Note del Presidente 33/2°
Comunque un periodo molto intenso
guardando sempre comunque alla
realtà che ci circonda e di cui pure
siamo responsabili, per questo
desidero condividere con voi i principali appuntamenti ai quali ho
partecipato:
Il 4 maggio ho partecipato a
Battipaglia ho partecipato ad un
incontro pubblico nella sede del
Comune per la presentazione dei
nostri due libri; un incontro affollato
non solo dalle comunità della
Campania, ma da capi dell'AGESCI
e del GEI , e da cittadini interessati; i
relatori erano di ottimo livello anche
scientifico. Veramente un incontro di
successo che apre alla speranza per
l'interesse che a suscitato, un esempio
da imitare.
Il 5 maggio ho partecipato alla
Celebrazione Eucaristica che ormai
da molti anni si rinnova per ricordare
gli scout e le guide che sono tornate
alla "casa del Padre". Come al solito
la celebrazione si è svolta nella chiesa
dedicata ai caduti sul lavoro a via
Giulia; ancora l'opportunità di
incontrare tanti amici con i quali si è
condiviso un tratto di strada e
ricordare maestri e testimoni che la
strada ce l'hanno indicata.
Il 9 maggio ho partecipato con il
nostro AEN ad un Seminario
organizzato da Retinopera sul tema
della "Famiglia" in vista delle
prossime Settimane Sociali, in quella
occasione ho ricevuto anche
apprezzamenti, da alcune
associazioni a cui avevo inviato una
copia, sul nostro recente Quaderno n
° 10 "Avrò cura di te e saprò
custodire la mia famiglia",
interessante e appassionata la
relazione di SE mons.Paglia
Presidente della Pontificia
Commissione per la Famiglia..
L' 11 maggio si è svolto a Roma il
nostro incontro "Legge Scout e
Bene Comune", in vista della
pubblicazione del nostro terzo libro
Note del Presidente
"Noi e la società e il mondo" (titolo
provvisorio) , avevamo invitato gli
Adulti Scout che hanno (o hanno
avuto di recente responsabilità nelle
istituzioni, nelle amministrazioni
locali, in politica, nelle
organizzazioni di impegno sociale e
civile, hanno partecipato circa 60
persone, più delle attese. Nella
mattina, dopo una mia breve
introduzione (vedi allegato) abbiamo
ascoltato e ci siamo confrontati con
tre interessanti relazioni svolte dalla
dott.sa Carla Collicelli Vice Direttore
del CENSIS, dal prof. Luigino Bruni
docente di Economia all'Università
LUMSA, dal dott. Sergio Gatti
Direttore di Federcasse. Nel
pomeriggio tutti i partecipanti in un
immaginario "grande cerchio" hanno
raccontato le loro esperienze, i loro
successi, le loro delusioni e le loro
speranze. Una giornata ricca ed
intensa.
Il 18-19 maggio sono stato invitato
dalle Comunità di Lamezia a due
incontri: sabato un convegno
dedicato a ricordare la figura di don
Saverio, un grande prete che ha dato
vita ed animato lo scautismo
lametino ma sopratutto a cogliere i
segni fondamentali della presenza
dello scautismo in questa città, il mio
intervento d'apertura (vedi allegato) è
stato un invito a cogliere il significato
più vero dello scautismo; ovviamente
la serata si è conclusa "in gloria" da
Gegè. Domenica è stata dedicata alla
presentazione dei nostri due libri,
erano presenti oltre ai capi
dell'AGESCI, al MASCI di Lamezia
anche il nostro SN Alberto, la SR e il
VSR della Calabria Marie Josè, il SR
della Sicilia Carmelo, il nostro
Revisore Enzo e altri Adulti Scout
provenienti da molte comunità della
Calabria; ho svolto il solito intervento
di presentazione che trovate in
allegato; mi è sembrato che i temi
trattati abbiano suscitato attenzione e
diversi libri sono stati venduti.
MAGGIO 2013
Confortati da queste esperienze
continuiamo il nostro cammino verso
la nostra Assemblea Nazionale dal
tema ambizioso:
“Oltre il ponte…
In cammino nella storia”
Buona strada a tutti
Un abbraccio
Riccardo Della Rocca
Presidente Nazionale
PS: Ricordo l’impegno che tutte le
Regioni hanno assunto in Consiglio
Nazionale di realizzare almeno due
presentazioni pubbliche dei nostri
due nuovi libri: “Un avventura che
continua – lo scautismo degli adulti”
e “Con noi sulla strada – tracce di
spiritualità e catechesi per adulti”:
due libri che non dovrebbero
mancare nella casa di nessun Adulto
Scout ma che saranno anche il nostro
“biglietto da visita” verso il mondo
esterno che guarda con interesse alla
nostra esperienza.
2
Note del Presidente 33/2°
Firma dell’Impegno? Giuseppe Mira
offrì questo libretto a noi rover ed in
essa rileggeva la Legge Scout in
chiave sociale e politica nel contesto
italiano di quegli anni Fu una
scoperta per tutti noi, quel libretto fu
alla base di tanti capitoli di Clan, ci
permise di riappropriarci di quelle
“parole” .
Sono passati cinquant’anni,
cinquant’anni di straordinarie
trasformazioni. Oggi non ci si può
limitare a confrontarci con la società
italiana, occorre collocare la nostra
riflessione in un orizzonte
globalizzato, nel contesto europeo,
nel futuro del pianeta Terra.
Abbiamo deciso allora di tentare di
scrivere nuovamente quel libro 50
anni dopo.
Un impegno sicuramente non facile,
abbiamo infatti la consapevolezza
che noi noi che abbiamo scelto la
strada dello “scautismo per tutta la
vita” siamo chiamati all’impegno
profetico dell’educazione, e quindi
affrontiamo il nostro tempo, questa
nostra storia, con uno sguardo
particolare:
Siamo consapevoli che l’impegno
profetico dell’educazione ci chiama a
“Guardare lontano” nel tempo e
nello spazio
Ci chiama ad affrontare l’avventura
della nuova terra che ci attende, ma
che ancora non conosciamo.
Per questo vorremmo rileggere la
Legge e la Promessa come bussola,
mappa e binocolo: strumenti
fondamentali delle donne e degli
uomini della “strada”. Sfide e
opportunità potranno essere colte
solamente con una adeguata bussola,
la mappa ed il binocolo.
Queste mie parole di apertura non
sono una relazione .
Voglio solo raccontare le nostre attese
e presentare lo svolgimento di questa
giornata.
Note del Presidente
Nell’impostare questo libro abbiamo
voluto inserire una riflessione
preliminare sulla Promessa; perché la
promessa, qualunque promessa, è
atto squisitamente personale, è
l’impegno mio anche se assunto
davanti ad una comunità; per questo
questa parte dovrà fare riferimento
soprattutto alla responsabilità, alla
morale privata, all’etica pubblica
Nella seconda parte vorremmo
riflettere sugli impegni derivanti per
ognuno di noi, ma anche per le
nostre comunità, per l’intero
movimento, dalla fedeltà alla Legge,
quindi non solo gli aspetti individuali
dell’onestà, della lealtà, della
laboriosità della fedeltà,.., ma
vorremmo soprattutto riflettere su
come questi articoli ci aiutano a
leggere il tempo presente e ci
indicano una strada per affrontare e
costruire il futuro.
Facendo solo l’esempio di qualche
articolo, abbiamo pensato che quel
“. Gli Adulti Scout pongono il loro
onore nel meritare fiducia ci possa
dare delle indicazioni forti sulle
caratteristiche del buon cittadino di
oggi, sulla buona politica, sul bene
comune.
Quel sono amici di tutti e fratelli di
ogni altra Guida o Scout ci parla
dell’uguaglianza: sociale ,culturale, di
genere, dei diritti universali di ogni
persona
Quel sono laboriosi ed economi ci
parla della centralità del lavoro,
dell’economia reale oggi mortificata
dal primato della finanza, della sfida
della globalizzazione
Quel sono puri di pensieri, di parole,
di azioni ci parla della dignità della
persona, della vita, dei temi etici; del
rigore teologico e dottrinale da
coniugare sempre con la compassione per ogni persona qualunque
sia il suo credo
E così per tutti gli altri articoli.
MAGGIO 2013
contributo di chi più direttamente è
oggi, o è stato recente coinvolto, nella
vicenda sociale e politica del nostro
paese
Da qui è nato, quasi per caso, questo
incontro
Questa mattina, gli amici che
abbiamo invitato (la dott.sa Carla
Collicelli del CENSIS, il prof.Luigino
Bruni docente di economia, il dott.
Sergio Gatti Presidente di Federcasse)
ci aiuteranno a capire il mondo in cui
viviamo, e soprattutto a coglierne le
sfide e le opportunità
Nel pomeriggio con molta libertà
ascolteremo le vostre esperienze, le
vostre battaglie, le vostre delusioni.
Sarà un cerchio, un fuoco di bivacco,
un Consiglio della Legge in cui
ognuno mette in comune la propria
esperienza, i propri successi ma
anche le difficoltà e le contraddizioni
che ognuno si è trovato ad affrontare;
avendo sempre in mente le
indicazioni della Legge e della
Promessa.
E’ anche così che riscopriremo la
Promessa e la Legge degli scout e
delle Guide come bussola, mappa e
binocolo per contribuire a costruire
un mondo diverso e migliore, per
essere attrezzati ad “andare oltre il
ponte”
Grazie e buon lavoro
E’ evidente che abbiamo scelto una
strada difficile ed allora, per scrivere
questo libro abbiamo pensato che
avevamo anche bisogno del
4
Note del Presidente 33/2°
MAGGIO 2013
PROFEZIA e FRONTIERA
Questi miei sei anni da Presidente del MASCI hanno visto rincorrersi le celebrazioni dei centenari della nostra storia: dal 2007 nascità dello scautismo a Brownsea, al 2012 nascita del Guidismo, al 2013 nascita del GEI, al 2013 nascita dello scautismo cattolico, e si avvicina il centenario dell’ASCI.
E’ stata l’occasione per riIlettere su che ha da sempre caratterizzato lo scautismo nei suoi più di 100 anni di vita.
Certamente la sua missione ed identità educativa, ma c’è qualcosa di speciIico che lo contraddistingue anche rispetto a tutti gli altri movimenti e pensieri pedagogici, c’è un’originalità ed una speciIicità unica.
A me sembra che questa originalità possa essere racchiusa in due parole: PROFEZIA e FRONTIERA
Vale a dire
Profezia: non “nuovismo” che è solo allucinazione visionaria e irrazionale, ma “profezia” come visione, responsabilità, consapevolezza, capaci di coniugare il disegno del Signore Dio con la storia ed il cammino dell’uomo.
La capacità profetica di guardare lontano nel tempo e nello spazio, la capacità di cogliere sIide sempre nuove non con la vacuità e gli effetti speciali degli illusionisti ma con la serietà, la concretezza e la competenza delle donne e degli uomini di frontiera.
Frontiera: non “conIine” che separa la terra, gli uomini, le culture, ma “frontiera” come orizzonte inesplorato ma affascinante verso il quale muoversi.
Note del Presidente
La curiosità a collocarsi sempre sulla frontiera di mondi nuovi e spesso inesplorati.
Sono questi due elementi che, a mio avviso hanno richiamato milioni di bambini, ragazzi e giovani a vivere questa meravigliosa avventura ed anche milioni di adulti a dedicarsi al servizio dei giovani e più di recente a scoprire la strada ed il grande gioco dello scautismo degli adulti.
Per questo in questo pomeriggio che dedicate a riIlettere su un frammento e su don Saverio, un testimone di questa storia, desidero ripercorrere con voi alcuni passaggi della storia dello scautismo in cui più evidenti sono stati questi due aspetti della Profezia e della Frontiera.
Non lo farò con il rigore dello storico ma con la passione di chi vuole riscoprire con voi i segni profetici dello scautismo
Profezia che segna l’inizio stesso dello scautismo, B-­‐P quel generale dell’impero britannico intuendo le potenzialità dei giovani non si rivolse ai baronetti, ai bravi ragazzi della borghesia vittoriana, ma volse lo sguardo aldilà del Tamigi, ai ragazzi , diremmo oggi difIicili, dei sobborghi di Londra. Li osservò come un uomo di frontiera guarda i segni sul terreno e all’orizzonte, a questi ragazzi di vita, come avrebbe detto Pasolini, propose di trasformare la banda in squadriglia, lo scherzo cattivo in buona azione, di passare dalla strada del sobborgo all’avventura nella natura, dalle regole omertose alla chiarezza della Legge. Una novità assoluta, una rivoluzione culturale nel mondo moralista e puritano dell’Inghilterra della seconda rivoluzione industriale. Brownsea è così profezia e frontiera.
Profezia che segna anche l’iniziativa del gesuita p.Sevin sj che nel 1913 da vita allo scautismo cattolico. Fino a quel momento scautismo e mondo cattolico si erano guardati con sospetto e difIidenza. Il mondo cattolico guardava con sospetto quel movimento di giovani nato nel mondo anglicano e protestante, il protestantesimo Iino al Concilio è stato visto non come i fratelli separati ma uniti dalla stessa fede nel Signore Gesù e nello stesso battesimo, ma come peccatori perché eretici; il mondo protestante ma anche gran parte della cultura europea nata dall’Illuminismo, vedeva nella Chiesa cattolica il luogo della conservazione se non della reazione. L’intuizione di p.Sevin si pose come piccolo ponte tra questi due mondi Iino a far dire a B-­‐P che nello scautismo cattolico vedeva la migliore realizzazione del suo pensiero e Iino al riconoscimento dello scautismo da parte di tutti i ponteIici a partire da Pio XII Iino a far dire a Papa Francesco in uno dei suoi primi incontri con i cardinali “dobbiamo metterci in cerchio come gli scout”.
Un grande segno profetico nel 1920 quando B-­‐P convocò gli scout di tutto il mondo ad Olimpia per il primo Jamboree. Nel mondo che usciva sconvolto dall’inutile strage della 1° guerra mondiale, dove si affermavano i nazionalismi e le dittature (comunismo sovietico, fascismo, nazismo,..) convocò i giovani senza distinzioni di razza, 5
Note del Presidente 33/2°
Queste riIlessioni non vogliono essere solo sfoggio di erudizione storica, ma stimolo a leggere i tempi che sono davanti a noi, a guardare lontano ad avere coraggio e responsabilità per entrare nella nuova terra che è davanti a noi, che è “Oltre il ponte”.
Oggi una nuova frontiera si apre davanti a noi, oggi è il tempo di un nuovo sforzo profetico: l’ “Educazione per tutta la vita” che interpella tutto lo scautismo italiano giovanile ed adulto.
L’attuale emergenza socio-­‐politica del nostro Paese impone la necessità di un rinnovamento collettivo e ripropone con forza l’importanza dell’educazione degli adulti insieme alla necessità di coinvolgere in un percorso di rifondazione di valori e comportamenti quanti più soggetti possibili (e non soltanto ristrette élites). Infatti, solo a questa condizione la rinascita sociale può fondarsi solidamente sull’intimo e generale convincimento dei cittadini e non essere soltanto il frutto efIimero di paure del momento. Non mi dilungo su questo aspetto perché è l’oggetto dell’incontro di domani.
Questa nuova sIida è il riIiuto di ogni nuovismo subalterno alla cultura dominante ,di ogni concessione alle mode, ma la capacità di guardare lontano, alla centralità dei piccoli e degli indifesi, come fece B-­‐P quando si rivolse ai ragazzi dei sobborghi di Londra; perché il profeta guarda la realtà con l’occhio del povero, del piccolo e dell’oppresso.
Mentre riIlettevo su questi temi mi hanno colpito le parole che Papa Francesco ha rivolto ai ragazzi che si preparavano alla Cresima.
MAGGIO 2013
“Dio ci dà il coraggio di andare
controcorrente – dice Papa Bergoglio
-­‐ sentite bene giovani: non ci sono
difIicoltà, tribolazioni,
incomprensioni che ci devono far
paura“.
Giocate la vita per grandi ideali -­‐ ha
aggiunto Papa Bergoglio -­‐
scommettete su grandi ideali, su cose
grandi, non siamo stati scelti dal
Signore per “cosine” piccole ma per
cose grandi!“.
Non sono parole rivolte solo ai ragazzi e ai giovani, ma sono parole rivolte soprattutto a noi adulti. Solo così potremo restare fedeli alla nostra missione, all’originalità dello scautismo, originalità fatta di PROFEZIA e di FRONTIERA.
AVEVANO VENT’ANNI
Mi avete chiesto di partecipare a
presentare i due ultimi libri del
MASCI:
“Un avventura che continua” e “Con
noi sulla strada”, sono due libri solo
per comodità d’uso, in effetti è un
unico testo perché il loro cuore è
sempre l’”educazione degli adulti”.
due libri che vanno letti insieme
perché ambedue trattano dell’
“Educazione degli adulti” , non sono
trattati ma sono “tracce”, sono “semi”,
sono la raccolta di esperienze che
costituiscono il patrimonio di
riflessioni accumulato nel tempo dal
nostro movimento e rappresentano la
nostra identità in continuo divenire.
Non voglio tuttavia farvi la sintesi di
quanto è contenuto in questi due libri;
voglio lasciarvi tutto il gusto ed il
piacere della lettura e della scoperta.
Note del Presidente
Desidero solo fare una notazione di
metodo, per noi molto importante.
Come autore di questi libri non
trovate un nome e cognome ma
MASCI Movimento Adulti Scout
Cattolici Italiani, perché essi
rappresentano il frutto di uno sforzo
collettivo, del lavoro di una particolare
comunità. Il Consiglio Nazionale ha
affidato il compito di curare la
realizzazione a due sue Commissioni
(Antonacci e Mira); ha definito l’indice
di questi due libri, e l’indice non è solo
un elenco di argomenti ma definisce
l’impostazione, e l’anima di un libro;
ha accompagnato costantemente
l’avanzamento del lavoro fino alla
presentazione a Piazze, Trivi e
Quadrivi. Questo stile collettivo e
comunitario accompagnerà anche le
nostre prossime pubblicazioni: il
Quaderno sulla Famiglia già arrivato,
il libro “Noi e la società e il mondo al
quale stiamo lavorando.
Fatta questa premessa metodologica.
desidero invece riflettere con voi sulla
“educazione degli adulti” partendo
dalla riflessione su un esperienza
concreta.
Una riflessione che ho condiviso in
diverse regioni (Marche, Veneto,
Sicilia, Campania, Calabria,..) ogni
volta che sono stato chiamato a
presentare questi libri.
Per questo vi chiedo uno sforzo di
concentrazione: a riandare col
pensiero al mondo ed alla società di
venticinque anni fa e a confontarli con
l’oggi.
Con voi voglio infatti riflettere
sull’esperienza personale dei rovers e
le scolte che avevano vent’anni alla
7
Note del Presidente 33/2°
Da alcuni anni ci sembra che la
condizione degli adulti sia
caratterizzata dalla precarietà,
dall’insicurezza, dal disorientamento.
Oggi nel pieno della più grave crisi
che l’occidente e l’Italia in particolare
abbia conosciuto si aggiungono
sentimenti profondi di fragilità , di
solitudine, di sfiducia nel futuro e nelle
istituzioni; prevale la dimensione
difensiva del branco piuttosto che
quella propositiva della comunità e del
popolo.
Per parlare di educazione occorre
partire da qui: dalla condizione
antropologica ed esistenziale delle
persone, dalle gioie, le sofferenze e le
speranze della loro condizione umana.
Solo così si comprende il compito
dell’educazione degli adulti.
Dobbiamo, tutti noi adulti, riprendere
a camminare sulle nostre gambe, a
rialzare la testa, a spezzare le catene, a
infrangere gli idoli che ci illudono, per
noi credenti a proclamare che solo Dio
è il Signore.
E’ proprio questo cambiamento così
rapido e profondo che chiama in
causa lo scautismo per questa nuova e
più impegnativa sfida. A me pare che
la sfida che attende oggi lo scautismo
sia lo “scautismo per tutta la vita”.
Fino a non moltissimi anni fa la
conclusione dell’età evolutiva
coincideva con l’inizio della vita
adulta: la fine degli studi, il militare, il
matrimonio e cominciava una vita
senza grandi cambiamenti : il
matrimonio era per tutta la vita, si
conservava non solo il lavoro ma
“quel” posto di lavoro, per lo più si
votava sempre lo stesso partito,…
Questo ha portato a credere che la
funzione dell’educazione terminasse
con l’inizio della vita adulta.
Oggi il mondo è cambiato: non è più
chiaro quando abbia inizio l’età adulta
e questa stessa è comunque soggetta a
continui cambiamenti.
Se quindi l’educazione è “gestione
consapevole del cambiamento”, mai
come oggi è necessario parlare di
Note del Presidente
“educazione degli adulti” e soprattutto
di “educazione per tutta la vita”.
Abbiamo anche compreso che le
grandi trasformazioni non si possono
affrontare “da soli”, si possono
affrontare solo con una comunità di
riferimento inserita in una dimensione
di movimento. Chi pretende di
affrontarle “da solo” è quasi
inevitabilmente condannato alla
sconfitta ed all’omologazione con la
cultura dominante.
Per questo lo scoutismo mantiene tutta
la sua attualità, ma solo se resta fedele
alla “missione educativa”, se mantiene
tutta la sua attualità, se si rivolge ai
bambini, ai ragazzi, ai giovani ma
anche agli adulti del nostro tempo per
aiutarli a costruire se stessi, a diventare
persone autonome, critiche, capaci di
scelte impegnative, persone che si
commuovono davanti al dolore
presente nel mondo, persone capaci
ancora di indignarsi di fronte alle
ingiustizie, persone capaci di scelte
talvolta impopolari e controcorrente e
di restarvi fedeli anche quando questo
è più difficile.
Ci sono alcuni elementi che a mio
avviso fanno sì che lo scoutismo
conservi oggi tutta la sua attualità non
solo in relazione alla propria missione,
ma per gli elementi costitutivi che lo
caratterizzano
Lo scoutismo non è una “predica” ma
una proposta di esperienze.
E’ un sistema di processi, di relazioni
guidato da tre direttrici orientate dal
“principio di solidarietà”:
Solidarietà con il “radicalmente altro”
cioè con Dio, Solidarietà con gli altri,
Solidarietà con il creato.
Questo sistema di esperienze si muove
su questi tre assi e per essere efficace si
realizza in ambienti educativi che
diventano progressivamente metafore
della vita: la vita come gioco, la vita
come avventura, la vita come strada
Fino all’esperienza che conduce alla
metafora fondamentale della vita
come servizio
MAGGIO 2013
Per essere educative queste quattro
esperienze: gioco, avventura, strada,
servizio, nell’età giovanile e nell’età
adulta, debbono essere sempre vere ed
impegnative altrimenti da metafora
diventano parodia e possono essere
facilmente sostituite da esperienze
mediatiche e virtuali che rendono
l’uomo sempre più solo e subalterno.
Anche il servizio, se è solo gesto di
“elemosina” nel tempo che resta libero
da tutto il resto e non è vissuto come
“tempo liberato”, allora questa
parodia dell’educazione diventa al
massimo residuale occupazione del
tempo libero.
Gli uomini e le donne del nostro
tempo avvertono sempre più urgente,
anche se spesso inconsapevolmente, il
bisogno di cose vere, serie, esigenti.
Oggi l’”urgenza educativa” si
ripresenta con eccezionale priorità: la
solitudine e la paura che sembrano
caratterizzare il nostro tempo si
combattono solamente con esperienze
profonde, serie e credibili. Si
combattono ancora con l’impegno a
lasciare il mondo migliore di come
l’abbiamo trovato.
Queste sono le motivazioni sulle quali
abbiamo anche costruito le nostre
tracce per una spiritualità e catechesi
per adulti. Per questo abbiamo scelto
come icone del nostro cammino non i
“santi perfetti” ma i santi che hanno
fatto l’esperienza del dubbio, del
peccato e del tradimento come
Nicodemo, come la Samaritana, come
Pietro e come la Maddalena. Per
questo abbiamo affermato che “il
luogo” del laico credente non è la
sagrestia e paradossalmente neanche il
tempio, ma il sagrato, la strada, la
piazza. Per questo abbiamo affermato
che catechesi e spiritualità non
appartengono ad un “tempo separato”
ma esperienze quotidiane, spiritualità,
catechesi sono sempre lo stesso unico
cammino di conversione, parola
impegnativa ma l’unica vera. Per
questo lo scautismo è esperienza di
frontiera anche in relazione
all’appartenenza al Popolo di Dio in
9
Note del Presidente 33/2°
cammino: perché è fedeltà radicale
all’annuncio di Gesù di Nazareth e
all’unica Parola che conta, ma allo
stesso tempo aperta al dialogo e alla
comprensione, all’accoglienza fraterna
degli incerti, dei dubbiosi, dei lontani,
di chi rifiuta.
Ma di questo molto meglio di me può
parlarne Francesco.
Dobbiamo serenamente riconoscere
che la società che ci circonda
purtroppo sembra indifferente all’
importanza dell’educazione, proprio
mentre sono sempre più fragili le
tradizionali agenzie educative
(famiglia, scuola, associazionismo,
anche la chiesa)
Si presenta oggi con caratteri nuovi ed
urgenti l’emergenza dell’”educazione
degli adulti” e quindi “l’educazione
per tutta la vita”
Oggi è essenziale pensare
all’educazione come educazione per
tutta la vita che coinvolge anche e
forse soprattutto gli adulti perché il
disagio oggi è soprattutto del mondo
degli adulti, e non c’è educazione delle
giovani generazioni senza testimoni e
maestri, adulti che per essere tali
ricercano luoghi ed ambienti dove
coltivare la propria crescita e la
propria fedeltà.
Non sarà credibile nessuna proposta se
i giovani non troveranno nel mondo
degli adulti (e non solo educatori) che
testimoniano nella società e nella
storia i valori di solidarietà, di
uguaglianza, di giustizia, di libertà, di
fraternità e di legalità.
L’urgenza e la complessità della sfida
educativa per gli adulti richiede quindi
uno sforzo nuovo ed eccezionale.
Uno sforzo che deve coinvolgere tutto
lo scoutismo italiano, quello giovanile
e quello adulto pur mantenendo
ciascuno la propria autonomia
associativa ed organizzativa.
Per questo nel futuro che è davanti a
noi, queste “tracce” debbono
diventare cammino comune e
condiviso, questi “semi” debbono
diventare foresta, saranno bussola,
Note del Presidente
mappa e binocolo per andare “..oltre
il ponte..”.
Quindi una sfida profetica, è il tempo,
non più rinviabile, del coraggio, della
radicalità, del rigore morale.
Per questo vorrei concludere con le
parole che don Pino Diana prete
martire e scout rivolgeva alla nostra
chiesa. ma parole che si adattano
perfettamente anche allo scautismo
“Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di
denuncia non deve e non può venire
meno. Dio ci chiama ad essere profeti.
Il Profeta fa da sentinella: vede
l'ingiustizia, la denuncia e richiama il
progetto originario di Dio (Ezechiele
3,16-18);
Il Profeta ricorda il passato e se ne
serve per cogliere nel presente il nuovo
(Isaia 43);
Il Profeta invita a vivere e lui stesso
vive, la Solidarietà nella sofferenza
(Genesi 8,18-23);
Il Profeta indica come prioritaria la
via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia
5)
Coscienti che “il nostro aiuto è nel
nome del Signore” come credenti in
Gesù Cristo il quale “al finir della
notte si ritirava sul monte a pregare”
riaffermiamo il valore anticipatorio
della Preghiera che è la fonte della
nostra Speranza.
………….
Le nostre “Chiese hanno (ma
possiamo dire il nostro movimento e le
nostre comunità), oggi, urgente
bisogno di indicazioni articolate per
impostare coraggiosi piani pastorali,
aderenti alla nuova realtà; in
particolare dovranno farsi promotrici
di serie analisi sul piano culturale,
politico ed economico coinvolgendo in
ciò gli intellettuali finora troppo
assenti da queste piaghe”. Ai preti
nostri pastori e confratelli (ma noi
possiamo dire a tutti gli adulti scout)
chiediamo di parlare chiaro nelle
omelie ed in tutte quelle occasioni in
cui si richiede una testimonianza
coraggiosa. Alla Chiesa ( ma noi
possiamo dire al MASCI) che non
MAGGIO 2013
rinunci al suo ruolo “profetico”
affinché gli strumenti della denuncia e
dell'annuncio si concretizzino nella
capacità di produrre nuova coscienza
nel segno della giustizia, della
solidarietà, dei valori etici e civili
(Lam. 3,17-26). Tra qualche anno,
non vorremmo batterci il petto
colpevoli e dire con Geremia “Siamo
rimasti lontani dalla pace… abbiamo
dimenticato il benessere… La
continua esperienza del nostro incerto
vagare, in alto ed in basso,… del
nostro penoso disorientamento circa
quello che bisogna decidere e fare…
sono come assenzio e veleno”. »”
Riccardo Della Rocca
Presidente Nazionale
10
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