di
miglior musicista della All India Radio (AIR) di
Calcutta. Gli sono stati conferiti diversi titoli come
quello di Talmani (Maestro del Ritmo), Sangeet Ratna
(Gioiello della musica), Sangeet Visarad (speciale rico­
noscimento musicale) solo per citarne alcuni.
Sanjay ha conseguito il Master in Musica presso la Rabindra Bha­
rati University (RBU) di Calcutta nel 2001, distinguendosi come il
migliore dell’università, e per tali risultati è stato premiato con la me­
daglia d’oro dal Governatore dello stato del West Bengali.
Sin dal 2004, Sanjay ha viaggiato in diverse parti del mondo, ma dal 2006
si è stabilito a Roma dove attualmente risiede, lavorando come inse­
gnante ed esibendosi con artisti come Sergio Cammariere, l’Orchestra di
Piazza Vittorio (OPV) e il gruppo etnojazz dei Worldream.
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Peppe D’Argenzio
Evandro dos Reis
Peppe D'Argenzio, (sassofoni e clarinetti) nato a Caserta nel 1961, comincia a suonare da
autodidatta nella seconda metà degli anni '70 in gruppi di musica popolare, di improvvi­
sazione e di jazz. Nel 1980 è tra i fondatori degli Avion Travel. Dopo i primi dieci anni di
attività, concerti, compilation e partecipazioni a diversi festival italiani nel '90, il progetto
si trasforma in "Piccola orchestra Avion Travel". Il progetto si impone come uno dei più in­
teressanti e riconosciuti di nuova musica italiana, con diversi cd e riconoscimenti fino alla
partecipazione al festival di Sanremo nel 98 e nel 2000, aggiudicandosi premi della critica
e della giuria di qualità in entrambe le edizioni, e il primo premio nell'edizione 2000.
Nasce a San Paolo del Brasile, il 5 giugno 1979, città
in cui vive per poco più di vent’anni. Proviene da
una famiglia di musicisti e cresce al suono di un
prezioso repertorio di chorinhos e serestas. È in
questo contesto che impara a cantare e a suo­
nare la chitarra ed il cavaquinho e, insieme ai
suoi cugini crea la “Tudo em Familia”, band con
la quale incide il suo primo pezzo, “Você foi”.
Tante collaborazioni (Lilli Greco, Pasquale Minieri, Arto Lindsay) ed esperienze fino al­
l'incontro nel 2002 con la Orchestra di Piazza Vittorio diretta da Mario Tronco. Nel 2005
lascia gli Avion Travel, assorbito dall'attività dell'orchestra. Partecipa alla realizzazione
di tutti i progetti dell'OPV, dischi, film e concerti in tutto il mondo fino alla attuale espe­
rienza del "Flauto magico".
A 17 anni Evandro studia chitarra classica al­
l’Universidade Livre de Musica di São Paulo.
“Até o Amanhecer”, titolo del suo primo album,
viene inciso durante il corso laurea, e comprende
sia pezzi scritti da lui che canzoni di amici.
Ha partecipato come musicista, compositore, arrangiatore, produttore alla realizzazione
di musiche per il cinema lavorando con registi come Lina Wertmuller, Re­
nato De Maria, Fabrizio Bentivoglio, Riccardo Milani ed altri colla­
borando spesso con Leandro Piccioni e Mario Tronco, con i
quali ha realizzato nel 2003 il cd "Sottotraccia" di Fabrizio
Bentivoglio con il "Quintetto di musica normale". Per il
teatro nel 2006 ha realizzato ed eseguito dal vivo le
musiche di scena per lo spettacolo "Sandokan" con
Antonio Catania su testo di Nanni Balestrini.
A 22 anni si trasferisce a Roma, dove conosce il pro­
duttore di musica elettronica Giacomo Bondi con cui nel
2004 produce il suo secondo album, “Evandro dos Reis”, un
mix di samba, ritmi brasiliani e basi elettroniche. Parallelamente la­
vora con Max de Tomassi in vari progetti di divulgazione e valorizzazione
della musica brasiliana. L’apice di questo periodo avviene con la sua par­
tecipazione al Live 8 nel 2005.
Dal 2005 riprende a frequentare la scena musi­
cale jazzistica e di improvvisazione. Partecipa at­
tivamente dal 2008 agli incontri del "Franco
Ferguson impro­ring", collettivo di musica im­
provvisata e nel giugno 2010 ha suonato con
l'"Amazing orchestra" diretta da Eugenio Co­
lombo alla "Casa del jazz" di Roma.
Nel 2006 incontra Mario Tronco, direttore dell’Orchestra di
Piazza Vittorio, che lo invita in qualità di cantante e chitarrista.
Con l’Orchestra incide il disco “Sona” e canta “Vagabundo
Soy”, poi diventata un “hit” del gruppo.
Coordina diversi laboratori di musica d'insieme ad
orientamento jazzistico per conto dell'"Alessandrino
jazz­lab" in Roma. Nel 2009 con Ziad Trabelsi e Pino Pe­
corelli ed altri componenti dell'Opv ha creato il quintetto
"Carthage mosaik" dedicando particolare attenzione alla mu­
sica arabo­mediterranea di Ziad Trabelsi.
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Augustin Foly
Musicista, compositore, arrangiatore jazz at­
tivo sulla scena europea da 20 anni, Augustin
Foly è nato a Dakkar, in Senegal, ma natura­
lizzato belga. Ha partecipato a numerosi pro­
getti jazz, tra cui ricordiamo: Augustin Foly
Quartet, Da Funkamental & Funkalysers, Ki­
rochi, Alerta G (Francia) e il più recente Un­
discovered Country (USA).
Ha collaborato, suonato e inciso, tra gli altri,
con: Manu Dibango, Nilda Fernandez, Jean Louis
Daulne, Philippe Lafontaine, Jeff Bodart, Marka,
Maurane, Aura Msimsang, Philip Catherine, Marc
Lelangue, Gadgé, Kayna Samet, Christelle Adams,
Frank Boeijen, Khadja Nin, Nathalie Loriers, ecc.
Myriam Lafargue
Myriam Lafargue ha iniziato a suonare la fisarmonica all’età di otto anni e ha studiato
l’arte della fisarmonica cromatica con il leggendario pedagogo e fisarmonicista francese
Jacques Mornet.
Ha vinto numerosi premi sia per esecuzioni tradizionali che come artista classica (Prix
Médard Ferrero, Médaille d’Or du CN Marseille, primo premio all’International Klin­
genthal Competition, Trophée mondial de l’Accordéon in Italia, per citarne alcuni) e si
è esibita come solista, con orchestre e come musicista da camera in tutta Europa, in
Nord e Sud America, in Giappone e in Australia.
Sin dalla sua fondazione, Myriam è membro del trio francese Colors of Invention, fon­
dato dal violinista francese Gilles Apap con cui spesso si esibisce in duetti.
I suoi album sono stati pubblicati dall’etichetta Universal e ha registrato i tre album dei
Colors of Invention con la Apapaziz Production.
Molto attivo anche sulla scena gospel.
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Ernesto Lopez Maturell
Nato all’Avana nel 1984, Awalys Ernesto Lopez Maturell cresce fin da piccolo in una fa­
miglia di musicisti. Il nonno paterno era un trombettista che passò la sua passione al
padre, i suoi fratelli e i suoi cugini, tanto che alla fine la famiglia contava ben 16 trom­
bettisti. Anche Ernesto fu iniziato alla musica molto presto, alla sola età di 8 anni,
quando inizia a studiare musica al conservatorio. Oltre alla tromba, lo zio Omar Lopez
Valle lo introduce alla batteria e alle percussioni in genere.
A 13 anni, quando termina i suoi studi al conservatorio, inizia a lavorare con i gruppi
più in voga a Cuba: Manana Reggae, Paso Firme, Leo Vera.
Nel 2003 arriva in Italia per suonare con un gruppo latino americano e, all’età di 19
anni, inizia così una nuova fase della sua vita. Grazie allo zio, già in Italia da tempo, entra
a far parte dell’Orchestra di Piazza Vittorio come batterista.
In questi anni trascorsi in Italia ha avuto la possibilità di collaborare anche con altri ar­
tisti: Alex Britti, Jovanotti, Claudio Baglioni, Eduardo Cespede, Gigi Cifarelli, Francesco
Corvino, Aida Cooper.
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Osvaldo Hernandez Napoles
Osvaldo Hernandez Napoles è nato in Messico nel
1964. A partire dall'età di 20 anni, ha iniziato a
viaggiare attraverso l'America Latina per risco­
prire gli strumenti di musica tradizionale che
egli ha imparato a suonare con maestria.
La sua collection di opere riflette l'incredi­
bile storia del continente: strumenti di po­
polazioni autoctone pre­colombiane che
incontrano quelli degli schiavi africani depor­
tati, così come gli strumenti di diverse gene­
razioni di coloni europei. Si è cimentato nella
musica tradizionale, jazz fusion e world music di
diversi gruppi etnici dell'America Latina, Africa ed
Europa; ha studiato anche le diverse tecniche percus­
sionistiche indiane, africane e latino­americane.
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Jean Jacques Nsengiyumva
Jean Jacques “Djakhobo” Nsengiyumva è un musicista ruandese eclettico e multi­stru­
mentale: è autore, compositore, interprete e produttore.
Ha iniziato molto giovane a suonare la chitarra come già suo padre e suo zio prima di
lui. In seguito ha imparato, in modo molto naturale, a suonare il basso e il piano. Nel
2001 ha realizzato la produzione del progetto « Refugee voices » insieme alla star di
musica africana Youssou N’Dour. Lo stesso anno ha portato in tournée musicale il pro­
getto, con il sostegno dell’Alto Commissariato dei rifugiati.
Ha lavorato, come musicista e produttore, con artisti dal percorso più svariato:
Jeff Bodart, Axelle Red, Marlène Dorcéna, Guru’s Jazzmatazz, Zap Mama, Udo, Marta
Mus ed altri ancora.
Attualmente « Djakhobo» sta lavorando al suo album da solista, interamente in francese
e in stile pop.
Carlos Paz
Carloz Paz parte dall'Ecuador nel 1990 perché non
ne condivide la politica e va in Russia per un breve
periodo. Da qui si trasferisce in Europa, dove
vivrà per cinque anni a Vienna, in Austria, per
suonare in una grande orchestra di salsa; si
sposterà poi in altri paesi per arrivare infine a
Roma in cerca di sole e calore, dove tutt’ora
risiede. Il suo viaggio non è solo fisico ma
anche culturale e musicale e lo porta a fondere
le sue origini indio e spagnole con la cultura oc­
cidentale.
Per le strade della capitale si esibisce con un
gruppo di musica delle Ande, ma lui non ama defi­
nirsi artista di strada, bensì musicista urbano. Si esibi­
sce inoltre con il gruppo di salsa e merengue dei Chirimia,
formazione storica nel panorama della musica latina in Italia.
Attraverso Javier Girotto conosce l'Orchestra di Piazza Vittorio, dove
entra e diventa uno dei cantanti solisti. Canta e suona strumenti a fiato
(kena, kenacho, moseno, pinguillos, pinquillos, tarkas) e a corda (chi­
tarra, cuatro venezuelano, tiple colombiano, charango).
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Pino Pecorelli
El Hadji “Pap” Yeri Samb
Bassista e contrabbassista capace di spaziare
dalla musica classica all'improvvisazione to­
tale, si è diplomato al Conservatorio S.Cecilia
di Roma sotto la guida del Maestro Giorgi.
Membro fondatore dell’Orchestra di Piazza Vit­
torio, co­produttore artistico di album in studio
e di tour live e programmatore, ha collaborato
con i produttori Bob Ezrin e Pasquale Minieri.
Tra le sue collaborazioni live ricordiamo tra gli altri:
Sergio Cammariere, Franco Califano, Rocco Papa­
leo, Acustimantico, Rocco De Rosa, Gianni Music,
Nuove Tribù Zulu, Massimo Alviti, Buscaja, Bungaro,
Rodolfo Laganà, Ziad Trabelsi & Carthage Mosaik.
Nato nel 1974 a Louga, la città degli artisti più famosa in tutto il Senegal, Pap Yeri Samb
proviene da una prestigiosa famiglia di Griot, casta di “artisti della parola”, della storia e
della tradizione del passato, tramandata oralmente con canti, danze e musiche tradizionali.
Maestro di danza e percussioni tradizionali senegalesi, ha girato l'Europa con il gruppo
artistico “Cirde de la jeunesse de Louga”, molto famoso in Senegal.
Presente in Italia dal 1994, ha partecipato a tournee in Portogallo, Spagna, Egitto, Au­
stralia, Argentina, Stati Uniti, Ungheria, Svizzera ecc. Ha collaborato con musicisti e
gruppi africani ed europei come artista ballerino e percussionista di strumenti musicali
africani, quali sabar, djembe, tamà, bugarab e doundounmba, incidendo diversi CD.
Oggi Pap lavora con l’Orchestra di Piazza Vittorio ed ha partecipato inoltre all’omonimo
film sulla storia del gruppo, uscito nei cinema nel 2006. Suona con il gruppo di Ruggero
Artale “Safle ngewal”, con “Concoba” e con “Sunu Africa”.
In ambito classico ha collaborato con l’orchestra del Con­
servatorio di S.Cecilia, con l’ orchestra Regionale del Lazio e
l’orchestra Nova Amadeus.
Per il cinema ha prodotto e collaborato agli arrangiamenti delle mu­
siche di: “Caterina va in città” di Paolo Virzì, “Lettere dal Sahara” di Vit­
torio De Seta, “L’Orchestra di Piazza Vittorio” di Agostino Ferrente,
“L’estate del mio primo bacio” di Carlo Virzì, “Bab Al Samah” di Francesco
Sperandeo, “I Fiori di Kirkuk” di Fariborz Kamkari, ha suonato nelle colonne
sonore di Giuliano Taviani.
Da molti anni insegna alla Scuola Popolare di Musica “Donna Olimpia” di Roma.
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Raul "Cuervo" Scebba
Nato a La Plata (Argentina), Raul ha origini italiane, essendo i suoi nonni di Mazzarino
in provincia di Caltanisetta.
Si diploma in percussioni al Conservatorio G. Gilardi nella sua città natale, dove poi
svolge attività didattica oltre che presso la facoltà di Educazione Musicale dell’Università
di La Plata. Si specializza a Cuba in ritmi e strumenti afro­cubani, suona con gruppi folk
cubani, di salsa, fusion, latin jazz e collabora con numerosi artisti anche all’estero.
Mentre lavorava al teatro dell’Opera di La Plata, Raul decide di chiedere un anno di
aspettativa per partire per l’Europa. Nel 1990 arriva in Italia, dove decide di rimanere
a vivere.
Molto attivo come musicista, suona con l'Orchestra di Piazza Vittorio ma anche musica
etnica del sud Italia con “I tamburi del Vesuvio”, world music con “Ondabuena Hotel”,
musica etnica e afrocubana con i “Batarumba” e infine si esibisce con la big band “Ali
Times Orchestra”.
Raul fa parte del corpo docenti dell'Università della Musica di Roma.
“Kaw” Dialy Mady Sissoko
Kaw Dialy Mady Sissoko nasce a Dakar nel 1976 in
una famiglia di musicisti. Nel giugno 1992 si di­
ploma in musica tradizionale presso il conser­
vatorio “Douta Seck ­ Arti e Culture” di Dakar.
Maestro di kora (tradizionale e moderna) e
percussioni, ha lavorato e collaborato con
molti gruppi e artisti in tutto il mondo, quali:
il Ballet National de Senegal con il quale si
esibisce in numerosi spettacoli in Europa,
Stati Uniti e Cina, il Ballet African, Yussou
N’Dour, Ernest Ragnlenn, Enrique Moriente,
Tony Esposito, Paolo Fresu, i Tamburi di Goreè e
molti altri ancora. Ha, inoltre, diviso il palco con vari
musicisti jazz tra cui B.B. King e Bonnie Spear.
Nel 2001 prende parte al progetto “Le radici e le ali”, re­
cital dedicato al poeat senegalese Senghor, con musiche ori­
ginali dello stesso Sissoko.
Nel settembre 2005 entra come korista nell’organico dell’Orchestra
di Piazza Vittorio, collaborando anche all’arrangiamento e all’orche­
strazione dei brani in repertorio.
Nel 2006 compone e realizza la colonna sonora del film “Lettere dal Sa­
hara”, di Vittorio de Seta. Collabora alla realizzazione del cd “AdaMati.
Una storia cantata a più voci” Edizioni ArteBambini, elaborando ed ese­
guendo brani della tradizione africana.
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Ziad Trabelsi
Diplomato al Conservatorio e una laurea in matematica e scienze all’Università di Tunisi,
Ziad è un musicista tunisino che da anni vive e lavora a Roma, dove è approdato dopo
aver lavorato sulle navi come musicista.
Virtuoso di oud, il liuto arabo, cantante e compositore, è membro dell’Orchestra di
Piazza Vittorio dove è entrato a far parte grazie al cugino Houcine.
L’incontro con l’Orchestra, ma forse ancor più con Roma, lo hanno portato a costruire
un “dialogo” artistico tra la grande tradizione araba e le altre suggestioni musicali più
tipicamente occidentali. La canzone francese e quella italiana, ma anche il mondo delle
song e dei riff che vengono dal rock e dal blues anglo­americano rappresentano con­
tinua fonte d’ispirazione, che lui riesce a mescolare abilmente e con grande naturalezza
nella sua musica, pur mantenendo sempre un profondo legame con le musiche e le so­
norità del mondo arabo e del mediterraneo sul quale si è formato ed esercitato sin da
bambino. Il risultato è un progetto di musica d’autore e di ricerca tra improvvisazione,
ritmo e contaminazione. Le sue canzoni e la sua musica sono una sorta di “neofolk
urbano” senza confini geografici.
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Omar Lopez Valle
Nasce a L’Avana, Cuba, il 12 marzo 1965. Inizia a im­
parare a suonare la tromba alla tenera età di
7 anni, sotto la guida del nonno Nino Valle Her­
rera, un riconosciuto maestro di tromba a Cuba.
All'età di 17 anni inizia a suonare da professio­
nista in band cubane come “Grado A 440”,
“Pacho alonso y los Bocucos”, “Los Chuchis” e
molte altre. Nel 1991 viene in Europa per un
tour e decide di stabilirsi a Vienna, in Austria,
dove risiede per 3 anni. Poi nel 1993 arriva a
Roma, dove si stabilisce e incide l’album “Home­
naje a los valle”, un disco tributo alla sua famiglia.
Nel 2002 entra a far parte dell'Orchestra di Piazza
Vittorio, con la quale ha all'attivo moltissimi concerti
in Italia e nel mondo.
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Milton Paulo
Patricia Van Cauwenberge
Dopo aver completato nel 1994 gli studi di
danza contemporanea nel suo paese natio, il
Brasile, Milton ha frequentato corsi di reci­
tazione, acrobatica, analisi del movimento,
contact improvisation e yoga, ed ha comple­
tato un corso a Bruxelles sul metodo GDS
per il rilassamento muscolare e articolatorio.
Come ballerino, ha fatto parte nel 2000 della
compagnia belga As Palavras ­ Cie Claudio Ber­
nardo ed ha preso parte a diversi spettacoli.
Formatasi come ballerina classica, si è successivamente specializzata in altre forme arti­
stiche dal flamenco alle danze armene, cimentandosi anche nelle danze tradizionali del­
l’Africa occidentale e danzando con ballerini del Senegal, la Guinea e la Costa d’Avorio.
Nel 1998 si è avvicinata alla danza e alle percussioni argentine, specializzandosi nel 2000
nella danza delle boleadoras, insieme al grande maestro argentino Juan Saavedra.
È una delle poche boleadore ad eseguire queste spettacolari danze in Europa e, tra le
altre cose, si è esibita per il Cirque du Soleil duettando anche con Elisabetta La Com­
mare, in un numero che – accompagnando il movimento delle boleadoras con il ritmico
battere dei piedi – riproduce un perfetto connubio tra il suono dello strumento utilizzato
dai cacciatori della Pampa argentina e il flamenco.
Come collaboratore e insegnante di danza, Milton
ha lavorato per diversi anni su un progetto educativo
che integra i principi della danza in un più ampio svi­
luppo della consapevolezza del movimento attraverso
l’esperienza somatica e pratiche corporee sviluppate allo
scopo di sintonizzarsi con se stessi e ristabilire un ritmo più or­
ganico tra le strutture e i sistemi dell’intero organismo.
Come coreografo, Milton ha lavorato in diversi spettacoli. Per la sta­
gione 2008­2009, si è impegnato in una nuova creazione artistica con la
coreografa e ballerina Raffaella Pollastrini, dando vita a un duo sul con­
cetto della perdita di certezze e dello sradicamento.
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100 anni di Assonime
tra imprese e istituzioni
Assonime, Associazione fra le Società Italiane per Azioni, è stata costituita il 22 novem­
bre 1910 per iniziativa di un gruppo di imprenditori esponenti delle più importanti so­
cietà industriali e finanziarie dell’epoca.
In Italia esistevano già alcune associazioni di categoria, ma mancava ancora un’organiz­
zazione che riunisse imprese di settori diversi. Sin dall’inizio in Assonime hanno trovato
punto di riferimento le imprese manifatturiere, le banche, le
assicurazioni, le altre imprese di servizi, com­
prese quelle che forniscono servizi pub­
blici, le società a capitale privato e
successivamente quelle a capi­
tale pubblico.
L’interesse che Assonime si
propose di difendere era
la qualità del sistema
giuridico, delle regole
e delle istituzioni
che definiscono il
campo di gioco
del mercato.
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Assonime ha sempre attribuito importanza centrale al profilo tecnico, nel presupposto
che la conoscenza aiuti a individuare gli obiettivi da perseguire e gli strumenti più efficaci.
Rilevante è stato, infatti, negli anni il contributo tecnico e politico di Assonime alla storia
economica italiana in relazione ai grandi disegni di riforma della fiscalità di impresa, del di­
ritto commerciale e del mercato dei capitali.
Nasce da questa impostazione originaria la scelta dei presidenti, sempre figure autorevoli
e di prestigio del mondo imprenditoriale, e dei direttori generali di altissima competenza
tecnica e reputazione che hanno guidato Assonime attraverso i decenni.
Oggi l’Associazione continua a rappresentare il mondo delle società di capitali in tutte le
diverse articolazioni: industriale, finanziaria, assicurativa e dei servizi. Lavorando al
fianco delle istituzioni perché le regole siano proporzionate e semplici, chiare nei prin­
cipi e certe nell’applicazione e aiutando, al tempo stesso, le imprese nella compren­
sione della normativa, l’Associazione svolge ogni giorno la sua funzione di anello
di congiunzione tra il mercato e le pubbliche istituzioni.
www.assonime.it
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International Yehudi
Menuhin Foundation
Yehudi Menuhin, uno dei più grandi violinisti del XX secolo, nel 1991 a Bruxelles ha dato
vita, per regio decreto, all'Associazione no profit International Yehudi Menuhin Foundation.
Il suo scopo era di dar vita a progetti a lungo termine che dessero voce a chi voce non
ha, attraverso tutte le forme di espressione artistica. La Fondazione Internazionale opera
come centro e coordinamento di un network di associazioni che agiscono a livello nazio­
nale portando avanti i suoi progetti, come ad esempio MUS­E®.
Compito della Fondazione è di ricordare alle istituzioni politiche, culturali ed educative il
ruolo centrale che l’arte ed ogni forma di creatività hanno in tutti i processi dello sviluppo
personale e sociale degli individui. Traendo ispirazione dall’opera umanistica di Yehudi
Menuhin, promuove progetti che danno voce alle diverse culture presenti in Europa.
Tale impresa trova espressione in diversi campi d’azione, supportati da diversi pro­
grammi, quali:
• arte a scuola: il progetto MUS­E® ha lo scopo di introdurre l’arte nelle scuole
elementari per far sviluppare il potenziale di creatività nei bambini e prevenire
al contempo la violenza e il razzismo, incoraggiando l’armonia e un senso este­
tico sin dall’infanzia. Attivo in ben 11 paesi, il progetto MUS­E® attualmente
coinvolge circa 55.000 bambini di 550 diverse scuole, grazie al supporto
dell’Unione Europea e molte altre istituzioni nazionali e locali oltre che al
sostegno di imprese private.
• arte e dialogo internazionale: ha lo scopo di dar voce a quei gruppi
culturali non rappresentati, attraverso la creazione di una piatta­
forma con cui tali gruppi possono trovare espressione a livello eu­
ropeo. Più di trenta gruppi seguono il progetto in Europa, inclusi
gli zingari, gli armeni, i saami, i csango, i pomack, ecc. ma
anche altre minoranze emergenti. Sono state istituite delle
partnership con esperti culturali, gruppi che agiscono in
difesa delle minoranze, artisti, diverse associazioni o isti­
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tuzioni in ambito culturale, sociale, ambientale, che sinergicamente danno vita a una
riflessione approfondita e a tutto tondo nella piattaforma creata in seno all’Assemblea
delle Culture. Il desiderio di Lord Menuhin era di far si che tutti i gruppi culturali aves­
sero accesso alle istituzioni europee e che queste ultime offrissero loro un'opportunità
pratica di espressione.
• arte in scena: concerti multiculturali tematici che uniscono le voci di diverse culture
attraverso la musica, il canto o la danza. Insieme a Stéphane
Grappelli, Ravi Shankar, Marcel Marceau o Miriam
Makeba, solo per menzionarne alcuni, Yehudi
Menuhin era solito portare in scena lo spi­
rito di un’ampia gamma di culture attra­
verso la loro espressione artistica.
Sapeva come trovare le parole del
cuore, creare uno spazio magico
all’interno del quale unire tutti. È
questo lo spirito che la Fonda­
zione Internazionale si sforza di
portare avanti oggigiorno, orga­
nizzando un concerto annuale o
altri eventi artistici che portino
sul palco il dialogo interculturale.
Questi eventi multiculturali della
Fondazione portano con sé un forte
messaggio basato sulla tolleranza e la
comprensione, legata anche ad una più
ampia riflessione sul dialogo interculturale.
www.menuhin­foundation.com
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Assonime
Marianne PONCELET
Promozione,
coordinamento e organizzazione
Ideazione artistica – Fondazione Menuhin
Sophie LUPCIN
Responsabile comunicazione
Fondazione Menuhin
Barbara OLIVA
Coordinamento orchestra – Studiomusica
Solange EGGERMONT
Coordinamento
Logistica Fondazione Menuhin
Leandro PICCIONI
Direzione musicale
Thierry VAN ROY
Direzione musicale
Virginie JORTAY
Direzione di scena
Marc DRAIME
Assistente alla direzione di scena
Gianni ISTRONI
Ingegnere del suono
Marco GUDANSKI
Ingegnere del suono
Massimo CUGINI
Fonico di palco – coordinamento tecnico
Benoit THERON
Disegno luci
Thomas LOUKA
Assistente alle luci
Progettazione grafica
Stampa
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G&Z Comunicazione Integrata srl
Graphein Servizi srl
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B concerto_cope_prog:B copertina concerto_prog 19/11/10 09:51 Pagina 1
L’Orchestra
Incantata
presenta
100 minuti
per 100 anni
22 novembre 2010 ore 21,00
Auditorium Parco della Musica
Sala Sinopoli
www.assonime.it
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100 minuti per 100 anni