Anno 3 N.11- Maggio, Giugno, Luglio 1999- HJK ED. lire 4000
Pubblicazione trimestrale
Giornale autoprodotto senza scopo di lucro
Tutte le foto ed articoli hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle
persone, Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo e Willy Salveghi
SOMMARIO
NEWS FROM…ALAM BAID “NOTIZIE E CURIOSITA” P. 3
MUSICA HABIBI P. 5
ALFABETO ARABO P. 7
JAINISMO E SIKHISMO P. 8
I 99 NOMI DI ALLAH P. 9
TRACCE SULLA SABBIA
“FRAMMENTI DI CINEMATOGRAFIA LONTANA” P. 12
BALLANDO IL TANGO AL CINEMA P. 15
VOCI DAL NILO “I LIBRI PIU’BELLI” P. 16
NAGHIB MAHFUZ SI RACCONTA P. 19
IL FASCINO DEL MISTERO-SPECIALE: L’ISOLA DI PASQUA P. 21
SITI LONTANI P. 23
La copertina è di: Willy
Ringraziamo tutti gli amici
Il nostro numero telefonico: 0339-2786478
Cari lettori, quello che vi trovate davanti è un numero davvero speciale, è l’11esimo
ed ultimo in versione giornale. Si, perché “Mondi lontani”, andrà presto su Internet!
A meno ché nel frattempo troviamo anche una Casa Editrice importante, (questo è
anche un appello) visto che finanziariamente non possiamo continuare da soli. Il
primo numero – per chi non lo sapesse- è stato pubblicato nell’Ottobre 1997, e Mondi
Lontani si è rinnovato con il numero scorso. Troverete in questo numero anche
L’ALFABETO ARABO, la storia del JAINISMO E SIKHISMO, i film sul TANGO
ARGENTINO, I 99 NOMI DI ALLAH, la traduzione in italiano del testo premiato
del cantante egiziano AMR DIAB “NOUR EL AIN” in MUSICA HABIBI, NAGHIB
MAHFUZ SI RACCONTA in un’intervista, la storia sull’ ISOLA DI PASQUA in IL
FASCINO DEL MISTERO, SITI LONTANI e tante altre notizie. Vi sembra poco?
BUONA LETTURA!
Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
3
Il 25 Marzo si è concluso a Milano il nono
Festival del Cinema Africano. La giuria,
composta tra gli altri dalla regista Mira Nair
“Salaam, Bombay”, da Jafar Panahi “Il
palloncino bianco” e da Enrico Ghezzi, ha
proclamato vincitore il film “La vie sur terre”,
di Abderrahmane Sissako, dal Mali. Il
secondo è andato a “Arake Balah” (Il vino dei
datteri), di Radwan Al Kashif (Egitto), il terzo
a Alger- Beyrouth pour Memoire, di Merzak
Allouche (Algeria).
il suono di uno strumento, in modo che il
successivo si preparasse a partire subito. Al
sovrano del Perù, che risiedeva a Cuzco,
bastavano cinque giorni per sapere ciò che
stava accadendo a Quito, a 1.300 miglia di
distanza.
La Cina è uno dei paesi in cui le leggi
prevedono il maggior numero di reati punibili
con la condanna a morte: circa 60. Sul
patibolo, ad esempio, finisce non solo chi
uccide, rapina o rapisce donne e bambini, ma
anche chi si appropria di beni dello stato,
pratica il contrabbando o evade il fisco.
Sonia Gandhi, (nata in provincia di Torino) e
vedova di Rajiv Gandhi, e ucciso nel ’91,
formerà il nuovo governo. Il futuro dell’India è
nelle sue mani. Anche Hayaram Jalarith, ex
star del cinema, e leader del partito All India
Anna Dravida, ha un ruolo importante nel
paese.
Per la prima volta non sarà un’ebrea a
rappresentare il paese nel mondo, ma
un’araba di 21 anni, Rana Raslan, residente
ad Haifa: “Spero di rappresentare nel migliore
dei modi l’Israele -ha dichiarato- non ha
alcun’importanza se io sia araba o ebrea.
Dobbiamo provare al mondo che siamo in
grado di vivere bene insieme”.
Dal 15 al 21 Aprile si è svolta presso
Lorenzelli Arte a Milano, in Corso Buenos
Aires 2, un’interessante mostra che ha visto
come protagonista Il cantante Franco Battiato
e il ceramista islamico Gabriele Mandel: Arte
Sufi. Un’occasione per conoscere l’aspetto
più mistico ed esoterico dell’Islam.
Salma Slimane studentessa di 20 anni è
stata eletta Miss Rabat, primo concorso di
bellezza organizzato in Marocco. 36 le
concorrenti, 1.500 gli spettatori.
I Bangala, i fuochi d’artificio, si chiamano così
perché un tempo, nell’omonima regione
indiana, si usavano fuochi con fiamme di vari
colori come segnali nella caccia alla tigre.
Gli
spagnoli
rimasero
sconcertati
dall’ingegnoso servizio postale del Perù degli
Inca.
Solidi
ponti
permettevano
di
attraversare i fiumi in piena. I villaggi lungo la
strada fornivano i “Chasqui”: messi scelti per
l’agilità e la resistenza. Le loro capanne
erano disposte a breve distanza l’una
dall’altra, così ogni tragitto si poteva fare di
corsa. Il Chasqui annunciava il suo arrivo con
Da un’accurata indagine condotta in Israele
su 150.000 giovani, è emerso che le persone
miopi
sarebbero
dotate
d’intelligenza
superiore a quella di coloro che non hanno
difetti della vista.
4
4
A Bhopal, in India, un certo Sunjay Kumar Mallick è riuscito ad infilare nella cruna d’un ago una
gugliata di filo per quasi 12.000 volte nell’arco di due sole ore.
Montezuma, l’ultimo imperatore degli Aztechi, l’antichissimo popolo dell’odierno Messico, riceveva
dai sudditi tributi d’ogni genere. Uno di essi, annuale, consisteva di circa 500.000 fogli di carta per
gli scrivani di corte.
L’Ohashiatsu è una disciplina orientale rivolta alle donne in dolce attesa. Racchiude tecniche
corporee che mirano ad assicurare una gravidanza sicura e confortevole, dal concepimento al
parto.
Carla Perrotti è la prima donna ad aver attraversato il deserto del Tènèrè in Sahara, il Salar de
Uyuni, il più alto e vasto lago salato della terra e il Kalahari. Da queste esperienze che le hanno
cambiato la vita, ha scritto un libro “Deserti”.
Anche l’inglese Nicholas Bourne ha fatto qualcosa di simile, correndo due maratone al giorno,
sotto un sole cocente di 60 gradi. Per fare tutto questo, il giovane si è allenato duramente in
Inghilterra abbandonando le sfilate di Moda. Ha trovato gli sponsor e raccolto denaro per fare il
tutto. Alla fine con la speranza di riuscire a mettere insieme più di un milione di sterline, oltre 3
miliardi di lire per due iniziative caritatevoli: “Salva i bambini”e “Nato libero”, entrambe di grande
rilievo sociale in Africa. L’inizio della partenza era prevista da Alessandria e l’arrivo nell’estremo
sud del continente nero, percorrendo l’Egitto e il Sudan, poi, per alcuni problemi dei 2 rispettivi
paesi, ha cambiato qualcosa nella maratona.
Art from Japan allo Studio Guenzani di Milano, Via Eustachi 10 e allo Studio Casoli di Corso
Monforte 23 (orario 10/13 e 14/19,30, sabato 10/13, chiuso domenica), fino al 30 Giugno, sono in
mostra opere di Nobuyoshi Araki, Yayoi Kusama, Tatsou Miyajima e Hiroshi Sugimoto.
Medhat Shafik: La via della seta. A Como, al salone S. Francesco di Largo Spallino (orario 10/13 e
15/19 chiuso lunedì) dal 27 Maggio al 27 Giugno, nell’ambito di “Contemporanea Como”, una
mostra dell’artista egiziano che concepisce l’arte come un viaggio e che per l’occasione ha
progettato un’installazione nella quale il tessuto è protagonista di un lungo itinerario attraverso la
storia.
5
HAKIM “Comosuena” (Sony Music Entertainment Spain). Da non confondere con l’Hakim
egiziano di “Nar ya habibi nar”. Questo disco non è male, musiche e testi in spagnolo mescolati con
quelli arabi, e in questo ricorda il gruppo dei Alabina. In più due cover dell’egiziano Amr Diab
“Nour el ain” e “Min Rirak”. Ritmi accattivanti per una voce discreta.
I MOLOTOV sono un gruppo di città del Messico, e si sono fatti apprezzare recentemente anche da
noi con alcuni concerti. Sono il nuovo fenomeno del rock latino, ironici ed esplosivi come il nome
che portano, i Molotov uniscono l’impegno politico ad un sarcasmo tutto messicano. Il nuovo
album “Donde Jugaran las ninas?” ha venduto un milione di copie.
ANGGUN è diventata una star internazionale. La bella cantane indonesiana, dopo 5 album rock
usciti in patria pubblica un piacevole album etno-pop che sta avendo successo un po’ ovunque,
anche da noi. Si intitola semplicemente “Anggun” (Columbia/Sony) ed è preceduto dal singolo (e
relativo video) “Snow on the Sahara”. “E’ una miscela di tradizione orientale e occidentale –dice
Anggun- ma nel mio disco non c’è solo l’Indonesia: ho usato strumenti di tutto il mondo,
dall’Australia all’Irlanda”.
KRISHNA BHATT/ ZAKIR HUSSAIN “Kirwani” (Amiata) è un bellissimo, affascinante gioiello
di musica classica dell’India del nord, composta e suonata da Pandit Krishna Bhatt e Ustad Zakir
Hussain, due tra i più straordinari e leggendari musicisti indiani contemporanei. Il disco, con il
“Raag Kirwani”, un genere musicale della zona, propone il loro talento compositivo ed esecutivo ai
massimi livelli.
CHICO BUARQUE “As cidades” (BMG). Dopo 5 anni di silenzio, con il suo nuovo disco, ritorna
il re della canzone brasiliana, che racconta del Brasile di oggi, delle città del mondo, di storie di
varia umanità. E’ un viaggio elegante ricco di racconti, accompagnato da archi, fisarmoniche e
violoncelli.
SABRI BROTHERS “Qawwali” (Nonesuch). Musica pakistana per questo gruppo, tra i migliori
interpreti dello stile sufi dopo la prematura scomparsa della stella Nusrat Fateh. Il Qawwali è una
musica improvvisata dai cantori e musicisti sufi che cercano un incontro col Divino.
SAINKHO “Naked spirit” (Amiata). Lavoro assai interessante di Sainkho Namchylak, il primo di
un importante collaborazioni (tre dischi) con la casa discografica italiana. Profondi echi della
tradizione sciamanica orientale appresa dal popolo dei Tuva, regione situata fra la Mongolia e la
Siberia. Fra i musicisti che collaborano in questo progetto c’è il grande flautista armeno Djivan
Gasparyan.
ARTISTI VARI “China: time to listen” (Ellipsis arts). Se vi piace la musica da camera cinese, il
folk, i suoni dei bambù, le danze ecc., è proprio “il tempo di ascoltare” – come suggerisce il titoloquesto box di tre dischi. Giusto per farsi un’idea sulla musica cinese tradizionale del passato, ma
anche sull’elettronica e la New Age del grande paese d’oriente.
6
RADIODERVISH “Lingua contro lingua” (CPI). Il gruppo è composto da un italiano e un
palestinese: Michele Lobaccaro e Nabil ben Salameh, già nei Al Darawish. Melodie arabeggianti
mescolate con il rock, il tutto in lingua araba, italiana, inglese e francese.
ANDY SHEPPARD “Learning to wave” (Provacateur). Può un sassofonista decidere di suonare la
chitarra per comporre? Andy Sheppard l’ha fatto con questo album (dolce ma poco accattivante),
complimenti per la voglia di provare cose mai fatte e per il coraggio.
NOUR EL AIN
LUCE DEI MIEI OCCHI
Di Ahmed Shata e Nasser ElMazdawy
cantata da Amr Diab (1996)
AMORE MIO
SEI LA LUCE DEI MIEI OCCHI
SONO INNAMORATO DI TE
DA ANNI OR SONO
E SEI SOLO NEI MIEI PENSIERI
AMORE, AMORE
SEI LA LUCE DEI MIEI OCCHI…
GLI OCCHI PIU’ BELLI DELL’UNIVERSO
SONO I TUOI
OH DIO DELLA LORO BELLEZZA
I TUOI OCCHI BASTANO PER
SPLENDERE LA NOTTE,
IL TUO CUORE MI HA CHIAMATO
TU MI AMI E MI HAI CALMATO
CON TE LA MIA VITA
DALL’INIZIO ALLA FINE.
AMORE, AMORE
SEI LA LUCE DEI MIEI OCCHI.
7
ALFABETO ARABO
Zà
Kàf
Sìn
Làm
Shìn
Mìm
Sàd
Nùn
Dàd
Hà
Tà
Waw
Zà
Yà
Alif
Bà
Tà
Thà
Jim
Hà
Kha
‘ Ayn
Dàl
Ghayn
Dhal
Fà
Rà
Qàf
8
Torniamo a parlare di filosofie orientali, visto che nello scorso numero abbiamo pubblicato le prime
pagine tratte dai testi sacri indù e musulmani: l’Upanisad e il Corano.
La religione Jaina, dal sanscrito “Jina” che significa “conquistatore”, è la più esigente tra quelle
indiane. Lo scopo non è quello di glorificare un Dio assoluto ma perfezionare il sé abbandonando il
mondo materiale. Il gruppo ascetico dei Digambara “vestiti d’aria”, una delle due principali sette
jaina, praticano la nudità come espressione di distacco totale, per imitare la rinuncia di Mahavira,
fondatore dello jainismo moderno. Quindi rispetto assoluto per la vita, come per l’idea della nonviolenza. Gandhi è il più famoso esponente di questa scuola.
Lo scisma fra i Digambara e gli Shvetambara “vestiti di bianco” avvenne il I secolo a. C.
I primi sostengono che gli abiti stimolano il desiderio di possesso e aumentano la probabilità di
schiacciare altre forme di vita, i secondi indossano abiti ammettendo così la possibilità di
liberazione anche per le donne (più numerose degli uomini). I testi jaina descrivono cerimonie in
cui i monaci nudi si strappano le ciocche dei capelli. Lo jaina giura che non ucciderà mai alcuna
forma di vita, che respingerà ogni atto di violenza e se ne pentirà. Gli jaina riconoscono ventiquattro
Tirthankara, o “facitori del guado” come loro maestri storici.
Sikh significa “allievo” e un sikh crede in un unico Dio “Sat Guru” il vero maestro; seguono poi
dieci capi della fede sikh, dal fondatore Guru Nanak (1469-1539) fino a Guru Gobind Singh (16661708).
L’Adi Granth è il “libro originario” onorato come Guru Granth Sahib, sacra scrittura dei sikh,
ultimo guru dopo la morte del Guru Granth Sahib. Guru Nanak adottò molti nomi per distinguere il
Dio Sat Guru, molti sono nomi di divinità indù, soprattutto islamici. Lui era convinto che
meditando su questi nomi si poteva conoscere la natura autentica e l’essenza del divino. Da giovane
lavorò per i conquistatori Mogol a Saltanpur, ma ricevette una rivelazione e partì in pellegrinaggio
per i luoghi sacri indù e musulmani (forse anche la Mecca).
Gli insegnamenti di Nanak sono raccolti nei libri: Adi Granth (Libro primigenio), detto anche
Granth Sahib (Libro nobile), scritto da Angad, secondo guru dei sikh. Dopo la morte violenta del
quinto guru Arjun -non voleva pagare la multa, perché aveva finanziato il principe Khusru, figlio
ribelle del nuovo imperatore Jahangir-, i sikh diventarono guerrieri, abbandonando il pacifismo.
Furono perseguitati dall’impero dei Mogol.
Ricordiamo che nei numeri scorsi abbiamo parlato delle seguenti religioni:
EBRAISMO,
CRISTIANESIMO,
ISLAMISMO,
INDUISMO,
CONFUCIANESIMO, TAOISMO E SHINTOISMO.
BUDDISMO,
9
ALLAH COLUI AL DI FUORI DEL QUALE NON C’E’ ALTRO DIO
1 AR-RAHMAN IL COMPASSIONEVOLE
2 AR-RAHIM IL MISERICORDIOSO
3 AL-MALIK IL RE
4 AL-QUDDUS IL SANTO
5 AS-SALAM LA PACE
6 AL-MU’MIN IL FEDELE
7 AL-MUHAYMIN IL CUSTODE
8 AL-AZIZ L’ECCELSO
9 AL-JABBAR COLUI CHE COSTRINGE IL SUO VOLERE
10 AL-MUTAKABBIR IL COSCIENTE DELLA SUA GRANDEZZA
11 AL-KHALIQ IL CREATORE
12 AL-BARI’ COLUI CHE DA INIZIO A TUTTE LE COSE
13 AL-MUSAWWIR COLUI CHE DA FORMA A TUTTE LE COSE
14 AL-GHAFFAR COLUI CHE TUTTO ASSOLVE
15 AL-QAHHAR IL DOMINATORE SUPREMO, COLUI CHE PREVALE
16 AL-WAHHAB IL MUNIFICO
17 AR-RAZZAQ COLUI CHE PROVVEDE, IL SOSTENTATORE
18 AL-FATTAH IL CONQUISTATORE
19 AL-ALIM IL SAPIENTE
20 AL-QABID COLUI CHE CHIUDE LA MANO
21 AL-BASIT COLUI CHE APRE LA MANO
22 AL-KHAFID COLUI CHE DIMINUISCE
23 AR-RAFI’ COLUI CHE ELEVA
24 AL-MUIZZ COLUI CHE DA LA POTENZA
25 AL-MUDHIL COLUI CHE UMILIA
26 AS-SAMI’ L’AUDIENTE, COLUI CHE TUTTO ASCOLTA
27 AL-BASIR COLUI CHE TUTTO OSSERVA
28 AL-HAKAM IL GIUDICE, L’ARBITRO
29 AL-ADEL IL GIUSTO
30 AL-LATIF IL SOTTILE, IL PERSPICACE, IL MITIGATORE
31 AL-KHABIR IL BEN INFORMATO
32 AL-HALIM IL PAZIENTE
33 AL-ADHIM IL SUBLIME, L’IMMENSO
34 AL-GHAFUR IL PERDONATORE
35 ASH-SHAKUR IL RICONOSCENTE
36 AL-ALIYY L’ALTISSIMO
10
37 AL-KABIR IL GRANDE
38 AL-HAFIDH IL CUSTODE
39 AL-MUQIT COLUI CHE VIGILA
40 AL-HASSIB COLUI CHE CHIEDE I CONTI
41 AL-JALIL IL MAESTOSO
42 AL-KARIM IL GENEROSO, IL NOBILE
43 AR-RAQIB COLUI CHE VEGLIA
44 AL-MUJIB COLUI CHE RISPONDE
45 AL-WASI’ IL LARGO (NEL DIRE)
46 AL-HAKIM IL SAGGIO
47 AL-WADUD L’AMOREVOLE
48 AL-MAJID L’ILLUSTRE
49 AL-BA ‘ITH COLUI CHE RESUSCITA
50 ASH-SHAHID IL TESTIMONE
51 AL HAQQ IL VERO, LA VERITA’
52 AL-WAKIL IL GARANTE, COLUI CHE PROTEGGE
53 AL-QAWIYY IL FORTE
54 AL-MATIN L’IRREMOVIBILE
55 AL-WALIYY IL PATRONO
56 AL-HAMID IL DEGNO DI LODE
57 AL-MUHSI COLUI CHE TIENE IL CONTO DI TUTTE LE COSE
58 AL-MUBDI’ COLUI CHE PALESA
59 AL-MU’ID COLUI AL QUALE OGNI COSA RITORNA
60 AL-MUHYI COLUI CHE DA LA VITA
61 AL-MUMIT COLUI CHE DA LA MORTE
62 AL-HAYY IL VIVENTE
63 AL-QAYYUM COLUI CHE SUSSISTE PER SE STESSO E PER IL QUALE TUTTO
SUSSISTE
64 AL-WAJID COLUI CHE TROVA TUTTO CIO’ CHE VUOLE
65 AL-MAJID IL GLORIOSO
66 AL-WAHID L’UNO
67 AL-AHAD’AL-FARD L’UNICO
68 AS-SAMAD L’ASSOLUTO, L’ETERNO, L’IMPENETRABILE, COLUI VERSO IL QUALE
TENDONO TUTTE LE CREATURE
69 AL-QADIR IL POTENTE
70 AL-MUQTADIR L’ONNIPOTENTE
71 AL-MUQADDIM COLUI CHE FA AVANZARE
72 AL-MU’AKHIR COLUI CHE FA RITARDARE
73 AL-AWUAL IL PRIMO
74 AL-AKHIR L’ULTIMO
75 ADH-DHAHIR COLUI CHE APPARE
76 AL-BATIN COLUI CHE SI NASCONDE
77 AL-WALIY L’ALLEATO, IL PROTETTORE
78 AL-MUTA’ALIY COLUI CHE E’COSCIENTE DI ESSERE L’ALTISSIMO
79 AL-BARR IL CARITATEVOLE
80 AT-TAWWAB CHE RICEVE IL PENTIMENTO
81 AL-MUNTAQIM COLUI CHE SI VENDICA
82 AL-AFUWW COLUI CHE TUTTO CANCELLA
11
83 AR-RA’UF IL DOLCISSIMO
84 MILIKU’AL MULK IL PADRONE DEL REAME
85 DHU’AL JALALI WA’L’IKRAM COLUI CHE E’COLMO DI MAESTA’E DI
MAGNIFICENZA
86 AL-MUQSIT COLUI CHE GIUDICA ALLA BILANCIA
87 AL-JAMI’ COLUI CHE RIUNISCE
88 AL-GHANIYY COLUI CHE ABBONDA IN OGNI COSA
89 AL-MUGHNI COLUI CHE PROCURA L’ABBONDANZA
90 AL-MANI’ COLUI CHE IMPEDISCE
91 AD-DARR COLUI CHE NUOCE
92 AN-NAFI’ COLUI CHE GUADAGNA (PROCURA GUADAGNO)
93 AN-NUR LA LUCE
94 AL-HADI COLUI CHE GUIDA
95 AL-BADI’ COLUI CHE CREA PERFETTAMENTE OGNI COSA
96 AL-BAQI L’ETERNO
97 AL-WARITH COLUI CHE E’L’EREDE DI TUTTO
98 AR-RASHID IL BEN GUIDATO (DA SE STESSO)E CHE GUIDA SULLA RETTA VIA
99 AS-SABUR IL PAZIENTE
Abu Hurayra riferì che il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) disse: “Allah ha
99 nomi: 100 meno 1; tutti coloro che li riterranno nella memoria entreranno in Paradiso”.
12
C’è sembrato doveroso, in questo numero della nostra rubrica, concludere il discorso dei film
sul tango iniziato da “Tango” sullo scorso numero, dedicando all’argomento un articolo
speciale. Tra le nuove uscite segnaliamo i giapponesi “Tokyo eyes” (del quale però non
abbiamo notizie precise, se non che vi ha partecipato come attore Takeshi Kitano, vista la
fulminea apparizione nelle nostre sale) e “Dottor Akagi”. Altri film, invece, chiedono di essere
riscoperti al più presto…
Bashù, il piccolo straniero (Bashù gharibeh kuchak)
di Bahram Beizai, con:
Sussan Taslimi, Adnan Afravian, Parviz Purhosseini- Iran, 1989.
Durante la guerra Iran-Irak, Bashù, un bambino iraniano di otto anni fugge dal sud in fiamme a
bordo di un camion e si ritrova nel nord del paese. La sua pelle nera è mal tollerata, ma una giovane
donna, già madre di due bambini, riuscirà a far accettare il piccolo straniero sia in famiglia che nel
villaggio, la guerra all’esterno, il razzismo che divide il paese, l’autoritarismo maschile, la pazienza
e ferma risposta femminile, la realtà islamica di oggi, rielaborata come puro racconto. Un piccolo
gioiello, indimenticabile per chi ha potuto vederlo, penalizzato dalla solita, limitatissima
circolazione italiana, uno di quei film –sempre più rari oggi- che conciliano la vita con la morte e
riconciliano il cinema con la vita.
Aparajito- L’invitto (Aparajito) di Satyajit Ray, con: Pinaki Sen Gupta, Smaran Ghosal,
Kanu Banerjee, Karuna Banerjee- India, 1957.
Storia del giovane Apu che riesce a frequentare l’università di Calcutta grazie ai sacrifici della
madre vedova. Quando questa morirà (senza aver mai fatto capire al figlio il dolore per la sua
lontananza) Apu non tornerà nemmeno in tempo dal villaggio per darle l’estremo saluto. Secondo
episodio della trilogia tratta dal romanzo “Pather Panchali” dello scrittore bengalese Bibhutibhusan
Banerjee (dopo “Il lamento del sentiero”, 1955, e prima del “Mondi di Apu”, 1959), rinnovò
profondamente la tradizione del cinema indiano, fondendo l’insegnamento del neorealismo italiano
con la cultura nazionale. Ne uscì un ritratto nuovo, credibile e non oleografico, dell’India degli anni
20 alle prese con i nodi del suo cambiamento. Al centro c’è l’educazione alla vita del giovane
protagonista, il suo “istintivo egoismo”, il rapporto intensissimo con la madre e la sua sofferenza,
raccontati con un’intensità straordinaria e uno stile controllatissimo. Grande attenzione ai paesaggi,
filmati con la sensibilità di chi, come Ray, veniva dalla pittura. Leone d’oro a Venezia.
Tarahumara- La vergine perduta (Tarahumara) di Luis Alcoriza, con: Ignacio Lopez
Tarso, Kaime Fernandez, Aurora Clavel- Messico, 1966. Un etnologo si reca a studiare la tribù
india dei Tarahumara e rimane conquistato dai suoi semplici costumi, tanto che ne sposa la causa
contro alcuni biechi commercianti, ma finirà ucciso.
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Dottor Akagi
di Shohei Imamura, con: Akira Emoto, Kumiko Aso, Jyuro Kara- Giappone,
1998. Imamura, uno dei più importanti registi giapponesi, racconta il Giappone poco prima che sia
devastato dall’esplosione di Hiroshima: estate 1945, alla vigilia della sconfitta giapponese, in un
clima di tensione bellica, il 50enne Dr. Fuu Akagi, è un medico generico della cittadina di Tamano.
Sempre pronto a prendersi cura dei tanti malati del villaggio, a causa del suo Zelo è diventato lo
zimbello della città. La gente lo ha soprannominato “Dottor Fegato” perché lui teme una epidemia
di epatite scatenata dalla guerra.
Gli ingannati (Al-makhdu’un)
di Tawfiq Selih-Siria, 1972. Film apolide, come il suo
autore, di origine egiziana, più volte censurato, emigrato in Siria nel 1969, e in Iraq nel 1973, dove
ha diretto l’istituto del cinema. Ha esordito nel 1955 con il lungometraggio “Vicolo dei pazzi”
(Darb Al-mahaqbil), tratto dall’omonimo romanzo di Naghib Mahfuz. Il film si svolge sul confine
tra Iraq e Kuwait, e segue il disperato tentativo di tre palestinesi di età diverse di entrare
clandestinamente in Kuwait alla ricerca di un lavoro migliore: dovranno nascondersi nella cisterna
vuota e incandescente di un automezzo. Lo sguardo del regista è moderno, e i personaggi e le
situazioni sociali sono raccontate con lucidità in un mondo arabo diffuso tra il nordafrica e il
medioriente. Di produzione siriana, il film è un capolavoro di straziante attualità, crudo e visionario
quanto il romanzo da cui è tratto.
Il fiume (Heliu) di
Tsa Ming-Liang, con: Ling Kangsheng, Miao Tien, Lu Xiaolin-Taiwan,
1997. Orso D’argento e Premio Speciale della Giuria a Berlino, film quindi piuttosto noto anche in
Italia, dov’è stato edito anche in videocassetta. Girato con lunghe sequenze, pochi dialoghi e una
ricerca stilistica rigorosa con cui l’autore analizza il caotico sviluppo del suo paese. Protagonista è
un giovane disoccupato, costretto ad accettare lavori impossibili, che frequenta locali e saune gay
dove finirà per incontrare il padre pensionato, anch’egli in fuga perenne dalla solitudine. La cineasta
di Hong Kong Ann Hui interpreta la regista del film in cui il protagonista lavora come comparsa nel
ruolo di un cadavere che galleggia nel fiume.
TGV
di Moussa Tourè, con: Makena Diop,
Bernard Giraudeau, Philippine Leroy-Beaulieu,
Al Hamdou Traorè-Senegal, 1998. Film
premiato dal pubblico per la rassegna del
cinema africano. Il conduttore del veloce TGV,
decide di affrontare il viaggio da Dakar a
Conacry con un gruppo assai strano di
passeggeri: un ministro con la moglie, due
antropologi stranieri, un marabutto, uomini e
donne. Dopo molte peripezie il TGV viene
catturato dai selvaggi Bassori, che rivogliono il
loro Totem della nascita conservato in un
museo europeo. Il film che non vedremo mai
nelle grandi sale cinematografiche.
Rue Bleue di Chad Chenouga, con Nassim Chouari, Lysiane Meis, Rania Meziani, Chaterine
Eckerlè-Algeria/Francia, 1998. È un cortometraggio triste ma che vale la pena di
14
vedere, anche questo presente al nono festival del cinema africano. Una donna tossicodipendente si
affida alle cure del piccolo figlio Ali, che provvede a comprarle le medicine in farmacia, a
pettinarla, a nutrirla. Il bambino è costretto a crescere in fretta e a dimostrare la sua maturità.
Lo straniero venuto dall’Africa (Feizhou laowai)
di Joseph Kumbela-Congo
RD/Cina, 1998. Questo cortometraggio è stato presentato alla rassegna dell’anno scorso. Una
giovane cinese è fidanzata con uno studente africano. Le differenze culturali non sono differenti e i
problemi fra i due si fanno sentire, oltre allo sguardo curioso degli altri.
Donne del Sahel (femmes du Sahel)
di Paolo Quaregna e Souleymane MahamaneItalia/Niger, 1994. Mentre i loro uomini partono alla ricerca di un lavoro stagionale nei paesi vicini,
loro, le donne del Sahel, organizzano e garantiscono la sopravvivenza della famiglia. Film
presentato al festival del 1995.
Layla, ma raison
di Taieb Louhichi, con: Tarik Akan, Safy Boutella, Anca Nicola-Tunisia
1989. Qays è un giovane poeta innamoratissimo, e contraccambiato da Layla. Vuole urlare al
mondo il suo amore per Layla, lo fa scrivendo versi per lei. Il padre di Layla è contrario al loro
amore e fa di tutto per ostacolarlo. Qays diventa pazzo e scompare nel deserto. Suo padre tenta di
aiutarlo.
Lupin III di Soji Yoshikawa-Giappone, 1980. Un film d’animazione incentrato sulle avventure
del celebre ladro gentiluomo creato da Monkey Punch. Il nipote di Arsenio Lupin s’impossessa di
una portentosa pietra nonostante gli sforzi che l’ispettore Zenigata fa per impedirglielo. Reperibile
in videocassetta nei negozi specializzati, come anche gli altri episodi del cartoon tuttora trasmessi in
televisione.
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BALLANDO IL TANGO AL CINEMA
Di Willy
Come vi avevamo promesso nel numero scorso, parlando del nuovo film “Tango” di
Carlos Saura, dove proprio la realizzazione di un film sul tango porta a drammatiche
conseguenze, approfondiamo qui l’argomento scoprendo alcune pellicole recenti
incentrate su questa danza di sala di origine africana, in tempo binario (2/4) e
movimento lento, che fu importata in Europa dall’America Latina, e, specificamente,
dall’Argentina.
Cominciamo da “Tangos- L’esilio di Gardel” (Tangos-El Exilio de Gardel) di
Fernando Ezequiel Solanes, distribuito nelle sale con discreto successo, quando uscì,
nel 1985, e reperibile anche in videocassetta, una produzione franco-argentina di
buona fattura. La trama: un gruppo di esiliati argentini a Parigi decide di organizzare
uno spettacolo per combattere la nostalgia di casa e l’apatia. La rappresentazione,
sulle note struggenti del tango, non andrà mai in scena, ma permetterà ai profughi di
ritrovare un certo equilibrio, esorcizzando i fantasmi della dittatura e dei
desaparecidos. Tra gli interpreti: Marie Laforet e Philippe Leotard.
“Tango bar” di Marcos Zurinaga, è un film del 1989 dalla Spagna, in cui, con una
trama abbastanza esile, viene proposta la storia e l’evoluzione del tango grazie anche
a spezzoni di repertorio e celebri brani musicali. I protagonisti, Valeria Lynch e
Ruben Juarez, sono tra i cantanti più noti in America Latina.
Sicuramente più interessante è “Tango nudo” (Naked Tango) di Leonard Schrader,
con Mathilda May e Vincent D’Onofrio, in cui colori forti, caldi, toni marcati in
sintonia con un’atmosfera un po’ kitch, un po’ squallida, ma densa di passione, fanno
da cornice a questo film argentino del 1990, in cui tutto è lontano da noi, è
oltreoceano e lo si avverte, nonostante che il film riesca ugualmente a catturarci e a
trascinarci in un tango appassionato, come accade alla protagonista Stephanie,
giovane donna dalla vita disordinata.
“Lezioni di tango” (The Tango lesson), infine, è più recente del (1997) ed è uscito
anche da noi con discreto successo l’anno scorso, è un film insolito e “galeotto”,
sceneggiato e interpretato dalla stessa regista, Sally Potter, e diviso in 12 lezioni
(tutto in bianco e nero, ad eccezione delle parti che riguardano il possibile film che la
protagonista sta scrivendo sul mondo della moda, poi persuasa dal ballerinoinsegnante Pablo). Un altro film che ci coinvolge con questo ballo d’amore e di
passione estrema.
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IL POPOLO DEI PELLEROSSA di George Catlin, Rusconi, è il frutto delle peregrinazioni
nell’estremo ovest americano che l’autore effettuò nei primi anni 30 del secolo scorso, visitando
quasi 50 tribù, soffermandosi su alcune con meticolosa attenzione: Sioux, Piedi neri, Corvi,
Mandan, Comanche, Sauk, Fox e Choctaw, tra le altre. Le sue pagine illustrano con minuzia abiti,
attrezzi, usanze, cerimonie, danze, abitazioni, armi e anche la natura in cui quella gente viveva e gli
animali con cui erano a contatto.
IL CORANO SENZA SEGRETI di Gabriele Mandel, Rusconi. Scritto da un
musulmano per i non musulmani, ci aiuta a addentrarci sino infondo nel
mondo affascinante e complesso dell’Islam. Lettura moderna e completa del
Libro Sacro, lo studio di Gabriele Mandel danno, una risposta a quesiti
d’estrema attualità e, in modo ortodosso ma obiettivo, ripercorre le tappe
della composizione, del destino storico e dell’affidabilità dei testi tramandati.
BUDDA VOL.1 di Osamu Tezuka, Hazard Edizioni, 210 pag. £ 15.000. Un’opera a
fumetti ambiziosa e monumentale: 14 volumi per raccontare la vita del Budda
Sakyamuni, sullo sfondo di un India misteriosa. Scritta e disegnata da Osamu
Tezuka, l’inventore dello story manga scomparso nell’89, la storia di Siddharta esce
dagli schemi della biografia per abbracciare il tema del buddismo con il ritmo del
Giappone moderno.
GENTE DEL DESERTO di Robyn Davidson, Zelig Editore, £ 30.000. In bilico tra un romanzo,
saggio e diario di viaggio, l’autrice recupera una condizione esistenziale, quella del nomadismo
attraverso un viaggio difficile e crudele per un occidentale, in un India non proprio romantica quale
noi ci figuriamo.
Una piccola bibliografia per chi è interessato allo judo, sport di origine giapponese molto diffuso
anche in Italia: LE PRESE di Neil Adams, Mediterranee, £ 25.000 (1993), JUDO IN AZIONE,
VOL. 1- VOL. II di Kazuzo Kudo, Mediterranee, £ 15.000 (1987), NE WAZA di Alfredo Vismara,
Mediterranee, £ 25.000 (1994), IL LIBRO DELLO JUDO di Cesare Barioli, De Vecchi, £ 28.000
(1988), JUDO KODOKAN, Mondadori, £ 24.000 (1993), JUDO (JUJITSU) di Jogoro Kan,
Mediterranee, £ 25.000 (1995), JUDO VITALE, TECNICHE DI PROIEZIONE di Isao Okano,
Mediterranee, £ 25.000 (1994), BIOMECCANICA DELLO JUDO di Attilio Sacripanti,
Mediterranee, £ 25.000 (1988), JUDO-TECNICHE DI CONTROLLO di A.E.G. Vismara,
Longanesi, £ 30.000 (1996), ASHIWAZA di Neboyuki Sato, Mediterranee, £ 25.000 (1992).
SCHERZANDO CON IL FUOCO di Wang Shuo, Mondadori, 299 pag., £ 26.000. dopo aver scritto
una ventina di romanzi con circa dieci milioni di copie vendute nonostante feroce
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censura che l’ha colpito in patria, Wang Shuo è finalmente tradotto anche da noi con un suo
romanzo. Noir che ci fa entrare in una Pechino oscura, piena di vicoli puzzolenti e di squallide
costruzioni. Un romanzo sulla condizione della gente di Pechino fra il passato comunista e le nuove
opportunità offerte dall’apertura all’economia di mercato.
SCIAMANI DELLE DUE AMERICHE di Autori vari, Stampa Alternativa, 91 pag., £ 12.000. un
interessante libretto della collana “eretica” con quattro storie di vita reale ambientata nel mondo
magico degli amerindi: Arizona, Messico, Perù, Texas. I protagonisti sono gli sciamani, o stregoni,
e gli avventurosi antropologici che li hanno messi in contatto, addentrandosi nel mondo misterioso
della magia precolombiana. Ci troviamo di fronte a una lettura ironica e drammatica tra cure
miracolose, spiriti e scorci di vita indiana di una cultura segreta e antica.
L’ANTICO EGITTO a cura di Edda Bresciani, DeAgostini, £ 69.000. Una piccola enciclopedia che
ci fa viaggiare nell’antica civiltà egiziana. Tutti gli aspetti sono trattati con gran rigore scientifico e
tre cronologie (dei Faraoni, delle dinastie e dei periodi storici).
MAOMETTO PER COMINCIARE di Ziauddin Sardar e Zafar Abbas Malik, Universale
Economica Feltrinelli, £ 12.000. E’ un libro interessante che spiega in chiave semplice, non solo la
vita di Maometto, ma anche i vari aspetti dell’Islam: la medicina, le scienze sociali, la tecnologia, la
scienza, la letteratura, l’architettura e l’urbanistica, l’arte, la musica ecc. Un libo utile per tutti.
STORIA DEL TIBET di Laurent Deshayed, Newton e Compton, £ 22.900. Dalla caduta
dell’impero mille anni fa alla diffusione del buddismo, dalla dinastia dei Guelug-Pa all’invasione
cinese, la storia di quest’affascinante civiltà.
SOGNAVO L’AFRICA di Kuki Gallmann, Oscar Mondadori, £
14.000 è ormai un best-seller. Una storia vera, quella dell’autrice che
lascia alle spalle l’infanzia trascorsa a Venezia per inseguire il suo
sogno (L’Africa). Con il secondo marito costruisce una famiglia e una
casa a Nairobi, ma la vita è piena d’imprevisti e il destino riserba alla
bella Kuki anche disgrazie. Dopo di questo romanzo sono stati
pubblicati altri, da non perdere.
INIZIAZIONE AL MONDO DELLO YOGA di Mario Scaffidi
Abbate, Mediterranee, 158 pagg., £ 15.000. Tutto quello che avreste
voluto sapere sullo Yoga è qui, suddiviso in nove capitoli, una
conclusione e un glossario dei principali termini sanscriti.
RIO DE JANEIRO di Fausto Bolzani, Gremese, £ 19.500 è una guida
sulla civiltà brasiliana più amata dagli italiani. Di facile consultazione,
propone luoghi ed argomenti elencati in ordine alfabetico. Da abbinare in valigia con una guida
classica.
TIBET, IL FUOCO SOTTO LA NEVE di Palden Gyatso con Tsering Shakya, Sperling e Kupfer, £
29.900. perseguitato e serviziato per 33 anni nei lager cinesi, un monaco tibetano racconta la sua
drammatica esperienza. Con una prefazione del Dalai Lama.
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LA MORTE DI ARTEMIO CRUZ di Carlos Fuentes, Il Saggiatore, 264 pagg., £ 20.000. Le ultime
ore di un uomo che sta per morire e che non ha più voglia di mentire. Il capolavoro dello scrittore
messicano oggi più amato.
SENTIERI DI CUBA di Alex Fleites e Leonardo Padura Fuentes, £ 33.000. “Scoprite l’assenza di
un paese contraddittorio e sorprendente quale è Cuba”. Ecco l’intento dei due autori di questo
“viaggio nella cultura, nelle tradizioni, nei personaggi”. Spiega “dall’interno”, la nascita e lo
sviluppo della nazionalità cubana, “dai primi abitanti all’esuberante umanità che affolla campagne e
città”.
LA RAGAZZA DELLA CASA DI WU di Catherine Lin, Sperling e Kupfer, 345 pagg., £ 28.900. Il
romanzo che ha rivelato in tutto il mondo la 50enne scrittrice di Singapore Catherine Lin, è una
magica storia di passione e morte dove la protagonista, Han, è una ribelle che percorre il difficile
cammino dell’emancipazione combattendo i pregiudizi millenari che, negli anni 50, limitavano la
libertà della donna.
LA MIA NUOVA VITA SUGLI ALBERI di Kirn Desai, Mondadori, 202
pagg., £ 28.000. E’ la versione indiana, divertentissima, del “Barone rampante”
di Italo Calvino. Kiran Desai, 28enne figlia d’arte, scrive in inglese, scelta
osteggiata in patria dalla critica: l’accusa –cedimento al mercato e agli ex
colonizzatori- dimentica però che agli scrittori anglo-indiani dobbiamo i più
straordinari romanzi letti in questi anni.
L’IMMAGINE
DELL’INVISIBILEFIGURE
E
MASCHERE
DELL’AFRICA SUB-SAHARIANA a cura di Leonardo Vigorelli, foto di F.
Zaina, Silvana Editoriale, 232 pagg., £ 80.000. Un libro sull’arte africana con
sculture, maschere, suppellettili quotidiane e rituali da conoscere attraverso i saggi, le foto e le
schede dei singoli manufatti.
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L’Egitto per me è il mondo. Ho viaggiato pochissimo nella mia vita, ma nessun posto
è più bello del Cairo, città dove sono nato, e della romantica Alessandria. Il traffico
del Cairo non mi disturba, sono le voci umane che mi danno fastidio. Contro il
traffico non si può fare niente, per questo ho rinunciato alla lotta fin dall’inizio.
Semplicemente ho deciso di ignorarlo. L’Egitto vanta più di cinque millenni di
interrotta vita, molti dei quali segnati dalla potenza e dallo splendore. Dopo millenni
faraonici, furono il cristianesimo e l’Islam poi ad interpretare e perfezionare lo spirito
religioso dell’Egitto. Il nostro paese è dolce e ospitale, allegro e pacifico. Il Cairo
sfiora 15 milioni di abitanti, ed è cambiata rispetto alla città che io ho descritto nei
miei romanzi, da quelli della “Trilogia del Cairo” ad altri come “I ragazzi del nostro
quartiere” e allo stesso “Vicolo del Mortaio”. Non è più la città ingenua e
sentimentale dell’epoca di Oum Kalthoum. Il mio lavoro oggi continuo a farlo, anche
se scrivo ormai solo racconti brevi pubblicati a puntate su “Al Ahram”, principale
quotidiano del Cairo. Ho il diabete e una fastidiosa malattia agli occhi che non mi
permette di concentrarmi sui fogli per più di due ore al giorno, ho più di 80 anni.
Mentre scrivo ascolto le cassette di Beniamino Gigli e Luciano Tajoli. Vivo al piano
terra di un palazzo che si affaccia su Shari El Nil, il lungonilo. Il mio appartamento
l’ho acquistato alla fine degli anni 50, quando mi sono sposato con Atiat Allah.
Ecco la storia dello scrittore egiziano, tratta da “Mondi Lontani” n.4- Febbraio
1998
Il più noto scrittore egiziano è nato al Cairo nel 1912 (o 1911) e iniziò pubblicando
racconti e novelle diventando noto con due romanzi, “Khal al-Khalili” (1941) e
soprattutto “Vicolo del Mortaio” (1947), storia corale degli abitanti di un quartiere
del Cairo durante la guerra. Dopo la trilogia “Il palazzo del desiderio”, nei romanzi
successivi (ne ha scritti più di 40 o 60) racconta storie della gente egiziana: “Il ladro
dei cani” (1962). Nella sua famosa trilogia ripercorre la storia di una famiglia
musulmana egiziana della borghesia dal 1917 al 1952. La trilogia letteraria è
caratterizzata dalla rappresentazione realistica della vita sociale e politica, con
particolare riferimento alle questioni legate alla condizione delle donne e dei
prigionieri. Considerato il miglior romanziere della sua generazione, nel 1988
Mahfuz è stato insignito del premio Nobel per la letteratura, per aver dato forma ad
una narrativa araba di portata universale, primo arabo ad aver questo riconoscimento.
A lui si deve la rinascita della letteratura nel mondo arabo, cui l’autore fece
guadagnare numerosi lettori sia in patria che all’estero.
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Naghib Mahfuz è nato l’11 Dicembre del 1912 ed il 1957 ebbe origine la famosa
trilogia: Palazzo dei desideri, Tra i due palazzi e Vicolo dello zucchero. Ognuno
intitolato con il nome di una strada o di una piazza del centro storico del Cairo.
Alcuni Libri di Naghib Mahfuz:
Il nostro quartiere
Miramar
Vicolo del mortaio
Tra i due palazzi
Il ladro dei cani
Il tempo dell’amore
Il Palazzo del desiderio
Il Rione dei ragazzi
La Via dello zucchero
Notti delle mille e una notte
Chiacchere sul Nilo
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SPECIALE
L’ISOLA DI PASQUA
Introduzione di Willy
Quella mattina il Capitano Jakob Roggeveen, olandese, non credeva ai propri occhi. Da una
piccola isola non segnata sulle carte, decine di enormi teste di pietra sembravano osservarlo dalle
loro orbite vuote. Era il giorno di Pasqua 1722: almeno non ci sarebbe stato da arrovellarsi per
trovare un nome alla terra appena scoperta.
Sperduta nell’Oceano Pacifico a 3700 Km dalla costa del Cile, l’Isola di Pasqua nasconde, nei suoi
400 chilometri quadrati di superficie, un gran numero di misteri e forse molti non sarebbero tali se,
nel 1862, trafficanti di schiavi peruviani non avessero deportato gran parte dei suoi già scarsissimi
abitanti. Quando, infatti, si cominciò a studiare l’isola da un punto di vista antropologico e storico,
la sua struttura sociale era completamente distrutta, e l’origine della sua scrittura dimenticata
insieme con quella del Moai , i grandi volti di pietra. Tutte le (poche) informazioni che ora
possediamo sull’isola giungono da una tradizione ormai confusa e contraddittoria. Secondo gli
isolani superstiti, nell’isola abitavano due differenti razze: le Orecchie Lunghe, che provenivano
dall’est, e le Orecchie Corte, che venivano dall’ovest. Le Orecchie Corte erano sottoposte alle
Orecchie Lunghe, finchè, in una data situabile tra il 1680 e il 1774 (anche dopo la sua scoperta i
visitatori dell’isola furono pochissimi e non esistono notizie certe sulla cronologia degli
avvenimenti) le Orecchie Corte si ribellarono, massacrarono le Orecchie Lunghe e abbatterono gran
parte dei Moai. E passiamo ai misteri. Chi erano queste due fazioni? Con ogni probabilità
provenivano da aree diverse del Pacifico e appartenevano a ceppi etnici differenti; ma perché si
erano rifugiati proprio in quella piccola isola, e come mai erano rimasti così in pochi? Chi aveva
edificato i Moai, a che scopo e con
che mezzi?
La scultura dell’Isola di Pasqua può essere divisa in tre periodi di cui il primo, forse, inizia intorno
al 300 d. C. Allora l’architettura assomigliava a quella di Tiahuanaco, ed era caratterizzata da statue
di media grandezza e osservatori solari. I “testoni” (secondo periodo) cominciarono ad apparire
intorno al 1100; erano e sono tutt' ora appoggiati su piattaforme chiamate Ahus, spesso costruite
con pietre ottenute abbattendo gli osservatori (il terzo periodo è associato con il culto di un Diouccello, rappresentato in diverse piccole sculture di legno e di pietra). Il Moai più grande è alto
venti metri e pesa circa 82 tonnellate. Come poteva un popolo assai poco sviluppato
tecnologicamente costruire simili colossi? Per quanto riguarda la scrittura (chiamata Rogo Rogo
, costituita da simboli e mai decifrati), perché presenta sconcertanti analogie con i segni che
compaiono su certi antichi sigilli ritrovati nella Valle dell’Indo in Pakistan?
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Inutile dire che questi misteri hanno scatenato la fantasia di molti: Per alcuni l’Isola di Pasqua
avrebbe fatto parte del continente Mu (vedi “Mondi lontani”n. 9). Dopo la distruzione i
sopravvissuti (appartenenti, appunto, a vari ceppi etnici) vi sarebbero rimasti isolati. E la scrittura
proprio la stessa usata nella valle dell’ Indo, in quanto Mu costituiva una specie di ponte sul
Pacifico come Atlantide lo costituiva sull’Atlantico.
In realtà qualche mistero dell’Isola di Pasqua è stato svelato. Nel 1955 l’esploratore Thor Heyerdahl
(quello del Kon Tiki) riuscì a mettere in piedi un Moai in diciotto giorni, con l’aiuto di dodici nativi
e, come unici strumenti, tronchi e pietre. E’ dimostrato, dunque (ma non è detto che sia successo
realmente), che anche la modesta tecnologia locale avrebbe potuto realizzare quelle opere
imponenti. E’ recentissima, invece, la scoperta della causa della scarsità della popolazione
dell’Isola. Studiando pollini fossili, alcuni ricercatori hanno rilevato che, secoli addietro, essa
offriva tutti i necessari mezzi di sussistenza; successivamente l’eccessivo sfruttamento dei campi,
l’uso indiscriminato del legno delle foreste, i numerosi incendi appiccati durante le guerre locali ne
hanno distrutto completamente l’equilibrio ecologico, riducendo alla fame i suoi abitanti. Un
importante monito che ci viene da una piccola isola sperduta del pacifico.
Per saperne di più sull’Isola di Pasqua, vi rimandiamo alla visione del Film “Rapa Nui” (che è il
vero nome dato dai nativi alla loro isola), disponibile in videocassetta, e del quale abbiamo parlato
su “Mondi lontani”, e alla lettura dei seguenti libri:
-“Aku Aku” di Thor Heyerdahl (Sugar)
-“L’Isola di Pasqua” di Giovanna Salvioni (Xenia)
-“La misteriosa Isola di Pasqua” di Alfred Metraux (Sugar)
Esiste anche un sito internet ove sono raccolte le informazioni per conoscere “L’ombelico del
mondo”, uno dei posti più affascinanti del mondo: www.netaxs.com/ trance/rapanui.html
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Nel numero scorso abbiamo pubblicato alcuni Siti sul Marocco, eccone il seguito.
SAVORING MAROCCO
(http: //www.bpe. com/travel/africa/index. html) Per meglio assaporare la cucina marocchina un bell’articolo
con consigli sui cibi da gustare, su alcuni ristoranti a una ricetta per il couscous Beidaoui da provare subito per
cominciare ad ambientarsi.
MARRAKESH EXPRESS
(http: //uslink. net/ddavis/) Un’introduzione agli spendidi tessuti marocchini. Questo sito è
anche un negozio, non ve lo segnalo per comprare ma per rendervi conto della varietà e
dei prezzi.
CITY NET
(http: //city. net/countries/marocco/) L’Excite ci offre oltre al meteo e alle informazioni generali, links con il
World Fact Book e con quasi tutti gli altri siti menzionati, badate il virtual tour è deludente.
ARAB NET
(http: //www. arab. net/tunisia/tunisia contents. html) Il sito offre molte notizie interessanti sia sulla storia che
sui costumi, soprattutto perché provengono da un punto di vista diverso dal nostro. Buona la sezione
gastronomica e le informazioni sui luoghi da visitare. Queste pagine rappresentano la più grande risorsa in
rete dedicata all’universo arabo. Per saperne di più usate i collegamenti del tappeto magico.
ARAB IT
(http: //www. arab. it) Questo sito italiano è molto utile per conoscere gli aspetti culturali, economici e sociali
del mondo arabo.
MAGHREB NET
(http: //www. maghreb. net) Questo sito offre tanti servizi, tra cui una guida alle risorse online relative all’Africa
e al Medio Oriente.
TUNISIAONLINE COM
(http: //www. tunisiaonline. com) “Tunisia online” è una grande risorsa soprattutto (ma non solo) per il turismo
in Tunisia.
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SAUDINFO COM SA
(http: //www. saudinfo. com. sa) L’Arabia Saudita vi viene presentata in tutto il suo splendore in questo sito;
non perdetevelo!
LEBANON ONLINE COM
(http: //www. lebanon-online. com) Venite a conoscere il Libano, il paese che sta cercando di risorgere dopo
anni terribili di guerra.
I-CIAS COM
(http: //i-cias.com/e.o/leslex htm) Per sapere tutto sull’Oriente.
Caribmusic com
(http: //www. caribmusic.com) Per gli appassionati di musica brasiliana, caraibica e cubana, con le indicazioni
delle feste e dei migliori gruppi in azione.
PROGRAMATIC IT
(http: //www.programatic.it/websurf/dojo) ARTI MARZIALI PER PRINCIPIANTI
GLOBALSERVE NET
(http: //www.globalserve.net/inks/MAIN.htm) SCUOLE E ALTRO
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nour el ain luce dei miei occhi